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LABORATORIO DI ARTE svolto con le Insegnanti Belloli Giuliana Borali Luisa Vitali AnnaMaria in collaborazione con Arianna Signorelli Elena Nava Classi Quinte Anno scolastico 2015/2016

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LABORATORIO DI ARTE svolto con le Insegnanti Belloli Giuliana Borali Luisa

Vitali AnnaMaria in collaborazione con Arianna Signorelli Elena Nava

Classi Quinte Anno scolastico 2015/2016

• I Kouroi rappresentano ragazzi nudi in posizione ferma, testa eretta, le braccia sono stese lungo i fianchi, con i pugni serrati e la gamba sinistra leggermente avanzata, quasi ad accennare un passo; particolari le treccine che adornano la testa.

• Possono rappresentare divinità, eroi o esseri umani, che riuniscono in sé l’ideale assoluto di bellezza fisica e interiore.

• Sono stati ritrovati in santuari attorno al 585 a.C.

Le KORAI rappresentano giovani donne con il chitone, anch’esse in posizione statica, con la testa eretta, i piedi uniti, un braccio steso lungo il fianco quasi a reggere la veste e l’altro ripiegato sul petto per portare le offerte.

Le statue dei due fratelli , risalenti alla fine del VII sec. a.C. hanno proporzioni tozze come gli altri kouroi, la testa è un poco sovradimensionata; sono state scolpite per essere osservate di fronte, infatti viste di lato perdono gran parte del loro vigore e della loro espressività. Sono alte m. 2.18 e si trovano al Museo Archeologico di Delfi.

Risalente al 570 a.C., si tratta probabilmente della rappresentazione della stessa dea Hera , la statua è giunta a noi acefala. La regolarità delle sottilissime piegature del chitone le conferiscono un notevole slancio, attenuato però dal panneggio dell’himation, creando un equilibrio geometrico. Alta m. 1.92, la si può ammirare al Museo del Louvre di Parigi.

Opera risalente al 460 a.C., scolpita da Mirone, il discobolo è colto nel momento della massima concentrazione che precede il lancio , il viso è privo di sentimento, quasi a mostrare la totale calma interiore; rappresenta il movimento con un equilibrio della forza. Anche in questo caso l’autore ha privilegiato il punto di vista frontale. Questa è una copia romana in marmo tratto dall’originale in bronzo.

Risalente al 450 a.C. rappresenta la perfezione delle proporzioni del corpo; Policleto pensava che la testa dovesse essere circa 1/8 dell’intero corpo, il busto doveva corrispondere a tre teste e le gambe a quattro (1+3+4=8). Ora l’atleta è colto durante il movimento ed è appoggiato alla gamba destra «portante». Anche questa è una copia romana in marmo dall’originale in bronzo, è alta 2.12 m. e si trova la Museo Archeologico Nazionale di Napoli.

E’ una delle più affascinanti opere del periodo ellenistico, anche se il panneggio risente dell’influenza di Fidia; la Nike è protesa contro il cielo e si mostra ad ali spiegate in un dinamismo e una vitalità prorompenti. La posizione della statua permette di capire che era appoggiata alla prua di una nave. Risale a circa il 190 a.C. ed è alta m. 3.28; la si può ammirare al Museo del Louvre a Parigi.

Esempi di manufatti del periodo geometrico sui quali vi sono esclusivamente figure geometriche variamente combinate fra loro.

Terracotta dipinta a figure nere, alta 155 cm. Questa anfora funeraria detta del «lamento funebre», risale al 750 a.C. Il particolare rappresenta la scena del lamento funebre, ma tutta la decorazione dell’anfora consiste in 65 fasce sovrapposte dipinte a motivi geometrici. Si trova al Museo Nazionale di Atene.

Il cratere è un grande vaso con corpo a bicchiere e bocca larga, dotato di due anse; veniva usato per mescolare l’acqua e il vino da bere durante i banchetti.

Contenitore solitamente di forma cilindrica, molto basso, dotato di coperchio, spesso decorato con motivi zoomorfi; veniva usato per conservare balsami o sostanze rare.

Vaso dalle forme e dalle dimensioni più varie, veniva impiegato indifferentemente come contenitore di liquidi, di sfarinati e di solidi.

Specie di coppa con bocca larga su un alto piede, dotata di due anse simmetriche orizzontali od oblique; veniva usato per bere durante i banchetti.

Coppa risalente al 740 -720 a.C., sulla quale è stato ritrovato il primo scritto greco da destra a sinistra.

Manufatti attribuiti al maggior vasaio attico Exechias, attivo attorno alla metà del VI sec. a.C.. A destra, la celeberrima anfora che rappresenta Achille e Aiace che giocano a dadi; i due eroi, nonostante si stiano concedendo un momento di svago, mantengono un atteggiamento concentrato e le loro figure di profilo assumono anche nel gioco un aspetto solenne e austero.

Il tempio greco nasce e si sviluppa parallelamente alla casa e di conseguenza ne assume la tipologia, infatti per tutta l’epoca arcaica continua a consistere in una costruzione di mattoni crudi, coperta con un tetto a capanna in legno o paglia. Il modellino sopra riportato risale al 725-700 a.C.

Parti principali del tempio: questa descrizione ci è stata tramandata dall’ architetto romano VITRUVIO , che nel suo trattato «De architectura» ha descritto con accuratezza il modo di costruire e ornare con diversi materiali i templi da parte dei Greci e le diverse planimetrie da loro usate.

Parti principali di una facciata di ORDINE DORICO.

Nel 447 a.C., durante il processo di rinnovamento voluto da Pericle, gli architetti ICTINO, CALLICRATE , con la supervisione di FIDIA iniziano la costruzione del Partenone; il tempio è dedicato ad Athena Parthenos, è di ordine dorico.

Nella parte alta dell’immagine foto attuale dell’Acropoli di Atene e nella parte inferiore sua ricostruzione.

Ricostruzione del frontone con la nascita di Atena.

Ricostruzione della statua dell’ Athena fidiaca accolta nel naos; questo è coperto da un soffitto a cassettoni.

Nel frontone occidentale è rappresentata la mitica gara fra Athena e Poseidone per il possesso dell’ Attica; particolari sono i cavalli di Athena, tenuti a bada da Hermes, che si impennano; un gran numero di divinità ed eroi attici assistono all’evento. Tutte le statue sono state scolpite da Fidia.

Nel frontone orientale è rappresentata la nascita di Atena dalla testa di Zeus. E’ l’alba di una nuova era e il carro del Sole illumina il giovane corpo di Dioniso, mentre Demetra e Korè accolgono l’annuncio da Artemide. Dal lato opposto altre dee sono ancora orientate verso la notte e il carro della luna, ma si volgono lentamente verso il centro.