INGLESENorma Mazzega
Galileo Galilei
Pisa, 15 febbraio 1564
Arcetri,8 gennaio 1642
TEDESCOClaudia Riolfo
SCIENZERegina Stocco
ITALIANORosamari De Polli
MATEMATICAVittoria Bertolini
valutazione
obiettivi per la classe
Titolo: introduzione (Pagina 1 di 38)
Insufficiente Sufficiente Buono Ottimo
Aderenza al tema Scarsa aderenza al
tema. Sequenze non chiare.
Sufficiente aderenza al tema; in più
punti la sequenza non è
chiara.~
Il contenuto è chiaramente
organizzato intorno ad un tema
Buona aderenza al
tema; la sequenza degli eventi è chiara.
Scelta delle parole Generica ed elementare.
Sufficiente Buona ma non particolarmente
originale.
Originale ed efficace.
Esposizione orale Esposizione frammentaria,
nessuna attenzione ai
compagni
Sa trasmettere ai compagni l'importanza del suo lavoro
Sa suscitare l' interesse dei
compagni
Sa coinvolgere i compagni
Obiettivi digitali Nessuna competenza
evidente
Sa creare una presentazione
semplice
Sa creare una presentazione complessa ed interagisce con la
LIM
Sa interagire in modo sicuro
con la LIM
Contributo al gruppo
Insufficiente Sufficiente Buono Ottimo
Ricerca informativa
Non fa ricerche Trova poche informazioni
Trova le informazioni
essenziali
Trova tutte le informazioni
necessarie
Socializzazione Non mette in comune le informazioni
Comunica poche
informazioni
Comunica le informazioni
essenziali
Comunica tutte le informazioni
Cooperazione con i membri della
squadra
Non coopera mai Coopera raramente
Coopera solitamente
Coopera sempre
Responsabilità Principiante Avviato Esperto Esemplare
Ripartizione di responsabilità
Conta su altri per fare il lavoro
Ha bisogno di essere
sollecitato a completare il
lavoro
Esegue il lavoro e
raramente ha bisogno di sollecitazioni
Esegue sempre il lavoro assegnatogli
senza essere sollecitato
Valutazione del prodotto
Valutazione del processo
Titolo: valutazione (Pagina 2 di 38)
Obiettivi
Obiettivi cognitivi Capacità di capire una fonte
Capacità di operare delle scelte
Acquisire e selezionare le informazioni utili ad identificare il problema
Conoscere nozioni e lessico del tema del progetto
Obiettivi linguistici Saper leggere e comprendere un testo letterario e non
Acquisire e selezionare le informazioni utili
Svolgere oralmente presentazioni chiare e logicamente strutturate
Obiettivi formativi Saper collaborare
Saper rivedere una propria idea
Saper ascoltare
Saper citare la fonte
Saper essere concisi
Saper rispettare i tempi
Obiettivi digitali Saper creare una presentazione con power point
Saper interagire con la LIM
Titolo: obiettivi (Pagina 3 di 38)
…Questo grandissimo libro (io dico l’universo)…non si può intendere
se prima non s’impara a intender la lingua,e conoscer i caratteri, ne’ quali è scritto.
Egli è scritto in lingua matematica.
Galileo Galilei (1623)
Titolo: pendolo (Pagina 4 di 38)
Moto di un proiettile
Fontane
Fuochi artificiali
Ponti sospesi
Proprietà focali della parabola
Specchi ustori
Antenna parabolica
Fari dei porti
Fari auto, flash, proiettori
Titolo: applicazioni (Pagina 6 di 38)
ARTRITE?
ARTROSI?
ARTICOLAZIONI?
COSA SONO ?
COME APPROFONDIRE LO STUDIO?
· VALUTAZIONE
· BRAINSTORMING: chi fa cosa ?
· FORMAZIONE DEI GRUPPI DI LAVORO/RICERCA
· STESURA DELLE RELAZIONI sottoforma di PRESENTAZIONI
· PRESENTAZIONE DELLA RELAZIONE ALLA CLASSE
FASI DI LAVORO
Titolo: mag 3-18.42 (Pagina 8 di 38)
Complete the following text with the verbs given. remember, they are in the past simple.
to be born, begin, change, become, move, hold, work .
Galileo Galilei was born on 15 February 1564 near Pisa, the son of a musician. He began to study medicine at the University of Pisa but changed to philosophy and mathematics. In
1589, he became professor of mathematics at Pisa. In 1592, he moved to become mathematics professor at the University of Padua, a position he held until 1610. During this
time he worked on a variety of experiments, including the speed at which different objects fall, mechanics and pendulums.
Titolo: inglese (Pagina 11 di 38)
NOTE DELL’INSEGNANTE
Inizialmente vengono presentati alla classe brani scelti e tratti dal testo di B. Brecht Leben des Galilei, procedendo con una lettura globale, perché gli alunni ne abbiano una prima
comprensione globale e senza dare informazioni su testo o autore. I brani vengono forniti su materiale cartaceo (a parte una pagina già presente nel libro di testo in adozione.)
In un secondo momento si divide la classe a gruppi: ogni gruppo svolgerà una breve ricerca su argomenti dati: i risultati di questa ricerca verranno presentati a turno da ogni gruppo alla
classe e inseriti in questo lavoro con opportuni collegamenti.
Gruppo 1 : ricercare informazioni su Brecht, una foto e avvenimenti significativi della sua
vita per l’opera letteraria, da preparare in formato digitale a parole chiave per ricostruire il testo in un secondo momento.
Gruppo 2 : informazioni sulla vita di Galilei da recuperare anche attraverso la parte di
italiano di questo lavoro pluridisciplinare.
Gruppo 3 : quando è stata scritta l’opera di Brecht? Presentare il contesto storico in cui
nasce l’opera.
Gruppo 4 : cercare filmati di scene teatrali corrispondenti alle pagine scelte per confrontarle
con il testo scritto.
In classe i gruppi 1 2 e 3 presentano i loro lavori che vengono collegati al testo di Brecht sulla lavagna 2.
In plenum si riprende in mano il testo e si passa ad una comprensione più analitica delle pagine scelte. Ciò avverrà attraverso domande puntuali preparate dall’insegnante, la quale organizzerà anche esercizi di lingua per assimilare lessico specifico e ripassare argomenti
grammaticali.
In ultimo il gruppo 4 presenterà le scene teatrali corrispondenti alle pagine scelte.
In conclusione si attiverà una discussione all’interno della classe sulle domande:cosa hanno i due personaggi Brecht e Galilei in comune?
Perché Brecht ha scelto di trattare la vita di Galilei?Che messaggio ci comunica Brecht attraverso le vicende di Galilei?
Le risposte libere, osservazioni e commenti degli studenti verranno segnate di volta in volta su una lavagna vuota.
Titolo: note insegnante (Pagina 12 di 38)
BERTOLT BRECHT
LEBEN DES GALILEI(tratto dall’edizione Suhrkamp 1963 curata da Günther Busch)
Das Schauspiel wurde 19……/…….. in ………………….. geschrieben
Szene I (Seiten 8 - 9)Galileo Galilei, Lehrer der Mathematik zu Padua, will das neue Kopernikanische
Weltsystem beweisen.
Galilei sich abtrocknend: Ja, das fühlte ich auch, als ich das Ding zum ersten Mal sah. Mauern und Schalen und Unbeweglichkeit! Durch zweitausend Jahre glaubte die
Menschheit, dass die Sonne und alle Gestirne des Himmels sich um sie drehten. Der Papst, die Kardinäle, die Fürsten, die Gelehrten, Kapitäne, Kaufleute, Fischweiber und Schulkinder glaubten, unbeweglich in diesen Kristallenen Kugel zu sitzen: Aber jetzt fahren wir heraus, Andrea, in großer Fahrt. Denn die alte Zeit ist herum, und es ist eine
neue Zeit.Die Städte sind eng, und so sind die Köpfe. Aberglauben und Pest. Aber jetzt heißt es: da
es so ist, bleibt es nicht so. Denn alles bewegt sich, mein Freund.Seit Menschengedenken waren sie nur and en Küsten entlang gekrochen, aber plötzlich
verließen se die Küsten und liefen aus über alle Meere.Und es ist eine große Lust aufgekommen, die Ursachen aller Dinge zu erforschen: warum
der Stein fällt, den man losläßt, und wie er steigt, wenn mman ihn hochwirft. Jeden Taag wird etas gefunden. Selbst die Hundertjährigen lassen sich noch ins Ohr sschreien, was
Neues entdeckt wurde.Denn wo der Glaube tausend Jahre gesessen hat, eben da sitzt jetzt der Zweifel.
(Was kommt von seinem Geist durch welche Wörter zum Anschein?. Was treibt seinen Geist? An welche Idee glaubt er?
Wie beschreit er die Zeit, in der er lebt?Welches Schüsselwort benutzt oft Galilei?
Was charakterisiert die neue Zeit?)
Im Frontalunterricht Informationen über die Entwicklung der Handlung.Notizen im Heft schreiben.
Titolo: bertolt brecht (Pagina 13 di 38)
Szene 14 (Seiten 121 - 122- 123)1633 - 1642. Galileo Galilei lebt in einem Landhaus in der Nähe von Florenz, bis zu
seinem Tod ein Gefangener der Inquisition. Die “Discorsi”.
Andrea Sie haben eine Abschrift?Galilei Meine Eitelkeit hat mich bisher davon zurückgehalten, sie zu vernichten
Andrea Wo ist sie?Galilei Die Abschrift liegt im Globus. Solltest du erwägen, sie nach Holland
mitzunehmen, würdest du natürlich die gesamte Verantwortung zu schultern haben. Du hättest sie in diesem Fall von jemandem gekauft, der Zutritt zum Original im Heiligen
Offizium hat.Andreas ist zum Globus gegangen. Er holt di Abschrift heraus.
Andrea Die Discorsi!Er blättert in dem Manuskript
Andrea Sie versteckten die Wahrheit. Vor dem Feind. Auch auf dem Felde der Ethik waren Sie uns um Jahrhunderte voraus.
Galilei Erläutere das, AndreaAndrea Mit dem Mann auf der Straße sagten wir: Er wird sterben, aber er wird nie
widerrufen. - Sie kamen zurück: Ich habe widerrufen, aber ich werde leben. - Ihre Hände sind befleckt, sagten wir. - Sie sagen: Besser befleckt als leer.
….Andrea Sie lachten immer schon über die Helden. “Leute, welche leiden, langweilen
mich”,sagten Sie. “Unglück stammi von mangelhaften Berechnungen.” Und: “Angesichts von Hindernissen mag die kürzeste Linie zwischen zwei Punkten die
krumme sein.”
Fragen: Von welcher Abschrift sprechen Andrea und Galilei?
Wo hat Galilei die Abschrift versteckt?Was schlägt Galilei Andrea vor, mit der Abschrift zu machen?Welche Rechtfertigung gibt Andrea für den Widerruf von Galilei?
Titolo: tedesco (Pagina 14 di 38)
DISCUSSIONE LIBERA
Was haben Brecht und Galilei gemeinsamWas will Brecht mit dem Leben von Galilei mitteilen?
BRECHT GALILEI
CONCLUSIONI:
Titolo: discussione (Pagina 15 di 38)
Gruppo 1
1898 in Augsburg geboren1917 Studium der Medizin, Literatur und Wissenschaft
…….
Titolo: apr 29-19.28 (Pagina 16 di 38)
Gruppo 3
CONTESTO STORICO
Brecht schrieb Leben des Galilei 1938/39 im Exil in Dänemark.
1933 Hitler an die Macht
………
1938/39 riferimento a Max von der Grün
Titolo: apr 29-19.33 (Pagina 18 di 38)
docente-ragazzi
esame documenti
condanna e abiura
docente
Il volto di Galilei
Dialogo ... durata 43 secondi
ragazzi
esempio di
intervista a Galilei
presentazione durata 3 minuti circa
docente-ragazzi lavori di gruppo
intorno al processod urata circa 10 minuti
Galilei e Brunodurata 8 minuti circa Italiano
VIDEO N. 1
VIDEO N. 2
VIDEO N. 4
VIDEO N. 3
introduzione a Galilei durata 3 minuti e 44 secondi
allegato
introduzioni
Titolo: italiano (Pagina 19 di 38)
Duplice l’obiettivo dell’attività: far raccogliere alcune informazioni su Galileo Galilei e,
successivamente, realizzare un’intervista immaginaria allo scienziato.
Situazione : siamo nel 1637 e incontriamo Galilei nella sua casa ad Arcetri. E'
quasi cieco (lo diventerà completamente l'anno successivo).
L'incontro/intervista avviene all'esterno, vicino alla sua abitazione.
Siti consigliati per la ricerca :
http://liceokant.mondodigitale.org/app01-02/4bl/cronologia-gal.htm
http://brunelleschi.imss.fi.it/ist/itinerario/iluoghidigalileogalilei.html
http://catalogo.museogalileo.it/indice/IndiceVideo.html
http://www.ildiogene.it/EncyPages/Ency=Galilei.htm l
FASE 1 L’insegnante costituisce i gruppi di lavoro , formati da due-tre studenti al
massimo. Per i temi assegnati si rinvia al prospetto che segue.
FASE 2 In sede domestica, o a scuola nel pomeriggio, i ragazzi svolgono la
consegna.
FASE 3 I gruppi presentano il lavoro svolto ai compagni (alcuni utilizzano il
programma Notebook scaricato sul proprio pc, altri utilizzano word o power point)
FASE 4 iIn classe, ciascun gruppo formula domande e risposte per l’intervista, sulla
base del tema assegnato
FASE 5 Ogni gruppo elegge un “revisore”. I revisori (5 o 6) avranno il compito di
stendere la versione definitiva dell'intervista, utilizzando i lavori dei compagni.
gruppi di lavoro TEMI ASSEGNATI
GRUPPO N.1 Abitazione di Galilei. Cercare foto sulla casa di Arcetri ed informazioni sulla zona. Descrivete il
luogo.
GRUPPO N.2 Ritratto.Descrivete un Galilei anziano usando immagini, foto, disegni, comprese quelli della presentazione. Come immaginate fisicamente Galilei? Come
vi accoglie?
GRUPPO N.3 Informazioni sugli studi compiuti e sull’attività di insegnante Indicare dove Galilei ha studiato, quali materie ha insegnato e dove.
Cercare informazioni in Rete e riportarle in una linea del tempo. Controllare siti indicati
GRUPPO N.4 Scoperte ed invenzioni di Galilei. Consegna: Indicare la prima scoperta/o invenzione in ordine di tempo, poi
sceglierne altre due a scelta. Cercare foto, disegni ed informazioni sulle singole scoperte
GRUPPO N.5 Astronomo, fisico o filosofo. In quale ruolo Galilei meglio si riconosceva? Motivate la risposta
GRUPPO N.6 Potendo scegliere, per quale invenzione/scoperta pensi che Galilei vorrebbe essere ricordato ?
GRUPPO N.7 Momenti difficili della vita di Galilei. Un rimpianto.
ATTIVITA' CON I RAGAZZI
Titolo: lavori di gruppo_ricerca (Pagina 20 di 38)
Intervista a più mani realizzata dalla classe 3BE (maggio 2011)
IPSIA Castelfranco Veneto
IntroduzioneAnno domini 1637
Siamo ad Arcetri, vicino a Firenze, per intervistare Galileo Galilei. Il nostro uomo sta facendo ritorno alla sua dimora, dopo il vespro
serale. Avanza a passi incerti, forse a causa dell’incombente cecità, ma conserva un aspetto fiero. Ci avviciniamo a lui che,nel frattempo, si è seduto su un ceppo e sembra scrutare il sole, ormai
fioco, all’orizzonte. Ci avviciniamo con cautela, un po’ intimoriti da quest’uomo.
(di Alessandro Di Madero e Gian Luca Cunial)
Non possiamo fare a meno di notare il suo abbigliamento signorile: una pelliccia bianca che copre una giacca semplice, legata da un
cinturone nero stretto in vita, pantaloni neri di seta e, ai piedi, stivali di pelle che contengono la parte inferiore del pantalone.
Ha un taglio corto di capelli, occhi grandi e castani, naso pronunciato, e sotto spuntano dei baffi che coprono, in parte,
labbra rosee e carnose.Ecco come ci appare Galileo quest’oggi : un uomo raffinato e di buongusto, pronto (lo intuiamo dall'espressione del suo volto) a darci dimostrazione della sua intelligenza. E qui comincia la nostra
intervista
IO : Ci perdoni, messere, vi spiacerebbe rispondere a qualche domanda?GALILEO : Cosa volete sapere? Da molto tempo nessuno più mi
rivolge domande!
(di Simone Rostirolla e Michael Moino)
IO : Signor Galilei, ci può dire dove è situata la sua villa e da quanto tempo è diventata la sua dimora?
GALILEO : La villa è chiamata il Gioiello, è una villa di Firenze, situata sulle colline di Arcetri e ci abito dal 1631.
IO : Chi Le ha consigliato questa villa?GALILEO : Questa residenza era in affitto e mi venne consigliata
da mia figlia Suor Maria Celeste che è monaca francescana presso il convento di San Matteo con la sorella: i campi del
convento e della villa sono confinanti.IO : Ha mai ricevuto visite da persone importanti?
GALILEO : Sì, poco tempo dopo che mi stabilii a Arcetri ricevetti la visita di Ferdinando ll de' Medici ed anche del pittore Giusto Sustermans che dipinse il mio ritratto più celebre di cui vado
molto fiero. IO : Mi saprebbe dire com’è strutturata la villa e da dove deriva il
suo nome? GALILEO : Certamente, il nome Gioiello le fu dato grazie alla sua
favorevole posizione sulle colline di Arcetri, vicino alla Torre del Gallo. La villa ha una forma a "U", che abbraccia il cortile centrale,
chiuso da un muro sul lato verso il podere. Il cortile presenta un loggiato a due ordini sui due lati corti, con colonne tuscaniche senza archi o volte. La facciata sulla strada è sobria, con alcune
finestre quadrangolari con cornici di pietra Serena.
(di Mirco Favaro e Stefano Zilio) IO : Dove ha trovato l'ispirazione per inventare sempre qualcosa di
nuovo?GALILEO : Nella passione che ho in tutto quello che faccio.
IO : Come giudica l'invenzione del compasso?GALILEO : Molti la ritengono secondaria come invenzione, ma per
me è stato un grande successo perchè usata in molti campi, cosa che non mi aspettavo.
IO : Perchè il compasso fece tanto clamore e molti rivendicavano la paternità dell'invenzione dello strumento?
GALILEO : A questa domanda non so rispondere, forse erano invidiosi (risponde sorridendo )
(di Mauro Gardin e Christian Marchetto)
IO : Cambiando argomento, per quale scoperta vorrebbe essere ricordato in futuro ?
GALILEO : Se potessi scegliere, credo che come invenzione migliore metterei senza ombra di dubbio il cannocchiale al primo
posto.IO : E perchè proprio il cannocchiale?
GALILEO : Beh, è grazie al cannocchiale che sono riuscito a fare le mie più grandi scoperte, ed è grazie ad esso se mi conoscono a
livello europeo.IO : A quali scoperte si sta riferendo?
GALILEO : Dopo il perfezionamento dello strumento costruito dagli ottici olandesi, aggiungendo degli accorgimenti sono riuscito a studiare il sistema solare e proprio grazie a questo studio sono
stato in grado di trarre parecchie, anche se non approvate, ipotesi. Da queste ipotesi sono arrivato poi ad avere sufficienti prove per
riuscire a contestare l’oramai affermata teoria geocentrica, secondo la quale è la terra al centro dell’universo e non il sole,
come ho sostenuto d’innanzi all’indignato tribunale dell’inquisizione. Poi, con il passare degli anni ed un'ulteriore rifinitura di questo fantastico ed unico oggetto, sono arrivato perfino a definire ellittico il movimento dei pianeti attorno al sole.
(di Nicola Marchesan, Tiziano Boaro e Michele Favaro)
IO: Astronomo, Filosofo o Scienziato. Lei come si identifica?GALILEO: Non mi identifico particolarmente in nessuno dei tre
ruoli, ma mi sento un po’ tutti.Il motivo per cui vengo definito scienziato è che, nonostante il mio interesse per i progressi sperimentali, la mia attenzione fu presto attratta dalla matematica, che cominciai a studiare dall’estate del 1583, sfruttando l’occasione della conoscenza fatta a Firenze di Ostilio Ricci da Fermo, un seguace della scuola matematica di
Nicolò Tartaglia. Un'altra caratteristica di fondamentale importanza riguarda il ruolo che ho avuto nel recupero del metodo
scientifico, sviluppato in epoca ellenistica e successivamente quasi dimenticato.
Mi definisco anche un astronomo perché durante la mia permanenza a Pisa arrivai alla mia prima personale scoperta,
l’isocronismo delle oscillazioni del pendolo. Per quanto la paternità della scoperta appartenga di diritto a Ibn Junis (950-1009), è certo
che l’attività di questo astronomo arabo era ancora del tutto sconosciuta in Europa e che io sono stato il primo a rivelarla.Nel mio ruolo di filosofo devo dire che sono stato accusato
parecchie volte di voler sovvertire la filosofia naturale aristotelica e le sacre scritture.
(di Nicola Stocco e Davide Salvalaggio)
IO : Dove e quali materie ha studiato nel corso della sua vita?GALILEO : Fin dalla giovane età, ho studiato grazie all'aiuto e al
sostegno di mio padre. Crescendo, ho frequentato delle lezioni private e all'età di 17 anni ho studiato medicina a Pisa ma,
essendo a mio parere una materia molto noiosa, dopo un breve periodo l'ho abbandonata, appassionandomi poi alla matematica.
IO : Dove ha svolto la sua carriera di insegnante?GALILEO : Principalmente a Pisa e successivamente a Padova.
(a cura di Alberto Pozzobon e Enrico Girolametto)
IO : Signor Galilei ha mai avuto rimpianti nel corso della sua vita?GALILEO : Qual buon vento! Ancora due giovanotti che mi fanno
delle domande! Beh…pensando alla mia lunga vita posso dirvi che rimpiangerò per sempre quella volta che per sostenere la
teoria copernicana ho citato delle frasi della Bibbia, che evidentemente -scusate il termine - “bruciava” alla chiesa; poi si sono preoccupati perché insegnavo queste teorie ai miei studenti.
In fondo io, da buon cristiano, dicevo solo la verità.IO : Un’altra domanda sempre riguardante la sua vita : ha mai
avuto momenti difficili?GALILEO : Beh, come tutti, penso proprio di sì, ma quello che più
mi ha segnato è stato quando davanti al tribunale dell’Inquisizione ho dovuto negare le mie convinzioni per salvarmi la vita e continuare il mio adorato lavoro, anche se poi è stato difficile
continuare a negare ai miei studenti, perchè loro credevano in me, ed io in quello che insegnavo loro.
CongedoIO : Messer Galilei, crediamo di averLe rubato sin troppo del suo
tempo e che sia conveniente se raduniamo le nostre cose e ci congediamo la Lei. Sono certo di parlare a nome di tutti, dicendole
che per noi è stato un privilegio rarissimo intervistarLa.Grazie per la pazienza e disponibilità, Le auguriamo buona fortuna
per i suoi studi, confidando che riesca a mettere a frutto nuove invenzioni, senza però finire ancora nei guai. Forse in futuro ci sarà la possibilità di incontrarci di nuovo, ma in quel caso non sarà per un’intervista, ma per gustare insieme un bicchiere di buon vino. Dice che non sarà possibile? Ebbene, noi vogliamo
crederci lo stesso.
Titolo: intervista immaginaria (Pagina 21 di 38)
n. 4
ritratto pittore
fiorentino
n.3
ritratto fiammingo
n.1
ritratto Leoni
n.7
Banti
n.5
busto
il volto di Galileo
n.2
ritratto giovanile
n.8
Dore_Giosuè ferma
il sole
n. 6
Goya
n.9
Fleury_Condanna
n.10
Dialogo ...
ritratto di Leoni
introduzione ai dipinti
vai alla pagina iniziale di Italliano
Titolo: generale volto (Pagina 22 di 38)
Ottavio Leoni detto il Padovanino , (1578-1630) Ritratto di Galileo Galilei, 1624
Si tratta di un disegno a carboncino e gesso rosso . Firenze, Biblioteca Marucelliana
Vestito con l’abito dottorale, il volto di un Galileo sessantenne è contraddistinto da una folta barba e dalle sopracciglia
aggrottate che ne rafforzano l’espressione pensosa.
E' recentissimo il ritrovamento di questo ritratto , commissionato dallo stesso Galileo al ritrattista Ottavio Leoni (1578 - 1630) nel
1624, durante un breve soggiorno romano dello stesso Galileo. Dello stesso ritratto si conoscevano già due esemplari (si
usava farne due copie ma in questo caso ne furono fatte tre), uno al Louvre (Parigi) ed uno alla Biblioteca Marucelliana
(Firenze).
L'opera è stata presentata a Padova nel dicembre del 2007. Il relatore William Shea, che siede sulla cattedra galileiana dell' Università di Padova, ha detto: "Si tratta di una piccola opera
di 220 per 163 millimetri, ma è l'espressione più reale e veritiera di Galileo che si conosca. È un meraviglioso ritratto
umano in cui lo scienziato viene rappresentato in maniera molto realistica, quasi fotografica. Ci restituisce il vero volto di
Galileo Galilei».
Titolo: ritratto Leoni (Pagina 23 di 38)
Ritratto giovanile, realizzato nel 1605 da Domenico Robusti (Venezia 1560-1635) figlio di Jacopo Robusti, noto come
Tintoretto, che si trova nel National Maritime Museum (Londra).
Titolo: ritratto giovanile (Pagina 24 di 38)
Ritratto realizzato dal fiammingo Joost Sustermans (1597 - 1681) nel 1636, forse il ritratto più noto di
Galileo . Si trova agli Uffizi (Firenze).
Titolo: ritratto fiammingo (Pagina 25 di 38)
Ritratto di Galileo Galilei. Olio su tela di Justus Suttermans, 1640-1650.
Firenze, Galleria degli Uffizi.
Galileo è ritratto seduto col cannocchiale. L'anello al dito ricorda la sua ascrizione all'Accademia romana dei Lincei fondata dal Principe
Federico Cesi.Lo scienziato è raffigurato in età avanzata, con la testa lievemente ruotata verso destra e lo sguardo diretto verso la stessa direzione.
Titolo: ritratto pittore fiorentino (Pagina 26 di 38)
Carlo Marcellini (1644-1713)Busto di Galileo Galilei, 1674-1677
Firenze, Istituto e Museo di Storia della Scienza
Galileo con la mano destra serra al petto due degli strumenti che caratterizzano il suo impegno scientifico: il compasso
geometrico e militare e il cannocchiale. La scultura fu commissionata da Cosimo III de’ Medici.
Titolo: busto Galilei (Pagina 27 di 38)
Francisco Goya - Galileo sotto l'Inquisizione(Fuendetodos, Saragozza, 1746 - Bordeaux 1828)
Titolo: Goya_inquisizione (Pagina 28 di 38)
Cristiano Banti (1824-1904)Galileo davanti all’Inquisizione, 1857
Carpi (MO), Collezione privata
Il dipinto ritrae il Commissario del Sant’Uffizio Vincenzo Maculano che comunica a Galileo i gravi capi d’accusa che porteranno alla conclusione del processo del 1633 con la
condanna per sospetto di eresia e con l’abiura dello scienziato pisano.
Galileo aveva sessantanove anni compiuti quando ha abiurato (22 giugno 1633), quindi il Banti lo raffigura in età troppo
giovanile ( mostra appena quarant’anni ). Galileo appare in atto di sfida e posa alquanto melodrammatica davanti a tre
domenicani, uno dei quali, levatosi in piedi, indica sopra un libro e con atteggiamento che non ammette repliche il luogo d’un testo; degli altri due che gli seggono ai fianchi par dubbio
il pensiero. Il momento colto dall’artista è quello del dibattito durante un interrogatorio.
Titolo: Banti_Galileo davanti all'inquisizione (Pagina 29 di 38)
GUSTAVE DORE'_ Giosuè ferma il sole
"Allora, quando il Signore mise gli Amorrei nelle mani degli Israeliti, Giosuè
disse al Signore sotto gli occhi di Israele: «Sole, fèrmati in Gàbaon e tu,
luna, sulla valle di Aialon».
Si fermò il sole e la luna rimase immobile finché il popolo non si vendicò
dei nemici."
Vecchio Testamento, Giosuè 10,12
Titolo: dorè_giosuè ferma il sole (Pagina 30 di 38)
M. Robert Fleury_ Galilée devant le saint Office au Vatican , 1847
Il quadro si trova attualmente a Parigi al Museo del Louvre
Titolo: fleury_ processo (Pagina 31 di 38)
Note del docente
Inizio l'attività con la lettura ad alta voce della condanna a Galilei, evidenziando i
passaggi utili a ricostruirla; lo stesso sarà fatto con l’abiura . Una copia cartacea dei
testi viene consegnata anche ai ragazzi per l'analisi individuale.
I passi in azzurro sono stati copiati ed incollati in un’altra pagina. Quest'attività può
essere svolta anche dai ragazzi.
Per l’analisi ho preferito le versioni tradotte in italiano corrente , anche se i testi
originali sono presenti e possono essere consultati .
la condanna
l'abiura
Titolo: attività docente (Pagina 33 di 38)
TESTO ORIGINALE
Condanna di Galileo GalileiTesto trascritto da Angela Cerinotti
Sentenza del Sant'Uffizio contro Galileo Galilei
Roma, 22 giugno 1633Noi:
Gasparo Borgia;Felice Centini, detto cardinal d'Ascoli;
Guido Bentivoglio;Desiderio Scaglia, detto di Cremona;Antonio Barberini, detto di S. Onofrio;
Laudivio Zacchia, detto di S. Sisto;Berlinghiero Gessi;Fabrizio Verospi;
Francesco Barberini eMarzio Ginetti;
Cardinali di Santa Romana Chiesa per la misericordia di Dio, Inquisitori generali specificamente deputa¬ti dalla Santa Sede Apostolica contro il veleno dell'eresia in tutta la Repubblica Cristiana;
poiché tu, Galileo, fu Vincenzo Galilei, fiorentino, dell'età di settant'anni, fosti nel 1615 denunziato presso questo Sant'Uffizio come colui che riteneva vera la falsa dottrina, insegnata da alcuni, secondo la quale il Sole è al centro del mondo e immobile e la Terra compie anche un moto diurno; avevi discepoli ai quali insegnavi la stessa dottrina; tenevi sulla stessa corrispondenza con alcuni matematici di Germania; avevi dato alle stampe alcune lettere intitolate Delle macchie solari, in cui esponevi tale dottrina come vera; rispondevi alle obiezioni che ti venivano talvolta mosse
producendo passi della Sacra Scrittura interpretati a modo tuo; sei stato estensore di una lettera, successivamente presentataci, che si diceva essere stata inviata da te a uno che era stato tuo discepolo, in cui, essendovi sottoscritta
la teoria di Copernico, sono contenute varie posizioni contrarie al vero significato e all'autorità della Sacra Scrittura; volendo perciò questo Sacro Tribunale rimediare al disordine e al danno che ne derivavano e andavano
accrescendosi con pregiudizio della Santa Fede, per ordine di Nostro Signore e degli Eminentissimi e Reverendissimi Signori Cardinali di questa Suprema Inquisizione, furono valutate dai Teologi specificatamente deputati a farlo le
enunciazioni relative alla stabilità del Sole e al moto della Terra in questi termini:
che il Sole sia centro del mondo e non si muova dalla sua sede è una proposizione falsa e assurda da un punto di vista filosofico ed eretica, perché espressamente contraria alla Sacra Scrittura;
che la Terra non sia centro del mondo ne immobile, ma che sia dotata anche di un moto diurno è proposizione
parimenti assurda e falsa in filosofia e considerata in teologia quanto meno erronea nella Fede.
Volendosi tuttavia allora mostrare benevolenza nei tuoi confronti, fu decretato nella Sacra Congregazione tenutasi il 25 febbraio 1616 che l'Eminentissimo Cardinale Bellarmino ti ordinasse di abbandonare del tutto la suddetta falsa
dottrina, di non insegnarla ad alcuno nè difenderla o parlarne, e che, se tu non ti fossi adeguato a questi precetti, dovessi essere incarcerato. In esecuzione dello stesso decreto, il giorno successivo, nel palazzo e alla presenza del
suddetto Cardinale Bellarmino, dopo essere stato da Lui benignamente avvisato e ammonito, ti fu ufficialmente comunicato dal Commissario del Sant'Uffizio di quel tempo, alla presenza di un notaio e di testimoni, che dovevi del
tutto abbandonare la suddetta falsa teoria e che per l'avvenire non avresti dovuto crederla, nè difenderla, nè insegnarla in qualunque modo, nè a voce nè per iscritto e, avendo tu promesso di ubbidire, fosti congedato.
E affinchè si togliesse di mezzo definitivamente una dottrina così pericolosa e non continuasse a serpeggiare con grave rischio per la verità cattolica, venne emesso un decreto della Sacra Congregazione dell'Indice con cui furono
proibiti i libri che trattano tale dottrina e venne dichiarata falsa e contraria alla Sacra e divina Scrittura.
Ma essendo ultimamente qui pervenuto un libro, stampato a Firenze l'anno scorso, la cui intestazione rivelava che tu ne eri l'autore, recitando il titolo Dialogo di Galileo Galilei delli due Massimi Sistemi del mondo, Tolemaico e
Copernicano; essendo altresì stata informata la Sacra Congregazione che con la stampa di codesto libro prendeva ogni giorno più piede e andava sempre più diffondendosi la falsa teoria del moto della Terra e della stabilità del Sole,
il suddetto libro venne diligentemente analizzato e fu verificata in esso un'esplicita trasgressione all'ordine che ti era stato impartito, poiché in esso tu prendevi le difese della teoria già condannata e come tale a te direttamente dichiarata, benché nel libro tu ti ingegnassi con espedienti capziosi a far credere che la lasci sussistere come ipotesi
ancora da provare, il che è comunque un errore gravissimo, non potendo essere in nessun modo probabile un'opinione già dichiarata e definita in contrasto con la Sacra Scrittura.
Perciò su nostro ordine fosti convocato da questo Sant'Uffizio, in cui, dopo averlo esaminato, riconoscesti come composto e dato alle stampe da te il suddetto libro. Confessasti che, dieci o dodici anni fa, dopo essere stato precettato come sopra si è detto, ti accingesti alla sua stesura; che chiedesti l'autorizzazione a stamparlo, senza tuttavia far presente a coloro che te la concessero che avevi ricevuto il precetto di non credere, né difendere, né
insegnare in qualunque modo tale dottrina.
Confessasti parimenti che l'esposizione del libro in più punti è in forma tale che il lettore potrebbe ritenere gli argomenti addotti a sostegno della falsa teoria vengano presentati in modo così efficace da farli piuttosto assumere
come stringenti che accantonare, scusandoti letteralmente di essere incorso in un errore tanto lontano dalla tua intenzione, per aver scritto in forma di dialogo e per la naturale inclinazione a compiacersi delle proprie sottigliezze e
del mostrarsi più arguto del comune nel trovare, anche per proposizioni false, ingegnosi e all'apparenza non improbabili argomenti a sostegno.
Ed essendoti stato assegnato un termine utile a predisporre la tua difesa, presentasti un documento autografo
dell'Eminentissimo Cardinale Bellarmino, da te richiesto, come dicesti, per difenderti dalle calunnie dei tuoi nemici, che ti accusavano di aver abiurato e di essere stato punito dal Santo Uffizio, in cui si dice che non avevi abiurato e nemmeno che ti era stata comminata una pena dal Sant'Uffizio, ma che ti era semplicemente stata resa nota la
dichiarazione fatta da Nostro Signore e pubblicata dalla Sacra Congregazione dell'Indice in cui si dice che la dottrina del moto della Terra e della stabilità del Sole è contraria alle Sacre Scritture e perciò non si può né difendere né abbracciare. Perciò, non facendo menzione il documento di altri due commi del precetto a te impartito, vale a dire insegnare e in qualunque modo, si deve credere che nel corso di 14 o 16 anni te ne eri dimenticato e che per questa
ragione avevi taciuto sul precetto ricevuto quando chiedesti l'autorizzazione a stampare il libro. Aggiungevi che il tutto non mirava a scusare l'errore, ma a farlo giudicare frutto non di cattiva intenzione, ma di vana ambizione. Ma
questo documento, da te spontaneamente prodotto per difenderti, ha ulteriormente aggravato la tua posizione perché, dicendosi in esso che la suddetta teoria è contraria alla Sacra Scrittura, hai comunque avuto l'ardire di
parlarne, di difenderla e di cercare di convincere circa la sua probabilità; né valgono i pretesti da te artificiosamente e furbescamente addotti onde scusare la licenza che ti sei presa per non aver notificato il precetto ricevuto.
Sembrando a noi che tu non avessi detto tutta la verità sulla tua intenzione, abbiamo ritenuto necessario sottoporti a un rigoroso esame nel quale, senza però pregiudizio di quanto hai confessato e di quanto è emerso contro di te nella
valutazione dell'intenzione, come sopra è stato detto, rispondesti cattolicamente.
Pertanto, visti e attentamente valutati gli elementi a tuo carico in questo processo, comprese le tue ammissioni e le tue giustificazioni, nonché tutto ciò che si doveva prendere in considerazione e valutare, siamo giunti contro di te a
un verdetto definitivo, qui di seguito riportato.
Invocato dunque il nome di Nostro Signore Gesù Cristo e della sua gloriosissima Madre sempre Vergine Maria; per questa nostra sentenza definitiva in una seduta con funzione di tribunale, su consiglio e parere dei Maestri di Sacra
Teologia e Dottori della legge sacra e di quella umana, nostri esperti, proferiamo in questo scritto nella causa e cause condotte prima di noi tra Marco Carlo Sinceri, Dottore dell'una e dell'altra legge, Procuratore fiscale di questo
Sant'Uffizio da una parte e te soprannominato Galileo Galilei, reo qui presente, inquisito, processato e confesso come sopra si è detto dall'altra:
diciamo, pronunciamo, sentenziamo e dichiariamoche tu, nominato Galileo, per le ragioni emerse nel processo e da te come sopra confessate, ti sei attirato il sospetto da parte di questo Santo Uffizio di essere veramente eretico, cioè di avere mantenuta e creduta vera una dottrina falsa e contraria alle Sacre e divine Scritture, vale a dire che il Sole è centro per la Terra e non si muove da oriente
a occidente , mentre al contrario la Terra si muove e non è centro del mondo, e di aver ritenuto possibile mantenere e difendere come probabile una teoria dopo che questa è stata dichiarata e definita contraria alla Sacra Scrittura; e
che di conseguenza sei incorso in tutti i provvedimenti e nelle pene previste dalla legge sacra e dalle altre disposizioni generali e particolari assunte e promulgate contro simili colpevoli. Da esse ricaviamo che tu possa
essere assolto purché prima, con cuore sincero e autentica fede, in nostra presenza tu abiuri, maledica e respinga i suddetti errori ed eresie, e qualunque altro errore o eresia contraria alla Chiesa Cattolica e Apostolica, nel modo e
nella forma che ti saranno da noi prescritti.
E affinché questo tuo grave e dannoso errore e la trasgressione di cui ti sei reso colpevole non restino del tutto impuniti, e tu possa essere più cauto per l'avvenire e di esempio agli altri, onde si astengano da simili colpe,
ordiniamo che con pubblico editto sia proibito il libro dei Dialoghi di Galileo Galilei.
Ti condanniamo al carcere formale in questo Sant'Uffizio a nostro arbitrio; e come penitenza per la salute della tua anima ti imponiamo di recitare per i prossimi tre anni una volta la settimana i sette Salmi penitenziali, riservandoci la
facoltà di moderare, cambiare, togliere del tutto o in parte le pene e penitenze suddette.
Così diciamo, pronunciamo, sentenziamo, dichiariamo, ordiniamo e ci riserviamo di agire in ogni altro modo e forma migliore, avendone la possibilità e il dovere.
Così ci pronunciamo noi sottoscritti Cardinali:
F. Cardinale d'Ascoli
G. Cardinale BentìvoglioFr. D. Cardinale di CremonaFr. A. Cardinale di S. Onofrio
B. Cardinale GessiF. Cardinale VerospiM. Cardinale Ginetti
SELEZIONE PASSI
Titolo: condanna tradotta (Pagina 34 di 38)
PASSI SELEZIONATI[…]
poiché tu, Galileo, fu Vincenzo Galilei, fiorentino, dell'età di settant'anni, fosti nel 1615 denunziato presso questo Sant'Uffizio come colui che riteneva vera la falsa dottrina, insegnata da alcuni, secondo la quale il Sole
è al centro del mondo e immobile e la Terra compie anche un moto diurno; avevi discepoli ai quali insegnavi la stessa dottrina; tenevi sulla stessa corrispondenza con alcuni matematici di Germania; avevi dato alle stampe alcune lettere intitolate Delle macchie solari, in cui esponevi tale dottrina come vera; rispondevi alle
obiezioni che ti venivano talvolta mosse producendo passi della Sacra Scrittura interpretati a modo tuo; […]
Volendosi tuttavia allora mostrare benevolenza nei tuoi confronti, fu decretato nella Sacra Congregazione tenutasi il 25 febbraio 1616 che l'Eminentissimo Cardinale Bellarmino ti ordinasse di abbandonare del tutto la suddetta falsa dottrina, di non insegnarla ad alcuno nè difenderla o parlarne, e che, se tu non ti fossi adeguato
a questi precetti, dovessi essere incarcerato. […]
Ma essendo ultimamente qui pervenuto un libro, stampato a Firenze l'anno scorso (1632), la cui intestazione rivelava che tu ne eri l'autore, recitando il titolo Dialogo di Galileo Galilei delli due Massimi Sistemi del mondo,
Tolemaico e Copernicano; essendo altresì stata informata la Sacra Congregazione che con la stampa di codesto libro prendeva ogni giorno più piede e andava sempre più diffondendosi la falsa teoria del moto della
Terra e della stabilità del Sole, il suddetto libro venne diligentemente analizzato e fu verificata in esso un'esplicita trasgressione all'ordine che ti era stato impartito, poiché in esso tu prendevi le difese della teoria
già condannata[…]
Pertanto, visti e attentamente valutati gli elementi a tuo carico in questo processo, comprese le tue ammissioni e le tue giustificazioni, nonché tutto ciò che si doveva prendere in considerazione e valutare,
siamo giunti contro di te a un verdetto definitivo, qui di seguito riportato. […]
diciamo, pronunciamo, sentenziamo e dichiariamoche tu, nominato Galileo, per le ragioni emerse nel processo e da te come sopra confessate, ti sei attirato il sospetto da parte di questo Santo Uffizio di essere veramente eretico, cioè di avere mantenuta e creduta vera una dottrina falsa e contraria alle Sacre e divine Scritture, vale a dire che il Sole è centro per la Terra e non si
muove da oriente a occidente […]; e che di conseguenza sei incorso in tutti i provvedimenti e nelle pene previste dalla legge sacra e dalle altre disposizioni generali e particolari assunte e promulgate controsimili colpevoli. Da esse ricaviamo che tu possa essere assolto purché prima, con cuore sincero e autentica fede, in nostra presenza tu abiuri, maledica e respinga i suddetti errori ed eresie, e qualunque altro errore o eresia
contraria alla Chiesa Cattolica e Apostolica, nel modo e nella forma che ti saranno da noi prescritti.[…]
Ti condanniamo al carcere formale in questo Sant'Uffizio a nostro arbitrio; e come penitenza per la salute della tua anima ti imponiamo di recitare per i prossimi tre anni una volta la settimana i sette Salmi penitenziali,
riservandoci la facoltà di moderare, cambiare, togliere del tutto o in parte le pene e penitenze suddette.[…]
Titolo: SELEZIONE CONDANNA (Pagina 35 di 38)
Sentenza del Sant'Uffizio contro Galileo Galilei
Testo originale
«Roma, 22 giugno 1633.
Noi Gasparo del tit. di S. Croce in Gerusalemme Borgia;
Fra Felice Centino del tit. di S. Anastasia, detto d'Ascoli;
Guido del tit. di S. Maria del Popolo Benti voglio;
Fra Desiderio Scaglia del tit. di S. Carlo, detto di Cremona;
Fra Ant.o Barberino, detto di S. Onofrio;
Laudivio Zacchia del tit. di S. Pietro in Vincoli, detto di S. Sisto;
Berlingero del tit. di S. Agostino Gesso;
Fabricio del tit. di S. Lorenzo in Pane e Perna Verospio: chiamati Preti;
Francesco del tit. di S. Lorenzo in Damaso Barberino; e Marzio di S.ta Maria Nova Ginetto: Diaconi;
per la misericordia di Dio, della S.ta Romana Chiesa Cardinali, in tutta la Republica Cristiana contro l'eretica
pravità Inquisitori generali dalla S. Sede Apostolica specialmente deputati;
Essendo che tu, Galileo fìg.lo del q.m. Vinc.o Galilei, Fiorentino, dell'età tua d'anni 70, fosti denunziato del 1615
in questo S.o Off.o, che tenevi come vera la falsa dottrina, da alcuni insegnata, ch'il Sole sia centro del mondo e
imobile, e che la Terra si muova anco di moto diurno; ch'avevi discepoli, a' quali insegnavi la medesima dottrina;
che circa l'istessa tenevi corrispondenza con alcuni mattematici di Germania; che tu avevi dato alle stampe alcune
lettere intitolate Delle macchie solari, nelle quali spiegavi l'istessa dottrina come vera; che all'obbiezioni che alle
volte ti venivano fatte, tolte dalla Sacra Scrittura, rispondevi glosando detta Scrittura conforme al tuo senso; e
successivamente fu presentata copia d'una scrittura, sotto forma di lettera, quale si diceva esser stata scritta da te
ad un tale già tuo discepolo, e in essa, seguendo la posizione del Copernico, si contengono varie proposizioni
contro il vero senso e auttorità della Sacra Scrittura;
Volendo per ciò questo S.cro Tribunale provedere al disordine e al danno che di qui proveniva e andava crescendosi
con pregiudizio della S.ta Fede, d'ordine di N. S.re e degl'Eminen.mi e Rev.mi SS.ri Card.i di questa Suprema e
Universale Inq.ne, furono dalli Qualificatori Teologi qualificate le due proposizioni della stabilità del Sole e del
moto della Terra, cioè:
Che il Sole sia centro del mondo e imobile di moto locale, è proposizione assurda e falsa in filosofìa, e
formalmente eretica, per essere espressamente contraria alla Sacra Scrittura;
Che la terra non sia centro del mondo ne imobile, ma che si muova eziandio di moto diurno, è parimente
proposizione assurda e falsa nella filosofia, e considerata in teologia ad minus erronea in Fide.
Ma volendosi per allora procedere teco con benignità, fu decretato nella Sacra Congre.ne tenuta avanti N. S. a' 25
di Febr.o 1616, che l'Emin.mo S. Card.le Bellarmino ti ordinasse che tu dovessi omninamente lasciar detta
opinione falsa, e ricusando tu di ciò fare, che dal Comissario del S. Off.o ti dovesse esser fatto precetto di lasciar la
detta dotrina, e che non potessi insegnarla ad altri ne difenderla ne trattarne, al quale precetto non acquietandoti,
dovessi esser carcerato; e in essecuzione dell'istesso decreto, il giorno seguente, nel palazzo e alla presenza del
sodetto Eminen.mo S.r Card.le Bellarmino, dopo esser stato dall'istesso S.r Card.le benignamente avvisato e
amonito, ti fu dal P. Comissario del S. Off.o di quel tempo fatto precetto, con notaro e testimoni, che omninamente
dovessi lasciar la detta falsa opinione, e che nell'avvenire tu non la potessi tenere ne difendere ne insegnar in
qualsivoglia modo, ne in voce ne in scritto: e avendo tu promesso d'obedire, fosti licenziato.
E acciò che si togliesse affatto così perniciosa dottrina, e non andasse più oltre serpendo in grave pregiudizio della
Cattolica verità, uscì decreto della Sacra Congr.ne dell'Indice col quale fumo proibiti li libri che trattano di tal
dottrina, e essa dichiarata falsa e omninamente contraria alla Sacra e divina Scrittura.
E essendo ultimamente comparso qua un libro, stampato in Fiorenza l'anno prossimo passato, la cui inscrizione
mostrava che tu ne fosse l'autore, dicendo il titolo Dialogo di Galileo Galilei delli due Massimi Sistemi del
mondo, Tolemaico e Copernicano; ed informata appresso la Sacra Congre.ne che con l'impressione di detto libro
ogni giorno più prendeva piede e si disseminava la falsa opinione del moto della Terra e stabilità del Sole; fu il
detto libro diligentemente considerato, e in esso trovata espressamente la transgressione del predetto precetto che
ti fu fatto, avendo tu nel medesimo libro difesa la detta opinione già dannata e in faccia tua per tale dichiarata,
avvenga che tu in detto libro con varii ragiri ti studii di persuadere che tu la la sci come indecisa e espressamente
probabile, il che pur è errore gravissimo, non potendo in niun modo esser probabile un'opinione dichiarata e
difìnita per contraria alla Scrittura divina.
Che perciò d'ordine nostro fosti chiamato a questo S. Off.o, nel quale col tuo giuramento, essaminato, riconoscesti
il libro come da tè composto e dato alle stampe. Confessasti che, diece o dodici anni sono incirca, dopo esserti fatto
il precetto come sopra, cominciasti a scriver detto libro; che chiedesti la facoltà di stamparlo, senza però
significare a quelli che ti diedero simile facoltà, che tu avevi precetto di non tenere, difendere ne insegnare in
qualsivoglia modo tal dottrina.
Confessasti parimente che la scrittura di detto libro è in più luoghi distesa in tal forma, ch'il lettore potrebbe
formar concetto che gl'argomenti portati per la parte falsa fossero in tal guisa pronunziati, che più tosto per la loro
efficacia fossero potenti a stringer che facili ad esser sciolti; scusandoti d'esser incorso in error tanto alieno, come
dicesti, dalla tua intenzione, per aver scritto in dialogo, e per la natural compiacenza che ciascuno ha delle proprie
sottigliezze e del mostrarsi più arguto del comune de gl'uomini in trovar, anco per le proposizioni false, ingegnosi
e apparenti discorsi di probabilità.
E essendoti stato assignato termine conveniente a far le tue difese, producesti una fede scritta di mano
dell'Emin.mo S.r Card.le Bellarmino, da te procurata, come dicesti, per difenderti dalle calunnie de' tuoi nemici,
da' quali ti veniva opposto che avessi abiurato e fossi stato penitenziato dal S.to Off.o, nella qual fede si dice che tu
non avevi abiurato, né meno eri stato penitenziato, ma che ti era solo stata denunziata la di chiarazione fatta da N.
S.e e publicata dalla Sacra Congre.ne dell'Indice, nella quale si contiene che la dottrina del moto della terra e
della stabilità del sole sia contraria alle Sacre Scritture, e però non si possa difendere ne tenere; e che perciò, non
si facendo menzione in detta fede delle due particole del precetto, cioè docere e quovis modo, si deve credere che
nel corso di 14 o 16 anni n'avevi perso ogni memoria, e che per questa stessa cagione avevi taciuto il precetto
quando chiedesti licenza di poter dare il libro alle stampe, e che tutto questo dicevi non per scusar l'errore, ma
perché sia attribuito non a malizia ma a vana ambizione. Ma da detta fede, prodotta da te in tua difesa, restasti
magiormente aggravato, mentre, dicendosi in essa che detta opinione è contraria alla Sacra Scrittura, hai non di
meno ardito di trattarne, di difenderla e persuaderla probabile; né ti suffraga la licenza da te artefìziosamente e
calidamente estorta, non avendo notificato il precetto ch'avevi.
E parendo a noi che tu non avessi detto intieramente la verità circa la tua intenzione, giudicassimo esser
necessario venir contro di te al rigoroso essame; nel quale, senza però pregiudizio alcuno delle cose da te
confessate e contro di te dedotte come di sopra circa la detta tua intenzione, rispondesti cattolicamente.
Pertanto, visti e maturamente considerati i meriti di questa tua causa, con le sedette tue confessioni e scuse e
quanto di ragione si doveva vedere e considerare, siamo venuti contro di te alla infrascritta diffinitiva sentenza.
Invocato dunque il S.mo nome di N. S.re Gesù Cristo e della sua gloriosissima Madre sempre Vergine Maria; per
questa nostra diffinitiva sentenza, qual sedendo pro tribunali, di consiglio e parere de' RR. Maestri di Sacra
Teologia e Dottori dell'una e dell'altra legge, nostri consultori, proferimo in questi scritti nella causa e cause
vertenti avanti di noi tra il M.co Carlo Sinceri, dell'una e dell'altra legge Dottore, Procuratore fiscale di questo
S.o Off.o, per una parte, e te Galileo Galilei antedetto, reo qua presente, inquisito, processato e confesso come
sopra, dall'altra;
Diciamo, pronunziamo, sentenziarne e dichiararne che tu, Galileo sudetto, per le cose dedotte in processo e da te
confessate come sopra, ti sei reso a questo S. Off.o veementemente sospetto d'eresia, cioè d'aver tenuto e creduto
dottrina falsa e contraria alle Sacre e divine Scritture, ch'il sole sia centro della terra e che non si muova da
oriente ad occidente, e che la terra si muova e non sia centro del mondo, e che si possa tener e difendere per
probabile un'opinione dopo esser stata dichiarata e diffinita per contraria alla Sacra Scrittura; e
conseguentemente sei incorso in tutte le censure e pene dai sacri canoni e altre constituzioni generali e
particolari contro simili delinquenti imposte e promulgate. Dalle quali siamo contenti sii assoluto, pur che prima,
con cuor sincero e fede non fìnta, avanti di noi abiuri, maledichi e detesti li sudetti errori e eresie, e qualunque
altro errore e eresia contraria alla Cattolica e Apostolica Chiesa, nel modo e forma che da noi ti sarà data.
E acciocché questo tuo grave e pernicioso errore e transgressione non resti del tutto impunito, e sii più cauto
nell'avvenire e essempio all'altri che si astenghino da simili delitti, ordiniamo che per publico editto sia proibito il
libro de' Dialoghi di Galileo Galilei.
Ti condaniamo al carcere formale in questo S.o Off.o ad arbitrio nostro; e per penitenze salutari t'imponiamo che
per tre anni a venire dichi una volta la settimana li sette Salmi penitenziali: riservando a noi facoltà di moderare,
mutare, o levar in tutto o parte, le sodette pene e penitenze.
E così diciamo, pronunziamo, sentenziamo, dichiariamo, ordiniamo e reservamo in questo e in ogni altro meglior
modo e forma che di ragione potemo e dovemo.
Ita pronun.mus nos Cardinales infrascripti: F. Cardinalis de Asculo. G. Cardinalis Bentivolus. Fr. D. Cardinalis
de Cremona. Fr. Ant.s Cardinalis S. Honuph-rii B. Cardinalis Gipsius. F. Cardinalis Verospius. M. Cardinalis
Ginettus.
Titolo: condanna originale (Pagina 36 di 38)
Testo originale dell'abiura
Abiura di Galileo GalileiLetta il 22 giugno 1633
Io Galileo, fìg.lo del q. Vinc.o Galileo di Fiorenza, dell'età mia d'anni 70, constituto personalmente in giudizio, e inginocchiato avanti di voi Emin.mi e Rev.mi Cardinali, in tutta la Republica Cristiana contro l'eretica pravità generali Inquisitori; avendo davanti gl'occhi miei li
sacrosanti Vangeli, quali tocco con le proprie mani, giuro che sempre ho creduto, credo adesso, e con l'aiuto di Dio crederò per l'avvenire, tutto quello che tiene, predica e insegna la S.a Cattolica e Apostolica Chiesa. Ma perché da questo S. Off.o, per aver io, dopo d'essermi stato con precetto dall'istesso giuridicamente intimato che omninamente dovessi lasciar la falsa
opinione che il sole sia centro del mondo e che non si muova e che la terra non sia centro del mondo e che si muova, e che non potessi tenere, difendere ne insegnare in qualsivoglia modo,
ne in voce ne in scritto, la detta falsa dottrina, e dopo d'essermi notificato che detta dottrina è contraria alla Sacra Scrittura, scritto e dato alle stampe un libro nel quale tratto l'istessa dottrina già dannata e apporto ragioni con molta efficacia a favor di essa, senza apportar
alcuna soluzione, sono stato giudicato veementemente sospetto d'eresia, cioè d'aver tenuto e creduto che il sole sia centro del mondo e imobile e che la terra non sia centro e che si muova;
Pertanto volendo io levar dalla mente delle Eminenze V.re e d'ogni fedel Cristiano questa veemente sospizione, giustamente di me conceputa, con cuor sincero e fede non fìnta abiuro,
maledico e detesto li sudetti errori e eresie, e generalmente ogni e qualunque altro errore, eresia e setta contraria alla S.ta Chiesa; e giuro che per l'avvenire non dirò mai più ne
asserirò, in voce o in scritto, cose tali per le quali si possa aver di me simil sospizione; ma se conoscerò alcun eretico o che sia sospetto d'eresia lo denonziarò a questo S. Offizio, o vero
all'Inquisitore o Ordinario del luogo, dove mi trovarò.
Giuro anco e prometto d'adempire e osservare intieramente tutte le penitenze che mi sono state o mi saranno da questo S. Off.o imposte; e contravenendo ad alcuna delle dette mie promesse e giuramenti, il che Dio non voglia, mi sottometto a tutte le pene e castighi che sono
da' sacri canoni e altre constituzioni generali e particolari contro simili delinquenti imposte e promulgate.
Così Dio m'aiuti e questi suoi santi Vangeli, che tocco con le proprie mani.
Io Galileo Galilei sodetto ho abiurato, giurato, promesso e mi sono obligato come sopra; e in fede del vero, di mia propria mano ho sottoscritta la presente cedola di mia abiurazione e recitatala di parola in parola, in Roma, nel convento della Minerva, questo dì 22 giugno 1633.
Io, Galileo Galilei ho abiurato come di sopra, mano propria.
Titolo: abiura originale (Pagina 37 di 38)
Abiura di Galileo GalileiTesto trascritto da Angela Cerinotti
Io Galileo, fu Vincenzo Galilei, fiorentino, di anni 70, personalmente costituito in giudizio e inginocchiato davanti a voi Eminentissimi e Reverendissimi Cardinali Inquisitori generali in tutta la Repubblica Cristiana
contro la malvagità eretica; avendo davanti agli occhi i santi Vangeli, su cui poso le mani, giuro che ho sempre creduto, credo e con l'aiuto divino crederò per l'avvenire tutto ciò che accoglie, predica e insegna la Santa Chiesa Cattolica e Apostolica. Ma poiché questo Sant'Uffizio, per avere io, dopo essermi stato
formalmente intimato con un precetto dello stesso di abbandonare completamente la falsa teoria che il Sole è centro del mondo e non si muove e la Terra non è centro del mondo e si muove, e di non mantenere, difendere ne insegnare in qualunque modo, nè a parole nè per iscritto, la suddetta falsa
dottrina, e dopo essermi stato notificato che tale dottrina è contraria alla Sacra Scrittura, scritto e dato alle stampe un libro in cui ne parlo pur essendo già stata condannata e porto argomenti efficaci a suo favore, senza prendere netta posizione, mi ha giudicato veramente sospetto di eresia, cioè di aver tenuto
fermo e creduto che il Sole è centro del mondo e immobile e la Terra non ne è il centro e si muove, volendo cancellare dalla mente delle Vostre Eminenze e da quella di ogni cristiano questo grave
sospetto, giustamente concepito contro di me, con cuore sincero e autentica fede abiuro, maledico e detesto i suddetti errori ed eresie e in generale ogni qualunque altro errore, eresia o setta contraria alla Santa Chiesa; e giuro che per l'avvenire non dirò mai più né asserirò, né a parole né per iscritto, cose tali
per cui possa rinascere su di me un tale sospetto, ma se m'imbatterò in qualche eretico o sospetto d'eresia, lo denuncerò a questo Sant'Uffizio, ovvero all'Inquisitore o Ordinario del luogo dove dovessi
trovarmi.
Giuro altresì e prometto di adempiere e osservare interamente tutte le penitenze che mi sono state o mi saranno inflitte da questo Sant'Uffizio e che se, Dio non voglia, dovessi contravvenire in qualche modo
alle mie promesse o ai miei giuramenti, mi sottometterò a tutte le pene e castighi previsti dal diritto canonico e dalle altre disposizioni generali e particolari previste e promulgate contro questi reati.
Mi possano in ciò aiutare Dio e i suoi santi Vangeli, su cui poso le mani.
Io, suddetto Galileo Galilei, ho abiurato, giurato, promesso e mi sono obbligato come sopra; e in fede della verità ho firmato di mio pugno il presente documento d'abiura e l'ho recitato parola per parola, a
Roma, nel convento di S. Maria sopra Minerva, oggi, 22 giugno 1633.Io, Galileo Galilei, ho sottoscritto la suddetta abiura, di mio pugno.
TESTO ORIGINALE
Titolo: abiura tradotta (Pagina 38 di 38)