Upload
francesco-alberto-comellini-
View
145
Download
1
Embed Size (px)
Citation preview
Petrolio giù Benzina su ! Perchè?
Elemen8 per comprendere la composizione del prezzo dei
carburan8
Elaborato da F. Comellini (fonte FIGISC -‐ MISE -‐ LIMES)
Premessa Occorre preliminarmente essere sinceri e porsi una domanda? Quale ruolo gioca l’Italia sullo scacchiere internazionale tale da condizionare il prezzo del petrolio? (dell’energia in generale)
La risposta è: NESSUNO, non incide. (la mappa che segue lo a8esta –Fonte Limes) I paesi che hanno influenza sullo scacchiere internazionale sul prezzo al barile e che hanno determinato il picco minimo di gennaio scorso (20/1/2015 USD 46,49* al Barile Brent FOB) sono: Sta8 Uni8 (che hanno raggiunto saturazione del mercato interno del gas e e del petrolio grazie allo fracking -‐ shale gas e shale oil – da notare che anche la Cina ha avviato progeV di fracking) e Arabia Saudita (che ha interesse a mantenere basso il prezzo al barile -‐ ed infaV non è allineata all’OPEC nella scelta di rallentare la produzione -‐ per recuperare quote di mercato rispeZo ai compe8tor del bacino mediorientale (minando cosi anche la dipendenza energe8ca della UE e in par8colare della Germania da Mosca) da un lato e dall’altro la Russia che deve sostenere il prezzo (almeno 100 usd al barile) per sostenere poli8ca di Pu8n e non azzoppare Gazprom (leggi ques8one Ucraina al centro del gioco) . Sulla mappa che segue sono riporta> i flussi di approvvigionamento dell’Italia, manca la TAP che si sta costruendo e che arriverà in Puglia (ma ci vorranno anni). * Vicino al prezzo rilevato nell’ul>ma seHmana del seIembre 2004 Brent FOB USD 46,54.
Elaborato da F. Comellini (fonte FIGISC -‐ MISE -‐ LIMES)
Elaborato da F. Comellini (fonte FIGISC -‐ MISE -‐ LIMES) Fonte Limes
Il trend ribassista del greggio degli ul>mi mesi dunque non è spiegabile solo in termini di aumento dell'offerta e rallentamento della domanda. Pesano le scelte strategiche delle principali potenze mediorientali e mondiali. Alcuni dei nostri principali fornitori di gas e petrolio sono in guerra (Libia) o rappresentano delle incognite strategiche (Russia). L'Algeria, secondo nostro fornitore di gas, è struZuralmente instabile, come EgiZo e Nigeria, che esportano petrolio verso Roma. C'è stato un calo nell'approvvigionamento italiano di gas da Algeri e Tripoli tra il 2012 e il 2013. Ci sono naturalmente anche dei merca> stabili tra i nostri fornitori (Kazakistan, Arabia Saudita, Norvegia), ma le tante crisi che ci circondano -‐ dalla guerra in Ucraina alle emergenze del Mediterraneo, dal rifiorire del jihadismo al ruolo dell'Iran -‐ aggiungono indeterminatezza e mo8vi di preoccupazione non solo sul fronte geopoli8co ma anche su quello preZamente energe8co. La maggior parte dei produZori americani di shale oil fa profiV con cos8 del barile inferiori al break-‐even point (punto di pareggio del bilancio fiscale) della quasi totalità dei paesi Opec. Ad esclusione, guarda caso, di paesi come il Kuwait (75$/b), gli Emira8 Arabi Uni8 (70$/b) e il Qatar (65$/b), mentre i 93$/b equivalen8 al prezzo di equilibrio dell’Arabia Saudita non sono certo un problema, vis8 gli oltre 720 miliardi di dollari in riserve di valuta estera del Regno. Inoltre si devono considerare le scelte strategiche dei Paesi cita8 in relazione alla ques8one Iraniana. Non a caso i Paesi non Saudi8 del bacino mediorientale (Oman, Emira8 Arabi e Qatar) lavorano in una prospeVva di rafforzamento delle relazioni commerciali con l’Iran. Tra i più aVvi il Qatar che punta allo sviluppo di “South Pars” , un giacimento di gas che si estende per 9.700 km² nelle acque del Golfo, di cui una buona parte in territorio iraniano, che certamente depotenzierebbe il peso dell’Arabia Saudita.* * Fonte Limes
Elaborato da F. Comellini (fonte FIGISC -‐ MISE -‐ LIMES)
Nel quadro geopoli8co internazionale che vede nel petrolio e nel gas elemen8 centrali delle decisioni strategiche e poli8che per regolare i rappor8 tra Sta8 (in par8colare Usa e Russia) entrano in gioco anche gli accordi per la costruzione di oleodoV e gasdoV, ma l’Italia dunque resta ai margini delle decisioni e non incide. TuIo ciò benchè l’ex Ministro Passera abbia pubblicato la Strategia Energe>ca Nazionale che per lo più leIera morta. Peraltro rispeIo alla rivoluzione energe>ca degli Sta> Uni> con il fracking la SEN esclude espressamente il ricorso all’estrazione di shale gas, anche per la scarsità della sua presenza in Italia. Le risorse energe8che nel nostro Paese dunque seppur limitate, sono state mal ges8te in favore di “poli8che del momento” senza assicurare al Paese quella gradualità di approccio programma8co di sos8tuzione delle fon8 in una oVca di lunga prospeVva. Un esempio? Si è eliminato il nucleare (sul nucleare Carlo Rubbia sos8ene “un reaZore nucleare non produce direZamente CO2, ma è anche vero che c’è il grosso problema delle scorie radioaVve, e del loro smal8mento; per non parlare del rischio di instabilità e di inciden8: sono assolutamente poco probabili ma assolutamente disastrosi quando avvengono.”) senza avere allora alterna>ve al momento credibili , e per con8nuare ad avere energia eleZrica siamo anda8 a prenderla dall’estero (dove hanno le centrali nucleari o producendo energia dal gas o dagli oli combus8bili) nel fraZempo si sono volute incen8vare le fon8 energe8che rinnovabili (bene ma…): con la strategia 202020 abbiamo visto il boom dell’eolico, poi dei campi fotovoltaici (che soZraggono terra all’agricoltura) e via dicendo … persino u8lizzando prodoV soZraV all’alimentazione … tuZe misure comunque non risolo8ve rispeZo al costo finanziato sostenuto, a caro prezzo, dai consumatori con le maggiorazioni in bolleZa. Nel fraZempo non si sono adeguatamente promosse le misure di riqualificazione energe8ca degli edifici lasciando, come sempre, le cose incompiute. Perchè il risparmio energe8co è legato alla riqualificazione reale dell’immenso patrimonio edilizio del Paese e ad un uso razionale delle fon8 fossili. Oltre ad inizia8ve (in verità aVvate a spot e tardivamente) volte a formare una cultura del risparmio energe8co. Occorreva insomma, anche in considerazione delle risorse nazionali e dell’obbligatorietà di rifornirsi all’estero per far fronte al fabbisogno energe8co nazionale , adoZare a fianco di una programmazione consapevole, un alto tasso di gradualità d’azione: diminuzione programmata delle fon8 fossili o dell’energia derivante da impian8 nucleari (con loro riconversione alle energie prodoZe con tecniche pulite e performan8, non con l’abbandono delle struZure) a fronte di un correZo sviluppo tecnologico e di mercato (cioè economicamente sostenibile) delle fon8 rinnovabili. Un progeZo che richiede diversi decenni e che è tuZo da aZuare.
Elaborato da F. Comellini (fonte FIGISC -‐ MISE -‐ LIMES)
Il quadro generale dunque ci dice che a livello mondiale dipenderemo dal petrolio e dal gas per molto tempo ancora. In Italia è il peso fiscale il maggior onere di cui sono gravate le fon8 energe8che. InfaV non sono incen8va8 i prodoV e8camente e ambientalmente sostenibili aZraverso una massiccia defiscalizzazione (non incen8vazione a carico dei ciZadini mascerandola in bolleZa..) sia degli stessi che della ricerca tecnologica necessaria al loro sviluppo, e andrebbe parallelamente andrebbe prevista una defiscalizzazione per portare il costo fiscale dei prodoV petroliferi al livello della media UE. Questo, nell’immediato e comunque nel periodo transitorio necessario al bilanciamento tra le fon8 energe8che, eviterebbe: • il contrabbando in primis che finanzia le mafie;
• nelle zone di confine si eviterebbe il turismo energe8co (in breve il pieno in Slovenia) che danneggia le imprese frontaliere e obbliga le regioni a pagare un bonus carburante ai residen8 per convincerli a fare il pieno in Italia (costo che vanifica parte delle entrate fiscali delle regioni);
• Rilancio dei consumi e della produzione per sostenere anche il geVto.
Elaborato da F. Comellini (fonte FIGISC -‐ MISE -‐ LIMES)
Vediamo allora come si quota il greggio sul mercato: Per il petrolio vi sono una dozzina di principali merca8, che sono lega8 ai piu rilevan8 paesi di provenienza del prodoZo (che come abbiamo visto sono influenza8, e influenzano, la situazione poli8ca internazionale) . I due piu no8, che sono presi a riferimento per quan8ficare il prezzo del petrolio, sono il Brent (rela8vo al petrolio estraZo nel Mare del Nord), quotato a Londra, e il W> (West Texas Intermediate, che riguarda il petrolio estraZo nel Texas), quotato al Nymex di New York. Vi sono poi altri merca8 petroliferi come l’Arab Light, l’Iran Heavy, l’Urals, dove i prezzi sono leggermente differen8 gli uni dagli altri, in quanto il petrolio non è un prodoZo omogeneo, avendo caraZeris8che chimiche e fisiche che variano in funzione del giacimento di provenienza. InfaV, gli impian8 petrolchimici devono adeguare le procedure di raffinazione a seconda del 8po di petrolio elaborato, e questo incide anche sui cos8 dei prodoV deriva8, ossia benzina, gasolio, olio combus8bile, ecc..
Elaborato da F. Comellini (fonte FIGISC -‐ MISE -‐ LIMES)
Un’idea dell’evoluzione dei prezzi la si ha consultando i da8 delle fon8 ufficiali (Chartsbin per i prezzi fino al 2000, e Us energy informa8on administra8on, per quelli successivi) che mostrano come i prezzi si siano mantenu8 molto bassi fino ai primi anni ‘70, per crescere a livelli del picco massimo del novembre 2008 con una quotazione Brent FOB a 143,68 USD. Oggi siamo aZorno ai 60 USD al barile, più o meno ai livelli dell’oZobre 2006. Fonte: hZp://chartsbin.com/view/oau fino al 2000, poi Us energy informa8on administra8on rela8vo al Brent misurato nell’ul8mo giorno dell’anno (hZp://www.eia.gov/dnav/pet/hist/LeafHandler.ashx?n=PET&s=RBRTE&f=D) * Per i prezzi fino al 2000 si usa il $2009.
Elaborato da F. Comellini (fonte FIGISC -‐ MISE -‐ LIMES)
E nel fratempo i carburan8 in Italia? Preliminarmente va deZo che il prezzo dei carburan8 alla pompa in Italia come nel resto del mondo è composto di tre componen8 sostanziali: l’imposizione fiscale, il prezzo del carburante vero e proprio, i cos8 ed i margini di retribuzione del sistema distribu8vo (ricavo industriale). A -‐ Il prezzo del carburante vero e proprio è dato dalla quotazione CIF internazionale (area Mediterraneo) dei prodoV raffina8, che è il faZore del prezzo finale concretamente influenzato dal mercato internazionale e dal tasso di cambio euro/dollaro: nel periodo dal 21 febbraio al 27 febbraio 2015 il suo peso specifico sul prezzo finale alla pompa è stato pari al 25,75 % per la benzina ed al 30,12 % per il gasolio. B-‐ Il ricavo industriale è cos8tuito dai cos8 e dai margini del sistema distribu8vo (ammortamen8 degli inves8men8 per gli impian8 di distribuzione, manutenzioni, traspor8, logis8ca, royal8es e fiV passivi, campagne promozionali, margine del gestore dell’impianto, ecc. ecc., risulta8 lordi di ges8one): nel periodo dal 21 febbraio al 27 febbraio 2015 la sua quota sul prezzo finale è stata dell’8,24 % per la benzina e del 9,33 % per il gasolio. C-‐ Infine, l’onere fiscale complessivo [accisa (ivi compresa l’incidenza ponderale delle addizionali regionali sulla benzina) piu IVA 22 %] ha pesato sul prezzo finale della benzina per il 66,02 % e per il 60,56 % per il gasolio.
Elaborato da F. Comellini (fonte FIGISC -‐ MISE -‐ LIMES)
Quanto costa oggi la benzina al self service?
Da8 elabora8 da FIGISC su fonte MISE – periodo 21-‐27/2/15
C AB
Elaborato da F. Comellini (fonte FIGISC -‐ MISE -‐ LIMES)
Per ogni litro di benzina al self service (I prezzi sono sensibilmente più bassi del servito) si paga oggi addiriIura 1,015 euro di tasse ! (per fare un esempio pra8co: se un impiegato che si reca al lavoro con la sua u8litaria e percorre 22 km con un litro, significa per andare a lavorare e produrre reddito e con esso Irpef per lo Stato, gli deve anche pagare una tassa sulla mobilià….che invece e’ libera (Art. 16 della Cos8tuzione )) Il prezzo rilevato dal Mise poi essendo una media nazionale è più alto di quello effeHvamente reperibile sul mercato che vede una forte concorrenza tra distributori a marchio e no logo. Il vantaggio però talvolta è poco visibile al consumatore perche nell’ordine di alcuni millesimi di euro.
Elaborato da F. Comellini (fonte FIGISC -‐ MISE -‐ LIMES)
Prezzo Prezzo Industriale Iva Accisa al Consumo 0,452 0,203 0,564 1,219 (23/10/06) 0,528 0,276 0,728 1,533 (23/2/15) +0,076 +0,073 +0,164 +0,314
Ma quanto costava la benzina verde ad oIobre 2006 a parità di quotazione del prezzo BRENT?
Fonte Mise Nota : Vi è un aggiustamento di 0,001 per effeZo dei millesimi e non sono conteggiate le accise regionali che incidono sulla media nazionale dei consumi per 0,009 / euro litro Elaborato da F. Comellini (fonte FIGISC -‐
MISE -‐ LIMES)
Da cosa dipende l’aumento?
• TASSE per + 23,7 centesimi al litro per effeIo degli aumen> delle accise e dell’IVA
• In 8 anni e 4 mesi il prezzo industriale è aumentato di soli + 7,6 centesimi.
La colpa è dello Stato che usa le tasche dei ciZadini per ripianare le proprie inefficienze ges8onali o per far fronte alle emergenze ambientali.
Elaborato da F. Comellini (fonte FIGISC -‐ MISE -‐ LIMES)