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Una rete metallica imbriglia e circoscrive un intero universo e, di fatto, indirizza lo
sguardo di chi osserva in un cono prospettico quasi obbligato, al cui interno sono
sistemati, come fossero concetti materializzatisi in oggetti, alcuni elementi
fondamentali e pertinentissimi se si tiene conto del contesto, insoliti e curiosi se se
ne astrae: ora sono chicchi di canapa, ora un filo, ora un pezzo di corda, che
sbalzano dallo smalto omogeneo del supporto ceramico, esaltati dalla pennellata
verdognola e densa del decoro, a volte impreziosita dai riverberi aurei del lustro.
Un intreccio di linee, un sistema di chiusura a maglie larghe racchiude così un
microcosmo. E’ questa l’espressione scelta da Fabrizio Fabbroni per esordire in
pubblico come artista, collocandosi all’interno di un contenitore – il Museo della
Canapa – che gli è caro e familiare.
Architetto e scenografo, Fabbroni ha infatti collaborato al progetto e all'allestimento
di questo museo dedicato alla cosiddetta “cultura materiale”, rimanendo
affascinato, quasi prigioniero, di quell’antico mondo rurale, ormai scomparso, nel
quale affondano le radici della gente umbra. Un’esperienza simile, del resto, come
museaografo l’ha realizzata anche a Piegaro, curando il progetto del Museo
Paleontologico di Pietrafitta, un work in progress che intorno ai fossili va costruendo
l’identità culturale di un territorio, da tramandare ai posteri assieme alle memorie
del passato più remoto della civiltà umana nel nostro territorio.
E’ proprio da qui, da questo itinerario della memoria che scaturiscono le opere
ceramiche di un apparente outsider, ovvero di un artista che pur non vantando una
carriera tradizionale come pittore o scultore in senso stretto, può comunque
rivendicare un impegno per l’arte che dura letteralmente “da una vita” e che va
assommando alla ricerca e alla sperimentazione di materiali e tecniche, la pratica di
progettista e di designer professionista. Figlio di un restauratore, pittore, scultore di
buon livello come Fernando Fabbroni, Fabrizio ha trascorso molta parte della sua
vita nell’Accademia di Belle Arti di Perugia - dove tuttora insegna e della quale è
stato anche Direttore in anni recenti - confrontandosi quotidianamente con colleghi
e studenti in un mondo fervido e stimolante, irrequieto, perennemente alla ricerca
di nuovi traguardi e di contaminazioni tra linguaggi che spesso anticipano le
evoluzioni stesse della storia e del pensiero.
Guardando questi lavori e penetrando attraverso essi il senso stesso che l’artista ha
voluto dare alla sua mostra, è ineludibile estendere il discorso a una riflessione su
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Fabbroni museografo. Anzi possiamo dire che “creatore” e “creatura” risultano cosi
complementari da sospettare, legittimamente, che le opere ceramiche qui
presentate concludano compiutamente un percorso espositivo attentamente
meditato, concretizzando in qualche modo l’auspicio che molti anni fa faceva Bruno
Toscano in un bel saggio dal titolo Arti “meccaniche”, musei “liberali” (in Antiche
maioliche di Deruta, catalogo della mostra, Spoleto 26 giugno – 13 luglio 1980). “[…]
Non si pretende, naturalmente, che il museo “esponga” ogni tipo di conoscenza
riconducibile agli oggetti presenti. Ma non è dubbio che quando la raccolta di cui
disponiamo non possiede sufficientemente caratteri di organicità, continuità,
rappresentatività, l’esigenza di testimoniare adeguatamente il rapporto tra ciò che è
rimasto e ciò “che non è più” (o che non è più qui) deve trovare una risposta
nell’ambito del museo […]”. E, ancora, “[…] In un museo così rinnovato, nelle sue
componenti stabili e nelle attività che esse saranno capaci di realizzare, l’arte potrà
essere studiata anche come strumento interpretativo dell’area culturale in cui si
vive: a più forte ragione l’arte “minore”, la cui storia è anche, in modo tutto
particolare, storia di forme d’uso del territorio e delle sue risorse […]”.
E’ infatti nell’insieme che vanno viste e interpretate le opere di Fabbroni, in un
contesto largo che comprende ed esalta in primis il percorso espositivo sulla storia
della produzione di canapa a Sant’Anatolia di Narco, ma che si estende, attraverso
l’uso della ceramica, alla secolare tradizione di artigianato artistico dell’intera
Umbria, chiarendoci così come i fili metallici delle reti “da pollaio”, o quelli realizzati
con la canapa intrecciata che serrano i piatti, alludano a un apparato radicale
profondo, ancestrale, che costituisce appunto un “retaggio” di civiltà che affiora alla
memoria e muove la mano dell’artista.
Marina Bon Valsassina
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Si scopre, osservandone le opere come Fabrizio Fabbroni ami ispirarsi alle favole, al mito e come nel contempo ciò vada a costituire un tema che l'artista si dà;poiché questo modo di procedere non solo è adatto a tutelare il suo modo di fare arte, ma anche a prendere le distanze da tutto ciò che ancora persiste nei generi e nelle ormai esaurite tensioni della gran parte dell'arte attuale. Allora dal tema di Iside e Osiride o del corpo del faraone, sparso a formare la terra
d'Egitto, emerge un'analogia con il tema della luce e dell'ombra, con la ragione
vitale, che consente alle idee, alla capacità intuitiva, alla zona leggera e diffusa
dell'Essere senza forma, di divenire forma dell'Essere. Rinnovata forma d'arte
persistente.
Si tratta di un sentire alto, di percepire la sonorità del mondo, di entrare dentro la
composizione delle cose.
“Di sciogliere le cose dure e fisse per fissare le cose leggere e volatili”; allora la
composizione, come l'accostamento o la combinazione di elementi o di materie
diverse compongono non solo il rinnovamento dell'arte, inteso come linguaggio, ma
fondono il fenomeno unitario dell'opera, ove ancora una volta l'opera è caricata di
vita propria, a rifondare la vita propria dell'opera, dell'opera d'arte.
Edgardo Abbozzo
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Fabrizio Fabbroni, nasce a Perugia dove vive ed esercita la professione di Architetto
ed Urbanista. È stato Direttore dall’a.a. 2006/2007 all'a.a. 2008/2009 e Vice Direttore
dell’Accademia di Belle Arti di Perugia dall.a.a. 1999/2000 all.a.a. 2002/2003 e nell'
a.a.2005/2006, Docente della Cattedra di Scenografia presso lo stesso Istituto dal
1980.
E' stato progettista, project manager del “Museo Paleontologico di Pietrafitta”,
recentemente aperto in work in progress, curando anche il progetto di allestimento
interno; ha realizzato il Piano Regolatore del Comune di Piegaro; il progetto del Parco
Naturalistico-Archeologico della “Città Fallera”, a Piegaro.
Ha progettato l’allestimento di alcuni musei e pinacoteche, in particolare quello del
Museo della Canapa di S. Anatolia di Narco ed il piano di fattibilità per la Piancoteca
del Comune di Marsciano.
Attualmente, come designer, segue, la realizzazione di prototipi per l'architettura in
ceramica.
Ha progettato scenografie per opere teatrali, televisive e cinematografiche, ha curato
gli allestimenti per numerose mostre d'arte e tematiche, suo l'allestimento del primo
evento di “Terra di Maestri” a Villa Fidelia di Spello.
La sua attività artistica, iniziata negli anni ’80, è caratterizzata da una ricerca costante
sui materiali in particolare gesso, rame e carte fatte a mano, recentemente ceramica.
Ha partecipato a numerose mostre collettive e realizzato mostre personali in varie
località italiane e straniere.
Le sue opere si ispirano alla libertà del segno, alla lettura, allo studio di testi antichi e
contemporanei, esoterici e poesie. sue opere sono presenti in musei e raccolte
private.
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Mostre Personali
Mostra personale presso la Galleria “Spazio Possibile” – Perugia (1986) Mostra personale “KRIPTOS” presso la Galleria “Spazio Possibile” opere ispirate alla scrittura ermetica – Perugia (1992) Pubblicazione opera su rivista “Regione Umbria” (1992) Mostra personale “RETROSPETTIVA” presso il Centro Culturale – Gualdo Tadino, opere realizzate con tecniche varie (1992) Mostra personale “ALLEGORIE D’AMORE” presso il Torrione di S. Maria– Corciano, opere ispirate alle favole egizie (1994) Mostra personale “MUSICA, SEGNO E MATERIA” – Scuola di Lingue Estere dell’Esercito a S. Giuliana – Perugia, opere in tecnica mista – con altro artista – Testo critico di Franco Bozzi e contributo critico di Edgardo Abbozzo (1998) Mostra personale “LA VOCE DELLA PIOGGIA È LA MIA VOCE” – Sala Vincioli ---Agello, opere realizzate su lastra di legno, carte incollate e colore ispirate a poesie degi Indiani Navajos (1999) Mostra personale “PORTA DI ACCESSO” – galleria Spazio Possibile - Perugia, opere realizzate su calchi in gesso trattato, rame ossidato, oro zecchino (2004) Mostra personale pleine air “OPERA UNICA” – Ponte d’Oddi - Perugia, 200 opere numerate su carta “fatta a mano” dal Maestro Franco Conti, con tecnica mista e foglia d’oro zecchino(2005) Mostra personale “RETAGGI” – Museo della Canapa- Sant’anatolia di Narco- opere in ceramica e canapa (2010), presentazione Marina Bon Valsassina
Mostre Collettive
Mostra di pittura e scultura per la Sagra del Tartufo di Norcia (1980) Mostra Premio di scultura “Città di Perugia”, realizzazione scultura in legno di olivo – opera premiata (1985) Mostra Premio di scultura “Città di Perugia” realizzazione scultura in legno di olivo – opera premiata (1986) Mostra “FLEBEA” – Chiesa di S. Francesco – Gualdo Tadino realizzazione gruppo di sculture in legno d’olivo “GLI DEI”(1989) – curata da Nello Teodori Mostra “GOLFO DI POLICASTRO” – Scalea, realizzazione pannello in gesso con coloritura ad affresco e plastica, tecnica mista (1990) Mostra “Agello è.....” – Magione, realizzazione stendardo tela e tecnica mista “negritudine”, tecnica mista (1992) Mostra concorso nazionale “Città di Piegaro” , estemporanea su tela ed acrilico – opera segnalata (1992) Mostra concorso nazionale “COLORI TRA LE ANTICHE MURA” – Panicale, estemporanea su tela ed acrilico – opera segnalata (1992)
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Mostra “Artisti umbri ad Agello” – Magione, istallazione in ferro, tela e rame ossidato, Agello (1993) Mostra “Arte in vetrina “ Ass.ne Asprecumare – Perugia, (1994) Mostra “Cento Artisti per la ricerca......” – Perugia (1998) Mostra “PERCORSI PARALLELI”, Centro CERP- Rocca Paolina - , opera esposta “CIVILTÀ PERDUTE”, tecnica mista - Perugia (2000), presentazione di Daniela Marcheschi Mostra “LE OMBRE DELLE IDEE”, centenario della morte di Giordano Bruno - Rocca Paolina - , opera esposta “LIBERO PENSIERO”, tecnica mista Perugia (2001) Mostra PER IL CENTENARIO DELLA MORTE DI GIORDANO BRUNO – Centro Multimediale di Terni - , opera esposta “LIBERO PENSIERO”, tecnica mista Terni (2001) Mostra “VOLTI, MASCHERE E FIGURE” – Loggia dei Lanari – opera esposta “NIGRITUDINE”, tecnica mista su tela e scultura in legno d’olivo Perugia (2002) Mostra “SEGNI E FORME D’ARTE” – Palazzo della Corgna, opera esposta “THAEATRE, QUATTRO ATTI”, pannelli in gesso con coloritura ad affresco, rame ossidato, tecnica mista – Città della Pieve (2003) Mostra “AMICI PER UN AMICO. OMAGGIO AD EDGARDO ABBOZZO” – I.I.S “Cesaris” di Casalpusterlengo a cura di Amedeo Anelli(2004) Mostra al Bosco Didattico Loc. Ponte Felcino – Perugia (2004) Mostra “TERRA DI MAESTRI” con l’opera “A CENA DA TRIMALCIONE” (donazione ABA Perugia) Villa Fidelia – Spello (2007)
DONAZIONI
Opera “TORRE CIMALUNGA” al Museo di Scalea (1990) Opera “A CENA DA TRIMALCIONE” al Museo dell’Accademia di Belle Arti di Perugia (1992) Opera all’Ass.ne Asprecumare – Perugia (1994) Opera alla Scuola di Lingue Estere dell’Esercito – Perugia (1998) Opera all’Ass.ne “Noi e il Cuore” – Perugia (1998) Opera “Natura nascosta” all’Associazione Bosco Didattico di Ponte Felcino – Perugia (2004)
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I GIOVEDì CON L’ARTISTA:
INCONTRI COLLOQUIALI CON FABRIZIO FABBRONI PRESSO IL MUSEO DELLA
CANAPA, SANT’ANATOLIA DI NARCO (PG)
(Sant’Anatolia di Narco, 14/12/2010)
In un clima “intellettuale e colloquiale” l’artista Fabrizio Fabbroni e la curatrice della
mostra, Marina Bon Valsassina, accompagneranno giovedì 16 ottobre alle ore 17.30,
i visitatori nella mostra “Retaggi” illustrando la genesi delle opere e del perché
queste sono state inserite all’interno del museo della canapa. Si tratta di
un’occasione unica ed esclusiva per conoscere e interagire a stretto contatto con
l’artista – architetto e per approfondire le dinamiche del processo creativo, di
analizzare le motivazioni, le istanze estetiche, tecniche e produttive della
realizzazione di un oggetto d’arte.
La mostra, con le opere esposte, infatti, rappresenta un interessante esempio di
coesione e fusione tra contenuto e contenitore in virtù della stretta connessione tra
l’attività espositiva e l’attività di studio e ricerca in quanto l’opera d’arte, dialoga in
modo serrato con documentazioni storiche e strumenti esposti, con gli oggetti
personali donati dagli abitanti del comune di Sant’Anatolia di Narco e non solo.
Letta in quest’ ottica la mostra ha rappresentato un elemento di valorizzazione della
tradizione artigianale umbra legata al tessile e alla ceramica ma anche alla cultura
materiale rappresentata da quell’antico mondo rurale ormai scomparso ma nel
quale affondano le radici della gente umbra e la ricerca di valori identitari di una
comunità. Per quest’ occasione sarà possibile visitare gratuitamente il Museo della
canapa che, con il suo laboratorio tessile, si pone al pubblico come un museo-atelier
e laboratorio culturale, luogo deputato alla conservazione, fruizione del patrimonio
tessile e antropologico legato alla lavorazione della canapa, ma anche allo studio e
alla ricerca scientifica. Un unicum che fa del Museo un soggetto attivo nel territorio
rendendosi promotore attivo e sapiente conservatore di tradizioni e sapere.
Alla fine dell’incontro seguirà buffet con prodotti a base di canapa (cannabis sativa).
Le aperture straordinarie del Museo sono state realizzate grazie alla collaborazione
della Regione Umbria con la Legge Regionale 24/2003
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SI RINGRAZIA:
IL SINDACO DEL COMUNE DI SANT’ANATOLIA
LA DIRETTRICE DEL MUSEO DELLA CANAPA, DOTT.SSA GLENDA GIAMPAOLI
TUTTI I CITTADINI DI SANT’ANATOLIA
IL PRESIDENTE DEL CEDRAV
IL PRESIDENTE DELL’ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI PERUGIA
SPONSOR TECNICO:
THOT PERUGIA
CARINI CERAMICHE DI GUALDO TADINO
FREEART/FOTOSTUDIO
PROGETTO GRAFICO:
THOT PERUGIA
ALLESTIMENTO:
FABBRONIARTE
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