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« Più un essere è complesso, in base alla nostra Scala di Complessità, più esso è centrato su se stesso e per questo diventa più consapevole. In altre parole, più elevato è il grado di complessità in un essere vivente, maggiore è la sua coscienza; e viceversa. Le due proprietà variano in parallelo e in modo simultaneo. Se vogliamo rappresentarle in forma di diagramma, esse sono equivalenti e intercambiabili » Pierre Teilhard de Chardin, L'Avenir de l'Homme | 1959, postumo LE RETI URBANE E BIOFILICHE Roma, 28 VI 2010 ppe Nenna, Expetence pattern per reti umane e ottimali Firecracker, USA http://issuu.com/innoware/docs/retibiofiliche http://www.slideshare.net/ Innowear/expetence

Expetence pattern per reti umane e ottimali

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Le APPS di un linguaggio wireless, affiancate da strutture organizzative elementari o di prossimità, anche di tipo associativo, hanno il compito di ridurre il rischio che scale inferiori non complete o completamente connesse [Salingaros] possano vanificare la condivisione/circuitazione delle "expetence". Il MIT di Boston sta sperimentando Urban pixels - wireless infrastructure for liberated pixels - che non si limitano a telai rigidi come sono i tipici schermi urbani, ma sono applicabili a superfici orizzontali e verticali in qualsiasi configurazione, in grado di comunicare reciprocamente allo scopo di supportare un ampio spettro di opzioni e modalità di visualizzazione. Cioè a supporto di processi orizzontali che aumentano il livello di complessità organizzata. I contenuti sono disponibili sotto licenza CC Attribution (BY) NonCommercial (NC) Share Alike (SA) ed, in quanto non commerciali, possono essere liberamente condivisi, con vincolo di attribuzione, sebbene originali, No Derivative Work [http://it.wikipedia.org/wiki/Licenze_Creative_Commons]. Il termine "expetence" è un concept, e connesso neologismo, coniati da Giuseppe Nenna, di cui indicare esplicitamente fonte ed attribuzione.

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« Più un essere è complesso, in base alla nostra Scala di Complessità, più esso è centrato su se stesso e per questo diventa più consapevole. In altre parole, più elevato è il grado di complessità in un essere vivente, maggiore è la sua coscienza; e viceversa. Le due proprietà variano in parallelo e in modo simultaneo. Se vogliamo rappresentarle in forma di diagramma, esse sono equivalenti e intercambiabili »

Pierre Teilhard de Chardin, L'Avenir de l'Homme | 1959, postumo

LE RETI URBANE EBIOFILICHERoma, 28 VI 2010

1 | Giuseppe Nenna, Expetence pattern per reti umane e ottimali

Firecracker, USA 2005

http://issuu.com/innoware/docs/retibiofiliche

http://www.slideshare.net/Innowear/expetence

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L'aspetto naturale di un edificio industrializzato costituito da edificio più giardino è semplicemente quello di un componente biologico aggiunto a una struttura di base ostile alla sensibilità umana. Un altro e più profondo aspetto dell’architettura biofilica arriva a incorporare le

qualità geometriche essenziali della natura tanto nell'edificio quanto nella struttura urbana, secondo una più articolata geometria del costruito, che segue la stessa complessità delle forme naturali. Il rischio è di non comprendere a fondo queste geometrie, copiando in modo

anonimo forme forse irrilevanti per un dato edificio o città [Serafini].

La “Legge di Complessità e Coscienza” è l’imprinting fissato nella materia ad evolvere in forme a maggiore complessità che, allo stesso tempo, ne accrescono la coscienza. La legge fu formulata da Pierre Teilhard de Chardin, gesuita e paleontologo. Teilhard sostiene che la tendenza della materia a rendersi sempre più complessa si può osservare nella storia dell'evoluzione della Terra. La materia diventa più complessa passando dallo stato inanimato, alla vita delle piante, alla vita degli animali, alla vita dell'uomo. Si potrebbe anche dire dalla geosfera, alla biosfera, alla noosfera - lo stadio evolutivo attuale - della quale gli esseri umani sono parte essenziale, dotata di coscienza in grado di riflettere su sé stessa. Al procedere dell'evoluzione dalla geosfera alla noosfera, attraverso la formazione della biosfera, la materia aumenta in modo continuo sia la complessità che la coscienza.

Biofilìa2 | Giuseppe Nenna, Expetence pattern per reti umane e ottimali

Bom yeoreum gaeul gyeoul geurigo bom, South Korea 2003

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Qualsiasi elemento in un contesto urbano presenta un significato sulla base di come si relaziona alle attività umane. Un complesso processo di organizzazione connette i differenti nodi della rete urbana. Le connessioni consentono a

chiunque di giungere facilmente in ogni punto, preferibilmente potendo utilizzare diversi percorsi; è del tutto irrilevante come appare il quartiere visto da un aeroplano. Un ambiente urbano ordinato, fortemente connesso, in

genere appare irregolare se visto dall’alto [ Gehl, 1987; Hillier, 1996 ]

«Si assiste a un avanzamento quando i pattern di un’area si collegano a quelli di altre aree»: sostiene Nikos A. Salìngaros introducendo "La struttura dei linguaggi dei pattern". Per poi precisare: «Un linguaggio dei pattern contiene informazione connettiva utile, che aiuta sia a convalidare i pattern, sia ad applicarli. Definiremo la struttura di un linguaggio dei pattern nei termini delle proprietà delle combinazioni dei pattern. Un tale approccio permette di osservare l’ordinarsi dei pattern nello spazio, nel tempo e nelle dimensioni umane». Il criterio è la realizzazione dell’integrità, composta da centri e sub-simmetrie, secondo la definizione di Christopher Alexander. Pertanto un minimo di familiarità con i pattern architettonici, nella chiave suggerita da Alexander, è propedeutica e si presume nota [ Alexander, Ishikawa ed altri, 1977 ]. Un sistema di connessioni rischia di fallire se le scale inferiori non sono complete e completamente connesse [ Salìngaros ].

Pattern3 Giuseppe Nenna, Expetence pattern per reti umane e ottimali

What Time is it There? Taiwan 2001

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Benché introdotti in architettura più di vent’anni fa [1977], il loro vero significato è stato colto soltanto da pochi professionisti. I pattern sono infatti un potente strumento per controllare processi complessi, ma a causa di alcuni equivoci non hanno svolto un

ruolo importante nell'ordinare il progetto architettonico. D’altro canto i pattern hanno incontrato un successo inaspettato nell’ambito disciplinare dell’informatica [Nikos A. Salìngaros | The Structure of Pattern Languages, Architectural Research

Quarterly, volume 4, 2000]

Il presente contributo discute il linguaggio che collega insieme i pattern. Qui s’intende mostrare come utilizzando i principi strutturali della rete urbana si possano condividere informazioni ordinariamente disperse in grado di incentivare la coesione delle comunità. Innestandoli al design di progettazione applicato a Corviale, nella scala umana e biofilica secondo Ettore M. Mazzola. Altresì sul filo di una riflessione condotta dall'Associazione Ditaubi, nel delineare una via alla concezione delle città quali crocevia di attitudini, inclinazioni, saperi, slanci, socialità e degrado, che convivono inestricabilmente [seppur urbanisticamente dislocati in cluster tendenzialmente separati da muri invisibili e zone rosse]. Recuperando per questa via l'immagine di convivialità delle differenze che don Tonino Bello riferiva alla sostanza trinitaria del Dio cristiano: Il genere umano è chiamato a vivere, sulla terra, ciò che le tre persone divine vivono nel Cielo: la convivialità delle differenze!».

Convivialità delle differenze4 | Giuseppe Nenna, Expetence pattern per reti umane e ottimali Kirschblüten - Hanami, Germany 2008

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Derrick de Kerckhove argomenta che la scrittura [prima psicotecnologia che ci ha dato una visione differente del mondo] ha indotto: - la progressione del soggetto individuale alla pienezza delle sue facoltà, attraverso la riorganizzazione del

campo visivo normativo in tre dimensioni; - l'apparizione in più tappe della prospettiva in relazione al progresso nell'alfabetizzazione, nella desensorializzazione del linguaggio e l'interiorizzazione psicologica della scrittura, sotto forma di pensiero; - le precondizioni che permetteranno all'individuo di prendere potere sul linguaggio e di conseguenza sul suo

destino. [La civilizzazione video-cristiana, Feltrinelli, 1995]

«Una caratteristica fondamentale dell’intelletto umano sta nella capacità di stabilire connessioni. Le connessioni tra idee diverse portano a una sempre migliore comprensione del mondo. Momento fondamentale del progresso scientifico risulta essere il riconoscimento di modelli ricorrenti, non immediatamente visibili a un’osservazione superficiale. Studi di neurologia hanno dimostrato che gran parte del nostro cervello è impegnato nella percezione visiva, il che suggerisce che l’intelligenza sia evoluta per supportare il processo di percezione [ Fischler and Firschein, 1987 ]. La capacità di stabilire delle connessioni è applicabile non solo ai processi visivi, ma anche a processi di tipo astratto, e proprio allo sviluppo di questi ultimi si deve il successo dell’umanità nel dominare le altre specie animali», precisa Nikos A. Salìngaros nella sua “Teoria della rete urbana“.

Intelligenza connettiva5 | Giuseppe Nenna, Expetence pattern per reti umane e ottimali

El Orfanato, , Mexico - Spain 2007

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Esiste anche una ben precisa influenza dei fattori culturali sulla organizzazione cerebrale. La percezione dei colori, il linguaggio, la scrittura sono fenomeni non programmati dai geni. [...] Il contesto sociale e quindi il medium memetico è

responsabile della variazione nella percezione dei colori da cultura a cultura: «Quando si denomina una certa lunghezza d'onda - "questo è rosso", "questo è giallo", ecc. - si è stabilita, tra le strutture

implicate nella decodificazione dell'informazione "lunghezza d'onda" e quelle implicate nelle funzioni linguistiche, una nuova interazine funzionale che precedentemente non era già implicita». La cosa importante da considerare è che tali

caratteristiche sono culturalmente determinate [Luciano Mecacci, Identikit del cervello, Laterza, 1995].

Secondo Derrick de Kerckhove, oggi, la dimensione sociale della comunicazione viene prima della sua dimensione tecnologica. L'informazione è distribuita in maniera istantanea, è ipertinente ovvero ipertestuale, è online e multimedia. E noi dobbiamo cogliere le tappe di maturazione dal telegrafo a twitter: le fasi più recenti sono i bbs, i bulletin board systems, poi il browser, il web, Yahoo!, i blog - importante momento di maturazione tecno-psicologica -, YouTube. E twitter, il pulso della notizia in tempo reale, è il momento attuale di maturazione della rete. Si tratta di un processo di crescita di una intelligenza condivisa che negozia la sua vita quotidiana attraverso una sempre maggiore esperienza: è il paradigma su cui si fonda la tesi delle “expetence”, affiancate alla struttura dei linguaggi dei pattern, come li assumiamo in questo contesto. Noi abbiamo, oggi, una cognizione aumentata che ci fa imparare più cose di quelle che avremmo potuto apprendere in una vita sola.

Interfacce urbane6 | Giuseppe Nenna, Expetence pattern per reti umane e ottimali

Saibogujiman kwenchana, South Korea 2006

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In una città viva il ruolo dei confini è quello di definire e connettere regioni diverse, e d’incoraggiare molti tra quei processi umani che rendono funzionale la città. Se queste funzioni hanno luogo, ciò è in gran parte una conseguenza della

geometria dei confini urbani: dev’essere allo stesso tempo frastagliata e permeabile [in termini matematici, è corretto chiamare una tale linea “frattale”, né continua, né perfettamente liscia]. L’informazione necessaria è già contenuta in svariati pattern di Alexander. Tali pattern architettonici si combinano per fornire una definita geometria urbana, molto

diversa da quella che cogliamo nelle odierne città.

Tuttavia assistiamo ad una progressiva mutazione del modo in cui introiettiamo l’informazione. Accanto al linguaggio scritto va stratificandosi una sempre maggiore sedimentazione di simboli aventi valore cognitivo, od istruzione d’uso. Si tratta di un codice iconografico che immediatamente trasferisce un contenuto informativo, e guida la maniera stessa in cui i nostri occhi e la nostra mente navigano e selezionano concetti, districandoci dalla bulimia di stimolazioni cui siamo soggetti. Potremmo dire che il nostro modo di scambiare informazioni, attraverso le icone di uno smartphone o di una bacheca virtuale, ci avvicina alla percezione di quanti utilizzano alfabeti ideografici. La scrittura giapponese, ad esempio, è costituita da caratteri ideografici [Kanji] e caratteri alfabetici [Kana]. Per il riconoscimento degli ideogrammi si attiva in particolare l'emisfero destro mentre per il riconoscimento dei caratteri alfabetici l'emisfero maggiormente implicato è quello sinistro.

Smart Cities7 | Giuseppe Nenna, Expetence pattern per reti umane e ottimali

Shinboru, Japan 2009

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È infatti comprensibile, a livello intuitivo, il fatto che ogni essere umano tragga sensazioni e stimoli favorevoli dal contatto con la natura: non solo si riceve una sensazione positiva ma, in maniera meno intuitiva e inconsapevole, si riceve del nutrimento sano per il sistema neurologico. Viceversa la vita immersa in una moderna metropoli, disorganizzata, ipertrafficata e inquinata, produce un avvelenamento del sistema neuronale. Meno intuitiva, e negli ultimi decenni addirittura alterata dalla cultura architettonica predominante, è invece la relazione che passa tra l'uomo e l'architettura e tra l'uomo e la città. Per comprenderla è necessario rimandare brevemente alla geometria dei frattali [ Nikos Salìngaros, Paolo Masciocchi, Pietro Pagliardini, Pietro Pini , "Biofilìa" in Bioarchitettura n° 57-58 ].

Il concetto di "expetence" [un neologismo coniato dal sottoscritto nell'ambito di ricerche condotte in Innovation carrier, per implementare strumenti che facilitino la transizione verso le smart Cities] richiama la compresenza / convergenza di experience e competence proprio dell’intelligenza connettiva, in quanto dimensioni inseparabili dell'agire umano. Con Salìngaros possiamo assumere che a partire da pattern di scala più piccola, in grado di combinarsi in modo sistematico con quelli di scala più ampia, il linguaggio che collega insieme i pattern rinforza l’informazione connettiva utile, che aiuta sia a convalidare i pattern, sia ad applicarli per sedimentare complessità organizzata, da:1. Nodi, intesi quali cluster di INFORMAZIONI 2. Connessioni, interpretate come rilevatori di EXPETENCE ECOSYSTEMS 3. Gerarchia, nella metafora del RHIZOME, come processo biofilico mutuato da Deleuze e Guattari.

Expetence pattern8 | Giuseppe Nenna, Expetence pattern per reti umane e ottimali

Metropolis, USA 1927

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Le APPS di un linguaggio wireless, affiancate da strutture organizzative elementari o di prossimità, anche di tipo associativo, hanno il compito di ridurre il rischio che scale inferiori non complete o completamente connesse [Salìngaros] possano vanificare la condivisione/circuitazione delle "expetence". Il MIT di Boston sta sperimentando Urban pixels - wireless infrastructure for liberated pixels - che non si limitano a telai rigidi come sono i tipici schermi urbani, ma sono applicabili a superfici orizzontali e verticali in qualsiasi configurazione, in grado di comunicare reciprocamente allo scopo di supportare un ampio spettro di opzioni e modalità di visualizzazione. Cioè a supporto di processi orizzontali che aumentano il livello di complessità organizzata.

I processi che generano la rete urbana si possono sovrapporre, infatti, applicando tre principi:1. Nodi. La scala urbana risulta ancorata ai nodi delle attività umane, la cui interconnessione produce la rete [ i nodi sono le INFORMAZIONI rilasciate/scambiate dai cittadini ]2. Connessioni. Che si formano a coppie tra nodi complementari, non tra nodi simili. I percorsi pedonali sono formati da brevi tratti rettilinei posti tra i nodi; nessuna parte di questi dovrebbe superare una data lunghezza massima [ EXPETENCE ECOSYSTEMS sono le connessioni facilitate da ambienti social network di scala urbana, rimbalzate ad esempio dagli Urban pixels pensati dal MIT ] 3. Gerarchia. Quando gli è consentito, la rete urbana si auto-organizza creando una gerarchia ordinata di connessioni a differenti livelli di scala dimensionale. Diventa connessa a livello multiplo, ma non in situazione caotica [ RHIZOME è il processo di riconnessione che procedendo per multipli, senza punti di entrata o uscita ben definiti e senza gerarchie interne, aggrega esperienze e competenze riconosciute negli ambienti urban network come EXPETENCE ECOSYSTEMS ].

Urban netknowledgeable

9 | Giuseppe Nenna, Expetence pattern per reti umane e ottimali

iPad, USA 2010