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1 LE INTEGRAZIONI AL REDDITO PER LE INTEGRAZIONI AL REDDITO PER POVERTA’ E CURA NELLE ESPERIENZE POVERTA’ E CURA NELLE ESPERIENZE LOCALI LOCALI Franco Pesaresi Dirigente servizi sociali Ancona Presidente ANOSS

Lotta alla povertà nelle esperienze locali

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Page 1: Lotta alla povertà nelle esperienze locali

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LE INTEGRAZIONI AL REDDITO PER LE INTEGRAZIONI AL REDDITO PER POVERTA’ E CURA NELLE ESPERIENZE POVERTA’ E CURA NELLE ESPERIENZE

LOCALILOCALI

Franco PesaresiDirigente servizi sociali Ancona

Presidente ANOSS

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L a p o v e r t à r e la t iv a in I t a l ia L a p o v e r t à r e la t iv a in I t a l ia - 2 0 0 5- 2 0 0 5

13,113,211,8% individui

7.577.0007.588.0006.786.000individui

11,111,710,6% famiglie

2.585.0002.674.0002.360.000famiglie

200520042003Poveri

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L in e a d i p o v e r t à r e la t iv a - L in e a d i p o v e r t à r e la t iv a - 2 0 0 52 0 0 5

2.247,797 o più

Una famiglia di due persone viene definita povera se spende meno del consumo medio pro-capite nazionale (Istat).

2.023,016

1.779,505

1.526,634

1.254,653

936,582

561,951

Linea di povertà - 2005Ampiezza della famiglia

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Caratteristiche delle famiglie Caratteristiche delle famiglie poverepovere

La povertà colpisce soprattutto: Famiglie con persona di riferimento disoccupata:

31,4%;

Le coppie con 3 o + figli (24,5%) specie se minori: 27,8%;

Le famiglie numerose (con 5 e + componenti): 26%;

Famiglie con due o più anziani: 15,2%.

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I comuni: contributi economiciI comuni: contributi economiciper il contrasto della povertà per il contrasto della povertà (2003)(2003)

431 milioni di euro (8,2% della spesa sociale)

Spesa: 65% integrazione del reddito familiare, 31% contributi per affitto, 4% per inserimento lavorativo.

494.000 beneficiari. In media, quasi 900 euro l’anno per il 2,2% delle famiglie italiane (famiglie povere 10,6%).

Contributi più significativi ed estesi dove minore è la povertà.

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I contributi economiciI contributi economicidei comuni dei comuni (2003)(2003)

Grandi differenze regionali nei contributi medi annui: da 328 € annui dei comuni dell’Emilia Romagna a oltre 1.400 di quelli di Bolzano e FVG.

La spesa pro-capite: Bolzano (€42,2), Toscana (€11,0), Liguria (€9,4)………Basilicata (e 3,5), Campania (€ 2,9), Abruzzo (€2,1).

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Le aree di intervento dei Le aree di intervento dei contributi comunalicontributi comunali

Area Famiglia e minori: 35,3% spesa (regioni del sud + del 50%);

Area Disagio adulti: 29% spesa (VDA,Trento e FVG + del 50%);

Area Disabili: 21,5% spesa (Bolzano + del 50%);

Area Anziani: 9,9% spesa (Liguria + del 40%);

Immigrati (3,4%), (Umbria + del 14%) Dipendenze (0,9%).

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In ItaliaIn Italia

Nell’Europa dei 15 solo Italia e Grecia non hanno un programma di reddito minimo garantito.

Sperimentazione 1999-2004 del RMI. Nel programma politico dell’Unione è

previsto il RMI. In attesa di questo molte regioni si sono mosse.

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Le iniziative regionali/1Le iniziative regionali/1di contrasto della povertà e dell’esclusone socialedi contrasto della povertà e dell’esclusone sociale

Campania: Reddito di cittadinanza (2004):– Importo € 350 a famiglie con ISEE inf. A € 5.000– Metodo alternativo di valutazione del reddito– Non c’è obbligo di percorso di inserimento– 131.000 domande valide, 17.000 soddisfatte– Gestito dagli ambiti sociali

Basilicata: sussidio economico (2006):– Importo max € 300 (famiglia 1 membro) max € 250

(famiglia + membri) per 24 mesi– Accesso: ISE inf. A € 3.961 + 30%– Metodo alternativo di valutazione del reddito– obbligo di percorso di inserimento

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Le iniziative regionali/2Le iniziative regionali/2di contrasto della povertà e dell’esclusone socialedi contrasto della povertà e dell’esclusone sociale

P.a. Bolzano: contributo mensile (1991):– Importo da € 364 a € 546 (in relazione al nucleo familiare)– È concesso per un periodo determinato

Valle d’Aosta: minimo vitale (1994):– Minimo vitale per tre persone: € 537,17 con casa di

proprietà e € 895,05 con casa in affitto.– Il contributo è dato dalla differenza fra reddito lordo

familiare e minimo vitale– Obbligo di percorso di inserimento

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Le altre regioniLe altre regioni

Veneto: sperimentazione attiva nel comune di Rovigo.

Friuli-V.G.: conta di avviare il reddito di base per la cittadinanza nel 2007.

Emilia Romagna e Toscana: realizzati studi di fattibilità (necessari circa 64-68 milioni di € per regione)

Liguria, Puglia, Piemonte, Sardegna: hanno previsto azioni per il reddito minimo in leggi o piani regionali. Manca l’attuazione.

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Le regioni e l’assegno di cura Le regioni e l’assegno di cura

13 regioni finanziano le famiglie con «assegni di cura«.

L’assegno di cura è un contributo economico fornito alle famiglie per finanziare l’assistenza ai conviventi non autosufficienti. Esso viene materialmente erogato dai comuni o dalle ASL.

Possono essere utilizzati per acquistare assistenza privata o remunerare caregiver familiari.

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Caratteristiche dell’assegno di curaCaratteristiche dell’assegno di cura

La maggioranza delle regioni non fa distinzioni di età (Bol, ERo, FVG, Lom, Sic, Tre, VdO, Ven). 5 regioni riservano l’intervento solo agli anziani (Abr, Cal, Pie, Tos, Umb).

Assegno erogato dai comuni o loro enti di gestione salvo Bol, ERo, Sic, Umb, Ven dove è erogato dalle ASL (ASL gestiscono il 70% di

tutti gli assegni di cura).

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assegno di cura: condizioni di assegno di cura: condizioni di accessoaccesso

In genere almeno due: la non autosufficienza (UVG) e il reddito sotto una certa soglia ISEE.

Metà delle regioni richiede anche garanzie (contratto

assistenziale) dalla famiglia per l’assistenza da assicurare.

Soglie di reddito ISEE: da € 7.000 della Sicilia a 21.691 del FVG. Abr, Bol, Cal nessun limite. ISEE famiglia salvo Ero e Umb (beneficiario).

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Gli importi degli assegni di curaGli importi degli assegni di cura

Da € 130 mensili del FVG per le assistenti familiari a € 1.400 della VdA.

Importi medi: la maggioranza delle regioni eroga un contributo mensile pari o superiore alla indennità di accompagnamento.

Nella maggioranza dei casi l’importo è graduato in relazione alle necessità assistenziali o al grado di non autosufficienza.

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I beneficiari degli assegni di curaI beneficiari degli assegni di cura

O,28% delle famiglie (62.315). Il 90% delle famiglie per la presenza di un anziano non autosufficiente.

Grandi differenze fra le regioni: solo 4 regioni superano l’1% di anziani assistiti: Bolzano, FVG, Veneto, Emilia Romagna.

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Prospettive dell’assegno di curaProspettive dell’assegno di cura

In futuro è previsto un aumento della diffusione dell’assegno di cura. E’ apprezzato dalle famiglie.

Tende però ad alimentare il lavoro sommerso delle assistenti familiari.

Occorre usarlo per far emergere il lavoro nero e per la qualificazione del lavoro di cura. (rendicontazione, regolari contratti di lavoro, corsi di

formazione ecc.)

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Stima delle integrazioni al reddito Stima delle integrazioni al reddito locali erogate alle famiglielocali erogate alle famiglie

2,6%595.000.000*TOTALE

0,3%62.000.000*Assegni di cura delle regioni

0,1%102.000.000Reddito minimo delle regioni

2,2%431.000.000Contributi economici dei comuni

Famiglie beneficiarieSpesa complessiva

Integrazioni al reddito

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ConclusioniConclusioni La stima, non rigorosa, identifica nel 2,6% le

famiglie beneficiarie.

Le erogazioni medie per famiglia superano di poco i mille euro l’anno.

Nonostante lo sforzo di comuni e regioni l’intervento è ancora insufficiente per incidere sui bisogni e le disuguaglianze sociali.

Occorre un intervento nazionale: RMI e assicurazione o Fondo per la non autosufficienza.