Ci risiamo con il solito giochetto: quando il prezzo del barile sfiorava i 150 euro,
in tempo reale le pompe si sono adeguate. Ora che il petrolio «è attorno ai 100
dollari al barile», protestano le associazioni di consumatori, «il prezzo della
benzina dovrebbe attestarsi attorno a 1,40 euro al litro, mentre viene venduta alla
media di 1,48 euro al litro, con picchi superiori a 1,50 euro». Non è una novità.
L’argomento è vecchio come il cucco: l’offerta di petrolio, e quindi i prezzi del
greggio, sono condizionati sul lato dell’offerta anche dall’esistenza di un cartello di
Paesi produttori. Lo ha ricordato il presidente della Banca centrale europea, Jean-
Claude Trichet. Ma ai giochi della speculazione si aggiunge la particolare
condizione dell’Italia, con alcuni nodi strutturali irrisolti.
Nel 1980, la rete dei distributori era formata da circa 39.000 punti vendita, che
sono progressivamente diminuiti fino agli attuali 25.000 circa. Non è bastato. «Il
settore della distribuzione dei carburanti in rete in Italia», afferma l’Antistrust, «è
storicamente caratterizzato da prezzi più elevati e rete più inefficiente rispetto al
resto d’Europa». Il prezzo industriale (cioè al netto della
componente fiscale), inoltre, in Italia è costantemente più
elevato della media europea. In Francia la percentuale delle
vendite di carburante attraverso la grande distribuzione
supera, in volume, il 50 per cento del totale. Le pompe
all’interno dei parcheggi dei supermercati, gestiti
direttamente dalla grande distribuzione, vendono la
maggior parte del carburante e a prezzi inferiori
rispetto ai punti vendita delle imprese petrolifere. In
Italia, al contrario, la presenza dei supermercati nel
settore è inferiore allo 0,5 per cento sul totale dei punti
vendita e appena l’1% del venduto.
Il danno è enorme. Un solo esempio, se andate in
Francia potrete sperimentare una differenza di
prezzo al litro di oltre 10 centesimi tra un
ipermercato e un normale distributore.
NOTES1
OTTOBRE 2008
IL PREZZO DELLA BENZINAUNO SCANDALO ITALIANO
GUIDA AL RISPARMIO
Così frutta il tesoretto 2
FONDI ETICI
Una buona azione 5
IN BANCA
Il conto è caro 6
La scelta “su misura” 7
ALLE POSTE
Meno lo usi, più rende 9
I Buoni Fruttiferi 10
TEST
Il profilo di rischio 12
IN BORSA
Mai avere fretta 14
FONDI COMUNI
L’incognita dei costi 16
REDDITO FISSO
Sicuro? Non sempre 18
BENI RIFUGIO...
...ma non per tutti 21
IMMOBILI
Il mattone è in calo:
è ora di comprare? 22
di GIUSEPPE ALTAMORE
SALE IN FRETTA, SCENDE PIANO
All’interno
A CURA DI 2C EDIZIONI
NOTES3
OTTOBRE 2008NOTES
2
OTTOBRE 2008
10 anniÈ un arco di temporagionevole pertirare le somme sui rendimenticonosciuti dai vari tipi di azioni
Per essere pronti a spese impreviste
è bene nonimpegnare tutti i propri soldi
”
”
a un importo compreso tra tre
e sei stipendi mensili.
� Il profilo di rischio. Messa da par-
te questa quota, è necessario va-
lutare il proprio profilo di rischio.
Capire bene in quale categoria si
rientra è fondamentale per evitare
di fare scelte azzardate rispetto al-
le proprie reali disponibilità o al
contrario per non correre il peri-
colo di rinunciare inutilmente a
guadagni consistenti. Come mo-
stra il test pubblicato alle pagine
12 e 13, che è da considerare co-
munque poco più di un esempio,
il tipo di investimento varia a secon-
da del profilo. Chi si considera
molto prudente, infatti, dopo tutte
le valutazioni del caso, si deve ri-
volgere più al settore obbligazio-
nario che non a quello azionario,
per definizione meno rischioso,
oltre a tenere liquida una parte im-
portante del capitale. Maggiore è
la propria propensione al rischio,
dunque, più può crescere l’esposi-
zione al mercato azionario e di-
minuire la parte lasciata in liquidi-
tà, come un conto corrente, e in
obbligazioni. In sintesi, il profi-
lo di rischio è legato al perico-
lo che l’investitore è disposto
ad affrontare nel momento in
cui deve decidere dove mettere
il proprio capitale. Oltre a que-
sta valutazione personale di tipo
psicologico, esistono però alcuni
indicatori che normalmente sono
considerati da chi si occupa di in-
dividuare con la maggiore precisio-
ne possibile il profilo di rischio.
� L’età. Di solito si ritiene che un gio-
vane possa concedersi qualche ri-
schio in più di un anziano, visto
che è probabile che abbia davan-
ti a sé un periodo di tempo più
lungo per rifarsi di eventuali per-
dite. Altra condizione di norma
considerata indispensabile per po-
ter rientrare in un profilo più “ag-
gressivo”, è quella di essere bene-
stanti: esporre una somma che
rappresenta tutti i propri ri-
sparmi alle intemperie della
Borsa nella speranza di grossi
guadagni è un atteggiamento as-
solutamente da evitare. Del re-
sto, si parla di “giocare” o “scom-
mettere” in Borsa proprio perché
nessuno può garantire che quel
denaro ritornerà nelle tasche del-
l’investitore (con notevoli diffe-
renze a seconda del tipo di stru-
mento considerato).
� L’orizzonte temporale. È un altro
elemento fondamentale nella valu-
tazione del proprio profilo di ri-
schio. Si deve cioè stimare per
quanto tempo si è disposti a non
mettere mano ai soldi investiti. Da
questa risposta dipenderà senz’al-
tro la possibilità di orientarsi ver-
so un certo strumento finanziario
piuttosto che un altro. Le azioni, per
esempio, sono generalmente con-
siderate dagli esperti del settore
uno dei migliori investimenti sul
lungo termine. A riprova, la tabel-
la riportata a pagina 15 dimostra
come in dieci anni ci siano titoli
che hanno guadagnato anche più del
500%, come Saipem. Ma non si
può certo investire in questi stru-
menti pensando di guadagnare in
GUIDA AL RISPARMIO
Quando ci si avvicina al ter-
mine della carriera pro-
fessionale per raggiunti limi-
ti di età o si è tagliato da po-
co il traguardo della pensio-
ne, bisogna decidere dove
“parcheggiare” i soldi ri-
sparmiati in tanti anni. La ten-
tazione per gli impavidi è di far-
si guidare dal mito di Warren
Buffet, uno dei più noti inve-
stitori “fai-da-te”, che è riusci-
to ad ottenere guadagni stel-
lari facendo entrare e usci-
re dalla Borsa il proprio capi-
tale. Se però non si conosce be-
ne il settore della finanza, la
scelta di muoversi senza l’aiu-
to di un esperto potrebbe por-
tare a perdere un sacco di
quattrini. Ma al contempo, va
detto che mettere tutto il denaro
sotto il materasso non è senz’al-
tro la migliore delle decisioni. In
circolazione, infatti, esistono pro-
dotti sicuri che permettono di
evitare che il proprio patrimonio
sia eroso poco alla volta dall’in-
flazione. Basti pensare, per fare un
esempio, ai conti di deposito, che
consentono guadagni dignitosi,
nell’ordine anche di tre punti per-
centuali e più, senza dover teme-
re di perdere nulla. Conti corren-
ti tradizionali e altre offerte del
genere, invece, vanno bene per
chi ha elevate esigenze di liquidi-
tà nel breve termine, ma non ci
si può certo aspettare reali ren-
dimenti.
Esistono quindi prodotti non
rischiosi e altri che fanno spera-
re in importanti guadagni ma che
non possono escludere la possi-
bilità di pesanti perdite future.
Come descritto in dettaglio nel-
le pagine seguenti, in commercio
ci sono offerte molto differen-
ti, da valutare con attenzione
per individuare quelle che me-
glio rispondono alle proprie esi-
genze. Si può scegliere tra conti
correnti tradizionali e online, con-
ti di deposito, libretti di rispar-
mio o diversi prodotti di Poste ita-
liane per la gestione della liqui-
dità; gli investimenti, invece, pos-
sono andare dai più tranquilli Bot,
Cct, altri titoli di Stato o obbliga-
zioni emesse da società private,
a strumenti più soggetti agli alti
e bassi dei mercati finanziari, co-
me azioni, Etf e diversi tipi di
fondi aperti e chiusi. Attenzione poi
a ritenere sicuri “beni rifugio”,
oro e diamanti, co-
me chiarito a pagi-
na 21, così come
non può essere
preso alla legge-
ra l’acquisto di
immobili.
GLI ASPETTI DA VALUTARENonostante l’ampia
gamma di prodotti in
circolazione, esistono
comunque delle ac-
cortezze a cui è bene
che presti attenzione chiunque
stia valutando dove mettere i
risparmi di una vita.
� Il patrimonio. Innanzitutto si de-
ve sapere con precisione la
consistenza del patrimonio di cui
si dispone e di quanto si potrebbe
aver bisogno per emergenze di di-
verso genere nel breve periodo. In
altre parole, è bene non azzerare
completamente la liquidità a pro-
pria disposizione mettendo tutti i ri-
sparmi in beni o strumenti finanzia-
ri che richiedono anche qualche
mese di attesa prima di poter es-
sere smobilizzati (si pensi, per
esempio, al periodo necessario per
vendere una casa o un diamante a
un prezzo che consenta di realizza-
re un guadagno). In caso contra-
rio, ci si potrebbe ritrovare nel-
l’impossibilità di far fronte a un
debito improvviso o si potrebbe
essere costretti a svendere una pro-
prietà pur di avere del contante
immediatamente. Secondo mol-
ti esperti, la somma da accan-
tonare deve essere pari almeno
Cinque esami da superare per far fruttare il tesorettoLA SCELTA È MOLTO AMPIA, DAI PRODOTTI PER LA LIQUIDITÀ A QUELLI FINANZIARI: ECCO TUTTE LE REGOLE DA RISPETTARE
pochi mesi, giorni o addirittura
ore e rivendere dopo qualche rial-
zo: questo è il classico atteggia-
mento del “trader”, cioè di chi cer-
ca per professione di realizzare
guadagni molto elevati e velocemen-
te ed è meglio lasciare operazio-
ni del genere a chi ha le compe-
tenze indispensabili per farlo. In
periodi di burrasca in Borsa, dun-
que, spesso si consiglia di non
vendere subito i propri titoli, nel-
la speranza di una crescita futura
(con tutte le eccezioni del caso,
naturalmente). Gli analisti nor-
malmente ritengono che sia ne-
cessario avere a disposizione un
orizzonte temporale non infe-
riore ai cinque anni per inve-
stire in titoli azionari.
� Il reddito futuro. Un altro aspetto
da valutare per stabilire il proprio
profilo di rischio sono le previsio-
ni di reddito futuro. Con un lavo-
ro dipendente e un contratto a
tempo indeterminato, o con una
buona pensione, si potrà contare
con una ragionevole certezza su
un’entrata fissa e costante nel tem-
po. Un libero professionista che
si ritrovi in un momento di difficol-
tà, invece, dovrà tenere conto del-
la propria situazione ed evitare di
mettere a rischio una parte consi-
derevole del proprio capitale.
Avere molta liquidità a disposi-
zione in un periodo del genere, per
esempio, potrebbe permettere di
affrontare con meno difficoltà un
eventuale ulteriore peggioramento
della propria attività (e nuove ri-
chieste da parte dei creditori).
Come risulta dal sondaggio,
pubblicato a pag. 14,il risparmio è sempre più prezioso. In questepagine, vi diamo alcuni
consigli per non sprecarlo.
ta di tutti i fondi etici commercia-
lizzati nel nostro Paese è passata
dai 2.282 milioni di euro del di-
cembre 2004 ai 1.666 dello scor-
so maggio, registrando quindi un
crollo del 27 per cento. Per con-
tro, nello stesso periodo, i fondi
Valori responsabili promossi da
Etica Sgr sono cresciuti del
47,13%, balzando da 157 a 231
milioni di euro.
I risultati non sono deludenti
neppure focalizzando l’attenzio-
ne sul periodo di “crisi nera” del-
le Borse, dal 30 giugno 2007 al 30
luglio 2008. Il patrimonio dei fon-
di di Etica Sgr in questo periodo
è calato del 2,78%, con differenze
notevoli a seconda dello strumen-
to considerato (gli unici in rialzo
sono stati quelli monetari, passati
da 95,17 a 115,38 milioni di eu-
ro). Osservando l’andamento del-
la raccolta di tutti i fondi comuni
italiani, invece, il calo è molto più
consistente: il dato di partenza era
pari a 424,39 miliardi, quello segna-
to a fine luglio era di poco supe-
riore ai 312, con un calo di addirit-
tura il 26,4 per cento.
Fare investimenti prestando at-
tenzione a come saranno impie-
gati i propri risparmi da un punto
di vista etico sembra essere sempre
più spesso qualche cosa di più di
una buona azione. Guardando ai
rendimenti dei diversi tipi di fon-
di comuni d’investimento “social-
mente responsabile” distribuiti in
Italia nell’ultimo anno, si nota che
spesso vanno meglio di quelli
che sono composti utilizzando
criteri di natura squisitamente
economico-finanziaria.
«In Europa il mercato dei fon-
di comuni di investimento social-
mente responsabili è cresciuto del
160% negli ultimi tre anni», spie-
ga Alessandra Viscovi, direttore
generale di Etica Sgr, la società di
gestione risparmio che fa capo al
gruppo Banca popolare etica.
Complessivamente, il direttore ge-
nerale dice che si tratta di qualco-
sa come 49 miliardi di euro im-
piegati in imprese che si impe-
gnano per essere all’avanguardia
nella riduzione delle emissioni,
nel riciclaggio dei rifiuti, nel de-
sign ecologico, nel rispetto dei
diritti dei lavoratori in tutti i
Paesi in cui viene localizzata la
produzione. «In Italia esistono
circa 30 fondi comuni di investi-
mento etici – conclude Viscovi – ma
il mercato stenta a decollare».
E guardando ai risultati regi-
strati nell’ultimo periodo pare che
snobbare investimenti del genere
porti con sé il rischio di perdere
un’opportunità anche dal punto di
vista dei guadagni e dell’andamen-
to generale del settore. La raccol-
160%Di tanto è cresciuto negliultimi tre anni il mercato dei fondicomuni socialmenteresponsabili
Fondi etici, ecco una buona azione
NOTES4
OTTOBRE 2008
UNA SCELTA PARTICOLARE
Fin qui la raccolta, ovvero la dif-
fusione di questi strumenti finan-
ziari sul nostro mercato. Ancora
più interessante, però, risulta l’ana-
lisi dei rendimenti dei fondi. Tra
il 31 luglio 2007 e lo stesso mese
del 2008, l’andamento è stato in
generale negativo. Eppure chi ha
messo i propri risparmi in fondi
socialmente responsabili pare aver
limitato le perdite. Qualche esem-
pio basato su dati MoneyMate rie-
laborati da Bipiemme Gestioni. Il
fondo monetario Valori responsa-
bili, costituito essenzialmente da
titoli di Stato e obbligazioni di so-
cietà selezionati secondo criteri
etici, ha guadagnato il 2,82%, con-
tro il 2,34% della media della ca-
tegoria. Valori responsabili azio-
nario, invece, ha perso il 13,15%,
ma la media nazionale è stata ne-
gativa per oltre il 20 per cento.
Stesso discorso per Valori respon-
sabili bilanciato (-7,41% contro -
11,46%).
Questi risultati, del resto, inizia-
no a essere sempre più evidenti
anche nelle classifiche per rendimen-
ti. I fondi Valori responsabili si
posizionano al sesto posto su 50
per quanto riguarda i moneta-
ri, al quarto su 36 gli obbliga-
zionari misti, al quarto su 34 i
bilanciati, al primo su un totale
di 33 fondi gli azionari. Questa
classifica, stilata sulla base di da-
ti MoneyMate e Assogestioni,
prende in considerazione le per-
formance realizzate al netto della
tassazione e delle commissioni di
gestione dei fondi venduti in Italia.
Marco Ratti
LE DIFFERENTI STRATEGIEStabilito il proprio profilo, ci so-
no diverse strategie per decidere
su quale tipo di titolo o di stru-
mento finanziario puntare.
C’è chi ritiene che la cosa più
importante sia il ciclo che sta viven-
do un determinato settore econo-
mico per scegliere se metterci dei
soldi o meno; secondo altri, inve-
ce, la prima cosa a cui prestare at-
tenzione è la qualità del manage-
ment di un’azienda, visto che è
questo che dovrebbe fornire le mi-
gliori garanzie sull’andamento fu-
turo di una società e, di conse-
guenza, dei suoi titoli. In realtà
le variabili in gioco sono molte
e ogni valutazione va costante-
mente aggiornata in base ai cri-
teri che il professionista ritiene
essere più affidabili. Per un’idea
di massima delle strategie di in-
vestimento diffuse oggi – top
down, bottom up, valore vs. cre-
scita, larga capitalizzazione vs.
piccola capitalizzazione, investi-
menti etici e analisi tecnica – si
può visitare il sito www.borsaita-
liana.it, alla sezione “Investire -
Nozioni di base”.
� Parola d’ordine diversificare. In ogni
caso, per chi decide di mettere dei
soldi in Borsa è d’obbligo “diver-
sificare”, cioè è indispensabile ri-
durre la propria esposizione a rischi
di perdite puntando su diversi ti-
toli. In questo modo, se un settore
dovesse improvvisamente crolla-
re – per esempio come è accadu-
to a fine 2000 con lo scoppio del-
la bolla dei titoli tecnologici – si
potrà limitare le perdite grazie agli
investimenti fatti anche in com-
parti diversi. E un’altra regola
da tenere sempre bene a mente
è l’“asset allocation”, ovvero la
suddivisione del capitale tra di-
verse attività finanziarie. Que-
sto significa che è bene evitare di
puntare tutto sulle azioni o sulle
obbligazioni, in modo da non es-
sere travolti da eventuali crolli ge-
neralizzati.
� Meglio affidarsi a un esperto. Detto
questo, quando ci si avvicina al
mondo degli investimenti si sco-
pre che le possibili varianti sul te-
ma sono davvero tante e non si
può che partire dalla proprie esi-
genze. Il consiglio più importan-
te, è quello di evitare il “fai-da-
te”. Spendere qualche soldo in più
per avere la consulenza di esperti
di una società di intermediazione
mobiliare (Sim) per chi è intenzio-
nato a investire in azioni, per
esempio, è sicuramente meglio che
rischiare di buttare al vento i ri-
sparmi di una vita (il piccolo in-
vestitore, inoltre, non sempre può
accedere direttamente a determi-
nati strumenti finanziari).
Certo le vicende dei Bot argenti-
ni e delle obbligazioni Cirio e
Parmalat allegramente rifilate
dalle banche ai piccoli investito-
ri non sono rassicuranti. Va det-
to, tuttavia, che dopo questi gravi
scandali oggi la situazione sembra
migliorata.
� Le altre opportunità. Infine va ricor-
dato che i prodotti presentati nelle
pagine seguenti non sono certo tut-
ti quelli a disposizione per mette-
re al sicuro il proprio capitale. Non
bisogna scordarsi, giusto per cita-
re un altro comparto, che le im-
prese di assicurazione hanno a di-
sposizione diverse offerte. Una
polizza long term care, per
esempio, permette di assicurar-
si un bel gruzzolo in caso di
perdita dell’autosufficienza in-
vestendo una somma abbastan-
za contenuta.
Esistono poi finanziamenti chia-
mati etici, visto che puntano su
Stati o società in base a criteri di
compatibilità ambientale, rispetto
dei lavoratori e altro (si veda pa-
gina 5). A questo proposito, va
segnalato che parte in questo
periodo la terza emissione dei
“Papa bond”, obbligazioni col-
locate dall’Istituzione multila-
terale di sviluppo (Iffim) che dà
sovvenzioni ai 70 Paesi più po-
veri del mondo attraverso la
Gavi Alliance. Il primo colloca-
mento risale al 2006 e ha già per-
messo di destinare un miliardo di
dollari a programmi di vaccinazio-
ne e a migliori sistemi sanitari nel-
le zone più povere del mondo. Il
nome “Papa bond” proviene dal
titolare dell’obbligazione numero
uno, Benedetto XVI. L’emissione
avverrà a Londra e, per la prima
volta, potranno partecipare anche
i piccoli risparmiatori. Il rimbor-
so è garantito da Brasile, Francia,
Gran Bretagna, Italia, Norvegia,
Spagna, Sudafrica e Svezia.
Marco Ratti
L’INVESTIMENTO PUNTA SULLE IMPRESE PIÙ “ECO-COMPATIBILI”
Per contenere le perdite in Borsa
il capitale vasuddiviso fra titolidi diversi ambiti
”
”
NOTES5
OTTOBRE 2008
NOTES7
OTTOBRE 2008NOTES
6
OTTOBRE 2008
Uno strumentoindispensabile
per la vita familiareche però offre bassi interessi
”
”
sentono di realizzare un numero
illimitato di operazioni e di usu-
fruire, appunto, di un “pacchetto”
di servizi. In genere, come si leg-
ge sul sito Internet del Consorzio
PattiChiari, promosso dalla mag-
gior parte delle banche italiane
(www.pattichiari.it), l’apertura
di un conto “a pacchetto” è
gratuita e prevede il già ricorda-
to canone periodico con un pla-
fond di operazioni e servizi gra-
tuiti. Superato il plafond sono fis-
sati i costi delle commissioni per
l’esecuzione delle singole opera-
zioni. Attenzione, poi, alle spese
postali per l’invio di comunica-
zioni; all’imposta di bollo defini-
ta per legge (attualmente pari a
34,2 euro); al canone, eventuale,
per l’utilizzo dell’online banking
(ma per l’85% dei conti presenti
nel sito di PattiChiari è completa-
mente gratuito). PattiChiari, per il
profilo “pensionati”, ha calcolato
il prezzo medio annuale di un con-
to corrente, che per chi ha già esi-
genze bancarie medie supera i 60
euro e comprende circa 300 prodot-
ti (si veda il grafico sopra).
I conti online. Ormai li propone la
maggior parte delle banche. Alla
clientela fanno risparmiare in
termini di costo e tempo non ri-
chiedendo la presenza del per-
IN BANCA
Come può fare un risparmia-
tore per gestire la propria li-
quidità, le spese di tutti i giorni e
al contempo investire i soldi gua-
dagnati in una vita? Le banche og-
gi offrono un ventaglio di oppor-
tunità a seconda delle proprie esi-
genze, ma per scegliere è bene co-
noscere da vicino tutti gli stru-
menti proposti.
SPESE TROPPO ALTENon se ne può più fare a meno.
Per avere la certezza di pagare le
bollette in tempo o per la como-
dità di farsi addebitare la pensio-
ne o ancora per evitare di portare
con sé contanti, utilizzando un as-
segno o la carta di credito. Il con-
to corrente oggi rappresenta il
principale strumento per gestire
la liquidità, una vera e propria
piattaforma di servizi per svolge-
re operazioni di pagamento e altre
transazioni. Da tempo, però, a
fronte di una consistente ridu-
zione del tasso di interesse, i co-
sti che derivano dalle operazio-
ni svolte con un conto – prime
fra tutte prelievi e bonifici – so-
no decisamente cresciuti (nel
2007 le associazioni dei Consu-
matori parlavano di livelli attorno
ai 400 euro all’anno a correntista).
Ma lentamente qualcosa sta mi-
gliorando: il governo Prodi ha
azzerato le spese per la chiusu-
ra di un conto e il suo trasferi-
mento presso un altro istituto e
al contempo il sistema bancario si
sta incamminando verso una per-
sonalizzazione dei servizi. Vale a
dire: al cliente viene data la pos-
sibilità di scegliere il conto che fa
al proprio caso, valutando sia mo-
dalità di gestione che costi e servi-
zi in base alle necessità persona-
li. Ecco, in sintesi, le specie di
conto corrente presenti sul mer-
cato.
Tradizionali o “a pacchetto”. Tutti
gli istituti di credito ormai propon-
gono conti che, a fronte del paga-
mento di un canone prestabilito
mensile o trimestrale, – che può
andare dai 40/50 euro annui fino
ai 200 a seconda del prodotto e del
target (pensionati, giovani, fami-
glie, ecc.) per cui è pensato – con-
Il conto corrente costa ed è difficile farlo rendereGARANTISCE LA GESTIONE DELLA LIQUIDITÀ CON MOLTI SERVIZI AGGIUNTIVI, MA NON PROTEGGE DALL’INFLAZIONE
sonale bancario. Sono spesso a ca-
none e costi azzerati in quanto
permettono di “entrare” in banca
con accessi (web, telefono, ecc.)
più economici. L’offerta dei con-
ti “fai da te”, infatti, si presenta
molto variegata ma ad accomu-
narli è l’abbattimento delle spese
grazie al fatto di svolgere le ope-
razioni esclusivamente via Inter-
net. Ci sono anche banche specia-
I LIBRETTI “NOMINATIVI” E AL “PORTATORE”Molti, soprattutto anziani e giovani, lo
utilizzano al posto o in aggiunta a un
conto corrente, ad esempio per farsi
accreditare la pensione. Ciò accade
in quanto il libretto, se rispetto a un
conto ha un’operatività limitata e
quindi costi di gestione più contenuti,
spesso però prevede un rendimento
più alto di quello di un conto. È un
documento che consegna la banca
quando si apre un “deposito a
risparmio” e che deve essere
presentato allo sportello ogni volta
che si intenda prelevare o versare
soldi in contanti. Ogni operazione va
rigorosamente riportata sul libretto.
Non ci sono libretti di assegni, carte
di credito e altri servizi accessori ma
soltanto la possibilità di recarsi
fisicamente in banca (o alle Poste) per
prelevare o versare. Alcune banche
affiancano ai libretti di risparmio una
carta Bancomat abilitata a eseguire le
stesse operazioni anche allo sportello
automatico. Esistono due tipologie di
libretto: “nominativi” (di cui i titolari
sono persone fisiche e che possono
avere cointestatari e delegati) e “al
portatore”, che cioè possono essere
utilizzati solo da chi ne ha il possesso.
La legge antiriciclaggio e poi il Dl
n. 112/2008 hanno stabilito che i
depositi non possono superare i
12.500 euro, inoltre per le operazioni
allo sportello è d’obbligo presentarsi
con carta d’identità e codice fiscale.
PENSIONATI CONESIGENZE MEDIE
PENSIONATI CON ESIGENZE
EVOLUTE
SPORTELLO WEB
PREZZO ANNUALE ESCLUSA IMPOSTA DI BOLLO (€)
67,347,2
120,169,6
PER TROVARE IL PRODOTTO “SU MISURA”Oggi l’offerta di conti correnti è molto
specializzata e diversificata, pertanto
orientarsi è fondamentale. Ecco allora
che nella prospettiva di una maggior
trasparenza, fin dal 2004, le banche
italiane hanno promosso l’iniziativa del
Consorzio PattiChiari “Conti correnti
a confronto”, accessibile su
www.pattichiari.it, uno degli strumenti
più utilizzati per mettere a confronto e
scegliere i prodotti di conto corrente,
con una serie di informazioni che
rendono sempre più chiari, trasparenti
e confrontabili i prezzi dei prodotti.
Individuato il profilo di appartenenza e
le proprie specifiche esigenze, i clienti
possono farsi un’idea dell’offerta.
Basta cliccare su www.pattichiari.it
(ma il servizio è accessibile anche in
oltre 22mila sportelli) per confrontare
tra loro circa 496 conti correnti e
scegliere quello che fa più al proprio
caso. Il principale elemento del conto
da valutare è il costo in rapporto alla
qualità del servizio. Il sito è intuitivo,
facile da usare e di semplice accesso
anche l’indicatore sintetico di prezzo.
Le banche aderenti all’iniziativa,
infatti, si impegnano a calcolare
e aggiornare in tempo reale,
contestualmente alle condizioni
economiche delle voci di costo presenti
nella scheda standard, l’indicazione di
costo del c/c e le altre informazioni di
sintesi per ciascun profilo di utilizzo
al quale il prodotto è attribuito.
I costi sono stati calcolati sui prodotti presenti sul sito PattiChiari al 27/07/2008
IL PREZZO MEDIO DEI CONTI CORRENTI PER IL PROFILO DEI PENSIONATI
Patti
Chi
ari
A zero speseCiò che accomuna i conti online è il taglio dellespese, permettendooperazioni soltantovia Internet
NOTES8
OTTOBRE 2008
lizzate soltanto nell’online come
Fineco (www.fineco.it), IwBank
(www.iwbank.it), Websella.it
(Gruppo Banca Sella, www.web-
sella.it) o il Conto@me di
We@bank (Banca Popolare di
Milano, www.webank.it). Esiste
anche un conto online specifi-
co chiamato “plus” dedicato a
chi vuole investire in Borsa: in
questo caso si potranno consulta-
re analisi di tipo finanziario e con-
fronti dei rendimenti e soprattut-
to ottenere commissioni di nego-
ziazione più vantaggiose rispetto a
chi si affida ad un gestore. Ricor-
diamo ancora una volta, comun-
que, che il “fai da te” è rischioso e
dovrebbe essere limitato solo a chi
è davvero particolarmente esperto.
I conti a metà strada. Accanto ai
conti che permettono di risparmia-
re sulla gestione e sulle transazio-
ni a condizione che si operi esclu-
sivamente online, ne esistono altri
che possono essere utilizzati sia
su Internet sia allo sportello. Ov-
viamente i costi cambiano. Se si va
in filiale, un bonifico può costa-
re 2-3 euro, mentre sul web è gra-
tuito. Sono conti a zero spese ma
anche a zero interessi, e di solito
non includono la carta di credito
che si paga a parte, così come si
paga a parte il dossier titoli.
I conti di deposito. Se il conto cor-
rente risponde all’esigenza di gesti-
re pagamenti in entrata e uscita e
quindi la propria liquidità, non è
però in grado di proteggere i ri-
sparmi dall’inflazione. Di conse-
guenza è bene tenere sul conto
l’indispensabile per le spese di
routine e possibili imprevisti. Il re-
sto potrà essere destinato non solo
agli strumenti di investimento tout
court (si vedano nelle pagine se-
guenti obbligazioni, azioni, fondi,
Etf, ecc.) ma anche a prodotti che,
pur non essendo particolarmente
rischiosi, offrono un certo rendi-
mento rispetto al tradizionale con-
to. Tra questi, innanzitutto, rien-
trano i conti di deposito, di cui an-
tesignano in Italia è stato il Con-
to arancio proposto da Ing Direct
(www.ingdirect.it). Altro esempio
è quello di Santander Consumer
Bank (www.finconsumo.it). Que-
sti conti permettono esclusiva-
mente di fare versamenti e pre-
lievi da e verso un altro conto
principale aperto presso un al-
tro istituto di credito e in cam-
bio di costi di gestione molto con-
tenuti o addirittura azzerati viene
riconosciuto un tasso di interesse
decisamente più alto di un conto
corrente classico. Nel 2008 si è
toccato anche il 5% lordo annuo.
Pronti contro termine. Rappresen-
tano un’altra soluzione per assi-
curarsi un rendimento più alto ri-
spetto a quello di un conto cor-
rente, soprattutto quando l’oriz-
zonte temporale è limitato anche
solo a un mese. In questo caso il
rendimento non comporta alcun
rischio: in cambio del blocco del
capitale per il periodo stabilito,
la banca riconosce un interesse
lordo molto superiore a quello del
conto. La durata proposta di so-
lito è di uno, due o al massimo
tre mesi, ma può arrivare talvolta
anche a sei mesi, mentre l’impor-
to minimo varia a seconda della
banca, ma in genere bastano mil-
le euro. Un’avvertenza: i pronti
vanno molto bene se si sa di aver
bisogno del capitale nel breve pe-
riodo, ma non sono uno strumen-
to per farlo fruttare: di solito, im-
poste incluse, non riescono a co-
prire il tasso d’inflazione.
Chiara Conti
OPERAZIONI
� Accredito pensione 12 12� Elenco movimenti 6 12� Prelievo contante allo sportello 11 (0) 15 (0)
� Prelievo bancomat presso propria banca 9 (17) 21 (32)� Prelievo bancomat presso altra banca 2 (5) 3 (7)
� Prelievo bancomat Paesi UE 0 1� Canone carta di credito 0 1� Invio estratto conto carta di credito 0 4
� Pagamenti con assegni 5 9� Domiciliazione utenze 12 12
� Pagamenti imposte o tasse 0 2� Pagamenti ricorrenti rata mutuo - per addebito in C/C 0 0� Bonifici verso l’Italia allo sportello con addebito C/C 1 (0) 3 (0)� Bonifici verso l’Italia tramite Internet 0 (1) 0 (3)� Operazioni pagobancomat 16 33
Giacenza media (euro) 4.000 6.000Patrimonio investito (euro) 30.000 85.000
QUANTE VOLTE IN UN ANNO
PENSIONATI CONESIGENZE MEDIE
PENSIONATI CONESIGENZE EVOLUTE
Il numero di operazioni medie effettuate da due categorie di pensionati
5 per centoÈ stato il tasso di interesse offertoquest’anno su alcuni conti di deposito
Eurisko - PattiChiari
mente online su www.bancopo-
staclick.it.; non comporta né il
pagamento del canone né costi
fissi. Oltre alle normali operazio-
ni bancarie, consente di gestire in-
vestimenti, come l’acquisto di
Buoni Fruttiferi Postali. Chi apre
questo conto ha in regalo la carta
Postamat Click, che permette di
prelevare denaro, fare pagamenti in
Italia e nel mondo e che può es-
sere utilizzata su Internet – per pa-
gare i bollettini, il bollo auto, ri-
caricare il cellulare ecc. – con
standard di sicurezza innovativi.
Legata a BancoPosta Click
c’è anche l’ultima sfida di Poste
Italiane che è entrata nel setto-
re della telefonia mobile, come
operatore virtuale, con il mar-
chio PosteMobile. Le funziona-
lità esclusive presenti sulla Sim
trasformano il telefonino in uno
strumento bancario-finanziario. Si
può trasferire denaro, pagare bol-
lettini, inviare telegrammi, verifi-
care il saldo e gli ultimi movimen-
ti del proprio conto. È sufficiente
associare la Sim al Conto.
I libretti di risparmio. Sono da sem-
pre il modo più semplice per depo-
sitare i propri risparmi e gestire
alcune spese; sono offerti dalle
Poste Italiane per conto della Cas-
sa Depositi e Prestiti in tutti gli
uffici postali. Sono esenti da spe-
se e commissioni di apertura, di
IL RISPARMIO TRADIZIONALE
Sono trascorsi solo otto anni da
quando Poste Italiane, diven-
tata società per azioni nel 1998,
ebbe l’intuizione di fare il suo in-
gresso nel settore finanziario. Nel
2000 veniva lanciato il BancoPo-
sta e a seguire tutta una serie
di prodotti (carta prepagata Poste-
pay, polizze assicurative, obbliga-
zioni, fondi comuni di investimen-
to ecc.) che si sono aggiunti alla
tradizionale offerta di libretti di
risparmio postale e di Buoni Frut-
tiferi. Un’intuizione che oggi per-
mette alle Poste di contare su più
di 5 milioni di conti correnti posta-
li, 660mila correntisti online e 260
miliardi di euro di risparmio posta-
le. Ma vediamo nel dettaglio la
rosa di servizi di cui oggi si può
usufruire, sia sul fronte della gestio-
ne della liquidità sia su quello de-
gli investimenti.
MOLTI SERVIZI SONO GRATUITIIl conto BancoPosta. È adatto a
chiunque, famiglie, anziani, gio-
vani e consiste in un sistema di
servizi completo al pari dei con-
ti delle banche. Alcuni servizi so-
no gratuiti (come i prelievi di
contante agli uffici postali, ac-
credito pensione, estratti conto
mensile ecc.) e le spese di tenu-
ta conto annuali ammontano a
30,99 euro, mentre le registrazio-
ni in conto sono gratuite in nu-
mero illimitato (è dovuta l’impo-
sta annuale di bollo stabilita per leg-
ge). In più, per tutti i correntisti
BancoPosta che accreditano la
pensione c’è un altro vantaggio: la
pensione prelevata presso gli uf-
fici postali o gli sportelli automa-
tici (sia postali sia bancari) è co-
perta, nelle due ore successive,
da un’assicurazione gratuita con-
tro il furto, fino a un massimo di
516,46 euro. Inoltre, se si preferi-
sce, si può richiedere l’accesso al
conto via Internet (prelievi, bo-
nifici ecc.) e al servizio Pronto-
BancoPosta, tramite cui è possi-
bile pagare via telefono oltre
1.600 bollettini di conto corren-
te postale e ascoltare saldo e mo-
vimenti relativi al proprio conto.
BancoPosta Click. È l’ultimo nato.
È accessibile via web e telefono e
può essere sottoscritto diretta-
DA SEMPRE È UN STRUMENTO DIFFUSO PER DEPOSITARE I SOLDI NECESSARI AL BILANCIO ORDINARIO DELLA FAMIGLIA, MA ORA...
NOTES9
OTTOBRE 2008
Il libretto postale può daredi più se non viene utilizzato
Ma alle Poste sipuò anche aprire
un conto, cosìcome sottoscrivereprodotti finanziari
”
”
NOTES11
OTTOBRE 2008
gestione, di rinnovo e da imposta
di bollo. Dal 1° novembre 2007
hanno un rendimento del 2% lor-
do, definito “giallo”, su cui viene
applicata una ritenuta fiscale del
27%. Gli interessi maturati sui de-
positi vengono liquidati ogni an-
no: se non prelevati vengono capi-
talizzati, cioè aggiunti alle som-
me depositate producendo a loro
volta interessi. Come accade in
banca, i libretti postali posso-
no essere nominativi o al por-
tatore. Per i primi, le operazioni
possono essere eseguite solo dal-
l’intestatario o da altra persona a
cui è stata fatta delega ad opera-
re. In caso di furto o smarrimento,
però, nessuno può riscuotere le
somme versate. Inoltre, possono
essere ceduti soltanto mediante
atto pubblico o con scrittura priva-
ta autenticata da un notaio.
Per il secondo tipo è possibile
effettuare operazioni con la sola
presentazione del titolo.
Per aumentare il rendimento. La
Cassa Depositi e Prestiti ha intro-
dotto un meccanismo che premia
con maggiori rendimenti chi utiliz-
za il libretto postale come forma
di risparmio. Alla fine del 2008
i libretti ordinari nominativi, la
cui giacenza media abbia supe-
rato di oltre il 35% quella del
2007, saranno premiati e passeran-
no, per il 2009, al rendimento
“oro” che prevede un tasso mag-
giorato dello 0,50%. In pratica,
se il “giallo” rende l’1,46% al
netto delle imposte, l’ “oro”
renderà al netto l’1,83 per cen-
to. In particolare, si ha che il ren-
dimento “giallo” lordo è pari al
2%, al netto 1,46% (dal 1° no-
vembre 2007), mentre l’ “oro”
lordo è del 2,50% che netto di-
venta dell’1,83% netto (in vigore
dal 1° gennaio 2008).
Chiara Conti
NOTES10
OTTOBRE 2008
Sono soggetti allaritenuta fiscale del12,50%, ma non
sono previste spesedi emissione,
gestione o incasso
””
colati su base bimestrale. Se il
rimborso è chiesto prima che sia
trascorso un anno verrà rimborsa-
to soltanto il capitale investito.
Sono disponibili tagli da 50, 100,
250, 500, 1.000, 2.500 e 5mila
euro, in modo da offrire l’op-
portunità di suddividere la
somma da investire in buoni di
diverso valore che si possono
poi riscuotere singolarmente in
relazione alle proprie esigenze.
Per quanto riguarda la durata,
va considerato che, trascorsi i
venti anni dalla sottoscrizione, il
buono “cartaceo” diventa infrut-
tifero e dopo altri dieci anni va
in prescrizione.
� Buoni “indicizzati a scadenza”.Offrono un rendimento predeter-
minato e prevedono il pagamen-
to, esclusivamente alla scadenza
dei cinque anni, di un premio ag-
giuntivo legato all’andamento
dell’Indice azionario “Dow Jo-
nes Euro Stoxx 50”. Per sotto-
scriverli occorre essere titolari di
un conto BancoPosta o di un libret-
to di risparmio postale. Come av-
viene per tutti i Buoni Fruttiferi
Sono una forma di investimen-
to a medio e lungo termine,
che guarda soprattutto a quel tar-
get di risparmiatori che preferi-
sce prodotti finanziari semplici
e soprattutto sicuri, senza conta-
re che sono alla portata di tut-
te le tasche in quanto danno la
possibilità di investire anche
piccole somme. Vengono distri-
buiti in esclusiva da Poste Italia-
ne, per conto della Cassa Depo-
siti e Prestiti (istituto emittente) in
tutti gli uffici postali.
� Lo strumento. Sono nominati-
vi, non sono cedibili, non posso-
no essere dati in pegno, sono tra-
sferibili solo per successione a
causa di morte (o per cause che de-
terminino comunque successio-
ne a titolo universale) e sono
esenti dalla relativa imposta. Non
possono essere riscossi da terzi
per semplice delega, ma solo me-
diante procura speciale o gene-
rale. Tutti i Buoni Fruttiferi Posta-
li garantiscono sempre la resti-
tuzione del capitale investito.
Il titolare del Buono può chie-
dere in ogni momento il rimbor-
so del capitale versato e degli in-
teressi maturati. Il meccanismo
di capitalizzazione degli interes-
si è di tipo composto. Non vi so-
no spese di emissione, gestione
o incasso. Viene applicata una ri-
tenuta fiscale del 12,50%.
Esistono sei diverse tipologie
di buoni fruttiferi postali.
� Buoni “ordinari”. Garantiscono
rendimenti che crescono con il
passare del tempo fino alla sca-
denza naturale massima fissata a
venti anni. Gli interessi sono cal-
al compimento del 2°, 3°, 4°, 5°,
6° e 7° anno. I “premi” maturano
nel caso in cui l’indice azionario
Dow Jones Euro Stoxx 50 si ap-
prezzi, nei periodi di riferimen-
to in misura pari o superiore al
14% per il 2° anno e al 7% per
gli anni successivi fino al 7°. In ca-
so di apprezzamento dell’indice
inferiore ai livelli precedente-
mente indicati, non maturerà il
premio relativo a quel periodo di
riferimento.
� Buoni “a 18 mesi”. Questo tipo
di Buoni, che ha una durata mas-
sima di 18 mesi, assicura un ren-
dimento predeterminato che cre-
sce col passare del tempo .
� Buoni “indicizzati all’inflazione ita-liana”. Garantiscono, al momen-
to del rimborso, la rivalutazione
del capitale investito pari al
100% dell’aumento dell’indice
di inflazione, con l’aggiunta di
un rendimento fisso crescente nei
dieci anni.
� Infine ci sono i buoni “dedica-ti ai minori di età”, una forma di
investimento che assicura un ren-
dimento fisso predeterminato de-
cisamente superiore a quello di
un Buono “ordinario” di pari du-
rata e data sottoscrizione. Que-
sta categoria potrebbe rappresen-
tare un regalo per i propri nipoti,
al pari dei tre tipi di libretti di ri-
sparmio a loro riservati, con ca-
ratteri diversi in base alla fascia di
età a cui si rivolgono: “Io cresco”
da zero a 12 anni compiuti, “Io
conosco” da 12 a 14 anni com-
piuti, “Io capisco” dai 14 ai 18
anni compiuti.
Chiara Conti
Postali sottoscrizione e rimbor-
so sono gratuiti.
� Buoni BFPPremia. Oltre al ren-
dimento garantito, offrono la pos-
sibilità di conseguire gli eventua-
li “premi” annuali che maturano
I Buoni Fruttiferi: trasferibili solo per successioneSONO SEI TIPOLOGIE DI INVESTIMENTO CHE ASSICURANO LA RESTITUZIONE COMPLETA DEL CAPITALE
alla fine del 1º anno 2,25%
nel 5º anno 2,42%
nel 10º anno 2,56%
nel 15º anno 2,81%
nel 20º anno 3,08%
Serie “B46” (agosto 2008)
RENDIMENTO ANNUO LORDO
RENDIMENTI BUONI “ORDINARI”
PERIODO DI POSSESSO
Dal 1° al 7° anno 1,15% 1,15%
Rendimento fisso garantito della serie “P11” in vigore dal 1 agosto 2008
TASSO NOMINALEANNUO LORDO
RENDIMENTO EFFETTIVO ANNUO LORDO
RENDIMENTI “BFPPremia”
PERIODO DI POSSESSO
Nel 1° anno 0,00%
Nel 2° anno 1,05%
Nel 3° anno 1,10%
Nel 4° anno 1,15%
Nel 5° anno 1,22%
REND. LORDOEFFETTIVO
RENDIMENTI “INDICIZZATI A SCADENZA”
PERIODO DI POSSESSO
Serie “28J” in vigore dal 1o al 31 agosto 2008
Alla fine del primo semestre 3,00%
Nel secondo semestre 3,25%
Nel terzo semestre 3,66%
REND. ANNUO LORDO EFFETT.
RENDIMENTI BUONI “A 18 MESI”
PERIODO DI POSSESSO
Serie “1J8” (condizioni in vigoredal 1o agosto 2008)
Alla fine del 1º anno 0,20%nel 2º anno 0,20%nel 3º anno 0,40%nel 4º anno 0,40%nel 5º anno 0,50%nel 6º anno 0,50%nel 7º anno 0,60%nell’8º anno 0,60%nel 9º anno 1,00%nel 10º anno 1,20%
TASSONOMINALEANNUO LORDO
BUONI “INDICIZZATI ALL’INFLAZIONE ITALIANA”
PERIODO DI POSSESSO
Serie “I31” (condizioni in vigoredal 1o agosto 2008)
0,50% in piùIl rendimento “oro”spetterà a chi a fine2008 sul librettoavrà una giacenzasuperiore al 35% diquella del 2007
NOTES13
OTTOBRE 2008NOTES
12
OTTOBRE 2008
1QUANTI ANNI HAI?
a) dai 20 ai 40 4 punti
b) dai 40 ai 50 3 punti
c) dai 50 ai 60 2 punti
d) 60 anni e oltre 1 punto
2LA TUA PRINCIPALE
ESIGENZA FINANZIARIA È:
a) La protezione
del capitale 1 punto
b) Poter contare su un flusso
di reddito costante 2 punti
c) Ottenere un rendimento almeno
in linea con l’inflazione 4 punti
d) Un incremento notevole
del patrimonio 5 punti
3QUANDO PREVEDI DI DOVER
DISPORRE, ANCHE IN PARTE,
DEL RISPARMIO INVESTITO?
a) Entro il prossimo biennio 1 punto
b) Nei prossimi 2-5 anni 2 punti
c) Non prima di 5 anni 3 punti
d) Non prima di 10 anni 4 punti
4QUANTO TEMPO
HAI A DISPOSIZIONE PER
RAGGIUNGERE L’OBIETTIVO?
a) Da un anno a quattro anni
(o anche meno) 1 punto
b) Dai 5 agli 11 anni 3 punti
c) Dai 12 ai 15 anni 4 punti
d) Oltre 15 anni 5 punti
5VOGLIO OTTENERE
IL MAGGIOR GUADAGNO
POSSIBILE NEL LUNGO PERIODO
ANCHE A COSTO DI FORTI
DEPREZZAMENTI TEMPORANEI
DEL PORTAFOGLIO?
a) Assolutamente sì 5 punti
b) Sì 4 punti
c) No 2 punti
d) Assolutamente no 1 punto
6AVENDO SUFFICIENTI
CAPITALI SONO DISPOSTO
A CORRERE RISCHI MAGGIORI
a) Assolutamente sì 5 punti
b) Sì 4 punti
c) No 3 punti
d) Assolutamente no 1 punto
7VOGLIO PROTEGGERE
IL CAPITALE
a) Assolutamente sì 1 punto
b) Sì 2 punti
c) No 4 punti
d) Assolutamente no 5 punti
8HO UN CAPITALE
INSUFFICIENTE, MA SONO
DISPOSTO A CORRERE RISCHI
PER INCREMENTARE
IL PATRIMONIO
a) Assolutamente sì 5 punti
b) Sì 4 punti
c) No 2 punti
d) Assolutamente no 1 punto
9SE RICEVESSI
UN’EREDITÀ SAREI
DISPOSTO A INVESTIRLA
IN MANIERA SICURA
EVITANDO LE AZIONI
a) Assolutamente sì 1 punto
b) Sì 2 punti
c) No 4 punti
d) Assolutamente no 5 punti
10PREVEDO CHE
NEI PROSSIMI CINQUE
ANNI IL MIO REDDITO
SI INCREMENTERÀ
a) Assolutamente sì 5 punti
b) Sì 4 punti
c) No 2 punti
d) Assolutamente no 1 punto
11SE NE AVESSI
LA POSSIBILITÀ,
SAREI DISPOSTO
A LASCIARE IL MIO LAVORO
PER UNA NUOVA OCCUPAZIONE,
MAGARI IN PROPRIO
a) Assolutamente sì 5 punti
b) Sì 4 punti
c) No 2 punti
d) Assolutamente no 1 punto
12SONO DISPOSTO
AD ACCETTARE
PERDITE A BREVE ANCHE
NELL’ORDINE DEL 30%?
a) Assolutamente sì 5 punti
b) Sì 4 punti
c) No 2 punti
d) Assolutamente no 1 punto
Fate il test per scoprire come potete investire
IN BANCA L’ESAMEÈ OBBLIGATORIO
Dal 1° novembre 2007 gli investitori
sono sottoposti a un “interrogatorio”
quando si recano in banca per
richiedere un servizio d’investimento. È
da quel “primo contatto utile” – come
stabiliscono i regolamenti della Consob
– che l’intermediario deve fornire
dettagliate informazioni al cliente,
“chiare, corrette, non fuorvianti”, sulla
natura dei suoi servizi, i suoi costi,
l’eventuale esistenza di conflitti
d’interesse. Ma soprattutto deve
informarlo in che classe è stato inserito.
Se cioè verrà considerato un cliente al
dettaglio (come la maggior parte dei
risparmiatori), professionale o una
controparte qualificata. E deve
interpellarlo sulle sue conoscenze
finanziarie, sul suo livello di istruzione
e di esperienza d’investimento e, nel
caso, sulla consistenza del suo
patrimonio e sulla sua propensione al
rischio. Tutto ciò è la conseguenza della
direttiva Mifid sui servizi finanziari che
è entrata in vigore nei Paesi dell’Ue,
introducendo importanti cambiamenti
nei mercati finanziari e nei rapporti tra
investitori e intermediari.
Che cosa cambia con la Mifid?
L’investitore può seguire i consigli della
banca o fare di testa propria, ma
in questo caso l’intermediario, pur
eseguendo l’ordine, dovrà fargli
presente per iscritto di non essere in
grado di valutarne l’appropriatezza.
DIMMI CHI SEI...
Profilo molto prudente e prudente:
ti serve una corretta informazione
per scegliere al meglio.
Profilo dinamico: conosci a grandi
linee la finanza, ma ti restano
aspetti importanti da approfondire.
Non esagerare.
Aggressivo: sei in grado di
calcolare la formula più adatta alle
tue esigenze, studiando la
combinazione migliore tra rischio e
rendimento. Attento, però: il
mercato è in costante evoluzione.
IL PROFILO DI RISCHIO
PRIMA DI DECIDERE DOVE IMPEGNARE I VOSTRI RISPARMI PROVATE A RISPONDERE A QUESTE DODICI DOMANDE
IL PORTAFOGLIO CONSIGLIATO
FINO A 15 PUNTI
Molto prudente
DA 15 A 25 PUNTI
Prudente
DA 25 A 45 PUNTI
Dinamico
OLTRE 45 PUNTI
Aggressivo
65%OBBLIGAZIONARIO
60%AZIONARIO
50%OBBLIGAZIONARIO
20%LIQUIDITÀ
30%AZIONARIO
10%AZIONARIO
15%LIQUIDITÀ
5%LIQUIDITÀ
25%LIQUIDITÀ
25%OBBLIGAZIONARIO
10%OBBLIGAZIONARIO
85%AZIONARIO
NOTES14
OTTOBRE 2008
Se l’impresa èstrettamente legata
all’economiaglobale i suoi titolisono detti “ciclici”
”
”
Un altro fattore importante è
quello del tempo. Occorre, infat-
ti, essere disposti a non vendere i
titoli per diversi anni per poter ot-
tenere qualche guadagno. Perciò,
se le cose nel breve periodo do-
vessero andare male, si dovreb-
be evitare di vendere in fretta
per esigenze di liquidità.
A influenzare il prezzo di
un’azione sono molte variabili,
come l’andamento della società e
del settore in cui è attiva. A secon-
da del fatto che un’impresa sia
strettamente collegata o meno al-
la salute dell’economia si parla ri-
spettivamente di titoli “ciclici” o
“difensivi”. Spesso ci si rivolge
verso questi ultimi quando la cre-
scita del Paese sta vivendo un pe-
riodo difficile. Va segnalato poi
che, anche se non sempre il prez-
zo delle azioni è legato a fattori
interni alla società – gli studi fat-
ti da analisti indipendenti, per
esempio, possono essere causa di
forte oscillazioni –, Borsa italia-
na sostiene che “occorre conosce-
re bene l’impresa oggetto dell’in-
vestimento, nonché il mercato in cui
opera”. Il punto di partenza, dun-
que, dovrebbe essere la lettura dei
bilanci annuali, pubblicati sul sito
www.borsaitaliana.it. Non tutti,
però, hanno le competenze e il
tempo per interessarsi in modo co-
sì approfondito; pertanto, è bene
IN BORSA
Scommettere in azioni può per-
mettere di diventar ricchi, ma
può portare anche a perdere tut-
to. Si tratta cioè di un investimen-
to a rischio. Basta guardare la ta-
bella della pagina accanto: chi ha
acquistato titoli azionari Sai-
pem dieci anni fa, per esempio,
si ritrova oggi con un capitale
più che quintuplicato, mentre
aver puntato su Seat Pagine Gial-
le nell’agosto del 1998 è costato ben
il 70% di quanto investito (in en-
trambi i casi senza considerare i
dividendi). E anche nell’arco di
un solo anno gli sbalzi possono
essere molto significativi: con-
frontando la classifica di pag. 15,
preparata da Analisi Dati Borsa,
con una analoga, costruita dalla
stessa società per il numero di
Club3 di agosto 2007, si notano
importanti cambiamenti. Mentre
i petroliferi hanno proseguito il lo-
ro andamento in terreno nettamen-
te positivo, diversi titoli del set-
tore bancario hanno subito pesan-
ti perdite, come Intesa Sanpaolo,
scivolata dal 1° al 19esimo posto.
Con l’acquisto di azioni ordi-
narie, del resto, si diventa proprie-
tari di una fetta più o meno gran-
de di una società e si partecipa al
suo andamento economico, nega-
tivo o positivo che sia. Come spie-
gano da Borsa italiana, ci sono due
modi per avere benefici dal pos-
sesso di azioni. Il primo è attra-
verso la crescita dell’impresa: l’au-
mento costante degli utili è pro-
babile che porti la domanda di
quel titolo a crescere e, di conse-
guenza, il valore della quotazione
azionaria salirà. Oltre a questo
aspetto, al momento della scel-
ta dell’investimento è bene ana-
lizzare i dividendi. Si tratta di
quote di utile che la società può
decidere di distribuire agli azioni-
sti e, come mostra la tabella di
pag. 15, il loro valore può essere
molto elevato. Gli esperti del set-
tore, però, sostengono che va di
certo preferita una società che at-
tua una politica di distribuzione
dei dividendi contenuta ma costan-
te nel tempo – visto che questo è un
segnale del buon andamento dei
conti –, piuttosto che un’impresa che
elargisce dividendi a man bassa in
un’occasione ma lo fa soltanto
sporadicamente.
1 Saipem 3,8010 24,2100 536,938 1,7653 7,2922 Eni 10,4912 21,4900 104,838 7,4921 34,8633 A2A 1,1506 2,2170 92,681 0,4614 20,8144 Buzzi Unicem 8,5605 14,8560 73,542 2,7466 18,4885 Autogrill Spa 5,6210 8,9860 59,865 1,1813 13,1466 Bulgari 4,4720 6,9630 55,702 1,5476 22,2257 Italcementi 7,7375 9,4200 21,745 2,6546 28,1818 Impregilo 3,0598 3,7150 21,411 0,0500 1,3469 Finmeccanica 16,4800 19,8270 20,309 0,8930 4,50410 UBI Banca 14,1887 16,3220 15,035 3,8400 23,52711 Fondiaria-Sai 21,6560 21,5900 -0,305 5,6863 26,33812 Ed. L’Espresso 1,7905 1,7120 -4,386 1,9073 111,40613 Mediaset 5,2840 4,8610 -8,005 3,0043 61,80414 B. Pop. Milano 7,9081 6,9210 -12,483 2,0524 29,65515 UniCredit 4,6010 3,9660 -13,801 1,7539 44,22416 Mondadori 4,9680 4,1690 -16,083 3,9098 93,78217 Mediobanca 11,8900 9,7610 -17,906 2,9565 30,28818 Generali 29,4927 23,2100 -21,303 4,4241 19,06119 Intesa Sanpaolo 5,1017 3,9260 -23,046 1,4393 36,66120 Unipol 2,3011 1,7420 -24,298 1,4415 82,75221 Pirelli & C. 0,6817 0,4368 -35,925 0,7749 177,39822 Alleanza 10,6790 6,6630 -37,607 2,9134 43,72523 Mediolanum 5,7600 3,0650 -46,788 1,5045 49,08624 Fiat 31,1429 11,7440 -62,290 2,2287 18,97725 Telecom Italia 3,4922 1,1610 -66,755 0,6395 55,08126 Seat Pagine Gialle 0,2957 0,0873 -70,482 0,4457 510,490
PREZZI IN EURO DIVIDENDI PER AZIONETITOLICLASSIFICA
11 agosto 1998 11 agosto 2008 Variazione % Totale 1998-2008 Incidenza % su prezzo agosto 2008
I CRITERI-GUIDA SONO DUE: GLI UTILI DELLE SOCIETÀ, ASSIEMEALL’AMMONTARE DEI DIVIDENDI. CI SONO POI ANCHE GLI ETF
NOTES15
OTTOBRE 2008
che chi non se ne occupa per la-
voro si faccia guidare da un pro-
fessionista di fiducia. Un’altra
possibilità offerta dal mercato
finanziario è rappresentata da-
gli Exchange Traded Fund. Gli
Etf sono fondi d’investimento, ne-
goziati in Borsa come un titolo
azionario, che assicurano gli stes-
si rendimenti dell’indice a cui fan-
no riferimento. Funzionano in mo-
do simile agli Exchanged traded
commodities (Etc), titoli che re-
plicano l’andamento di una mate-
ria prima o di indici del settore,
dando la possibilità di investire an-
che piccole quote in petrolio, gra-
no o oro. Tanto per gli Etf, quan-
to per gli Etc, non sono previste
commissioni “di entrata”, “di usci-
ta” o di “performance” e quelle di
gestione sono basse. Va però te-
nuto presente che si tratta di inve-
stimenti rischiosi: se il valore del-
la materia prima su cui si investe
diminuisce, si va incontro a per-
dite. E così se un indice generale o
settoriale di Borsa, al quale è le-
gato l’Etf, scende, si perde.
Marco Ratti
Vanno bene anche le azionima solo se non avete fretta
DIECI ANNI A PIAZZA AFFARI
Ana
lisi D
ati B
orsa
S.p
.A.
I rendimenti azionari delle principali società e i relativi importi dei dividendi distribuiti
Di solito è piùaffidabile la società
che distribuiscemeno ma
con continuità
”
”
NOTES16
OTTOBRE 2008
La prima cosa da fare è leggere bene il prospettoinformativo e il
rendiconto annuale
”
”
gstar, per esempio, consiglia di
leggere due importanti docu-
menti: il prospetto informativo
e il rendiconto annuale. Il primo
è suddiviso in due parti: una in cui
è possibile raccogliere informa-
zioni sulla società di gestione e
sulle caratteristiche dei fondi, i
modi di partecipazione e la politi-
ca d’investimento; in una secon-
da sezione si trovano grafici e ta-
belle che aiutano a capire rischi e
potenziali rendimenti. Previsioni
di carattere generale e disciplina
specifica per ciascun fondo sono
contenuti invece nel regolamen-
to. I fondi devono poi presentare un
bilancio consuntivo alla fine di
ogni esercizio, da cui deriva il ren-
diconto annuale. Questo è com-
posto da almeno 4 parti: la rela-
zione del Cda che permette di ave-
re una visione sull’andamento
economico dell’ultimo esercizio;
la situazione patrimoniale, con la
spiegazione di come risulta inve-
stito il denaro dei clienti in un cer-
to momento; il rendiconto, che de-
ve contenere una parte redditua-
le, con il risultato del fondo (utili
o perdite) insieme con una nota
integrativa, che dà dettagli sulle
altre sezioni e un commento sulla
gestione. Ma oltre alle indicazio-
ni valide per qualunque investi-
mento (si veda l’articolo di pagi-
na 2), bisogna poi valutare con at-
RISPARMIO GESTITO
Non vanno presi alla leggera
perché comportano un mar-
gine di rischio, ma se si vuole in-
vestire parte dei propri risparmi
puntando a guadagnare più di
quanto si otterrebbe con un conto
corrente è bene considerare anche
i fondi comuni d’investimento. Si
tratta di strumenti di gestione col-
lettiva del risparmio, nei quali,
cioè, sono raccolte le risorse fi-
nanziare di più persone. Come di-
mostra la tabella della pagina ac-
canto possono raggiungere rendi-
menti piuttosto elevati, ma il ri-
schio in alcuni casi non è tra-
scurabile e per molti versi que-
sto periodo sembra essere piut-
tosto turbolento per le Borse di
tutto il mondo, senza conside-
rare gli alti costi spesso richie-
sti dalle società di gestione (si ve-
da Club3 del mese scorso). Rispet-
to alla classifica di Morningstar
qui pubblicata, inoltre, va segna-
lato che sono indicati solo i mi-
gliori fondi venduti in Italia e che
per conoscere quanto è finito re-
almente nelle tasche degli investi-
tori, vanno poi tolte le imposte sui
guadagni di Borsa, pari al 12,50
per cento.
I fondi possono essere di diver-
so tipo. Quelli azionari preve-
dono che la quota maggiore sia
investita in titoli azionari e per-
ciò sono anche i più rischiosi.
Così come è vero che sono quelli
che possono dare i maggiori rendi-
menti, soprattutto nel lungo ter-
mine. Poi ci sono i “bilanciati”,
fondi un po’ meno rischiosi in
quanto mettono parte dei soldi in
obbligazioni e parte in azioni, cer-
cando di ridurre i rischi per un ver-
so e di massimizzare i guadagni
dall’altro. Le due tipologie più
“tranquille”, infine, sono i fon-
di obbligazionari e quelli mone-
tari. Questi ultimi investono in
strumenti del mercato monetario,
come certificati di deposito o tito-
li di Stato a breve termine. Non
danno rendimenti altissimi, ma al-
lo stesso tempo sono i meno ri-
schiosi. Gli obbligazionari, inve-
ce, puntano soprattutto sulle ob-
bligazioni e sono rivolti a una
clientela piuttosto prudente.
Per valutare qualunque fondo,
comunque, è bene tenere a mente
qualche accorgimento. Mornin-
HSBC GIF Brazil Bond A Acc Obbligazionari 17,76 nd nd 1,00
Generali IS Centr&East Europ Bds A Acc Obbligazionari 14,71 7,30 8,99 0,40
Dexia Bds Slovakia C Acc Obbligazionari 14,03 9,00 nd 0,60
DB Platinum IV Sov Plus Fd R1C Acc Obbligazionari 12,83 5,44 nd 1,20
Vontobel Eastern European Bd A2 Acc Obbligazionari 11,45 5,96 7,34 1,10
DB Platinum IV Dynamic Bond Stab + R1C Acc Bilanciati 12,07 6,17 nd 1,25
Zest Global Strategy I Acc Bilanciati 6,00 nd nd 0,08
DB Platinum IV Dynamic Bond Plus R1C Acc Bilanciati 5,11 2,48 nd 1,00
Carmignac Patrimoine A Acc Bilanciati 4,41 6,59 7,34 1,50
Natixis Flessibile Internazionale Acc Bilanciati 4,25 3,52 nd 0,20
Agora Cash Acc Monetari 4,47 nd nd 0,00
SGAM Fd Money Market Euro A Acc Monetari 4,34 3,27 2,64 0,30
Anima Liquidità Acc Monetari 4,23 3,22 2,85 0,12
Dexia Allocation Cash Short C Inc Monetari 4,15 3,30 2,76 0,30
Robeco Dynamic Premium A Acc Monetari 4,10 2,77 2,22 0,30
Schroder ISF Global Energy A Acc Azionari 19,99 13,85 19,54 1,50
Parvest Brazil C Acc Azionari 13,45 nd nd 1,75
Invesco Energy Fd A Acc Azionari 12,79 11,43 21,56 2,50
PF(LUX)-Biotech P Acc Azionari 10,71 8,25 7,99 2,40
Fortis L Equity Latin America Acc Azionari 8,49 24,70 30,34 1,75
TIPOLOGIANOME FONDO RENDIMENTO1 ANNO
RENDIMENTO5 ANN1
RENDIMENTO3 ANNI
NON VANNO INFATTI SOTTOVALUTATE SIA LE COMMISSIONIAPPLICATE SIA LE TASSE DA PAGARE SUI PROFITTI DI BORSA
NOTES17
OTTOBRE 2008
COMMISSIONEDI GESTIONE
tenzione i costi. Questi ultimi,
spiegano ancora da Morningstar,
possono essere suddivisi in due
categorie: le commissioni una tan-
tum, quando previste, e quelle ri-
correnti. Di norma il valore della
quota è già al netto di queste ulti-
me. Le commissioni una tantum
sono applicate di solito al momen-
to dell’acquisto o della vendita e
incidono tanto meno sul rendimen-
to quanto più a lungo si mantiene
il fondo. Tra questi costi rientra-
no le commissioni di sottoscrizio-
ne, quelle di “switch”, previste in
alcuni casi per il passaggio di quo-
te da un fondo a un altro della
stessa società, i diritti fissi. Le
commissioni ricorrenti, invece, ci
sono per ogni fondo. Si tratta di
costi periodici che incidono sul ri-
sultato di gestione e sono dedotte
direttamente dal patrimonio del
fondo. In genere ci sono anche
commissioni di incentivo nel ca-
so in cui la società di gestione
raggiunga rendimenti superio-
ri a un parametro prestabilito.
Per rendersi conto delle spese
complessive, si può controllare il
Total expense ratio (Ter) riporta-
to nel prospetto informativo, che
indica la maggior parte dei costi
operativi legati alla gestione dei
fondi. Spese come quelle di nego-
ziazione, di brokeraggio, non in-
dicate dal Ter, devono comunque
esserci nel rapporto annuale. Le
società di gestione sono obbligate
anche a indicare la parte di commis-
sioni che va a remunerare i cana-
li distributivi. A questo proposito
va segnalato che i fondi possono
essere acquistati tramite un inter-
mediario, come un istituto di cre-
dito, attraverso Internet o diretta-
mente dalla società di gestione.
Marco Ratti
Attenti ai fondi: le spese possono bruciare gli utili
I MIGLIORI FONDI VENDUTI IN ITALIA
Nota: i valori sono espressi in percentuale. Dati in euro al 29 agosto 2008. I valori non indicati sono relativi a fondi ancora non operativi alla data considerata. Tutti i rendimenti sono al lor-do dell’imposta sui guadagni di borsa (12,5%). I rendimenti a 3 e 5 anni sono annualizzati, cioè esprimono la performance media annua nel periodo preso in considerazione.
Mor
ning
star
Dir
ect
La classifica dei rendimenti di obbligazionari, bilanciati, monetari e azionari
Ne esistono quattroforme: azionari,
bilanciati,obbligazionari einfine monetari
”
”
NOTES19
OTTOBRE 2008NOTES
18
OTTOBRE 2008
Troppo spesso sidimenticano i casiCirio e Parmalat e i
danni causati amolti risparmiatori
”
”
moria, il Banco Ambrosiano, e
più recentemente la Banca Po-
polare di Lodi); può avere proble-
mi di liquidità a causa di opera-
zioni sballate (un esempio: l’ec-
cessiva concessione di mutui a
debitori poco affidabili; in Ita-
lia i casi sono limitati, all’estero
stanno mettendo al tappeto mol-
te banche).
Prudenza, quindi, anche con
le obbligazioni e attenzione al
“rating” (si veda la tabella a
pag. 20). E se il rating non ci
fosse, sarebbe meglio non sot-
toscriverle anche se è una ban-
ca a proporle.
Dire che i titoli di Stato sono
meno rischiosi delle obbligazio-
ni è falso. L’Argentina è un Pae-
se sovrano, le sue obbligazioni
o bond sono titoli di Stato, ep-
pure le cose non sono andate a
finire ugualmente bene.
Un recente studio di Moody’s
ha dimostrato che, nell’arco di
tempo che va dal 1985 al 2002,
il 10% delle obbligazioni go-
vernative ha conosciuto una
dichiarazione d’insolvenza ed
è diventato inesigibile, mentre
la percentuale di fallimento tra
le obbligazioni societarie è sta-
ta pari all’11%. Un livello di
rischio, quindi, che sostanzial-
mente risulta identico. Il fatto
che uno stato emetta obbligazio-
NON SOLO AZIONI
Questa considerazione non è
del tutto veritiera. Senza fare
tanti discorsi, citiamo proprio
alcuni casi recenti che hanno la-
sciato pesanti segni sulla pelle
dei risparmiatori: parliamo ovvia-
mente delle obbligazioni emes-
se da Cirio, Parmalat e dalla Re-
pubblica argentina: ma anche
Fintek o Giacomelli non sono
state affatto da meno, benché ab-
biano coinvolto un numero mi-
nore di risparmiatori.
Un discorso a parte meritano
le obbligazioni tanto reclamiz-
zate dalle banche in questi ulti-
mi mesi, con sigle di vario tipo,
che non lasciano capire nulla
dell’effettiva natura dei titoli.
Si tratta di “titoli subordinati”
(termine che non dice nulla a chi
non è esperto della materia), ob-
bligazioni cioè che hanno una
debole protezione in caso di in-
solvenza, perché sono rimborsa-
te dopo tutti gli altri creditori e
possono anche sospendere il pa-
gamento delle cedole.
Si dirà: “Ma vuoi che una
banca diventi insolvente e non
paghi le obbligazioni?”. Un’os-
servazione purtroppo priva di
ogni fondamento economico e
finanziario, una domanda che
molti impiegati bancari hanno
fatto ai risparmiatori (“Ma vuo-
le che l’Argentina fallisca, con
tutte le risorse che ha il Paese?”;
ma poi si è visto che cosa è acca-
duto…). Una banca, purtroppo,
può “saltare” per l’imperizia o
la malafede dei dirigenti (un
esempio ancora fresco nella me-
Reddito fisso: ma davvero non si corre alcun rischio?SI TRATTA DI STRUMENTI CHE SONO RITENUTI PIÙ SICURI MA L’ESPERIENZA INSEGNA DI PRESTARE SEMPRE ATTENZIONE
Da ormai circa un anno – inizio del forte
ribasso delle Borse mondiali a seguito
della cosiddetta “crisi dei mutui subprime”
– molti hanno voltato le spalle alle azioni e
si sono buttati sulle obbligazioni, alla ricer-
ca della sicurezza, diventata l’unico obietti-
vo dell’investimento.
Tuttavia, nella fuga dal rischio, tanti han-
no ragionato sulla semplice equazione: ob-
bligazioni uguale sicurezza, un’opinione dif-
fusa da sfatare, insieme con altre. Vediamo
perciò alcuni di questi luoghi comuni per
evitare altri rischi non sempre percepiti.
Le azioni sono pericolose, le obbligazioni no
I titoli di Stato meglio dei bond
CONSIGLI PER GLI ACQUISTI
Ma allora il reddito fisso non è
conveniente? Assolutamente no. Il
rischio c’è sempre, ma occorre
conoscerlo, affrontarlo nel modo
giusto tenendo presenti alcune
regole fondamentali:
1. la qualità dell’emittente,
limitando alla A il grado minimo di
rating per le obbligazioni in cui
investire. Queste renderanno un po’
di meno, ma sono molto più sicure.
Se il rating è inferiore ad A, infatti,
il rischio comincia a essere alto,
pertanto occorre non dare retta a
chi ritiene che vada bene anche la
tripla B, definendola “investment
grade”; la società con quel giudizio
ha sicuramente dei problemi. Anche
perché se un risparmiatore cerca la
sicurezza evitando le azioni, è inutile
che guardi a obbligazioni di
emittenti traballanti.
2. la quota massima di titoli
obbligazionari “a rischio” da
inserire nel portafoglio; se proprio
si vuole provare qualche brivido,
non bisogna eccedere, limitando la
quota dei titoli ad alto rischio ad un
5% massimo del capitale. Se si
investe di più, tanto vale comprare
delle azioni “blue chips”, almeno a
rischio più elevato corrisponde un
rendimento potenziale più elevato;
3. l’arco massimo di tempo nel
quale mantenere l’investimento.
Un’obbligazione tripla A è “sicura”,
ma se ha durata 30 anni
bisognerebbe essere certi che non
perderà in quell’arco di tempo
neppure una A; una previsione del
genere non la fanno neanche i guru
della finanza.
4. la liquidabilità effettiva dei titoli.
Attenti anche alle quantità trattate
in Borsa: ci si può innamorare di
un titolo “sicuro” e redditizio, ma
bisogna sempre dare un’occhiata
agli scambi per evitare di trovarsi
un giorno da soli a vendere titoli
a cui nessuno è poi oggettivamente
interessato.
5. Diversificare al massimo gli
investimenti: un portafoglio ideale
dovrebbe comprendere quote
(variabili a seconda delle personali
predisposizioni e della disponibilità
complessiva di capitali da investire)
di obbligazioni in euro e in dollari,
di titoli di Stato e di obbligazioni
societarie, di titoli a cedola fissa e
a cedola variabile, di obbligazioni
a breve e a lungo termine e, dulcis
in fundo, anche di azioni (magari
ricorrendo ad un Etf, gli strumenti
che replicano fedelmente un indice
borsistico senza però alcuna attività
di gestione e quindi con costi molto
bassi). Insomma, la vecchia regola
delle uova che non vanno mai messe
nello stesso paniere sarà anche
frutto di una cultura contadina,
ma non è certo obsoleta neppure
nell’era del personal computer e
della finanza selvaggia.
Bassa propensione al rischio Evitare titoli con rating inferiore ad A
Regolamento dell’emissione Leggerlo attentamente
Liquidità sul mercato Scegliere emissioni a largo flottante ed elevate contrattazioni giornaliere
Rendimento Evitare tassi troppo elevati rispetto alla media del mercato
Composizione portafoglio Differenziare al massimo
Titoli di Paesi emergenti Evitare se la propensione al rischio è bassa; comunque stare su percentuali basse
Durata dei titoli Evitare durate superiori a 10 anni, specie per titoli a reddito fisso
Valuta Tenere presente il rischio cambio
CARATTERISTICA REGOLA
OTTO REGOLE D’ORO PER INVESTIRE CON SUCCESSO IN OBBLIGAZIONI
30 grammi) per oro da 18 carati.
Un’altra forma, molto diffusa
fino a qualche decennio fa, è la
moneta d’oro, di cui esistono al-
cune decine di tipi: attenzione, de-
ve trattarsi di moneta (quindi a
corso legale in qualche Paese o co-
munque avente in passato tale fun-
zione) non di medaglia (coniata
per commemorazioni di eventi va-
ri da enti commerciali privi di uf-
ficialità). La moneta ha un valore
superiore all’oro in essa contenu-
to (si parla di “aggio”), la meda-
glia vale esattamente l’oro che
contiene, anche se è venduta al-
l’emissione a prezzi largamente
superiori. Forme diverse di inve-
stimento indiretto in oro sono poi
le azioni di società che estraggono
l’oro, le quote di fondi comuni o di
Etf che investono nel settore auri-
fero e ancora certificati emessi da
banche specializzate rappresenta-
tivi di depositi in oro. Chi vuole
un rifugio efficace deve scegliere
la via obbligata dell’investimento
Ogni volta che una crisi inter-
nazionale si affaccia la paura
assale l’animo dei risparmiatori
più fragili che così corrono a di-
sinvestire tutto cercando un “rifu-
gio” sicuro per i loro soldi. Quasi
sempre il terrore finanziario si è
rivelato eccessivo, tuttavia la cor-
sa ai “beni rifugio” (o presunti ta-
li) si ripete periodicamente.
Precisiamo anzitutto che per
“bene rifugio” s’intende qualco-
sa che è al di fuori dei mercati
finanziari, un bene reale, tangi-
bile, che ha un valore intrinseco
ma soprattutto caratteristiche co-
me l’elevato valore con poco in-
gombro (per nasconderlo o per tra-
sportarlo facilmente), la non de-
peribilità nel tempo, l’apprezzabi-
lità in tutto il mondo (per smobiliz-
zarlo ovunque senza problemi).
Molti considerano beni rifugio co-
se come quadri d’autore, mobili
antichi, francobolli, ma si tratta di
investimenti che, per quanto possa-
no avere altissimo valore, non han-
no tutte le caratteristiche suddette
e, in particolare, possono risulta-
re invendibili o cedibili solo ad un
prezzo largamente inferiore all’ac-
quisto (si pensi a chi dovesse ur-
gentemente vendere, in caso di
guerra, I girasoli di Van Gogh).
Il vero rifugio è l’oro e in
tempi più recenti il diamante.
La forma classica di tesaurizza-
zione è il lingotto, una sbarra di
materiale purissimo il cui valore
è pari al prezzo del metallo in es-
so contenuto. La quotazione sul
mercato internazionale avviene
in dollari per oncia troy (circa
130 per centoÈ il trend gradualedi rivalutazione deidiamanti. Uno chenel 1992 costavamille euro oggi nevale circa 2.300
Beni rifugio, ma non per tutti...
NOTES20
OTTOBRE 2008
FUGA DALLA FINANZA
ni non vuol dire che sicuramente
il titolo sarà rimborsato. Quel che
conta, come sempre, è il rating:
un’obbligazione tripla A della Ge-
neral Electric è molto più sicura
di un titolo di stato paraguaiano
a doppia C.
Nell’ambito dei diciassette an-
ni esaminati da Moody’s, nessun
titolo governativo con il massimo
grado di affidabilità ha dichiarato
default (cioè è diventato inesigibi-
le) e solo l’1% delle obbligazioni
societarie “di eccellenza” si sono
rivelate poi insolventi. Attenzio-
ne, dunque, alle obbligazioni dei
Paesi cosiddetti “emergenti” (ti-
po Brasile, Messico, India, Cina,
Russia). È vero, infatti, che negli
ultimi anni hanno fatto registrare
un forte sviluppo, ma si tratta pur
sempre di Paesi a economia non
consolidata, in cui (fattore certo
non secondario) la trasparenza
finanziaria è una parola inesi-
stente, la chiarezza dei bilanci è
ancora un optional, le sanzioni
contro i truffatori nulle o quasi;
in questi casi, anche avvicinando-
si a titoli di Stato è facile maneg-
giare “bombe a orologeria” che
possono esplodere senza preav-
viso.
Falso. È un luogo comune dif-
fuso quello di esaltare prodotti
stranieri denigrando i nostri
italiani. In verità questo modo
di pensare non sempre porta a
buoni risultati, soprattutto quan-
do non è accompagnato da una
seria analisi di qualità dei diver-
si prodotti. Un titolo in dollari
può avere un andamento positivo
di quotazioni, ma può provocare
perdite al risparmiatore italiano
se il cambio euro/dollaro sale. È
quanto avvenuto negli ultimi an-
ni, in cui il dollaro ha fatto registra-
re una debacle consistente (in po-
chi anni la quotazione della valu-
ta americana ha perso oltre il
50%).
Investire in valuta espone il
risparmiatore al cosiddetto “ri-
schio cambio” (che può anche
essere positivo, qualora l’euro
si deprezzasse) di cui occorre
tener conto. Investire tutto in Ita-
lia è sicuramente sbagliato, ma
lo è altrettanto puntare soltanto
sull’estero, soprattutto se ci si
scorda che viviamo in Italia e pa-
ghiamo e acquistiamo in euro,
non in dollari, quindi comunque
dobbiamo trasformare la valuta
estera in valuta locale.
Gianluigi De Marchi
TUTTAVIA C’È CHI È ATTRATTO DA LINGOTTI E MONETE D’ORO
I Paesi emergenti,se pur in forte
sviluppo, hannoancora economiepoco consolidate
”
”
NOTES21
OTTOBRE 2008
Si sta più tranquilli puntando sull’estero
AAA Estremamente solido ed in grado di far fronte alle obbligazioni finanziarie
AA Molto solido, in grado di far fronte alle obbligazioni finanziarie
A Solido, ma in qualche modo sensibile alle avverse condizioni economiche
BBB Adeguata capacità di rispondere alle obbligazioni, ma più sensibile alle avverse condizioni economiche
BB Meno vulnerabile nel breve termine, ma deve far fronte alle incertezze provocate dalle avverse condizioni finanziarie, economiche e del business
B Più vulnerabile alle avverse condizioni
CCC Attualmente vulnerabile. La capacità di rispondere agli impegni finanziari dipende da business e condizioni economiche estremamente favorevoli
CC Attualmente molto vulnerabile
C È stata registrata una posizione di bancarotta o un'azione simile, anche se i pagamenti e gli impegni finanziari sono continuati
D Mancato pagamento di impegni finanziari
VOTO
I CRITERI DI VALUTAZIONE DI STANDARD & POOR’S (RATING)CHE COSA SIGNIFICA
Caratteristiche
Prezzo Mondiale, unico Mondiale, ma con grande variabilità in funzione di caratteristiche non sempre controllabili
Conservazione Agevole Facilissima (grande valore in poco spazio) (enorme valore in pochissimo spazio)
Liquidabilità Facile Difficoltosa
Oscillazione prezzi Elevata Elevata
Costo compravendita Elevato Elevato
Reddito periodico Nessuno Nessuno
PREGI E DIFETTI DELL’INVESTIMENTO IN BENI RIFUGIO
fisico, mentre le altre forme sono
più indicate per gli speculatori,
non svolgendo la funzione di pro-
tezione di un capitale.
La forma classica di tesauriz-
zazione del diamante è, analoga-
mente, la pietra pura. Un bril-
lante incastonato in un anello in
caso di necessità non consente di
incassare l’intero valore, dato che
vale solo il bene, non l’artisticità del
lavoro. Nel tempo l’oro ha mante-
nuto mediamente il suo valore
reale, senza dare peraltro cresci-
te consistenti nel lungo termine.
Ci sono state punte eccezionali di
rialzo in varie occasioni storiche
(per es. le guerre mondiali), ma
sono tutte rientrate in pochi
anni, lasciando spesso i
risparmiatori me-
no avveduti con
perdite anche
consistenti. Sen-
za andare troppo
indietro nel tempo, ricor-
diamo: nel 1977 l’oro valeva
DIAMANTIORO
NOTES23
OTTOBRE 2008
Un momento non semplice
per chi ha un gruzzolo da
parte e vorrebbe investirlo. Il mer-
cato borsistico è in calo e l’onda al
ribasso, anche secondo gli analisti
più ottimisti, è destinata a durare.
E il recente boom degli acquisti
di titoli di stato e di obbligazioni
sicure ne è, in realtà, un’ulteriore
conferma: si compra anche se i
rendimenti sia di quelli a breve
termine (Bot) sia a lungo (Btp)
sono in costante discesa e non rie-
scono neanche a coprire l’infla-
zione reale delle famiglie.
LA STORICA ALTERNATIVAC’è da chiedersi quindi se il
mattone, considerato da decenni
il “bene rifugio” per le famiglie
nei tempi bui, possa rappresenta-
re ancora una valida alternativa.
Ma anche su questo fronte una ri-
sposta certa non esiste: solo una
miriade di opportunità che posso-
no essere colte a patto di scansa-
re altrettante “trappole” dissemi-
nate lungo il cammino.
Parlando infatti in termini ge-
nerici, l’indicazione sarebbe di at-
tendere. Nel secondo semestre del
2008 i prezzi sono, per la prima
volta dal 1998, quando è iniziato
il boom, non solo fermi ma addi-
rittura in calo, soprattutto laddove
il mercato degli immobili è tradi-
zionalmente più forte (al Nord e
nella grandi città). Se si guarda
per esempio ai “borsini” di Tec-
nocasa (il franchising immobilia-
re più diffuso del Paese), si rile-
va una perdita del 1,1% a Mila-
no, dell’1,6% a Roma, del 3,4%
a Bologna, del 3,2% a Verona e
del 2,9% a Bari nel primo seme-
stre 2008, rispetto all’analogo pe-
riodo del 2007. Potrebbe non sem-
brare un granché, ma va aggiunta
a queste percentuali la crescita del-
l’inflazione (4%): si noterà che il
deprezzamento del mattone oscil-
la da un minimo del 5 a un mas-
simo dell’8,5%.
Ora, poiché la regola del buon
investitore è: “comprare basso per
rivendere alto”, questo trend po-
trebbe parere positivo. Peccato pe-
rò che lo “sboom” del mattone
stia avvenendo in un momento
in cui le quotazioni avevano rag-
giunto livelli poco credibili e che
sia inevitabilmente destinato a
continuare. Il passato ci ha infat-
ti insegnato che a cicli particolar-
mente lunghi di rialzi seguono ci-
cli quasi altrettanto lunghi di ri-
bassi, che prima i prezzi tendono
a stabilizzarsi, poi a decrescere lie-
vemente e infine a precipitare.
Un segnale molto forte in tal
MA IL PASSATO NON INCORAGGIA: I PREZZI NEL BREVE PERIODO POTREBBERO PRECIPITARE
Mattone in calo: è il momento di comprare?
NOTES22
OTTOBRE 2008
+0,4 per centoL’eccesso di offertadi “tagli” piccoli da locare ha fattorallentare la corsadei canoni di affittodei bilocali
La quotazione di undiamante dipendedalla brillantezza
della pietra e dallesue dimensioni
”
”
IMMOBILI
senso è dato dal costante incre-
mento dei tempi che trascorrono tra
il momento in cui l’immobile è
messo in vendita e quello in cui
si arriva al rogito, che è uno de-
gli indicatori più certi del futuro
del mercato. Segnala da una par-
te l’incremento dell’offerta di ven-
dita, dall’altra la contrapposizione
tra acquirenti con una minore di-
sponibilità di spesa e venditori che
pensano di poter realizzare gli
stessi valori del passato e che do-
po mesi (in qualche caso, anni) si
accorgono di non farcela a realiz-
zare ai prezzi passati. Quindi, in
prospettiva, il fenomeno segnala
che la vera decrescita dei prezzi
ha ancora da venire.
Ma il mercato immobiliare è
molto meno “granitico” della
Borsa ed è fatto di tante opportu-
nità, che dipendono dalle scelte
di investimento: vediamole.
ACQUISTARE PER AFFITTAREÈ stata fino a circa due anni fa
una tendenza abbastanza forte,
concentrata sui “tagli “ piccoli
(mono e bilocali e box, soprattut-
to). Ciò ha creato un surplus di
offerta che porta oggi a un rallen-
tamento anche della salita dei ca-
noni di affitto (+ 0,4% per i bilo-
cali e + 0,1% per i trilocali), che nel-
le grandi città si è trasformata, an-
zi, in calo (-0,2% per i bilocali,
-0,8% per i trilocali). Tuttavia è
questo settore che potrebbe, sul
lungo periodo, dare buone soddi-
sfazioni. Infatti è proprio la mino-
re capacità di spesa delle fami-
glie che in questi mesi sta spingen-
do l’acceleratore verso l’incre-
mento della domanda di loca-
zione anche se questo effetto non
si è ancora riversato sui canoni. A
questo punto occorre distinguere
tra quattro “campi d’azione”. Il
primo è la locazione a lavoratori
in trasferta. Il secondo quella a stu-
denti universitari. Il terzo quella
tradizionale a famiglie. Il quarto
sono i box.
Mono-bilocali. La prima area è sen-
z’altro predominio per i mono-bi-
locali e deve privilegiare le zone
dei nuovi insediamenti di uffici o
quelle ad esse ben collegate. Per
esempio, a Roma Tor Vergata, per
la vicinanza al Policlinico, alla se-
de del Cnr e ad altri uffici e a Mi-
lano l’asse di viale Lodi e corso
di Porta Vigentina per lo sviluppo
assai simile di Opera e San Dona-
to-Milanofiori.
Studenti. La seconda area, quella
delle zone universitarie, dovrebbe
privilegiare i trilocali, in quanto
per ridurre le spese, lo studente
sempre più spesso è costretto a lo-
care insieme a due o più ragazzi.
Extracomunitari e case parcheggio. La
terza area è la più complessa da
analizzare. Le soddisfazioni mi-
gliori oggi vengono da quelle aree
metropolitane dove i prezzi non
sono ancora al ribasso ma non so-
no nemmeno cresciuti troppo nel
passato e pertanto dovrebbero te-
nere di più nel futuro. Destinatari
sono soprattutto gli extracomuni-
tari oltre alle piccole famiglie mo-
noreddito. Sono stati infatti pro-
circa 175 dollari l’oncia, nel 1980
era schizzato a 850. Ma nel 1984
era crollato a circa 400 dollari, e
su tali livelli è rimasto fino al recen-
te boom che lo ha portato a toc-
care i mille dollari (ma ad agosto
2008 il prezzo è ritornato a 800).
Per quanto riguarda i diamanti,
le quotazioni sono abbastanza
complesse, perché non esiste un
solo standard come nell’oro. Di-
pendono dal colore (variabile da
D, il più brillante, e poi E, F fino ad
I, il meno pregiato) e dai carati
(cioè dalla dimensione). Possono
quindi esserci centinaia di combi-
nazioni, con diamanti piccoli e pu-
rissimi di colore D, diamanti più
grandi meno costosi di colore G,
diamanti medi di colore I e così
via. Per esempio, un diamante D da
2 carati costa oggi intorno ai
65mila euro, mentre uno di colo-
re I da 1 carato non va oltre i
13mila. Si consideri che solo il
20% dei diamanti è tagliato “a
gemma” e di questi solo l’1% ha ca-
ratteri veri da investimento.
Il trend delle quotazioni è
molto più stabile di quello del-
l’oro; chi avesse investito in una
piccola pietra mille euro nel
1992 oggi ne avrebbe circa
2.300. Una crescita graduale nel
tempo, una rivalutazione che sem-
bra enorme (130%) ma che, rappor-
tata al tempo, equivale ad un mo-
desto 1,6% netto annuo. Per chi
vuole investire è indispensabile
prendere molte precauzioni, pre-
tendere un certificato internazio-
nale, acquistare da intermediari
sperimentati; ricordandosi però
che all’acquisto le pietre sono tut-
te magnificate di perfezione asso-
luta e alla vendita il compratore
scuote la testa, parla di piccole
macchie, difetti del taglio, lumi-
nosità imperfetta e così via…
Gianluigi De Marchi
1988 MAGGIOCITTÀ 1998 MAGGIO1988-2008
2008 MAGGIO1998-2008
I PREZZI MEDI DELLE CASE NEGLI ULTIMI VENT’ANNI (Euro al mq)
Abitazioni nuove o ristrutturateRIVALUTAZIONE ANNUALE MEDIA*
Milano 1.034 2.024 4.442 2,3 5,8
Napoli 886 1.357 2.908 3,0 5,9
Roma 1.084 1.597 4.256 2,5 4,8
MEDIA 843 1.502 3.042 2,7 6,3
1988 MAGGIOCITTÀ 1998 MAGGIO1988-2008
2008 MAGGIO1998-2008
Abitazioni usateRIVALUTAZIONE ANNUALE MEDIA*
Milano 873 1.672 3.794 2,3 5,6
Napoli 766 1.090 2.351 3,2 5,9
Roma 922 1.330 3.676 2,5 4,6
MEDIA 665 1.209 2.476 2,7 6,2
*Percentuale al netto dell'inflazione e ricalcolando il valore della moneta al 2008.
Nom
ism
a
prio gli extracomunitari, negli ul-
timi anni, la “fetta di mercato” più
vitale sia negli acquisti sia nelle
compravendite e hanno dimostra-
to un grado di solvibilità piutto-
sto alto (qualche rischio rimane).
Sono poi gli unici che si accon-
tentano di immobili di scarso pre-
gio. Infine non è da scartare l’ac-
quisto di trilocali nelle aree semi-
centrali di medio pregio, o nei
centri che non siano capoluoghi
di provincia, vissuti come “aree
parcheggio” da parte di chi non
può ancora permettersi l’acqui-
sto. Salvo il segmento degli ex-
tracomunitari, va detto che la qua-
lità del bene casa è premiata: è
legata allo stato dell’ap-
partamento ma anche
ad altre variabili, tra
cui la qualità dell’ar-
redamento (se am-
mobiliato), la lumino-
sità, la tranquillità e la
presenza di servizi in zo-
na. Sono sempre più richie-
sti gli immobili con riscalda-
mento autonomo, con almeno la
cucina arredata e la presenza di
collegamenti Internet ad alta ve-
locità (soprattutto per gli studen-
ti).
Box e posti auto. Quanto ai box è
bene essere cauti. Si tratta di un
mercato che offre buoni rendi-
menti (sul 5,1% lordo, nelle gran-
di città) e ha il vantaggio talora di
poter godere, per quelli pertinen-
ziali, della detrazione fiscale del
36% sui prezzi d’acquisto. Tut-
tavia l’acquisto deve essere mi-
rato solo dove c’è difficoltà di
parcheggio e soprattutto dove
non c’è stata un’eccessiva
espansione dei silos costruiti
da cooperative e imprese nel
sottosuolo, come è accaduto per
esempio a Milano. Decisamente
preferiti quelli con la presenza di
un adeguato spazio di manovra,
l’ingresso largo, la posizione a pia-
no terra (meno favoriti i box se-
minterrati sia per motivi legati al-
la sicurezza sia per il rischio di
eventuali infiltrazioni). Altra indi-
cazione: meglio scegliere, quan-
do possibile, quelli abbastanza al-
ti da poter realizzare un soppalco
da usare come deposito materia-
le, con presenza di punti acqua e svi-
luppo in larghezza e non lunghez-
za, se doppi.
ACQUISTARE PER IL FIGLIOL’immobile comprato per i pro-
pri figli, anche se al momento lo-
cato, può godere tra l’altro dei be-
nefici fiscali per la prima casa, an-
che se i genitori non ne hanno i
requisiti, e perfino se viene nel
frattempo locato (purché sia nel
comune di residenza del figlio
stesso e questi non possieda altri
immobili acquisiti con le agevo-
lazioni). In questo caso è pruden-
te, se si può, optare per il triloca-
le in previsione di allargamento
della famiglia. Un rischio calco-
lato è l’acquisto di un immobile
già locato, con relativo “sconto”
del prezzo, puntando prima però
su impressioni consolidate sulla
famiglia che vi abita: anche se si do-
vesse ricorrere allo sfratto per fine
locazione o morosità, si può oggi
sperare in tempi molto più ragio-
nevoli che in passato per l’esecu-
zione (due-tre anni ).
La rivalutazione. In fondo il vero
guadagno immobiliare si realizza
sempre alla rivendita, sia in termi-
ni di denaro guadagnato sia in ter-
mini di capitale investito (anche
se non si vende subito). Pertanto
la scelta iniziale deve essere ocu-
lata, perché la rivalutazione pre-
vedibile va programmata, non so-
lo sperata. A questo proposito, le oc-
casioni migliori provengono dal
cambio d’uso: il magazzino che si
trasforma in laboratorio e quest’ul-
timo in ufficio o abitazione (ma-
gari tipo loft). Anche i negozietti
ormai schiacciati dalla concorren-
za della grande distribuzione, a se-
conda delle loro caratteristiche ti-
pologiche, possono talvolta riser-
vare interesse se gli spazi sono ri-
collocati adeguatamente. Via via
la legislazione urbanistica sta
rendendo più facile i cambi
d’uso e anche il passaggio dal-
la non abitabilità all’abitabilità,
se esistono requisiti minimi (al-
tezza dei locali, superficie aereoil-
luminante sufficiente), tramite la
futura vendita dei diritti edificato-
ri. Si tratta di scelte da cogliere so-
lo con gli occhi ben aperti.
La zona. La rivalutazione va pro-
grammata, per esempio con l’acqui-
sto in zone ora scarsamente colle-
gate da mezzi pubblici veloci e in
futuro meglio connesse ai centri,
in quartieri che hanno ancora il lo-
ro fascino, magari perché antichi
paesi assorbiti dalla città, in zone
di edilizia scarsamente verticale
oppure dove sono previsti grossi
interventi di riqualificazione (che
non si trasformino però in “catte-
drali nel deserto”, prive di negozi
e di aree verdi). Per chi ama il fa-
scino del rustico, da scartare le aree
molto battute (Toscana, Umbria,
Liguria, Viterbese per il nord di
Roma) e grande attenzione alle
Marche, alla Puglia e all’Abruzzo
(in ordine calante), dove i vecchi
casali hanno prezzi interessanti e
il paesaggio può essere di altissi-
mo livello: si tratta di aree recente-
mente scoperte dagli acquirenti in-
ternazionali anche se la crisi gene-
ralizzata in Europa ha oggi un po’
afflosciato le compravendite (l’af-
fare può essere dietro l’angolo).
Silvio Rezzonico
Giovanni Tucci
NOTES24
OTTOBRE 2008
Gli stranieri sono lafascia più dinamicadel mercato e nonbadano alla qualità
degli stabili
”
”