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La terra dei fuochi Progetto interdisciplinare 3ª A

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MODULI INTERDISCIPLINARI LICEO SCIENTIFICO DIAZ CASERTA - 2014

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La terra dei fuochi

Progetto interdisciplinare 3ª A

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Viaggio nell’impero economico e nel sogno di dominio della camorra 

“Vicino a Grazzanise era stata accumulata tutta la terra di spazzamento della città di Milano. Per decenni tutta la spazzatura raccolta nelle pattumiere dai netturbini milanesi, quella scopata al mattino, era stata raccolta e spedita da queste parti. Dalla provincia di Milano ogni giorno ottocento tonnellate di rifiuti finiscono in Germania. La produzione complessiva è però di milletrecento tonnellate. Ne mancano quindi all’appello cinquecento. Non si sa dove vanno a finire. Con grande probabilità questi rifiuti fantasma vengono sparpagliati in giro per il Mezzogiorno. Ci sono anche i toner delle stampanti ad ammorbare la terra, come scoperto dall’operazione del 2006 “Madre Terra” coordinata dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere. Tra Villa Literno, Castelvolturno e San Tammaro, i toner delle stampanti d’ufficio della Toscana e della Lombardia venivano sversati di notte da camion che ufficialmente trasportavano compost, un tipo di concime. L’odore era acido e forte, ed esplodeva ogni volta che pioveva.  Le terre erano cariche di cromo esavalente. Se inalato, si fissa nei globuli rossi e nei capelli e provoca ulcere, difficoltà respiratorie, problemi renali e cancro ai polmoni. Ogni metro di terra ha il suo carico particolare di rifiuti. Una volta un mio amico dentista mi aveva raccontato che alcuni ragazzi gli avevano portati dei teschi. Dei teschi veri, di esseri umani, per fargli pulire i denti. Come tanti piccoli Amleto avevano in una mano il cranio e nell’altra una mazzetta di soldi per pagare l’intervento di pulizia dentale. Il dentista li cacciava dal suo studio e poi mi faceva telefonate nervose: «Ma dove cazzo li prendono ’sti teschi? Dove se li vanno a cercare?». Immaginava scene apocalittiche, riti satanici, ragazzini iniziati al verbo di Belzebù. Ridevo. Non era difficile capire da dove venivano. Passando vicino Santa Maria Capua Vetere una volta avevo bucato la ruota della Vespa. Il pneumatico si era tagliato passando sopra a una specie di bastone affilato che credevo fosse un femore di bufalo. Ma era troppo piccolo. Era un femore umano. I cimiteri fanno esumazioni periodiche, tolgono quello che i becchini più giovani chiamano “gli arcimorti”, quelli messi sotto terra da più di quarant’anni. Dovrebbero smaltirli assieme alle bare e a tutto il materiale cimiteriale, lucine comprese, attraverso ditte specializzate. Il costo dello smaltimento è elevatissimo, e così i direttori dei cimiteri danno una mazzetta ai becchini per farli scavare, e poi buttano tutto sui camion. Terra, bare macerate e ossa.   

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Trisavoli, bisnonni, avi di chissà quali città si ammonticchiavano nelle campagne casertane. Se ne sversavano talmente tanti, come scoperto dai nas di Caserta nel febbraio 2006, che ormai la gente quando passava vicino si faceva il segno della croce, come fosse un cimitero. I ragazzini fregavano i guanti da cucina alle loro madri e – scavando con mani e cucchiai – cercavano i teschi e le gabbie toraciche intatte. Un teschio con i denti bianchi, i venditori dei mercatini delle pulci potevano comprarlo anche a cento euro. Una gabbia toracica intatta invece, con tutte le costole al loro posto, fino a trecento euro. Tibie, femori e braccia non hanno mercato. Le mani sì, ma si perdono facilmente i pezzi nella terra. I teschi con i denti neri valgono cinquanta euro. Non hanno un grande mercato, alla clientela sembra non fare schifo l’idea della morte, quanto piuttosto il fatto che lo smalto dei denti lentamente inizi a marcire. [...]

Il meccanismo dello smaltimento illecito parte da imprenditori di grosse aziende o anche da piccole imprese che vogliono smaltire a prezzi irrisori le loro scorie, il materiale di risulta da cui più nulla è possibile ricavare se non costi. Al secondo passaggio ci sono i titolari di centri di stoccaggio che attuano la tecnica del giro di bolla, raccolgono i rifiuti e in molti casi li miscelano con rifiuti ordinari, diluendo la concentrazione tossica e declassificando, rispetto al cer, il catalogo europeo dei rifiuti, la pericolosità dei rifiuti tossici. I chimici sono fondamentali per ribattezzare un carico da rifiuti tossici in innocua immondizia. Molti forniscono un formulario di identificazione falso con codici di analisi menzognere. Poi ci sono i trasportatori che percorrono il paese per raggiungere il sito prescelto per smaltire, e infine ci sono gli smaltitori. Questi possono essere gestori di discariche autorizzate o di un impianto di compostaggio dove i rifiuti vengono coltivati per farne concime, ma possono anche essere proprietari di cave dismesse o di terreni agricoli adibiti a discariche abusive. Laddove c’è uno spazio con un proprietario, lì può esserci uno smaltitore.  Elementi necessari nel far funzionare l’intero meccanismo sono i funzionari e dipendenti pubblici che non controllano, né verificano le varie operazioni, o danno in gestione cave e discariche a persone chiaramente inserite nelle organizzazioni criminali. I clan non devono fare patti di sangue con i politici, né allearsi con interi partiti. Basta un funzionario, un tecnico, un dipendente, uno qualsiasi che vuole far lievitare il proprio stipendio e così, con estrema flessibilità e silenziosa discrezione, si riesce a ottenere che l’affare si svolga, con profitto per ogni parte coinvolta.”

Roberto Saviano, Gomorra. Dal capitolo "La Terra del Fuoco"

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Omnium terrarum non modo Italiae sed toto orbe pulcherrima Campania est. Nihil mollius caelo: denique bis floribus vernat. Nihil

uberius solo: ideo Liberi Ceresique certamen dicitur. Nihil

ospitalius mari: hic illi nobiles portus Caieta, Misenus et Baiae, tepentibus fontibus praeclarae, Lucrinus et Avernus. Hic sunt, vitibus amicti, montes Gaurus,

Falernus, Massicus et pulcherrimus omnium Vesuvius, Aetnaei ignis imitator. Urbes ad mare Formiae, Cumae, Puteoli,

Neapolis, Herculaneum, Pompeii et caput urbium Capua, quondam

inter tres maximas, Romam Carthaginemque, numerata. Da Floro

La Campania è la regione più bella non solo d'Italia, ma di tutto il

mondo. Non c'è niente di più dolce del suo clima: basti dire che la

primavera vi sboccia due volte. Non c'è niente di più fertile del suo suolo: si dice che là gareggino Cerere e Bacco. Niente di più

ospitale del suo mare: vi si trovano i famosi porti di Gaeta e di Miseno, di Baia dalle tepide fonti, il Lucrino e l'Averno, quasi luoghi di riposo

del mare. Qui ci sono monti cinti di vigneti, il Gauro, il Falerno, il Massico e, più bello di tutti, il

Vesuvio, che rivaleggia col fuoco dell'Etna. Ci sono città volte al mare: Formia, Cuma, Pozzuoli, Napoli, Ercolano, Pompei e la stessa loro capitale Capua, un

tempo annoverata fra le tre più grandi città (del mondo).

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La Terra Dei Fuochi al tempo dei Romani

Il nome Campania o più frequentemente Campania Felix ("la prosperosa Campania") indicava originariamente il territorio della città di Capua nel periodo romano, e poi anche le pianure dei diversi municipi confinanti. Fu un territorio molto vasto se confrontato con le altre città italiche del periodo romano e pre-romano. Si estendeva dalle pendici del monte Massiccio (a nord) fino a lambire a sud i Campi Flegrei e l'area vesuviana. Inizialmente includeva anche l'ager Falernus, poi fu fortemente ridimensionato da Roma a causa dell'alleanza della città di Capua con Annibale. Grazie alla fertilità del terreno dovuto anche alla presenza del fiume Volturno si meritò il nome di Campania Felix.

Il toponimo Campania, è di origine classica. L'ipotesi più accreditata è che esso derivi dal nome degli antichi abitatori di Capua. Da Capuani, infatti, si avrebbe Campani e, quindi, Campania. Inoltre sia Livio, sia Polibio, dicono di un Ager Campanus con un chiaro riferimento a Capua e al territorio ad essa circostante. In seguito alla Divisione augustea delle province della penisola, il concetto di Campania si estese oltre i suoi originari confini andando a ricomprendere un territorio ben più vasto dell'area circostante Capua. Il termine Campania andò ad indicare una generica area di pianura, probabilmente in assonanza con campus e, in particolare, il termine iniziò a riferirsi anche alla parte pianeggiante del Lazio.

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È in questo quadro che al nome Campania si affianca l'aggettivo felix. La sua introduzione si deve a Plinio Il Vecchio , il quale avverte la necessità di distinguere la Campania Antiqua dal nuovo concetto più esteso di Campania, che includeva la cosiddetta Campania Nova (la Campania di Roma). L'attributo felix nasce, quindi, non tanto per indicare la feracità del territorio, quanto per identificare in maniera univoca una specifica fetta di territorio: la Campania di Capua.

La Campania antica, chiusa tra gli appennini ed il mare, aveva come confini, a Sud, il fiume Sele e, a nord, il Garigliano . Il territorio della Campania, assieme al Latinum, venne a far parte, nella suddisione augustea, della Regio I: Latium et Campania.

Nel medioevo, il toponimo Terra Laboris, registrato per la prima volta nel 1092 (anche se ci sono dubbi sull'originalità del documento), venne a sostituire il nome Campania. Il nuovo toponimo sostituirà ufficialmente l'antico nella suddivisione territoriale normanna. Dal VII secolo infatti, a causa del prevalere del Ducato di Napoli, venne meno nel linguaggio il collegamento tra il toponimo latino Campania e ciò che esso indicava originariamente: in maniera emblematica le carte geografiche, dal 1500 al 1700 circa, riportano l’indicazione Terra Laboris olim Campania felix.

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What do you think of the “Terra dei Fuochi”? And how has impacted on your life?

After carrying out a survey with statistical pupils then have made a interview with the peers other territories and other realities.

Marco, 18, Aversa. I am a young boy, my life would then be only the beginning, but in reality it is already in close contact with death. I do not the police, nor the policeman, I do not run a motorcycle and I'm not a gangster ... it's not my choice, my only crime is to live in Campania or better known as the "Terra dei Fuochi". As a result, more prevalent among the inhabitants of the Terra dei Fuochi that each day leading this life so "special" is that of getting a disease that spares no one, seniors, adults, teens and even children can be affected.

Domenico, 17, Milano. I lived in another region and I knew nothing of these spills and poisoning of cultivable land also. But I can not believe that the locals did not know anything. Only that he preferred to keep quiet out of ignorance, fear, and for a quiet life. Unfortunately nodes always come back to roost, sooner or later, and this should be a lesson for all of Italy.

Gennaro, 16, Napoli. Feel that in 1997 the Camorra boss said that in 20 years they will all die of cancer, and the state has meant that this "prophecy" came true, it makes me feel very bad. The thirst for money and 'absolute irresponsibility of some people, I would not call even humans, are able to trample on the most basic right of entire populations, considered second class, namely the right to life. The state is therefore committing a murder. The Mafia at least has the courage to admit their faults, it was not.

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Rifiuti tossici• I rifiuti tossici sono quei materiali di

scarto che possono causare dei danni o la morte a creature viventi, o che possono porre a rischio l‘ambiente circostante. Generalmente si tratta di prodotti di provenienza industriale e commerciale, ma anche di uso domestico (prodotti delle pulizie, batterie, cosmetici, prodotti di giardinaggio, medicinali scaduti), in agricoltura (fertilizzanti chimici, pesticidi), militare (armi nucleari e chimiche), servizi medici (prodotti farmaceutici), fonti radioattive, industria leggera (impianti di lavaggio a secco). Possono presentarsi in forma liquida, solida o liquame e contenere agenti chimici, metalli pesanti, radioisotopi e altre tossine. Si diffondono facilmente e possono contaminare laghi, fiumi e falde acquifere

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L’inquinamento idrico e la diffusione degli inquinanti I prodotti chimici vanno a finire anche nei corsi d’acqua e quindi nei laghi e nei mari . Numerose analisi dimostrano che l’invasione dei prodotti chimici non risparmia alcun punto del pianeta. Per esempio,sono stati rinvenuti prodotti chimici tossici nel grasso degli orsi polari artici e in certi pesci catturati a centinaia di chilometri dalla costa. Questo fatto rende palese che gli inquinanti chimici emessi in una parte del mondo possono essere trasportati in regioni lontanissime .Il fenomeno avviene mediante il trasporto degli inquinanti nell’atmosfera o attraverso le correnti marine.

L'inquinamento idrico e la diffusione degli inquinanti

La Bioaccumulazione

Gli inquinanti entrano a far parte della nostra catena alimentare mediante un processo chiamato «bioaccumulazione», cioè il processo di concentrazione di sostanze chimiche in un organismo. Certe sostanze chimiche sono molto solubili nei grassi e così si concentrano nei tessuti adiposi degli animali. I pesci che assorbono le sostanze dall’acqua o dal cibo e gli uccelli che si nutrono di pesci introducono nella catena alimentare le sostanze inquinanti. Gli inquinanti organici persistenti, i POP (abbreviazione dell’inglese: Persistant Organic Pollutants),si concentrano tramite il processo della bioaccumulazione e sono molto tossici. Sono chiamati persistenti a causa della loro scarsa degradabilità e quindi permangono nell’ambiente per lungo tempo. Per combattere a livello europeo questo fenomeno,considerato una delle cause primarie dell’aumento dei tumori,nel 2004 è entrata in vigore la convenzione di Stoccolma per la messa al bando di 12 inquinanti organici persistenti.

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Dalla Terra Dei Fuochi al Triangolo della Morte...

Con il termine Terra Dei Fuochi si intende un'area territoriale compresa fra le province di Napoli e di Caserta

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