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Virgilio GiottiVirgilio Giotti
Ambrogio C.
Vita
Virgilio nacque il 15 gennaio a Trieste nel 1885 da Riccardo Schonbeack di origini Ceche, e da Emilia Gheotto Veneta.
Vita
Nel 1907 si trasferì con la famiglia a Firenze
Vita
Nel 1912 conobbe Nina la sua futura compagna che presto diventerà madre di tre figli.
Vita
Due figli maschi persero la vita nella Seconda Guerra Mondiale, rimase la figlia più piccola.
Il Ritorno
Nel 1920 ritornò a Trieste facendosi avvicinare molti intellettuali triestini.
L’Esordio
Sei anni prima esordì a Firenze nel 1914 con “Il Piccolo Canzoniero in Dialetto Fiorentino”
Opere
Fece seguito “Caprizzi, Canzonate e Storie”
Opere
Pubblicate sull’edizione di “SOLARIA” nel 1928.
Opere
“Colori” 1941 “Sera” 1946 “Versi” 1953
Le Lodi
Molti critici famosi scrissero note positive su di lui.
Stile Poetico
Nei Primi versi di Virgilio si avvertono influenze di Pascali nello stile e nei temi.
Stile Poetico
Il dialetto di Giotti è un dialetto naturale ma allo stesso tempo molto intellettuale.
Stile Poetico
Nei suoi versi prevale la quartina degli endecasillabi ritmati
Stile Poetico
Tipico di Giotti è l’uso dell’ enjembement soprattutto nella seconda raccolta.
La sua Morte
Giotti perde la vita a Trieste nel 21 settembre 1957
Mama & fia
Dopo el stratempo tramontava rossa la luna drio le case.
Me go indormenzà in paese,come una volta, col cuor spalancà.
Commento: Dalla raccolta “Colori” Virgilio racconta di aver sognato la moglie ringiovanita e la figlia piccola, dopo un temporale. Con questi suoi versi a voluto raccontare l’affetto che prova per la sua famiglia e il tempo trascorso per lui troppo velocemente.
La porta serada
Vado su par le scale,
come sempre un scalin a la volta, pian ; pian
Commento: Non bruciare le tappe della vita subito, ma goderseli uno per uno.
L’uva appesaL’immagine assai strana ! Nella casaDentro la fabbrica cittadinesca,Dell’uve appese nel vano d’un uscio.O chiara, agreste immagine ! Dell’uve,Le ciocche violacee e gialle d’oro,Con i bei pampani, pei lor tralcioli Attaccate, sospese ad un trave,Qui, tra le smorte, l’aride pareti,tra l’una e l’altra delle mie due stanze !Chi mi parla ? Chi a me un richiamo mandaDi lontano, con voce forte e chiara ?
Commento: Il poeta guardando un grappolo d’uva raffiora i suoi ricordi di campagna, e mettendo in risalto la sua vita quotidiana
Primavera
L’ancora incerta primavera entrata
Dai tre balconi: il cielo dubbioso,Il lungo colle giallo. Ed io in Fra dueDei cari miei sono seduto: un mio Pallido bimbo e la mia sposa. E quella Dubbiezza in me si ripercuote triste,Antichi sveglia dubbi dolorosi:Si che a questi, che innanzi alla tovagliaStanno meco, tra il riso e il pianto io guardo.
Commento: la “PRIMAVERA INCERTA” sarebbe il suo stato d’animo. Descrive la felicità che prova momentaneamente con la sua famigli, e l’infelicità del suo passato
Felicità
Io qui felice; d’una piena
Felicità tranquilla. Non vi dicodove mi sia. Parole dolci odo,E belle cose, a me assai care, ho intorno.Sian rese grazie, che m’è dato ancoraUdir quelle parole, quelle coseVedere; che la mia felicitàsappia ancora sentirla; mi si spandasempre ancora nell’animo, e ne goda.
Commento: Qui Giotti racconta la sua felicità e la sua gratitudine verso la vita