33
Un materiale contemporaneo: LA PLASTICA

Plastiche

Embed Size (px)

Citation preview

Page 1: Plastiche

Un materiale contemporaneo:

LA PLASTICA

Page 2: Plastiche

La storia della plastica è la storia dei POLIMERI, strutture

chimiche formate da catene di molecole. 1861

La parkesinaparkesina è la prima plastica al mondo sintetizzata da PARKES

mescolando cellulosa e canfora .

La celluloidecelluloide è inventata, a partire dalla parkesina, da Hjatt in

occasione di un concorso che voleva trovare un materiale che potesse

sostituire l’avorio nella costruzione delle palle da biliardo. Fu usata per

produrre pettini, manici, ma acquistò grande fama dopo il 1889 quando la

kodak la utilizzò per le sue pellicole fotografiche. La celluloide permise

anche lo sviluppo del cinema , detto anche mondo di celluloide La bakelitebakelite è inventata dal chimico belga

Baekeland . E’ la prima plastica vera e propria,

prodotta in maniera del tutto sintetica senza

composti naturali. E’ una resina termoindurente

usata ancora oggi per parti di elettrodomestici e

apparecchi elettrici.

1907

E’ prodotto il PVCPVC all’inizio utilizzato per le tende da doccia1931

1870

Page 3: Plastiche

1938

Il nylonnylon è la prima fibra tessile sintetica usato all’inizio per sostituire la

seta nella produzione delle calze da donna.

Il plexiglasplexiglas cerca di sostituire il vetro. E’ infatti trasparente ma più

leggero. Fu inventato dai tecnici dell’aviazione americana per le cupoline

degli aerei.

1938

Giulio Natta mise a punto il processo di polimerizzazione, che a partire

dai polimeri consentiva di ottenere molecole lunghe con una struttura

ordinata. La prima plastica così ottenuta è il polipropilenepolipropilene e ottene per

questo il Nobel nel 1963 insieme con il tedesco Ziegler che era giunto alle

sue stesse conclusioni.

1954

Le plastiche, da semplici

sostituti di materiali come

legno, vetro , ceramica,

ecc… diventano materiali

importanti, in certi casi

insostituibili per le loro

specifiche proprietà.

Dal ‘50 a oggi

Page 4: Plastiche

41,7% IMBALLAGGI

14,4% EDILIZIA

5,6 % TRASPORTI

4,9% ARREDAMENTO

4,9% AGRICOLTURA

3,9% SETTORE ELETTRICO-ELETTRONICO

Oggi la grande diffusione e impiego delle plastiche è dovuta ai seguenti VANTAGGI’:

• leggerezza• economicità• facilità di lavorazione• capacità isolante termica ed elettrica• discrete capacità meccaniche• alte possibilità di riciclo • facile lavorabilità

Il maggiore SVANTAGGIO nell’impiego degli stessi è invece dovuto a:scarsa resistenza meccanica per impieghi di tipo strutturale

Page 5: Plastiche

Per la lavorazione fondamentale risulta la distinzione

delle plastiche a seconda del differente

comportamento al calore.

TERMOPLASTICHE

TERMOINDURENTI

GOMME O ELASTOMERIMATERIE PLASTICHE

MATERIALI POLIMERICI

Page 6: Plastiche

TERMOPLASTICHE

Sono termoplastiche quelle materie plastiche che, sotto l'azione del calore, rammolliscono, e riacquistano consistenza con il raffreddamento. Per le loro caratteristiche chimico-fisiche, possono essere avviate ad ogni tipo di RICICLAGGIO.

Cosa sono

Come si comportano

lunghe catene lineari o ramificate di monomeri.

Come si producono STATO SOLIDO STATO FLUIDOriscaldamento

STATO SOLIDO

lavorazione

raffreddamento

Page 7: Plastiche

Sono termoindurenti quelle materie plastiche che, sottoposte ad elevate temperature tendono a carbonizzarsi. Il materiale si degrada e non può più essere riutilizzato. Le termoindurenti possono essere triturate e costituire rinforzi di materiali compositi o essere trasformate in energia attraverso la TERMOVALORIZZAZIONE

Sono costituiti da catene reticolateCosa sono

Come si comportano

Come si produconoSTATO SOLIDO STATO FLUIDOriscaldamento

STATO SOLIDO

lavorazione

riscaldamento

TERMOINDURENTI

Page 8: Plastiche

dal petrolio si ottiene la Virgin nafta, ossia la

MATERIA PRIMA

MONOMERI (una parte: sono molecole semplici ottenute da molecole di virgin nafta)

POLIMERI

sono molecole molto lunghe che si formano dai

monomeri.

RISORSA: petrolio

distillazione

(Steam crackingrottura col vapore)

Polimerizzazione

Page 9: Plastiche

GRANULI o POLVERI(PRODOTTI SEMILAVORATI)cui bisogna dare una FORMA per ottenere i PRODOTTI FINITI

POLIMERI

sono molecole molto lunghe che si formano dai

monomeri.

Page 10: Plastiche

COME FUNZIONA. Si utilizza una macchina a vite. Nella tramoggia sono calati i granuli di materiale che, disponendosi tra i filetti di una vite senza fine e riscaldati da appositi elementi riscaldanti, avanzano. La vite si comporta come un pistone ma non avanza. E’ il materiale che, compattato, fluido ed omogeneizzato, viene fatto muovere. Il materiale, reso fluido dal calore viene premuto nello stampo, di cui riempie completamente la cavità interna APPLICAZIONI TECNICHE: la tecnica è impiegata sia per polimeri termoplastici, che termoindurenti che per elastomeri.SETTORI DI IMPIEGO: custodie, contenitori, coperchi, pomelli, accessori per tubature ed impianti idraulici, giocattoli e modelli.

STAMPAGGIOAD INIEZIONE(INIECTION MOLDING)

Page 11: Plastiche

COME FUNZIONA. La vite senza fine ruota in continuazione all’interno di un cilindro riscaldato comprimendo i granuli verso la testa di estrusione. Il materiale molle scorre, poi nella vasca dove si raffredda progressivamente. Il materiale passa poi nella taglierina dove, una volta del tutto indurito, è tagliato in pezzi di formato commerciale.

SETTORI D’IMPIEGO. Tubi, profilati, finiture interne per edifici ed automobili.

ESTRUSIONE

Page 12: Plastiche

ESTRUSIONE

Macchina per estrusione

Page 13: Plastiche

STAMPAGGIOPER

SOFFIATURA(BLOW MOLDING)

COME FUNZIONA. Il materiale esce dalla macchina come “tubo” pastoso, che viene chiuso nello stampo. Qui un getto di aria compressa lo soffia contro le pareti, di cui assume la forma. Il materiale si adatta alle pareti dello stampo, dove lo stesso viene raffreddato e lasciato solidificare. FORME. Grandi, cave a spessore sottile APPLICAZIONI TECNICHE. Questo processo è limitato ai polimeri termoplastici (PET, PC, HDPE, LDPE, PP, PVC). SETTORI D’IMPIEGO. Bottiglie, contenitori, in particolare con chiusure filettate.

Page 14: Plastiche

STAMPAGGIOPER

COMPRESSIONE

COME FUNZIONA. Una certa quantità di polimero sotto forma di granuli o di lastra viene posizionata in uno stampo riscaldato. Lo stampo viene chiuso con una certa pressione. Il polimero prende la forma dello stampo. Dopo un certo tempo, lo stampo è aperto ed il componente rimosso.

FORME. Semplici voluminose, piane a spessore sottile

SETTORI D’IMPIEGO. Componenti elettrici, elettronici, piatti e posateria, componenti per lavatrici, tappi per contenitori.

Page 15: Plastiche

COME FUNZIONA. Si usa per produrre oggetti di grandi dimensioni. Un foglio di materiale termoplastico, scaldato alla temperatura di rammollimento, è risucchiato dal vuoto contro i contorni di uno stampo, assumendone il profilo. Poi il materiale è raffreddato e solidificato contro lo stampo.

SETTORI D’IMPIEGO. Accessori per il bagno, box doccia, pannelli per interni di aeroplani, insegne, scafi di barche.

SOTTOVUOTO

Page 16: Plastiche

Fasi di lavorazione per termoformatura

Page 17: Plastiche

COME FUNZIONA. La calandratura è la produzione di ampie superfici di spessore sottile fatta con la calandra, una macchina formata da pesanti cilindri riscaldati dove la plastica fusa viene ridotta allo spessore desiderato.

CALANDRATURA

Page 18: Plastiche

MATERIA PRIMA PRODOTTI PROCESSI di

RICICLAGGIOPROCESSI di

PRODUZIONE

MATERIA PRIMA SECONDA

1. Per produrre le materie plastiche si utilizzano risorse naturali come il

petrolio ed il metano che, oltre a subire notevolissime influenze dei

mercati economici, sono destinate ad esaurimento.

2. La plastica è un materiale scarsamente biodegradabile: la sua

resistenza agli agenti atmosferici è tale da far sì che gli imballaggi

rimangano quasi inalterati nel tempo, accumulandosi nell’ambiente. Si

consideri poi che il maggiore impiego delle plastiche è relativo al settore

dell’imballaggio (gli elementi “usa e getta” sono per la gran parte”in

plastica).

Il RICICLAGGIORICICLAGGIO è una metodologia efficace ai fini della riduzione

dell’impatto ambientale. Esso implica il RIPENSAMENTO DEL CICLO DI RIPENSAMENTO DEL CICLO DI

VITA DEI MATERIALIVITA DEI MATERIALI, che possono essere sottoposti a più fasi di processo.

Page 19: Plastiche

Accordi internazionali (promossi dall’ ISO, ossia dall’International Organization for Standardizzation, stabiliscono che i diversi tipi di plastiche riciclabili devono avere denominazioni particolari, tratti dalla loro nomenclatura chimica oppure stabiliti a mezzo di un numero.

RICONOSCIBILITA’ delle PLASTICHE RICICLABILI termoplastiche: 1. PET_Polietilenetereftalato o arnite

Ha la proprietà di trattenere anidride carbonica Riciclato per produrre fibre in poliestere, fogli termoformati, cinghie, bottiglie per bevande

2. HDPE_Polietilene ad alta densità Riciclato per contenitori per liquidi, sacchetti, imballaggi, tubazioni agricole, elementi per campi sportivi e finto legno.

3. PVC o V_Cloruro di polivinile Riciclato per tubazioni, recinzioni e contenitori non alimentari.

4. LDPE o PE-LD_Polietilene a bassa densità Riciclato per sacchetti, contenitori vai, dispensatori, tubi e materiale plastico di laboratorio

5. PP_Polipropilene o Moplen Riciclato nell’industria automobilistica e per la produzione di fibre.

6. PS_Polistirene Riciclato per accessori da ufficio, vassoi da cucina, giocattoli, videocassette, pannelli isolanti in polistirolo espanso.

7. ALTRI Altre plastiche, tra le quali il Polimetilmetacrilato, Policarbonato, Acido polilattico, Nylon.

tabella SPI - Society of the Plastics Industry.

Page 20: Plastiche

RICICLAGGIO MECCANICO

Consiste nella rilavorazione meccanica della plastica dismessa come rifiuto che

diventa materia prima-seconda per la produzione di nuovi manufatti.

E’ quindi chiaro che il successo del riciclo meccanico e quindi la qualità dei

prodotti ottenuti sarà funzione della selezione operata sul prodotto di riciclo. I

continui sforzi dell’industria del settore sono proprio orientati verso il

miglioramento delle tecniche di selezione dei materiali di riciclo. Questo con

particolare riferimento ai prodotti post-consumo al fine di ottenere frazioni

sempre più ”pulite” di materiali omogenei. D’altra parte il riciclo meccanico degli

sfridi di lavorazione, ovvero dei termoplastici provenienti dal circuito industriale,

è una attività consolidata da tempo.

A seconda della tipologia di rifiuto plastico recuperato avviato al processo di

riciclaggio meccanico, si possono ottenere:

- dai polimeri termoplastici macinatidai polimeri termoplastici macinati, granuli o scaglie (flakes) da

utilizzare nella produzione di nuovi manufatti;

- dai polimeri termoindurenti macinatidai polimeri termoindurenti macinati, delle frazioni di materiale

utilizzabili come cariche inerti nella lavorazione di polimeri

termoindurenti/termoplastici vergini, o riempitivi per altri prodotti poichè non

possono essere rilavorati essendo infusibili.

Page 21: Plastiche

RICICLAGGIO MECCANICO TRITURAZIONE

SELEZIONERACCOLTA

LAVAGGIOCLEANING

MACINAZIONE

ESSICCAMENTO

GRANULAZIONE

SEPARAZIONE

OMOGENEO

ETEROGENEO

Page 22: Plastiche

La separazione degli  imballaggi in plastica provenienti dalla raccolta urbana (bottiglie, flaconi e altri imballaggi in plastica) può essere eseguita meccanicamente o manualmente in base alla tipologia dell’impianto. L’attività di selezione permette di eliminare eventuali frazioni estranee, ovvero vetro, carta, alluminio, dagli imballaggi in plastica e di suddividere questi ultimi secondo la tipologia del  polimero.

RACCOLTA

Tutte le attività di recupero dei materiali prendono inizio con la fase di raccolta.Questa avviene secondo una differenziazione del sistema in atto:

- raccolta differenziata per tipologia di prodotto;- raccolta multimateriale per due o più tipologie di prodotto;- raccolta indifferenziata di tutte le frazioni di rifiuti.

SELEZIONE

Page 23: Plastiche

SEPARAZIONE Le metodologie di separazione prevedono diversi sistemi di vagliatura:1. Separazione magnetica2. Setaccio tramite soffio d’aria (per densità) 3. Separazione per flottazione o galleggiamento 4. Raggi x5. Separazione per proprietà aerodinamiche, elettrostatiche

SISTEMI diSISTEMI diVAGLIATURAVAGLIATURA

1. I separatori magnetici hanno il compito sia di recuperare le sostanze ferrose che possono essere riciclate, sia di "ripulire" il materiale da scarti ferrosi che potrebbero degradarne la qualità e danneggiare i macchinari nelle successive fasi di trattamento. Nella maggior parte dei casi si hanno separatori magnetici a nastro, a puleggia o a tamburo.

SEPARAZIONESEPARAZIONEMAGNETICA MAGNETICA

Nel sistema a nastro, quest'ultimo attira e trascina via il materiale ferroso che scorre su un altro nastro sottostante. I separatori a tamburo sono rulli magnetici che catturano i pezzi ferrosi dal flusso di materiale in arrivo; sono indicati per la rimozione delle particelle più fini al posto dei sistemi a puleggia I separatori a puleggia sono i meno costosi e sono indicati per la separazione di piccole e medie pezzature. La puleggia può essere inserita al posto di un normale tamburo all'estremità dei nastri trasportatori.

Page 24: Plastiche

SEPARAZIONEAltri sistemi di vagliatura possono essere di diverso tipo: vagli rotanti, separatori a disco, separatori balistici, separatori vibranti.Essi generalmente provocano la separazione del materiale in due frazioni, sulla base del diametro dei fori di passaggio. E’ data dal rapporto tra la frazione fine vagliata dal separatore E’ data dal rapporto tra la frazione fine vagliata dal separatore (in peso) e la frazione fine in(in peso) e la frazione fine in ingresso (in peso).ingresso (in peso). I separatori in commercio possono raggiungere efficienze del 90%. I separatori balistici hanno un'efficienza maggiore. L'efficienza comunque è influenzata da molti fattori :numero di passagginumero di passaggi,umidità del rifiutoumidità del rifiuto, velocitàvelocità, frequenza delle frequenza delle vibrazionivibrazioni). I separatori a vaglio sono soggetti ad intasamento dei fori, con conseguente decadimento delle prestazioni. E' necessaria quindi un'onerosa manutenzione. Per limitare questo problema si ricorre all'utilizzo di trituratori all'interno della catena di vagliatura, per ridurre ulteriormente la granulometria del rifiuto.

EFFICIENZA diEFFICIENZA diVAGLIATURAVAGLIATURA

FATTORI diFATTORI diINFLUENZAINFLUENZA

2. Dispositivi di classificazione ad ariaSono usati generalmente per separare rifiuti di due sole tipologie in ingresso. In tali impianti il flusso di aria trascina le particelle con velocità terminale di caduta inferiore a quella del flusso, mentre quelle più pesanti (con velocità terminale superiore) si raccolgono sul fondo. La frazione leggera dovrebbe essere idealmente costituita da materiale combustibile (carta, plastica leggera). Per avere efficienze migliori si sono sviluppati dei classificatori "pulsanti" in cui la velocità del flusso d'aria non è costante, ma varia o nel tempo ("attivi") o nello spazio ("passivi") lungo il percorso. In questo modo si ottiene una separazione basata effettivamente sulla densità dei materiali.

Page 25: Plastiche

SELEZIONE3. I RAGGI X sono in grado di riconoscere determinate molecole presenti solo nel PVC (ecco perché è meglio schiacciare le bottiglie di plastica in senso orizzontale piuttosto che in verticale: la macchina riesce a leggere meglio il polimero!)….

4. SEPARAZIONE PER GALLEGGIAMENTO

Si sfrutta il PRINCIPIO DI ARCHIMEDE e la differenza di peso specifico delle diverse plastiche che, una volta immerse in acqua, hanno comportamenti differenti: i polimeri con un peso specifico maggiore di 1 (polistirene, PVC, PET) tendono a depositarsi sul fondo,mentre quelli più leggeri (polietilene e polipropilene) galleggiano.In generale i sistemi di separazione si basano, in relazione ad un medesimo parametro scelto (densità, velocità di caduta, peso specifico, comportamento elettromagnetico, etc…), sul differente comportamento dei polimeri.

Page 26: Plastiche

I problemi che si possono trovare in questa fase riguardano essenzialmente l’ALIMENTAZIONE. Trattando materiali morbidi ed elastici, quali ad esempio film e teloni, l’alimentazione, ovvero la produttività del trituratore, risulta pressochè costante. La triturazione di materiali rigidi, può a volte comportare problemi in fase di alimentazione, in quanto gli uncini del gruppo macinante non riescono ad ”agganciare” il manufatto. I trituratori sono tra gli elementi del ciclo più soggetti ad usura ed hanno pertanto alti costi di manutenzione. Gli utensili impiegati possono essere diversi: i martelli agiscono con un impatto ad alta velocità sul materiale; i coltelli invece sono lame rotanti che provocano un'azione di taglio sul materiale operando a velocità ridotte e fornendo un risultato di triturazione piuttosto omogeneo; mediante sfere, la triturazione avviene per un'azione mista di lacerazione ed impatto grazie a sfere di acciaio.

TRITURAZIONEL’operazione della triturazione produce la frantumazione grossolana del materiale. Il sistema di caricamento è in genere costituito da un ragno prensile oppure da un nastro trasportatore che trasporta il materiale a mulini trituratori.La riduzione del rapporto del volume è molto elevata (in genere riduzione del rapporto del volume è molto elevata (in genere superiore a 1:5).superiore a 1:5).

FATTORI di FATTORI di INFLUENZAINFLUENZA

Page 27: Plastiche

LAVAGGIOCleaning

Il lavaggio del prodotto ottenuto a seguito della triturazione viene eseguito nel caso in cui sia necessario separare quelle parti che potrebbero essere dannose alla successiva fase di trasformazione.In base alle caratteristiche del polimero riciclato e al settore di provenienza sono stati sviluppati diversi sistemi di lavaggio. Il sistema più diffuso è quello che prevede il passaggio del materiale triturato in una vasca nella quale viene mantenuta una corrente d’acqua. Il materiale è convogliato nella vasca di lavaggio e trascinato dalla corrente d’acqua verso l’uscita della vasca. Sul fondo vengono raccolti i materiali che hanno una densità maggiore dell’acqua quali ad esempio terra, parti metalliche o altri polimeri. Questo sistema di lavaggio è valido per i polimeri a densità inferiore di 1 per i polimeri a densità inferiore di 1 g/ccg/cc.

Per gli altri polimeriPer gli altri polimeri il lavaggio avviene di solito mediante il passaggio del materiale su un nastro trasportatore sul quale viene spruzzata acqua semplice o acqua o addittivata. Per garantire una corretta pulizia del materiale in taluni impianti viene disposta una seconda vasca di lavaggio. Per alcuni prodotti, come ad esempio parti di bottiglia o manufatti stampati, per i quali vengono utilizzate etichette adesive, si ricorre al trattamento del materiale con soluzioni basiche al fine di consentirne la separazione dell’etichetta e della colla. Il materiale con il quale è stata prodotta l’etichetta è spesso incompatibile in fase di trasformazione con il polimero costituente il prodotto. Inoltre la presenza di altri polimeri o materiali inerti sul prodotto lavato può risultare dannosa in fase di trasformazione, per quanto tali sostanze possano risultare presenti in piccole quantità.

SISTEMI diSISTEMI diLAVAGGIOLAVAGGIO

Page 28: Plastiche

Il prodotto viene convogliato in un mulino macinatore che ha lo scopo di ridurre ulteriormente la pezzatura del materiale. Questa operazione viene eseguita di solito per i manufatti rigidi (stampati). Per manufatti morbidi quali film e foglie la macinatura avviene dopo l’operazione di essiccamento. E’ importante che il prodotto proveniente dal lavaggio non contenga parti metalliche o altro materiale che possa compromettere l’efficacia del mulino.

MACINAZIONE

Il macinato, dopo essere stato sottoposto all’ eventuale lavaggio, viene alimentato a un sistema di presse a vite o centrifugato per essere separato da tutta l’acqua libera. L’ulteriore essiccamento del macinato viene effettuato in corrente d’aria calda o gas combusti, a mezzo di essiccatori verticali a zig-zag o centrifughi per raggiungere un tenue residuo di acqua dell’ordine del 2-3% compatibile con la lavorazione successiva a mezzo di un estrusore con degasaggio. Il materiale essiccato viene inviato al silos di stoccaggio. I silos utilizzati sono in genere forniti di agitatori che hanno lo scopo di omogeneizzare il prodotto.

ESSICCAMENTO

Page 29: Plastiche

E’ questa la parte finale dell’impianto nel corso della quale si ottiene il granulo che verrà utilizzato per le successive applicazioni. Il materiale proveniente dal silos di stoccaggio viene alimentato in un estrusore (dove sono stabiliti certi PARAMETRI DI PROCESSO) munito di una piastra forata con fori del diametro finale di 2-4 mm. Il polimero fuso uscente dalla filiera può essere tagliato a distanza da una taglierina trasversale, dopo raffreddamento degli ”spaghetti” (fili estrusi) in vasca ad acqua (taglio a freddo) o da un sistema di coltelli rotanti a contatto della filiera stessa, in ambiente ad acqua nebulizzata (taglio a caldo).

GRANULAZIONE

Page 30: Plastiche

Il fatto che la plastica derivi dal petrolio, comporta che, bruciandola a temperature intorno ai 1000° C, si ottenga energia sotto forma di calore. Per avere un’idea dell’energia che è possibile produrre grazie al riciclaggio energetico, basti pensare che una sola bottiglia di plastica riciclata è in grado di tenere accesa una lampadina da 60 watt per un’ora. Inoltre, sottoponendola ad un apposito trattamento di selezione e triturazione, è possibile ricavare combustibili alternativi, utilizzabili nei forni dei cementifici e per la produzione di energia termoelettrica.

Il recupero di questa energia ed il suo utilizzo a fini civili e industriali può essere attuata attraverso:1. La combustione diretta dei rifiuti1. La combustione diretta dei rifiuti: in Europa si bruciano attualmente circa 27 milioni di rifiuti e si produce così energia per riscaldamento e illuminazione. Se nel nostro continente tutti i rifiuti fossero utilizzati per generare energia, si coprirebbe quasi il 4% del fabbisogno europeo di elettricità domestica. 2. Il Package Derived Fuel (PDF):2. Il Package Derived Fuel (PDF): si tratta del combustibile derivato dagli imballaggi contenuti nei rifiuti soldi urbani e alcuni studi in Scandinavia hanno dimostrato che il PDF può sostituire l’equivalente di 14 milioni di tonnellate di combustibile industriale per anno, negli impianti che producono energia.

RICICLAGGIO ENERGETICOO

TERMOVALORIZZAZIONE

TERMOVALORIZZAZIONE

TERMOINDURENTI

TRITURAZIONE

Page 31: Plastiche

Le plastiche sono un ottimo combustibile, mediamente superiore alla nafta e possono essere bruciate mescolate ai rifiuti solidi urbani (RSU). Gli impianti moderni di combustione dei rifiuti garantiscono il contenimento delle emissioni in atmosfera e la combustione delle plastiche non aumenta le emissioni di sostanze nocive. In molti casi la termovalorizzazione è più conveniente rispetto ad altre modalità di smaltimento, sia economicamente, sia in termini di ecobilancio.

IL POTERE CALORIFICO delle PLASTICHE

Page 32: Plastiche

Ogni impianto di combustione dei rifiuti è costituito da cinque sezioni principali che consentono, rispettivamente:- la preparazione e l’alimentazione del rifiuto- la combustione del rifiuto- il recupero di calore- il controllo delle emissioni in atmosfera- la stabilizzazione lo smaltimento delle ceneri e dei residui solidi. I forni a griglia sono impiegati prevalentemente nella combustione dei rifiuti solidi. Possono essere a griglia fissa e a griglia mobile. La loro caratteristica consiste appunto in una griglia su cui viene formato un letto di rifiuti dello spessore di alcune decine di centimetri. L’aria necessaria per la combustione viene iniettata, parte sotto la griglia e parte sopra il letto.L’aria sopra la griglia fornisce l’eccesso d’aria necessario per la completa combustione. I forni a griglia fissa hanno una potenzialità ridotta pari a qualche tonnellata/giorno.E’ infatti il forno a griglia mobile a rappresentare la soluzione più consolidata nella termovalorizzazione di RSU con recupero energetico.

RICICLAGGIO ENERGETICO

Page 33: Plastiche

A confronto- con 27 bottiglie di PET è possibile confezionare una maglia di pile;- con 10 bottiglie di plastica è possibile confezionare un maglione (70% di lana e 30% di PET);- con 20 bottiglie di plastica PET è possibile confezionare una coperta di pile;- con 45 vaschette di plastica e qualche metro di pellicola in LDPE1 è possibile costruire una panchina;- con 10 flaconi di plastica di HDPE è possibile costruire una sedia;- con 2 falconi di plastica HDPE è possibile fare un frisbee;- con un flacone di plastica è possibile tenere accesa una lampadina da 60 Watt per un ora e mezza;- con due vaschette di plastica è possibile avere lo stesso potere calorifero di circa 42 grammi di gas metano (NH4);-con 60 bottiglie dell’acqua è possibile realizzare l’imbottitura di un piumino matrimoniale - con 11 flaconi del latte è possibile creare un annaffiatoio;- con 200 flaconi di prodotti alimentari si fa una pattumiera.