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RAPPORTO SULL’AGRICOLTURA DEL MEZZOGIORNO Martedì 21 febbraio 2017 Sala della Lupa - Palazzo Montecitorio

L'agricoltura del Mezzogiorno

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RAPPORTO SULL’AGRICOLTURA DEL MEZZOGIORNO

Martedì 21 febbraio 2017Sala della Lupa - Palazzo Montecitorio

L’AGRICOLTURA PROTAGONISTA DELLA RIPRESA

Dopo aver perso 9 punti di Pil nel periodo della crisi, l’economia italiana, nel 2015, ricomincia a crescere

Il Pil del Mezzogiorno, dopo 17 anni (1999), cresce più che al Centro-Nord

L’agricoltura italiana è protagonista della crescita

IL 2015 È L’ANNO DELLA SVOLTA

11,2 miliardi di € (+0,6%)

Agricoltura +3,8%Industria +0,9%Servizi +0,4%

Mezzogiorno +0,8%Centro-Nord +0,5%

Ma l’agricoltura traina la ripresa soprattutto nel Mezzogiorno, con un vero e proprio balzo in avanti:

L’agricoltura del Mezzogiorno cresce molto di più che nel Centro-Nord:

...SPECIE NEL MEZZOGIORNO

Mezzogiorno +7,3%Centro-Nord +1,6%

Agricoltura +7,3%Industria -0,3%Servizi +0,8%

LE ESPORTAZIONI

Nel 2015, l’export agroalimentare italiano raggiunge la cifra record di 36,8 mld di € con una crescita del +7,3%

Il Mezzogiorno registra tassi di crescita superiori al Centro-Nord:PRODOTTI AGRICOLI: Mezzogiorno +15,5%; Centro-Nord +9,6%PRODOTTI ALIMENTARI: Mezzogiorno +7,6%; Centro-Nord +6,3%

Ci sono ancora molti margini di crescita:Il contributo del Mezzogiorno alle esportazioni agricole italiane (30% del totale), è ben al di sotto del ruolo che l’agricoltura meridionale riveste in termini di Valore Aggiunto (oltre 40%).

L’EXPORT DEL MEZZOGIORNO CRESCE A VELOCITÀ DOPPIA

GLI INVESTIMENTI

Nel 2015, il valore degli investimenti fissi lordi in agricoltura nel Mezzogiorno è stato pari a 2,2 miliardi di €, evidenziando una dinamica decisamente migliore rispetto al resto del Paese.

Ma gli investimenti restano sbilanciati nella loro articolazione territoriale: ¾ nel Centro Nord e solo ¼ nel Mezzogiorno

Se si rapportano gli investimenti al Valore Aggiunto, lo squilibrio diviene ancora più evidente:

+9,6% Mezzogiorno-2,0% Centro-Nord+0,7% Italia

6% nel Mezzogiorno 33% nel Centro-Nord

IL CREDITO

Nel 2015, il credito per l’agricoltura nel Mezzogiorno è cresciuto, mentre a livello nazionale si è ridotto. Una crescita che ha sospinto gli investimenti:

Gli impieghi bancari sono passati, tra il 2010 e il 2015, da 7,5 a 8,6 mld €

Il tasso di decadimento del credito agricolo è minore nel Mezzogiorno che nel resto del Paese

Ma permangono difficoltà strutturali di accesso al credito da parte delle imprese agricole e di una struttura produttiva troppo frammentata.

Il nuovo ciclo della programmazione dei fondi strutturali 2014-2020 è un banco di prova importante.

+0,7%nel Mezzogiorno -0,2% nel Centro-Nord

+0,7% in agricoltura +1% nel complesso

CREDITO E AGRICOLTURAEVOLUZIONE DEGLI STOCK DEI PRESTITI BANCARI OLTRE IL BREVE TERMINE

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Italia Mezzogiorno

L’occupazione agricola nel Mezzogiorno raggiunge nel 2015 quasi 500 mila unità, crescendo di più che nel resto del Paese:

In questo andamento pesa la componente giovanile che cresce più nel Mezzogiorno (+13%) che nel Centro-Nord (+9,5).

Ritrovato interesse da parte dei giovani in termini imprenditoriali, anche per una nuova consapevolezza del valore della terra:

Negli ultimi 10 anni in Italia le immatricolazioni al «gruppo agrario» sono aumentate del 20%.Nei primi nove mesi del 2016, gli under 35 hanno creato circa 90 mila imprese agricole, di cui ben 20 mila nel Mezzogiorno.

L’OCCUPAZIONE

Negli ultimi 10 anni, +20% del gruppo agrario, -19% il totale

Mezzogiorno +3,8%Centro-Nord +0,4%Italia +2,2%

IL CRESCENTE INTERESSE DEI GIOVANIIMMATRICOLAZIONI TOTALI E AL GRUPPO AGRARIO DALL’AA 04/05 AL 15/16

2004-05

2005-O6

2006-07

2007-08

2008-09

2009-10

2010-11

2011-12

2012-13

2013-14

2014-15

2015-16

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120

125

Totale immatricolati

MULTIFUNZIONALITÀ E QUALITÀ

Le attività secondarie nel Mezzogiorno (energia, agriturismo, agricoltura sociale, ecc.) concorrono a poco meno del 5% del VA agricolo, ma sono cresciute molto negli ultimi anni: + 50% dal 2010; + 100% dal 2005.

L’agriturismo è una formula di successo con 22.238 unità raggiunte nel 2015 a livello nazionale e 11,3 milioni di turisti frequentatori.Ma solo il 20% degli agriturismi, è collocato nelle regioni del Mezzogiorno.

Le produzioni di qualità certificata del Mezzogiorno rappresentano solo il 37% del patrimonio di IG nazionale (65 DOP e 41 IGP). Tra i primi cinque prodotti che coprono oltre il 60% del fatturato nazionale, solo la Mozzarella di Bufala Campana ha il suo areale nel Mezzogiorno.

Ma questi ritardi possono diventare delle opportunità in considerazione degli ampi margini di miglioramento che offre il territorio meridionale.

Il dubbio è che (specie nel Mezzogiorno) il 2015 sia stata solo una annata eccezionale, ma a livello macro i primi dati sul 2016 sono confortanti:

il Pil cresce dell’1% rispetto al 2015

Nei primi nove mesi del 2016, il VA agricolo nazionale cresce del 2,3% rispetto al 2015 e l’occupazione del 3%

Nel Mezzogiorno, la crescita dell’occupazione agricola è ancora maggiore (4,3%), e la componente «under 35» aumenta a livello nazionale del +8,9%

L‘export agroalimentare continua a trainare le esportazioni italiane raggiungendo nel 2016 un record: 38,4 miliardi di € il valore (+3,9%)

Il buon risultato 2016 dell’agricoltura del Mezzogiorno potrà essere attenuato dall’esito della campagna olivicola, ma i segnali rimangono nel complesso positivi.

NEL 2016: UN BUON AVVIO…

CONCLUSIONI

L’agroalimentare è sempre più forte nell’economia del Mezzogiorno, a dispetto della sua debolezza rispetto al Centro-Nord ma a testimonianza di un enorme potenziale inespresso.

Coesistono due modelli di modernizzazione: la classica “modernizzazione produttivistica”, basata su capitalizzazione, efficienza, riduzione dei costi per unità di prodotto, organizzazione, logistica, integrazione di filiera.la “modernizzazione qualitativa” ispirata alla multifunzionalità: agriturismo, agricoltura sociale, tipicità, biodiversità, filiera corta, beni pubblici.

La sfida è sostenere entrambi i modelli in modo complementare e non alternativo, facendo leva sui giovani e valorizzando le diverse anime dell’agricoltura meridionale: la «polpa e l’osso» della metafora di Manlio Rossi-Doria, sapendo che oggi c’è spazio anche per l’osso.