Upload
explorandom
View
97
Download
0
Embed Size (px)
Citation preview
CIBO SPAZIALE Paola Pastori
CIBO NELLO SPAZIO:IERI
Nei primi lanci spaziali, negli anni sessanta del secolo scorso, il cibo non era eccezionale, mentre per quanto riguarda il bere, agli astronauti venivano date bevande fruttate o zuccherate in polvere, solubili in acqua come il Tang. Così, in genere, gli astronauti, che erano sottoposti a un grande stress fisico e psicologico, durante una missione nello spazio perdevano molto peso.
Immagine del vecchio” Tang”
Quanto alla varietà, il cibo nello spazio si può raggruppare in sei tipi diversi :- Cibo reidratabile: ossia il cibo dal quale viene estratta una parte d’acqua , per ridurre il peso e allungare il suo tempo di conservazione.- Cibi con una percentuale d’acqua media: cioè tra il 15% e il 30%: pesche essicate, pere, carne .- Snack: noccioline, barrette di cereali, M&Ms.- Condimenti vari: come ketchup, senape, maionese e altre salse.
Negli anni settanta la preparazione dei pasti per gli astronauti è molto migliorata.
E OGGI
- Carne irradiata. L’irradiazione è un trattamento fisico degli alimenti effettuato con radiazioni ionizzanti ad alta energia, in grado di inattivare gli enzimi dannosi presenti nell’alimento, ritardandone il deterioramento e inibendo la moltiplicazione dei microrganismi.
Termo-stabilizzazione: si tratta di una sterilizzazione a temperature molto alte, intorno ai 121°C per 15 minuti per la carne e il pesce, mentre per la frutta basta una pastorizzazione a 71°C. Per cuocere le pietanze e mantenere inalterato il sapore, il cibo sterilizzato viene messo in speciali sacchetti formati da 4 strati dove non entra né luce né aria per evitare ossidazioni e per poi essere cucinato sottovuoto.
-Liofilizzazione: il cibo viene congelato e poi privato dell’acqua che passa direttamente da cristalli di ghiaccio a vapore e poi conservato sottovuoto. Quando è il momento del consumo si aggiunge il brodo e si ricostituisce la pietanza.
E OGGI
ARGOTECArgotec è unico responsabile dello sviluppo alimentare spaziale per
gli astronauti europei sulla Stazione Spaziale Internazionale.
Recentemente questa “azienda” ha infatti sviluppato una nuova area
di ricerca per lo studio di cibo nutrizionale dedicato agli astronauti, il
cosiddetto SPACE FOOD LAB situato a Torino. L'obbiettivo è quello
di ridurre la quantità di sodio dagli alimenti e adattare un metodo di
conservazione che non alteri il colore, il profumo e il sapore del cibo.
Samantha Cristoforetti, responsabile del progetto nello spazio
SPACE FOOD LABNello Space Food Lab di Torino, lo chef Stefano Polato della missione
Futura e alcuni esperti di nutrizione sviluppano il cibo extra delle
“grandi occasioni”, che ha una durata di almeno 18-24 mesi ed è
costituito interamente da ingredienti biologici. In particolare, il menu
per Samantha Cristoforetti è il risultato di oltre un anno e mezzo di
ricerca e sviluppo del team guidato dallo Chef Polato di Argotec.
L’obiettivo principale è quello di ridurre al minimo il contenuto di sale
nel cibo, per evitare la ritenzione idrica e i suoi effetti negativi, e
garantirne la conservazione senza alterarne colore, consistenza,
odore e sapore.
SPACE FOOD LAB
Durante la produzione sono stati applicati metodi innovativi di
disidratazione e termostabilizzazione. Dalle confezioni non devono
fuoriuscire briciole o pezzetti di cibo che potrebbero finire all’interno
delle strumentazioni oppure essere inalate. Gli ingredienti vengono
pensati appositamente per ciascun astronauta europeo e
rappresentano un vero e proprio boost psicologico nel corso delle
missioni di lunga durata.
Esempi di cibi prodotti da ArgotecLaboratorio” SPACE FOOD LAB” a Torino
Esempi di frutta prodotta: mela,pera,fragola
“kit” di pietanze”
Cibi termostabilizzati e liofilizzati da Argotec
Buste contenenti semi di Quinoa e pesce
Riso con piselli e gamberetti
Altri alimenti prodotti da argotec
Menu giornaliero degli astronauti
Oggi chi va nello spazio ha l’opportunità di scegliere tra oltre 200 menu
preparati dalla Nasa e, in alcuni casi, ha la possibilità di usufruire di
razioni speciali pensate ad hoc per l’astronauta e che costituiscono una
sorta di premio da consumare la domenica o durante le occasioni speciali,
i BONUS food, appunto.
MENU SPAZIALE
È possibile trasferire l’esperienza del food spaziale nel settore “terrestre”?
Sì, soprattutto per quanto riguarda lo spreco alimentare e la necessità di
conservazione a lungo termine. Ad esempio in tutte le situazioni in cui non si
ha a disposizione un frigorifero come nel caso di calamità naturali, attività
estreme, escursioni in ambienti particolari … I costi, sono alti, ma in quei casi
di emergenza si può per esempio giocare sui numeri, producendo più di 500
buste alla volta.
Sitografia
● http://www.nasa.gov/● http://www.5wmagazine.com/2014/12/07/a-
tavola-tra-le-stelle/● http://www.ilpost.it/2012/06/24/cosa-si-mangia-
nello-spazio/● http://www.argotec.it/argotec/index.php/spacefo
od/spacefood