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PROGETTO LIFE+ 08 NAT/IT/000369 “Gypsum”. Azione A.2 Monitoraggio ex ante ed ex post delle colonie di chirotteri
RELAZIONE EX ANTE DEL MONITORAGGIO DELLE COLONIE DI CHIROTTERI
DICEMBRE 2012
A cura di: Ruggieri Antonio, Thea Mondini, Alessandra Peron, Fabio Suppini, Melissa Rosati, Roberto
Calzolari, Massimo Bertozzi; in collaborazione con Francesco Grazioli.
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INDICE
1. Introduzione …………………………………………………………………………………2
2. Materiali e metodi…………………………………………………………………………….3
3. Risultati………………………………………………………………………………………9
4. Conclusioni………………………………………………………………………………….47
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1. INTRODUZIONE
In Emilia Romagna le aree carsiche gessose costituiscono circa l’1% del territorio e comprendono
un mosaico di habitat di interesse comunitario strettamente interconnessi; custodiscono una flora ed
una fauna molto diversificate, in quanto legate a tipici microclimi ed habitat determinati dai
fenomeni carsici. Nelle evaporiti triassiche e messiniane della regione sono presenti differenti e
caratteristici aspetti del carsismo superficiale e sotterraneo con i maggiori sistemi carsici
attualmente noti in Italia.
Alle aree carsiche ed in particolare all’habitat delle grotte, sono associate molte specie di chirotteri:
nei siti interessati dal progetto sono presenti almeno 19 specie, tutte incluse nella Direttiva Habitat
(8 sono incluse nell’allegato II). I chirotteri sono quindi animali vulnerabili e la ricchezza specifica
degli affioramenti gessosi mette in evidenza il significativo contributo che le grotte nei gessi danno
alla conservazione della biodiversità regionale ed alla Rete Natura 2000.
Nell’ambito dell’Azione A2 del Progetto Life+ 08 NAT/IT/000369 “Gypsum” è stato realizzato il
monitoraggio dei chirotteri troglofili in 6 Siti di Interesse Comunitario (Direttiva Habitat).
L’indagine (realizzata nel periodo: estate 2010 inverno 2011) ha contribuito ad aumentare la
conoscenza della chiroterofauna troglofila sotto l’aspetto qualitativo e quantitativo, a comprendere
nel dettaglio la fenologia circa l’uso dei rifugi ipogei ed a progettare gli interventi di protezione di
grotte naturali e cavità artificiali.
CARTA DEI SITI NATURA 2000 COINVOLTI NEL PROGETTO
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2. MATERIALI E METODI
I monitoraggi sono stati effettuati in due distinti periodi dell’anno: tarda primavera – estate ed in
tardo autunno – inverno, evitando frequenze di monitoraggio maggiori di due all’anno per il
controllo delle colonie riproduttive e svernanti.
Sono state ispezionate diverse tipologie di rifugio: cavità naturali e artificiali (grotte, ex-cave,
rifugio bellico), ma anche edifici e ponti.
Il rilevamento bioacustico dei chirotteri, è stato realizzato in prossimità degli ingressi e nei
principali ambienti di foraggiamento/abbeverata (nel raggio di circa 5 km dai siti di rifugio).
Sono stati raccolti solo i dati ritenuti di maggiore importanza ai fini del progetto (evitando l’utilizzo
di tecniche di cattura che avrebbero comportato ed un eccessivo disturbo).
Per il monitoraggio invernale complessivamente sono state controllate 46 cavità: 18 nei Gessi
Bolognesi, 3 nei Gessi di Zola Predosa, 1 nei Gessi di Onferno, 12 nella Vena del Gesso
Romagnola, 6 nei Gessi Triassici e 6 nei Gessi Messiniani.
Altre cavità sono state controllate nel periodo estivo, alla ricerca di rifugi e colonie di riproduzione.
Il monitoraggio è stato eseguito operando in stretta collaborazione con gli speleologi che hanno
contribuito in modo volontario.
I siti ipogei indagati, sono oggetto di una cartografia tematica.
La tempistica di realizzazione delle indagini e la metodologia utilizzata hanno tenuto conto delle
indicazioni tecniche contenute nelle “Linee guida per il monitoraggio dei Chirotteri: indicazioni
metodologiche per lo studio e la conservazione dei pipistrelli in Italia”. (Agnelli et al. 2004 - Quad.
Cons. Natura, 19, Min. Ambiente – Ist. Naz. Fauna selvatica).
TABELLA 1: Elenco delle aree oggetto di studio
SIC IT4030017 CA' DEL VENTO, CA' DEL LUPO, GESSI DI BORZANO (Reggio Emilia)
SIC IT4030009 GESSI TRIASSICI (Reggio Emilia)
SIC-ZPS IT4050001 GESSI BOLOGNESI, CALANCHI DELL'ABBADESSA (Bologna)
SIC IT4050027 GESSI DI MONTE ROCCA, MONTE CAPRA E TIZZANO (Bologna)
SIC-ZPS IT4070011 VENA DEL GESSO ROMAGNOLA (Bologna-Ravenna)
SIC IT4090001 ONFERNO (Rimini)
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La Tabella 2 elenca le cavità ritenute particolarmente importanti per la chirotterofauna regionale,
scelte sulla base del formulario di candidatura approvato e sulla base di segnalazioni relative alla
presenza di chirotteri (anche da parte dei gruppi speleologici).
TABELLA 2: Stazioni di monitoraggio
Il colore evidenzia le cavità che sono oggetto dell’Azione C1 (chiusura di grotte naturali e cavità artificiali) del
Progetto Life+ “Gypsum”
SIC IT4030017 CA' DEL VENTO, CA' DEL LUPO, GESSI DI BORZANO
Tana della Mussina di Borzano - ER-RE 002
Tana della Mussina di Montericco - ER-RE 012
Risorgente del Rio Groppo - ER-RE 667
Buco a monte della Mussina di Montericco - ER-RE 298
Inghiottitoio di Ca' Speranza - ER-RE 138
Tana della varina - ER-RE 336
IT4030009 GESSI TRIASSICI
Risorgente I del rio Vei - ER-RE 212
Risorgente II del rio Vei - ER-RE 213
Tanone grande della gacciolina - ER-RE 154
Tanone piccolo della gacciolina - ER-RE 200
Risorgente in sin. del Rio Canalaccio - ER-RE 584
Pozzi di Monte Carù - ER-RE 203
SIC-ZPS IT4050001 GESSI BOLOGNESI, CALANCHI DELL'ABBADESSA
Inghiottitoio dell'acquafredda - ER-BO 003
Risorgente dell'acquafredda- ER-BO 004
Grotta della Spipola - ER-BO 005
Buco dei Buoi - ER-BO 029
Buco del prete santo- ER-BO 275
Buco del Belvedere- ER-BO 006
Grotta del Farneto- ER-BO 007
Grotta del Coralupo - ER-BO 092
Grotta Carlo Pelagalli - ER-BO 425
Grotta Serafino Calindri - ER-BO 149
Buco delle lumache - ER-BO 037
Grotta Novella - ER-BO 287
Grotta Silvio Cioni - Ferro di cavallo - ER-BO 008
Buco delle gomme - ER-BO 056
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6
Pozzo presso il Pozzo di S. Antonio - ER-BO 276
Monte Croara (ex Cava IECME)
Cava presso la grotta del Farneto (ex cava Fiorini)
ex Cava Ghelli
SIC IT4050027 GESSI DI MONTE ROCCA, MONTE CAPRA E TIZZANO
Grotta Michele Gortani - ER-BO 031
Galleria di cava sotto Monte Rocca
Meandro presso la Grotta Michele Gortani
SIC-ZPS IT4070011 VENA DEL GESSO ROMAGNOLA
Grotta della Befana -ER-RA 850
Inghiottitoio a ovest di Ca’ Siepe - ER-RA 365
Grotta del Re Tiberio- ER-RA 036
Sistema Carsico Rio Stella-Rio Basino - ER-RA 101
Grotta della Lucerna - ER-RA 831
Cava SPES
Grotta Tanaccia - ER-RA 114
Buco I di Monte Mauro - ER-RA 125
Buco del Noce - ER-RA 107
Cava di Monte Tondo (Saint Gobain)
Grotta grande dei Crivellari -ER-RA 398
Grotta I di Ca’ Boschetti -ER-RA 382
SIC IT4090001 ONFERNO
Grotta di Onferno - ER-RN 456
Il monitoraggio ha consentito:
- d’individuare siti di rilevante interesse conservazionistico ed eventuali fattori di minaccia o
disturbo;
- di compiere una valutazione su composizione specifica e consistenza dei popolamenti di
pipistrelli presso i roost.
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Modalità di svolgimento delle indagini
Rilievo diretto dei chirotteri in grotta - Il conteggio diretto (a vista) degli esemplari isolati o in
piccoli gruppi, ed il conteggio attraverso riprese fotografiche degli esemplari in colonie numerose,
sono state le metodologie utilizzate per ottenere una stima della consistenza numerica delle
popolazioni di Chirotteri presenti nelle aree oggetto d’indagine. A questo scopo è risultato
particolarmente importante il conteggio delle colonie riproduttive e svernanti.
Queste indagini hanno consentito l’individuazione dei principali siti di svernamento, di transizione
e riproduttivi presenti nei Siti Natura 2000 inclusi nel progetto. Il rilevamento è stato eseguito
contemporaneamente in molte cavità per conoscere la distribuzione e lo status della specie
troglofile non fessuricole.
Il censimento degli esemplari ibernanti è stato effettuato nei due periodi invernali (Dicembre -
Febbraio) con un solo rilevamento per cavità, in modo da minimizzare il disturbo; per le colonie
riproduttive, sono stati effettuati uno o due rilevamenti durante la stagione estiva (Maggio -
Agosto), per ciascuno dei siti oggetto di studio. I rilevamenti sono stati eseguiti ogni volta in un
periodo limitato di tempo per evitare doppi conteggi.
I risultati ottenuti sono stati condizionati negativamente dal fatto che nelle aggregazioni cospicue di
esemplari risulta possibile il conteggio dei soli individui disposti sulla superficie esterna, mentre
sfuggono al censimento gli esemplari degli strati inferiori; il numero degli esemplari direttamente
osservabili non è inoltre in rapporto costante con il numero reale di esemplari presenti (somma degli
esemplari osservabili e di quelli nascosti) poiché il livello di aggregazione varia (ad esempio in
rapporto alla temperatura).
Contemporaneamente all’attività di censimento è stato effettuato anche il rilevamento bioacustico
nelle aree in prossimità delle cavità indagate.
Rilevamento fotografico - Il principale vantaggio nell’impiego di questa tecnica è stato quello di
ridurre il tempo di permanenza degli operatori all’interno dei roosts, minimizzando di conseguenza
il disturbo; ciò risulta particolarmente importante soprattutto per specie sensibili come Rhinolophus
ferrumequinum e R. hipposideros.
Dove erano presenti colonie riproduttive le indagini sono state effettuate dopo l’involo serale degli
adulti e restando nel roost solo il tempo strettamente necessario, al fine di evitare eccessivo stress
alle madri e gravi danni ai piccoli.
Per rendere questa metodologia ancora meno invasiva il gruppo di lavoro ha operato utilizzando
camere ad infrarossi abbinate a riflettori con filtro IR.
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Georeferenziazione su cartografia speleologica e cartografia tecnica dei dati raccolti - I dati
raccolti durante le attività di monitoraggio sono inseriti all’interno di un GIS. Per ogni grotta è stato
utilizzato come base il rilievo della cartografia speleologica georeferenziato dal Servizio Geologico
Sismico e dei Suoli nel sistema UTM fuso 32 nord sul quale è stato posizionato un layer di punti
rappresentanti gli individui e le colonie di pipistrelli; per ogni punto sono stati inseriti i seguenti
attributi: sito del monitoraggio (area oggetto d’indagine), data di rilevamento, specie, numero
d’individui, presenza di colonie svernanti e/o riproduttive, tipologia della cavità indagata (cavità
naturale o artificiale). Nella tabella del layer contenente le grotte indagate sono stati aggiunti i
campi relativi a minacce e interferenze specifiche rilevate.
Indagine bioacustica ripetuta in stazioni/transetti campione - L’identificazione bioacustica tramite
bat-detector con registrazione digitale degli ultrasuoni consente di effettuare molte osservazioni
senza alcun impatto sui chirotteri e permette di rilevare specie che volano anche a quote
relativamente alte; è stato eseguito mediamente un rilevamento per ogni sito particolarmente
importante per i chirotteri, da postazioni fisse nei pressi delle cavità e lungo transetti in ambienti di
caccia, in modo da valutare l’utilizzo del territorio da parte delle varie specie.
I rilevamenti sono stati effettuati nelle cavità naturali e artificiali soggette alle azioni C1 e C3 del
Progetto Life+ 08 NAT/IT/000369 “Gypsum”, e, per meglio comprendere l’uso delle aree di
alimentazione la cui identificazione rappresenta un obiettivo strategico del monitoraggio, è stato
svolto un rilevamento bioacustico.
Tale rilevamento è stato effettuato grazie all’impiego del bat detector Pettersson D1000X,
strumento in grado d’intercettare gli ultrasuoni emessi dagli animali mediante uno speciale
microfono e di abbassarne la frequenza in modo da renderli udibili all’orecchio umano,
convertendoli cioè in un intervallo di frequenza compreso fra 20 Hz e 20 kHz. Le emissioni sonore
raccolte sono poi state scaricate su un computer tramite la versione 4.03 del programma Bat Sound
(Pettersson Elektronik, Uppsala). Le registrazioni sono state campionate a 22050 Hz, 16 bits, in
mono e a 512 pt. FFT con una Hamming window di analisi.
Con il bat detector in modalità di espansione temporale (Time-Expanded) si ha una trasformazione
dei segnali ultrasonori molto vantaggiosa in quanto la struttura del segnale è completamente
conservata e si presta ad analisi dettagliate. Inoltre, si opera su un’ampia banda e si rilevano tutti i
passaggi di Chirotteri indipendentemente dalla frequenza degli impulsi. Sebbene i segnali ottenuti
siano analizzabili, un problema di fondo di questa modalità di rilevamento è che è impossibile
espandere con continuità: un campione di un certa durata viene espanso, secondo un fattore 10, e
durante la fase di output non è possibile acquisire ed elaborare nessun altro segnale. Questo riduce il
tempo in cui il bat detector è effettivamente operante.
L’utilizzo del bat detector è una tecnica di monitoraggio che è complementare alle altre tecniche
utilizzate nell’indagine ed inoltre consente di effettuare molte osservazioni senza alcun impatto sui
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Chirotteri. E’ un metodo d’indagine non invasivo e, anche se di recente applicazione e in continuo
progresso, consente di distinguere un certo numero di specie di Chirotteri. I richiami delle varie
specie sono, infatti, abbastanza diversi fra loro e consentono l’identificazione di alcune delle
principali specie senza alcun impatto sugli animali studiati.
L’analisi acustica della chirotterofauna risulta utile per determinare le diverse specie criptiche
caratterizzate da una differente frequenza di massima energia degli impulsi di ecolocalizzazione, ma
da identici caratteri morfologici (Pipistrellus pipistrellus e P. pygmaeus). Tuttavia l’efficacia del bat
detector nel rilevare la presenza di Chirotteri dipende da numerose variabili, tra cui la sensibilità
dello strumento, l’intensità del segnale, la struttura dell’habitat in cui si effettua il rilevamento, la
distanza tra sorgente e ricevitore e le loro rispettive posizioni. Per tale motivo, durante le operazioni
di campo, l’ascolto dei suoni è sempre accompagnato, per quanto possibile, dall’osservazione
diretta dell’animale rivolgendo particolare attenzione alla colorazione della pelliccia, alle
dimensioni, alla sagoma, all’altezza e al tipo di volo e ad altre caratteristiche del comportamento
utili all’identificazione.
I rilevamenti sono stati svolti in prossimità degli ingressi delle cavità ipogee interessate
dall’indagine e in punti adiacenti, caratterizzati da differenti tipologie ambientali, per poter valutare
l’utilizzo del territorio da parte dei Chirotteri. L’indagine con il bat detector è stata svolta da punti
fissi e la permanenza in ogni postazione d’ascolto è stata di circa 1 ora in prossimità dei vari
ingressi degli ipogei e di circa 30 minuti nei siti adiacenti.
I rilievi sono stati svolti durante le ore di massima attività dei Chirotteri, ovvero subito dopo il
tramonto, per circa 2-3 ore. In questo modo si sono potuti osservare gli esemplare lasciare le cavità
monitorate, seguendo particolari corridoi di volo, per poi ritrovarli successivamente nelle aree
circostanti gli ipogei in fase di spostamento e/o durante l’attività di caccia.
I dati di ogni rilevamento sono stati annotati su apposite schede, successivamente informatizzate in
tabelle di Excel.
Una volta scaricati i dati sul computer, sono stati visualizzati gli spettrogrammi dei suoni e si è
svolto un iniziale riconoscimento delle varie specie in base alla forma del segnale ed alla frequenza
di massima energia.
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3. RISULTATI
Di seguito vengono riportati i dati e le analisi dei risultati ottenuti per ogni specie o gruppi di specie
(nel caso dei Myotis) rilevate sia durante il monitoraggio invernale, sia in quello estivo.
Nella descrizione delle specie viene utilizzato lo schema proposto nella bozza del Piano d’azione
per i chirotteri del Piemonte (Patriarca E., Debernardi P., Toffoli R., 2012) per uniformare i dati
demografici.
Note relative alle tabelle delle cavità:
Le cavità sotterranee evidenziate con lo sfondo colorato sono interessate all’Azione C.1 “ Chiusura
di grotte naturali e di cavità artificiali ad esse connesse”
NR: cavità non rilevata durante la campagna di monitoraggio
ND: nessun dato relativo alle specie presenti nella cavità
DP: dato parziale, qualora sia stata fatta una stima approssimativa
A: adulto senza distinzione di sesso
F: femmina
M: maschio
G: giovane nato
NC: classe di età non conosciuta
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Rhinolophus ferrumequinum (Schreber, 1774)
Rinolofo maggiore, ferro di cavallo maggiore
Regioni biogeografiche in cui la specie è segnalata
Alpina, continentale e mediterranea.
Distribuzione attuale in Emilia Romagna
Distribuita nel complessivo territorio regionale.
Specie prioritaria di cui è stata rilevata la presenza come svernante presso numerose grotte e cavità
artificiali, localizzate nel territorio di tutti i sei SIC indagati.
La maggior parte degli individui si concentra in poche cavità sotterranee, dove forma importanti
colonie invernali con una consistenza numerica di oltre un centinaio di esemplari.
Molte cavità ospitano generalmente solo pochi individui.
Durante l’estate, la specie occupa un numero ridotto delle cavità indagate e generalmente con
singoli o pochi esemplari, e probabilmente maschi. La specie trova rifugio soprattutto in edifici
abbandonati dove occupa il sotto tetto o altre stanze purchè ci siano strutture di appiglio (travi del
solaio). Durante il monitoraggio è stata individuata un’unica nursery posta in un’abitazione
abbandonata nel SIC Gessi Triassici.
La specie è facilmente censibile sia in ibernazione, sia in riproduzione, poiché gli individui non si
incuneano mai nelle fessure ma restano sempre appesi alle volte e alle pareti del rifugio.
Si alimenta tra la vegetazione ripariale e nelle zone aperte con siepi e boschetti.
Dati demografici attuali (inverni 2010/2011 e 2011/2012) nei SIC interessati dal LIFE “GYPSUM”
N siti di svernamento indagati: 46
N totale esemplari svernanti noti (inverno 2010/2011): 1741
N totale esemplari svernanti noti (inverno 2011/2012): 1470*
* non rilevata ex Cava IECME
N siti di svernamento noti ospitanti da 0 a 9 esemplari: 36
N siti di svernamento noti ospitanti da 10 a 49 esemplari: 3
N siti di svernamento noti ospitanti 50 o più esemplari: 7
N massimo di esemplari censiti in ciascun sito di svernamento noto ospitante 50 o più esemplari:
52, 53, 152, 179,177,425, 940.
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SIC IT4030017 CA' DEL VENTO, CA' DEL LUPO, GESSI DI BORZANO
Cavità Inverno
2010/2011
Inverno
2011/2012
Tana della Mussina di Borzano - ER-RE 002 1 0
Tana della Mussina di Montericco - ER-RE 012 0 0
Risorgente del Rio Groppo - ER-RE 667 0 0
Buco a monte della Mussina di Montericco - ER-RE
298 0 0
Inghiottitoio di Ca' Speranza - ER-RE 138 0 0
Tana della varina - ER-RE 336 0 NR
TOTALE 1 0
Nel territorio del SIC Ca’ del Vento Ca’ del Lupo, Gessi di Borzano, sono situate diverse grotte di
cui solo una, la Tana della Mussina di Borzano è inserita nell’Azione C1. Tale cavità risulta
importante soprattutto durante tutte le fasi di svernamento e di swarming. Cavità assai nota e di
facile accesso è sia da speleologi sia da persone senza competenza speleologica. Le prime sale, di
facile percorribilità sono interessate da un turismo speleologico organizzato dal Centro di
Educazione Ambientale di Borzano sia da accessi non controllati. Le specie presenti di maggior
rilevanza conservazionistica sono il Rinolofo maggiore e il rinolofo minore. Tra le cavità indagate è
quella che conta un maggiore numero complessivo di effettivi, benché siano inferiori alla decina.
Relativamente al Rhinolophus ferrumequinum è stata segnalata la presenza invernale di un singolo
individuo.
Questa specie non è mai stata rilevata nelle altre grotte indagate.
Esternamente ai confini del SIC, in località La Fornace di Vezzano sul Crostolo, alle pendici del
Monte del Gesso sono presenti cave di gesso dismesse ove l’attività estrattiva è al momento
sospesa.
Non inserite nel progetto LIFE+, non sono state oggetto della campagna di monitoraggio a causa
del mancato interessamento della proprietà e per la pericolosità del sito; tuttavia potrebbero
svolgere un ruolo rilevante per la chirotterofauna, similarmente al ruolo fondamentale che svolgono
le cave abbandonate degli altri SIC.
SIC IT4030009 GESSI TRIASSICI
Cavità Inverno
2010/2011
Inverno
2011/2012
Risorgente I del rio Vei - ER-RE 212 8 6
Risorgente II del rio Vei - ER-RE 213 NR 3
Tanone grande della gacciolina - ER-RE 154 177 165
Tanone piccolo della gacciolina - ER-RE 200 0 0
Risorgente in sin. del Rio Canalaccio - ER-RE 584 4 NR
Pozzi di Monte Carù - ER-RE 203 0 NR
TOTALE 189 174
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Nel territorio del SIC Gessi Triassici sono presenti numerose grotte, nessuna delle quali inserita
nell’Azione C1 del progetto LIFE+. Per il monitoraggio invernale sono state scelte le grotte con
maggior sviluppo e su indicazione del gruppo speleologico reggiano (GSPGC).
Il sistema carsico dei Tanoni della Gacciolina è accessibile attraverso due differenti ingressi, il
Tanone Grande della Gacciolina e il Tanone Piccolo della Gacciolina; le due grotte sono
attualmente connessi da un cunicolo scavato dagli speleologi.
Il sistema, completamente percorso da un torrente sotterraneo, costituisce una tipica ansa ipogea.
Nel suo sviluppo è caratterizzata da una successione di ampie sale di crollo collegate tra loro da
laminatoi e passaggi attraverso frane. Tali ambienti presentano un differente microclima, in grado di
soddisfare alle diverse esigenze ecologiche delle varie specie.
Il sistema ha una rilevante importanza soprattutto durante le fasi di svernamento e swarming per
almeno 7 specie di chirotteri.
Il Tanone Grande della Gacciolina ospita una colonia invernale di circa 180 esemplari di
Rhinolophus ferrumequinum, rappresentando quindi uno dei maggiori siti per lo svernamento della
specie dell’intera regione Emilia Romagna. Le altre grotte indagate vengono utilizzate dalla specie
in modo più marginale, contando solo pochi individui.
SIC-ZPS IT4050001 GESSI BOLOGNESI, CALANCHI DELL'ABBADESSA
Cavità Inverno
2010/2011
Inverno
2011/2012
Inghiottitoio dell'acquafredda - ER-BO 003 5 13
Risorgente dell'acquafredda- ER-BO 004 0 0
Grotta della Spipola - ER-BO 005 1 NR
Buco dei Buoi - ER-BO 029 1 NR
Buco del prete santo- ER-BO 275 6 NR
Buco del Belvedere- ER-BO 006 1 NR
Grotta del Farneto- ER-BO 007 1 1
Grotta del Coralupo - ER-BO 092 0 0
Grotta Carlo Pelagalli - ER-BO 425 2 NR
Grotta Serafino Calindri - ER-BO 149 0 0
Buco delle lumache - ER-BO 037 1 NR
Grotta Novella - ER-BO 287 1 0
Grotta Silvio Cioni - Ferro di cavallo - ER-BO 008 NR 0
Buco delle gomme - ER-BO 056 0 NR
Pozzo presso il Pozzo di S. Antonio - ER-BO 276 0 NR
Monte Croara (ex Cava IECME) 179 NR
Cava presso la grotta del Farneto (ex cava Fiorini) 9 9
ex Cava Ghelli 26 38
TOTALE 233 61
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Nel territorio del SIC Gessi Bolognesi, Calanchi dell’Abbadessa sono presenti numerosi complessi
carsici.
Al Sistema carsico denominato “Acquafredda-Spipola” fanno capo sette grotte principali collegate:
Inghiottitoio dell’Acquafredda, Risorgente dell’Acquafredda, Pozzo presso il Pozzo si S. Antonio
(PPP), Buco dei Buoi, Grotta della Spipola, Buco del Prete Santo, Buco del Belvedere.
Seppure in diverso modo, queste cavità risultano di rilevante importanza durante tutte le fasi del
ciclo biologico per numerose specie di chirotteri. Tuttavia in inverno il Rhinolophus ferrumequinum
appare poco frequente, in quanto l’intero complesso ospita poche decine di individui.
La Grotta della Spipola (cavità che non rientra nell’Azione C1 del progetto) è attualmente protetta
con struttura bat-compatibile, che dispone di due fessure orizzontali, tali da permettere il passaggio
dei pipistrelli in volo.
Tale cavità è caratterizzata da un’importante attività di turismo speleologico, in quanto è visitabile
con accompagnamento di una guida del Parco. Gli esemplari in svernamento sono presenti lungo il
percorso turistico da almeno 8 anni.
Il monitoraggio invernale rileva anche per tutte le altre grotte naturali indagate una bassa frequenza
del Rhinolophus ferrumequinum , spesso riconducibili a singoli o pochi esemplari.
A differenza delle grotte, le cavità artificiali attraggono la maggior parte della popolazione
invernale di Rhinolophus ferrumequinum.
Sono tutte vecchie cave di gesso dismesse la cui coltivazione in sotterraneo, condotta con il metodo
a camere e pilastri, ha creato un complesso ipogeo di notevole estensione e sviluppato su più livelli.
I sopralluoghi effettuati mostrano che queste cavità sono utilizzate da diverse specie durante l’anno:
periodo estivo, autunnale ed invernale.
La Cava Croara, localizzata a sud del Monte Croara (di cui ne era esercente la società IECME)
risulta il sito di svernamento più importante per la specie dell’intero territorio del SIC. Il
monitoraggio dell’inverno 2010/2011 ha evidenziato la presenza di 179 individui. Seppure con un
numero inferiore di individui, dell’ordine di qualche decina di esemplari, anche la ex Cava Ghelli,
riveste una notevole importanza per la specie.
Da quanto detto sopra, queste cave assumono un’importanza centrale nel contesto della
conservazione e della gestione della chirotterofauna regionale.
SIC IT4050027 GESSI DI MONTE ROCCA, MONTE CAPRA E TIZZANO
Cavità Inverno
2010/2011
Inverno
2011/2012
Grotta Michele Gortani - ER-BO 031 3 NR
Galleria di cava sotto Monte Rocca 52 41
Meandro presso la Grotta Michele Gortani ND ND
TOTALE 55 41
Nonostante la relativa ridotta estensione dell’affioramento gessoso del SIC Gessi di Monte Rocca,
Monte Capra e Tizzano, la grotta Michele Gortani rappresenta uno dei più importanti e sviluppati
complessi carsici della regione, con circa 2 km di sviluppo complessivo.
NATURALE S.N.C. DI FABIO SUPPINI & C.
Organizzazione per la promozione e la difesa di Animali e Ambiente
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40024,CASTEL SAN PIETRO TERME (BO)
Tel. e Fax 051-948404
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La cavità presenta un punto d’accesso. I rilevamenti sono stati effettuati nel punto d’ingresso
utilizzato per le attività speleologiche ed all’interno della cavità per buona parte del suo sviluppo:
data la complessità del sistema sono stati controllati siti noti per la presenza dei chirotteri.
Il Rhinolophus ferrumequinum appare poco rappresentato, con solo pochi individui svernanti.
La dismessa Cava di Gessi posizionata ai piedi del Monte Rocca contiene gallerie con sviluppo
chilometrico.
Ha una rilevante importanza durante le fasi di svernamento e swarming per numerose specie di
chirotteri. È utilizzata anche durante il periodo estivo.
In inverno ospita una colonia di Rhinolophus ferrumequinum di alcune decine di individui (52
esemplari nell’inverno 2010/2011).
Dati pregressi rilevano la presenza del Rhinolophus ferrumequinum durante il periodo invernale nel
Meandro presso la Grotta Michele Gortani. Mancano dati per il periodo di monitoraggio del LIFE+.
SIC-ZPS IT4070011 VENA DEL GESSO ROMAGNOLA
Cavità Inverno
2010/2011
Inverno
2011/2012
Grotta della Befana -ER-RA 850 1 2
Inghiottitoio a ovest di Ca’ Siepe - ER-RA 365 7 10
Grotta del Re Tiberio- ER-RA 036 0 NR
Sistema Carsico Rio Stella-Rio Basino - ER-RA 101 425 NR
Grotta della Lucerna - ER-RA 831 1 1
Cava SPES 53 77
Grotta Tanaccia - ER-RA 114 42 5
Buco I di Monte Mauro - ER-RA 125 0 NR
Buco del Noce - ER-RA 107 100 152
Cava di Monte Tondo (Saint Gobain) 624 940
Grotta grande dei Crivellari -ER-RA 398 NR 1
Grotta I di Ca’ Boschetti -ER-RA 382 NR 3
TOTALE 1253 1096
Nel SIC Vena del Gesso romagnola, la specie è presente con il maggior contingente numerico, oltre
1250 esemplari conteggiati durante il monitoraggio invernale 2010/2011.
Il minor numero di esemplari conteggiati nel successivo inverno 2011/2012 è attribuibile alla
mancata indagine nel Sistema Carsico Rio Stella-Rio Basino, per l’eccessivo rischio legato
all’instabilità della struttura.
Il Sistema Carsico Rio Stella-Rio Basino (ER-RA 101) è un sito di straordinaria importanza per la
conservazione dei chirotteri perché ospita la più grande colonia svernante di Rhinolophus euryale
della Regione Emilia Romagna, con oltre un migliaio di esemplari, oltre a diverse centinaia di
esemplari fra Rhinolophus ferrumequinum e Rhinolophus hipposideros.
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Il monitoraggio effettuato nell’inverno 2010/2011 ha rilevato la presenza di 425 esemplari di
Rhinolophus ferrumequinum.
Questo complesso carsico ha il maggior sviluppo conosciuto per l’intera Vena del Gesso
Romagnola.
La grotta Buco del Noce, è caratterizzata da un’ampia sala, a cui si accede calandosi direttamente
dall’ingresso esterno, ed è frequentata soprattutto da esemplari del genere Rhinolophus, in
particolare Rhinolophus ferrumequinum. L’importanza della grotta è da attribuire in gran parte alla
presenza di un relativamente alto numero di esemplari in svernamento. Sono infatti presenti in
inverno un numero variabile fra circa 100 e 150 esemplari di Rhinolophus ferrumequinum (una
delle tre maggiori concentrazioni di svernanti della specie, conosciute per l’area del SIC), oltre ad
alcuni Rhinolophus hipposideros, tutti localizzati nella volta della sala sopracitata
Il monitoraggio effettuato nell’inverno 2010/2011 ha rilevato la presenza di 152 esemplari di
Rhinolophus ferrumequinum.
La grotta Tanaccia è l’unica visitabile al pubblico, con accompagnamento di una guida, all’interno
del Parco Regionale della Vena del Gesso Romagnola.
La Tanaccia è sito di svernamento per appartenenti al genere Rhinolophus, in particolare per
Rhinolophus hipposideros e Rhinolophus ferrumequinum.
Il monitoraggio invernale del Rhinolophus ferrumequinum mostra un calo numerico nel secondo
inverno (da 42 esemplari per l’inverno 2010/2011 a 5 per quello successivo); ciò potrebbe
essere messo in relazione alla proporzionale crescita di presenze rilevate
contemporaneamente nel vicinissimo Buco del Noce, ipotizzando così un possibile alternato
utilizzo dei due ipogei (entrambi oggetto di tutela del presente Progetto LIFE+).
Le restanti grotte naturali del SIC, oggetto di monitoraggio, per Rhinolophus ferrumequinum, hanno
un’importanza minore come sito di svernamento, poiché ospitano solo pochi individui durante
l’inverno.
La cava SPES, situata nella gola del Tramosasso presso Tossignano, finalizzata all’attività estrattiva
del gesso, è stata in parte coltivata in sotterraneo condotta con il metodo a camere e pilastri.
Attualmente dismessa, questa cava è un ipogeo di origine artificiale che riveste una rilevante
importanza della Vena del Gesso Romagnola per la presenza di ampi accessi e vasti vuoti interni
non comuni nel contesto carsico dell’area.
Ospita diverse specie di chirotteri, tra le quali il Rhinolophus ferrumequinum è quella con la
maggiore consistenza numerica raggiungendo in inverno oltre 70 esemplari.
Non inserita nell’elenco delle cavità dell’Azione Cl del LIFE+, la cava di gesso di Monte Tondo
presso Borgo Rivola (di proprietà Saint Gobain), attualmente prosegue l’attività estrattiva del gesso
a cielo aperto con la coltivazione sviluppata a gradoni. La precedente coltivazione in sotterraneo,
condotta con il metodo a camere e pilastri, ha creato un complesso ipogeo di notevole estensione e
sviluppato su più livelli.
Questa cava ha attratto la quasi totalità di Miniotteri, in passato presenti nelle altre cavità naturali
del SIC, ed ospita la colonia numericamente più importante di Rhinolophus ferrumequinum con 940
individui conteggiati nell’inverno 2011/2012.
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Tale cava assume quindi un’importanza centrale nel contesto della conservazione e della gestione
della chirotterofauna regionale.
SIC IT4090001 ONFERNO
Cavità Inverno
2010/2011
Inverno
2011/2012
Grotta di Onferno - ER-RN 456 10 5
Nel territorio del SIC Onferno, è presente un'unica cavità sotterranea, la Grotta di Onferno,
caratterizzata da due accessi, inferiore e superiore. Attualmente l’ingresso basso è protetto con
struttura non bat-compatibile. Questo ipogeo ha una rilevante importanza durante le fasi di
svernamento e riproduzione per numerose specie di chirotteri. Tuttavia il Rhinolophus
ferrumequinum appare poco rappresentato; la consistenza numerica risulta di pochi individui, 10
nell’inverno 2010/2011.
Tale cavità è caratterizzata da un’importante attività di turismo speleologico, in quanto è visitabile
con accompagnamento di una guida della Riserva di Onferno.
MONITORAGGIO ESTIVO
SIC IT4030017 CA' DEL VENTO, CA' DEL LUPO, GESSI DI BORZANO
Cavità estate 2010 composizione
Tana della Mussina di Borzano - ER-RE 002 1 1 M
TOTALE 1
Nel territorio del SIC Ca’ del Vento Ca’ del Lupo, Gessi di Borzano, nel periodo estivo è stato
rilevato un unico esemplare maschio di Rhinolophus ferrumequinum nella Tana della Mussina di
Borzano.
Attualmente non vi sono conoscenze di rifugi estivi o nursery, considerata anche la difficoltà di
accedere agli edifici presenti nel territorio del SIC, spesso situati su terreni privati recintati. I pochi
manufatti accessibili non hanno evidenziato alcuna traccia di presenza della specie (ad es. cumuli di
escrementi).
Durante il rilevamento bioacustico con bat-detector , lungo transetti e punti di ascolto, la specie non
è mai stata contattata, valorizzando l’ipotesi che la specie nel SIC sia da considerarsi rara.
SIC IT4030009 GESSI TRIASSICI
Rigugio
estate
2011 composizione
Casa della Valle 165 103 A + 62 G
Castello (Vologno) 3 3 M
Ca' della Ghiaia 4 4 M
TOTALE 172
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Nel SIC Gessi Triassici il monitoraggio estivo è stato indirizzato soprattutto alla ricerca di rifugi
estivi e colonie riproduttive focalizzando l’attenzione su edifici abbandonati, ponti e alcune grotte
che per la loro conformazione ed esposizione erano state valutate sufficientemente calde.
Il territorio indagato è stato esteso oltre i confini del SIC.
Durante la ricerca è stata individuata una colonia riproduttiva in un edificio abbandonato in località
Casa della Valle (comune Villa Minozzo -RE), situata in val Lucola, esternamente ai confini del
SIC. Costruito su un versante in movimento, l’edificio è in precarie condizioni di stabilità,
presentando attualmente crolli nei muri perimetrali, lunghe fessurazioni nelle pareti e parziali
cedimenti dei solai.
La nursery ha composizione mista con la presenza di, Rhinolophus hipposideros e Myotis
emarginatus.
Per quanto riguarda Rhinolophus ferrumequinum , durante il sopralluogo effettuato il 10/07/2011
sono stati conteggiati 165 esemplari (103 adulti e 62 giovani).
Con ogni probabilità, questa nursery è formata dagli stessi individui che in inverno rifugiano nel
Tanone Grande della Gocciolina, grotta che linearmente dista 1,76 Km dall’edificio.
Il monitoraggio, eseguito nell’estate 2011, ha consentito l’individuazione, di altri due edifici
abbandonati in funzione di rifugio estivo per esemplari maschi di Rhinolophus ferrumequinum: il
castello di Vologno, con 3 individui e l’edificio abbandonato in località Ca' della Ghiaia, con 4
individui. Nel mese di luglio, pochi esemplari (probabilmente tutti maschi) rifugiano nel Tanone
Grande della Gacciolina.
SIC-ZPS IT4050001 GESSI BOLOGNESI, CALANCHI DELL'ABBADESSA
Nel SIC Gessi Bolognesi, Calanchi dell’Abbadessa il monitoraggio estivo con controllo diretto è
stato condotto solo su alcune cavità: Cava presso la grotta del Farneto (10-20/06/2011), ex Cava
Ghelli (27/07/2011), Grotta della Spipola (21/06/2011) e Risorgente dell’Acquafredda
(15/07/2011).
In nessuna di queste cavità sono stati osservati esemplari di Rhinolophus ferrumequinum.
Durante la campagna di rilevamento bioacustico dell’estate 2011 all’ingresso delle cavità, il
Rhinolophus ferrumequinum è stato rilevato solo in tre occasioni: alla Grotta del Farneto con 3
contatti (10/06/2011), al Pozzo presso il Pozzo di S. Antonio con 23 contatti (11/07/2011) e alla
Cava presso la grotta del Farneto con 1 contatto (14/07/2011). Non si ha evidenza della presenza di
colonie riproduttive nelle cavità sotterranee sia naturali sia artificiali all’interno del SIC. Anche
l’utilizzo come rifugio estivo appare poco rilevante.
IT4050027 GESSI DI MONTE ROCCA, MONTE CAPRA E TIZZANO
Cavità estate 2011
Galleria di cava sotto Monte Rocca 3
TOTALE 3
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Durante il monitoraggio estivo nel SIC Gessi di Monte Rocca, Monte Capra e Tizzano, il controllo
diretto della Galleria di cava sotto Monte Rocca ha rilevato la presenza di pochi esemplari di
Rhinolophus ferrumequinum .Tale dato viene confermato dal rilevamento bioacustico eseguito
all’ingresso della cavità, il 22/07/2011, allorché i contatti relativi alla specie sono stati 3.
Quindi la cava ha un utilizzo relativamente modesto come rifugio estivo, mentre assume maggiore
importanza nella fase di swarming.
SIC-ZPS IT4070011 VENA DEL GESSO ROMAGNOLA
Cavità estate 2011
Cava SPES 2
TOTALE 2
Nel SIC della Vena del Gesso Romagnola il monitoraggio estivo è stato indirizzato soprattutto alla
presenza della specie nelle cavità sotterranee.
Il sopralluogo effettuato il 06/07/2011 rileva la presenza di 2 esemplari nella dismessa Cava SPES.
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SIC IT4090001 ONFERNO
Nel SIC Onferno il monitoraggio estivo è stato effettuato con controllo diretto in grotta, condotto in
tre giornate di rilievo (21/06 – 06/07 – 30/07/2011). Relativamente al Rhinolophus ferrumequinum
non è stato rilevato alcun esemplare a vista.
Anche il rilievo bioacustico all’uscita del roost non ha rilevato alcun contatto.
La Grotta di Onferno è quindi utilizzata da Rhinolophus ferrumequinum soprattutto per lo
svernamento.
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Rhinolophus hipposideros (Bechstein, 1800)
Rinolofo minore, ferro di cavallo minore
Regioni biogeografiche in cui la specie è segnalata
Alpina, continentale e mediterranea.
Distribuzione attuale in Emilia Romagna
Distribuita nel complessivo territorio regionale.
Dati demografici attuali (inverni 2010/2011 e 2011/2012) nei SIC interessati dal LIFE “GYPSUM”
N siti di svernamento indagati: 46
N totale esemplari svernanti noti (inverno 2010/2011): 472
N totale esemplari svernanti noti (inverno 2011/2012): 455
N siti di svernamento noti ospitanti da 0 a 9 esemplari: 33
N siti di svernamento noti ospitanti da 10 a 49 esemplari: 11
N siti di svernamento noti ospitanti 50 o più esemplari: 2
N massimo di esemplari censiti in ciascun sito di svernamento noto ospitante 50 o più esemplari:
59, 202.
Specie prioritaria di cui è stata rilevata la presenza come svernante in quasi tutte le grotte e cavità
artificiali, localizzate nel territorio dei sei SIC indagati.
Durante la fase di ibernazione gli individui restano ad una certa distanza l’uno dall’altro,
diversamente da come spesso si verifica nelle altre specie di Rinolofi. Nei rifugi invernali svernano
isolatamente o formando piccoli gruppi di pochi esemplari. Un unico sito di svernamento situato nel
SIC Vena del Gesso Romagnola, ospita una colonia di oltre 200 esemplari, risultando
probabilmente la più importante della Regione Emilia Romagna.
In estate, la specie occupa un numero ridotto delle cavità indagate e generalmente con singoli o
pochi esemplari; ambienti ipogei con temperature sufficientemente elevate sono utilizzate come
rifugi di riproduzione. Tuttavia la maggioranza delle colonie riproduttive individuate durante la
campagna di monitoraggio sono situate in edifici abbandonati dove occupano il sotto tetto o altre
stanze ove sono disponibili strutture di appiglio (travi del solaio). Le nursery sono formate da poche
femmine fino a qualche decina.
La specie è facilmente censibile sia in ibernazione, sia in riproduzione, poiché gli individui non si
incuneano mai nelle fessure ma restano sempre appesi alle volte e alle pareti del rifugio.
Foraggia tra il fogliame di siepi e boschetti.
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SIC IT4030017 CA' DEL VENTO, CA' DEL LUPO, GESSI DI BORZANO
Cavità Inverno
2010/2011
Inverno
2011/2012
Tana della Mussina di Borzano - ER-RE 002 4 7
Tana della Mussina di Montericco - ER-RE 012 2 0
Risorgente del Rio Groppo - ER-RE 667 2 0
Buco a monte della Mussina di Montericco - ER-RE
298 0 0
Inghiottitoio di Ca' Speranza - ER-RE 138 2 2
Tana della varina - ER-RE 336 2 NR
TOTALE 12 9
Nel territorio del SIC Ca’ del Vento Ca’ del Lupo, Gessi di Borzano, sono situate diverse grotte di
cui solo una, la Tana della Mussina di Borzano è inserita nell’Azione C1. Tale cavità risulta
importante soprattutto durante tutte le fasi di svernamento e di swarming. Cavità assai nota e di
facile accesso è sia da speleologi sia da persone senza competenza speleologica. Le prime sale, di
facile percorribilità sono interessate da un turismo speleologico organizzato dal Centro di
Educazione Ambientale di Borzano sia da accessi non controllati. Le specie presenti di maggior
rilevanza conservazionistica sono il Rinolofo maggiore e il rinolofo minore. Tra le cavità indagate è
quella che conta un maggiore numero complessivo di unità, benché inferiori alla decina.
Rhinolophus hipposideros è la specie relativamente più abbondante.
La specie, in inverno, utilizza la maggior parte delle grotte indagate, ma sempre con pochi
esemplari.
Esternamente ai confini del SIC, in località La Fornace di Vezzano sul Crostolo, alle pendici del
Monte del Gesso sono presenti cave di gesso dismesse ove l’attività estrattiva è al momento
sospesa.
Non inserite nel progetto LIFE+, non sono state oggetto della campagna di monitoraggio a causa
del mancato interessamento della proprietà e per la pericolosità del sito; tuttavia potrebbero
svolgere un ruolo rilevante per la chirotterofauna, similarmente al ruolo fondamentale che svolgono
le cave abbandonate degli altri SIC.
SIC IT4030009 GESSI TRIASSICI
Cavità Inverno
2010/2011
Inverno
2011/2012
Risorgente I del rio Vei - ER-RE 212 0 2
Risorgente II del rio Vei - ER-RE 213 NR 0
Tanone grande della gacciolina - ER-RE 154 1 1
Tanone piccolo della gacciolina - ER-RE 200 11 7
Risorgente in sin. del Rio Canalaccio - ER-RE 584 0 NR
Pozzi di Monte Carù - ER-RE 203 0 NR
TOTALE 12 10
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Nel territorio del SIC Gessi Triassici sono presenti numerose grotte, nessuna delle quali inserita
nell’Azione C1 del progetto LIFE+. Per il monitoraggio invernale sono state scelte le grotte con
maggior sviluppo e su indicazione del gruppo speleologico reggiano (GSPGC).
Annoverando complessivamente poco più di una decina di esemplari, la popolazione invernale di
Rhinolophus hipposideros risulta piuttosto esigua, ciò considerando che in estate sono stati rilevati
oltre un centinaio di individui.
Il sistema carsico dei Tanoni della Gacciolina è accessibile attraverso due differenti ingressi, il
Tanone Grande della Gacciolina e il Tanone Piccolo della Gacciolina; le due grotte sono
attualmente connessi da un cunicolo scavato dagli speleologi.
Il sistema, completamente percorso da un torrente sotterraneo, costituisce una tipica ansa ipogea.
Nel suo sviluppo è caratterizzata da una successione di ampie sale di crollo collegate tra loro da
laminatoi e passaggi attraverso frane. Tali ambienti presentano un differente microclima, in grado di
soddisfare alle diverse esigenze ecologiche delle varie specie. Il sistema ha una rilevante importanza
soprattutto durante le fasi di svernamento e swarming per almeno 7 specie di chirotteri.
Rhinolophus hipposideros è localizzato soprattutto nel Tanone Piccolo della Gacciolina, dove in
parte trova rifugio in un ramo laterale dell’antro iniziale. Le altre grotte indagate vengono utilizzate
dalla specie in modo più marginale, contando solo pochi individui.
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Cavità Inverno
2010/2011
Inverno
2011/2012
Inghiottitoio dell'acquafredda - ER-BO 003 9 23
Risorgente dell'acquafredda- ER-BO 004 5 4
Grotta della Spipola - ER-BO 005 13 NR
Buco dei Buoi - ER-BO 029 1 NR
Buco del prete santo- ER-BO 275 2 NR
Buco del Belvedere- ER-BO 006 0 NR
Grotta del Farneto- ER-BO 007 6 1
Grotta del Coralupo - ER-BO 092 6 11
Grotta Carlo Pelagalli - ER-BO 425 5 NR
Grotta Serafino Calindri - ER-BO 149 2 6
Buco delle lumache - ER-BO 037 1 NR
Grotta Novella - ER-BO 287 7 6
Grotta Silvio Cioni - Ferro di cavallo - ER-BO 008 NR 4
Buco delle gomme - ER-BO 056 3 NR
Pozzo presso il Pozzo di S. Antonio - ER-BO 276 4 NR
Monte Croara (ex Cava IECME) 0 NR
Cava presso la grotta del Farneto (ex cava Fiorini) 2 3
ex Cava Ghelli 3 0
TOTALE 69 58
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Nel territorio del SIC Gessi Bolognesi, Calanchi dell’Abbadessa, nella fase di ibernazione
Rhinolophus hipposideros occupa la maggior parte delle cavità indagate. Tuttavia la presenza in
ogni sito è riconducibile a singoli o pochi esemplari, che complessivamente raggiungono circa 70
unità. Poiché la specie tende a distribuirsi sul territorio piuttosto che concentrarsi in poche cavità, la
stima della popolazione invernale è probabilmente sottostimata, in quanto non tutte le cavità del
SIC sono state monitorate.
Al Sistema carsico denominato “Acquafredda-Spipola” fanno capo sette grotte principali collegate:
Inghiottitoio dell’Acquafredda, Risorgente dell’Acquafredda, Pozzo presso il Pozzo si S. Antonio
(PPP), Buco dei Buoi, Grotta della Spipola, Buco del Prete Santo, Buco del Belvedere.
Seppure in diverso modo, queste cavità risultano di rilevante importanza durante tutte le fasi del
ciclo biologico per numerose specie di chirotteri. L’intero complesso ospita circa la metà degli
esemplari svernanti di Rhinolophus hipposideros.
La Grotta della Spipola (cavità che non rientra nell’Azione C1 del progetto) è attualmente protetta
con struttura bat-compatibile, che dispone di due fessure orizzontali, tali da permettere il passaggio
dei pipistrelli in volo.
Tale cavità è caratterizzata da un’importante attività di turismo speleologico, in quanto è visitabile
con accompagnamento di una guida del Parco. Gli esemplari in svernamento sono presenti lungo il
percorso turistico da almeno 8 anni.
Nel territorio del SIC, sono presenti alcune cavità artificiali utilizzate da diverse specie durante
l’anno: periodo estivo, autunnale ed invernale.
Sono tutte vecchie cave di gesso dismesse la cui coltivazione in sotterraneo, condotta con il metodo
a camere e pilastri, ha creato un complesso ipogeo di notevole estensione e sviluppato su più livelli.
A differenza del congenere Rhinolophus ferrumequinum, che durante l’inverno si concentra in
questi rifugi, Rhinolophus hipposideros è presente con pochi esemplari, mostrando una preferenza
per le grotte naturali.
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Cavità Inverno
2010/2011
Inverno
2011/2012
Grotta Michele Gortani - ER-BO 031 20 NR
Galleria di cava sotto Monte Rocca 1 0
Meandro presso la Grotta Michele Gortani ND ND
TOTALE 23 0
Nonostante la relativa ridotta estensione dell’affioramento gessoso del SIC Gessi di Monte Rocca,
Monte Capra e Tizzano, la grotta Michele Gortani rappresenta uno dei più importanti e sviluppati
complessi carsici della regione, con circa 2 km di sviluppo complessivo.
La cavità presenta un punto d’accesso. I rilevamenti sono stati effettuati nel punto d’ingresso
utilizzato per le attività speleologiche ed all’interno della cavità per buona parte del suo sviluppo:
data la complessità del sistema sono stati controllati siti noti per la presenza dei chirotteri.
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25
Nell’inverno 2010/2011 Rhinolophus hipposideros sono stati rilevati 20 esemplari.
La dismessa Cava di Gessi posizionata ai piedi del Monte Rocca contiene gallerie con sviluppo
chilometrico.
Ha una rilevante importanza durante le fasi di svernamento e swarming per numerose specie di
chirotteri. È utilizzata anche durante il periodo estivo.
Tuttavia, Rhinolophus hipposideros è scarsamente rappresentato, essendo stato rilevato un singolo
individuo in ibernazione.
Dati pregressi rilevano la presenza del Rhinolophus hipposideros durante il periodo invernale nel
Meandro presso la Grotta Michele Gortani. Mancano dati per il periodo di monitoraggio del LIFE+.
SIC-ZPS IT4070011 VENA DEL GESSO ROMAGNOLA
Cavità Inverno
2010/2011
Inverno
2011/2012
Grotta della Befana -ER-RA 850 43 40
Inghiottitoio a ovest di Ca’ Siepe - ER-RA 365 181 202
Grotta del Re Tiberio- ER-RA 036 0 NR
Sistema Carsico Rio Stella-Rio Basino - ER-RA 101 27 NR
Grotta della Lucerna - ER-RA 831 8 8
Cava SPES 2 2
Grotta Tanaccia - ER-RA 114 37 35
Buco I di Monte Mauro - ER-RA 125 3 NR
Buco del Noce - ER-RA 107 3 8
Cava di Monte Tondo (Saint Gobain) ND ND
Grotta grande dei Crivellari -ER-RA 398 NR 24
Grotta I di Ca’ Boschetti -ER-RA 382 NR 11
TOTALE 304 330
Nel SIC Vena del Gesso Romagnola, la specie è presente con il maggior contingente numerico, 330
esemplari conteggiati durante il monitoraggio invernale 2011/2012.
Si deve tuttavia considerare il mancato apporto degli esemplari presenti nel Sistema Carsico Rio
Stella-Rio Basino, che non è stato indagato, per l’eccessivo rischio legato all’instabilità della
struttura.
Il Sistema Carsico Rio Stella-Rio Basino (ER-RA 101) è un sito di straordinaria importanza per la
conservazione dei chirotteri perché ospita la più grande colonia svernante di Rhinolophus euryale
della Regione Emilia Romagna, con oltre un migliaio di esemplari, oltre a diverse centinaia di
esemplari fra Rhinolophus ferrumequinum e Rhinolophus hipposideros.
Il monitoraggio effettuato nell’inverno 2010/2011 ha rilevato la presenza di 27 esemplari di
Rhinolophus hipposideros.
Questo complesso carsico ha il maggior sviluppo conosciuto per l’intera Vena del Gesso
Romagnola.
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L’ampio complesso carsico di Ca’ Siepe è il più importante sito di svernamento per la specie
Rhinolophus hipposideros conosciuto all’interno dell’area del SIC in indagine. Il numero di
esemplari rilevati si aggira intorno alle 200 unità, concentrati soprattutto nelle prime centinaia di
metri di sviluppo della grotta, entrando dall’inghiottitoio a ovest di Ca’ Siepe, l’ingresso oggetto di
intervento di chiusura con apposito cancello.
La grotta Buco della Befana ospita un numero di chirotteri svernanti complessivamente non
altissimo, rispetto ad altre grotte della Vena del Gesso Romagnola. La colonia invernale di
Rhinolophus hipposideros contando poco oltre 40 individui, è la seconda per importanza numerica
del SIC.
La grotta Tanaccia è l’unica visitabile al pubblico, con accompagnamento di una guida, all’interno
del Parco Regionale della Vena del Gesso Romagnola.
La Tanaccia è sito di svernamento per appartenenti al genere Rhinolophus, in particolare per
Rhinolophus hipposideros e Rhinolophus ferrumequinum.
Il monitoraggio invernale di Rhinolophus hipposideros mostra una consistenza numerica piuttosto
costante, attestandosi poco sotto 40 unità.
Le restanti grotte naturali del SIC, oggetto di monitoraggio, per Rhinolophus hipposideros, hanno
un’importanza minore come sito di svernamento, poiché ospitano solo pochi individui durante
l’inverno.
La cava SPES, situata nella gola del Tramosasso presso Tossignano, finalizzata all’attività estrattiva
del gesso, è stata in parte coltivata in sotterraneo condotta con il metodo a camere e pilastri.
Attualmente dismessa, questa cava è un ipogeo di origine artificiale che riveste una rilevante
importanza della Vena del Gesso Romagnola per la presenza di ampi accessi e vasti vuoti interni
non comuni nel contesto carsico dell’area.
Tra le diverse specie di chirotteri presenti, Rhinolophus hipposideros è numericamente poco
rappresentata.
Non valutabile l’importanza per la specie della cava di gesso di Monte Tondo presso Borgo Rivola
(di proprietà Saint Gobain) per mancanza di dati.
SIC IT4090001 ONFERNO
Cavità Inverno
2010/2011
Inverno
2011/2012
Grotta di Onferno - ER-RN 456 54 59
Nel territorio del SIC Onferno, è presente un'unica cavità sotterranea, la Grotta di Onferno,
caratterizzata da due accessi, inferiore e superiore. Attualmente l’ingresso basso è protetto con
struttura non bat-compatibile. Questo ipogeo ha una rilevante importanza durante le fasi di
svernamento e riproduzione per numerose specie di chirotteri. Nel periodo d’indagine, Rhinolophus
hipposideros con circa 60 unità, rappresenta la specie numerosa. Questa colonia invernale è la
seconda come importanza numerica dell’intero territorio dei gessi in Emilia Romagna.
Tale cavità è caratterizzata da un’importante attività di turismo speleologico, in quanto è visitabile
con accompagnamento di una guida della Riserva di Onferno.
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MONITORAGGIO ESTIVO
SIC IT4030017 CA' DEL VENTO, CA' DEL LUPO, GESSI DI BORZANO
Cavità estate 2011 composizione
Tana della Mussina di Borzano - ER-RE 002 5 5 M
Casa Granata 20 10 F +10 G
TOTALE 55
Nel territorio del SIC Ca’ del Vento Ca’ del Lupo, Gessi di Borzano, la ricerca di rifugi estivi di
chirotteri è ostacolata dalla difficoltà di accedere agli edifici presenti, situati su terreni privati spesso
recintati.
In località Casa Granata, l’edificio abbandonato e parzialmente crollato, ospita tra le stanze della
cantina, una colonia riproduttiva di Rhinolophus hipposideros; durante il sopralluogo effettuato il
10/07/2011 sono stati conteggiati 20 esemplari (10 femmine adulte e 10 giovani).
Nell’estate 2010, una femmina con il giovane è stata osservata nella grotta ER-RE 091.
Alcuni esemplari maschi utilizzano come rifugio estivo le prime sale della Tana della Mussina di
Borzano.
SIC IT4030009 GESSI TRIASSICI
Rifugio
estate
2011 composizione
Pozzo del Castagneto ER-RE 450 1 1 M
Grotticella delle Fascine ER-RE 553 2 2 M
Abitazione abbandonata presso Ca' della Ghiaia 3 1 F +1 G + 1 M
Ca' della Ghiaia 1 1 M
Casa della Valle 22 11 F + 11 giovani
Castello (Vologno) edificio minore 12 6 F + 5G + 1 M
Castello (Vologno) 1 1M
C. I Prati 28 18 F + 10 G
M° Morini 20 20 F gravide
M° Landini 5 5 F gravide
Ca' Rabacchi 4 4 F gravide
edificio in Montellazzo 4 1F +G + 1F grav +1M
TOTALE 103
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Nel SIC Gessi Triassici il monitoraggio estivo è stato indirizzato soprattutto alla ricerca di rifugi
estivi e colonie riproduttive focalizzando l’attenzione su edifici abbandonati, ponti e alcune grotte
che per la loro conformazione ed esposizione erano state valutate sufficientemente calde.
Il territorio indagato è stato esteso oltre i confini del SIC.
Durante la ricerca sono state individuate 8 colonie riproduttive con la complessiva presenza di 67
femmine adulte; le nursery erano tutte situate in edifici abbandonati.
Tre di questi edifici sono situati in val Lucola, esternamente ai confini del SIC: Casa della Valle,
Molino Morini e Molino Landini.
La nursery di Casa della Valle ha composizione mista con la presenza di Rhinolophus
ferrumequinum, Rhinolophus hipposideros e Myotis emarginatus.
Per quanto riguarda Rhinolophus hipposideros, durante il sopralluogo effettuato il 10/07/2011 sono
stati conteggiati 22 esemplari (11 femmine adulte e 11 giovani).
Il sopralluogo relativo al Molino Morini e il Molino Landini è avvenuto in data 19/06/2011, periodo
precedente ai parti. Nei due roost erano presenti rispettivamente 20 e 5 femmine gravide.
Sul versante meridionale del monte Camorra sono presenti alcuni edifici abbandonati che offrono
rifugio a tre colonie riproduttive. Quella più numerosa trova rifugio in una stanza di un edificio
diroccato, il località C. I Prati sul versante meridionale. Nel giorno del sopralluogo, 26/06/2011,
erano presenti 18 femmine di cui 10 avevano partorito e 8 in evidente stato di gravidanza.
In un edificio quasi completamente crollato vicino al castello di Vologno, il 26/06/2011, erano
presenti 6 femmine di cui 5 già con piccolo allattante.
In località Montellazzo, in un edificio abbandonato, il 26/06/2011 erano presenti una femmina con
piccolo allattante e un’altra femmina gravida.
Nel piccolo borgo disabitato di Ca’ Rabacchi, posto al margine di un ampio terrazzo alluvionale nei
pressi del Tanone Piccolo della Gacciolina, il 18/06/2011, erano presenti 4 femmine gravide.
Tutti gli edifici, ad esclusione del castello di Vologno, sono in pessime condizioni di stabilità ed
alcuni di essi sono parzialmente crollati.
In alcuni edifici abbandonati sono stati osservati singoli esemplari maschi adulti.
Il controllo di alcune cavità naturali ha rilevato la presenza di alcuni individui maschi in solo due di
esse: Pozzo del Castagneto e Grotticella delle Fascine.
Il numero degli esemplari se considerati i nati dell’anno superano abbondantemente la centinaia; il
monitoraggio invernale in grotta, rilevando la presenza di poco più di una decina di unità, indica che
tale specie utilizza altri tipi di rifugio per l’ibernazione oppure si allontana dai confini del SIC.
SIC-ZPS IT4050001 GESSI BOLOGNESI, CALANCHI DELL'ABBADESSA
Cavità estate 2011 composizione
Rifugio sotto la chiesa di Castel dei Britti 18 NC
Rifugio bellico 13 NC
TOTALE 31
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Nel SIC Gessi Bolognesi, Calanchi dell’Abbadessa il monitoraggio estivo è stato indirizzato
soprattutto alla ricerca di rifugi estivi e colonie riproduttive focalizzando l’attenzione su edifici
abbandonati, ponti e alcune cavità sotterranee che per la loro conformazione ed esposizione erano
state valutate sufficientemente calde.
Nei pressi dell’abitato di Castel dei Britti, è presente una cavità sotterranea utilizzata come rifugio
di riproduzione per Rhinolophus hipposideros; durante il sopralluogo effettuato il 22/07/2011 sono
stati conteggiati 18 esemplari (adulti e giovani). In passato questa cavità è stata utilizzata da parte
dell’uomo in vario modo (allestimento di presepi,…).
In un’area boscosa poco accessibile nella zona Savena/Zena, è situato un tunnel artificiale
utilizzato come rifugio durante la guerra; ha uno sviluppo ad U e presenta due punti d’accesso.
Attualmente durante la bella stagione diventa sede di una nursery di Rhinolophus hipposideros;
durante il sopralluogo effettuato il 20/07/2011 sono stati conteggiati 13 esemplari (adulti e giovani).
Il controllo diretto è stato effettuato anche su alcune cavità interessate al monitoraggio invernale:
Cava presso la grotta del Farneto (10-20/06/2011), ex Cava Ghelli (27/07/2011), Grotta della
Spipola (21/06/2011) e Risorgente dell’Acquafredda (15/07/2011).
In nessuna di queste cavità sono stati osservati direttamente esemplari di Rhinolophus hipposideros.
Durante la campagna di rilevamento bioacustico dell’estate 2011 all’ingresso delle cavità, il
Rhinolophus hipposideros è stato rilevato nelle seguenti occasioni: Risorgente dell’Acquafredda
con 4 contatti (30/06/2011), Inghiottitoio dell’Acquafredda con 1 contatto (11/07/2011),
Inghiottitoio di Castel dei Britti con 12 contatti (01/07/2011), Pozzo presso il Pozzo di S. Antonio
con 73 contatti (11/07/2011), Grotta del Farneto con 14 contatti (10/06/2011), Cava presso la grotta
del Farneto con 22 contatti (14/07/2011).
Non si ha evidenza della presenza di colonie riproduttive nelle cavità sotterranee sia naturali sia
artificiali all’interno del SIC. Anche l’utilizzo come rifugio estivo appare poco rilevante.
SIC IT4050027 GESSI DI MONTE ROCCA, MONTE CAPRA E TIZZANO
Cavità estate 2011
Galleria di cava sotto Monte Rocca 8
TOTALE 8
Durante il monitoraggio estivo nel SIC Gessi di Monte Rocca, Monte Capra e Tizzano, il controllo
diretto della Galleria di cava sotto Monte Rocca ha rilevato la presenza di pochi esemplari di
Rhinolophus hipposideros.
Durante la campagna di rilevamento bioacustico dell’estate 2011, Rhinolophus hipposideros è
stato rilevato all’ingresso delle cavità del Meandro presso la Grotta Gortani con 7 contatti
(22/07/2011).
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SIC-ZPS IT4070011 VENA DEL GESSO ROMAGNOLA
Nella Vena del Gesso Romagnola il monitoraggio estivo è stato indirizzato soprattutto alla presenza
della specie nelle cavità sotterranee.
Nessuno dei rilievi ha rilevato la presenza di Rhinolophus hipposideros.
SIC IT4090001 ONFERNO
Nel SIC Onferno il monitoraggio estivo è stato effettuato con controllo diretto in grotta, condotto in
tre giornate di rilievo (21/06 – 06/07 – 30/07/2011). Relativamente al Rhinolophus hipposideros
non è stato rilevato alcun esemplare a vista.
Anche il rilievo bioacustico all’uscita del roost non ha rilevato alcun contatto.
Relativamente Rhinolophus hipposideros, la Grotta di Onferno assume maggiore importanza per la
fase di ibernazione.
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Rhinolophus euryale (Blasius, 1853)
Rinolofo euriale, ferro di cavallo euriale
Regioni biogeografiche in cui la specie è segnalata
Alpina, continentale e mediterranea.
Distribuzione attuale in Emilia Romagna
Segnalata in gran parte delle province, assai rara in quelle occidentali.
Specie prioritaria di cui è stata rilevata la presenza nei 4 SIC più orientali. Mancano invece
segnalazioni per i due SIC in provincia di Reggio Emilia.
La maggior parte degli individui si concentra in un unico sistema carsico della Vena del Gesso
Romagnola, formando una colonia invernale di oltre mille esemplari.
Seppure rilevata nel periodo estivo e autunnale nei due SIC bolognesi, non sono stati osservati
direttamente in grotta animali in ibernazione.
Il Rinolofo euriale, presente nel SIC Onferno con una colonia riproduttiva, è invece assente durante
il periodo invernale.
Specie strettamente troglofila, più legata agli habitat ipogei rispetto alle due specie congeneri,
durante l’estate, occupa cavità sotterranee come rifugi estivi e siti di riproduzione.
Colonie estive e riproduttive sono state rilevate in un numero ridotto delle cavità.
La specie è facilmente censibile sia in ibernazione, sia in riproduzione, poiché gli individui non si
incuneano mai nelle fessure ma restano sempre appesi alle volte e alle pareti del rifugio.
Si alimenta all’interno di formazioni forestali e in zone ricche di arbusti ed alberi.
Dati demografici attuali (inverni 2010/2011 e 2011/2012) nei SIC interessati dal LIFE “GYPSUM”
N siti di svernamento indagati: 46
N totale esemplari svernanti noti (inverno 2010/2011): 1165
N totale esemplari svernanti noti (inverno 2011/2012): dati insufficienti
N siti di svernamento noti ospitanti da 0 a 9 esemplari: 45
N siti di svernamento noti ospitanti da 10 a 49 esemplari: 0
N siti di svernamento noti ospitanti 50 o più esemplari: 1
N massimo di esemplari censiti in ciascun sito di svernamento noto ospitante 50 o più esemplari:
1163.
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SIC –ZPS IT4070011 VENA DEL GESSO ROMAGNOLA
Cavità Inverno
2010/2011
Inverno
2011/2012
Grotta della Befana -ER-RA 850 0 0
Inghiottitoio a ovest di Ca’ Siepe - ER-RA 365 2 0
Grotta del Re Tiberio- ER-RA 036 0 NR
Sistema Carsico Rio Stella-Rio Basino - ER-RA 101 1163 NR
Grotta della Lucerna - ER-RA 831 0 0
Cava SPES 0 0
Grotta Tanaccia - ER-RA 114 0 2
Buco I di Monte Mauro - ER-RA 125 0 NR
Buco del Noce - ER-RA 107 0 0
Cava di Monte Tondo (Saint Gobain) ND ND
Grotta grande dei Crivellari -ER-RA 398 NR 0
Grotta I di Ca’ Boschetti -ER-RA 382 NR 0
TOTALE 1165 2
Nel SIC Vena del Gesso romagnola, la specie è presente con il maggior contingente numerico, con
1165 esemplari conteggiati durante il monitoraggio invernale 2010/2011.
La mancata indagine nel Sistema Carsico Rio Stella-Rio Basino, per l’eccessivo rischio legato
all’instabilità della struttura, non ha reso disponibile il dato per l’inverno successivo.
Il Sistema Carsico Rio Stella-Rio Basino (ER-RA 101) è un sito di straordinaria importanza per la
conservazione dei chirotteri perché ospita la più grande colonia svernante di Rhinolophus euryale
della Regione Emilia Romagna, con oltre un migliaio di esemplari, oltre a diverse centinaia di
esemplari fra Rhinolophus ferrumequinum e Rhinolophus hipposideros.
Il monitoraggio effettuato nell’inverno 2010/2011 ha rilevato la presenza di 1163 esemplari di
Rhinolophus euryale.
Da questi dati emerge che questo complesso carsico attrae pressoché l’intera popolazione invernale
della specie.
Poco significativa è la presenza della specie in altre due grotte (Tanaccia e Inghiottitoio a ovest di
Ca’ Siepe), trattandosi di pochi esemplari.
SIC IT4090001 ONFERNO
Cavità Inverno
2010/2011
Inverno
2011/2012
Grotta di Onferno - ER-RN 456 0 0
Nel territorio del SIC Onferno, è presente un'unica cavità sotterranea, la Grotta di Onferno,
caratterizzata da due accessi, inferiore e superiore. Attualmente l’ingresso basso è protetto con
struttura non bat-compatibile. Questo ipogeo ha una rilevante importanza durante le fasi di
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svernamento e riproduzione per numerose specie di chirotteri. Rhinolophus euryale pur essendo
presente con una colonia riproduttiva, è invece assente durante la fase d’ibernazione.
Tale cavità è caratterizzata da un’importante attività di turismo speleologico, in quanto è visitabile
con accompagnamento di una guida della Riserva di Onferno.
MONITORAGGIO ESTIVO
SIC-ZPS IT4050001 GESSI BOLOGNESI, CALANCHI DELL'ABBADESSA
Nei Gessi bolognesi il monitoraggio estivo è stato indirizzato soprattutto alla ricerca di rifugi estivi
e colonie riproduttive focalizzando l’attenzione su edifici abbandonati, ponti e alcune cavità
sotterranee che per la loro conformazione ed esposizione erano state valutate sufficientemente
calde.
Il controllo diretto è stato effettuato solo su alcune cavità: Cava presso la grotta del Farneto (10-
20/06/2011), ex Cava Ghelli (27/07/2011), Grotta della Spipola (21/06/2011) e Risorgente
dell’Acquafredda (15/07/2011).
In nessuna di queste cavità sono stati osservati direttamente esemplari di Rhinolophus euryale.
Durante la campagna di rilevamento bioacustico dell’estate 2011 all’ingresso delle cavità, il
Rhinolophus euryale è stato rilevato in uscita dal Pozzo presso il Pozzo di S. Antonio con 5
contatti (11/07/2011).
Non si ha evidenza della presenza di colonie riproduttive nelle cavità sotterranee sia naturali sia
artificiali all’interno del SIC. Anche l’utilizzo come rifugio estivo appare poco rilevante.
SIC IT4050027 GESSI DI MONTE ROCCA, MONTE CAPRA E TIZZANO
Durante il monitoraggio estivo nel SIC Gessi di Monte Rocca, Monte Capra e Tizzano, il controllo
diretto della Galleria di cava sotto Monte Rocca non ha rilevato la presenza di Rhinolophus euryale.
La specie è stata rilevata con bat-detector , nel periodo di swarming, all’ingresso delle cavità del
Meandro presso la Grotta Gortani con 11 contatti (15/09/2011).
SIC-ZPS IT4070011 VENA DEL GESSO ROMAGNOLA
Cavità
estate
2011
Grotta della Befana -ER-RA 850 NR
Inghiottitoio a ovest di Ca’ Siepe - ER-RA 365 0
Grotta del Re Tiberio- ER-RA 036 DP 20
Sistema Carsico Rio Stella-Rio Basino - ER-RA
101 DP 40
Grotta della Lucerna - ER-RA 831 DP 2
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Cava SPES 0
Grotta Tanaccia - ER-RA 114 0
Buco I di Monte Mauro - ER-RA 125 NR
Buco del Noce - ER-RA 107 NR
Cava di Monte Tondo (Saint Gobain) NR
Grotta grande dei Crivellari -ER-RA 398 0
Grotta I di Ca’ Boschetti -ER-RA 382 NR
TOTALE DP 62
Nel SIC della Vena del Gesso Romagnola il monitoraggio estivo è stato indirizzato soprattutto alla
presenza della specie nelle cavità sotterranee.
La Grotta della Lucerna è sito di un roost riproduttivo di centinaia di esemplari di Rhinolophus
euryale, l’unico conosciuto all’interno del SIC. Questo ne fa uno dei più importanti siti per la
conservazione della chirotterofauna dell’intera area di interesse. Durante il sopralluogo del
23/07/2011 sono stati osservati solo due esemplari, mentre era assente la colonia osservata dagli
speleologi un mese prima. La grotta è un ambiente di limitata estensione, nel quale la presenza
antropica può quindi facilmente arrecare disturbo alla chirotterofauna.
Il sopralluogo effettuata nel Sistema Carsico Rio Stella-Rio Basino il 15/07/2011 ha rilevato la
presenza stimata in circa 40 esemplari nella Sala dello Scafo. Non è stato stabilito se fosse una
colonia riproduttiva.
Il sopralluogo effettuata nella Grotta del Re Tiberio il 27/06/2011 ha rilevato la presenza stimata in
circa 20 esemplari.
SIC IT4090001 ONFERNO
Cavità estate
2011 composizione
Grotta di Onferno - ER-RN 456 61 33 A + 28 G
Durante l’estate, la Grotta di Onferno ospita una colonia riproduttiva di Rhinolophus euryale.
Al fine di minimizzare il disturbo il monitoraggio è stato effettuato con la sola tecnica di
rilevamento fotografico. La stima degli individui che compongono la colonia è quindi basata sul
conteggio dei soli nuovi nati su fotografia, attribuendo un singolo giovane ad ogni femmina. Tale
metodo produce una sottostima poiché vengono esclusi dal conteggio femmine che non hanno
partorito ed eventuali maschi.
Il rilevo fotografico effettuato il 06/07/2011 ha permesso di conteggiare 28 giovani.
Complessivamente la colonia raggiunge circa 60 unità.
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Miniopterus schreibersii (Kuhl, 1817)
Miniottero
Regioni biogeografiche in cui la specie è segnalata
Alpina, continentale e mediterranea.
Distribuzione attuale in Emilia Romagna
Segnalata in quasi tutte le provincie.
Specie prioritaria di cui è stata rilevata la presenza nei 4 SIC più orientali. Mancano invece
segnalazioni per i due SIC in provincia di Reggio Emilia.
Specie strettamente troglofila e spiccatamente gregaria, il Miniottero predilige rifugiarsi in ogni
stagione nelle cavità naturali o artificiali, formando grandi colonie.
Attualmente le colonie invernali si riuniscono in grandi ipogei artificiali creati con l’attività
estrattiva del gesso.
La quasi totalità degli esemplari censiti rifugiano in una cava di gesso della Vena del Gesso
Romagnola e due dei Gessi Bolognesi.
Il Miniottero, presente nel SIC Onferno con una importante colonia riproduttiva, si riduce a poche
unità durante il periodo invernale.
La specie è facilmente censibile sia in ibernazione, sia in riproduzione, poiché gli individui non si
incuneano mai nelle fessure ma restano sempre appesi alle volte e alle pareti del rifugio.
Si alimenta in ambienti vari quali boschi e praterie,in zone di bassa e media altitudine.
Dati demografici attuali (inverni 2010/2011 e 2011/2012) nei SIC interessati dal LIFE “GYPSUM”
N siti di svernamento indagati: 46
N totale esemplari svernanti noti (inverno 2010/2011): 4927*
N totale esemplari svernanti noti (inverno 2011/2012): 12445 **
* non rilevata Cava di Monte Rotondo (Saint Gobain)
** non rilevata ex Cava IECME
N siti di svernamento noti ospitanti da 0 a 9 esemplari: 43
N siti di svernamento noti ospitanti da 10 a 49 esemplari: 0
N siti di svernamento noti ospitanti 50 o più esemplari: 3
N massimo di esemplari censiti in ciascun sito di svernamento noto ospitante 50 o più esemplari:
732, 4194, 11803.
NATURALE S.N.C. DI FABIO SUPPINI & C.
Organizzazione per la promozione e la difesa di Animali e Ambiente
________________________________________________________________________________ VIA J. F. KENNEDY 1
40024,CASTEL SAN PIETRO TERME (BO)
Tel. e Fax 051-948404
36
SIC-ZPS IT4070011 VENA DEL GESSO ROMAGNOLA
Cavità Inverno
2010/2011
Inverno
2011/2012
Grotta della Befana -ER-RA 850 0 0
Inghiottitoio a ovest di Ca’ Siepe - ER-RA 365 0 0
Grotta del Re Tiberio- ER-RA 036 0 NR
Sistema Carsico Rio Stella-Rio Basino - ER-RA 101 0 NR
Grotta della Lucerna - ER-RA 831 0 0
Cava SPES 0 0
Grotta Tanaccia - ER-RA 114 0 0
Buco I di Monte Mauro - ER-RA 125 0 NR
Buco del Noce - ER-RA 107 0 0
Cava di Monte Tondo (Saint Gobain) ND 11803
Grotta grande dei Crivellari -ER-RA 398 NR 0
Grotta I di Ca’ Boschetti -ER-RA 382 NR 0
TOTALE ND 11803
Nel SIC Vena del Gesso romagnola, la specie è presente con il maggior contingente numerico, oltre
11800 esemplari conteggiati durante il monitoraggio invernale 2011/2012.
Dai rilievi si evidenzia come tutta la popolazione invernale si riunisca in un unico sito, la cava di
gesso di Monte Tondo presso Borgo Rivola (di proprietà Saint Gobain).
Non inserita nell’elenco delle cavità dell’Azione Cl del LIFE+, questa cava di gesso, attualmente
prosegue l’attività estrattiva del gesso a cielo aperto con la coltivazione sviluppata a gradoni.
La precedente coltivazione in sotterraneo, condotta con il metodo a camere e pilastri, ha creato un
complesso ipogeo di notevole estensione e sviluppato su più livelli. Gli ampi ingressi e le larghe
gallerie offrono condizioni favorevoli all’insediamento di questa specie dal volo veloce.
Tale cava assume un’importanza centrale nel contesto della conservazione e della gestione della
chirotterofauna regionale.
La cava SPES, situata nella gola del Tramosasso presso Tossignano, finalizzata all’attività estrattiva
del gesso, è stata in parte coltivata in sotterraneo condotta con il metodo a camere e pilastri.
Attualmente dismessa, questa cava è un ipogeo di origine artificiale che riveste una rilevante
importanza della Vena del Gesso Romagnola per la presenza di ampi accessi e vasti vuoti interni
non comuni nel contesto carsico dell’area.
L’assenza di Miniopterus schreibersii in questo ambiente ipogeo è probabilmente attribuibile alla
presenza di una fitta recinzione a chiusura dei quattro ingressi presenti, che ne limita fortemente il
passaggio.
La sostituzione della recinzione con una struttura bat-compatibile per il Miniottero può creare
ottime possibilità di abbondante frequentazione di questa specie.
Attualmente nessuna delle grotte naturali ospita il Miniottero.
NATURALE S.N.C. DI FABIO SUPPINI & C.
Organizzazione per la promozione e la difesa di Animali e Ambiente
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40024,CASTEL SAN PIETRO TERME (BO)
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37
SIC IT4090001 ONFERNO
Cavità Inverno
2010/2011
Inverno
2011/2012
Grotta di Onferno - ER-RN 456 1 3
Nel territorio del SIC Onferno, è presente un'unica cavità sotterranea, la Grotta di Onferno,
caratterizzata da due accessi, inferiore e superiore. Attualmente l’ingresso basso è protetto con
struttura non bat-compatibile. Questo ipogeo ha una rilevante importanza per Miniopterus
schreibersii durante la fase di riproduzione.
Durante l’inverno, gli individui di questa colonia utilizzano come sito di svernamento un tunnel
ferroviario in disuso nello Stato di San Marino.
Generalmente solo pochi individui rimangono nella Grotta di Onferno nel periodo invernale.
Tale cavità è caratterizzata da un’importante attività di turismo speleologico, in quanto è visitabile
con accompagnamento di una guida della Riserva di Onferno.
SIC-ZPS IT4050001 GESSI BOLOGNESI, CALANCHI DELL'ABBADESSA
Cavità Inverno
2010/2011
Inverno
2011/2012
Inghiottitoio dell'acquafredda - ER-BO 003 0 0
Risorgente dell'acquafredda- ER-BO 004 0 0
Grotta della Spipola - ER-BO 005 0 NR
Buco dei Buoi - ER-BO 029 0 NR
Buco del prete santo- ER-BO 275 0 NR
Buco del Belvedere- ER-BO 006 0 NR
Grotta del Farneto- ER-BO 007 0 0
Grotta del Coralupo - ER-BO 092 0 0
Grotta Carlo Pelagalli - ER-BO 425 0 NR
Grotta Serafino Calindri - ER-BO 149 0 0
Buco delle lumache - ER-BO 037 0 NR
Grotta Novella - ER-BO 287 1 0
Grotta Silvio Cioni - Ferro di cavallo - ER-BO 008 NR 0
Buco delle gomme - ER-BO 056 0 NR
Pozzo presso il Pozzo di S. Antonio - ER-BO 276 0 NR
Monte Croara (ex Cava IECME) 4194 NR
Cava presso la grotta del Farneto (ex cava Fiorini) 734 639
ex Cava Ghelli 0 0
TOTALE 4929 639
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38
Nel territorio del SIC Gessi Bolognesi, Calanchi dell’Abbadessa, nella fase di ibernazione
Miniopterus schreibersii occupa quasi esclusivamente grandi ipogei artificiali creati con l’attività
estrattiva del gesso.
La coltivazione in sotterraneo, condotta con il metodo a camere e pilastri, ha creato un complesso
ipogeo di notevole estensione e sviluppato su più livelli.
Complessivamente la popolazione invernale conta circa 5000 unità, suddivisa in due colonie: una
nella cava di Monte Croara (ex Cava IECME) con 4194 esemplari (21/12/2010) e l’altra nella cava
presso la grotta del Farneto (ex cava Fiorini) con 734 esemplari (30/12/2010).
Utilizzata come rifugio estivo, la ex Cava Ghelli, durante i due inverni di monitoraggio del progetto
LIFE+ , non ha ospitato alcun individuo di Miniottero.
Attualmente Miniopterus schreibersii sembra non utilizzare come sito di svernamento le grotte
naturali; un esemplare solitario è stato osservato nella Grotta Novella nell’inverno 2010/2011.
SIC IT4050027 GESSI DI MONTE ROCCA, MONTE CAPRA E TIZZANO
Cavità Inverno
2010/2011
Inverno
2011/2012
Grotta Michele Gortani - ER-BO 031 0 NR
Galleria di cava sotto Monte Rocca 2 0
Meandro presso la Grotta Michele Gortani ND ND
TOTALE 2 0
La dismessa Cava di Gessi posizionata ai piedi del Monte Rocca contiene gallerie con sviluppo
chilometrico.
Ha una rilevante importanza durante le fasi di svernamento e swarming per numerose specie di
chirotteri. È utilizzata anche durante il periodo estivo.
Tuttavia, Miniopterus schreibersii è scarsamente rappresentato, essendo stati rilevati solo 2
individui in ibernazione.
MONITORAGGIO ESTIVO
SIC-ZPS IT4050001 GESSI BOLOGNESI, CALANCHI DELL'ABBADESSA
Cavità estate 2011
Cava presso la grotta del Farneto (ex cava Fiorini) DP 50
ex Cava Ghelli DP 50
TOTALE DP 100
Nel SIC Gessi Bolognesi, Calanchi dell’Abbadessa il monitoraggio estivo è stato indirizzato
soprattutto alla ricerca di rifugi estivi e colonie riproduttive focalizzando l’attenzione su edifici
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39
abbandonati, ponti e alcune cavità sotterranee che per la loro conformazione ed esposizione erano
state valutate sufficientemente calde.
Il controllo diretto è stato effettuato solo su alcune cavità: Cava presso la grotta del Farneto (10-
20/06/2011), ex Cava Ghelli (27/07/2011), Grotta della Spipola (21/06/2011) e Risorgente
dell’Acquafredda (15/07/2011).
La presenza diretta di Miniopterus schreibersii , è stata accertata soltanto per le due cave dismesse,
dove si è stimata in entrambi i siti un numero di circa 50 esemplari.
Attualmente non è stata scoperta alcuna colonia di riproduzione.
SIC IT4050027 GESSI DI MONTE ROCCA, MONTE CAPRA E TIZZANO
Durante il monitoraggio estivo nel SIC Gessi di Monte Rocca, Monte Capra e Tizzano, il controllo
diretto della Galleria di cava sotto Monte Rocca non ha rilevato la presenza di Miniopterus
schreibersii.
Tuttavia, il 22/07/201, la specie è stata rilevata con bat-detector all’ingresso della cavità con 81
contatti, in parte emessi da individui usciti dal roost e in parte emessi da individui in attività di
caccia.
Questa cava ha un utilizzo relativamente modesto come rifugio estivo, mentre assume maggiore
importanza nella fase di swarming.
SIC-ZPS IT4070011 VENA DEL GESSO ROMAGNOLA
Cavità estate 2011
Grotta della Befana -ER-RA 850 NR
Inghiottitoio a ovest di Ca’ Siepe - ER-RA 365 0
Grotta del Re Tiberio- ER-RA 036 DP 200
Sistema Carsico Rio Stella-Rio Basino - ER-RA 101 0
Grotta della Lucerna - ER-RA 831 0
Cava SPES 2
Grotta Tanaccia - ER-RA 114 0
Buco I di Monte Mauro - ER-RA 125 NR
Buco del Noce - ER-RA 107 NR
Cava di Monte Tondo (Saint Gobain) ND
Grotta grande dei Crivellari -ER-RA 398 0
Grotta I di Ca’ Boschetti -ER-RA 382 NR
TOTALE DP 200
Nel SIC della Vena del Gesso Romagnola il monitoraggio estivo è stato indirizzato soprattutto alla
presenza della specie nelle cavità sotterranee.
Una grande colonia di riproduzione di Miniopterus schreibersii (con qualche migliaio di individui)
utilizza come roost , la cava di gesso di Monte Tondo presso Borgo Rivola (di proprietà Saint
Gobain).
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40
Non inserita nell’elenco delle cavità dell’Azione Cl del LIFE+, questa cava di gesso, attualmente
prosegue l’attività estrattiva del gesso a cielo aperto con la coltivazione sviluppata a gradoni.
La precedente coltivazione in sotterraneo, condotta con il metodo a camere e pilastri, ha creato un
complesso ipogeo di notevole estensione e sviluppato su più livelli. Gli ampi ingressi e le larghe
gallerie offrono condizioni favorevoli all’insediamento di questa specie dal volo veloce.
Tale cava assume un’importanza centrale nel contesto della conservazione e della gestione della
chirotterofauna regionale.
Il sopralluogo effettuata nella Grotta del Re Tiberio il 27/06/2011 ha rilevato la presenza stimata in
circa 200 esemplari.
SIC IT4090001 ONFERNO
Cavità estate
2011 composizione
Grotta di Onferno - ER-RN 456 3668 1834 A + 1834 G
Durante l’estate, la Grotta di Onferno ospita una colonia riproduttiva di Miniopterus schreibersii .
Al fine di minimizzare il disturbo il monitoraggio è stato effettuato con la sola tecnica di
rilevamento fotografico. La stima degli individui che compongono la colonia è quindi basata sul
conteggio dei soli nuovi nati su fotografia, attribuendo un singolo giovane ad ogni femmina. Tale
metodo produce una sottostima poiché vengono esclusi dal conteggio femmine che non hanno
partorito ed eventuali maschi.
Il rilevo fotografico effettuato il 06/07/2011 ha permesso di conteggiare 1834 giovani.
Complessivamente la colonia conta oltre 3600 unità.
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41
“grandi Myotis”
Myotis myotis (Borkhausen, 1797) Vespertilio maggiore
Myotis blythii (Tomes, 1857) Vespertilio di Blyth
Regioni biogeografiche in cui le specie sono segnalate
Alpina, continentale e mediterranea.
Distribuzione attuale in Emilia Romagna
Distribuite in quasi tutte le province.
Nel gruppo “grandi Myotis” sono inclusi M. blythii e M. myotis, le due specie di maggiori
dimensioni e morfologicamente molto simili del genere Myotis.
A causa della difficoltà della determinazione tassonomica degli esemplari osservati a distanza nei
loro rifugi, gli esemplari sono conteggiati nel loro insieme.
Specie entrambe prioritarie sono distribuite nel territorio di tutti i sei SIC indagati; la presenza come
svernanti è stata rilevata presso poche grotte e cavità artificiali.
Complessivamente le due specie raggiungono poche decine di individui.
Rifugi estivi e colonie di riproduzione, spesso miste, si possono trovare nelle costruzioni e negli
ambienti ipogei purché abbastanza caldi.
Durante il monitoraggio estivo sono state individuate 3 nursery poste in cavità sotterranee,
localizzate in tre diversi SIC.
I grandi Myotis sono facilmente censibili nei siti riproduttivi quando restano appesi alle volte e alle
pareti del rifugio; il conteggio risulta più difficoltoso nei siti invernali, allorché si incuneano in
anfratti e fessure difficilmente ispezionabili.
Dati demografici attuali (inverni 2010/2011 e 2011/2012) nei SIC interessati dal LIFE “GYPSUM”
N siti di svernamento indagati: 46
N totale esemplari svernanti noti (inverno 2010/2011): 23
N totale esemplari svernanti noti (inverno 2011/2012):6
N siti di svernamento noti ospitanti da 0 a 9 esemplari: 46
N siti di svernamento noti ospitanti da 10 a 49 esemplari: 0
N siti di svernamento noti ospitanti 50 o più esemplari: 0
N massimo di esemplari censiti in ciascun sito di svernamento noto ospitante 50 o più esemplari:
0.
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SIC IT4030009 GESSI TRIASSICI
Cavità Inverno
2010/2011
Inverno
2011/2012
Risorgente I del rio Vei - ER-RE 212 0 0
Risorgente II del rio Vei - ER-RE 213 NR 0
Tanone grande della gacciolina - ER-RE 154 0 0
Tanone piccolo della gacciolina - ER-RE 200 8 6
Risorgente in sin. del Rio Canalaccio - ER-RE 584 0 NR
Pozzi di Monte Carù - ER-RE 203 0 NR
TOTALE 8 6
Nel territorio del SIC Gessi Triassici sono presenti numerose grotte, nessuna delle quali inserita
nell’Azione C1 del progetto LIFE+. Per il monitoraggio invernale sono state scelte le grotte con
maggior sviluppo e su indicazione del gruppo speleologico reggiano (GSPGC).
Il sistema carsico dei Tanoni della Gacciolina è accessibile attraverso due differenti ingressi, il
Tanone Grande della Gacciolina e il Tanone Piccolo della Gacciolina; le due grotte sono
attualmente connessi da un cunicolo scavato dagli speleologi.
Il sistema, completamente percorso da un torrente sotterraneo, costituisce una tipica ansa ipogea.
Nel suo sviluppo è caratterizzata da una successione di ampie sale di crollo collegate tra loro da
laminatoi e passaggi attraverso frane. Tali ambienti presentano un differente microclima, in grado di
soddisfare alle diverse esigenze ecologiche delle varie specie.
Il sistema ha una rilevante importanza soprattutto durante le fasi di svernamento e swarming per
almeno 7 specie di chirotteri.
La presenza di “grandi Myotis” è stata accertata per il solo Tanone Piccolo della Gacciolina, dove
pochi esemplari trascorrono l’ibernazione ( 8 unità nell’inverno 2010/2011).
Sulla base dell’osservazione della macchia bianca sulla testa, si ritiene che tutti gli esemplari
appartengano a Myotis blythii.
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43
SIC-ZPS IT4050001 GESSI BOLOGNESI, CALANCHI DELL'ABBADESSA
Cavità Inverno
2010/2011
Inverno
2011/2012
Inghiottitoio dell'acquafredda - ER-BO 003 3 0
Risorgente dell'acquafredda- ER-BO 004 0 0
Grotta della Spipola - ER-BO 005 8 NR
Buco dei Buoi - ER-BO 029 8 NR
Buco del prete santo- ER-BO 275 0 NR
Buco del Belvedere- ER-BO 006 0 NR
Grotta del Farneto- ER-BO 007 3 0
Grotta del Coralupo - ER-BO 092 1 0
Grotta Carlo Pelagalli - ER-BO 425 0 NR
Grotta Serafino Calindri - ER-BO 149 0 0
Buco delle lumache - ER-BO 037 0 NR
Grotta Novella - ER-BO 287 0 0
Grotta Silvio Cioni - Ferro di cavallo - ER-BO 008 NR 0
Buco delle gomme - ER-BO 056 0 NR
Pozzo presso il Pozzo di S. Antonio - ER-BO 276 0 NR
Monte Croara (ex Cava IECME) 0 NR
Cava presso la grotta del Farneto (ex cava Fiorini) 0 0
ex Cava Ghelli 0 0
TOTALE 15 0
Nel territorio del SIC Gessi Bolognesi, Calanchi dell’Abbadessa, nella fase di ibernazione i “grandi
Myotis” sono stati rilevati in solo 5 cavità nell’inverno 2010/2011. In ogni sito la presenza è
riconducibile a singoli o pochi esemplari, che complessivamente contano 15 unità.
SIC-ZPS IT4070011 VENA DEL GESSO ROMAGNOLA
Cavità Inverno
2010/2011
Inverno
2011/2012
Grotta della Befana -ER-RA 850 0 0
Inghiottitoio a ovest di Ca’ Siepe - ER-RA 365 0 0
Grotta del Re Tiberio- ER-RA 036 0 NR
Sistema Carsico Rio Stella-Rio Basino - ER-RA 101 0 NR
Grotta della Lucerna - ER-RA 831 0 0
Cava SPES 0 2
Grotta Tanaccia - ER-RA 114 0 0
Buco I di Monte Mauro - ER-RA 125 0 NR
Buco del Noce - ER-RA 107 0 0
Cava di Monte Tondo (Saint Gobain) ND ND
NATURALE S.N.C. DI FABIO SUPPINI & C.
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Grotta grande dei Crivellari -ER-RA 398 NR 0
Grotta I di Ca’ Boschetti -ER-RA 382 NR 0
TOTALE 0 2
Nel SIC Vena del Gesso romagnola, la specie appare scarsamente rappresentata; l’unico dato si
riferisce a due individui in ibernazione nella Cava SPES, durante l’inverno 2011/2012.
La cava SPES, situata nella gola del Tramosasso presso Tossignano, finalizzata all’attività estrattiva
del gesso, è stata in parte coltivata in sotterraneo condotta con il metodo a camere e pilastri.
Attualmente dismessa, questa cava è un ipogeo di origine artificiale che riveste una rilevante
importanza della Vena del Gesso Romagnola per la presenza di ampi accessi e vasti vuoti interni
non comuni nel contesto carsico dell’area.
Ospita diverse specie di chirotteri, tra le quali il Rhinolophus ferrumequinum è quella con la
maggiore consistenza numerica raggiungendo in inverno oltre 70 esemplari.
Non sono stati rilevati grandi Myotis in nessuna delle grotte naturali del SIC, probabilmente anche
per la difficile contattabilità degli animali svernanti.
SIC IT4090001 ONFERNO
Cavità Inverno
2010/2011
Inverno
2011/2012
Grotta di Onferno - ER-RN 456 0 1
Nel territorio del SIC Onferno, è presente un'unica cavità sotterranea, la Grotta di Onferno,
caratterizzata da due accessi, inferiore e superiore. Attualmente l’ingresso basso è protetto con
struttura non bat-compatibile. Questo ipogeo ha una rilevante importanza durante le fasi di
svernamento e riproduzione per numerose specie di chirotteri. I “grandi Myotis” pur essendo
presenti con una colonia riproduttiva, sono invece assenti durante la fase d’ibernazione.
Tale cavità è caratterizzata da un’importante attività di turismo speleologico, in quanto è visitabile
con accompagnamento di una guida della Riserva di Onferno.
MONITORAGGIO ESTIVO
SIC-ZPS IT4050001 GESSI BOLOGNESI, CALANCHI DELL'ABBADESSA
Cavità estate 2011 composizione
Grotta della Spipola - ER-BO 005 62 NC
TOTALE 62
Attualmente nel SIC Gessi Bolognesi, Calanchi dell’Abbadessa, è conosciuta un'unica colonia
riproduttiva che trova rifugio nella Grotta della Spipola.
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La colonia utilizza un'unica nicchia posizionata in un grande salone di crollo. Il conteggio degli
esemplari è stato effettuato con la tecnica del rilevamento fotografico. Il rilevo fotografico
effettuato il 21/06/2011 ha permesso di conteggiare 62 esemplari, tra femmine adulte e giovani.
La Grotta della Spipola (cavità che non rientra nell’Azione C1 del progetto) è attualmente protetta
con struttura bat-compatibile, che dispone di due fessure orizzontali, tali da permettere il passaggio
dei pipistrelli in volo.
Tale cavità è caratterizzata da un’importante attività di turismo speleologico, in quanto è visitabile
con accompagnamento di una guida del Parco.
Durante la campagna di rilevamento bioacustico dell’estate 2011 all’ingresso delle cavità, i grandi
Myotis è stato rilevato in uscita dall’ ingresso Cava presso la grotta del Farneto con 18 contatti
(10/06/2011).
Nel periodo estivo, non è stato osservato alcun altro esemplare di grandi Myotis nelle altre cavità
sotterranee indagate. Tuttavia la maggioranza di esse assume un ruolo significativo durante
l’autunno come rifugio di swarming.
SIC IT4050027 GESSI DI MONTE ROCCA, MONTE CAPRA E TIZZANO
Cavità estate 2011
Galleria di cava sotto Monte Rocca 1
TOTALE 1
Durante il monitoraggio estivo nel SIC Gessi di Monte Rocca, Monte Capra e Tizzano, il controllo
diretto della Galleria di cava sotto Monte Rocca ha rilevato la presenza di un unico esemplare di
grandi Myotis (23/07/2010).
SIC-ZPS IT4070011 VENA DEL GESSO ROMAGNOLA
Cavità
estate
2011 composizione
Cava SPES 10 NC
Cava di Monte Tondo (Saint Gobain) 106 106 F
TOTALE 116
Nella Vena del Gesso Romagnola il monitoraggio estivo è stato indirizzato soprattutto alla presenza
della specie nelle cavità sotterranee.
Non inserita nell’elenco delle cavità dell’Azione Cl del LIFE+, la cava di gesso di Monte Tondo
presso Borgo Rivola (di proprietà Saint Gobain) ospita una grande colonia di riproduzione di
Miniopterus schreibersii (con qualche migliaio di individui) con associata una nursery di grandi
Myotis.
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Al fine di minimizzare il disturbo il monitoraggio è stato effettuato con la sola tecnica di
rilevamento fotografico. Poiché, al momento dello ripresa, i giovani nati delle due specie si
confondevano tra loro benché la fotografia fosse a risoluzione elevata, la stima dei grandi Myotis è
basata sul conteggio degli individui adulti ben identificabili presenti.
Il rilevo fotografico effettuato il 27/06/2011 ha permesso di conteggiare 106 femmine adulte.
Tale cava assume un’importanza centrale nel contesto della conservazione e della gestione della
chirotterofauna regionale.
Durante il sopralluogo effettuato il 06/07/2011 nella dismessa Cava SPES, sono stati osservati 10
esemplari nel livello superiore dell’ipogeo; il conteggio potrebbe essere sottostimato poiché i grandi
Myotis rifugiano nei fori da mina, e non sempre sono visibili.
Nel periodo estivo, non è stato osservato alcun altro esemplare di grandi Myotis nelle grotte naturali
indagate.
SIC IT4090001 ONFERNO
Cavità estate
2011 composizione
Grotta di Onferno - ER-RN 456 184 92 A + 92 G
Durante l’estate, la Grotta di Onferno ospita una grande colonia di riproduzione di Miniopterus
schreibersii (con qualche migliaio di individui) con associata una nursery di grandi Myotis.
Al fine di minimizzare il disturbo il monitoraggio è stato effettuato con la sola tecnica di
rilevamento fotografico. La stima degli individui che compongono la colonia è quindi basata sul
conteggio dei soli nuovi nati su fotografia, attribuendo un singolo giovane ad ogni femmina. Tale
metodo produce una sottostima poiché vengono esclusi dal conteggio femmine che non hanno
partorito ed eventuali maschi.
Il rilevo fotografico effettuato il 06/07/2011 ha permesso di conteggiare 92 giovani.
Complessivamente la colonia conta oltre 180 unità.
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Organizzazione per la promozione e la difesa di Animali e Ambiente
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“piccoli Myotis”
Con “piccoli Myotis” si annoverano alcune specie del genere Myotis, di piccole e medie dimensioni,
difficilmente censibili in ambienti ipogei durante l’ibernazione, poiché generalmente rifugiano in
fessure e anfratti non sempre ispezionabili.
La loro presenza spesso sfugge all’osservazione diretta, come dimostrato dalla cattura con reti mist
nets poste all’ingresso delle cavità (non utilizzata in questa ricerca) o dalla tecnica di trappolaggio
fotografico all’uscita del roost.
Non sempre è possibile la determinazione tassonomica degli esemplari osservati a distanza; ciò è
talvolta possibile a posteriori se disponibili fotografie ad alta risoluzione.
La specie Myotis emarginatus è facilmente censibile nei siti riproduttivi quando restano appesi alle
volte e alle pareti del rifugio. Di seguito vengono esposti i dati del rilevamento considerando la
presenza complessiva degli esemplari congeneri, indicandone il livello specifico qualora sia stato
determinato con precisione.
Dati demografici attuali (inverni 2010/2011 e 2011/2012) nei SIC interessati dal LIFE “GYPSUM”
SIC IT4030017 CA' DEL VENTO, CA' DEL LUPO, GESSI DI BORZANO
Cavità Inverno
2010/2011
Inverno
2011/2012
Tana della Mussina di Montericco - ER-RE 012 1 M. emarginatus 0
SIC IT4030009 GESSI TRIASSICI
Cavità Inverno
2010/2011
Inverno
2011/2012
Tanone grande della gacciolina - ER-RE 154
3 M. emarginatus
2 M.nattereri
3M. mystacinus
2 M. emarginatus
1 M. nattereri
1 M. mystacinus
Tanone piccolo della gacciolina - ER-RE 200 0
1 M. emarginatus
1 M. nattereri
Risorgente II del rio Vei - ER-RE 213 NR 1 M. nattereri
SIC-ZPS IT4050001 GESSI BOLOGNESI, CALANCHI DELL'ABBADESSA
Cavità Inverno
2010/2011
Inverno
2011/2012
Inghiottitoio dell'acquafredda - ER-BO 003 ND
11 M. emarginatus
39 Myotis sp.
Buco dei Buoi - ER-BO 029 2 Myotis sp NR
ex Cava Ghelli 0 1 Myotis sp
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SIC-ZPS IT4070011 VENA DEL GESSO ROMAGNOLA
Cavità Inverno
2010/2011
Inverno
2011/2012
Sistema Carsico Rio Stella-Rio Basino - ER-RA 101 1 M. emarginatus NR
Complessivamente il gruppo dei “piccoli Myotis” , nel periodo invernale, appare scarsamente
rappresentato in tutti gli ambienti ipogei dell’intero territorio gessoso della regione.
Ciò contrasta con i rilievi bioacustici effettuati davanti all’ingresso delle cavità, nel periodo di
swarming, quando l’attività di queste specie è molto intensa.
In quasi tutte le cavità indagate successivamente nel periodo invernale, sono stati registrati piccoli
Myotis in uscita dal roost.
In autunno il monitoraggio con trappola fotografica ha permesso di accertare la presenza negli
ambienti ipogei di specie come Myotis bechsteinii e Myotis daubentonii,mai osservati direttamente
in questi rifugi.
Si ritiene pertanto che le popolazioni invernali delle specie dei piccoli Myotis, siano sottostimate
soprattutto a causa della difficoltosa contattabilità a vista.
MONITORAGGIO ESTIVO
Nel SIC Gessi Triassici il monitoraggio estivo è stato indirizzato soprattutto alla ricerca di rifugi
estivi e colonie riproduttive focalizzando l’attenzione su edifici abbandonati, ponti e alcune grotte
che per la loro conformazione ed esposizione erano state valutate sufficientemente calde.
Il territorio indagato è stato esteso oltre i confini del SIC.
Durante la ricerca è stata individuata 1 colonia riproduttiva in un edificio abbandonato in località
Casa della Valle, situata in val Lucola, esternamente ai confini del SIC.
Questa nursery ha composizione mista con la presenza di Rhinolophus ferrumequinum,
Rhinolophus hipposideros e Myotis emarginatus.
Per quanto riguarda Myotis emarginatus, durante il sopralluogo effettuato il 10/07/2011 sono stati
conteggiati 74 esemplari (52 adulti e 22 giovani).
Nel territorio del SIC Ca’ del Vento Ca’ del Lupo, Gessi di Borzano, la ricerca di rifugi estivi di
chirotteri è ostacolata dalla difficoltà di accedere agli edifici presenti, situati su terreni privati spesso
recintati.
Nell’edificio abbandonato e parzialmente crollato, in località Casa Granata, sono stati osservati 2
esemplari di Myotis emarginatus (10/07/2011).
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Altre specie di Chirotteri
Altre specie di chirotteri rilevati in grotta durante il monitoraggio invernale sono di seguito
elencate.
Eptesicus serotinus
La specie è stata rilevata in alcune cavità sotterranee, sempre con singoli o pochi esemplari.
Nel SIC-ZPS Vena del Gesso Romagnola la presenza è stata accertata per la Cava SPES con 3
esemplari nell’inverno 2010/2011 e 4 nell’inverno 2011/2012.
Nel SIC Gessi di Monte Rocca, Monte Capra e Tizzano la presenza è stata accertata per la Galleria
di cava sotto Monte Rocca con 8 esemplari nell’inverno 2011/2012
Nel SIC_ZPS Gessi Bolognesi,Calanchi dell’Abbadessa la presenza è stata accertata per:
ex Cava Ghelli con 3 esemplari nell’inverno 2010/2011 e 2 nell’inverno 2011/2012
Buco dei Buoi con 1 esemplare nell’inverno 2010/2011
Buco del Prete Santo con 6 esemplari nell’inverno 2010/2011
Buco delle Lumache con 1 esemplare nell’inverno 2010/2011
Grotta Carlo Pelagalli con 2 esemplari nell’inverno 2010/201
Plecotus sp.
Nel SIC Gessi di Monte Rocca, Monte Capra e Tizzano la presenza è stata accertata per la Galleria
di cava sotto Monte Rocca con 1 esemplare nell’inverno 2011/2012.
Nel SIC Gessi Triassici, nell’ estate 201, è stata scoperta una piccola colonia riproduttiva di
Plecotus auritus (3 femmine) nell’edificio abbandonato in località Ca’ Rabacchi.
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4. CONCLUSIONI
Le grotte e le cavità artificiali delle aree carsiche gessose, pur contribuendo in diverso modo,
rappresentano siti di elevata importanza conservazionistica a livello regionale e nazionale, in quanto
rifugio per numerose specie di chirotteri.
Per la maggior parte delle cavità predomina la funzione di rifugio di ibernazione, mentre solo
alcune, con particolari condizioni microclimatiche (temperature elevate), sono utilizzate come rifugi
riproduttivi.
Le specie più rappresentate sono: Rhinolophus hipposideros, R. ferrumequinum, R, euryale,
Miniopterus schreibersii, Myotis myotis, M. blythii.
Tutte le specie citate sono inserite in Allegato II della Direttiva Habitat e necessitano quindi di una
protezione rigorosa.
Sebbene presenti altre specie del genere Myotis, la difficoltà del loro censimento non consente una
corretta valutazione delle popolazioni invernali.
Specie di altri generi non strettamente troglofile sono state osservate solo sporadicamente; tra
queste Eptesicus serotinus e Plecotus sp.
Dal punto di vista gestionale, questo monitoraggio ha indirizzato la scelta del tipo di cancello bat-
compatibile a protezione delle cavità che sono oggetto dell’Azione C1 (chiusura di grotte naturali e
cavità artificiali) del Progetto Life+ “Gypsum”.