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I PUNTI UNICI DI
ACCESSO – PUA 1° parte: Le norme nazionali e
regionali
Franco Pesaresi
Esperto nazionale FORMEZ
Roma 5 marzo 2010 aggiornato 2011
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SPORTELLI
UNICI E PUA
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Alle origini degli sportelli unici
Sin dagli anni ’90, il peso della burocrazia e
l’insoddisfazione per le performance del settore pubblico
hanno spinto l’Italia verso un processo di modernizzazione
dell’apparato pubblico.
Tra gli obiettivi: semplificazione del rapporto cittadino P.A.
e riduzione del carico burocratico.
Uno degli strumenti più ricorrenti di questa politica è stata
la previsione di sportelli unici per concentrare le funzioni e
fornire un solo referente al cittadino.
Fra il 1997 e il 2001 sono stati previsti 5 sportelli unici fra i
quali lo sportello unico per le attività produttive e la Porta
unitaria di accesso ai servizi sociali.
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IL QUADRO NORMATIVO
NAZIONALE Pochissime norme nazionali.
Decreto di riparto Fondo per le non autosufficienze (dm
6/8/08): Fondo finalizzato alla “previsione o rafforzamento
di punti unici di accesso alle prestazioni e ai servizi con
particolare riferimento alla condizione di non
autosufficienza che agevolino e semplifichino
l'informazione e l'accesso ai servizi socio-sanitari”.
Documento di sperimentazione della “Casa della salute” : “ai fini della
integrazione tra attività sanitarie e attività socio-assistenziali deve
essere presente lo Sportello unico di accesso con personale dedicato”.
Piano sociale nazionale 2001-2003: “Nei piani di zona vanno
individuate le soluzioni più idonee per unificare l’accesso ai
servizi sociali e a quelli sociosanitari presenti nel distretto
sanitario” .
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I modelli
MODELLI REGIONI prestazioni NOTE
1. Porta sociale
senza presa in
carico
Emilia Romagna,
Marche, Liguria
Sociali Modalità organizzativa della
accoglienza che non si
sovrappone a ciò che già c’è.
2. Porta sociale
con presa in
carico
Campania,
Umbria
Sociali Riproduce modello dei servizi
sociali (segretariato soc. +
servizio soc. professionale).
3. Sportello
sanitario
Emilia Romagna sanitarie Per le prestazioni sanitarie
distrettuali
4. Punto unico di
accesso
Abruzzo,
Campania,
FVG, Lazio,
Lombardia,
Liguria, Marche,
Molise, Piemonte,
Puglia, Sardegna,
Sicilia, Toscana
Sociali,
socio-
sanitarie,
sanitarie
In genere per prestazioni
sociali e sociosanitarie. Più
raramente anche le altre
prestazioni distrettuali
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Il modello PUA
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PUA: Le tendenze PUA: modello prevalente. Previsto da una ampia
maggioranza di regioni. Ma il numero di regioni
cresce costantemente.
Tutte le ipotesi, comunque, prevedono un
accordo fra ASL e comuni per la gestione unitaria
o integrata dell’accesso alle prestazioni.
Le varie normative regionali sono spesso scarne
e generiche.
Le esperienze reali sono quantitativamente
limitate anche perché la normativa è recente.
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A cosa serve il PUA?
Unificare il percorso dell’utente per agevolare e semplificare le informazioni e l’accesso ai servizi sociali e socio-sanitari;
Favorire l’erogazione di prestazioni integrate;
Trattare i dati degli utenti in modo unitario.
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LE NORME
REGIONALI
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Abruzzo: punto unico di accesso
E’ la Porta unitaria di accesso alle prestazioni
sanitarie, sociosanitarie e sociali
Le sue funzioni:
– Accesso alla rete integrata dei servizi sociosanitari
territoriali (riceve la domanda e individua i percorsi)
– Informazione, educazione, orientamento e gestione della
domanda
– Presa in carico ed attivazione della rete dei servizi
integrati. (risolve bisogni semplici, attiva specialisti o UVM per bisogni
complessi)
Ubicato in ambito distrettuale (sanitario); può avvalersi di sedi
decentrate anche c/o gli “sportelli di cittadinanza” dei comuni.
Aperti 8h/die. Front-office: ass. sociale; back-office: infermiere e medico.
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Campania: Porta unica di accesso
La normativa sociale la prevede all’interno dei
servizi di segretariato sociale in collegamento con
gli URP e i CUP.
Normativa molto scarna.
La PUA rappresenta una risorsa attraverso la
quale è possibile individuare i percorsi più efficaci
per affrontare i bisogni di ordine sanitario, sociale
e sociosanitario, in modo unitario ed integrato.
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Friuli V.G.: Punto unico di accesso
Da attivare nell’ambito della programmazione locale PAT/PDZ
Svolge i seguenti compiti: • Fornisce informazioni sulle prestazioni e le modalità
di accesso ai servizi;
• Fornisce risposte alle richieste dei cittadini;
• Conosce le risorse sociosanitarie del territorio da attivare eventualmente;
• Orienta sull’utilizzo e le caratteristiche dei servizi disponibili.
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Lazio: Punto unico di accesso
integrato socio sanitario Da attivare in ciascun distretto sanitario e sociale
quale punto di accesso integrato ai servizi sociali sanitari e sociosanitari.
Le sue funzioni: • Accoglienza, Informazione e orientamento al cittadino
• Pre valutazione dei casi segnalati;
• Risolvere problemi semplici e rinviare i casi a maggiore complessità verso le sedi adeguate (UVM ecc.)
• Attivazione eventuale della mediazione culturale;
• Monitoraggio e mappatura servizi.
Comprende anche il centro di accesso unico alla disabilità (CAUD)? Ultime LG non ne parlano.
Prevista intesa con i comuni per la formazione congiunta.
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Liguria: sportello integrato
sociosanitario Attivato nel distretto sociosanitario per l’accesso
unificato alle prestazioni integrate.
Le sue funzioni: • Informazione e consulenza
• Orientamento sulla scelta delle prestazioni
• Segnalazione al servizio competente per la presa in carico
• Raccolta ed elaborazione dati.
Ha i suoi punti di accesso c/o gli sportelli di cittadinanza degli ambiti. Per il front-office (non nel back
office) è necessaria una contestuale presenza di operatori dei comuni e dell’ASL.
Flussi di comunicazione tra ASL e comuni stabilita con protocolli e intese.
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Lombardia: Punto unico di
accesso Il Punto unico di accesso ai servizi sociosanitari e
sociali è inteso come modalità di integrazione attraverso strumenti organizzativi e telematici da attuarsi attraverso:
– Attivazione di interventi organizzativi per rispondere alle seguenti esigenze: richiesta informazioni sui servizi, accoglienza, orientamento e accompagnamento ai servizi;
– realizzazione o potenziamento/sviluppo di sistemi informativi condivisi/collegati a livello interistituzionale, (p.e.: cartella sociale condivisa, anagrafe non autosufficienti) siti informatici, guide servizi on line.
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Marche: sportello della salute e PUA
PSR 2003-2006: creazione di sportelli della salute, vere e proprie “accettazioni territoriali”, attraverso il quale il cittadino accede alla rete generale dei servizi sanitari (non solo quelli distrettuali)
PSR 2007-2009: costituzione a livello territoriale del Punto unico di accesso (PUA) per l’accesso alle prestazioni sanitarie, sociali, socio-sanitarie. Il PUA: – Decodifica la domanda e fa l’analisi del bisogno;
– Definisce la complessità del bisogno
– Definisce i percorsi di accompagnamento
– Avvia la prima istruttoria
– Invia il cittadino ai servizi di competenza.
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Marche: sperimentazione Punto
unico di accesso DGR Sperimentazione: Il PUA, quale luogo dell’integrazione
sociosanitaria, professionale e gestionale, si pone come una modalità organizzativa in grado di offrire funzioni di accoglienza, orientamento ed accompagnamento.
Si sperimenta l’organizzazione in (due) ospedale di una funzione del PUA dedicato alle dimissioni protette per attivare i percorsi di assistenza appropriati. Tale struttura si identifica come uno “sportello” aperto ai cittadini, in grado di fornire risposte organiche, grazie all’impiego di personale dedicato. Il PUA-DP si configura come funzione permanente in cui confluire proposte, adempimenti e richieste da parte delle utenze o segnalazioni da parte delle Unita operative ospedaliere e dei MMG.
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Molise: Porta unica di accesso
Facilita un accesso unificato alle prestazioni
sanitarie, sociosanitarie e sociali
Le sue funzioni:
– Accesso alla rete integrata dei servizi sociosanitari
territoriali (riceve la domanda e individua i percorsi)
– Accoglienza, orientamento e gestione della domanda
– Avvio della presa in carico ed attivazione della rete dei
servizi integrati. (attiva specialisti o UVM per bisogni complessi)
– Primi interventi, anche esaustivi quando si tratti di
bisogni semplici.
Ubicato in ambito distrettuale (sanitario); può avvalersi di sedi
decentrate anche c/o gli “sportelli di cittadinanza” dei comuni.
Aperti 8h/die. personale: medico, ass. sociale; infermiere e amministrativo.
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Piemonte: Sportello unico
dell’accesso ai servizi distrettuali Porta unitaria di accesso del cittadino alle informazioni
relative agli ambiti sociale, sociosanitario e sanitario e come primo momento di restituzione di interventi.
Svolge i seguenti compiti: • Fornisce informazioni integrate rispetto all’ accesso
alla rete dei servizi;
• Stabilisce i percorsi, orienta e accompagna il cittadino
• Restituzione interventi semplificati
• Monitoraggio interventi e data base informazioni
Viene gestito in collaborazione fra ASL ed enti gestori dei servizi sociali (da personale sociale e sanitario).
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Puglia: La porta unica d’accesso
Porta unitaria di accesso garantisce l’accesso alla rete dei servizi sociosanitari e l’integrazione nella gestione del caso.
Svolge i seguenti compiti: • Fornisce informazioni sui servizi sociosanitari;
• Decodifica il bisogno e attiva gli altri referenti;
• Accoglie le domande di assistenza domiciliare, semiresidenziale e residenziale;
• Garantisce il raccordo operativo con la UVM.
Viene gestito in collaborazione fra ASL e comuni. Sede preferibilmente nei distretti socio sanitari.
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Sardegna: Punto unico di accesso
L’accesso all’ADI, alle prestazioni di riabilitazione globale, all’assistenza residenziale e semiresidenziale, e ad ogni altra prestazione di carattere sociosanitario riguardante persone anziane, con disabilità o soggetti fragili avviene a cura del PUA.
Il PUA assicura adeguate informazioni sull’offerta dei servizi, garantisce una valutazione multidimensionale e un progetto personalizzato, accorciando i tempi di risposta e ed evitando percorsi complicati. Ad ogni assistito viene assicurata l’indicazione dell’operatore individuato come responsabile del percorso assistenziale.
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Sicilia: Sportello unico socio-
sanitario
Gestito dai distretti sanitari per l’accesso ai servizi sociali e socio-sanitari. Ma di fatto le poche parole sono spese per i servizi sanitari e nulla si dice sui servizi sociali e sui comuni.
Funzioni di informazione, primo contatto, orientamento e accompagnamento, attività di analisi della domanda.
“Lo sportello unico socio-sanitario è parte integrante del segretariato sociale del distretto socio-sanitario” (?)
Funzionamento: 12 ore al giorno per 6 giorni settimanali, con molti punti fisici di accesso rivolti alla cittadinanza.
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Toscana: Punto unico di accesso/1
Previsto in ogni zona/distretto.
Il sistema prevede un livello di coordinamento individuato nei PUA ed operativo individuato nella rete dei “Punti insieme”.
Il responsabile di zona o il direttore della Società della salute è responsabile del coordinamento operativo del sistema di accesso ai servizi territoriali, chiamato Punto unico di accesso (PUA).
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Toscana: Punto unico di accesso/2
I “Punti insieme” sono la vera porta d’accesso: garantiscono
l’accoglienza, la raccolta delle segnalazioni del bisogno e
l’orientamento e l’informazione del cittadino nonché l’avvio delle
procedure per la presa in carico (p.e. la trasmissione di tutte le informazioni
utili all’UVM per la valutazione).
Funzionamento:
– Per i problemi esclusivamente sanitari la figura di riferimento è
il MMG,
– per i problemi esclusivamente sociali la figura di riferimento è
l’assistente sociale e
– per i problemi complessi (come la non autosufficienza)
l’accoglienza della domanda deve essere assicurata dall’UVM
che attua la Valutazione multidimensionale della persona.
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Umbria: rete diffusa dei punti di
accesso Per le prestazioni sociosanitarie per la non autosufficienza
l’Umbria ha scelto un sistema ad accesso multiplo e a percorso unico. L’accesso multiplo è garantito dai Centri di salute e dagli Uffici di cittadinanza.
Si mantengono i diversi punti di accesso sanitari e sociali ma si definiscono presumibilmente le procedure unitarie. Per questo l’Umbria non è stata collocata tra le regioni che hanno previsto il PUA.
I punti di accesso: – Assicurano un’informazione completa ai cittadini;
– Orientano la domanda dei cittadini dopo averne fatto una prima lettura
– Accolgono la domanda ed inviano/accompagnano verso la valutazione e la presa in carico.
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Raccomandazione 1 (R1):
Linee guida + ricche Le norme regionali così scarne e così generiche
non aiutano a realizzare i PUA. Sono il segno di una elaborazione ancora modesta attorno al nuovo modello organizzativo dell’accesso.
Anche laddove si realizzano i PUA rimane molto ampia la differenziazione fra un’esperienza e l’altra anche all’interno della stessa regione.
Le linee guida regionali sull’organizzazione dei PUA devono essere più precise e più ricche di indicazioni. Quando si parte con un nuovo modello il territorio ha bisogno di punti di riferimento importanti.
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GRAZIE PER L’ATTENZIONE