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Corso di Teoria e Tecniche dei Nuovi Media. Convergenza, ri-mediazione e multidimensionalita'
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Il senso della trasformazioneConvergenza, ri-mediazione e multidimensionalità
prof. Ugo GuidolinDocente di Teoria e Tecniche dei Nuovi MediaUniversità degli Studi di Padova
http://bloogo.oogo.com
Corso di Teoria e Tecniche dei Nuovi Media
Il senso della trasformazione
© 2008, prof. Ugo Guidolin, Teoria e Tecniche dei Nuovi Media, Milano
Motori della trasformazione
All’interno di questo quadro evolutivo possiamo identi!care tre principali tendenze nella trasformazionedei media:
• La convergenza al digitale(dimensione tecnologica)
• La ri-mediazione dei linguaggi comunicativi (dimensione semiotica)
• Il passaggio dalla linearità alla multidimensionalità del pensiero (dimensione cognitiva)
Il senso della trasformazione
© 2008, prof. Ugo Guidolin, Teoria e Tecniche dei Nuovi Media, Milano
Convergenza al digitale
Il senso della trasformazione
© 2008, prof. Ugo Guidolin, Teoria e Tecniche dei Nuovi Media, Milano
Il senso della trasformazione
© 2008, prof. Ugo Guidolin, Teoria e Tecniche dei Nuovi Media, Milano
Convergenza al digitale
Il bisogno dell’uomo di comunicare velocemente a distanza si ritraduce nella costruzione di una dimensione sociale all’interno di nuovi spazi connettivi virtuali e trasversali.• PRIMA FASE: Istituzione di un linguaggio universale codificato
(scrittura, stampa)
• SECONDA FASE: Comunicare velocemente a distanza (media elettrici)
• TERZA FASE: Convergenza delle diverse forme di comunicazione all’interno di un unico sistema di codificazione e trasmissione (media digitali)
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© 2008, prof. Ugo Guidolin, Teoria e Tecniche dei Nuovi Media, Milano
Ri-mediazione
Il medium è costitutivamente un complesso organico, una protesi cognitiva in continua trasformazione, in grado di generare nuove tecniche intellettive e nuove forme di comunicazione.
• Ogni mutazione tecnologica, sociale o culturale ridefinisce le regole che lo governano: la scrittura è rimediazione dell’oralità primaria; l’oralità secondaria è rimediazione della scrittura; la stampa è rimediazione della scrittura etc.
• Il medium diventa interfaccia delle diverse forme di comunicazione che rappresenta anche nel rapporto con gli altri media
• Il medium non rappresenta più una sola forma di comunicazione, ma è l’espressione di molti linguaggi anche diversificati tra loro (multimedialità del medium)
Il senso della trasformazione
© 2008, prof. Ugo Guidolin, Teoria e Tecniche dei Nuovi Media, Milano
Quasi sempre una tecnologia intellettiva esteriorizza, oggettivizza, virtualizza una funzione cognitiva, un’attività mentale. In tal modo essa riorganizza l’economia e l’ecologia
intellettuale nel suo insieme e modi!ca di rimando la funzione cognitiva che avrebbe dovuto limitarsi ad assistere o ra"orzare, come attestano i rapporti tra scrittura (tecnologia
intellettuale) e memoria (funzione cognitiva).P. Levy, Il virtuale, 1995
Ri-mediazione e feedback cognitivo
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© 2008, prof. Ugo Guidolin, Teoria e Tecniche dei Nuovi Media, Milano
Multidimensionalità
La codi!ca digitale scompone costitutivamente l’informazione in una molteplicità di unità informative decontestualizzate all’interno di una mappa cognitiva priva di linearità narrativa.
• E’ una forma di linguaggio che si predispone all’immaginazione e induce il “lettore” a metterla in racconto.
• Il pensiero è così portato a ricomporre queste unità secondo modalità nuove e molteplici percorsi di conoscenza (interattività).
• Il medium diventa quindi luogo di esperienza e abilità dove vengono ridefiniti volta per volta montaggio, inquadrature, linguaggi ed equilibri
• La ri-mappatura dell’informazione seguono principi di associazione che rispondono più alle logiche dei sistemi auto-organizzanti che non a quelli gerarchici.
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Il bricoleur è capace di eseguire un gran numero di compiti di"erenziati ma, a di"erenza dell’ingegnere, non li subordina al possesso di materie prime e di arnesi, concepiti e procurati
espressamente per la realizzazione del suo progetto: il suo universo strumentale è chiuso e per lui la regola consiste
nell’adattarsi sempre all’equipaggiamento di cui dispone, un insieme !nito di arnesi e materiali, peraltro eterocliti.
Claude Lévy-Strauss, Il pensiero selvaggio, 1962
Multidimensionalità
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Multidimensionalità
• Principio di non sequenzialità• Principio di probabilità• Principio di variabilità
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Principio di non sequenzialità
Con ipertesto intendo scrittura non sequenziale - testo che si dirama e consente al lettore di scegliere; qualcosa che si fruisce al meglio su uno schermo interattivo. Così come è comunemente inteso, un ipertesto è una serie di brani di
testo tra cui sono de!niti dei collegamenti che consentono al lettore di"erenti cammini
Theodor Nelson
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Principio di non sequenzialità
• Elaborazione e lettura del testo: il testo non viene fissato su un supporto fisico come la carta, ma viene collocato all’interno di una mappa di bit, ossia una memoria immateriale instabile, sospesa su uno schermo e quindi evanescente, sempre modificabile.
• Dualità tra elaborazione e lettura del testo nello spazio digitale viene vani!cato, perchè il testo digitale si sviluppa nell’ambito di una continua e illimitata elaborazione del testo, non esiste mai un’edizione conclusa del testo come avviene, per esempio, sulla carta.
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© 2008, prof. Ugo Guidolin, Teoria e Tecniche dei Nuovi Media, Milano
Il principio di probabilità
Un'abduzione è un metodo per formulare una predizione generale senza alcuna assicurazione positiva che essa
risulterà valida né in un determinato caso né solitamente. La sua giusti!cazione è che essa è l'unica possibile speranza di
regolare razionalmente la nostra condotta futura, e che l'induzione tratta dall'esperienza passata ci incoraggia fortemente a sperare che essa avrà successo nel futuro.
Peirce
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Il principio di variabilità
Il contenuto dell’oggetto e la sua rappresentazione diventano entità separate ed è quindi possibile generare più metafore che integrano e gestiscono lo stesso contenuto attraverso comportamenti e proprietà diverse
• In pratica, non stabiliamo quali siano esattamente le proprietà e i comportamenti, ma solo dei contenitori variabili di contenuto.
• modificando il contenuto siamo in grado di creare degli oggetti, ossia istanze, che erediteranno proprietà e comportamenti da quella classe di appartenenza.
• In tal senso, il fotogramma non si costituisce come l’unità narrativa di un percorso sequenziale o multisequenziale disposto lungo l’asse temporale, ma come la rappresentazione istantanea di tante possibili narrazioni variabili.