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17 1. Il significato della parola La parola «democrazia» deriva da démos, «popo- lo» e crátos, «dominio»: la combinazione dei due termini dà «governo del popolo». La parola, defi- nita con qualche variante dai dizionari (secondo il Grande dizionario di italiano di Garzanti, «forma di governo in cui la so vranità appartiene al popolo, che la esercita direttamente o mediante rappresentanti liberamente eletti»; secondo Il Devoto-Oli, «forma di governo in cui il potere viene esercitato dal po- polo, tramite rappresentanti liberamente eletti»; se- condo Il nuovo etimologico di Cortelazzo e Zolli, «forma di governo in cui la sovranità risiede nel po- polo che la esercita per mezzo delle persone e degli organi che elegge a rappresentarlo») indica essen- zialmente un modo, lo strumento attraverso il quale si organizza la società, lo stare insieme. Quanto al governo (si potrebbe dire approssi- mativamente «quanto a chi comanda»), le alter- native possibili sono che esso sia esercitato dal popolo, ovvero da alcuni (oligarchia, e cioè, let- teralmente, «comando di pochi», anche nella sua © Bollati Boringhieri editore © Bollati Boringhieri editore

Gherardo Colombo - Democrazia

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1. Il significato della parola

La parola «democrazia» deriva da démos, «popo-lo» e crátos, «dominio»: la combinazione dei duetermini dà «governo del popolo». La parola, defi -nita con qualche variante dai dizionari (secondo ilGrande dizionario di italiano di Garzanti, «forma digoverno in cui la so vranità appartiene al popolo, chela esercita direttamente o mediante rappresentantiliberamente eletti»; secondo Il Devoto-Oli, «formadi governo in cui il potere viene esercitato dal po-polo, tramite rappresentanti liberamente eletti»; se-condo Il nuovo etimologico di Cortelazzo e Zolli,«forma di governo in cui la sovranità risiede nel po-polo che la esercita per mezzo delle persone e degliorgani che elegge a rappresentarlo») indica essen-zialmente un modo, lo strumento attraverso il qualesi organizza la società, lo stare insieme.Quanto al governo (si potrebbe dire approssi-

mativamente «quanto a chi comanda»), le alter-native possibili sono che esso sia esercitato dalpopolo, ovvero da alcuni (oligarchia, e cioè, let-teralmente, «comando di pochi», anche nella sua

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sottospecie di aristocrazia, «governo dei miglio-ri») o infine da uno solo (monarchia, parola comele altre derivata dal greco, che letteralmente si-gnifica «comando di uno»). Si ha democrazia nelprimo caso, e non negli altri. Ciascuna di questeforme, è opportuno tenerlo presente, ha i suoi so-stenitori: Pericle, nel suo discorso agli ateniesi del461 a.C., elogia la democrazia; molto più di re-cente Jean-Jacques Rousseau, nel Contratto socia-le (1762, II, 1) afferma «che la sovranità, non es-sendo altro che l’esercizio della volontà generale,non può mai venire alienata; e che il corpo so-vrano, non essendo altro che un ente collettivo,non può essere rappresentato che da se stesso»;Paolo di Tarso (e cioè san Paolo), vissuto mentreRoma era Impero, sostiene che «non c’è potere senon da Dio, e i poteri che esistono sono istituitida Dio. Sicché, chi si oppone al potere, si opponeall’ordine stabilito da Dio» (Lettera ai Romani,13, 1-2); molto prima, nelle Storie di Erodoto(III, 80-82), Otane, Megabizo e Dario si fanno ri-spettivamente paladini della democrazia, dell’oli-garchia e del la monarchia; Platone, nel Politico(297 c), fa affermare allo Straniero che «una mas-sa di uomini di qualunque tipo non acquisirà maitale scienza, e non sarà mai in grado di ammini-strare uno Stato con intelligenza, ma bisogneràcercare quell’unica retta costituzione in un picco-lo numero di pochi uomini, anzi, in uno solo; le

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altre costituzioni, invece, devono essere conside-rate imitazioni ... che la imitano le une meglio lealtre peggio». La scelta tra le tre alternative qualche volta di-

pende dal comodo, qualche volta dall’interessepersonale, ma dipende soprattutto dal modo diintendere l’essere umano, la sua natura e la suacultura. Non può pensare che la democrazia siaun sistema positivo chi ritiene che solo a pochi siastata data la capacità di decidere; lo può pensare,invece, chi ritiene il contrario.

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