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LA RIQUALIFICAZIONE AMBIENTALE E PRODUTTIVA DEL LAGO DI PAOLA
Università degli Studi di Roma “La Sapienza” Avv. Andrea Bazuro
12 marzo 2014
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INDICE DEGLI ARGOMENTI 1. Inquadramento geografico e storico
2. Normativa e vincoli applicabili - Natura giuridica del Lago di Paola
3. Evoluzione cronologica delle attività presenti sul Lago di Paola
4. Contesto socio-economico nel 2007
5. Intervento degli attuali proprietari - riqualificazione ambientale e produttiva
6. Contesto attuale e progetti di sviluppo
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1. INQUADRAMENTO GEOGRAFICO E STORICO DEL LAGO DI PAOLA
1. Caratteristiche morfologiche del Lago di Paola – sistema dei laghi costieri pontini
2. Presenza di numerosi ecosistemi – elevata biodiversità
3. Primi fenomeni di antropizzazione – dalla preistoria all’epoca romana
4. Sfruttamento della posizione e del collegamento con il mare
5. Importanza naturalistica, ambientale e archeologica
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2. NORMATIVA APPLICABILE E VINCOLI A TUTELA DEL SITO
• Il Lago di Paola è ricompreso nel perimetro del Parco Nazionale del Circeo sin dalla sua
costituzione (avvenuta nel 1934);
• Dall’ottobre 1988, il Lago di Paola è designato quale Zona di Protezione Speciale ai sensi della Direttiva Uccelli 79/409/CEE (codice IT6040015);
• Con decisione della Commissione 2006/613/CE del 14 luglio 2006, è stato incluso nell’elenco dei siti di importanza comunitaria (SIC) ai sensi della Direttiva Habitat 92/43/CEE.
• Il Lago di Paola è ricompreso tra le cd. zone umide protette dalla Convenzione di Ramsar (Iran), sottoscritta il 2 febbraio 1971 e implementata nella normativa nazionale con il DPR n. 448 del 13 marzo 1976.
• In data 10 dicembre 2003, il Canale Romano (di epoca augustea) è stato dichiarato, dalla Soprintendenza Regionale ai Beni e alle Attività Culturali del Lazio, di interesse particolarmente importante ai sensi del D.Lgs. n. 490/99 ed è stato assoggettato a vincolo di salvaguardia archeologica;
• Il Piano Territoriale Paesistico della Regione Lazio prevede, tra l’altro, che il Lago di Paola sia ricompreso tra le aree di eccezionale pregio naturalistico e scientifico, destinate alla tutela integrale, e che sul Lago di Paola sia vietata la navigazione a motore.
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2. NATURA GIURIDICA DEL LAGO DI PAOLA, NORMATIVA E VINCOLI APPLICABILI
A) TRASMISSIONE DELLA PROPRIETÀ DEL LAGO DI PAOLA
– 22 aprile 1881 - lo Stato Italiano vende per trattativa privata l’intero ex feudo del Circeo, comprendente il Lago, al Cav. Ottavio Giachetti;
– 3 marzo 1883 - il Cav. Giachetti vende il Lago di Paola a Clementino Battista (antenato della Famiglia Scalfati), che lo trasmette per successione ai suoi eredi, per pervenire, da ultimo, in proprietà all’Avv. Giulio Scalfati e, successivamente alla sua scomparsa (2007), ai suoi eredi.
B) GIUDICATI IN MERITO ALLA NATURA GIURIDICA DEL LAGO DI PAOLA
Lo Stato Italiano, dopo aver venduto il Lago di Paola a privati (in base alla legge 21 agosto 1862 n. 793, autorizzante l’alienazione dei beni demaniali non destinati ad uso pubblico o richiesti per pubblico servizio), a partire dal secondo dopoguerra ha posto in essere una serie di azioni ad ampio spettro, volte ad acquisire la proprietà del Lago di Paola sulla base di provvedimenti autoritativi, sostenendo che per sua natura e per sue caratteristiche oggettive e funzionali lo stesso avesse natura demaniale. L’Autorità Giudiziaria, tuttavia, in quasi sessant’anni di contenziosi sottoposti al suo giudizio, ha escluso l’appartenenza del bacino lacustre (i) al demanio idrico (SS.UU. Cassazione, sentenza del 20 giugno 1958), (ii) al demanio marittimo (Cassazione Civile, sentenza n. 1863/1984) e, infine, (iii) al demanio civico (SS.UU. Cassazione, sentenza n. 16891/2006), riconoscendone in tutte le sedi la natura privata con atti passati in giudicato.
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3. EVOLUZIONE CRONOLOGICA DELLE ATTIVITÀ PRESENTI SUL LAGO DI PAOLA
• Ville rustiche in epoca imperiale romana (età sillana - I sec. a.C.); Villa Imperiale di Domiziano – Colonia romana di Circeii e apertura del porto canale.
• La realizzazione del canale principale si inserisce con molta probabilità nel grandioso progetto attribuito a Nerone, mirante ad unire direttamente tra loro tutti i laghi costieri dal porto di Ostia fino al lago d’Averno (tra Cuma e Pozzuoli). In tal modo si sarebbe creato un lungo itinerario navigabile, di circa 160 miglia, rapido e sicuro da ogni pericolo meteorologico.
• L’estendersi degli acquitrini e il progredire della malaria causarono lo spopolamento e, successivamente, il completo abbandono di tutta la zona.
• Nel XII e XIII secolo i monaci benedettini, che si presero cura delle terre abbandonate, svilupparono sul Lago di Paola la prima vera azienda di pesca.
• Nel XIV secolo, con l’acquisto da parte della famiglia Caetani, convalidato da Bonifacio VIII, nasce propriamente il Feudo del Circeo nella sua unità giurisdizionale e patrimoniale. Tale feudo rimase nella disponibilità della famiglia Caetani, fino a quando non passo al feudatario Ruspoli. Nel 1713, l’Amministrazione Pontificia, attraverso la Reverenda Camera Apostolica, lo riscattò definitivamente e avviò i lavori di trasformazione del bacino in una vera e propria valle da pesca.
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3. EVOLUZIONE CRONOLOGICA DELLE ATTIVITÀ PRESENTI SUL LAGO DI PAOLA (II)
• Dalla metà del ‘700 l’Amministrazione Pontificia inizia le opere di bonifica sul modello delle “valli di Comacchio” acquistate dalla Santa Sede nel 1718.
• Nel 1854, la valle da pesca viene affittata a Clementino Battista (antenato della Famiglia Scalfati), che acquista definitivamente il Lago nel 1883.
• Successivamente, alla morte di Clementino Battista, la valle da pesca viene affittata a terzi fino a circa la metà del XX secolo, quanto la Famiglia Scalfati riunisce nuovamente proprietà e gestione. L’Avv. Alfredo Scalfati e suo figlio Giulio, negli anni ’50, con i finanziamenti della Cassa del Mezzogiorno, attuano una riqualificazione aziendale che riporta le attività vallive all’antico splendore. In questa fase, l’Azienda Vallicola del Lago di Paola (azienda della Famiglia Scalfati) occupa più di cinquanta famiglie di pescatore e vallicoltori.
• Dai primi anni ’70, tuttavia, principalmente a causa: (i) dell’inquinamento dovuto agli scarichi fognari di Sabaudia nel Lago (oggetto di un contenzioso vinto dall’Avv. Scalfati contro il Comune); (ii) dello sfruttamento intensivo degli affluenti di acqua dolce da parte delle serre con il conseguente innalzamento del tasso di salinità delle acque e (iii) dell’impatto sulla salubrità delle acque da parte delle attività abusive presenti sul Lago (intensiva presenza di natanti a motore), le attività vallive sono state ampiamente ridimensionate, fino quasi a scomparire.
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3. EVOLUZIONE CRONOLOGICA DELLE ATTIVITÀ PRESENTI SUL LAGO DI PAOLA (III)
• Clementino Battista, l’antenato che aveva acquistato il Lago nel 1888, alla sua morte, passa la proprietà a suo nipote Giovanni Scalfati, il quale, tuttavia, muore giovanissimo di febbre tifoide, passando la mano al fratello Alfredo. Da quel momento, l’attività ittica viene sempre concessa in gestione a terzi fino al 1954. All’inizio degli anni ‘50 viene costituita, infatti, l’Azienda Vallicola del Lago di Paola, strumento giuridico attraverso il quale, Alfredo Scalfati e suo figlio Giulio, pianificano l’attività di itticoltura in modo nuovo e rivoluzionario. Tramite il finanziamento della Cassa del Mezzogiorno, a partire dal 1955, viene realizzato un importante intervento di miglioramento fondiario del Lago di Paola, che porta alla costruzione di uno dei più imponenti campi di allevamento di mìtili (cozze) presenti in Italia, oltre alla risistemazione degli argini dei canali e delle strutture utilizzate per la pesca valliva. Le opere eseguite suscitano interesse e consenso a livello internazionale: nel 1960 viene organizzato presso la sede aziendale il Consiglio Generale della FAO sulla Pesca.
• Tra gli anni ‘60 e gli anni ‘70, il Lago di Paola produce oltre 70 tonnellate di pesce pregiato l’anno (spigole e orate), oltre ad anguille, capitoni e mìtili. L’Azienda Vallicola rappresenta un modello di gestione compatibile di una valle da pesca ammirato in tutto il Paese. L’Avv. Giulio Scalfati, grande esperto di pesca e diritto marittimo, fonda la Rivista della Pesca e presta consulenze in giro per il Mondo su temi legati all’itticoltura e all’allevamento di specie ittiche nelle lagune. Viene anche costituito, presso la sede aziendale, l’Istituto di Idrobiologia “G. Brunelli”, che presta attività di supporto scientifico alla produzione, oltre a pubblicare le ricerche svolte su importanti riviste del settore.
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3. EVOLUZIONE CRONOLOGICA DELLE ATTIVITÀ PRESENTI SUL LAGO DI PAOLA (IV)
• Un aspetto fondamentale viene, tuttavia, trascurato: gli scarichi comunali continuavano ad essere riversati nel lago sin dalla costituzione di Sabaudia nel 1934, in virtù di un decreto prefettizio “provvisorio”.
• La “grande moria” del Lago di Paola avviene nella notte dell’11 luglio 1979. Da quel momento, cessa qualunque produzione per vari anni. Tutto il personale, quarantadue famiglie che lavoravano a vario titolo per l’azienda, perde il lavoro. Gli oneri bancari e previdenziali impongono all’Azienda Vallicola il ricorso al tribunale per richiedere l’amministrazione controllata. È la fine di un sogno.
• Dai primi anni ‘80, quindi, le attività di vallicoltura vengono progressivamente abbandonate, fino quasi a scomparire. Anche negli anni successivi, le condizioni ambientali del Lago di Paola stentano a migliorare anche a causa dello sfruttamento intensivo degli affluenti di acqua dolce da parte delle serre, con il conseguente innalzamento del tasso di salinità delle acque, degli sversamenti agricoli e dell’impatto di attività abusive presenti sulle sponde (intensiva presenza di natanti a motore).
• Si attua sul Lago una progressiva sostituzione delle attività storiche (pesca e coltivazione di molluschi) con attività incompatibili con il contesto naturale e normativo.
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4. CONTESTO SOCIO-ECONOMICO NEL 2007
• Sin dai primi anni ’50, nonostante i vincoli presenti, intenzione delle
amministrazioni pubbliche di realizzare una zona portuale nel Lago di
Paola.
• Cantieri Rizzardi rilevano dal fallimento le strutture dei Cantieri Posillipo
site sulle sponde interne del Lago.
• Utilizzando come motivazione la necessità di salvaguardare posti di lavoro,
i Cantieri Rizzardi sollecitano la Provincia di Latina al fine di trovare una
soluzione per il varo degli yacht di grande stazza e per la loro uscita a mare.
• Rispondendo a tale esigenza, nel 2008 la Provincia di Latina commissiona
la realizzazione di un progetto di pre-fattibilità finalizzato a consentire il
transito e la navigazione di imbarcazioni di grandi dimensioni nel Canale
Romano. Lo Studio prevede, tra l’altro, l’abbattimento del cd. Ponte
Rosso e la sua sostituzione con un ponte mobile e lo scavo del Canale
Romano. Tale progetto risultava in evidente contrasto con tutte le
normative nazionali e internazionali in vigore che tutelano l’integrità
ambientale, paesaggistica e archeologica del Lago.
• Tale progetto si basava sulla pre-esistenza, a partire dagli anni ottanta, di
una darsena interna, che nel corso degli anni era arrivata ad ospitare fino a
800 imbarcazioni da piccolo diporto. A seguito delle inchieste
giornalistiche attivate da Anna Scalfati, è emerso che tale attività di
ormeggio risultava abusiva da 24 anni; l’autorizzazione (che era stata
rilasciata per un solo anno a titolo precario) era infatti scaduta nel 1985 e
non era mai stata rinnovata.
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L’EVOLUZIONE DIMENSIONALE DELLE ATTIVITÀ DI ORMEGGIO NEL LAGO
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L’EVOLUZIONE DIMENSIONALE DELLE ATTIVITÀ DI ORMEGGIO NEL LAGO
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LA COMPROMISSIONE DELLA DUNA E LA DARSENA NEL LAGO
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LA COMPROMISSIONE DELLA DUNA E LA DARSENA NEL LAGO
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LA COMPROMISSIONE DELLA DUNA E LA DARSENA NEL LAGO
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LA COMPROMISSIONE DELLA DUNA E LA DARSENA NEL LAGO
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LA COMPROMISSIONE DELLA DUNA E LA DARSENA NEL LAGO
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LA COMPROMISSIONE DELLA DUNA E LA DARSENA NEL LAGO
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LA COMPROMISSIONE DELLA DUNA E LA DARSENA NEL LAGO
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LA COMPROMISSIONE DELLA DUNA E LA DARSENA NEL LAGO
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5. INTERVENTO DEGLI ATTUALI PROPRIETARI - RIQUALIFICAZIONE AMBIENTALE E PRODUTTIVA
- Dura opposizione a qualunque progetto speculativo proposto dalle amministrazioni pubbliche;
- Liquidazione del socio di minoranza, che gestiva le attività di ormeggio nel Lago;
- Demolizione di tutte le strutture abusive realizzate a partire dagli anni ‘80, pari a circa 6 mila metri quadri di capannoni industriali e a circa 500 metri quadri di cubatura;
- Forte pressione sull’Ente Parco Nazionale e sul Comune di Sabaudia per il controllo degli
sversamenti da parte delle serre;
- Ripristino delle strutture di controllo dei flussi (Ponte Rosso) e collaborazione con Università
per analisi e studio delle condizioni ambientali del Lago
- Costituzione della nuova Azienda Vallicola del Lago di Paola, azienda familiare costituita dai
comproprietari;
- Ridefinizione degli obiettivi e delle direttrici di sviluppo.
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5. INTERVENTO DEGLI ATTUALI PROPRIETARI - RIQUALIFICAZIONE AMBIENTALE E PRODUTTIVA
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