Storia della medicina Prof. Fabio CAVALLI
13. Rotture di patocenosi: Lebbra, vaiolo e morbillo
1976
… tutti possiamo certamente
convenire che una più piena
comprensione del ruolo dinamico
dell’umanità nell’equilibrio della
natura dovrebbe far parte della
nostra interpretazione della storia,
e nessuno può dubitare del fatto
che il ruolo delle malattie infettive
nell’equilibrio della natura sia
stato e rimanga d’importanza
fondamentale.
muscolo
trichinelle
L’uomo ha mutuato molti degli agenti infettivi da microrganismi
patogeni animali, poi adattati all’essere umano.
DOMESTICAZIONE
300 milioni anni
25.000 a.C.
2.000 a.C.
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M. m
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Claidogramma del genere Mycobacterium
LEBBRA
- E’ una malattia infettiva cronica che si ritiene sia dovuta al Mycobacterium leprae
E’ clinicamente polimorfa, a
prognosi ed evoluzioni
diverse, che interessa, nelle
forme a maggior resistenza,
prevalentemente nervi e
cute, mente in quelle a minor
resistenza, tutti gli organi e
apparati.
Ha bassa contagiosità.
All’inizio del 2005, l’incidenza globale registrata della lebbra era 286.063 casi,
contro i 407.791 del 2004. Tra questi, il 47% mostrava una malattia multibacillare,
il 12% erano bambini ed il 4% avevano disabilità gravi.
I dati, diffusi dal Ministero della Sanita', relativi
allo scorso anno riferiscono di 347 persone
che in Italia hanno contratto la malattia.
Moltissimi di questi sono completamente
guariti e solo un numero molto ridotto continua
ad avere bisogno di cure riabilitative.
L’introduzione della polichemioterapia
(rifampicina, clofazimina e dapsone), ha reso
la lebbra una malattia che può guarire
completamente.
Il trattamento completo non supera il costo di
€ 125.
La lebbra in Europa:
1. Celso e Galeno non parlano di lebbra e i primi lebbrosari a Roma
vanno datati intorno al IV secolo. Però Rufo di Efeso e Lucrezio
segnalano la lebbra in Egitto.
2. La lebbra si attesta chiaramente in Europa a partire dal VI
secolo. Alcune teorie recenti ipotizzano un ruolo attivo degli Avari
nella disseminazione della lebbra nell’Europa Occidentale.
3. La diffusione verso nord appare abbastanza lenta ma comunque
la lebbra è presente in area danese (e scandinava) e nelle Isole
Britanniche.
* La prevalenza può essere definita come una misura del numero di individui di una popolazione che, in un dato momento, presentano la malattia. Tale indicatore viene calcolato come rapporto tra il numero totale di casi di malattia e la popolazione a rischio.
Analisi della popolazione
del villaggio di Tirup (Svezia) (1150 – 1350)
PREVALENZA* di lebbra nella popolazione adulta:
27% (17 – 36%)
Distribuzione dell’età di morte tra affetti e non affetti:
Non significativa
Correlazione significativa tra stress in età infantile
e comparsa di malattia in età adulta
J. L. Boldsen, Leprosy and Mortality in the Medieval Danish
Village of Tirup, Am. J. Phis. Anthrop. 126:159–168 (2005)
165 d.C.: Una epidemia colpì
l’Impero, sembra portata nell’area
del Mediterraneo dalle truppe
reduci della campagna in
Mesopotamia.
La malattia rimase epidemica per
15 anni.
La “peste antonina”
"Dopo che ebbi passato tre anni a Roma, quando
iniziò la grande pestilenza, me ne tornai a Pergamo,
mia città natale"
"Raggiunsi Aquileia [nel 168] e la pestilenza infuriava
come non mai cosicché l'Imperatorre tornò a Roma
con pochi uomini, mentre la maggioranza di noi ebbe
difficoltà a sopravvivere. Molti morirono non solo per
la malattia ma anche perché era scoppiata nel cuore
dell'inverno"
GALENO
DNA-virus genere Orthopoxvirus della
famiglia dei Poxviridae.
VAIOLO
Questa epidemia, che uccise anche gli
imperatori Ostiliano (251) e Claudio il
Gotico (270), prende il nome dal vescovo di
Cartagine san Cipriano che la descrisse
come prima avvisaglia della fine del mondo,
anche se si trattava ancora di vaiolo o, meno
probabilmente, di morbillo.
La crisi del III secolo
Una nuova epidemia sconvolse l’Impero
Romano tra il 251 e il 270 d.C arrivando a
mietere 5.000 vittime al giorno nella sola
Roma.
Morbillo:
RNA - virus del genere morbillivirus
(appartenente alla
famiglia Paramixovidae),
facilmente trasmesso per via aerea.
Tra gennaio e marzo del 1786
una grave epidemia di morbillo
si abbattè sul nord italia dove
fece strage di bambini.
In febbraio, a Genova, Niccolò
Paganini, che aveva 4 anni, si
ammala di morbillo assieme alla
sorellina Angela. Angela muore
mentre Niccolò sarà creduto
morto per via di una grave
encefalite.
L'encefalite morbillosa lascerà
dei segni indelebili sul sistema
nervoso del maestro, segni che
si faranno sempre più evidenti
in età matura.
542 – 543
“Peste di Giustiniano”
Prima evidenza di peste in Occidente
791 ca.
Ultima evidenza di peste in Occidente