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Page 1: Statica dei continui unidimensionali

Capitolo 6

Statica dei continui

unidimensionali

6.1 Richiami teorici

I fili sono un caso particolare di corpo continuo unidimensionale, in cui cioe unadimensione e prevalente rispetto alle altre. Appare giustificato descrivere, almeno inprima approssimazione corpi di questo tipo come delle curve nello spazio euclideo Esu cui vengono fatte ipotesi opportune che servono a descrivere la risposta del mezzocontinuo a sollecitazioni esterne. Queste ipotesi costitutive servono a distinguere traloro vari corpi che, geometricamente, possono essere tutti visti come delle curve. Perpoter trattare dunque i fili e le verghe euleriane, su cui questo capitolo si concentraoccorre svolgere dei richiami sulla geometria delle curve.

6.1.1 Geometria delle curve

Una curva C nello spazio euclideo e unā€™applicazione continua che associa ad ogni puntot di un intervallo I āŠ‚ R un punto P (t) āˆˆ E . Fissato un punto O come origine di E , lacurva C puā€˜Ćøessere descritta come

P (t)āˆ’O = x(t)ex + y(t)ey + z(t)ez,

dove {ex, ey, ez} e una base ortonormale dello spazio delle traslazioni associato ad E .In quel che segue supporremo sempre che la funzione t 7ā†’ P (t) sia almeno di classe C3.Indicando con un apice āˆ— la derivazione rispetto al parametro t, si definisce versoretangente a C in un punto P il versore

t :=P ā€²(t)

|P ā€²(t)| .

97

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98 CAPITOLO 6. STATICA DEI CONTINUI UNIDIMENSIONALI

Il versore binormale b associato alla stessa curva el punto P e invece definito come

b :=P ā€²ā€²(t)

|P ā€²ā€²(t)| .

Il versore normale principale alla curva in P (t) e infine definito come

n := b āˆ§ t

cosicche la terna {t,n, b}, quando e definita, e una terna ortonormale positivamenteorientata, detta terna o triedro intrinseco associato a C. In generale, al cambiare delpunto P appartenente allā€™immagine di C varia anche il triedro intrinseco. Per studiarela geometria di una curva e utile introdurre un particolare parametro, lā€™ascissa dā€™arcos che misura la lunghezza di un arco di curva a partire da un punto di riferimentoP0 che appartiene alla sua immagine. E possibile mostrare che, quando s viene presocome parametro, il versore tangente e

t =dP (s)

ds

mentre il vettore normale principale si ottiene dalla formula di prima forumla diFrenet-Serret:

dt

ds= Īŗn, (6.1)

dove Īŗ > 0 e una funzione scalare del punto, detta curvatura della curva C in P . Laderivata prima della binormale e retta dalla terza equazione di Frenet-Serret, data da

db

ds= Ļ„n, (6.2)

dove lo scalare Ļ„ e detto torsione di C nel punto P .Infine, la variazione della normaleprincipale in termini dellā€™ascissa curvilinea e retta dalla seconda formula di Frenet-Serret, data da

dn

ds= āˆ’Īŗtāˆ’ Ļ„n. (6.3)

Non sempre e immediato parametrizzare una curva per mezzo della sua ascissa cur-vilinea. Occorre allora conosecere come calcolare la curvatura e la torsione di unacurva quando questā€™ultima sia parametrizzata in termini di un generico parametro t.Si dimostra che la curvatura e data da

Īŗ =|P ā€² āˆ§ P ā€²ā€²||P ā€²|3 (6.4)

mentre la torsione e data da

Ļ„ = āˆ’Pā€² āˆ§ pā€²ā€² Ā· P ā€²ā€²ā€²

|P ā€² āˆ§ P ā€²ā€²| . (6.5)

Page 3: Statica dei continui unidimensionali

6.1. RICHIAMI TEORICI 99

La curvatura di una curva indica il suo allontanamento da una linea retta, dal mo-mento che le linee rette sono le uniche curve ad avere curvatura identicamente nulla.La torsione invece indica lā€™allontanamento di una curva dallā€™essere contenuta in unpiano, dal momento che si mostra come una curva e piana se e solo se la torsione enulla in tutti i suoi punti. Osserviamo infine come il versore normale principale siadefinito in un punto solo se la tangente ha derivata non nulla in quel punto rispettoallā€™ascissa curvilinea s. Dunque, per una retta, non e definita la normale principaleo, diversamente, ogni versore ortogonale a t puo giocare il ruolo di n. Secondo ladefinizione data in questi richiami la curvatura e sempre positiva ma occorre fare at-tenzione perche non si tratta di una convenzione seguita da tutti i testi. Similmente,la torsione Ļ„ e definita anche come

Ļ„ = āˆ’n Ā· dbds

introducendo una differenza di segno rispetto alla (6.2) che definisce Ļ„ come Ļ„ = nĀ· dbds.

In ogni punto P di una curva C sono definiti tre piani, mutuamente ortogonali. Ilpiano osculatore, che e descritto da {t,n}, il piano normale, descritto da {n, b} ed ilpiano rettificante, descritto da {t, b}. Nel piano osculatore giace il cerchio osculatorela cui circonferenza e quella che meglio approssima il comportamento della curva Cin un intorno di P rispetto a tutte le circonferenze passanti per P . Il raggio delcerchio osculatore in P e dato da

(P ) =1

Īŗ(P )

dove Īŗ(P ) e la curvatura della curva C in P . Il centro C del cerchio osculatore si trovasulla normale principale n(P ) alla curva in P , cosicche si puo scrivere

C āˆ’ P =1

Īŗ(P )n(P ). (6.6)

6.1.2 Equilibrio dei fili

I fili che considereremo sono continui unidimensionali inestendibili e perfettamenteflessibili. Inoltre essi resistono a trazione ma non a compressione. Lā€™inestendibilitanon riguarda solo lā€™impossibilita di modificare la lunghezza complessiva del filo maanche quella di modificare localmente la lunghezza di un arco di filo, comunque piccolo.La flessibilita perfetta significa che i fili non resistono a coppie: in altre parole, none possibile applicare una coppia ad un filo e trovare una configurazione di equilibrio.Come conqeguenza di questa proprieta si ha che lo sforzo interno e diretto solo lungola direaione t tangente al filo in ogni suo punto. Lo sforzo interno Ļ„ (P ) nel puntogenerico P del filo e dunque puramente assiale ed e detto tensione del filo. Essoammette la rapresentazione

Ļ„ (P ) = Ļ„(P )t(P ) (6.7)

dove Ļ„(P ) e uno scalare che non cambia mai segno lungo il filo e si puo assumere comepositivo. Per evitare complicazioni ci riferiremo spesso anche a Ļ„ come alla tensione

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100 CAPITOLO 6. STATICA DEI CONTINUI UNIDIMENSIONALI

del filo, anziche come al modulo della tensione del filo. Le equazioni di equilibrioindefinite dei fili si scrivono nella forma

dĻ„ds

+ Ft = 0ĪŗĻ„ + Fn = 0fb = 0 ,

(6.8)

dove Īŗ e la curvatura del filo di ascissa curvilinea s ed Ft ed Fn sono le componentidelle forze attive e reattive specifiche, cioe per unita di lunghezza, agenti sul filo. Eutile distinguere in Ft la componente tangenziale ft delle sole forze specifiche attive ela componente tangenziale Ļ†t delle forze reattive specifiche e riscrivere (6.8) come

dĻ„ds

+ ft + Ļ†t = 0ĪŗĻ„ + fn + Ļ†n = 0fb = 0 .

(6.9)

Se il filo e appoggiato su un supporto, allora in generale sia Ļ†t e Ļ†n sono non nulle.Ricordiamo che queste forze, a differenza di quelle attive, non si possono considerarecome note a priori e costituiscono unā€™incognita del problema. Nel caso in cui non vi eattrito, ft ā‰” 0 mentre in caso contrario, lā€™equilibrio e possibile solo se vale la seguentedisuguaglianza di Coulomb e Morin

|Ļ†t| ā‰¤ Āµ|Ļ†n| (6.10)

dove Āµ e un coefficiente numerico, detto coefficiente di attrito statico, che caratterizzail contatto tra i due corpi. Solitamente, Āµ āˆˆ (0, 1) ed il caso limite Āµ = 0 caratterizzalā€™assenza di attrito.

Quando il contatto tra filo e supporto non offre attrito e le forze attive specifichef sono deducibili da unā€™energia potenziale specifica vtale dunque che

f = āˆ’āˆ‡v,allora e possibile dedurre da (6.9) che il modulo della tensione Ļ„ soddisfa lā€™equazione

Ļ„ = v + C (6.11)

dove C e una costante di integrazione che deve essere determinata a partire dai datial contorno, cioe da come e sollecitato il filo nei punti estremi. In particolare la (6.11)si applica quando la forza attiva e quella gravitazionale.

Quando un filo non e appoggiato ad alcun supporto, ma vincolato solo agli estremi,Ļ†t = Ļ†n = 0 ma ora la forma di equiibrio del filo e incognita mentre, quando il filoe appoggiato, la sua forma di ricava dal supporto. La sollecitazione piu sempliceda considerare e quella in cui la forza attiva per unita di lunghezza ha direzionecostante. Nel caso della forza peso si ha f = āˆ’pey, dove p e il peso specifico del filoche si suppone costante. Si dimostra allora che il filo allā€™equilibrio si dispone in unpiano contenente ey. Se {ex, ey} e una base ortonormale del piano ed O un suo puntopreso come origine, i punti P del filo soddisfano lā€™equazione

y(x) =Ļˆ

pcosh

(

p

Ļˆx+ Ī²

)

āˆ’ c (6.12)

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6.1. RICHIAMI TEORICI 101

dove Ī² e c sono costanti di integrazione mentre Ļˆ e unā€™altra costante che rappresenta lacomponente costante della tensione nella direzione ex. La curva di equazione (6.12) enota come catenaria e trattandosi di un arco di coseno iperbolico, se si colloca lā€™origineO nel vertice della catenaria, si puo riscrivere (6.12) come

y(x) =Ļˆ

p

[

cosh

(

p

Ļˆx

)

āˆ’ 1

]

. (6.13)

Il fatto di avere un profilo espresso da una funzione iperbolica permette di cal-colare facilmente la lunghezza ā„“ di un arco di catenaria compreso tra due punti,rispettivamente di ascissa x0 ed x1 > x0. Infatti,

ā„“ =

āˆ« x1

x0

āˆš

1 + sinh2(p

Ļˆx)dx =

Ļˆ

p[sinh

(

p

Ļˆx1

)

āˆ’ sinh(p

Ļˆx0 + Ī²)]. (6.14)

Infine, la curva dei ponti sospesi serve per determinare la forma secondo cui siatteggia un cavo (descritto come un filo) che sorregge un ponte omogeneo di pesospecifico P cui e sospeso per il tramite di un numero molto alto di tiranti. In effettiil ponte e una piattaforma rettangolare e vi sono due sistemi di tiranti collegati adue lati opposti del ponte e ciascuno fissato ad un cavo. Per ragioni di simmetria,si considera il profilo di uno solo dei due cavi. Se āˆ’ey e la direzione della gravita elā€™equazione di equilibrio e riferita ad unā€™origine O, dove e fissata una base ortonormale{ex, ey}, si puo mostrare che il profilo di ciascun cavo che sostiene il ponte e un arcodi parabola di equazione

y(x) =p

2Ļˆx2 + ax+ b (6.15)

dove Ļˆ e una costante che rappresenta, come gia per la catenaria, il valore costantedella componente della tensione nella direzione ex, mentre a e b sono altre due co-stanti di integrazione, da determinare grazie alle condizioni al contorno prescritte dalproblema di equilibrio.

6.1.3 Verghe euleriane

A differenza dei fili, le verghe euleriane trasmettono azioni interne piu complesse edin particolare sono in grado di trasmettere delle coppie interne. Infatti, unā€™ipotesicostitutiva alla base della teoria delle verghe euleriane e che la coppia trasmessa e deltipo

Ī“ := AĻ„t +BĪŗb, (6.16)

dove t e b sono il versore tangente ed il versore binormale al profilo della verga, Ļ„e Īŗ la torsione e la curvatura della verga mentre A e B sono parametri positivi checaratterizzano il materiale di cui la verga e formata. La componente di Ī“ lungo t edetta momento torcentementre quella lungo la binormale b e detta momento flettente.Supponiamo che sulla verga agisca un sistema di carichi esterni avente densita linearedi forza f(s) e densita lineare di coppia g(s), entrambi immaginati come funzioni

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102 CAPITOLO 6. STATICA DEI CONTINUI UNIDIMENSIONALI

continue del parametro dā€™arco s della verga sono{

Ī¦ā€² + f = 0

Ī“ā€² + t āˆ§Ī¦ = 0(6.17)

dove Ī¦(s) indica lo sforzo interno allā€™asta nel punto caratterizzato dal valore s dellalunghezza dā€™arco. Queste equazioni generali diventano lineari nel limite di piccoledeflessioni che verra illustrato negli esercizi proposti, dove verranno sempre conside-rate situazioni in cui le verghe restanto in un piano, cosı da non dover considerare glieffetti del momento torcente.

6.2 Esercizi risolti

Esercizio 6.1 Assegnata la curva

p(t)āˆ’O = t2ex + eāˆš2tey + sin tez

determinarne curvatura, torsione e terna intrinseca nel punto p(0) corrispondentea t = 0. Determinare il vettore posizione rispetto allā€™origine del centro del cerchioosculatore alla curva in p(0).

Se deriviamo ripetutamente il vettore posizione p(t) āˆ’ O rispetto al parametro totteniamo

pā€²(t) = 2tex +āˆš2e

āˆš2tey + cos tez ,

pā€²ā€²(t) = 2ex + 2eāˆš2tey āˆ’ sin tez,

epā€²ā€²ā€²(t) = 2

āˆš2e

āˆš2tey āˆ’ cos tez

che, specializzate al caso t = 0 forniscono

pā€²(0) =āˆš2ey + ez, pā€²ā€²(0) = 2ex + 2ey pā€²ā€²ā€²(0) = 2

āˆš2ey āˆ’ ez

da cui ricaviamo pā€² āˆ§ pā€²ā€²(0) = 2(āˆ’ex + ey āˆ’āˆš2ez) e quindi, grazie alle formule che

esprimono la curvatura Īŗ e la torsione Ļ„ :

Īŗ(0) =4

3āˆš3

e Ļ„(0) = āˆ’3āˆš2

2.

Il versore tangente in t = 0 si ottiene normalizzando ad 1 il vettore pā€²(0):

t(0) =1āˆš3(āˆš2ey + ez

mentre il versore binormale si ottiene normalizzando ad 1 il vettore pā€² āˆ§ pā€²ā€²(0), otte-nendo

b(0) =1

2(āˆ’ex + ey āˆ’

āˆš2ez).

Page 7: Statica dei continui unidimensionali

6.2. ESERCIZI RISOLTI 103

Il versore normale principale si ottiene osservando che la terna intrinseca {t,n, b} epositivamente orientata per cui, permutando ciclicamente i suoi elementi deve essere

n(0) = b(0) āˆ§ t(0) = āˆ’3ex āˆ’ ey +āˆš2ez .

Il centro Cāˆ— del cerchio osculatore alla curva nel punto p(0) soddisfa la relazione

Cāˆ— āˆ’ p(0) =1

Īŗ(0)n(0) =

3

8(āˆ’3ex āˆ’ ey +

āˆš2ez)

per cui il suo vettore posizione rispetto allā€™origine O e

Cāˆ— āˆ’O = [Cāˆ— āˆ’ p(0)] + p(0)āˆ’O = [Cāˆ— āˆ’ p(0)] + ey =1

8(āˆ’9ex + 5ey + 3

āˆš2ez)

Esercizio 6.2 Assegnata la curva

p(t)āˆ’O = 2t

t2 + 1ex + (tāˆ’ 1)3ey + t(

t

2āˆ’ 1)ez

determinarne curvatura, torsione e terna intrinseca nel punto corrispondente a t = 0

Derivando ripetutamente il vettore posizione p(t)āˆ’O rispetto al parametro t, abbiamo

pā€²(t) = 2

(

1āˆ’ t2

(t2 + 1)2

)

ex + 3(tāˆ’ 1)2ey + (tāˆ’ 1)ez ,

pā€²ā€² = āˆ’4t

(

3āˆ’ t2

(t2 + 1)3

)

ex + 6(tāˆ’ 1)ey + ez

e

pā€²ā€²ā€² = āˆ’12t4 āˆ’ 6t2 + 3

(t2 + 1)3

[

1 +3(3āˆ’ t2)

(t2 + 1)

]

ex + 6ey

e, posto t = 0, si ha

pā€²(0) = 2ex + 3ey āˆ’ ez pā€²ā€²(0) = āˆ’6ey + ez pā€²ā€²ā€²(0) = āˆ’36ex + 6ey.

Inoltre pā€²(0) āˆ§ pā€²ā€²(0) = āˆ’(3ex + 2ey + 12ez) e quindi, dalle formule generali percurvatura e torsione ricaviamo

c =

āˆš157

14āˆš14

e Ļ„ =96

157.

Il versore tangente corrispondente a t = 0 si ottiene normalizzando ad 1 il vettorepā€²(0) ed e dunque

t(0) =1

14(2ex + 3ey āˆ’ ez).

Page 8: Statica dei continui unidimensionali

104 CAPITOLO 6. STATICA DEI CONTINUI UNIDIMENSIONALI

Il versore binormale b e dato da

b =p āˆ§ p|p āˆ§ p|

e dunque, per t = 0

b(0) = āˆ’ 1āˆš157

[3ex + 2ey + 12ez ] :

per completare la terna intrinseca occorre trovare la normale principale servendosi delfatto che {t,n, b} formano una base ortonormale positivamente orientata, per cui

n(0) = b(0) āˆ§ t(0) =1

2198[āˆ’38ex + 27ey + 5ez ].

Esercizio 6.3 In un piano verticale, un filo AB omogeneo di lunghezza Ļ€R/2 di pesospecifico 4p e appoggiato senza attrito su un semidisco di raggio R. Lā€™estremo B elibero, mentre in A e applicata una forza di intensita F , tangente al semidisco, chemantiene il filo in equilibrio in modo che il raggio OA formi con lā€™orizzontale unangolo Ļ€

3. Determinare, in condizioni di equilibrio, lā€™intensita F della forza applicata

A

BF

Ļ‘0

O ex

ey

g

in A; il valore massimo della tensione lungo il filo; la distanza del centro di massadel filo dalla verticale passante per O;

Lā€™intensita F della forza e uguale alla tensione in A del filo. Dā€™altra parte, su tuttii punti del filo la tensione vale

Ļ„(Ļ‘) = 4pR sinĻ‘+ c

dove lā€™angolo Ļ‘ āˆˆ [Ļ€/3, 5Ļ€/6] e contato positivamente a partire dal raggio orizzontalealla sinistra di O. Poiche lā€™estremo B e libero, Ļ„B = Ļ„(5Ļ€/6) = 0 e dunque

c = āˆ’2pR .

Siccome infine Ļ„A = Ļ„(Ļ€/3) = F concludiamo che

F = 2pR(āˆš

3āˆ’ 1)

.

La tensione nel punto di quota massima, dove Ļ‘ = Ļ€/2, vale 2pR. Richiediamo oralā€™equilibrio dei momenti delle forze esterne agenti sul filo rispetto al punto O. Siccome

Page 9: Statica dei continui unidimensionali

6.2. ESERCIZI RISOLTI 105

non vi e attrito, la reazione vincolare distribuita ha direzione radiale e dunque nongenera momento rispetto ad O. La forza F ha braccio R e dunque il suo momentorispetto ad O vale 2pR2

(āˆš3āˆ’ 1

)

, diretto in verso antiorario. Il peso complessivo2Ļ€pR del filo ha braccio pari alla distanza d richiesta e dunque la condizione diequilibrio impone

d =R

Ļ€(āˆš3āˆ’ 1) .

Esercizio 6.4 In un piano verticale, un filo AB omogeneo di lunghezza 2Ļ€R e densitalineare di massa 5m/2R ha il tratto CD a contatto senza attrito con un semidisco diraggio R. Allā€™estremo A e posto un punto materiale di massa m, mentre B e attratto

b

C

A

D

B

O

ex

ey

g

da una molla ideale di costante elastica mg/R verso un punto fisso O posto a distanza4R da CD, sulla stessa verticale di B. In condizioni di equilibrio, determinare lalunghezza di AC, lā€™elongazione della molla e la tensione nel punto medio dellā€™arcoCD.

Spezziamo il filo in tre parti: il tratto DB, il tratto AC e lā€™arco CD, appoggiatosulla circonferenza. Introdotto lā€™angolo Ļ‘ che il generico raggio vettore forma con ladirezione ex, la tensione lungo CD e

Ļ„(Ļ‘) = 5mg sinĻ‘+ c (6.18)

dove la costante c va determinata ricorrendo alle condizioni al contorno. Osser-viamo che nei punti C e D, dove Ļ‘ = Ļ€ e 0, rispettivamente, la tensione del filo e

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106 CAPITOLO 6. STATICA DEI CONTINUI UNIDIMENSIONALI

proprio pari a c. Dā€™atra parte, concentrandoci sul tratto AC, abbiamo che la tensionein C deve equilibrare il peso di AC e del punto materiale collocato in A. Detta x lalunghezza di AC, abbiamo allora

c = 5mgx

R+mg. (6.19)

Dā€™altra parte, dai dati del problema sappiamo anche che lā€™altro tratto rettilineo BDdeve avere lunghezza Ļ€R āˆ’ x e che la tensione in D deve equilibrare il peso di DB ela forza elastica concentrata in B. Questā€™ultima forza ha modulo mg

ROB = mg

R(4Rāˆ’

DB) = mgR[(4 āˆ’ Ļ€)R+ x] e deve dunque valere anche la condizione

c = 5mgĻ€ āˆ’ 5mgx

R+mg(4āˆ’ Ļ€) +

mg

Rx :

uguagliando le due espressioni ottnute per c ricaviamo

x =R

9(4Ļ€ + 3)

e quindi la lunghezza della molla e

OB = R

(

13

3āˆ’ 5Ļ€

9

)

.

Inserendo il valore di x in (6.19) e posto Ļ‘ = Ļ€2nella equazione (6.18), otteniamo

Ļ„(Ļ€

2) = mg

[

6 + 5

(

4

9Ļ€ +

1

3

)]

.

Esercizio 6.5 In un piano verticale, un filo AB omogeneo di lunghezza opportunae appoggiato senza attrito su di un semidisco di raggio R e centro O, come indicatoin figura. Il peso per unita di lunghezza del filo e

āˆš6p/R. Gli estremi A e B sono

A

B

P Q

X

O

ex

ey

Ļ‘

g

attratti verso punti P e Q dellā€™orizzontale per O da molle ideali di costanti elastiche2āˆš3p/R e Ī³p/R, rispettivamente. Se OP = R

āˆš2 e OQ = 2R/

āˆš3, trovare il valore

di Ī³ compatibile con lā€™equilibrio nella configurazione descritta in figura.

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6.2. ESERCIZI RISOLTI 107

Le tensioni nei punti A e B sono pari alle forze elastiche agenti su di essi e pertantodai dati del problema si ricava

Ļ„A =2āˆš3p

RR = 2

āˆš3p e Ļ„B =

Ī³pāˆš3.

Lungo il filo e poi distribuita la forza peso per cui, detto Ļ‘ āˆˆ [Ļ€6, 3Ļ€

4] lā€™angolo che il

raggio del generico punto X del supporto forma con ex, la tensione in tutti i puntidel filo vale

Ļ„(Ļ‘) =āˆš6p sinĻ‘+ c :

imponiamo che Ļ„A = Ļ„(3Ļ€4) per ottenere

c = pāˆš3

ed ora, richiedendo che Ļ„B = Ļ„(Ļ€6) si ricava

Ī³ = 3

(

1 +

āˆš2

2

)

.

Esercizio 6.6 In un piano verticale, un filo AB non omogeneo di lunghezza ā„“ = Ļ€Re appoggiato senza attrito su di un semidisco di raggio R e centro O, come indicato infigura. Il peso per unita di lunghezza del filo e p(s) = 4ps/R2, dove s e lā€™ascissa curvi-linea lungo AB contata a partire da A. Trovare quanto deve valere il peso di un punto

bA bO

B

P

ex

ey

Ļ‘ g

materiale da collocare in A affinche il filo rimanga in equilibrio nella configurazionedescritta in figura.

Poiche il legame tra la lunghezza dā€™arco s e lā€™angolo Ļ‘ āˆˆ [0, Ļ€] tra OA ed il genericoraggio OP , orientato come in figura, e Ļ‘ = s/R, possiamo scrivere lā€™equazione diequilibrio indefinita lungo la tangente al filo nella forma

1

R

dĻ„

dĻ‘āˆ’ 4ps

R2cosĻ‘ = 0

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108 CAPITOLO 6. STATICA DEI CONTINUI UNIDIMENSIONALI

ovverodĻ„

dĻ‘= 4pĻ‘ cosĻ‘

da cui ricaviamo, dopo integrazione per parti,

Ļ„(Ļ‘) = 4p(Ļ‘ sinĻ‘+ cosĻ‘) + c.

Per determinare la costante di integrazione c, osserviamo che nellā€™estremo libero Bla tensione si deve annullare e dunque Ļ„(Ļ€) = 0, da cui otteniamo c = 4p. Poichein Ļ‘ = 0 il valore della tensione deve coincidere con il peso del punto materiale daaggiungere in A per garantire lā€™equilibrio, ricaviamo

pA = 8p .

Esercizio 6.7 In un piano verticale, due fili omogenei AB e CD di ugual peso perunita di lunghezza 3p/R sono rispettivamente appoggiati senza attrito su un arco dicerchio di raggio R ed ampiezza 3Ļ€/4 e su un piano inclinato di Ļ€/4 sullā€™orizzontale.Il filo AB ha lunghezza 3Ļ€R/4, mentre CD ha lunghezza incognita. In A e collocato

A

PB

C

D

Ļ‘b

O ex

ey

g

un punto materiale di peso 2p ed i due fili sono collegati in B e C con una molla idealedi costante p/R. In condizioni di equilibrio determinare: il valore della tensione nelpunto piu alto di AB; la lunghezza di CD e lā€™elongazione della molla.

La tensione in A e pari a 2p e dunque, introdotto lā€™angolo Ļ‘ che il generico raggio OPforma con lā€™orizzontale, su tutto il filo si ha

Ļ„(Ļ‘) = 3p sinĻ‘+ c :

siccome allā€™estremo A la tensione deve bilanciare il peso del punto materiale, abbiamoĻ„(0) = c = 2p per cui la tensione nel punto piu alto di AB, dove Ļ‘ = Ļ€

2, vale

Ļ„(Ļ€

2

)

= 5p .

Page 13: Statica dei continui unidimensionali

6.2. ESERCIZI RISOLTI 109

La tensione nel punto B, dove Ļ‘ = 3Ļ€4, deve bilanciare la forza elastica esercitata dalla

molla che vale pā„“/R, se con ā„“ indichiamo la lunghezza di BC. Abbiamo allora

pā„“

R=

3āˆš2

2p+ 2p,

da cui ricaviamo

ā„“ = R

(

3āˆš2

2+ 2

)

.

La tensione del filo CD si deve annullare nellā€™estremo libero D mentre in C valepā„“/R, come in B, per garantire lā€™equilibrio. Se usiamo la distanza s dallā€™estremo Dper parametrizzare il filo CD, abbiamo

Ļ„(s) = 3ps

R

āˆš2

2

in quanto Ļ„(0) = Ļ„D = 0. Se L e la lunghezza di CD, deve essere

Ļ„(L) = 3pS

R

āˆš2

2= pā„“/R

da cui segue, sostituendo il valore di ā„“ ottenuto poco sopra,

L = R

(

1 +2

3

āˆš2

)

.

Esercizio 6.8 In un piano verticale, un filo AC omogeneo di lunghezza 5ā„“/4 e pesoper unita di lunghezza 3p ha un tratto AB di lunghezza ā„“/4 appoggiato senza attritoad un segmento inclinato di Ļ€/6 sullā€™orizzontale e lā€™estremo A attratto verso un puntofisso O del segmento da una molla ideale di costante elastica p.

C

A

Ļ€/6

BV

O

ex

eyg

q

Il tratto BC e libero e lā€™estremo C e mantenuto alla stessa quota di B da una

forza f = 3pā„“(āˆš3

2ex +

1

2ey). In condizioni di equilibrio, determinare il modulo della

tensione del filo nel punto V di quota minima ed in B; lā€™elongazione della molla e ladistanza tra i punti B e C.

Page 14: Statica dei continui unidimensionali

110 CAPITOLO 6. STATICA DEI CONTINUI UNIDIMENSIONALI

La tensione nel punto piu basso del filo, il vertice V della catenaria BC, e orizzontale

e dunque deve essere uguale alla componente orizzontale di f : Ļ„V = 3āˆš3

2pā„“ = Ļˆ.

Siccome B e alla stessa quota di C, la tensione in B deve uguagliare quella in C,per la simmetria della catenaria. La tensione in C a sua volta e pari al modulo dif : Ļ„B = 3p. Se āˆ† indica lā€™elongazione della molla OA, allora pāˆ† deve equilibrarela tensione in B e la componente lungo il piano inclinato della forza peso risultanteagente su AB. Poiche AB = ā„“

4ed il piano su cui si trova AB e inclinato di Ļ€/6

sullā€™orizzontale, abbimo

pāˆ† = 3pā„“+3

8pā„“

da cui segue

āˆ† =27

8ā„“ .

Per trovare la distanza d = BC poniamo un riferimento {ex, ey} centrato in V ,cosicche lā€™equazione della catenaria e

y(x) =Ļˆ

3p

[

cosh

(

3p

Ļˆx

)

āˆ’ 1

]

.

Poiche

yā€²(x) = sinh

(

3p

Ļˆx

)

,

nel punto C dove la pendenza della retta tangente alla catenaria e Ļ€6si ha

yā€²(xC) =1āˆš3

che coincide in modulo con yā€²(xB). Se poniamo Ī· := 3pĻˆxC allora deve essere

eĪ· āˆ’ eāˆ’Ī·

2=

1āˆš3

per cui u := eĪ· risolve lā€™equazione di secondo grado

u2 āˆ’ 2āˆš3uāˆ’ 1 = 0

la cui unica radice positiva e u =āˆš3 da cui otteniamo

xC =Ļˆ

3plnāˆš3.

Si ha allorad = xC āˆ’ xB = 2xC = ā„“

āˆš3 ln

āˆš3 .

Page 15: Statica dei continui unidimensionali

6.2. ESERCIZI RISOLTI 111

q

Ļ‰

O B

A ex

ey

Esercizio 6.9 Un filo inestendibile di densita lineare di massa 2m/R e lunghezzaĻ€R/2 e appoggiato senza attrito ad un quadrante di raggio R. Lā€™estremo A del filo efissato al bordo del quadrante, mentre lā€™estremo B e sollecitato da un carico concen-trato q = āˆ’Ī±mgey. Supponendo trascurabile la gravita, trovare per quali valori di Ī± ilfilo resta sempre a contatto con il quadrante se questā€™ultimo viene messo in rotazionecon velocita angolare costante Ļ‰ = 4

āˆš

g/Rey attorno allā€™asse OA.

In assenza di gravita, lā€™unica sollecitazione da considerare e la forza centrifuga, chesappiamo essere conservativa. Sia Ļ‘ lā€™angolo formato con la verticale dal raggio OPcongiungente O con un punto qualsiasi P del filo. Poiche lā€™energia potenziale specificain P e

v = āˆ’16mg sin2 Ļ‘ ,

la tensione in P e

Ļ„ = āˆ’16mg sin2 Ļ‘+ c

con c costante da determinare imponendo la condizione al contorno Ļ„(B) ā‰” Ļ„(Ļ€2) =

Ī±mg. Svolti i calcoli, si ottiene

Ļ„ = 16mg cos2 Ļ‘+ Ī±mg .

La condizione di contatto impone che la componente Ļ†n della reazione vincolare speci-fica lungo la normale principale n (entrante nel supporto) sia negativa. Dallā€™equazionedi equilibrio indefinita dei fili abbiamo

Ļ†n = āˆ’ Ļ„

Rāˆ’ fn ā‰¤ 0

Page 16: Statica dei continui unidimensionali

112 CAPITOLO 6. STATICA DEI CONTINUI UNIDIMENSIONALI

dove fn = āˆ’ 32mRg sin2 Ļ‘ e la proiezione lungo n della forza centrifuga per unita di

lunghezza. La condizione di contatto diventa cosı

16

Rmg cos2 Ļ‘+ Ī±

mg

Rāˆ’ 32m

Rg sin2 Ļ‘ = Ī±

mg

R+

16m

Rg āˆ’ 48m

Rg sin2 Ļ‘ ā‰„ 0

per tutti i Ļ‘ āˆˆ [0, Ļ€2]. Pertanto, deve essere

Ī± ā‰„ 32 .

Esercizio 6.10 In un piano, un filo AB omogeneo di lunghezza ā„“ e densita linearedi massa 2m/ā„“ e vincolato allā€™estremo A, mentre e soggetto ad una forza verticalef = āˆ’ 1

2mgey in B, dove g ha le dimensioni di una accelerazione. Il piano che

a

f

ex

ey

A

B

contiene il filo trasla con accelerazione costante a = g2ex. Trovare lo spostamento d

di B rispetto alla verticale per A, in condizioni di equilibrio e supponendo trascurabilela gravita.

Nel riferimento non inerziale che trasla con accelerazione uniforme il filo risulta sog-getto ad una forza fittizia di densita lineare āˆ’mg

ā„“ex e dunque il profilo descritto

allā€™equilibrio e una catenaria con asse di simmetria parallelo allā€™asse ex e vertice inB. Vista la sollecitazione in B si ha Ļˆ = mg/2 e dunque, preso come vertice proprioil punto B, si ha

x(y) =ā„“

2

[

cosh

(

2y

ā„“

)

āˆ’ 1

]

.

Per valutare d = xA serviamoci del fatto che AB ha lunghezza ā„“ per cui

āˆ« 0

yA

āˆš

1 + sinh2(

2y

ā„“

)

dy =

āˆ« 0

yA

cosh

(

2y

ā„“

)

dy =ā„“

2sinh

(

2yAā„“

)

Page 17: Statica dei continui unidimensionali

6.2. ESERCIZI RISOLTI 113

da cui si ottiene

sinh

(

2yAā„“

)

= 2

da cui segue che

d = x(yA) =ā„“

2[āˆš5āˆ’ 1] .

Esercizio 6.11 In assenza di forze attive esterne, un filo AB e avvolto per il trattoAā€²B attorno ad una circonferenza di raggio R ed e tenuto teso grazie alle forze Ļ„A =

2pex, applicata in A e Ļ„B = pn, con n =āˆš2

2(ex + ey), applicata in B. Qual

ex

ey

A

Aā€²

Ļ€/4

Ļ„B

B

Ļ„A

e il minimo coefficiente di attrito statico Āµ tra filo e circonferenza compatibile conlā€™equilibrio nelle condizioni descritte?

Detta s = RĻ‘ lā€™ascissa curvilinea lungo il tratto appoggiato di filo, contata a partireda Aā€², le equazioni indefinite di equilibrio per un filo richiedono

{

1

RdĻ„dĻ‘

+ Ļ†t = 0Ļ„R+ Ļ†n = 0,

dal momento che non agiscono forze esterne. La condizione di Coulomb-Morin

garantisce lā€™equilibrio finche |Ļ†t| ā‰¤ Āµ|Ļ†n|, ovvero finche

āˆ£

āˆ£

āˆ£

āˆ£

dĻ„

dĻ‘

āˆ£

āˆ£

āˆ£

āˆ£

ā‰¤ ĀµĻ„ .

Integrando questo sistema di disequazioni disuguaglianze differenziali ricaviamo

āˆ’Āµāˆ†Ļ‘ ā‰¤ lnĻ„BĻ„A

ā‰¤ Āµāˆ†Ļ‘ ,

Page 18: Statica dei continui unidimensionali

114 CAPITOLO 6. STATICA DEI CONTINUI UNIDIMENSIONALI

dove āˆ†Ļ‘ = 3Ļ€4e lā€™ampiezza dellā€™arco su cui e appoggiato il filo. Con i dati del problema

si vede che la sola disuguaglianza non banale e

Āµ ā‰„ 4

3Ļ€ln 2 .

Esercizio 6.12 In un piano verticale, un filo omogeneo AD di lunghezza (5Ļ€12

+ 6)Re peso per unita di lunghezza 3p/2 e appoggiato ad un sostrato formato da un arcodi cerchio di raggio R e da due segmenti rettilinei inclinati di Ļ€

4e Ļ€

6sullā€™orizzontale.

Gli appoggi sullā€™arco BC e sul segmento CD sono privi di attrito, mentre quello sulsegmento AB e caratterizzato da un coefficiente di attrito statico Āµ. Il punto D e

B

A

C

D

fex

ey

Ļ€/4

g

Ļ€/6

sollecitato da una forza f di intensita 4pR tangente al segmento CD e la lunghezzadel tratto CD e 2R. In condizioni di equilibrio determinare: il valore della tensionenel punto C; il valore della tensione nel punto di AD di quota massima; il valoreminimo di Āµ perche il filo sia in equilibrio.

Detto e il versore associato a D āˆ’ C, la tensione nel punto C si trova imponendolā€™equilibrio delle forze per la porzione di filo CD, nella direzione di e. Su CD agiscela tensione Ļ„D = f = 4pRe, la tensione in C, Ļ„ c = āˆ’Ļ„Ce e la proiezione della forzapeso āˆ’3pRey, pari a

3

2pRe. Abbiamo allora

āˆ’Ļ„C + 4pR+3

2pR = 0

e quindi

Ļ„C =11

2pR.

Se Ļ‘ āˆˆ [Ļ€3, 34Ļ€] e il valore dellā€™angolo che il generico raggio OP forma con ex, la

tensione in P vale

Ļ„(Ļ‘) = c+3

2pR sinĻ‘

e la costante di integrazione c si puo determinare imponendo che Ļ„C = Ļ„(Ļ€3), cosicche

c =11

2pRāˆ’ 3

4

āˆš3pR.

Page 19: Statica dei continui unidimensionali

6.2. ESERCIZI RISOLTI 115

La tensione nel punto di quota massima e allora

Ļ„(Ļ€

2) = pR

[

7āˆ’ 3

4

āˆš3

]

e la tensione allā€™estremo B vale Ļ„B = Ļ„(34Ļ€) = pR[ 11

2+ 3

4(āˆš2 āˆ’

āˆš3)]. Passando al

tratto AB, osserviamo che la tensione in A, estremo libero, essa e nulla e che dai datidel problema, deve essereAB = 4R. La condizione di equilibrio per AB, dove agiscelā€™attrito e

|Ļ†t| ā‰¤ Āµ|Ļ†n|dove le componenti della reazione vincolare si ottengono dalle equazioni di equilibrioindefinite dei fili

dĻ„

ds+ ft + Ļ†t = 0

eĻ†n + fn = 0.

In questo caso la forza attiva e la forza peso e se orientiamo il tratto AB nel versoche va da A a B abbiamo

ft = āˆ’3āˆš3

4p = fn

pertanto la condizione di equilibrio diventaāˆ£

āˆ£

āˆ£

āˆ£

āˆ£

dĻ„

dsāˆ’ 3

āˆš3

4p

āˆ£

āˆ£

āˆ£

āˆ£

āˆ£

ā‰¤ Āµ3āˆš3

4p

che si traduce nella coppia di disequazioni

(1āˆ’ Āµ)3āˆš3

4p ā‰¤ dĻ„

dsā‰¤ (1 + Āµ)

3āˆš3

4p

che, integrate tra s = 0 ed s = 4R forniscono

3(1āˆ’ Āµ)āˆš3pR ā‰¤ pR[

11

2+

3

4(āˆš2āˆ’

āˆš3)] ā‰¤ 3(1 + Āµ)

āˆš3pR

da cui si ottiene finalmente la condizione su Āµ

Āµ ā‰„ 11

12

āˆš2āˆ’ 3

4āˆ’ 1

8

āˆš6.

Esercizio 6.13 In un piano verticale, un filo omogeneo AB di massa trascurabilee lunghezza ā„“ e appoggiato ad un profilo circolare di raggio r lungo lā€™arco PR =Ļ‘ + Ļ€

2; il loro reciproco contatto e caratterizzato da un coefficiente di attrito statico

1

2. Allā€™estremo A e appeso un corpo puntiforme di massa 2m, mentre allā€™estremo B

e applicata una forza di intensita f = Ī³mg. Calcolare i valori di Ī³ compatibili conlā€™equilibrio, quando Ļ‘ = Ļ€

6.

Page 20: Statica dei continui unidimensionali

116 CAPITOLO 6. STATICA DEI CONTINUI UNIDIMENSIONALI

A

P b

Q

Ļ‘

C

B

f

g

Tagliando il filo in P e Q, dallā€™equilibrio di AP segue che la tensione in P e Ļ„P = 2mg,mentre dallā€™equilibrio di BC ricaviamo la tensione in C, Ļ„C = Ī³mg. Sul tratto PCvalgono le equazioni di equilibrio indefinite

dĻ„

ds=

dĻ„

RdĻ‘+Ī¦t = 0 e

Ļ„

R+Ī¦n = 0 , (6.20)

dove Ī¦t e Ī¦n sono le componenti della reazione vincolare specifica lungo il filo. Larelazione di Coulomb e Morin impone

|Ī¦t| ā‰¤ Āµ|Ī¦n|

o, grazie alle equazioni (6.20),āˆ£

āˆ£

āˆ£

āˆ£

1

R

dĻ„

dĻ‘

āˆ£

āˆ£

āˆ£

āˆ£

ā‰¤ ĀµĻ„

R

da cui si ottiene, inseriti i valori di Āµ e Ļ‘,

eāˆ’Ļ€

3 ā‰¤ Ļ„PĻ„C

ā‰¤ eĻ€

3

o, grazie ai valori delle tensioni in C e P

2eāˆ’Ļ€

3 ā‰¤ Ī³ ā‰¤ 2eĻ€

3 :

la limitazione superiore indica che, se f e troppo grande, il filo non puo restare inequilibrio nella configurazione proposta perche viene trascinato via aumentando BCmentre se f e troppo piccola, il filo viene trascinato via aumentando AP .

Esercizio 6.14 In un piano verticale, un filo AC omogeneo di lunghezza opportunae peso per unita di lunghezza 2mg/R ha un tratto AB appoggiato senza attrito suun disco fisso di centro O e raggio R ed un tratto BC libero. Il tratto AB sottendeun arco di Ļ€/6, mentre BC e mantenuto in equilibrio applicando in C una forza fC

Page 21: Statica dei continui unidimensionali

6.2. ESERCIZI RISOLTI 117

AB

C

O

fC

fA

ex

ey

g

di intensitaāˆš2Ī³mg, inclinata di Ļ€/4 sullā€™orizzontale. Sapendo che in A agisce una

forza fA = āˆ’14mgex, determinare, in condizioni di equilibrio, la tensione del filo nelpunto A; il valore di Ī³ compatibile con lā€™equilibrio e, in corrispondenza, il dislivelloāˆ†y = yC āˆ’ yB.

Il modulo della tensione in A e,

Ļ„A = |fA| = 14mg .

Indicato con Ļ‘ āˆˆ [0, Ļ€6] lā€™angolo che il generico raggio OP del supporto forma con la

verticale, la tensione lungo il tratto AB e

Ļ„(Ļ‘) = 2mg cosĻ‘+ c

e sfruttando il valore della tensione in A, dove Ļ‘ = 0, otteniamo c = 12mg per cui

Ļ„(Ļ‘) = 2mg(cosĻ‘+ 6)

e pertanto Ļ„B = Ļ„(Ļ€6) = mg(12 +

āˆš3). Lungo il tratto BC il filo si dispone lungo

una catenaria e la componente costante della tensione nella direzione ex e pari a

Ļˆ = Ļ„B cos Ļ€6= mg

āˆš3

2(12 +

āˆš3). Poiche in C la tensione coincide con |fC |, si deve

anche avere Ļˆ = |fC | cos Ļ€4 = Ī³mg e quindi abbiamo

Ī³ = 3

(

1

2+ 2

āˆš3

)

.

Per trovare il dislivello āˆ†y tra B e C scriviamo lā€™equazione della catenaria riferendolaad assi centrati nel suo vertice, cosicche

y(x) =Ļˆ

p

[

cosh

(

p

Ļˆx

)

āˆ’ 1

]

,

dove p = 2mg/R e il peso specifico del filo. Dā€™altra parte la derivata prima dellā€™arcodi catenaria e

yā€²(x) = sinh

(

p

Ļˆx

)

e dunque, per la geometria del problema, abbiamo

yā€²(xB) = tan5Ļ€

6= āˆ’ 1āˆš

3= sinh

(

p

ĻˆxB

)

Page 22: Statica dei continui unidimensionali

118 CAPITOLO 6. STATICA DEI CONTINUI UNIDIMENSIONALI

da cui segue, usando la relazione cosh2 Ī±āˆ’ sin2 Ī± = 1,

cosh

(

p

ĻˆxB

)

=2āˆš3.

Similmente si ha

yā€²(xC) = tanĻ€

4= 1 = sinh

(

p

ĻˆxC

)

e dunque

cosh

(

p

ĻˆxC

)

=āˆš2 .

Abbiamo in definitiva

āˆ†y =Ļˆ

p

(āˆš2āˆ’ 2āˆš

3

)

= R

[

3āˆš6āˆ’ 6 +

3

4

āˆš2āˆ’

āˆš3

2

]

.

Esercizio 6.15 In un piano verticale, un filo AC omogeneo di peso specifico 3p hail tratto AB che sottende un angolo di ampiezza Ļ‘0 <

Ļ€2a contatto senza attrito con

un semidisco di raggio R, mentre il tratto BC e libero. In A e C sono applicate dueforze orizzontali, āˆ’2pRex e pRex, rispettivamente. Detto Ļ‘ āˆˆ [0, Ļ‘0] lā€™angolo che

A

C

BP

Ļ‘

ex

eyg

la verticale forma con un raggio generico determinare, in condizioni di equilibrio, latensione in ogni punto di AB, in funzione di Ļ‘, il valore di Ļ‘0 e la lunghezza del trattolibero BC.

Preso come livello di riferimento per lā€™energia potenziale gravitazionale lā€™orizzontalepassante per il centro del supporto, lā€™energia potenziale specifica in P vale 3pR cosĻ‘e dunque la tensione lungo lā€™arco appoggiato AB vale

Ļ„(Ļ‘) = 3pR cosĻ‘+ c;

per trovare il valore di c osserviamo che in A, dove Ļ‘ = 0, la tensione deve essere parial modulo 2pR della forza concentrata in quel punto per cui c = āˆ’pR e quindi

Ļ„(Ļ‘) = pR(3 cosĻ‘āˆ’ 1) :

in paticolare, nel punto B la tensione vale Ļ„B = pR(3 cosĻ‘0 āˆ’ 1). Consideriamo oralā€™arco di catenariaBC ed osserviamo anzitutto che in B la retta tangente alla catenaria

Page 23: Statica dei continui unidimensionali

6.2. ESERCIZI RISOLTI 119

deve coincidere con quella al supporto e pertanto e inclinata di Ļ‘0 sullā€™orizzontale. Ilmodulo della componente della tensione lungo ex vale allora

Ļˆ = Ļ„B cosĻ‘0 = pR(3 cosĻ‘0 āˆ’ 1) cosĻ‘0

e, siccome deve restare costante lungo tutto lā€™arco BC, deve essere anche Ļˆ = pR,visto che in C la tensione e diretta lungo lā€™orizzontale ed ha modulo pari a pR.Abbiamo allora la condizione di compatibilita su Ļ‘0

pR(3 cosĻ‘0 āˆ’ 1) cosĻ‘0 = pR

da cui si ottiene, come solo valore compatibile con la limitazione Ļ‘0 āˆˆ [0, Ļ€2],

cosĻ‘0 =1 +

āˆš13

6.

Fissata lā€™origine di un riferimento con assi lungo {ex, ey} in C, lā€™equazione dellacatenaria e

y(x) =R

3

[

cosh

(

3x

R

)

āˆ’ 1

]

e dunque

yā€²(x) = sinh3x

R. (6.21)

La lunghezza dellā€™arco BC e

ā„“BC =

āˆ«

0

xB

āˆš

1 + (yā€²(x))2dx =

āˆ«

0

xB

āˆš

1 + sinh23x

Rdx =

āˆ«

0

xB

cosh3x

Rdx

dove abbiamo usato lā€™identita cosh2 Ī±āˆ’ sinh2 Ī± = 1. Dunque

ā„“BC = āˆ’R3sinh

3xBR

e, grazie allā€™equazione (6.21), abbiamo che

sinh3xBR

= yā€²(xB).

Siccome yā€²(x) e la tangente trigonometrica dellā€™angolo che la retta al profilo dellacatenaria forma con la direzione ex, in questo caso abbiamo yā€²(xB) = tan(Ļ€ āˆ’ Ļ‘0) =āˆ’ tan0 e la lunghezza dellā€™arco BC e

ā„“BC =R

3tanĻ‘0 =

R

3

āˆš1āˆ’ cos2 Ļ‘0cosĻ‘0

=

āˆš

32āˆ’ 2āˆš3

1 +āˆš3

.

Page 24: Statica dei continui unidimensionali

120 CAPITOLO 6. STATICA DEI CONTINUI UNIDIMENSIONALI

O

A

ex

ey

xA

b

b

Esercizio 6.16 In un piano verticale, un filo omogeneo OA di peso specifico costantedescrive allā€™equilibrio lā€™arco di catenaria

y(x) =x02[cosh

(

2x

x0āˆ’ ln

āˆš2

)

āˆ’ cosh(lnāˆš2)]

delimitato dallā€™origine O e dal punto A di ascissa xA = x0 lnāˆš3. Trovare lā€™ascissa

xG del centro di massa di OA.

Oltre alla gravita applicata nel centro di massa G del filo, le altre forze esterne sonole reazioni vincolari in O ed in A il cui modulo coincide con le il valore delle tensioniin quei punti. Poiche le tensioni in O ed A sono dirette lungo le tangenti al filo inquei punti, lā€™equilibrio dei momenti delle forze esterne rispetto al punto P il punto diintersezione di tali rette tangenti, impone che G appartenga alla verticale per P . Perrisolvere il problema occorre trovare lā€™ascissa xP di P . Scriviamo le equazioni dellerette tangenti al filo in O ed A. Poiche

yā€²(x) = sinh

(

2x

x0āˆ’ ln

āˆš2

)

lā€™equazione della tangente in O al filo e

y = āˆ’ sinh(lnāˆš2)x

mentre quella della tangente in A e

y =x02[cosh

(

2 lnāˆš3āˆ’ ln

āˆš2)

āˆ’ cosh(lnāˆš2)] + sinh

(

2 lnāˆš3āˆ’ ln

āˆš2)

(xāˆ’ x0 lnāˆš3),

che puo essere semplificata grazie alle definizioni delle funzioni iperboliche e le pro-prieta dei logaritmi osservando che

cosh(

2 lnāˆš3āˆ’ ln

āˆš2)

=11

6āˆš2

sinh(

2 lnāˆš3āˆ’ ln

āˆš2)

=7

6āˆš2

Page 25: Statica dei continui unidimensionali

6.2. ESERCIZI RISOLTI 121

e

cosh(lnāˆš2) =

3

2āˆš2

sinh(lnāˆš2) =

1

2āˆš2,

per cui

y =x0

6āˆš2+

7

6āˆš2(xāˆ’ x0 ln

āˆš3) .

Intersecando le rette tangenti appena trovate si ottiene a

xP = xG =7 ln

āˆš3āˆ’ 1

10x0 .

Esercizio 6.17 In un piano verticale, un ponte di lunghezza 2ā„“ e peso per unita dilunghezza p viene sospeso grazie ad un numero molto grande di tiranti ad un cavo checongiunge due punti fissi A e B aventi dislivello pari ad ā„“. Sapendo che allā€™equilibrio

A

B

ex

ey

g

il punto piu basso del cavo si trova a dislivello 2ā„“ sotto A, trovare il rapporto tra ilmassimo ed il minimo valore della tensione nel cavo.

Se disponiamo gli assi {ex, ey} in A, il ponte sospeso deve passare per i punti A ā‰”(0, 0) e B ā‰” (2ā„“,āˆ’ā„“). Dalla prima condizione otteniamo

y(x) =p

2Ļˆx2 + bx

mentre il passaggio per B impone il legame

2p

Ļˆā„“+ 2b+ 1 = 0 .

Page 26: Statica dei continui unidimensionali

122 CAPITOLO 6. STATICA DEI CONTINUI UNIDIMENSIONALI

Un ulteriore legame tra Ļˆ a b si ottiene che yV = āˆ’2ā„“ per cui

y

(

āˆ’Ļˆpb

)

= āˆ’2ā„“

da cui si ottienep

Ļˆ=b2

4ā„“

che, messo a sistema con la relazione precedente fornisce lā€™equazione per b

b2 + 4b+ 2 = 0

che e risolta da b = āˆ’2Ā±āˆš2 di cui occorre selezionare la radice con il doppio segno

negativo per garantire che il vertice sia interno allā€™intervallo delimitato da A eb B.A tal proposito, osserviamo che il vertice e interno ads AB se e solo se yā€²(xB) > 0.Eseguendo una verifica diretta si osserva che solo il valore b = āˆ’(2 +

āˆš2) soddisfa

a questo requisito. Per rispondere al quesito del problema osserviamo che il minimodella tensione, pari a Ļˆ, si ha nel vertice, mentre il massimo corrisponde al puntodove la derivata del profilo del ponte sospeso ha modulo massimo in quanto Ļ„ =āˆš

Ļ„2x + Ļ„2y = Ļˆāˆš

1 + yā€²(x)2, visto che yā€²(x) e la tengente trigonometrica dellā€™angolo

formato dal profilo di equilibrio con lā€™asse delle ascisse. Dunque

=Ļ„AĻ„V

=āˆš

1 + yā€²(xA)2 =āˆš

1 + b2 =

āˆš

7 + 4āˆš2 .

31 gennaio 2002

In un piano verticale, un filo di peso specifico costante p e lunghezza Ļ€R/2 e appog-

giato senza attrito ad un supporto formato da due quadranti aventi raggio R/2 e R.Trovare il valore dellā€™angolo Ļ‘0 in condizioni di equilibrio.

Ļ‘0

La tensione del tratto di filo appoggiato al quadrante di raggioR/2 e del tipo Ļ„ = v+c,con v energia potenziale specifica e c una costante; similmente, per il tratto restantee Ļ„ = v + cāˆ—. Nel punto comune dei due tratti la quota e ovviamente la stessa ele due tensioni debbono coincidere, per cui c = cāˆ—. Dā€™altra parte, se Ļ‘1 e il valoreallā€™equilibrio dellā€™angolo formato con la verticale dal filo che giace sul supporto di

Page 27: Statica dei continui unidimensionali

6.2. ESERCIZI RISOLTI 123

raggio R, dobbiamo avere Ļ„(Ļ‘0) = Ļ„(Ļ‘1) = 0, visto che agli estremi non e applicatoalcun carico. Dunque la condizione di equilibrio diventa v(Ļ‘0) = v(Ļ‘1), cioe

pR

2(1 + cosĻ‘0) = pR cosĻ‘1 (6.22)

Il vincolo sulla lunghezza del filo impone

Ļ€R

2=RĻ‘02

+RĻ‘1

da cui otteniamo Ļ‘1 = Ļ€2āˆ’ Ļ‘0

2che permette di riscrivere (6.22) come equazione per

Ļ‘0

sinĻ‘02

= 1āˆ’ sin2Ļ‘02,

dove abbiamo impiegato le formule trigonometriche di duplicazione. Risolvendo que-stā€™ultima equazione rispetto a sin Ļ‘0

2, ricaviamo

Ļ‘0 = 2 arcsin

āˆš5āˆ’ 1

2.

Esercizio 6.18 Un filo omogeneo AB di lunghezza Ļ€R2

e densita lineare di massa2pg

e appoggiato senza attrito su di un supporto semicircolare di raggio R che, a suavolta, e rigidamente collegato ad una lamina rettangolare. Il filo e vincolato in A alsupporto mentre lā€™estremo B e soggetto ad una forza elastica di costante Ī²p che lorichiama verso il punto O della lamina posto sulla verticale per B a distanza R daB. Se, in presenza di gravita, il sistema trasla con accelerazione costante a = āˆ’5gex,

a

ex

eyg

O

A

B

qual e il minimo valore di Ī² compatibile con il contatto tra disco e filo?

Anzitutto, conviene mettersi nel riferimento non inerziale che trasla con lā€™accelera-zione a del sistema; in tal caso, oltre alla forza peso distribuita con densita linearefp = āˆ’2pey, occorre considerare la forza apparente, di densita fa = āˆ’ 2p

ga = 10pex

Possiamo parametrizzare la curva che descrive il filo usando lā€™angolo Ļ‘ che misura lā€™am-piezza dellā€™arco compreso tra il generico punto P del filo e lā€™estremo B. Per calcolare

Page 28: Statica dei continui unidimensionali

124 CAPITOLO 6. STATICA DEI CONTINUI UNIDIMENSIONALI

la tensione, domandiamoci se la forza atviva specifica f = fp + fa e conservativa,cioe se soddisfa lā€™equazione

f = 10pex āˆ’ 2pey = āˆ’āˆ‡v (6.23)

per una qualche funzione v dipendente solo dalle coordinate (x, y) di P . Proiet-tando la (6.23) lungo {ex, ey}, otteniamo le che v deve soddisfare il sistema

āˆ‚v

āˆ‚x= āˆ’10p e

āˆ‚v

āˆ‚y= 2p

e dunque, a meno di inessenziali costanti additive, essa vale

v = 2p(y āˆ’ 5x) = 2pR(sinĻ‘āˆ’ 5 cosĻ‘),

dove abbiamo osservato che, rispetto al centro del supporto, le coordinate di P sonox = R cosĻ‘ e y = R sinĻ‘. Il valore della tensione lungo il filo e allora

Ļ„(Ļ‘) = 2pR(sinĻ‘āˆ’ 5 cosĻ‘) + c

e per trovare c imponiamo che in B, dove Ļ‘ = 0, la tensione uguagli lā€™intensita dellaforza elastica lı applicata. Abbiamo allora

āˆ’10pR+ c = Ī²pR

e quindi

Ļ„(Ļ‘) = 2pR[sinĻ‘+ 5(1āˆ’ cosĻ‘)] + Ī²pR.

In un punto come P , il versore della normale principale n al filo e diretto radialmenteal supporto, con verso entrante in questā€™ultimo; Affinche vi sia contatto nel corsodel moto, occorre che la reazione vincolare distribuita, che ha la forma Ī¦ = Ļ†nn inquanto non vi sono attriti, abbia

Ļ†n ā‰¤ 0

cosicche il supporto eserciti effettivamente una forza che sostenga il filo. Per ricavareĻ†n ricordiamo che la proiezione dellā€™equazione di equilibrio indefinita dei fili lungo n

eĻ„

R+ Ļ†n + fn = 0

dove abbiamo osservato che la curvatura del supporto, e quindi del filo, e Īŗ = 1/R,mentre dalla (6.23) abbiamo

fn = f Ā· n = 2p(sinĻ‘āˆ’ 5 cosĻ‘).

Dunque otteniamo la condizione di contatto

Ļ†n = āˆ’ Ļ„

Rāˆ’ fn = 2p(10 cosĻ‘āˆ’ 2 sinĻ‘āˆ’ 5)āˆ’ Ī²p ā‰¤ 0 āˆ€Ļ‘ āˆˆ [0,

Ļ€

2] :

Page 29: Statica dei continui unidimensionali

6.2. ESERCIZI RISOLTI 125

affinche questa disuguaglianza sia soddisfatta per tutti i valori di Ļ‘ richiesti, occorree basta che il massimo assoluto del membro di sinistra nellā€™intervallo [0, Ļ€

2] sia non

positivo: poiche sia cosĻ‘ che āˆ’ sinĻ‘ sono funzioni monotone decrescenti in questointervallo, basta chiedere che la disuguaglianza valga per Ļ‘ = 0, ottenendo dunque

Ī² ā‰„ 10,

che rappresenta la condizione da imporre per garantire il contatto.

3 novembre 2006 In un piano verticale, un filo AB omogeneo di lunghezza Ļ€R e

densita lineare di massa 3m/R e appoggiato senza attrito su un supporto semicircolare

di raggio R che e libero di traslare lungo la direzione ey con legge oraria y(t) =

6R cosāˆš

2gRt. Lā€™estremo A e fissato al supporto, mentre in B e applicata la forza

f = āˆ’Ī“mgey. Trovare il minimo valore di Ī“ compatibile con il contatto del filo con il

supporto.

y(t)

BA

ex

ey

g

f

In assenza di attrito, lā€™equazione di equilibrio indefinita lungo la tangente al filo e

dĻ„

ds+ ft = 0.

Introduciamo lā€™angolo Ļ‘ contato a partire da B cosicche si ha s = RĻ‘. La componentedella forza peso per unita di lunghezza lungo la tangente al filo e āˆ’ 3mg

RcosĻ‘ mentre la

forza fittizia, di densita lineare 36mgR

cosāˆš

2gRtey ha componente 36mg

Rcosāˆš

2gRt cosĻ‘.

Dunque si ottiene

dĻ„

ds=

1

r

dĻ„

dĻ‘=

3mg

RcosĻ‘āˆ’ 36mg

Rcos

āˆš

2g

Rt cosĻ‘

che, integrata, fornisce

Ļ„(Ļ‘) = c+ 3mg sinĻ‘āˆ’ 36mg cos

āˆš

2g

Rt sinĻ‘

Page 30: Statica dei continui unidimensionali

126 CAPITOLO 6. STATICA DEI CONTINUI UNIDIMENSIONALI

dove la costante c si determina imponendo Ļ„(0) = Ī“mg ottenendo infine

Ļ„(Ļ‘) = Ī“mg + 3mg sinĻ‘āˆ’ 36mg cos

āˆš

2g

Rt sinĻ‘.

La proiezione dellā€™equazione di equilibrio nella direzione della normale principale alsupporto e

Ļ„

R+ fn + Ļ†n = 0

dove ora Ļ†n e la componente della reazione vincolare per unita di lunghezza. Ilcontatto e garantito finche Ļ†n ā‰¤ 0 in tutti i punti del filo e ad ogni istante. Poiche

fn =3mg

RsinĻ‘āˆ’ 36

mg

Rcos

āˆš

2g

Rt sinĻ‘

la condizione di contatto e

āˆ’6mg

RsinĻ‘+ 72

mg

Rcos

āˆš

2g

Rt sinĻ‘āˆ’ Ī“

mg

Rā‰¤ 0

che e soddisfatta āˆ€Ļ‘ āˆˆ [0, Ļ€] e āˆ€t se e solo se

Ī“ ā‰„ 66.

Esercizio 6.19 Una verga euleriana OA di lunghezza ā„“ e rigidita flessionale B =14pā„“3 e rettilinea nella configurazione indeformata. Lā€™estremo O della verga e vinco-lato a terra da un incastro scorrevole, mentre lā€™estremo A e vincolato da un appog-gio bilatero. Sulla verga e applicato un carico avente densita lineare f = āˆ’Ī±px

ā„“ey.

Nellā€™ipotesi di piccole deflessioni, trovare il valore di Ī± per cui, allā€™equilibrio, lā€™estremo

ex

ey

AO

O si trova ad una quota y(0) = āˆ’ ā„“140

.

Page 31: Statica dei continui unidimensionali

6.2. ESERCIZI RISOLTI 127

Introduciamo le coordinate (x, y) riferite allā€™origine O, orientando i corrispondentiassi cartesiani lungo le direzioni {ex, ey} indicate in Figura. Le equazioni di equilibriodellā€™asta sono

{

Ī¦ā€² + f = 0

Ī“ā€² + t āˆ§Ī¦ = 0(6.24)

dove Ī¦ e lo sforzo interno allā€™asta e Ī“ = Bcb e il momento flettente, espresso intermini della curvatura c dellā€™asta e del versore binormale b = ez. Nellā€™ipotesi dipiccole deflessioni le derivate che compaiono nelle equazioni di equilibrio si possonoconsiderare effettuate rispetto alla variabile x, il versore tangente t e approssimabilecon ex e la curvatura e data da c(x) = yā€²ā€²(x). Le equazioni di equilibrio vannoabbinate ad opportune condizioni al contorno che tengano in considerazione il tipodi sollecitazione cui e sottoposta la verga alle estremita. Poiche in O, corrispondentead x = 0, vi e un incastro scorrevole che impedisce le rotazioni, la tangente allaverga deve essere diretta lungo ex, direzione ortogonale a quella di scorrimento delcarrello. Pertanto si ha la condizione yā€²(0) = 0. Nellā€™estremo A, dove x = ā„“, il carrellobilatero non esplica momento e dunque deve annullarsi il momento flettente, cosicchec(ā„“) = yā€²ā€²(ā„“) = 0. Inoltre, poiche il carrello non consente traslazioni lungo ey, deveanche essere y(ā„“) = 0. Grazie allā€™espressione di f possiamo ricavare Ī¦ dalla (6.24)1come

Ī¦ =Ī±p

2ā„“x2ey ,

dove si e osservato che la costante (vettoriale) di integrazione deve annullarsi in quantodovrebbe essere simultaneamente parallela ad ex, per tener conto della sollecitazioneindotta in x = 0 dallā€™incastro scorrevole e parallela ad ey per rispettare la sollecita-zione in x = ā„“ indotta dallā€™appoggio bilatero. Sostituendo il valore appena trovatoper Ī¦ nella (6.24)2 ed utilizzando lā€™ipotesi di piccole deflessioni abbiamo

14ā„“3yā€²ā€²ā€² +Ī±

2ā„“x2 = 0 ,

da risolvere con le condizioni al contorno

yā€²(0) = 0y(ā„“) = 0yā€²ā€²(ā„“) = 0 .

(6.25)

Dopo una prima integrazione ricaviamo, grazie a (6.25)3

yā€²ā€²(x) = āˆ’ Ī±

84ā„“4(x3 āˆ’ ā„“3) .

Integrando ancora e tenendo conto di (6.25)1 abbiamo poi

yā€²ā€²(x) = āˆ’ Ī±

84ā„“4(x4

4āˆ’ ā„“3x)

ed infine, con lā€™ausilio di (6.25)2, concludiamo che

y(x) = āˆ’ Ī±

84ā„“4

(

x5

20āˆ’ ā„“3

x2

2+

9

20ā„“5)

.

Page 32: Statica dei continui unidimensionali

128 CAPITOLO 6. STATICA DEI CONTINUI UNIDIMENSIONALI

Imponendo la condizione y(0) = āˆ’ ā„“140

, otteniamo

Ī± =4

3.

Esercizio 6.20 Una verga euleriana rettilinea di lunghezza ā„“ e caricata da una di-stribuzione costante di coppie con densita āˆ’pez. Lā€™estremo O e incastrato, mentrelā€™estremo B e libero. Se la rigidezza flessionale della verga (coefficiente di proporzio-

O

B

a)

t

Ļ‘

O

B

b)ey

ex

nalita tra curvatura e momento flettente) e A = pā„“2

4, qual e il profilo di equilibrio della

verga, nellā€™ipotesi di piccole deflessioni dalla configurazione indeformata?

Sia s lā€™ascissa curvilinea della verga, misurata partendo da O. Il versore tangente t

si esprime come

t = cosĻ‘(s)ex āˆ’ sinĻ‘(s)ey = xā€²(s)ex + yā€²(s)ey, (6.26)

dove le coordinate (x, y) sono riferite al punto O, come indicato nella figura b). Leequazioni di equilibrio per la verga sono

{

Ī¦ā€² + f = 0

Ī“ā€² + t āˆ§Ī¦+ g = 0

dove Ī¦ e lo sforzo interno allā€™asta e Ī“ il momento flettente, mentre f e la densita dicarico distribuita e g la densita di coppia distribuita. Lā€™ipotesi di verga euleriana sitraduce nella relazione

Ī“ = Acb (6.27)

che lega il momento flettente alla curvatura c = Ļ‘ā€² della verga. Nel caso in esameb = āˆ’ez , f = 0 e g = āˆ’pez e dunque le equazioni di equilibrio diventano

{

Ī¦ā€² = 0

āˆ’AĻ‘ā€²ā€²ez + t āˆ§Ī¦āˆ’ pez = 0.

Dalla prima equazione segue Ī¦(s) = k = 0, visto che lā€™estremo B non e soggetto acarichi o coppie concentrate. Sostituendo nella seconda equazione otteniamo

Ļ‘ā€²ā€² = āˆ’ 4

ā„“2

Page 33: Statica dei continui unidimensionali

6.3. ESERCIZI PROPOSTI 129

che, integrata due volte, fornisce

Ļ‘(s) = āˆ’ 2

ā„“2s2 + c1s+ c2

con c1 e c2 costanti di integrazione. Per determinarle, notiamo che inO vi e un incastrocompleto e dunque Ļ‘(0) = 0, mentre in B lā€™estremo e libero e dunque Ī“(ā„“) = 0 dacui segue, in virtu di (6.27), Ļ‘ā€²(ā„“) = 0. Imponendo queste condizioni al contornootteniamo c1 = 4

ā„“, c2 = 0 e dunque

Ļ‘(s) = āˆ’4s

ā„“2(s

2āˆ’ ā„“).

Per risalire al profilo di equilibrio ricorriamo allā€™ipotesi di piccole deflessioni dallaconfigurazione indeformata imponendo |Ļ‘(s)| ā‰Ŗ 1. Riscrivendo (6.26) nellā€™approssi-mazione adottata, abbiamo xā€²(s) = 1 e yā€²(s) = āˆ’Ļ‘(s). In particolare, integrandoxā€²(s) = 1 otteniamo x = s: possiamo cioe confondere lā€™ascissa curvilinea s con lavariabile x. Abbiamo pertanto

yā€²(s) =dy

dx= Ļ‘(s) = Ļ‘(x) = āˆ’4x

ā„“2(x

2āˆ’ ā„“)

e, integrando,

y(x) = āˆ’ 4

ā„“2(x3

6āˆ’ x2ā„“

2) + c3.

Di nuovo, poiche lā€™estremo O e incastrato, y(0) = 0 e dunque

y(x) =2x2

3ā„“2(xāˆ’ 3ā„“).

6.3 Esercizi proposti