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123 L’ALLENAMENTO TECNICO-SPECIALISTICO DEI VARI RUOLI L’alzatore fonda la propria prestazione pallavolistica sull’alzata e perciò sulla capacità di creare una condizione di attacco ottimale per i giocatori chiamati in causa dalle sue scelte tattiche. Esso rappresenta la regia dell’azione di gioco ed è anche il fulcro da cui partono tutte le strategie tattiche offensive. La sua prestazione è complessa perché im- plica una serie di fattori prestativi tutti di primaria importanza: la capacità di generare traiettorie di alzata adeguate allo sviluppo del gioco tatti- co del sistema d’attacco contro il sistema di muro (componente tecnico–motoria e cognitiva della prestazione); la capacità di non risultare prevedibile nelle scelte tattiche al sistema di muro av- versario (componente tecnico–motoria e psicologico–comportamentale della pre- stazione); la capacità di monitorare attraverso la distribuzione delle alzate la condizione di competitività dei propri attaccanti, adeguando i criteri di scelta nei vari momenti della partita (componente cognitiva e mnemonica della prestazione); la capacità di esprimere un significativo livello di competitività in almeno un al- tro fondamentale tra quelli che rientrano nelle sue specifiche competenze (com- ponente tecnico–motoria e programmatica espressa soprattutto nella qualità del sistema di allenamento); altri fattori di prestazione meno oggettivi, spesso legati ad indicazioni culturali, talo- ra anche a luoghi comuni, frutto di esperienze e di principi metodologici. 5.1 L’ALLENAMENTO DELL’ALZATORE È opinione comune, tra gli allenatori di pallavolo, considerare quello dell’alzatore come il ruolo più importante, sia nel sistema formativo, nel corso dell’attività giovanile, sia nella gestione della prestazione di squadra, fattore più incidente sul risultato spor- tivo, nell’età seniores. Di fatto, un’idea dell’importanza di questo ruolo la si può avere già semplicemente considerando il numero di azioni a cui esso partecipa: studi condotti su alcuni modelli prestativi, in diversi livelli di qualificazione, sia nel settore maschile che nel settore femminile, consentono di quantificare il numero di attacchi, su alzata dell’alzatore, in un range compreso tra il 92%-97% delle azioni di primo attacco per il cambio palla e in un range compreso tra il 46%-61% delle azioni di contrattacco. rientrano in questo aspetto una serie di considerazioni che descrivono l’importanza dell’alzatore sulla base di elementi legati ad esperienze soggettive. In questo modo, in tutti i criteri di identificazione dell’alzatore, gli allenatori puntualizzano i primi 4 aspetti indicati e nel contempo ne aggiungono ancora un numero significativo, anche se soggettivi e non necessariamente condivisi da tutti.

Allenamento dell'alzatore da Manuale allenatore di primo grado_volley_Mencarelli

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L’ALLENAMENTOTECNICO-SPECIALISTICODEI VARI RUOLI

L’alzatore fonda la propria prestazione pallavolistica sull’alzata e perciò sulla capacità di creare una condizione di attacco ottimale per i giocatori chiamati in causa dalle sue scelte tattiche. Esso rappresenta la regia dell’azione di gioco ed è anche il fulcro da cui partono tutte le strategie tattiche offensive. La sua prestazione è complessa perché im-plica una serie di fattori prestativi tutti di primaria importanza:

⊙ la capacità di generare traiettorie di alzata adeguate allo sviluppo del gioco tatti-co del sistema d’attacco contro il sistema di muro (componente tecnico–motoria e cognitiva della prestazione);

⊙ la capacità di non risultare prevedibile nelle scelte tattiche al sistema di muro av-versario (componente tecnico–motoria e psicologico–comportamentale della pre-stazione);

⊙ la capacità di monitorare attraverso la distribuzione delle alzate la condizione di competitività dei propri attaccanti, adeguando i criteri di scelta nei vari momenti della partita (componente cognitiva e mnemonica della prestazione);

⊙ la capacità di esprimere un signifi cativo livello di competitività in almeno un al-tro fondamentale tra quelli che rientrano nelle sue specifi che competenze (com-ponente tecnico–motoria e programmatica espressa soprattutto nella qualità del sistema di allenamento);

⊙ altri fattori di prestazione meno oggettivi, spesso legati ad indicazioni culturali, talo-ra anche a luoghi comuni, frutto di esperienze e di principi metodologici.

5.1

L’ALLENAMENTO DELL’ALZATORE

È opinione comune, tra gli allenatori di pallavolo, considerare quello dell’alzatore

come il ruolo più importante, sia nel sistema formativo, nel corso dell’attività giovanile,

sia nella gestione della prestazione di squadra, fattore più incidente sul risultato spor-

tivo, nell’età seniores. Di fatto, un’idea dell’importanza di questo ruolo la si può avere

già semplicemente considerando il numero di azioni a cui esso partecipa: studi condotti

su alcuni modelli prestativi, in diversi livelli di qualificazione, sia nel settore maschile

che nel settore femminile, consentono di quantificare il numero di attacchi, su alzata

dell’alzatore, in un range compreso tra il 92%-97% delle azioni di primo attacco per il

cambio palla e in un range compreso tra il 46%-61% delle azioni di contrattacco.

rientrano in questo aspetto una serie di considerazioni che descrivono l’importanza dell’alzatore sulla base di elementi legati ad esperienze soggettive. In questo modo, in tutti i criteri di identificazione dell’alzatore, gli allenatori puntualizzano i primi 4 aspetti indicati e nel contempo ne aggiungono ancora un numero significativo, anche se soggettivi e non necessariamente condivisi da tutti.

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L’ALLENAMENTO - CAPITOLO 5

5.1.1: IL RISCALDAMENTO SPECIFICO DELL’ALZATORE

Rispetto a quanto avviene in alcuni ruoli della pallavolo, il lavoro tecnico individuale sul palleggio può essere utilizzato come riscaldamento, come lavoro di sensibilizzazione del tocco, come mezzo per la correzione di eventuali errori esecutivi e per la stabilizza-zione delle traiettorie di alzata. Questo signifi ca che la fase introduttiva all’allenamento differenziato dell’alzatore è anche un momento di lavoro tecnico individuale molto im-portante che, da un lato consente di sviluppare le tecniche di base verso le specifi cità che caratterizzano l’interpretazione che il suddetto ruolo fa di esse, dall’altro consente di effettuare un ottimale numero di ripetizioni nel tempo a disposizione, modulando il fattore intensità di esercizio alle esigenze di apprendimento implicate. L’alzatore può svolgere il proprio allenamento in forma individuale per una signifi cativa percentuale di lavoro complessivo.

In questa fase iniziale di allenamento, gli aspetti metodologici che devono essere salva-guardati sono la possibilità di controllo della qualità esecutiva del gesto tecnico e il nu-mero di tocchi di palla effettivamente eseguibili nello svolgimento di un dato esercizio.

Sul piano strutturale, le proposte di eser-cizio adeguate per questa fase di alle-namento devono essere identifi cabili attraverso una serie di aspetti caratteri-stici:

⊙ esercizi semplici, sul piano esecu-tivo, in modo che il giocatore possa pensare al movimento da eseguire, ossia al “come” affrontare la situa-zione di intervento sulla palla;

⊙ esercizi che focalizzano un gesto segmentario molto particolare, ga-rantendone un importante numero di ripetizioni;

⊙ esercizi non necessariamente calati nella situazione di gioco, ossia più o meno inseriti in specifi ci tempi tec-nici di azione o in specifi che sequen-ze situazionali.

relazione con la traiettoria

della palla durante il

posizionamento per

l’esecuzione del palleggio;

ossia, relazione tra la postura

al momento del tocco di

palla e l’efficacia delle spinte

nell’esecuzione del palleggio.

essendo una fase di riscaldamento, di correzione

e di affinamento coordinativo, il toccare frequentemente la palla diventa un aspetto

metodologico imprescindibile.queste forme specifiche

di esercizio richiedono

l’utilizzo di aspetti facilitanti

l’intervento sulla palla, per

cui una sequenza di alzate

su lancio dell’allenatore, che

gestisce personalmente la

difficoltà del compito motorio

o situazionale richiesto al

giocatore, è un esempio adeguato.

in queste forme di esercizio

rientrano: tutti gli esercizi

che utilizzano la parete; quelli

che utilizzano accorgimenti

particolari, come ad esempio

le posizioni inginocchiate

o sedute, per enfatizzare

un’azione di spinta delle mani,

che sia autonoma rispetto alle

spinte degli arti inferiori; che

utilizzano i bersagli, etc..

effettivamente questa fase

non necessità di attinenza

situazionale, ossia le proposte

che costituiscono il lavoro

di riscaldamento specifico

possono essere eseguite

anche fuori dal campo e dalla

caratteristica situazione di

gioco.

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L’ALLENAMENTOTECNICO-SPECIALISTICODEI VARI RUOLI

Gli obiettivi della suddetta fase dell’allenamento dell’alzatore richiamano e sviluppano gli obiettivi identifi cati nell’impostazione delle tecniche di base. Essi sono: il richiamo e lo sviluppo della sensibilità nel tocco di palla e della velocità di uscita dalle mani della traiettoria di alzata (attraverso esercizi alla parete, o nello spazio di gioco), il richiamo e lo sviluppo della neutralità di approccio al palleggio (esercizi nello spazio di gioco e contro un avversario che lavora sul fondamentale muro in contrapposizione tattica con l’alzata), il richiamo e lo sviluppo della precisione di posizionamento sotto la palla, di ricerca della corretta frontalità al momento del tocco (esercizi nello spazio di gioco o fuori dal contesto campo in relazione esclusiva con la traiettoria della palla).

Alla parete l’alzatore può svolgere gran parte del lavoro di riscaldamento specifi co. Infat-ti, le esercitazioni alla parete presentano tutte le caratteristiche necessarie per un utiliz-zo signifi cativo negli spazi di attivazione: sono dinamiche semplici sul piano esecutivo, focalizzano il contatto tra le mani e la palla e l’azione delle mani sulla palla e consen-tono un numero di ripetizioni, nell’unità di tempo, molto elevato. Tra le esercitazioni alla parete meritano una considerazione particolare quelle che utilizzano un particolare piano di rimbalzo, inclinato di circa 30°-35°, che risulta un espediente molto utile sia per sensibilizzare e velocizzare la fl esso–estensione del polso, quando la palla è completa-mente “dentro le mani”, salvaguardando la simmetria di approccio al tocco, sia per in-tensifi care la spinta sulla palla e migliorare progressivamente la velocità di uscita della stessa, aspetto determinante nella gestione delle traiettorie di alzata veloci.

È importante, nella suddetta tipologia di esercitazioni, mantenere un atteggiamento del busto perpendicolare al pavimento e una posizione dell’avambraccio relativamen-te stabile; l’obiettivo principale consiste nella progressiva acquisizione della capacità di gestire il palleggio quasi esclusivamente attraverso l’azione del polso. Raggiunti questi obiettivi le forme di esercizio di palleggio alla parete o contro un piano inclinato diventa-no esercitazioni duttili e adattabili a combinazioni metodologiche di vario genere:

⊙ è possibile combinare ad essi piccoli e rapidi spostamen-ti in cui il tempo per muoversi, e riposizionarsi correttamente sotto la palla è estremamen-te ridotto. In essi è il giocatore stesso che cambia continua-mente il punto di rimbalzo della palla sulla parete, o sul piano in-clinato, determinando rimbalzi a cui si deve poi adattare rapida-mente. Diventa così una forma di esercizio autogestita molto interessante anche per le indi-cazioni che offre sugli aspetti comportamentali e mentali del giocatore;

nel corso Allievo Allenatore,

la sequenza cronologica degli

obiettivi didattici era: corretta

impostazione delle mani

della postura di approccio al

tocco, differenziazione delle

spinte, sviluppo delle sequenze

specifiche di spostamento e

palleggio finalizzato, palleggio

nelle situazioni di gioco. Questi

obiettivi sono indicati in una

progressione didattica facilitante

i processi di apprendimento

perciò la suddetta sequenza

resta un principio metodologico

dell’allenamento specifico

dell’alzatore.

la posizione stabile dell’avambraccio significa, dal punto di vista esecutivo, che nell’azione sulla palla non ha prevalso la spinta dell’arto superiore, a carico del movimento di estensione del gomito, rispetto alla spinta delle mani.

tutte le forme di esercitazione

indicate hanno degli scopi

precisi per cui è possibile

pianificare il loro utilizzo rispetto

ad esigenze identificate nella

motricità tecnica del giocatore,

valutata nel suo operato in

gioco, nell’esercizio di sintesi e

nell’esecuzione sia tecnica che

analitica del gesto.

l’allenamento autogestito presuppone un livello di maturazione e motivazione particolari; è spesso frutto di una adeguata percezione del proprio corpo e della propria motricità. Queste caratteristiche sono molto influenti sulle dinamiche di apprendimento del movimento e quindi possono fornire indicazioni importanti nella previsione dell’evoluzione della competitività del giocatore.

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L’ALLENAMENTO - CAPITOLO 5

5.1.2: L’ALLENAMENTO ANALITICO DIFFERENZIATO DELL’ALZATORE

L’allenamento differenziato dell’alzatore riguarda principalmente lo sviluppo dell’alza-ta e degli aspetti qualitativi che la caratterizzano (stabilità di traiettoria, precisione sul punto di attacco, velocità di uscita della palla dalle mani per garantire la corretta forma di traiettoria, altezze adeguate dell’apice della traiettoria rispetto alle esigenze di tem-po di attacco, etc.). L’allenamento delle competenze complementari dell’alzatore può essere inserito e considerato nel lavoro differenziato ma, in realtà, questo lavoro non è caratteristico del ruolo, bensì analogo e assolutamente confrontabile con quello svolto da altri ruoli. Ad esempio, la difesa è sicuramente un fondamentale molto importante per l’alzatore; in tal senso l’allenamento differenziato sulla difesa non avrà caratteristiche differenti rispetto al lavoro che sulla difesa svolge il libero, per il quale essa è un aspetto caratterizzante il sistema di allenamento differenziato. Perciò, l’allenamento differenzia-to dell’alzatore ha i seguenti obiettivi:

⊙ facilitare il transfert nel gioco delle corrette posture di approccio al tocco e del grado di autonomia delle mani, qualità identifi cate, acquisite e sviluppate attraver-so le esercitazioni analitiche. Questo obiettivo richiama l’esigenza di sviluppare, in questo specifi co spazio di allenamento esclusivo, tutta una serie di esercitazioni di alzata in cui il controllo esecutivo debba essere mantenuto al centro del focus atten-tivo. In queste esercitazioni, i fattori allenanti sono l’autocorrezione attuata attraver-so il feedback continuo che arriva al giocatore e il volume delle ripetizioni che com-plessivamente viene proposto per ogni singola traiettoria o esercitazione;

⊙ facilitare il transfert nell’esercizio situazionale della capacità di gestire le usci-te della palla in modo imprevedibile e non leggibile dai giocatori avversari a muro. Questo obiettivo contempla anche la capacità di sviluppare gestualità particolari che producono l’effetto di una vera e propria fi nta;

⊙ facilitare l’acquisizione degli specifi ci tempi di spostamento nello spazio di gioco in modo da verifi care quanta casistica situazionale può essere inserita nel sistema di allenamento del giocatore. Ossia testare il rapporto tra abilità delle mani e capacità di spostamento nello spazio: identifi care quali distanze compromettono il controllo esecutivo del tocco di palla e la precisione di traiettoria; identifi care quali tempi di spostamento compromettono la qualità nel posizionamento sotto la palla con una postura corretta o, comunque, adeguata per effettuare un’alzata ottimale; identifi -care quale situazione caratteristica del gioco compromette la neutralità della po-stura al momento del tocco di palla. Tutte queste variabili sono fondamentali per sviluppare un sistema di allenamento differenziato effi cace perché stimolante, os-sia, stabilmente ai limiti delle capacità tecniche e motorie individuali;

⊙ facilitare la stabilizzazione delle altezze di traiettoria (determinanti per il fattore tempo d’attacco) e delle ampiezze di traiettoria (determinanti affi nché l’attaccan-te possa esprimere competitività tattica contro il muro avversario) nella progressiva acquisizione delle intese con i propri attaccanti. Questo obiettivo identifi ca la stra-ordinaria importanza dell’esercizio semplice di alzata e attacco con cui è possibile costruire in modo effi cace e stabile l’intesa. Precursori del suddetto esercizio fonda-mentale sono le esercitazioni analitiche che sviluppano la capacità di differenziare l’azione delle mani mantenendo stabile un parametro della traiettoria (altezza, pun-to di impatto, distanza da rete, etc.). Per questo la presenza di riferimenti e bersagli diventa una strategia opportuna.

questo significa che in questa trattazione specifica saranno affrontate solo le competenze primarie, rimandando la trattazione delle competenze complementari ai capitoli relativi ai ruoli che di esse ne fanno una competenza primaria.

nell’alzata, è improprio parlare

di finta, almeno nell’accezione

più comune con cui il concetto

di finta è rappresentato nella

bibliografia sportiva. Infatti,

la finta è un movimento

attuato per indurre un

comportamento all’avversario

diretto. In tal senso, un

tocco di palla così rapido

può risultare efficace solo se

l’attenzione dell’avversario è

rivolta al movimento generale

e non è focalizzata sul tocco.

Perciò, in riferimento all’alzata

appare corretto utilizzare i

concetti di ritardo esecutivo

e di esecuzione capace di

mascherare le reali intenzioni tattiche.

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L’ALLENAMENTOTECNICO-SPECIALISTICODEI VARI RUOLI

In tutte le forme di esercizio ipotizzabili nell’allenamento differenziato dell’alzatore è necessario considerare un obiettivo tanto specifi co quanto particolare e situazionale: ossia, lo sviluppo della capacità di osservazione del muro avversario durante la fasi immediatamente precedenti il tocco di alzata (osservazione delle posizioni di partenza del muro con la possibilità di cogliere punti di forza e punti deboli della linea, eventuali spostamenti anticipati del centrale avversario a muro, eventuali movimenti dei giocatori laterali rispetto agli sviluppi del proprio sistema d’attacco, ecc.). L’utilizzo di quella che in passato è stata identifi cata con il termine di visione periferica in realtà rappresenta un’abilità del giocatore di guardare rapidamente per cogliere i riferimenti necessari. Ciò signifi ca che l’alzatore va esercitato a trovare il momento per guardare rapidamen-te cosa succede oltre la rete, signifi ca che tale abilità cresce con l’esperienza e con l’abitudine a fare questo sempre e che da tale comportamento tattico si genera una vera e propria contrapposizione con il sistema di muro avversario, in particolare con il centrale, che suggerisce stimolanti e funzionali modalità esecutive delle esercitazioni proposte.

Questo spazio di allenamento consente anche l’introduzione e lo sviluppo delle nuove proposte tecniche e delle nuove traiettorie di alzata, ossia l’insegnamento di tecniche di alzata particolari come l’alzata in salto e l’alzata in bagher oppure l’approccio allo sviluppo dei tempi d’attacco nuovi, richiesti dal modello prestativo, nell’evoluzione della generale capacità di gioco, sono tutti obiettivi particolari caratterizzanti il lavoro diffe-renziato dell’alzatore.

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