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GENNAIO 2010

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EDITORIALE

SOMMARIO: REDAZIONE: Matteo Iafrati (Capo Redattore) V C Agnese Pagliarini IV C Emanuele Antonioni IV C Giacomo Emanuele Di Giulio IV C Maria Sabato IV A Peter Buttaroni IV H Livio Ricci V A Giulia Ricca V A Valerio Burli V A Nicolò Scarano V C Elena Farroni Gallo V C Monica Di Lorenzo IV H Davide Scalia III F Federico D’Alessio IV F Marzia D’Alessio IV F Sara Giustinelli IV G David Braschi IV G Silvia Orengo IV B Giacomo Ercolani III B Enzo Maria Mammarella I G Letizia D’Annibale II D Viktorie Ignoto IV D Marco Improta II B Elena Lunghi II A

Buon nuovo anno a tutti gli studenti, e più in generale a tutti coloro che passano parte della loro quotidianità nella nostra scuola! Venendo al dun-que per prima cosa porgiamo i complimenti alla redazione, quest’anno ani-mata da una collaborazione degna di nota, che per la prima vola in tanti anni, ha portato come frutto la pubblicazione di un “Marziale” al mese! (e scusate se è poco). Le novità da scoprire sono tante, a partite dal progetto con RadioLiberaTutti che partirà con un incontro giovedì 4 in aula magna, fino al sondaggio che troverete in ultima pagina. Ci congediamo augurando a tutti una buona lettura e un buon inizio d’anno! Ricordiamo la e-mail del Marziale, per ogni eventualità: [email protected]

Il Caporedattore Matteo Iafrati VC

Attualità e Scuola: Pag. 3 Arte e cultura: Pag. 15 MusiKultura: Pag. 24 Cinema: Pag. 27 Videogiochi: Pag. 29 Scienza e Tecnica: Pag. 30 Sport: Pag. 31 Avvisi: Pag. 32 Giochi e svago: Pag. 33

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Resoconto assemblea d’istituto di gennaio Iniziamo il Marziale del nuovo anno con un resoconto della nostra mensile as-semblea d’Istituto. Le parole adatte per introdurre al meglio tale argomento sono sicuramente: “Anno nuovo vita nuova!”. In effetti rispetto alle riunione tenutesi in prece-denza vi sono stati piccoli, impercettibili, ma importanti cambiamenti. Innan-zitutto grazie alla grande disponibilità del nostro preside siamo riusciti, ad ot-tenere l’aula magna per poter svolgere al caldo la nostra assemblea e, in pe-riodo invernale, ciò è molto gradito. Inoltre c’è stata un’ affluenza di studenti consistente, si parla di circa 70 persone, un bel numero se paragonato alla presenza registrata in quelle precedenti, forse simbolo della voglia dei ragazzi del Vailati di partecipare più attivamente a ciò che in fin dei conti è più un loro diritto che un dovere. Essa, ribadisco per chi ancora non lo sapesse, serve unicamente a fare in modo che noi studenti, riuniti tutti insieme, possiamo discutere su problemi scolastici o connessi in qualche modo all’Istituto ove trascorriamo gran parte della nostra settimana,di modo che attraverso i nostri rappresentanti d’Istituto vi possa essere una nostra voce di rappresentanza all’interno del consiglio d’Istituto stesso, attraverso la quale abbiamo la possi-bilità di far valere i nostri leciti diritti e di poter, inoltre, porre all’attenzione dei consiglieri d’Istituto i problemi attuali della scuola. Detto ciò, e continuerò a ripeterlo fino a stressare i vostri esausti neuroni, vi esorto a partecipare nu-merosi alla prossima assemblea d’Istituto nella quale saranno presenti svaria-te vecchie novità. Dico vecchie poiché di fatto lunedì, nel corso della nostra riunione, non è emerso nessun argomento nuovo rispetto a ciò trattato la pre-cedente assemblea. Difatti si è ribadita la situazione dei corsi e delle gite sco-lastiche, la questione relativa alle entrate e uscite limitate per i maggiorenni e altre questioni già affrontate delle quali potete informarvi visitando il sito onli-ne su Facebook del Marziale. Due vecchi argomenti sono stati a lungo dibattu-ti, ovvero il rifiuto ormai irrevocabile della possibilità di ottenere diversi giorni, come l’anno scorso, da dedicare ad attività di didattica alternativa e la volontà immutata, da parte dei presenti e dei nostri rappresentanti d’Istituto, di ren-dere la nostra assemblea come una giornata di didattica alternativa nella qua-le dopo la consueta riunione si terranno dei tornei sportivi, dei dibattiti o delle proiezioni di film interessanti. Tutto ciò al fine di rendere tale giornata più in-teressante e istruttiva per i ragazzi del nostro Istituto e anche come “esercitazione” per un probabile futuro nel quale i nostri stimati docenti ci concederanno l’opportunità di mettere alla prova le nostre capacità nell’orga-nizzare più giorni di didattica alternativa.

Matteo Cordella IVH

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SARATOGA’S EXPERIENCE: come AUTO-BOICOTTARSI

Questo NON è un riduttivo articolo di cronaca, come i miei colleghi teme-vano sarebbe stato. Anche perché in molti, più o meno, sanno cosa è successo il 7 gennaio, ovvero primo giorno di scuola dopo le vacanze natalizie, quando molti “succursali” si sono presentati sgallettanti in centrale dichiarando, agli occhi dei sorpresi “centrali”, che «la porta non si apriva». Nella sera i commenti “facebookiani” sull’accaduto e il gruppo d’immedia-to successo “Porta della Succursale” elogiavano un misterioso, nonché incompetente, fabbro. Ancora più persone conosceranno l’accaduto dell’8 gennaio in Centrale. I due cancelli per i mezzi, oltre che le porte per i pedoni, sono state tro-vate con la serratura “imbottita” di un polimero organico silicico, comune-mente detto “silicone”. Grazie al valoroso prof. Simonetti, evidentemente un maestro di ignote tecniche di scassinamento, le porte sono state “scollate”. Gli studenti, fra l’ilarità generale dello scandalo e la fiacca eccitazione mattiniera, avevano quasi creduto di poter scampare al dovere quotidia-no, ma si sono trovati disillusi e, al solito, costretti a trascinarsi dentro le

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classi (chi per il freddo, chi da un benevolo senso del dovere, chi dalla massa di quelli mossi dal benevolo senso del dovere, chi da una non pre-cisata apatica attrazione verso l’edifizio). So che probabilmente ciò che sto per scrivere risulterà come la cosa più perbenista e moralista e fastidiosa che un “povero” alunno del Vailati vo-glia leggere dopo questi sinistri accadimenti, ma è importante, come sempre anche in questo caso, farsi delle domande. Perché è accaduto ciò, sebbene l’evento si possa elencare benissimo co-me uno degli atti “goliardici” che di tanto in tanto smuovono una delle innumerevoli routinanti giornate scolastiche? Perchè quella subdola ecci-tazione ci ha preso dal fondo, per disilluderci dopo pochi minuti? Siamo sicuri sia meglio per noi stessi che un servizio troppo fondamentale venga meno per il capriccio di una nottata? Personalmente sono stato in bilico fra la risata e lo sgomento quando ho scorto, sceso dall’autobus, quella folla di “colleghi” un po’, come me cre-do, eccitati ma sorpresi allo stesso tempo. Il Liceo Vailati era stato, dun-que, bellamente “sabotato”. “Ma il custode??” Boicottando la scuola non si compie nessuno sgarbo, nessun affronto, nessun torto, nessuna protesta, nessun atto coatto a nulla, nessun gesto costruttivo. Al massimo, distruttivo. Perché boicottando la scuola si boicotta una parte di noi stessi, si va a rinunciare a un servizio di cui, fortunatamente, possiamo ancora usufrui-re. Un anno e qualche mese fa molti di noi, scossi da una riforma che stava devastando definitivamente, oltre che la nostra istruzione e la nostra cul-tura, un futuro già incerto e confuso, si sono mossi alla volta di quella grande festa collettiva che fu la manifestazione del 30 ottobre. Meno di quei molti si sono impegnati più a fondo, si sono uniti in colletti-vi, hanno, purtroppo vanamente, portato avanti per un po’ quell’Onda che sembrava davvero essere indipendente da qualsiasi politicante asservito, che doveva defezionare la mostruosa riforma. Tuttavia sappiamo tutti, spero, come nell’immediato futuro andò mala-mente a finire. Ora, dopo un anno e qualche mese, ci ritroviamo col sorriso sulla bocca perché la porta di quella scuola non si apre. Ma… perché? Il nostro Istituto, in linea con la rotta che per la maggiore sta “crepando” tutta l’Istruzione, è affetto da plurimi problematiche che non stiamo qui ad elencare.

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Il più di noi studenti, analogamente, siamo angosciati, insicuri, scocciati. Vaghiamo, nell’ordine, fra i compiti, in classe o a casa, le interrogazioni scioccanti, quei determinati prof che inevitabilmente troviamo insopporta-bili o superbamente incompetenti. Abbiamo, per la maggior parte dei casi, la nostra creatività soppressa e siamo costretti alla selvaggia sopravvivenza. Qualcuno mal tollera persino la ricreazione. Abbiamo ben chiari, dunque, gli eventuali moventi che potevano portare a compiere lo “scherzo”. Non serve discolparsi, alzare le mani, dichiarare di essere innocente. Non serve neanche trovare il colpevole, la bestia da sacrificare a qualche dio pagano, su cui sfogare frustrazioni. Serve rendersi conto di cosa vogliamo. Io, per quanto può valere il mio esempio, vorrei una scuola migliore, vorrei una scuola più interessante, più funzionante, più concreta. Vorrei che la scuola mi insegnasse cosa fare del mio futuro, mi facesse ca-pire a cosa posso puntare. Vorrei pagare per questa scuola, sapendo che i miei soldi non si perdono nei labirinti delle burocrazie, non vadano da qualche altra parte. Vorrei anche più voglia di studiare, perché, certo, non è mica solo colpa di chi insegna o di chi la manda avanti questa scuola. E’ difficile ammetterlo, sì, -ed è molto out- ma la scuola ci serve e per quanto non sia il top qui in Italia, dobbiamo ritenerci fortunati. Quindi scriviamo, parliamo, facciamoci sentire, andiamo in piazza, criti-chiamo se qualcosa non ci sta bene. (Critichiamo, sì, perché checché se ne dica è un termine affatto negativo.) Ma non perdiamoci nella banalità dell’auto-sabotaggio, del boicottaggio senza senso. Anche perché sappiamo tutti benissimo che, se a scuola non ci si vuole ve-nire, non serve neanche un goccio di silicone.

Nicolò Scarano VC

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Una storia italiana Già, accade in Italia: una repubblica, come sbandierato più e più volte da tutti i leader politici, fondata sulla democrazia, nata dalla resistenza e quindi con-tro ogni tipo di nazi-fascismo eppure nella quale il razzismo esiste, insieme ad associazioni marcatamente nazi-fasciste che contano non pochi iscritti, senza capire che il razzismo più becero è quello del-l'ostilità e del tacito consenso. Poco tempo fa la prova più lampante si è verificata a Rosarno, in Reggio Calabria, dove i media hanno seguito molto da vicino una vicen-da che tuttavia non sono riusciti, come previsto, a denunciare veramente come sta: un gruppo di immigrati vive da anni in baracche, senza acqua, luce, cibo, medicine, e sistematicamente vengono sfruttati per lavori che non vuole fare nessuno, realiz-zati a prezzi che non accetterebbe nessun italiano, eppure, invece di ringraziare, si discrimina. La discriminazione ha innescato un loop che non riesce a ignorare la na-zionalità di una persona, infatti la grande maggioranza della popolazione, mostra continua ostilità verso questi gruppi, e in giro, nelle piazze, nei bar si sentono frasi del tipo "rubano il nostro lavoro" e "portano criminalità, sono tutti stupratori". Anche il ministro degli interni rilascia una dichiarazione in cui dice che si è stati troppo tol-leranti con queste persone, che bisogna arginarli e che bisogna portarli tutti ai C.I.E.(Centro Identificazione e Espulsione). Ciò in effetti è avvenuto: hanno mandato via dall'Italia persone che erano un tassello importantissimo della nostra economia: con i soldi che rimediavano qua e là mantenevano i propri figli, che ora probabilmente moriranno di fame. Tutto il polverone alimentato dai media e dalle polemiche si sol-leva quando gli immigrati cominciano a protestare contro il razzismo, contro le di-scriminazioni, contro lo sfuttamento, sfilando in corteo, ma la polizia inscena qualche tafferuglio. Il primo giorno si può andare a casa così, con due spintoni e una manga-nellata da parte di chi indossa un casco un blu e una divisa con scitto polizia, mentre il secondo giorno un gruppo di bonehead e vari rappresentanti della destra più radi-cale si radunano sotto il municipio e marciano contro i migranti. A questo punto si intensificano i tafferugli e i protestanti, con qualche persona della zona che ha anco-ra una coscienza anti-razzista, cominciano anche ad attaccare la popolazione che da anni gli è ostile. Così terminano delle giornate in cui si protesta, ma senza uscirne vittoriosi perchè chi è sconfitta veramente è l'Italia, vittima del razzismo, di una mentalità che non riesce a sfondare quei margini di chiusura che erano in risalto du-rante l'epoca del fascismo. E’ un'Italia sempre più confusa, che non riconosce nem-meno le esigenze economiche come quella fornita dagli extracomunitari. E’ un'Italia sull'orlo del baratro.

Giacomo Ercolani IIIB

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Illegalità organizzata o…?

- ROMA - Arrestato a Palombara Sabina un romano di 28 anni che sul balcone della propria abitazione coltivava piante di canapa india-na. Sequestrate 16 piante di marijuana dell'altezza di circa 1 metro e oltre 600 grammi di marijuana essiccata, imbustata e pronta per la ven-dita al dettaglio. - CARAVAGGIO - Un giovane di 24 anni di Caravaggio è stato arrestato per pos-sesso nella sua can-

tina di una piccola serra con nove piantine di marijuana, più 13 grammi di hashish e 16 grammi di marijuana. - CAGLIARI - I militari hanno sequestrato in un'azienda florovivaistica alle porte di Decimoputzu 1.200 piante di marijuana alte circa due metri, e oltre un chilo di semi. - ROMA - Due studentesse di venticinque e ventidue anni avevano trasformato la vasca da bagno del loro appartamento in una serra per coltivare piantine di mari-juana. In tutto una decina di piantine di marijuana di 15 centimetri nella vasca del bagno, lampada al neon, e fertilizzante. In un armadio, nel corridoio dell’apparta-mento, i militari hanno scoperto e sequestrato anche 150 semi della stessa so-stanza, 10 grammi di hashish. - CASTELLI ROMANI - I Carabinieri hanno sorpreso due giovani, un 30enne i-draulico e un 38enne cuoco, irrigare un campo di marijuana, utilizzando l'acqua di un ruscello contiguo. Il terreno in questione è confinante con la casa dove vivono i due ragazzi. Le piante sequestrate sono circa 30, dell'altezza di 2 metri e del peso complessivo di 28 kg circa. - ANDRIA - Piante di marijuana, contenute all’interno di due grossi vasi, sono sta-te scoperte dalla Guardia di Finanza a casa di un uomo di cinquanta anni. Il blitz e’ scattato alle prime ore dell’alba. Le piante, dell’altezza di circa 80 centimetri, erano nascoste nel ripostiglio. - I militari dell'Arma hanno arrestato un pensionato di 67 anni che coltivava all'interno di un terreno 21 piante di marijuana dell'altezza di circa 2 metri ciascu-na, per un peso complessivo di circa tre chili. Avrebbe coltivato in un ovile piante di canapa indiana. Ma ecco gli episodi più eclatanti in Italia! - Un pensionato di 71 anni, , è stato arrestato dai carabinieri che lo hanno sorpre-

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so mentre era intento a coltivare una piccola piantagione di marijuana nella sua abitazione. Nell’appartamento sono state sequestrate 37 piante di marijuana indica in vasi di fortuna, come pentole da cucina e bidoni di vernice. -MONREALE - Una vastissima piantagione di marijuana del tipo cannabis sativa è stata scoperta nell’ambito di un’operazione dei carabinieri del Comando provincia-le di Palermo. Un ettaro e mezzo di terreno, di circa 10.000 piante di cannabis sativa, di prevalenza femmina in buono stato vegetativo, altezza media 150 cm con esemplari alti fino a 2 metri. Dalle piante era ricavabile circa 300 grammi di prodotto finito per ciascuna per un totale di circa tre tonnellate di marijua-na. 30enne, agricoltore di Partinico, è stato immediatamente arrestato. Questi sono solo nove casi tra i tanti che ogni giorno avvengono in Italia. Ma co-me mai sono così tante le persone attratte da questa pianta con l’odore intenso? Perché è la droga (leggera) più diffusa al mondo? E so-prattutto, come mai sono persone di ogni età a colti-vare Cannabis e a farne u-so? Come si può vedere dai pochi casi che ho ricercato, l’età varia dagli adolescenti di quindici anni per arrivare a pensionati di 70anni. Cosa trova l’essere umano nel ‘fumare foglie di marijuana’? Cosa lo spinge a farlo? Forse l’inizio è solo semplice curiosità o omologazione al gruppo che si frequenta, ma poi si arriva a provare gusto nel fumare, arrivando a vol-te anche a dedicarsi illegal-mente a delle coltivazioni per uso personale o per un uso un “po’ più diffuso”. L’-assunzione di marijuana comporta effetti diversi in base al soggetto che la assu-me, ma in particolare i fumi dell’erba portano a un aumento delle percezioni sen-soriali, un rilassamento e rallentamento della reattività fisica e anche mentale. Inoltre porta alla distorsione della realtà, inducendo il soggetto a creare una di-mensione parallela basata su le varie attività psicologiche, trasportando i pensieri a una realtà fantastica, lontana dal presente. Si riesce a sviluppare tramite ciò che si vede nella realtà a un susseguirsi di eventi, che portano a creare una vita al disopra della realtà, lontana dal dolore e dall’infelicità. Infatti questo rilassa-mento del corpo porta la mente a uno stato di non-violenza tra fazioni di pensieri

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e dubbi sempre in contrapposizione. Spesso porta a molti artisti a ispirazioni per le loro opere! Grande esempio è Bob Marley, considerato un simbolo mondiale della cultura rastafariana (religione jamaicana la quale considera indispensabile questa erba per la preghiera e la meditazione) e famoso cantante. Un altro gran-de autore francese dell’800: Baudelaire descrive appunto, nella sua opera “Paradisi artificiali”, lo status che provoca l’assunzione dei derivati della Cannabis, soffermandosi particolarmente sull’hashish. E’ naturale che gli effetti delle due sostanze stupefacenti siano diverse (nonostante provengano tutte e due dalla Cannabis), ma entrambi i derivati, secondo gli studiosi, inducono ad una stessa condizione: allontanamento dalla realtà e la sua distorsione. Sarà per questa grande attività psicologica che l’uso porta in seguito ad una forte necessità di soddisfare un insaziabile appetito? Aggiungo che questo derivato della Cannabis, viene utilizzato in ambito terapeuti-co , come mezzo per alleviare i sintomi di chemioterapia; in casi di epilessia, so-stituita a dannosi farmaci anticonvulsivi; in casi di anoressia, sclerosi multipla e altre patologie. Ma torniamo sul uso diffuso della Cannabis: forse sarà per i suoi effetti analgesici, per l’esasperata fantasia, oppure per le sue non-conseguenze dannose, riesce ad essere la principale arma non-violenta contro lo stress e le irritazioni quotidiane. Come mai è considerata illegale in maggior parte delle nazioni mondiali? Uno psi-chiatra e neuro-farmacologo dell’università di Bristol, David Nutt, afferma che la Cannabis risulta meno dannosa dell’alcool e la sigaretta, che sono legali ovunque nel mondo. I suoi studi portarono a evidenziare il 40% dei casi di ricoveri ospeda-lieri e le principali emergenze da pronto soccorso sono dovute dalla dipendenza di quest’ultime due sostanze nocive. Allora perché l’uso di questa famosa droga leggera è ritenuta illegale nonostante le sue proprietà curative? E perché il professor D. Nutt fu licenziato in tronco dalla sua carica di presidente del comitato di consulenza di abuso della droga, dopo queste sue ricerche? E’ possibile che le grandi industrie farmaceutiche non trovano guadagno con la marijuana, di fronte ai famosi e costosi farmaci di natura chimica che prendono posto nelle case delle famiglie. Persone che condannano a prescindere la Canna-bis, non comprerebbero mai prodotti con i suoi principi attivi e manderebbe in rovina la casa farmaceutica che ha venduto il prodotto. Quindi le industrie non troverebbero giovamento nella legalità della marijuana. Sarà per questi motivi economici o per la necessità dell’uomo ad avere pieno con-trollo di se stessi e di chi ci ha attorno che porta l’uomo a rinnegare la funzione di questa pianta? E’ così importante essere sempre vigili e coscienti, sapendo di es-sere continuamente sotto stress ed essere piccole bombe ricche di rabbia e pre-giudizi, pronti a scoppiare frequentemente a danno della civiltà? E’ così dannoso, avere la mente nella propria realtà parallela, portando a pensieri nei limiti della razionalità? Naturalmente rimarranno interrogativi aperti, pronti per eventuali dibattiti.

Maria Sabato IVA

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Bettino Craxi non è un eroe

Bettino Craxi non è un eroe. Non è un personaggio che meri-ta ne di essere difeso in un edi-toriale del Tg1, nè di essere ri-cordato in diretta tv o con una via a lui dedicata. Quello che ha fatto Letizia Moratti ha dello sconvolgente. Non si può pro-porre di dedicare una via ad un personaggio che è fuggito dall’I-talia,rifugiandosi ad Hamma-met,per non essere giudicato nei numerosi processi in cui era im-putato. Le vie andrebbero dedi-cate a gente come il Generale Dalla Chiesa, Giovanni Falcone o Paolo Borsellino. L’ex capo del PSI ed ex premier invece, morto dieci anni fa, è stato un personaggio molto ne-

gativo che non andrebbe esaltato. Il direttore del Tg1, Augusto Minzolini, ha difeso a spada tratta Craxi con un editoriale nel Tg delle 20 il 13 gen-naio di quest’anno (ascoltabile su youtube). E’ assurdo pensare come ha fatto Minzolini a paragonare un “truffatore” come Bottino Craxi a Giovanni Paolo II. Non si può paragonare uno dei migliori papi della storia con un personaggio quantomeno ambiguo come l’ultimo premier della 1° repubbli-ca. Il giorno 17 gennaio 2010 è stato il 10° anniversario della morte di Craxi. L’evento è stato ricordato ad Hammamet sotto l’attenta organizzazione della figlia, Stefania Craxi. A questo evento hanno presenziato molti perso-naggi politici di diversi schieramenti e anche tre ministri:Brunetta, Frattini e Sacconi. Il ministro degli esteri, Frattini, ha addirittura dichiarato che Bettino Craxi “E’ stato un grande uomo di stato”. Va comunque ricordato che a Fiuggi, dieci anni fa al congresso di Alleanza Nazionale, qualcuno eb-be il coraggio di dire che Benito Mussolini fu “il più grande statista del XX secolo”. Tuttavia tutta questa bontà nei confronti di Craxi a chi può far co-modo? Sicuramente ad una persona: Silvio Berlusconi. Il premier è stato un amico intimo di Craxi come si vede dalla Legge Mam-mì del ’90, in cui si toglieva il divieto di avere una sola televisione per ogni

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distrutto il carcere di Port-au-Prince, da do-ve sono evasi 6.000 detenuti, molti con-dannati all’ergastolo, ora liberi di razziare la città. Haiti è devasta-ta dai saccheggi, la gente è stremata, chiede aiuti da giorni e giorni, ma pare che i reali rinforzi non sia-no ancora arrivati. E’ l’inferno, molti dicono. Una terra una volta paradisiaca, quella scoperta da Colombo,

e chiamata dai francesi Santo Domingo: qui, nel mezzo di un blu oceano, crescevano manghi selvaggi, montagne verdi di palme e banani. In poche decine di anni, grazie agli schiavi importati dall' Africa, Haiti era divenuto il più ricco e produttivo possedimento francese d' Oltremare. Il problema da denunciare sarebbe proprio questo: ovviamente non abbiamo colpa per le calamità naturali che spesso si abbattono su questo paese (come i recenti uragani Hanna e Jeanne), ma almeno in parte dovremmo prenderci la re-sponsabilità di una terra ridotta alla miseria già dalle prime colonizzazioni, che in maniera smisurata hanno esportato risorse per l’Europa, oppure dal turismo: infatti nonostante il beneficio che ne ricavano le diverse agenzie, solo una minima percentuale è destinata alle casse dello stato, non abba-stanza per formare una buona istruzione o edificare strutture adatte all’-ambiente. Questi dati di fatto, che potremmo considerare irrilevanti, dimostrano che quei popoli dove regna la miseria non erano destinati a divenire tali e che è inutile dare sempre la colpa all’ambiente quando siamo noi il peggior male che corrode il mondo.

Silvia Orengo IVB

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Arte e Cultura

Arte e Cultura Poesia

Partire è ancora lieve

L’articolo precedente trattava di Emily Dickinson e lo conclusi con una poesia di Sandro Penna. Per questo motivo ripren-derò da dove ho lasciato descrivendo la vita e la poetica di quest’uomo. Nacque a Perugia il 12 giugno 1906, da una fa-miglia borghese. Il suo curriculum scola-stico si concluse con un diploma di ra-gioniere. Nella città natale visse fino a ventitré anni, quando venne a stabilirsi a Roma. Le prime poesie che scrisse furo-no lette da Umberto Saba ed è grazie a lui che nel 1939 avvenne la prima pub-blicazione dei suoi versi. Successiva-mente la sua vita ha continuato a svol-gersi in modo piuttosto disordinato, sen-za un lavoro stabile, tranne forse per un periodo vissuto a Milano in cui fece il commesso di libreria. Collaborò, ma sal-tuariamente, a quotidiani e riviste, come «L'Ambrosiano». Continuò a pubbli-care raccolte di poesie fino al 1959 in cui smise di scrivere e ricominciò dodici anni dopo, nel ‘70, quando da Garzanti apparve il suo libro più corposo e che allora intendeva essere riassuntivo, con il titolo di “Tutte le poesie”. Il volume comprendeva le raccolte precedenti ed una scelta assai consistente di impor-tanti inediti. A Penna fu assegnato quell'anno il Premio Fiuggi. Pochi giorni prima della sua morte, nel gennaio 1977, gli venne assegnato il Premio Ba-gutta per la pubblicazione della raccolta chiamata “Stranezze”. La poesia che ho scelto, che secondo me rappresenta bene il modo di esprimersi di Penna è:

Fantasia per un inizio di primavera

I tuoi occhi infernali non mi guardano più.

Sento nascere ali in me. Già guardo in su.

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Arte e Cultura

Solcano verdi prati leggeri treni neri e scordano, beati, le stazioni di ieri.

Ove - ferme le ore su attoniti quadranti - ritorna un vago amore

alle cose vaganti.

Partire è ancora lieve se ti lasci alle spalle - dimentico - la neve

che scende al fondo valle.

La lirica presa in esame illustra la particolarità dei componimenti di Penna: uno degli aspetti che fanno della poetica dello scrittore singolare, è quella che attraverso le sue rime il lettore non riesca a ricostruire la sua vita: essi non mettono in luce lo svolgersi della sua esistenza, ma sono insiemi di versi che lui riunisce in raccolte per poi pubblicarle. Ciò comporta l’alta difficoltà nell’in-terpretare i suoi scritti. Il suo stile è molto semplice e puro, attraverso parole quotidiane ed accostamenti riesce a creare dei veri e propri enigmi. “Fantasia per un inizio di primavera”, scritta nel periodo di esordio dello scrit-tore, traccia i lineamenti del suo modo di scrivere. Coglie l’attimo in cui finito un amore, lui cerca di risalire su da un dolore che per molto tempo lo ha tra-scinato giù. La sua voglia di risorgere la si coglie dallo stesso titolo dove nomi-na la “primavera”, simbolo di fioritura di una vita nuova. Nel primo verso con la parola “infernali” esprime lo stato in cui si trovava e che lo aveva trascinato all’inferno. Il superare questo momento difficile è simboleggiato dai vv 3-4 in cui lui guarda su, sente nascere le ali per volare per ricominciare a vivere. So-no presenti altri parallelismi che stanno a simboleggiare il suo stato d’animo combattuto tra una storia passata e la voglia di continuare a vivere. Ciò viene espresso attraverso i treni neri, carichi di dolore, che passano per i prati verdi, voglia di continuare, ma che arrivano alle stazioni del giorno prima dove le lancette erano ferme ai momenti negativi che ha vissuto. Nella strofa finale non fa più un lavoro di parallelismo tra passato e presente, ma spiega attra-verso la neve che si scioglie al sole della primavera e la valle, dove scivola tutto il dolore, la difficoltà di dimenticare. Grazie alla sua scelta lessicale rac-conta una favola attraverso la quale fa rivivere i momenti più dolorosi quando si fanno scelte drastiche come la fine di una storia d’amore.

Elena Farroni Gallo VC

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Arte e Cultura

Arte

L’arte della danza La danza ha origini antichissime: le tribù primitive ballavano ancor pri-ma di saper parlare, i Greci associa-vano la danza a riti religiosi, nel Medioevo si diffuse nelle corti e nel Rinascimento diventò una vera e propria tecnica. Infatti la danza classica (o danza accademica) af-fonda le sue antiche radici nella Francia del XVII secolo, alla corte di Luigi XIV. La tecnica accademica fu lì codificata, perciò è naturale che ancora oggi i passi siano in lingua francese. Tuttavia inizialmente le donne erano escluse dall’apprendi-mento di quest’arte, ma l’Ottocento fu il secolo della svolta per la danza femminile: apparve il tutù, le prese e soprattutto, nel 1823, le scarpe da punta. Il primo balletto danzato interamen-

te in punta di piedi fu “La Syplhide” (1832), seguirono “Giselle” (1841), “Il Lago dei Cigni” (1877) e “La Bella Addormentata” (1890). Non a caso gli anni del Ro-manticismo furono quelli in cui il balletto subì di più il fascino di personaggi, sce-nari, temi letterari caratterizzati da situazioni tragiche e sentimenti esasperati. La danza classica si è evoluta nel tempo e gli standard diventano sempre più alti. Colli del piede sempre più tirati, fisici ancora più asciutti e gambe oltre i 180° caratterizzano la ballerina classica per eccellenza; ma la danza non è esclusiva-mente doti fisiche: vi è distinzione tra ballerine e ginnaste, nonostante le caratte-ristiche fisiche siano pressochè le medesime. Nella danza il lavoro è sviluppato in en dehors (la rotazione delle articolazioni femorali, stringendo i glutei, mantenen-do la colonna vertebrale eretta), i particolari e i passaggi sono minuziosamente più curati e la danza infine è un’arte, cioè espressioni di emozioni e non semplice esecuzione di movimenti attraverso il corpo. Tra i migliori interpreti del grande repertorio classico è necessario nominare i grandi Rudolf Nurayev, Carla Fracci e Marniel Stefanescu e i più recenti Alessan-dra Ferri, Polina Semionova (qui in foto), Svetlana Zakharova, Roberto Bolle e Sylie Guillem.

Marzia D’Alessio IVF

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organizzazione privata, cioè tutti tranne la RAI. La rivalutazione di Bettino da comunque la forza a Silvio di andare avanti in tutti i suoi provvedi-menti visto che se Craxi è considerato un eroe con tutto quello che ha fatto, Berlusconi per ora può ancora diventare santo senza passare per la beatificazione. Silvio ha ricalcato in modo “legale” quello che faceva Betti-no in modo illegale, cioè il finanziamento ai partiti. Craxi doveva essere processato per finanziamento illecito mentre Berlu-sconi lo ha fatto diventare legale grazie ad un referendum nel 1993. Poi nel 1° governo Berlusconi ci fu una legge in cui in base ai voti conquistati da ciascun partito ci debba essere un “rimborso spese”: ciò comporta che se un partito prende più del 2% incassi ogni anno della legislatura, 1 euro a elettore. Questo fa si che ogni partito quintuplichi le entrate rispetto a ciò che ha speso nella campagna elettorale. Bettino non riuscì a fare ciò, anche se in un modo o nell’altro intascava comunque soldi dello Stato o comunque come minimo del suo partito. La speranza finale è che Berlusconi si fermi fino ad un certo punto e non emuli del tutto Bettino Craxi, altrimenti rischia un’altra tangentopoli, an-che se questa volta non sapremo nulla di quello che accadrà visto che tutte le televisioni sono con lui e quindi non daranno notizie attendibili.

Giacomo Emanuele Di Giulio IVC

Attualità e Scuola

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Attualità e Scuola

Quando la Terra colpisce… È il 12 gennaio, qua-si le 23.00 qui in I-talia, e mentre re-stiamo altri cinque minuti su pc, o chat-tiamo con qualche amico, improvvisa-mente, nonostante sia pieno pomeriggio dall’altra parte del mondo, le tenebre calano sul piccolo stato di Haiti. E’ un immenso fragore, poi silenzio per qual-che secondo: il tem-po di realizzare per

una famiglia atterrita di essere rimasta prigioniera della propria casa. Ciò che è seguito al terremoto di magnitudo 7 l’avete potuto sentire nei noti-ziari: terrore ovunque, grida, feriti abbandonati per strada, città morte che hanno perso tutto ciò che le rendeva tali. Così è la capitale, Port-au-Prince, ormai priva del palazzo presidenziale, di ospedali e della stessa sede dell’Onu. Una terra tagliata fuori dal mondo, senza più comunicazio-ni, nè elettricità. Finora i dati registrano più di 70.000 persone seppellite nelle fosse comu-ni, ma ancora sono migliaia quelle tra le macerie. E’ già partita la corsa agli aiuti umanitari in oltre 30 paesi, sono stati stanziati 20 milioni di euro da parte dell’UE, 10 solo della Francia e circa 5 milioni di dollari dagli stati Taiwan e Cina. Intanto il governo americano si è già mobilitato e sta ope-rando per rimettere in sesto il piccolo aeroporto della capitale, anch’esso in condizioni pessime, dove si cerca di far atterrare assistenze mediche e viveri. Tuttavia non sono poche le lamentele di scarsa organizzazione e incompetenza verso i soccorritori: nonostante arrivino volontari da tutto il mondo, questi rimangono bloccati per lunghissime attese, mentre potreb-bero dare una mano a due milioni di persone senza casa. “Si tratta di aiu-tare Haiti, non di occuparla” dice Alain Joyandet agli Stati Uniti, responsa-bili del coordinamento dei soccorsi. Infatti la situazione è drammatica: i medici sono costretti a creare centri di ricovero in spazi improvvisati e ad amputare arti a decine di bambini, mancano cibo e acqua potabile e cre-sce sempre di più il rischio epidemia da tetano e di altre infezioni. E’ stato

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Arte e Cultura

I Manga

Che cos’è un manga? La parola proviene dal Giappone del 1814 grazie all’artista nipponico Hokusai e la traduzione letterale in italiano è “fumetti”, ma il vero si-gnificato è “immagini casuali” o “immagini senza nesso logico”. In Giappone i manga hanno un ruolo fondamentale nella cultura poichè considerati come mezzo espressivo simile ai libri e ai film. Questi vengono pubblicati in grossi albi in bianco e nero e su una quali-tà scadente di carta, a volte solo alcune pagine con funzione intro-duttiva sono a colori e su una carta migliore. In ogni albo vengono rac-colte molte storie a puntate e gli editori decidono se far continuare la serie mediante degli albi monogra-fici attraverso un sondaggio tra i lettori. Le avventure hanno un inizio e una fine, il disegnatore crea un perso-

naggio che compare dal primo all’ultimo volume della serie, che può rag-giungere anche le 150 puntate. In genere un personaggio fa parte solo di una serie, tranne alcune poche eccezioni di personaggi piaciuti particolar-mente ai lettori dove vengono raccontati episodi precedenti o successivi alla serie. Le serie che riscuotono più successo poi solitamente vengono trasformati in anime, cartoni animati. I manga sono divisi in diversi generi Kodomo Significa letteralmente "bambino". I manga per i bambini trattano temi particolarmente infantili o comunque facilmente comprensibili per i più pic-coli. I protagonisti sono perlopiù animali antropomorfi. Shonen Con "shonen" si intende un pubblico maschile e giovane, di un'età compre-

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Arte e Cultura

sa tra i quattordici e i diciotto anni. Si focalizzano principalmente sull'azio-ne e sulle battaglie, dando grande importanza alla forza dei personaggi. In questo contesto trova poco spazio il tema amoroso, anche se esistono al-cuni Shōnen di questo genere. Sono inoltre comuni anche personaggi fem-minili molto sexy. Shojo Si tratta dei fumetti principalmente per ragazze, in cui i sentimenti e l'in-trospezione sono alla base della storia. Si distingue dai shonen per la stati-cità delle scene e il disegno più allungato. Seinen Tipo di fumetto indirizzato principalmente, per le tematiche affrontate, ad un pubblico maturo. Josei o Redisu Per donne non necessariamente giovani, ma anche donne adulte che desi-derano ritrovare nelle pagine lette la rappresentazione grafica della loro vita adulta di tutti i giorni. In molti casi si tratta di letture che vengono preferite ai romanzi, dalle donne giapponesi. Gli Josei sono ulteriormente divisi in tre gruppi:

Maho-shojo Si tratta di manga nel quale è possibile trovare storie di maghette e combattenti dotate di superpoteri, estremamente buone e con il compi-to di salvare la Terra da un imminente disastro. E' un tipo di lettura prevalentemente al femminile, anche se questo non esclude che possa-no esserci dei lettori maschi. Shonen-ai Manga per ragazzi dal contenuto erotico esplicito nei quali i protagoni-sti sono quasi sempre giovani ragazzi omosessuali. Il lettore tipo, tut-tavia, non è necessariamente di sesso maschile, poichè gli shonen-ai sono acquistati e letti molto spesso anche da ragazze o donne giovani. Shojo-ai Si tratta di storie con contenuto esplicito (sessualmente parlando) nelle quali è piuttosto frequente la comparsa di amori lesbo.

Sara Giustinelli IVG

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Arte e Cultura

Cos’è l’Arte

L'arte è da sempre la massima espressio-ne dei sentimenti umani, ma cos'è vera-mente? Le nozioni dei libri scolastici, noiose mostre all'interno dei musei? No. L' arte è la tecnica per eccellenza per trasmettere i propri sentimenti attraver-so la realizzazione di opere comprendenti musica, poesia, pittura, scultura, ecc... L' artista sfrutta le proprie abilità e tecniche per unirle a immaginazione ed emozione e renderla così un' opera unica e sogget-tiva. Potremmo dunque definire il concet-to di arte come una qualunque figura artistica che riesca a trasmettere emozio-ne. Questa è solo una piccola definizione che le attribuisco io, ma anche molti per-sonaggi hanno provato a dare il loro pa-rere: Oscar Wilde dice che l' arte è la più vigorosa espressione di individualismo che il mondo abbia mai conosciuto e che in arte le buone intenzioni non hanno il minimo valore, che tutta l' arte cattiva è il risultato di buone intenzioni; secondo Picasso tutto l’ interesse dell' arte è nel

principio e che dopo il principio è già la fine; per Gilbert Keith Chesterton la dignità dell’ artista sta nel dover tenere vivo il senso di meraviglia nel mondo. Nell’immagine sopra potete osservare “La Memoria” di René Magritte. L’opera è nata da una riflessione riguardante la statua, una cosa inanimata che ha sembianze simili a qualcuno che ha vissuto una vita, una storia e una durata nel tempo. In questo modo vediamo che alla testa rappresentata, con occhi chiusi e un lieve sorriso, l'unica cosa che le resta della vita di un tempo è una macchia di san-gue. Alla sua sinistra ci sono un sonaglio bianco ed una foglia accartocciata. Il pit-tore ha riproposto questo tema più volte in diverse versioni, ma sempre con la te-sta in gesso affiancata da altri elementi, quasi a formare una natura morta. In una versione del 1942 la testa è posta su uno sfondo desertico ed è accompagnata sola da un sonaglio, mentre la replica del periodo "in pieno sole" (1945) la pone tra una mela ed un bicchiere d'acqua, su un muro, ciò sembra indicare una posizione preci-sa assunta dalla statua, tra la vita e la sua assenza. Proprio tra vita e morte si col-loca il percorso della memoria, una persistenza che vive di cose passate, defunte. Altro fatto interessante è la macchia di sangue che potrebbe appartenere alla sta-tua stessa oppure potrebbe non appartenergli, uno schizzo di sangue dovuto ad una storia successa e a cui la statua ha assistito silenziosamente. Infine quest'ope-ra è un richiamo al "Canto d'amore" dechirichiano, e riguardo ciò, nel 1938, Magrit-

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Arte e Cultura

te disse: "Nel 1910 de Chirico gioca con la bellezza, immagina e realizza ciò che vuole: dipinge il Canto d'amore, in cui si vedono riuniti un guanto da boxe e il viso di una statua antica...E' una nuova visione, nella quale lo spettatore ritrova il suo isolamento e intende il silenzio del mondo". Da "Il ritratto di Dorian Gray" di Oscari Wilde, Introduzione. L'artista è il creatore di cose belle. Rivelare l'arte senza rivelare l'artista, è il fine delI'arte. Chi può incarnare in una forma nuova, o in una materia diversa, le proprie sensa-zioni della bellezza, è un critico. Tanto la suprema quanto la infima forma di critica sono una specie di autobiogra-fia. Coloro che scorgono cattive intenzioni nelle belle cose, sono corrotti, senza essere interessanti. Questo è un difetto. Quanti scorgono buone intenzioni nelle belle cose, sono spiriti raffinati. Per essi c'è speranza. Eletti son gli uomini ai quali le belle cose richiamano soltanto la Bellezza. Non esistono libri morali o immorali come la maggioranza crede. I libri sono scritti bene, o scritti male. Questo è tutto. L'avversione del secolo decimonono per il Realismo è la rabbia di Calibano che ve-de riflesso il proprio viso in uno specchio. L'antipatia del secolo decimonono per il Romanticismo è la rabbia di Calibano che non riconosce il proprio viso quando è riflesso in uno specchio. La vita morale dell'uomo è materia d'arte, ma la moralità artistica consiste nell'uso perfetto di un imperfetto strumento. Nessun artista aspira a provare alcunché. Perfino la verità può esser provata. L'artista non ha preferenze etiche. Una preferenza di tal genere costituirebbe per un artista un manierismo stilistico imperdonabile. Il pensiero e il linguaggio sono per l'artista gli strumenti di un'arte. Il vizio e la virtù sono per l'artista materia d'arte. Dal punto di vista formale l'arte suprema è quella del musicista. Dal punto di vista del pathos, tipico è il mestiere dell'attore. Ogni arte è nel tempo stesso realistica e simbolica. Chi varca i limiti di tale apparenza lo fa a proprio rischio e pericolo. Chi intende il simbolo lo intende a suo rischio. L'arte in verità non rispecchia la vita, ma lo spettatore. Il contrasto delle opinioni suscitate da un'opera d'arte indica che l'opera è nuova, complessa, vitale. Quando i critici dissentono tra loro, l'artista è d'accordo con se stesso. Possiamo indulgere verso un uomo che abbia fatto qualcosa di utile, purché non l'ammiri. Ma chi ha fatto una cosa inutile può essere scusato solo se egli la ammira enormemente. Tutta l'arte è completamente inutile.

Elena Lunghi IIA

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Arte e Cultura

Cultura

Esther e Jerry Hicks propongono una nuova teoria del benessere: “La legge dell’attrazione”.

“Quando il confine tra mente e universo si assottiglia”

Quante volte, posti di fronte alle difficoltà della vita, desidereremmo un manuale di istruzioni per poterla comprendere? Ora questa richiesta vi verrà esaudita! I coniugi Esther e Jerry Hicks propongono nella loro princi-pale opera, “La Legge Dell’Attrazione”, un’ interessante teoria del benesse-re. L’insegnamento principale è: nella misura in cui presti a qualcosa at-tenzione, questa vi viene attratta. Inscindibile è il legame tra la forza del pensiero e l’universo. Una teoria che sconfina, pur non spiegandone i mec-canismi (in fondo, come dice Sherlock Holmes, cosa ci cambierebbe se fos-se il Sole a girare intorno alla Terra?), con un nuovo modello metafisico quindi. Tutto ciò di cui abbiamo bisogno alberga già in noi. Quando gli chiesero come facesse a scolpire statue così belle, Michelangelo rispose: “Quando guardo un blocco di marmo riesco scorgervi dentro la scultura. Tutto quello che mi resta è togliere il superfluo”. Questa frase sintetizza il concetto del libro: già racchiudiamo tutto ciò di cui abbiamo bisogno e sia-mo gli scultori di noi stessi. Per liberare la nostra vera essenza (definita il più delle volte come carisma) occorre semplicemente alleggerirci dei maci-gni della paura e dei pregiudizi. Il magnifico discorso di Nelson Mandela (nel 1994) rende ancor più chiaro il concetto: “La nostra paura più profonda non è quella di essere inadeguati. La nostra paura più grande è che noi siamo potenti Al di là di ogni misura. E’ la nostra luce, non il nostro buio ciò che ci spaventa. Ci domandiamo: chi sono io per essere brillante, magnifico, pieno di talento, favoloso? In realtà chi sei tu per non esserlo? Tu sei un figlio di Dio. Il tuo giocare a sminuirti non serve al mondo. Non c’è nulla di illuminato nel rimpicciolirsi In modo che gli altri non si sentano insicuri intorno a noi. Noi siamo fatti per risplendere come fanno i bambini. Noi siamo fatti per rendere manifesta la gloria dell’universo che è in noi. Non solo in alcuni di noi, è in ognuno di noi.

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Arte e Cultura

E quando permettiamo alla nostra luce di risplendere, inconsciamente, diamo alle altre persone il permesso di fare la stessa cosa. Quando ci liberiamo delle nostre paure, la nostra presenza automaticamente libera gli altri.” Il “locus of control”, detto in ter-mini psicologici, è spostato inte-ramente sulla nostra persona. Ciò rappresenta tuttavia un’arma a doppio taglio: da una parte, la lettura di questo libro, facendo gradualmente leva sulle nostre sconfinate potenzialità, può cau-sarci dei brividi. Potrebbe inco-raggiarci a dare una svolta alla nostra vita oppure stressarci sotto il peso della responsabilità. Questo concetto potrebbe indur-ci a un’ eccessivo autocontrollo provocando un pericoloso spiaz-zamento emotivo. Questo acca-de perché un libro tende ad es-sere meramente interpretato dalla razionalità. Non influisce direttamente sulla nostra parte più istintiva: l’ intelligenza emo-tiva. Solo con della pratica e perseveranza, tuttavia, si posso-no ottenere risultati soddisfacen-ti anche in quel senso. Il segreto è racchiuso tutto qui: educare la mente a pensieri gradevoli e co-struttivi volti non solo al mondo circostante ma anche, e soprattutto, verso noi stessi.

Viktorie Ignoto IVD

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MusiKultura

Musikultura

The Who

Continuiamo questo mese con un altro tuffo nel passato della musica. Se precedentemente infatti avevamo parlato del miti-co bluesman B.B King, questa volta ci avvicineremo al favoloso mondo del rock e come farlo se non discutendo degli Who? Alle orecchie di meno avvezzi alla musica degli anni d’oro del rock ‘n’ roll questo nome potrà sembrare un’incognita, ma per moltissimi altri costoro sono e-stremamente noti. Nulla di cui preoccuparsi comunque, perché le note esaltanti e gli accosta-menti eclatanti di questa favolo-sa band risulteranno sicuramen-te godibili a tutti, ma passiamo ora a parlare della storia del gruppo. Le loro prime apparizioni risalgo-no all’ormai lontanissimo 1964, periodo nel quale il gruppo colle-ziona le prime esibizioni dal vivo ed inizia a farsi notare nel pano-rama musicale inglese. Tuttavia

il vero successo arriverà solo nel 1965, periodo nel quale gli Who pubbli-cheranno i due singoli “I can’t explain” ed “Anyway, Anyhow, Anywhere”. Successivamente però vi sarà il boom vero e proprio, questo grazie alla pubblicazione dell’album My Generation, la cui traccia omonima diverrà un famosissimo inno generazionale. Il motivo dell’enorme notorietà ottenuta dalla band è da attribuire anche all’originalità e alla trasgressività dei loro testi, già infatti nel singolo “My generation” si poteva trarre una frase così recitante “spero di morire prima di diventare vecchio”. Su questo filone proseguivano anche i singoli pubblicati negli anni immediatamente succes-sivi, infatti brani come “Happy Jack” e “Pictures of Lily”, entrambi del 196-

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MusiKultura

7, parlavano rispettivamente di un giovano con gravi problemi psichici e della masturbazione. Gli anni ’60 furono anche gli anni in cui si creò la formazione storica del gruppo composta da: Pete Townshend (chitarrista), John Entwistle (bassista), Roger Daltrey (vocalist) e per finire Keith Moon (batterista). La mente creativa del gruppo era Townshend, infatti fu proprio lui a esco-gitare l’idea che avrebbe reso unici gli album seguenti a My Generation: pensò di mettere in scena una vera e propria opera rock, in cui i vari pezzi di un album non sarebbero risultati capitoli a se stanti, ma parti di un’in-tensa ed unica storia. Un primo accenno di questo stile si avrà già nell’al-bum A Quick One (1966), ed in seguito anche in The Who Sell Out (1967), ma si arrivò alla rifinitura completa del progetto solo nel 1969, con la mitica opera rock Tommy. Dopo la pubblicazione, nel 1970, del live album Live at Leeds gli Who ini-ziarono a lavorare sul loro secondo concept album Lifehouse. Purtroppo l’opera non vide mai la luce e grossa parte delle tracce che l’avrebbero do-vuta formare finirono in quello che tutt’ora è considerato il miglior album del gruppo, ovvero Who’s Next; questo sarà poi seguito nel 1973 da Qua-drophenia, un’opera rock vicina quasi al monologo. Gli ultimi importantissi-mi album del gruppo saranno infine The Who by Numbers (1975) e per finire Who are You (1978). Purtroppo proprio in quell’anno arrivò la tragica notizia riguardante la mor-te di Keith Moon, storico batterista della band. L’evento fu seguito da un anno di inattività da parte del gruppo, che successivamente ritornerà in live a far sentire la propria musica. Dagli anni 80 ai giorni nostri il gruppo ha continuato a pubblicare dischi e ad esibirsi, anche grazie alla collaborazione alla batteria del figlio del famo-sissimo Ringo Starr (betterista dei Beatles), ma comunque la storia della formazione rimasta nei cuori dei più grandi fan si chiuse definitivamente nel 1978. Che dire allora, non resta che ascoltare i video caricati sula pagina facebo-ok de “Il Marziale”.

Emanuele Antonioni IVC

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MusiKultura

2010: odissea nello spazio… novecento

Riapre in gran stile la discoteca romana. Il suo primo appuntamento per il 2010 è di gran prestigio con “So, happy in Paris?”,un evento musicale cre-ato nel 2000. Inizialmente un’esclusiva parigina che vedeva protagonisti club come “Le Wagg” è diventata ben presto una serata a suoni di House, Latin-Afro e Deep-House internazionale. Ospiti nella location capitolina per Sabato 16 Gennaio sono stati Michael Canitrot, creatore della compilation e Linda Lee Hopkins, from USA che, accompagnati dagli immancabili dj residents Luca Bernardi e Paolo Pompei, hanno regalato uno spettacolo in pieno accordo con gli standard di effetti e spettacolari sensazioni alle quali Spazio Novecento ci ha ormai abituato. La grande discoteca dell’ Eur è in-fatti notoriamente rinomata grazie alla sua capienza (3700 persone circa), la camaleontica capacità di trasformazione del design e la presenza di special guests internazionali. E’ stato infatti programmato un imperdibile evento per Venerdì 29 Gennaio che vedrà salire sulla console uno dei dj più popolari della scena internazionale: Christophe Le Friant, altrimeni no-to come Bob Sinclar. L’autore di tormentoni come “Lala song” e “Love Ge-naration” promette un grande spettacolo con mixaggi inediti, come alcune indiscrezioni vorrebbero e la pronosticata presenza di oltre 3500 persone con liste già chiuse e tavoli esauriti. Beh… Cosa aggiungere? Waiting for Bob Sinclar… Let’s do it, do it, do it!

Marta Carafa VA

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Cinema

Cinema

Il sogno dell’Holodeck: Avatar e l’intrattenimento multisensoriale Chiariamolo fin da subito: non si tratta di una recensione. Non credo ci sia bisogno di ripetere che Avatar è un film spettacolare, se visto in 3D, e un buon film, con una trama simile a Pocahontas (o Balla coi Lupi) se visto nel classico 2D. Quello su cui vorrei disquisire è un aspetto del film: l'uso della tecnologia 3D. Fino ad oggi la tecnologia tridimensionale al cinema è stata sempre sfruttata in maniere che favorissero la spettacolarità e " l'effetto sorpresa ", un esempio su tutti può essere ben rappresentato da " Viaggio al centro della Terra ", giostra ci-nematografica e nulla più. Avatar impone un nuovo standard: qui il 3D non è un qualcosa "in più", ma è ma-teria plastica in mano al creatore/regista che modella un mondo fotorealistico dota-to di profondità e dettaglio che hanno dell'incredibile. Non si vuole sorprendere lo spettatore, quanto piuttosto coinvolgerlo e farlo entra-re nel film: si tratta di sciogliere la quarta parete con un mondo onirico e vibrante piuttosto che spaccarla con api giganti dirette verso l'incolume spettatore. Un 3D che da "divertente" matura ad "artistico", sarà interessante vedere se e co-me altri registi accetteranno la sfida lanciata da Cameron e da Avatar. Un utile indicatore del coinvolgimento suscitato da una pellicola è contare quante volte si distoglie lo sguar-do per guardare la sala, in questo ca-so vi sarà pratica-mente impossibile spostare lo sguar-do da sotto gli oc-chialetti "magici", chiavi dello scrigno di Pandora. Non è fuoriluogo usare il termine "realtà virtuale": di questo si tratta. In questo caso più che mai quello che abbiamo davanti gli occhi è a tutti gli effetti un mondo virtuale, vivido e pulsante, con l'unica diffe-

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Cinema

renza che noi siamo spettatori e non partecipanti di... un gioco? Di una vita alter-nativa? Per ora ci limitiamo a guardare cybermondi dall'esterno, ma non credo che manchi tanto al giorno in cui ne potremmo far parte, con tutte le dovute precauzioni. Non so quanti di voi ricordino "Star Trek Next Generation": nella serie c'era una stanza particolare, l'Holodeck, capace di inserire i suoi visitatori in mondi virtuali realistici e multisensoriali, capaci perciò di essere simili al reale in tutto e per tutto, compreso tatto e olfatto. Il sogno dell’Holodeck è recondito in molti grandi programmatori di videogiochi, come John Carmack, creatore di Doom, violento capostipite degli sparatutto, inten-zionati fin dal lontano 1991 a creare mondi persistenti ed alternativi, ma se all'epo-ca c'era solo l'intenzione e non le tecnologie, oggi l'evoluzione in campo grafico permette, come abbiamo visto, la creazione d’interi pianeti; quello che manca, an-cora, è l'interfaccia. A tentar di colmare tale assenza stanno per giungere periferi-che, come lo Xbox Project Natal e il Playstation Motion Control, capaci di trasfor-mare il nostro corpo in un "controller", oltre a riconoscere la voce e il volto e im-portarli all'interno dei videogames. Il futuro dell'intrattenimento, secondo alcuni, verterà sull'olfatto, il senso più sotto-valutato, ma che in realtà è importante quanto gli altri (se non ne siete convinti leggetevi " Profumo " di Suskind). Ci sarà invece da aspettare per il tatto, perchè si necessiterebbe di macchine capaci di creare in attimi di secondo oggetti virtuali dotati di proprietà materiali e dimensioni definite e tangibili nello spazio reale, in-somma quasi un’utopia... L'alternativa è l'inganno cerebrale: anziché prendere il nostro corpo e chiuderlo in una stanza magica, "prendiamo" solo il nostro cervello, colleghiamolo ad un poten-te computer capace di creare impulsi sensoriali e il risultato è... Matrix. Internet è quanto più si avvicina al "Metaverso", la realtà virtuale immaginata da William Gibson in "Neuroamante", in cui abili hacker rischiano la vita pur di rubare dati, la differenza è che nel libro le persone entravano neurologicamente nella rete, come proprio Neo in Matrix, tramite particolari deck; a noi basta Firefox. Se l'interfaccia è assai diversa, la funzionalità e la concezione delle rete sono per-fettamente uguali, beh certo nel libro del 1984 non s’immaginava una massiccia presenza di pornografia... In mancanza per ora di tali prodigi, od ordigni, elettronici, potremmo andare a Mi-rabilandia e subirci schizzi in faccia, vento tra i capelli e poltrone vibranti nel cosid-detto cinema 4D (sarebbe curioso sapere quale sarebbe questa quarta dimensio-ne...non può essere, in questo caso il tempo, perchè il tempo è da sempre la di-mensione intrinseca del cinema, chiamato, infatti "arte del divenire" insieme alla musica, nome che non è possibile collegare alla scultura, o alla pittura), che è quanto oggi è più vicino all'intrattenimento multisensoriale.

Valerio Burli VA

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Videogiochi

Videogiochi

La Divina Commedia… Il videogioco!

La Divina Commedia si leg-ge , si studia, s’ impara a memoria, si usa come sonni-fero naturale, ma da feb-braio… si potrà anche gioca-re. Eh sì, avete letto bene! Visceral Games (studio di Eletronics Arts Ind., svilup-patore di uno dei miglior horror della nuova genera-zione ovvero Dead Space) ha creato un videogioco intitola-to “Dante’s Inferno”, che permetterà di impersonare Dante Alighieri e di vivere il

suo viaggio nella cantica più affascinante: l’Inferno. Ovviamente l’opera letteraria è stata riadattata in chiave video ludica: chi si immagina un Dante magro, poco mu-scolo, buono solo ad usar la penna e completamente negato con la spada e nei combattimenti… si dovrà ricredere. L’Alighieri protagonista sarà infatti un crociato sanguinario di ritorno dalla guerra con l’unico desiderio di rivedere Beatrice. Pur-troppo però, scopre che quest’ultima è stata uccisa e la sua anima, rapita dal Dia-volo, trascinata all’Inferno. Deciso a riprendere lo spirito dell’amata, Dante scende-rà negli inferi armato della falce fatale conquistata dopo aver sconfitto, ad inizio gioco, la Morte in persona. “Dante’s Inferno” rientra nel genere action, ponendosi come validissima alternativa al tanto atteso “God of War 3” (la cui uscita in territorio americano è prevista intor-no al 16 marzo). Le analogie con il titolo di casa Sony sono molte, come ad esem-pio il mana per le magie, i quick time events e la possibilità di prendere il controllo di grandi creature. Il cambio di marcia, che potrebbe permettergli di superare il più che valoroso concorrente, consiste il un fighting system più tecnico e in un’ambien-tazione a dir poco affascinante. Sono stati infatti rappresentati tutte le parti dell’In-ferno, ognuno con il proprio particolare design relativo al peccato. Anche il sonoro si preannuncia al pari della fantastica ambientazione poiché è stato affidato a Gary Schyman, compositore dell’eccezionale colonna sonora di Bioshock. Per coloro che vogliono essere certi della qualità del titolo prima di spendere i pro-prio soldi in un 2010 all’insegna dell’action (per citarne un altro: Bayonetta), co-munico la presenza della demo sul Playstore e xbox live. Ricordo inoltre che “Dante’s Inferno” non sarà disponibile su PC, ma solo per le console Sony e XBOX 360. L’uscita del gioco completo è prevista per il 4-5 febbraio. Forse sarà la volta buona che ci appassioneremo a “La Divina Commedia!

Marco Improta IIB

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Scienza e Tecnica

Scienza e Tecnica

Quando si dice problemi di spazio… L’ appuntamento con la domanda “A cosa dedichiamo la rubrica scientifica in questo numero?”, è ricorrente all’avvicinarsi di ogni stampa. Voi, eletta schiera, giuria delle nostre penne, fruitori dei nostri pensieri siete il punto di partenza, per cominciare a rispon-

dere a detto quesito. Per l’edizione di questo mese la proposta è una sorta di discussio-ne, più che articolo su un argomento apparentemente evanescente ed utile solo a se stesso: le dimensioni spaziali. Nella nostra ordinaria quotidianità siamo liberi di scegliere se fare un passo avanti o uno indietro, uno a destra e uno a sinistra oppure se fare un salto o abbassarci, tutti gli altri movimenti non sono che combinazione di questi tre fondamentali, giusto? Una formica su un enorme foglio di carta è costretta a sole due scelte, mentre ad un ipotetico punto su una linea retta non rimane che una sola dimensione da spaziare. La prigione è sem-pre più piccola e stretta man mano che scendiamo, ma se provassimo ad aggiungere qualche grado di libertà? Ad una retta ne interseco una perpendicolare ed ecco per ma-gia un piano, prima potevo costruire un semplice segmento ora posso fare un quadrato, ed ecco che trovo un’altra retta perpendicolare nello stesso momento alle due prece-denti (un asse z da aggiungere ad x e y di prima), ora posso creare un cubo! Mi viene spontaneo a questo punto chiedermi perché non aggiungerne ancora un’altra? Cosa mi impedisce di mettere una nuova retta ed ottenere un Iper-cubo a 4 dimensioni? Facciamo un attimo un passo indietro e prendendo spunto da un libro di Abbott, che consiglio vivamente di leggere, intitolato Flatlandia. Proviamo a metterci nei panni di una ipotetica figura bidimensionale a spasso per il nostro piano. Le regole del gioco so-no semplici: possiamo muoverci nel solo piano, non possiamo vedere al di fuori di esso e quindi perdiamo molte libertà, ad esempio la visione tridimensionale: ai nostri occhi tutto si presenta come un segmento! Nel libro sopra consigliato una mistica figura pro-veniente da “Spaceland”, una sfera nello specifico, ha un incontro con un quadrato del piatto mondo; mettendovi nei suoi panni come immaginate l’avvenimento? In breve i suoi occhi non vedranno se non un punto che lentamente cresce per tornare poi una singolarità e svanire nel nulla. Rifacciamo un rapido passo avanti e torniamo a chiederci perché non troviamo questa benedetta “Quartadimensione”, non esiste forse? No semplicemente i nostri sensi non possono apprezzarla e quindi dobbiamo accontentarci di rimpiazzare una conoscenza empirica con una del tutto logica e derivata da schemi prettamente matematici. Questo non vuol dire che fin’ora abbiamo parlato del nulla, anzi, moltissime teorie che stanno prendendo piede negli ultimi anni, presuppongono l’esistenza di dimensione extra alle tre ordinarie, la “teoria delle stringhe” ne prevede addirittura ventisei! Nell’ottica di questa nuova concezione dello spazio, si sono aperte moltissime strade nella fisica dell’ultimo secolo e chissà forse stanotte sognando riusciremo a risistemare tutto il casino della nostra stanza con un armadio speciale…con un sacco di spazio!

Matteo Iafrati VC

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Sport

Sport

In Italia la grande pallavolo E’ quasi tutto pronto per il Mondiale Uomini 2010. Il torneo si disputerà dal 24\09 al 10\10 nel Belpaese. Si partirà dalla Madunina per finire all’ombra del Co-losseo. Tutte le città impegnate sono: Ancona, Cata-nia, Firenze, Milano, Modena, Reggio Calabria, Roma, Torino, Trieste e Verona. Saranno 24 le nazioni che si contenderanno questo torneo con tutti e cinque i con-tinenti rappresentati. La formula del torneo è abba-stanza complessa: prima gironi da 4 squadre, poi le prime tre faranno un altro girone con punteggio che non si azzera, poi le prime due del 2° girone faranno un 3° girone a tre squadre, le prime della terza tor-nata faranno semifinali e finali. Il metodo usato dalla FIVB è stata molto contrastato poiché molto compli-cato, però la federazione non ha voluto tornare sulla propria idea. Grandi favoriti del torneo sono i brasilia-ni, argento all’olimpiade di Pechino 2 anni fa. I verde-oro sono primi anche del ranking FIVB con ampio margine sulla Russia 2°. Gli atri grandi favoriti sono gli USA, vincitori dell’olimpiade 2008, che non ha il

Campione con la C maiuscola ma comunque dispone di 12 giocatori tutti di altissi-mo livello. Altri favoriti sono: la Russia e la Bulgaria. La nostra nazionale, guidata da Andrea Anastasi, è sesta nella classifica ed è in opera di ringiovanimento. Dopo il grande 4° posto dell’olimpiade cinese c’è molta euforia intorno ai nostri giovani come Matteo Martino (Lube Banca Marche Macerata), Dragan Travica (Acqua Para-diso Gabeca Monza) e Loris Manià (Trawalker Modena). Insieme ai giovani ci sono i “grandi vecchi” come Alberto Cisolla (Lube Banca Marche Macerata), Hirsto Zlata-nov (Copratlantide Piacenza) e Matej Cernic (Rpa-Liugibacchi.it). Questo dovrebbe essere il sestetto di partenza dei nostri azzurri: Vermiglio, Lasko, Birarelli, Martino, Cernic, Sala e Minià. Tante saranno le stelle che calcheranno i nostri palazzetti. Primo fra tutti Giba: il giocatore brasiliano ha giocato per molti anni in Italia Cuneo (2003-2007) poi è approdato per un anno in Russia prima di tornare a giocare nel-la sua nazione natale. L’altra stella sarà sicuramente Matey Kaziyski: schiacciatore della Itas Diatec Trentino è considerato il più forte schiacciatore del mondo. C’è grande attesa anche per vedere come se la caveranno i nostri allenatori con le squadre estere. Va ricordato che Andrea Anastasi prima di tornare ad essere CT azzurro ha portato alla vittoria la Spagna nell’europeo 2008. La Bulgaria si affida all’ espertissimo Silvano Prandi, attuale allenatore anche della Trewalker Modena. Il “professore” avrà il compito di portare il più avanti possibile la nazionale bulgara. Pre mondiale sarà sicuramente la World League con finale in Argentina dove si po-tranno cominciare a vedere le nazionali che potranno vincere il mondiale e quali invece saranno indietro di condizione. Buona pallavolo a tutti.

Giacomo Emanuele Di Giulio IVC

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Avvisi

Avvisi

L'Associazione Libera Tutti e Radio Libera Tutti orga-nizzano una serie di incontri teorici e pratici sul mon-do della radio, finalizzati alla eventuale realizzazione di una trasmissione che andrà in onda su Radio Libera Tutti (www.radioliberatutti.it) ideata e condotta dagli studenti partecipanti. I mass media: un'introduzione Storia della Radio, le Radio libere e la loro rivoluzione musicale Il linguaggio radiofonico: teorie della radio, palinse-

sto, format e cenni di linguaggio giornalistico La web radio: cos'è e come funziona Il primo incontro si svolgerà il 4 Febbraio 2010 dalle 14.30 alle 16.30, in Aula Magna. Relatore: Marco Falloni Gli altri appuntamenti verranno comunicati quanto prima attraverso un calendario.

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Giochi e Svago

Giochi e Svago (a cura di Giulia Ricca VA)

Curiosità Il cibo ci mette sette secondi per passare dalla tua bocca al tuo stomaco. La tua vescica piena è un po’ più grande di una palla da baseball. Un tuo femore è più resistente del calcestruzzo. Le fossette sono causate dall’attaccamento dei muscoli alla pelle. La virilità di un uomo è lunga tre volte il suo pollice. Il cuore di una donna batte mediamente più veloce di quello di un uomo. Ci sono circa 1.000 miliardi di batteri su ognuno dei tuoi piedi. Le donne sbattono gli occhi il doppio degli uomini. Quando guardi qualcuno a cui vuoi bene, le tue pupille si dilatano. Succede anche quando guardi qualcuno che odi. Le tue orecchie producono più cerume quando hai paura. Il tuo corpo usa circa 300 muscoli per stare in equilibrio quando sei fermo. Le donne hanno già finito di leggere questo testo. Gli uomini si stanno ancora misurando il pollice.

Bugie universali Quest’anno mi metto a studiare. Io … Con quella? …MAI! Non ti farà male. Stavo giusto per chiamarti. Ah, ciao, non ti avevo riconosciuta. Il prof ce l’ha con me. È colpa dell’arbitro. Sono passato con il giallo. Paga tu che domani te li restituisco. Vedo se ho ricevuto delle mail e poi mi sconnetto. Ti stavo pensando in questo momento. Siamo solo amici. È caduto da solo e si è rotto! Non ti dimenticherò mai. Mi sei piaciuto dalla prima volta che ti ho visto. Prof sia comprensivo, ho un problema in famiglia. Ti chiamo tra 5 minuti. Si, me lo ricordavo. Ti stà benissimo. Non lo racconterò a nessuno. Lunedì inizio la dieta. Ho uno zio in polizia. Ti giuro che non l’ho mai pensato. Non avevo soldi al cell. Non sono stato io.

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Alunnate e Professorate

Fabrizi: “Oggi l’autoambulanza non fa più uuuuuuh, ma fa niiii noooo niiiiii noooo…”

Alunno: “Ma perché si chiamano vacanze?” Fabrizi: “Perché vagano…sono vacanti…” Ameri: “Quando l’elettrone viene eccitato fa AAAHAH sono contento!” Ameri: “Vedete i numeri romani? A, b, c ecc.?” Alunno: “Che tempo verbale è non sarebbe dovuto nascere?” De Santis: “Dunque…” Alunno: “Glielo dico io professorè! Preservativo imperfetto!” Cieccarelli: “Perché secondo voi lo spirito santo scende sotto forma di lingue di fuco?” Alunno: “Perché si trasforma in super saian!” Alunno: “Sto a prende la penna” Delicati: “Non si dice sto a prende, ma si dice sto a prendere” Alunno2: “Professorè veramente si dice sto prendendo.” Alunno: “Allora, io mi chiedo come faceva Gesù Cristo ad es-sere ebreo?!” Volpones: “Avete una cultura da fraschetta!”

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Parli come mangi e scrivi come ti gratti? 1)Quale di queste lettere dell’alfabeto ti rappresenta meglio? a)K b)A c)C 2)Devi scrivere un sms per avvisare che sei in ritardo per l’appuntamento, scrivi? a)Skus sn i rtd xkè autobs h frto u gmma, vd d arrve i frtta anke se kui nn psn + autbs t kiamo dp k? b)Messaggio a tutti i terrestri, il proprietario di questo cellulare verrà portato sul nostro pianeta e restituito tra circa 656anni. Arrivederci. c)Sono in ritardo. 3)La prof di italiano ti dà un tema libero, come lo fai iniziare? a)aKndo mi svglio fac kolaz e poi fac kak, ma prp tnt kak ke poi puz tt e la mam sprz il deodnt pr nn soffkre. Ke bel inzr la gg ksì è kuello ke mi fa kntnto. b)Che cos’è la bellezza? Difficile rispondere così su due piedi, ma l’altro giorno mentre ammiravo una stampa del Botticelli mi sono reso conto che la prof di italia-no è una gran bella donna ( slurp). c)Che palle il tema libero. 4)Scegli un ritornello di una canzone tra questi. a)“kukurukuku palomaaaaaaaaaaaaaa” (Franco Battiato) b)“message in a bottle” (Sting & The Police) c)“porta in alto la mano. Segui il tuo capitanoooooo” (Dj Francesco) 5)Scegli i frutti che ti piacciono di più. a)Kaki, kokomero, fiki, alkekengi. b)Datteri, castagne e limoni. c)Mele rosse, mele gialle e mele verdi.

MAGGIORANZA DI RISPOSTE A Snt m xkè scrvi ksì? Nn ti snt bne? Nn è k pi rondr a prire n itino, tu 6 decsmt nn k pri cm mng e scrv k s grtt. Kntnto tu! MAGGIORANZA DI RISPOSTE B Messaggio a tutti i terrestri: chi ha risposto la maggioranza di risposte B è stato temporaneamente sostituito da un clone alieno. MAGGIORANZA DI RISPOSTE C Tu sei una persona pragmatica che non fa tanti giri di parole, la verità è una e la dici così come ti appare in mente.

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MISURA IL TUO Q.I – TEST DI CULTURA GENERALE 1)Quanti mesi hanno 28 giorni in un arco di 8 anni? 2)Una mamma ha 30 anni e duo figlio ha un sesto della sua età. Quanti anni aveva il

figlio quando la mamma ne aveva 24? 3)Ce l’hanno il 25 dicembre in Arabia Saudita? 4)In un cassetto ci sono un paio di calze bianche, tre paia di calze blu e due paia di cal-

ze rosse. Prendendole a caso, quante calze devi prendere per essere sicuro di aver-ne due dello stesso colore?

5)Dividi 50 per 0,5 e moltiplicalo per 2. Quanto viene? 6)Hai un amico molto stupido. Ogni giorno dice una cosa stupida in meno del doppio

delle cose stupide che ha detto il giorno prima. Lunedì dice una cosa stupida. Quan-te ne dice venerdì?

7)Ammettiamo che le due seguenti frasi siano vere “tutti i videogiochi primo o poi stufa-no” e “Grand Theft Auto è un videogioco”. Quale di queste frasi è vera

a)Grand Theft Auto non stuferà mai. b)Se qualcosa stufa, è un videogioco. c)Se G. T. Auto stufa, non è un videogioco. d)Se qualcosa non stufa, non è un videogioco.

8)Un bicchiere d’acqua ha dentro un cubetto di ghiaccio. Il ghiaccio si scioglie. Senza contare l’evaporazione, l’acqua si alza, si abbassa o resta allo stesso livello?

9)È legale in Italia per un uomo sposare la figlia della mamma della sorella della propria vedova?

10)Sei davanti a un bivio e hai due viandanti davanti a te: sai che uno dice sempre la verità e l’altro sempre le bugie, ma non sai che è uno e che è l’altro. Puoi fare una sola domanda a uno solo di loro. Come fai a trovare la strada giusta?

11)Un naufrago è riuscito a recuperare una lattina di coca-cola da 33 cl. Il primo giorno ne beve un cl. Poi colma la lattina di acqua (non salata!). Il giorno dopo beve 2 cl del mix di acqua coca-cola, e di nuovo colma la lattina di acqua. Il terzo giorno beve 3 cl del mix, e così via, e va avanti fino a che la coca non è finita. Quanta acqua ha bevuto alla fine?

SOLUZIONI 1)Tutti i mesi hanno 28 giorni 2)Non era ancora nato! 3)Certo che ce l’hanno, anche se magari qualcuno non festeggerà il Natale. 4)4 5)200 6)Una 7)La d 8)Resta allo stesso livello; per i ghiacci polari, ci si preoccupa perché la maggior parte

del ghiaccio sta sulla terraferma e non galleggia. E se nel cubetto ci fosse un sasso-lino?

9)No, perché è morto! 10)Chiedi a uno dei due, “se fossi l’altro che strada mi consiglieresti?” e poi prendi l’al-

tra. E se i viandanti fossero stati tre, uno che dice sempre la verità uno che dice sempre le bugie e l’altro che dice casualmente verità e bugie?

11)528 cl: 1 + 2 + 3…+ 30 + 31 +32

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Test: larva o giramondo? Il tuo colore preferito? A – Il verde. B – L’azzurro. C – RGB Cos’è il rano raraku? A – una rana di origine giapponese famosissima per il suo singolare aspetto. B – si trova sull’isola di Pasqua in Cile ed è la cava in cui venivano creati i Moai C – una vecchia trasmissione televisiva con Licia Colò e Paolo Bonolis. Devi partire per un lungo viaggio che libro ti porti? A – New Moon. B – Così parlò Zarathustra . C – Va bene anche se dico se dico la Guida TV. Se dico la parola “deserto” cosa ti viene in mente? A – Luogo senza stagni B – Il deserto in Bolivia C – Il film del 2005 “Sahara” diretto da Breck Eisner, con Matthew McConaughey e Penelope Cruz. Se vinci 2.000 euro alla lotteria che cosa fai? A – Li dono all’ente giapponese per la salvaguardia delle rane. B – Compro un biglietto aereo economico con diverse fermate per l’Asia (passando da: Roma- Il Cairo- Doha- Singapore- Bangkok- Vientiane); il tutto in 23 ore di volo e 4 giorni di viaggio tra le varie fermate, così facendo spendo solo 500 euro per il volo e ne ho ancora 1.500 per restare in Asia due anni cibandomi di cavallet-te e latte di cocco. C – Bello il nuovo televisore XPI0I0 LCD 42 pollici della Samsung, per prenderlo dovrò aggiungere almeno 250 euro. MAGGIORANZA DI RISPOSTE A Non sei una persona (o una rana) alla ricerca dell’avventura, ami viaggiare ma lo fai giusto per fare 4 salti MAGGIORANZA DI RISPOSTE B Non ci sono dubbi, per te il mondo è una gigantesca cassette ria e tu vuoi aprire da solo i cassetti per scoprire tutto quello che ancora non conosci MAGGIORANZA DI RISPOSTE C Tu non ami le pantofole, tu sei una pantofola! Va bene vedere la tv, ma lì fuori ci sono tante cose interessanti che puoi vedere con i tuoi occhi… che aspetti? Ah giu-sto! Ti manca l’autorizzazione di Maria De Filippi

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SONDAGGIO

Per partecipare al seguente sondaggio vi invitiamo alla lettura del resoconto dell’assemblea d’istituto di gennaio, a pagina 3. Una volta compilato, tagliate questa pagina e, nel caso siete in centrale, consegnatela a Matteo Iafrati in VC o ad Agnese Pagliarini in IVC, se invece siete in succursale ad un redattore che fa parte del Marziale. Grazie mille a tutti.

1)Sei d’accordo che all’assemblea d’istituto vengano integrate una sorta di attività autogestite?

a)SI b) NO c)INDIFFERENTE

2)Le attività autogestite ti invoglierebbero a venire?

a)SI b) NO c)INDIFFERENTE

3)Delle seguenti attività autogestite quale preferisci?

a)Film b)Attività sportive—tornei c)Dibattiti d)Conferenze e)Lezioni su argomenti non didattici f)Altro_____________ g)Nessuna

4)Sei favorevole all’appello per i rappresentanti di classe il giorno dell’assemblea?

a)SI b)NO c)INDIFFERENTE

Se qualcuno vuole farsi avanti con qualche proposta può scri-vere qui o contattarci direttamente.

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Grazie a tutti in anticipo.

Ricordiamo la e-mail del Marziale, per ogni eventualità: [email protected]

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