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AUTISMO Conoscere per intervenire

Conoscere Per Intervenire 2

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Questa presentazione spiega in sintesi le caratteristiche principali del comportamento delle persone autistiche e le linee generali dell'intervento educativo.

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Page 1: Conoscere Per Intervenire 2

AUTISMOAUTISMO

Conoscere per intervenireConoscere per intervenire

Page 2: Conoscere Per Intervenire 2

Essere autistici non significa non essere umani, ma essere diversi... In un certo senso sono mal equipaggiato per sopravvivere in questo mondo, come un extraterrestre che si sia perso senza un manuale per sapere come orientarsi. Ma la mia personalità è rimasta intatta... Ritrovo un grande valore e significato nella vita e non desidero essere guarito da me stesso…Lavorate con me per costruire ponti tra noi.

J.Sinclair

Essere autistici non significa non essere umani, ma essere diversi... In un certo senso sono mal equipaggiato per sopravvivere in questo mondo, come un extraterrestre che si sia perso senza un manuale per sapere come orientarsi. Ma la mia personalità è rimasta intatta... Ritrovo un grande valore e significato nella vita e non desidero essere guarito da me stesso…Lavorate con me per costruire ponti tra noi.

J.Sinclair

Page 3: Conoscere Per Intervenire 2

Come si manifesta l’autismo?Come si manifesta l’autismo?

L’autismo è un disturbo che influisce tipicamente sulle abilità della persona di comunicare, di avere relazioni con gli altri e di rispondere in modo appropriato all’ambiente circostante.

L’autismo è un disturbo che influisce tipicamente sulle abilità della persona di comunicare, di avere relazioni con gli altri e di rispondere in modo appropriato all’ambiente circostante.

Page 4: Conoscere Per Intervenire 2

Sintomi socialiSintomi sociali

In genere i bambini, fin dall’inizio, sono esseri sociali .

Al contrario, molti bambini autistici, durante i primi mesi di vita, possono non interagire, evitare lo sguardo diretto o accettare passivamente abbracci.

In genere i bambini, fin dall’inizio, sono esseri sociali .

Al contrario, molti bambini autistici, durante i primi mesi di vita, possono non interagire, evitare lo sguardo diretto o accettare passivamente abbracci.

Page 5: Conoscere Per Intervenire 2

I soggetti autistici faticano ad interpretare cosa pensano o provano gli altri. Si può parlare di deficit di teoria della mente, vale a dire manca l’abilità di inferire gli stati mentali altrui (pensieri, opinioni desideri).

I soggetti autistici faticano ad interpretare cosa pensano o provano gli altri. Si può parlare di deficit di teoria della mente, vale a dire manca l’abilità di inferire gli stati mentali altrui (pensieri, opinioni desideri).

Page 6: Conoscere Per Intervenire 2

La lettura della mente svolge due funzioni fondamentali:

• “psicologia quotidiana”, cioè è il modo comune di spiegare e fare previsioni circa il comportamento degli altri

• Dare un senso alla comunicazione, immaginando l’intento comunicativo al di là della “lettera” delle cose dette

La lettura della mente svolge due funzioni fondamentali:

• “psicologia quotidiana”, cioè è il modo comune di spiegare e fare previsioni circa il comportamento degli altri

• Dare un senso alla comunicazione, immaginando l’intento comunicativo al di là della “lettera” delle cose dette

Page 7: Conoscere Per Intervenire 2

Per le persone autistiche, quindi, il mondo sociale è confuso, imprevedibile.

Per le persone autistiche, quindi, il mondo sociale è confuso, imprevedibile.

Page 8: Conoscere Per Intervenire 2

Tre tipi di modalità socialiTre tipi di modalità sociali

Wing e Gould(1979) hannoidentificato tre tipi di comportamento sociale autistico:

A. DistaccatoB. PassivoC. Attivo, ma bizzarro

Wing e Gould(1979) hannoidentificato tre tipi di comportamento sociale autistico:

A. DistaccatoB. PassivoC. Attivo, ma bizzarro

Page 9: Conoscere Per Intervenire 2

Gruppo distaccatoGruppo distaccato

Il gruppo comprende bambini e adulti tagliati fuori da ogni contatto sociale. Di solito respingono contatti fisici o sociali non richiesti.

Alcuni di questi possono avvicinare gli altri per ottenere cibo o soddisfare altre necessità, ma dopo si distaccano bruscamente.

Il gruppo comprende bambini e adulti tagliati fuori da ogni contatto sociale. Di solito respingono contatti fisici o sociali non richiesti.

Alcuni di questi possono avvicinare gli altri per ottenere cibo o soddisfare altre necessità, ma dopo si distaccano bruscamente.

Page 10: Conoscere Per Intervenire 2

Gruppo passivoGruppo passivo

Questo gruppo è formato da soggetti che non compiono spontanei approcci sociali, se non per ottenere quanto desiderano, ma accettano senza ribellarsi che altri si avvicinino a loro e danno segni di gradimento.

Questo gruppo è formato da soggetti che non compiono spontanei approcci sociali, se non per ottenere quanto desiderano, ma accettano senza ribellarsi che altri si avvicinino a loro e danno segni di gradimento.

Page 11: Conoscere Per Intervenire 2

Gruppo attivo ma bizzarroGruppo attivo ma bizzarro

Fanno parte di questo gruppo i soggetti che avvicinano spontaneamente gli altri, ma in modo peculiare, naif, unilaterale.

I loro approcci attivi sono spesso così insistenti da rendere questi soggetti noiosi o anche stressanti.

Fanno parte di questo gruppo i soggetti che avvicinano spontaneamente gli altri, ma in modo peculiare, naif, unilaterale.

I loro approcci attivi sono spesso così insistenti da rendere questi soggetti noiosi o anche stressanti.

Page 12: Conoscere Per Intervenire 2

Difficoltà linguisticheDifficoltà linguistiche

Entro il primo anno, un bimbo “normale”, esprime alcune parole, si volta quando viene chiamato, indica ...

Le ricerche mostrano che circa la metà dei bambini diagnosticati con autismo, rimane muta per tutta la vita.

Entro il primo anno, un bimbo “normale”, esprime alcune parole, si volta quando viene chiamato, indica ...

Le ricerche mostrano che circa la metà dei bambini diagnosticati con autismo, rimane muta per tutta la vita.

Page 13: Conoscere Per Intervenire 2

Quelli che parlano usano spesso il linguaggio in modo inusuale. Alcuni sembrano capaci di ripetere solo quello che sentono(ecolalia immediata o differita). In genere, confondono i pronomi o parlano di se stessi in terza persona.

Quelli che parlano usano spesso il linguaggio in modo inusuale. Alcuni sembrano capaci di ripetere solo quello che sentono(ecolalia immediata o differita). In genere, confondono i pronomi o parlano di se stessi in terza persona.

Page 14: Conoscere Per Intervenire 2

Comportamenti ripetitiviComportamenti ripetitivi

Un soggetto autistico può trascorrere ore muovendo le dita a scatti o dondolandosi avanti e indietro.  Gli esperti chiamano questi comportamenti stereotipie o auto-stimolazioni.

Un soggetto autistico può trascorrere ore muovendo le dita a scatti o dondolandosi avanti e indietro.  Gli esperti chiamano questi comportamenti stereotipie o auto-stimolazioni.

Page 15: Conoscere Per Intervenire 2

Per ragioni sconosciute, le persone autistiche richiedono che il loro ambiente rimanga costante. Un piccolo cambio nella loro routine, come prendere una strada diversa per andare a scuola, può farli stare tremendamente male.

Per ragioni sconosciute, le persone autistiche richiedono che il loro ambiente rimanga costante. Un piccolo cambio nella loro routine, come prendere una strada diversa per andare a scuola, può farli stare tremendamente male.

Page 16: Conoscere Per Intervenire 2

Problemi sensorialiProblemi sensoriali

Nei soggetti autistici ci possono essere problemi nei segnali sensoriali che raggiungono il cervello, o nella loro integrazione o, abbastanza probabilmente, sia gli uni che gli altri problemi.

Nei soggetti autistici ci possono essere problemi nei segnali sensoriali che raggiungono il cervello, o nella loro integrazione o, abbastanza probabilmente, sia gli uni che gli altri problemi.

Page 17: Conoscere Per Intervenire 2

Molti sono altamente ricettivi, o addirittura dolorosamente sensibili, a certi suoni, a certi tessuti, a certi gusti ed odori. Alcuni si coprono le orecchie e strillano al rumore dell’aspirapolvere, di un aeroplano lontano, dello squillo del telefono…

Molti sono altamente ricettivi, o addirittura dolorosamente sensibili, a certi suoni, a certi tessuti, a certi gusti ed odori. Alcuni si coprono le orecchie e strillano al rumore dell’aspirapolvere, di un aeroplano lontano, dello squillo del telefono…

Page 18: Conoscere Per Intervenire 2

Donna Williams si definisce “monocanale” nel senso che non è in grado di vedere e sentire nello stesso tempo. Mentre ascolta una persona, l’input visivo perde significato.

Donna Williams si definisce “monocanale” nel senso che non è in grado di vedere e sentire nello stesso tempo. Mentre ascolta una persona, l’input visivo perde significato.

Page 19: Conoscere Per Intervenire 2

Abilità inusualiAbilità inusuali

Temple Grandin spiega come il suo pensiero sia principalmente visivo: “ Io penso in immagini. Le parole sono come una seconda lingua per me. Io traduco le parole, sia pronunciate che scritte, in filmati a colori …”

Temple Grandin spiega come il suo pensiero sia principalmente visivo: “ Io penso in immagini. Le parole sono come una seconda lingua per me. Io traduco le parole, sia pronunciate che scritte, in filmati a colori …”

Page 20: Conoscere Per Intervenire 2

Caratteristiche pensiero visivo: Associativo (“se lascio vagare i

miei pensieri, il video si trasforma in una sequenza di libere associazioni”)

Induttivo (“i miei pensieri passano dalle immagini specifiche alla generalizzazione e ai concetti.”)

Concreto: conversione dei concetti astratti in immagini (Pace=colomba)

Caratteristiche pensiero visivo: Associativo (“se lascio vagare i

miei pensieri, il video si trasforma in una sequenza di libere associazioni”)

Induttivo (“i miei pensieri passano dalle immagini specifiche alla generalizzazione e ai concetti.”)

Concreto: conversione dei concetti astratti in immagini (Pace=colomba)

Page 21: Conoscere Per Intervenire 2

Alcune persone autistiche mostrano abilità sorprendenti, islets of intelligence o savant skills, come il personaggio interpretato da Dustin Hoffman in Rain Man (capacità di memorizzare le pagine dell’elenco telefonico).

Alcune persone autistiche mostrano abilità sorprendenti, islets of intelligence o savant skills, come il personaggio interpretato da Dustin Hoffman in Rain Man (capacità di memorizzare le pagine dell’elenco telefonico).

Page 22: Conoscere Per Intervenire 2

Caratteristiche cognitive Caratteristiche cognitive

Abilità visuali>abilità verbali Eccessiva attenzione ai

dettagli Difficoltà a generalizzare Difficoltà nell’organizzazione Distraibilità e facile

sovrastimolazione

Abilità visuali>abilità verbali Eccessiva attenzione ai

dettagli Difficoltà a generalizzare Difficoltà nell’organizzazione Distraibilità e facile

sovrastimolazione

Page 23: Conoscere Per Intervenire 2

Il DSM IV parla di compromissione qualitativa nell’area dell’interazione sociale e della comunicazione significa e interessi ristretti . L’autismo, quindi, è una categoria diagnostica caratterizzata da deficit nelle abilità sociali, comunicative e nell’immaginazione.

Il DSM IV parla di compromissione qualitativa nell’area dell’interazione sociale e della comunicazione significa e interessi ristretti . L’autismo, quindi, è una categoria diagnostica caratterizzata da deficit nelle abilità sociali, comunicative e nell’immaginazione.

Page 24: Conoscere Per Intervenire 2

Il concetto di deficit si caratterizza rispetto al concetto di malattia per la sua irreversibilità (nella malattia c’è uno stato di salute a cui si torna con la guarigione).

Il concetto di deficit si caratterizza rispetto al concetto di malattia per la sua irreversibilità (nella malattia c’è uno stato di salute a cui si torna con la guarigione).

Page 25: Conoscere Per Intervenire 2

La gravità dei deficit può variare molto da soggetto a soggetto. Wing parla di spettro autistico, ai cui estremi si possono collocare:

Autismo a basso funzionamento (grave ritardo, assenza di linguaggio…)

Autismo ad alto funzionamento (buone abilità linguistiche, QI medio o alto…)

La gravità dei deficit può variare molto da soggetto a soggetto. Wing parla di spettro autistico, ai cui estremi si possono collocare:

Autismo a basso funzionamento (grave ritardo, assenza di linguaggio…)

Autismo ad alto funzionamento (buone abilità linguistiche, QI medio o alto…)

Page 26: Conoscere Per Intervenire 2

EZIOLOGIA: LE IPOTESI RELATIVE ALLE CAUSE

DELL’AUTISMO

EZIOLOGIA: LE IPOTESI RELATIVE ALLE CAUSE

DELL’AUTISMO

Page 27: Conoscere Per Intervenire 2

Ipotesi psicogeneticaIpotesi psicogenetica

1. Autismo come disturbo emotivo2. Causato da ostilità/ rifiuto da parte dei

genitori3. Ritiro sociale nei confronti dei genitori4. I genitori come fonte di stress estremo

1. Autismo come disturbo emotivo2. Causato da ostilità/ rifiuto da parte dei

genitori3. Ritiro sociale nei confronti dei genitori4. I genitori come fonte di stress estremo

Page 28: Conoscere Per Intervenire 2

IPOTESI ORGANICHEIPOTESI ORGANICHE

FRITH (1989) parla di catena causale: che presenta tre stadi: Rischio: derivante da fattori genetici, lesionali,

biochimici Attacco: ognuno dei fattori di rischio è in grado di

sferrare l’attacco alla maturazione del sistema nervoso centrale

Danni: l’attacco provoca danni nello sviluppo di specifici sistemi cerebrali relativi ai processi mentali superiori. I danni possono essere di varia gravità.

FRITH (1989) parla di catena causale: che presenta tre stadi: Rischio: derivante da fattori genetici, lesionali,

biochimici Attacco: ognuno dei fattori di rischio è in grado di

sferrare l’attacco alla maturazione del sistema nervoso centrale

Danni: l’attacco provoca danni nello sviluppo di specifici sistemi cerebrali relativi ai processi mentali superiori. I danni possono essere di varia gravità.

Page 29: Conoscere Per Intervenire 2

Le ipotesi psicogenetiche sono ormai messe da parte in favore delle ipotesi organiche.

Il cambiamento di prospettiva incide profondamente sulla tipologia d’intervento, sulle sue finalità, sul rapporto con i genitori.

Le ipotesi psicogenetiche sono ormai messe da parte in favore delle ipotesi organiche.

Il cambiamento di prospettiva incide profondamente sulla tipologia d’intervento, sulle sue finalità, sul rapporto con i genitori.

Page 30: Conoscere Per Intervenire 2

Le teorie psicogenetiche hanno prodotto:

forte colpevolizzazione delle famiglie dei soggetti autistici

interventi “terapeutici” di allontanamento dalle famiglie (Bettelheim).

Le teorie psicogenetiche hanno prodotto:

forte colpevolizzazione delle famiglie dei soggetti autistici

interventi “terapeutici” di allontanamento dalle famiglie (Bettelheim).

Page 31: Conoscere Per Intervenire 2

Attualmente l’intervento educativo è considerato l’intervento d’elezione per le persone autistiche. L’obiettivo non è “far guarire”, ma utilizzare i punti di forza per raggiungere il migliore adattamento possibile al proprio ambiente, cercando allo stesso tempo di adattare l’ambiente alle caratteristiche della persona autistica.

Attualmente l’intervento educativo è considerato l’intervento d’elezione per le persone autistiche. L’obiettivo non è “far guarire”, ma utilizzare i punti di forza per raggiungere il migliore adattamento possibile al proprio ambiente, cercando allo stesso tempo di adattare l’ambiente alle caratteristiche della persona autistica.

Page 32: Conoscere Per Intervenire 2

L’intervento educativoL’intervento educativo

Page 33: Conoscere Per Intervenire 2

Deficit-handicapDeficit-handicap

I deficit di abilità sociali, di comunicazione e di immaginazione della persona autistica in relazione ad un ambiente fisico e sociale possono creare una situazione di handicap (svantaggio)

I deficit di abilità sociali, di comunicazione e di immaginazione della persona autistica in relazione ad un ambiente fisico e sociale possono creare una situazione di handicap (svantaggio)

Page 34: Conoscere Per Intervenire 2

Finalità intervento educativoFinalità intervento educativo

insegnare abilità in grado di compensare i deficit o di sostituire i comportamenti problema

Adattare gli ambienti e studiare gli ausili appropriati (calendari…)

Promuovere l’integrazione: dal conoscersi al fare insieme

insegnare abilità in grado di compensare i deficit o di sostituire i comportamenti problema

Adattare gli ambienti e studiare gli ausili appropriati (calendari…)

Promuovere l’integrazione: dal conoscersi al fare insieme

Page 35: Conoscere Per Intervenire 2

I CP come messaggio I CP come messaggio

I deficit nelle abilità di comunicazione possono causare forte frustrazione e di conseguenza comportamenti-problema.

E’ necessario interpretare la funzione comunicativa dei CP per poterne cambiare la forma.

I deficit nelle abilità di comunicazione possono causare forte frustrazione e di conseguenza comportamenti-problema.

E’ necessario interpretare la funzione comunicativa dei CP per poterne cambiare la forma.

Page 36: Conoscere Per Intervenire 2

Decisione di reale problematicità

CRITERI Danno (autolesionismo,

aggressività)

Ostacolo allo sviluppo e all’apprendimento

Stigma sociale

Decisione di reale problematicità

CRITERI Danno (autolesionismo,

aggressività)

Ostacolo allo sviluppo e all’apprendimento

Stigma sociale

Page 37: Conoscere Per Intervenire 2

Definizione operativaDefinizione operativa

Il CP deve essere definito in termini di azioni osservabili e non con descrizioni generiche.

Il CP deve essere definito in termini di azioni osservabili e non con descrizioni generiche.

Page 38: Conoscere Per Intervenire 2

Dopo aver definito in termini osservabili il comportamento target si può iniziare a fare delle osservazioni sistematiche,

utilizzando un diagramma.

Dopo aver definito in termini osservabili il comportamento target si può iniziare a fare delle osservazioni sistematiche,

utilizzando un diagramma.

Attività Orario lun mar mer giov ven

8,30-9

9-9,30

9,30-10

10-10,30

Studente: Data inizio: Comportamento target: Data fine:

Legenda: casella bianca assenza di comportamento casella barrata meno di 5 volte casella annerita + di 5 volte

Page 39: Conoscere Per Intervenire 2

L’osservazione con il diagramma permette di identificare i momenti in cui il comportamento è più frequente e di formulare le prime ipotesi (es. in quel momento l’ambiente è particolarmente rumoroso).

Page 40: Conoscere Per Intervenire 2

Per approfondire la funzione comunicativa del comportamento problema si può procedere con una

scheda ABC.

Per approfondire la funzione comunicativa del comportamento problema si può procedere con una

scheda ABC.Antecedenti Comportamenti Conseguenze

Page 41: Conoscere Per Intervenire 2

Questa scheda parte dal principio che il comportamento problema sia

una risposta ad un certo stimolo (es. situazione rumorosa),

finalizzata all’ottenimento di un risultato considerato positivo (es.

allontanarsi dalla situazione rumorosa).

Questa scheda parte dal principio che il comportamento problema sia

una risposta ad un certo stimolo (es. situazione rumorosa),

finalizzata all’ottenimento di un risultato considerato positivo (es.

allontanarsi dalla situazione rumorosa).

Page 42: Conoscere Per Intervenire 2

Alcune funzioni dei CPAlcune funzioni dei CP

Ottenere attenzione Ottenere l’accesso ad un’attività Ottenere cibo Ottenere un oggetto Protestare Chiedere una pausa Chiedere aiuto

Ottenere attenzione Ottenere l’accesso ad un’attività Ottenere cibo Ottenere un oggetto Protestare Chiedere una pausa Chiedere aiuto

Page 43: Conoscere Per Intervenire 2

Intervento positivo sostitutivoIntervento positivo sostitutivo

Una volta identificata la funzione comunicativa di un certo comportamento problema, si può orientare l’intervento educativo verso l’apprendimento di una forma più adeguata di comunicazione (ad esempio chiedere “Posso uscire?” o indicare la porta).

Una volta identificata la funzione comunicativa di un certo comportamento problema, si può orientare l’intervento educativo verso l’apprendimento di una forma più adeguata di comunicazione (ad esempio chiedere “Posso uscire?” o indicare la porta).

Page 44: Conoscere Per Intervenire 2

Insegnare abilità socialiInsegnare abilità sociali

Le attività che possono essere previste per migliorare le abilità sociali sono:

Insegnamento di abilità legate alla Teoria della Mente

Le storie sociali Le conversazioni con fumetti Role-playing

Le attività che possono essere previste per migliorare le abilità sociali sono:

Insegnamento di abilità legate alla Teoria della Mente

Le storie sociali Le conversazioni con fumetti Role-playing

Page 45: Conoscere Per Intervenire 2

Intervento secondo i principi di teoria della mente

Intervento secondo i principi di teoria della mente

Nei soggetti autistici è compromessa la capacità di costruire una teoria della mente, cioè di attribuire a se stessi e agli altri degli stati mentali.

Nei soggetti autistici è compromessa la capacità di costruire una teoria della mente, cioè di attribuire a se stessi e agli altri degli stati mentali.

Page 46: Conoscere Per Intervenire 2

Recentemente Howlin, Baron Cohen e Hadwin (1999) hanno messo a punto un programma per insegnare ai soggetti autistici a leggere la mente. Per facilitare l’apprendimento, la comprensione degli stati mentali è stata divisa in:

• Comprensione delle emozioni• Comprensione delle credenze• Comprensione della finzione

Recentemente Howlin, Baron Cohen e Hadwin (1999) hanno messo a punto un programma per insegnare ai soggetti autistici a leggere la mente. Per facilitare l’apprendimento, la comprensione degli stati mentali è stata divisa in:

• Comprensione delle emozioni• Comprensione delle credenze• Comprensione della finzione

Page 47: Conoscere Per Intervenire 2

L’uso di storie sociali e di conversazioni con fumettiL’uso di storie sociali e di conversazioni con fumetti

Le difficoltà nelle abilità sociali rendono misterioso il mondo sociale, le sue regole.

Le conversazioni con i fumetti e le storie sociali traducono questi “segreti” dell’interazione sociale in informazioni sociali concrete per gli studenti con autismo ad alto funzionamento.

Le difficoltà nelle abilità sociali rendono misterioso il mondo sociale, le sue regole.

Le conversazioni con i fumetti e le storie sociali traducono questi “segreti” dell’interazione sociale in informazioni sociali concrete per gli studenti con autismo ad alto funzionamento.

Page 48: Conoscere Per Intervenire 2

Ogni storia sociale e conversazione con i fumetti mira a conferire prevedibilità a una situazione percepita come confusa, minacciosa o difficile da decifrare.

Le conversazioni con i fumetti e le storie sociali vengono costruite su misura del singolo allievo, in funzione dei suoi bisogni e delle sue capacità.

Ogni storia sociale e conversazione con i fumetti mira a conferire prevedibilità a una situazione percepita come confusa, minacciosa o difficile da decifrare.

Le conversazioni con i fumetti e le storie sociali vengono costruite su misura del singolo allievo, in funzione dei suoi bisogni e delle sue capacità.

Page 49: Conoscere Per Intervenire 2

Il contenuto e il formato delle storie sociali devono essere adattati all’età, alle capacità di lettura e comprensione del testo e alle capacità di attenzione dello studente autistico.

In genere si usa la prima persona e i verbi al tempo presente o futuro

Il contenuto e il formato delle storie sociali devono essere adattati all’età, alle capacità di lettura e comprensione del testo e alle capacità di attenzione dello studente autistico.

In genere si usa la prima persona e i verbi al tempo presente o futuro

Page 50: Conoscere Per Intervenire 2

Le conversazioni con i fumetti

Le conversazioni con i fumetti

A differenza di una storia sociale, una CCF è un’interazione dinamica.

La CCF è utile: Quando una certa situazione è fonte

di difficoltà Quando occorre chiarire il

comportamento di altre persone Per prepararsi a una nuova situazione

A differenza di una storia sociale, una CCF è un’interazione dinamica.

La CCF è utile: Quando una certa situazione è fonte

di difficoltà Quando occorre chiarire il

comportamento di altre persone Per prepararsi a una nuova situazione

Page 51: Conoscere Per Intervenire 2

Le persone coinvolte si procurano una serie di pennarelli e un foglio di carta e mentre parlano disegnano.

I simboli devono essere semplici e rappresentativi, le figure umane stilizzate.

Le persone coinvolte si procurano una serie di pennarelli e un foglio di carta e mentre parlano disegnano.

I simboli devono essere semplici e rappresentativi, le figure umane stilizzate.

Page 52: Conoscere Per Intervenire 2

Il dizionario dei simboli contiene 8 simboli, utilizzati comunemente nelle CCF, che traducono i concetti sociali astratti in rappresentazioni visive

Il dizionario dei simboli contiene 8 simboli, utilizzati comunemente nelle CCF, che traducono i concetti sociali astratti in rappresentazioni visive

Page 53: Conoscere Per Intervenire 2

Role playRole play

Si possono insegnare abilità sociali mediante:

• dimostrazione di un modello• Imitazione del modello• Valutazione della performance

(videoregistrazione)

Si possono insegnare abilità sociali mediante:

• dimostrazione di un modello• Imitazione del modello• Valutazione della performance

(videoregistrazione)

Page 54: Conoscere Per Intervenire 2

Educazione strutturataEducazione strutturata

L’ambiente andrebbe modificato in modo da renderlo prevedibile, mediante informazioni chiare relative al “Dove”, “Quando” “Per quanto tempo”, “Che cosa”, “Come”.La forma delle informazioni cambia in base alle capacità di astrazione della persona.

L’ambiente andrebbe modificato in modo da renderlo prevedibile, mediante informazioni chiare relative al “Dove”, “Quando” “Per quanto tempo”, “Che cosa”, “Come”.La forma delle informazioni cambia in base alle capacità di astrazione della persona.

Page 55: Conoscere Per Intervenire 2

Si può ridurre l’angoscia che deriva dal vivere in un mondo percepito come caotico, mirando ad aumentare la coerenza e la prevedibilità in 2 modi:

routine: si organizza il flusso degli eventi in modo che seguano un ordine regolare

<<agende>> individualizzate: per far fronte agli impegni quotidiani si mettono a punto programmi individualizzati giornalieri, settimanali o mensili

Si può ridurre l’angoscia che deriva dal vivere in un mondo percepito come caotico, mirando ad aumentare la coerenza e la prevedibilità in 2 modi:

routine: si organizza il flusso degli eventi in modo che seguano un ordine regolare

<<agende>> individualizzate: per far fronte agli impegni quotidiani si mettono a punto programmi individualizzati giornalieri, settimanali o mensili

Page 56: Conoscere Per Intervenire 2

Esempio di agenda del giorno di uno studente autistico di prima superiore, progettata per la sua

difficoltà a passare da una lezione alla successiva

Esempio di agenda del giorno di uno studente autistico di prima superiore, progettata per la sua

difficoltà a passare da una lezione alla successiva

• 7,30-8,25 Inglese• 8,25 metto via il materiale di inglese e tiro

fuori quello di matematica• 8,30-9,25 Matematica• 9,20 metto via il materiale di matematica e mi

preparo per la lezione di arte• 9,25 vado a lezione di arte• …

Regole

1. Quando una lezione è finita metto via il materiale

2. Quando un’attività è finita, la spunto con un segno

• 7,30-8,25 Inglese• 8,25 metto via il materiale di inglese e tiro

fuori quello di matematica• 8,30-9,25 Matematica• 9,20 metto via il materiale di matematica e mi

preparo per la lezione di arte• 9,25 vado a lezione di arte• …

Regole

1. Quando una lezione è finita metto via il materiale

2. Quando un’attività è finita, la spunto con un segno

Page 57: Conoscere Per Intervenire 2

Organizzazione del lavoroOrganizzazione del lavoro

Le difficoltà di pianificazione, scelta, integrazione e organizzazione possono interferire e ostacolare lo svolgimento di un compito altrimenti alla portata dello studente. In questo caso è utile predisporre istruzioni scritte circa:

Lavori da fare Quanto lavoro da fare Quando finisce Cosa fare dopo

Le difficoltà di pianificazione, scelta, integrazione e organizzazione possono interferire e ostacolare lo svolgimento di un compito altrimenti alla portata dello studente. In questo caso è utile predisporre istruzioni scritte circa:

Lavori da fare Quanto lavoro da fare Quando finisce Cosa fare dopo

Page 58: Conoscere Per Intervenire 2

Esempio di istruzioni operative

Esempio di istruzioni operative

Geometria

1. Consegno i compiti fatti a casa

2. Lezione a p.47

3. Svolgo i problemi di p.48, n.1-12

4. Scrivo i compiti per casa

5. Ore 9,25 vado a inglese

Geometria

1. Consegno i compiti fatti a casa

2. Lezione a p.47

3. Svolgo i problemi di p.48, n.1-12

4. Scrivo i compiti per casa

5. Ore 9,25 vado a inglese

Page 59: Conoscere Per Intervenire 2

Istruzioni scritte per i compitiIstruzioni scritte per i compiti

Dopo aver scomposto un compito nelle diverse fasi, si forniscono allo studente delle istruzioni scritte relative alla sequenza dei passi necessari per completare il compito stesso

Dopo aver scomposto un compito nelle diverse fasi, si forniscono allo studente delle istruzioni scritte relative alla sequenza dei passi necessari per completare il compito stesso

Page 60: Conoscere Per Intervenire 2

Es. Istruzioni per il compito: completa il compito, passando alla fase successiva solo dopo che hai completato quella precedente

1. Leggi tutte le istruzioni, solo dopo torna al n.2 e fai ciò che dice

2. Leggi le pagine 34-38 nel tuo libro di scienze

3. Scrivi una sintesi di 10 righe di ciò che hai letto

4. Metti il compito nella cartella dei compiti di scienze

5. Consulta la scheda con le attività del giorno per ricordare cosa c’è da fare dopo

Es. Istruzioni per il compito: completa il compito, passando alla fase successiva solo dopo che hai completato quella precedente

1. Leggi tutte le istruzioni, solo dopo torna al n.2 e fai ciò che dice

2. Leggi le pagine 34-38 nel tuo libro di scienze

3. Scrivi una sintesi di 10 righe di ciò che hai letto

4. Metti il compito nella cartella dei compiti di scienze

5. Consulta la scheda con le attività del giorno per ricordare cosa c’è da fare dopo

Page 61: Conoscere Per Intervenire 2

Modificare l’ambiente e le tecniche didattiche

Modificare l’ambiente e le tecniche didattiche

Collocare lo studente in una posizione che possa facilitare la sua attenzione; eventualmente allestire una zona separata per il lavoro indipendente

Adattare il linguaggio verbale, semplificandolo ed evitando il più possibile il senso figurato (metafore…), i doppi sensi, le allusioni…

Fornire informazioni scritte (ad esempio una scaletta con i punti principali della lezione)

Utilizzo frequente di mappe concettuali, diagrammi e immagini

Collocare lo studente in una posizione che possa facilitare la sua attenzione; eventualmente allestire una zona separata per il lavoro indipendente

Adattare il linguaggio verbale, semplificandolo ed evitando il più possibile il senso figurato (metafore…), i doppi sensi, le allusioni…

Fornire informazioni scritte (ad esempio una scaletta con i punti principali della lezione)

Utilizzo frequente di mappe concettuali, diagrammi e immagini

Page 62: Conoscere Per Intervenire 2

Motivare l’alunno facendo leva sugli interessi particolari

Motivare l’alunno facendo leva sugli interessi particolari

T. Grandin <<…gli insegnanti devono usare le fissazioni per motivare gli alunni invece che cercare di sradicarle>>.

Esempio: l’interesse di Alfredo per gli alberi e i fiori si potrebbe utilizzare per sviluppare conoscenze in ambiti diversi (storia: la scoperta di certi alberi; scienze: la riproduzione delle piante; matematica: quante rose in un giardino di 10 metri quadri se ci sono x rose in 1 metro quadro?…)

T. Grandin <<…gli insegnanti devono usare le fissazioni per motivare gli alunni invece che cercare di sradicarle>>.

Esempio: l’interesse di Alfredo per gli alberi e i fiori si potrebbe utilizzare per sviluppare conoscenze in ambiti diversi (storia: la scoperta di certi alberi; scienze: la riproduzione delle piante; matematica: quante rose in un giardino di 10 metri quadri se ci sono x rose in 1 metro quadro?…)

Page 63: Conoscere Per Intervenire 2

Il lavoro educativo per l’integrazione

Il lavoro educativo per l’integrazione

Page 64: Conoscere Per Intervenire 2

In Italia, contraddizione di fondo: “includere” rinunciando ad un lavoro individualizzato specifico per il soggetto autistico o viceversa fare un lavoro individualizzato in un contesto separato?

In Italia, contraddizione di fondo: “includere” rinunciando ad un lavoro individualizzato specifico per il soggetto autistico o viceversa fare un lavoro individualizzato in un contesto separato?

Page 65: Conoscere Per Intervenire 2

Gli intervento educativi, in una scuola dell’integrazione, dovrebbero essere “INTERVENTI SPECIALI IN LUOGHI NORMALI”

Gli intervento educativi, in una scuola dell’integrazione, dovrebbero essere “INTERVENTI SPECIALI IN LUOGHI NORMALI”

Page 66: Conoscere Per Intervenire 2

Importante riflettere sul clima generale. Se si valorizza solo la prestazione individuale e prevale la competizione, si riduce lo spazio per:

• conoscere l’altro,• ascoltare i suoi bisogni• sostenersi reciprocamente nel percorso

di crescita.

Importante riflettere sul clima generale. Se si valorizza solo la prestazione individuale e prevale la competizione, si riduce lo spazio per:

• conoscere l’altro,• ascoltare i suoi bisogni• sostenersi reciprocamente nel percorso

di crescita.

Page 67: Conoscere Per Intervenire 2

E’ fondamentale cercare di creare un clima inclusivo, mettendo in campo iniziative per:

Abbassare la competitività Stimolare il senso di appartenenza al

gruppo; Creare occasioni di vicinanza e lavoro

comune Lavorare sulle competenze prosociali e

sulla valorizzazione positiva degli altri

E’ fondamentale cercare di creare un clima inclusivo, mettendo in campo iniziative per:

Abbassare la competitività Stimolare il senso di appartenenza al

gruppo; Creare occasioni di vicinanza e lavoro

comune Lavorare sulle competenze prosociali e

sulla valorizzazione positiva degli altri

Page 68: Conoscere Per Intervenire 2

Si può immaginare un percorso che inizia con la conoscenza reciproca (conoscenza della storia personale, dei deficit dell’autismo così come delle abilità particolari) per arrivare al fare insieme (apprendimento cooperativo, tutoring).

Si può immaginare un percorso che inizia con la conoscenza reciproca (conoscenza della storia personale, dei deficit dell’autismo così come delle abilità particolari) per arrivare al fare insieme (apprendimento cooperativo, tutoring).

Page 69: Conoscere Per Intervenire 2

Il processo di integrazione può essere visto come un lavoro di costruzione di ponti: si cerca di mettere in comunicazione gli individui per superare la distanza inevitabile delle differenze.

Il processo di integrazione può essere visto come un lavoro di costruzione di ponti: si cerca di mettere in comunicazione gli individui per superare la distanza inevitabile delle differenze.