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............................................................................................................................. 2
INTRODUZIONE......................................................................................................................... 5
CAPITOLO I ............................................................................................................................ 12
1.1DAL TANTEI SHSETSUALLA SECONDA GUERRA MONDIALE....................................................... 15
1.2LA SECONDA GUERRA MONDIALE......................................................................................... 23
1.3GLI ANNI 50,'60E '70 ..................................................................................................... 26
1.4GLI ANNI '80,IL CYBERPUNK E I GIORNI NOSTRI...................................................................... 33
CAPITOLO II ........................................................................................................................... 42
2.1L'UOMO E LO SCRITTORE.................................................................................................... 42
2.2SHORT SHORTE CONTE................................................................................................... 522.3LO STILE E I TEMI............................................................................................................... 55
2.3.1SPAZIO E TEMPO............................................................................................................ 55
2.3.2BELLE RAGAZZE DI PLASTICA............................................................................................. 59
2.3.3LE BIZZARRE AVVENTURE DEL SIGNOR N ............................................................................. 62
2.3.4C' DEL MARCIO IN GIAPPONE:LA SOCIET GIAPPONESE VISTA DA HOSHI................................ 64
2.3.5IFINALI PIROTECNICI....................................................................................................... 81
2.3.6DESCRIZIONI................................................................................................................. 87
2.3.7IL ROBOT E IL SUO INVENTORE.......................................................................................... 93
2.3.8LO CAPISCE ANCHE UN BAMBINO;LA SEMPLICE SCIENZA DI HOSHI........................................ 102
2.4CONSIDERAZIONI FINALI................................................................................................... 106
3.CONCLUSIONI................................................................................................................... 109
GLOSSARIO.......................................................................................................................... 115
APPENDICE IINDICE DEGLI AUTORI CITATI............................................................................... 118
APPENDICE IITRADUZIONE DI ALCUNI RACCONTI DI HOSHI SHIN'ICHI.......................................... 122
APPENDICE IIITRADUZIONE DI UN TESTO SCIENTIFICO.............................................................. 198
BIBLIOGRAFIA..................................................................................................................... 219
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SF
50SF
Verne H.G.Wells
SF
Isaac Asimov Philip K. DickRay Bradbury
SF
SF
SF
GHOST IN THE SHELL
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3
SF
ZEVA-01
SF
Wells Verne
SF
SF
SF (1926-1997) SF
SF SF
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4
23
SF
SF
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INTRODUZIONE
LA FANTASCIENZA IN GIAPPONE
La fantascienza occupa, ormai dagli anni '50, un posto di rilievo
nella narrativa mondiale. A cominciare dai suoi esordi a fine '800 con leopere di Verne e H.G. Wells, ambientate in un futuro possibile e
popolate da scienziati in grado di costruire macchine mai sognate prima,
la fantascienza ha sempre goduto di crescente popolarit. Molti hanno
sentito parlare e letto Isaac Asimov, Philip K. Dick e Ray Bradbury, e
anche visto le innumerevoli trasposizioni cinematografiche e gli omaggia loro dedicati. Per contro, probabilmente non troveremmo altrettante
persone che conoscono e leggono autori di rilievo della fantascienza
giapponese. A questa scarsa diffusione della letteratura fantascientifica
giapponese, fa da contraltare il crescente interesse del grande pubblico
per anime, manga e film nipponici, anche e soprattutto testimoniato dalla
vasta disponibilit di titoli tra cui scegliere, in fumetteria, edicola,
televisione e al cinema. La televisione, in special modo, ha contribuito in
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modo massiccio alla diffusione della fantascienza giapponese in Italia e
nel mondo, offrendo una vasta gamma di anime, che il pubblico italiano
conosce principalmente con il terminetroppo vasto e perci fuorviante
di cartoni animati. Il genere offre, come noto, manga e anime di
notevole pregio, a partire dall'ormai storico Astro Boy(1951) di Tezuka
Osamu, passando per i celeberrimi paladini robot di Go Nagai, fino a
Evangelion(1994) di Anno Hideaki per arrivare ai pi recenti capolavori
cyberpunk della saga Ghost in the Shell (1995) di Oshii Mamoru. A
questo proposito, merita una menzione anche il merchandising che tali
prodotti sono stati in grado di promuovere, soprattutto in Giappone, ma
con picchi anche nel resto del mondo.
Ma come si giunti da opere di autori inglesi di fine XIX secolo
agli arcinoti Gundam, a Mazinga Z e all'Eva01 che affascinano i cultori
della fantascienza di tutto il mondo? Come vedremo in questo elaborato,
la fantascienza arrivata in Giappone in punta di piedi, in un momento di
fermento culturale quale la fine delsakoku, ossia il periodo in cui il paese
rimasto isolato dal resto del mondo, chiuso e impervio alle influenze
esterne, e l'inizio dell'epoca Meiji (1868-1912). Questo genere, dapprima
giunto attraverso opere tradotte, a partire dai capolavori di Wells e Verne,
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ha saputo svilupparsi in modo autonomo e autoctono, trovando temi e
modalit che sono peculiari del sentire nipponico, grazie a veri e propri
pionieri, che hanno saputo assimilare le idee che arrivavano dall'estero
principalmente dagli Stati Uniti per creare qualcosa di autentico, che
adesso rispecchia appieno il sentire giapponese. Inoltre, la fantascienza,
originariamente assimilata alle storie gialle, ha saputo, in tempi anche
abbastanza rapidi, affrancarsi dalla categoria in cui era stata
erroneamente posta, per assurgere a genere vero e proprio, libero dalle
limitazioni che una categorizzazione errata le avrebbe sicuramente
imposto, sviluppandosi e diventando ci che oggi, grazie ad autori
come Hoshi, di cui tratteremo in questa tesi.
Hoshi Shin'ichi (1926-1997), pioniere della fantascienza
nipponica, ancora oggi letto e conosciuto dalla stragrande maggioranza
dei suoi compatrioti. Inoltre, la sua popolarit si estende, lentamente
eppure senza sosta, ancora oggi nel resto del mondo.
Hoshi, attivo a partire dalla fine degli anni '50 del '900, un autoreprolifico, ma anche un grande esponente del genere letterario
fantascientifico, per il quale si impegna a fondo su molti fronti. Infatti,
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Hoshi stesso a co-fondare con Shibano Takumi, nel 1957, la prima
fanzinefantascientifica nonch a indire un concorso per aspiranti scrittori,
diventando il primo scrittore giapponese di fantascienza per professione,
dando importanza e dignit letteraria alle sue opere. Quindi, oltre a
essere stato tra i pi attivi promotori della fantascienza in Giappone ha,
con un sapiente lavoro di cesellatura, scritto pi di mille racconti brevi, i
suoi famosishort short, di cui tutt'ora considerato il dio, oltre a opere
televisive e saggi.
Negli scritti di Hoshi, il tema dello spazio, degli alieni e dei robot
oltre alla creazione di situazioni paradossali che non esiteremmo a
definire kafkiane e al limite del ridicolo sono l'arma potente da lui
utilizzata per prendere le distanze, e quindi poter meglio osservare con
occhio critico, la societ del suo tempo. Negli anni '60 e '70, come noto,
il Giappone diventa un paese altamente industrializzato, arrivando ai
livelli delle altre potenze mondiali. Lo scotto di tale progresso, per,
pagato dalla popolazione: malattie causate dall'inquinamento, ad esempio
la malattia di Minamata1, uccidono centinaia di persone, nel disinteresse
1 La malattia di Minamata stata scoperta per la prima volta a Minamata, cittdella Prefettura di Kumamoto in Giappone, nel 1956. Fu causata dal rilascio di
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di governo e aziende, se non nella vera e propria noncuranza. Si tratta di
una societ giapponese moderna ovviamente orientata verso il successo e
il progresso, ma secondo Hoshi, principalmente spinta dal lucro. Questo
scrittore riesce, come vedremo, a dipingere il Giappone del suo tempo in
racconti tanto brevi da essere racchiusi in quattro pagine o poco meno,
ma in grado di prendere di mira i difetti di una societ in continua
evoluzione e di osservarla con occhio distaccato e ironico. Il segreto del
successo di questo autore , come vedremo, la capacit di eviscerare
difetti e vizi della societ in un numero irrisorio di pagine, grazie all'uso
magistrale di topoi e tipi della favola. Si potrebbe dunque parlare,
citando Matsushima2, di favole ambientate nell'epoca spaziale, in cui i
personaggi, il loro carattere e modo di comportarsi asservito alla trama,
che rigorosamente ha un finale a sorpresa che lascia il lettore spiazzato e
interdetto. Le situazioni paradossali citate prima servono proprio a
metilmercurio nelle acque reflue dell'industria chimica Chisso Corporation, cheperdur dal 1932 al 1968. Questo composto chimico altamente tossico si accumul neimolluschi, nei crostacei e nei pesci della baia di Minamata e del mare di Shiranui,
entrando nella catena alimentare e causando cos l'avvelenamento da mercurio degliabitanti del luogo. Mentre i decessi (inclusi quelli di cani, gatti e maiali) continuaronoper pi di 30 anni, il governo e l'industria chimica fecero ben poco per prevenire ildisastro ambientale.
2 Matsushima, Sayuri,Hoshi Shinichi and the Space-age Fable, New ZealandJournal of Asian Studies 5, 2 (December 2003)
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fornire al lettore il materiale per una riflessione postuma: spesso, una
trama concisa e scarna si presta a pi interpretazioni e sprona quasi il
lettore a riempire i vuoti lasciati dall'autore che, per suo conto, non
fornisce mai alcuna spiegazione non necessaria o moralistica.
Oltre alle trame dai finali esplosivi e d'effetto, Hoshi porta dalla
sua parte il pubblico degli anni '60, e successivo, anche grazie a un uso
sapiente della terminologia all'interno delle storie. La grande forza
narrativa di questo autore, oltre alle gi citate trame brevi e d'effetto,
all'analisi lucida della societ del suo tempo senza dubbio un uso
limitatissimo se non sporadico della terminologia tecnica che una
storia di fantascienza richiederebbe, in favore invece di una prosa leggera,
con parole che un qualsiasi lettore, anche con un'istruzione elementare,
pienamente in grado di comprendere. Come gi accennato in questa
presentazione, durante il suo periodo iniziale di sviluppo e diffusione, la
fantascienza in quanto genere era stata accomunata alle storie gialle, note
come detective fiction. Pertanto, le riviste che pubblicavano racconti di
autori affermati, di autori emergenti e le fanzine, trattavano entrambe le
categorie senza distinzione. Un autore di fantascienza del tempo, gi
considerato un intruso in una rivista che si occupava di ben altro genere,
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doveva giocoforza adeguare la sua prosa a un ambiente se non ostile,
quantomeno scettico. Hoshi, in questo, diventa tanto abile da fare di una
prosa attraente, vigorosa, eppure semplice ed efficace, un vero e proprio
marchio di fabbrica, che caratterizza la sua produzione in modo
trasversale ai generi.
Nel corso di questa tesi parleremo delle strategie narrative di
Hoshi, delle sue opere pi famose e pi lette, dei temi trattati nei suoi
racconti e delle varie trasposizioni che sono state fatte nel corso degli
anni.
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CAPITOLO ILA FANTASCIENZA IN GIAPPONE
Gran parte della fantascienza, in
Giappone come altrove, prima di
tutto intesa come divertimento, ma
in quanto genere, riesce comunque a
rivelare molto di ansie,
preoccupazioni, traumi e aspirazioni
nazionali.
J. A. A. Stockwin
Direttore, Nissan Institute of
Japanese Studies
University of Oxford3
A dispetto della ancora parziale diffusione in occidente, la
fantascienza giapponese ha molto da offrire: dai film post apocalittici
quali Godzilla (1954), alle saghe spaziali come Capitan Harlock ai
3 Much science fiction, in Japan as elsewere, is intended primarily asentertainment, but it still manages to reveal much as genre about national anxieties,preoccupations, traumas and aspirations.
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racconti brevivere e proprie perle della lunghezza di quattro pagine o
menodi Hoshi Shin'ichi, autore di cui ci occuperemo in questa tesi, e
tante altre opere ancora. Molti studiosi hanno avanzato ipotesi sul perch
la letteratura fantascientifica nipponicacon l'esclusione, ovviamente di
anime e manganon abbia mai avuto particolare successo al di fuori del
Giappone, ma non esiste tutt'ora una risposta univoca, anche se la teoria
pi accreditata resta quella della preponderanza nel genere di autori
americani che ne dettano la direzione e le tematiche principali. A
prescindere dalla veridicit di questa affermazione, un dato di fatto che,
per quanto riguarda il Giappone, le opere importate e tradotte, nonch il
primo impulso a scrivere di fantascienza siano stati, in prima battuta, di
matrice inglese, con le opere di Wells e Verne e poi, a partire dagli anni
'50, la forza trainante sia stata e ancora oggi sia statunitense.
Nonostante la massiccia influenza esterna, per, gli artisti giapponesi nel
tempo sono arrivati a creare opere che rispecchiano appieno il sentire e
gli ideali nipponici, giungendo a essere un prodotto chiaramente
identificabile come fantascienza giapponese.
In questo capitolo tratteremo brevemente la storia della letteratura
di genere fantascientifico in Giappone, con particolare attenzione agli
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anni '60 e i successivi. proprio in questi anni, di vera e propria
formazione di una fantascienza squisitamente nipponica, che muove i
primi passi l'autore su cui la tesi tratta, ovvero Hoshi Shin'ichi, il primo
vero e proprio scrittore di fantascienza professionista in Giappone.
La fantascienza giapponese odierna deve molto all'opera di
diffusione del genere e alla capacit di questo autore di donare alla
fantascienza nipponica gli strumenti per essere pi di un divertissement,
uno svago popolare senza spunti di riflessione sociale e culturale e
diventare un genere riconosciuto anche dalla critica. grazie a un
sapiente lavoro di cesellatura, come vedremo nel prossimo capitolo, che
Hoshi riesce a creare, nell'arco di una manciata di pagine, racconti dal
finale stupefacente che, proprio per la particolarit dei temi trattati e della
peculiarit con cui sono trattati, scatenano nel lettore una doverosa
riflessione postuma sul racconto, e possibilmente anche sulla societ del
tempo.
Come stato vero anche per molti ambiti nonch generi e stililetterari, la fantascienza ha avuto bisogno di figure carismatiche capaci di
donarle dignit letteraria. Hoshi stato uno degli autori pi carismatici in
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Giappone, ma non il solo. Di seguito vedremo gli sviluppi della
fantascienza nipponica, a partire dai suoi esordi.
1.1DAL TANTEI SHSETSUALLA SECONDA GUERRA MONDIALE
Con la fine del sakoku e l'ingresso del Giappone nell'epoca Meiji
(1868-1912), la fantascienza inizia a farsi strada nel paese e
nell'immaginario collettivo attraverso le traduzioni di opere famose di
Verne. Alcuni autori giapponesi scrivono storie di avventura e di
ambientazione futuristica ispirate alle traduzioni dei testi di Verne e
Wells4, come nel caso di Ukeshir Monogatari, scritto nel 1890 da Yan
Rykei (1851-1931). Il testo, che parla di marinai giapponesi alla ricerca
di nuovi territori da reclamare in nome dell'imperatore, considerato la
prima storia fantascientifica giapponese 5 . Si tratta di un buon inizio,
anche per quanto concerne le tematiche del romanzo: anzich assorbire
4 Il giro del mondo in 80 giorni fu pubblicato per la prima volta nel 1873, DallaTerra alla Luna in 97 ore e 20 minuti del 1865, mentre 20.000 leghe sotto i mari del 1870. Matthew, Robert.Japanese Science Fiction: A View of a Changing Society,1989 p. 7.
5 Ibid.
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gli input inglesi senza un minimo di rielaborazione, il testo gi offre un
chiaro riferimento alla politica interna del paese. per l'imperatore,
infatti, che i marinai compiono la loro ricerca di nuove terre.
L'imperatore, come ben sa chi conosce un minimo di storia giapponese,
motore immobile di molte importanti azioni, letterarie e militari, di
questo popolo. La proto-fantascienza di cui stiamo trattando or ora
riflette in modo pi che perfetto le onde di colonialismo e orientalismo
presenti in Giappone e pi genericamente in Asia al tempo, e che
sono note a chiunque conosca anche solo superficialmente la storia
mondiale.
A partire da Ukeshir Monogatari, il Giappone entra in quella che
viene definita kikai jidai, l'epoca delle macchine, un'epoca di
fascinazione per la tecnologia e interesse per le problematiche legate alla
modernizzazione, grazie alle opere di Mizushima Ni (1884-1988) e
Yumeno Kysaku (1889-1936), di cui tratteremo a breve.
Fino al 1885, quindi, sono di moda i romanzi politici, scritti dagliautori per propugnare le loro idee in un paese che stava radicalmente
cambiando. Anche quando il genere sar sostituito da altre tendenze,
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l'ambientazione futuristica di questi romanzi, considerata quasi
all'unanimit dai critici come l'elemento basilare di un romanzo di
fantascienza, rimane l'unico cambiamento sostanziale nella visione del
romanzo e della societ da parte di questi autori.6
In seguito, a partire dagli anni '20, si affermano i romanzi
polizieschi che prepareranno la strada alla vera e propria fantascienza:
infatti, i primi racconti fantascientifici saranno pubblicati proprio sulle
stesse riviste. Il portabandiera del romanzo di investigazione, il
cosiddetto tantei shsetsu7 la rivista Shinseinen('Il nuovo adolescente',
1920-1959). L'editore della rivista, Morishita Uson (1890-1965), divide i
racconti da pubblicare in due categorie: honkaku ('regolare') e henkaku
('irregolare'). Il primo termine, honkaku, descrive le storie incentrate
sulla risoluzione di un crimine tramite deduzione logica. La parola
henkaku, invece, indica qualsiasi storia che devii dalla definizione di
regolare. La fantascienza degli albori, naturalmente, trova spazio nella
6 Ivi, p. 12
7 Sakai, Ccile,Histoire de la littrature populaire japonaise, L'Harmattan,Paris, 1987, p. 36
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seconda definizione.8Morishita pubblica anche traduzioni, sia dei grandi
scrittori, quali Arthur Conan Doyle e Leroux, sia di autori emergenti,
come Agatha Christie. L'interesse di Morishita per i nuovi autori lo
spinge a bandire concorsi per nuovi talenti, dando la possibilit di essere
conosciuti, fra i tanti, anche a Edogawa Ranpo (1894-1965).9
8 Ivi, p. 15
9 Sakai, Ccile,Histoire de la littrature populaire japonaise, L'Harmattan,Paris, 1987, p. 153
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Nelle immagini, una copertina di Shinseinendel 1924 e un'illustrazione
interna.
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importante ricordare come l'errata categorizzazione della
fantascienza, assurdamente accorpata ai polizieschi, abbia causato non
soltanto un ritardo nella presentazione del genere fantascientifico tout
court al pubblico, ma anche e soprattutto portato a una sostanziale
modifica nella percezione di questo genere sia negli autori che nei lettori.
Si pensi a una rivista che pubblica preferenzialmente racconti sullo stile
di Conan Doyle, come abbiamo visto nel caso di Shinseinen, e che quindi
si rivolge a un pubblico totalmente disinteressato ad avventure su pianeti
sconosciuti o viaggi al centro della Terra: i racconti che ricadono nella
categoria henkakuincontreranno senza dubbio ostracismo o quantomeno
sospetto da parte sia del direttore della rivista che dei lettori. Per questa
ragione, bene ricordare che Hoshi, in quanto autore di racconti brevi, si
formato proprio in un ambiente similare: farsi conoscere e apprezzare
da un pubblico vasto, pur scrivendo di fantascienza, stato uno dei
motivi che ha spinto questo autore verso i racconti brevissimi, verso uno
stile asciutto e chiarissimo e l'ha portato a rifuggire da terminologie
scientifiche astruse, nonch da kanji troppo complessi e di difficile
lettura, come vedremo nel capitolo dedicato a questo autore.
Invece, per quanto riguarda l'evoluzione della fantascienza
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nipponica, in epoca Taish (1912-26) e nella prima parte dell'epoca
Shwa (1926-89), oltre alle guerre futuristiche e ai viaggi fantastici
ispirati da Verne e Wells, prendono forma anche i primi racconti e
romanzi post-apocalittici: si tratta di un tema ben noto ai fruitori di
fantascienza giapponese e che ritroveremo in molte opere successive e
anche in quelle contemporanee. Molte sono le teorie riguardanti il
successo che queste tematiche riscontrano nel pubblico giapponese, ma
purtroppo non esiste una spiegazione condivisa.
Inoltre, gli autori giapponesi delle epoche Taish e Shwa sono
affascinati dall'idea delle macchine e dei robot, anche detti 'esseri umani
artificiali', ossia jinz ningen. Alcuni scrittori ne esaltano la complessa
bellezza, mentre altri ne esplorano la disumanit, oltre all'inquietudine e
la paura che esse possono provocare. questo il caso di Dogura
magura 10 , romanzo scritto nel 1935 da Yumeno Kysaku. Inizia in
10 Il termine deriva dal dialetto di Nagasaki e significa inganno. La trama, distraordinaria complessit, travia il lettore, obbligandolo a cambiare del tutto opinione
su cosa ha letto, grazie a un colpo di scena finale che ribalta la sua visione del mondoe scuote le sue convinzioni dalle fondamenta.Dogura magura un romanzofortemente caratterizzato da elementi psicologici e scientifici: il protagonista ricerca lapropria identit lungo tutta la storia, mentre i corpi umani vengono sempre descrittiattraverso metafore che li paragonano a macchine. La linea di demarcazione tra umanoe macchina, fra biologico e robotico, volutamente resa poco chiara. Nel 1988, daquesto romanzo stato tratto un film dallo stesso titolo.
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questo modo un amore per i robot, i cyborg e gli androidi, per
l'esplorazione di ci che umano e macchina allo stesso tempo:
possiamo dire che i robot sono uno dei mezzi tramite cui non solo autori
americaniad esempio Asimov, per citare forse il pi arcinoto e citato
ma anche giapponesi, hanno espresso negli anni le loro inquietudini
esistenziali e le loro indagini sulla psiche, oltre che sul destino della
razza umana in quanto tale. Volendo forse esagerare con le nostre
speculazioni, potremmo pensare che Ghost in the Shell11eNeon Genesis
Evangelion, anime in cui questa linea di demarcazione superata, fino
all'impossibilit di scindere essere umano e macchina, siano nati dal
germe piantato con Dogura magura. Anche Hoshi ha scritto variamente
di robot, rendendoli antropomorfici o spietatamente disumani quando
richiesto dalla trama. I robot delle storie di Hoshi, come vedremo,
perdono quasi del tutto la componente inquietante a cui abbiamo
accennato poco sopra: come ogni elemento nei racconti di questo autore,
hanno un ruolo e una funzione che va al di l del loro essere macchine,
diventano tipi e si comportano come tali nel corso della narrazione.
11 Brown, Steven, Tokyo Cyberpunk: posthumanism in Japanese visual culture,Palgrave Macmillan, New York, 2010, p. 10
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Quindi i robot, cos come i personaggi umani nelle sue storie, hanno un
ruolo ben preciso e si conformano a esso per esigenze di trama.
L'incidente in Manciuria del 1931 e la guerra sino-giapponese
scoppiata nel 193112assestano un duro colpo alla letteratura giapponese:
la critica sociale malvista dai militaristi, cos come i romanzi di
investigazione, perch trattano di tematiche immorali, quali il crimine. I
contenuti dei romanzi devono obbligatoriamente essere riveduti per
superare la rigida censura del governo. Dal 1937 in avanti, gli scrittori
vengono spesso inviati sul campo per scrivere della guerra e delle
operazioni militari: inutile dire che le opinioni dovevano giocoforza
essere positive e che, pi che di informazione, si trattava di mera
propaganda. 13
1.2LA SECONDA GUERRA MONDIALE
Come abbiamo accennato, in questo periodo, poco spazio
12 Sakai, Ccile,Histoire de la littrature populaire japonaise, L'Harmattan,Paris, 1987, p. 65
13 Kat Rytar,Modern Japanese Literature, Books Abroad, Vol. 28, No. 3(Summer, 1954), p. 293
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riservato alla fantascienza e alla letteratura in genere. Anche durante la
seconda guerra mondiale, lo sforzo di mantenere il paese compatto
specie per quanto riguarda il consenso delle masse e il controllo di
qualsiasi tipo di dissidenza politica ha sicuramente tarpato le ali a
molte opere potenzialmente grandi. Oltre alla necessit di propagandare
le azioni del governo, la sempre ridotta disponibilit di carta non ha di
certo favorito la stampa di opere non ritenute fondamentali n utili a fini
pratici.
Piuttosto, le conseguenze della seconda guerra mondiale hanno
fornito svariate fonti di ispirazione agli scrittori, ma anche agli
sceneggiatori di anime e film. Oltre all'umiliazione dell'occupazione
militare alleata in Giappone e al divieto di pubblicazione di libri e articoli
di giornale per i criminali di guerra (chiamati senpan)14, lo shock delle
due bombe nucleari sganciate il 6 e 9 agosto 1945 sulle citt di
Hiroshima e Nagasaki ha prodotto una rinnovata riflessione sulle
catastrofi naturali e causate dall'uomo , e sulla presunta inviolabilit
del territorio nipponico, come dimostrano opere dell'immediato
14 Ivi, p. 295
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dopoguerra quali il film Godzilla (1954) di Honda Ishir.15
Nell'immagine, un frame di Godzilla tratto dall'omonimo film del 1954
Oltre ad essere un capolavoro della cinematografia giapponese,
Godzilla la pietra miliare per quanto riguarda i film sui kaij16, e ogni
regista che voglia cimentarsi con questo genere deve fare i conti con
quest'opera. Godzilla, oltre a rappresentare il mostro pi famoso
dell'immaginario post-apocalittico giapponese, rappresenta anche il
culmine dell'orrore per la nuova tecnologia applicata alla guerra, che ha
15 Schnellbcher, Thomas,Robot, ghosts and wired dreams: Japanese ScienceFiction from origins to anime, University of Minnesota Press, Minneapolis, 2007, p.28
16 , letteralmente 'strano mostro', ma banalmente ridotto a mostronelle traduzioni italiane
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trovato il suo culmine proprio su Hiroshima e Nagasaki.
Come si vedr pi avanti, il popolo giapponese, gi avvezzo alle
sciagure, ha trovato conforto e a oggi ancora esprime, nelle sue opere di
tematica fantascientifica e apocalittica, il disagio e il terrore causati dagli
eventi traumatici susseguitisi allo scoppio delle bombe americane. Molti
critici sostengono che il bisogno di scrivere e di descrivere l'orrore delle
bombe sganciate su Hiroshima e Nagasaki serva a parlare di ci che ha
significato la sconfitta per la popolazione e che servano a dare voce e
significato ai ricordi traumatici legati alla fine della guerra e alle sue
conseguenze.
1.3GLI ANNI 50,'60E '70
Questo un periodo di forte espansione del genere, anche e
soprattutto trainato dalla fantascienza americana: a partire dagli anni 50,
secondo alcuni critici, si pu finalmente parlare della fantascienza
giapponese come di un movimento organizzato, dotato finalmente di una
sua fanzine di successo e nonch di una sua rivista ufficiale. Si tratta
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rispettivamente di Uchjin (Polvere cosmica, 1957-), fondata dallo
scrittore e traduttore Shibano Takumi (1926-2010) e di Hayakawas SF
Magazine, del 1959. Entrambe le testate sono tutt'ora pubblicate in
Giappone.
Nell'immagine, una copertina di Uchjindel 1962
Gli anni 60 sono i pi prolifici, per la fantascienza e le attivit a
essa connesse: nel 1962 il primo raduno, il Meg-con, svoltosi a Tokyo;
nel 1963, Fukushima Masami (1929-76) costituisce il primo gruppo per
scrittori di fantascienza e fantasy giapponesi. Shibano Takumi, invece,
fonda la federazione dei fan della fantascienza nel 1965. Sempre
quellanno, viene istituito un premio annuale per il Fandom, soppiantato
poi, nel 1970 dal Premio Seiun(, Seiunsh, nebulosa, galassia).
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Si pu affermare che, grazie all'attivit di molte persone, negli anni '60,
anche il Giappone finalmente accetta la fantascienza come genere e il
risultato pi macroscopico il vero e proprio boom di questo genere.
Secondo Takayuki, si possono dividere gli scrittori di fantascienza
attivi a partire dagli anni '60 in quattro generazioni, corrispondenti, come
abbiamo accennato, alle diverse influenze ricevute dalla fantascienza
internazionale e in primis da quella americana. Quindi, i padri fondatori
della fantascienza giapponese sarebbero gli scrittori degli anni 60,
fortemente dipendenti dalle novit letterarie americane degli anni 50. A
questo riguardo, importante fare notare come le tematiche della
fantascienza giapponese quasi inseguano quelle della fantascienza
americana, seppure non ne siano mai completamente succubi, ma
riescano sempre a sviluppare tratti peculiarmente nipponici. Per anni, a
partire dagli esordi a fine '800, infatti, possiamo notare come sia la
fantascienza anglo-americana a fare da apripista per quanto riguarda
tematiche e stili, mentre gli autori giapponesi, con una decina di anni di
ritardo, quasi le arranchino dietro. Ci vorranno anni per giungere non
solo a una totale indipendenza della fantascienza giapponese, ma per
notare una vera e propria inversione di rotta, con la fascinazione
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dell'occidente per un oriente (in special modo un Giappone) iper-
tecnologico eppure mistico, come vedremo pi avanti.
Nel panorama degli anni '60, i primi grandi autori sono Abe Kb
(1924-93) e Numa Shz (1926-2008).Daiyon Kanpyo-ki(Inter Ice Age
4, 1958) di Abe Kb considerato il primo romanzo di fantascienza
giapponese moderno17. Abe Kb, con due saggi, uno del 1962 e uno del
1966, anche il primo scrittore che si preoccupa di una possibile
razionalizzazione e spiegazione del termine fantascienza, contribuendo
alla sua diffusione e dando importanza e credibilit al genere.18
in questo periodo che Hoshi Shin'ichi (1926-1997), considerato
17 L'autore si occupa di come l'umanit si comporterebbe, se scoprisse che si staavvicinando la fine di un'era geologica: l'iperattivit dei vulcani sottomarini mostrache ci sar un'immensa onda anomala, che ricoprir d'acqua la terra. Abe Kbdescrive le reazioni della gente di fronte a questo grave problema. L'unica soluzionesembra essere creare un nuovo tipo di essere umano: un essere umano acquatico.Anche se si rivela possibile, alcuni rifiutano l'idea, perch pensano che la creazione diun essere umano del genere negherebbe loro stessi, rendendoli meri fossili del passato.Dobbiamo sopportarlo, dice uno dei personaggi. In questo romanzo, il sistema divalori viene completamente sovvertito, e il futuro diventa un problema da risolvere(Kokusai Bunka Shinkkai, 1972, 2)
18 In realt, Abe non scrive a favore della creazione di un genere fantascienzache sia indipendente. Per lo scrittore, esso infatti non altro che un elemento daaggiungere ai propri romanzi, ove lo si ritenga opportuno. Paradossalmente, haprevalso proprio l'opinione contraria. Abe Kb, Christoper Bolton, ThomasShnellbcher, Two essays on Science Fiction, Science Fiction Studies, Vol. 29, No. 3,(Nov. 2001) p. 341
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uno dei tre grandi scrittori della prima generazione assieme a Komatsu
Saky (1931-2011) e Tsutsui Yasutaka (1934-), inizia a scrivere le sue
storie. lui, assieme a Shibano Takumi, a dare vita a un movimento
fantascientifico organizzato, di cui tutti gli scrittori delle generazioni
successive hanno beneficiato, ma della biografia e bibliografia di Hoshi
tratteremo in dettaglio nel capitolo seguente.
Fra le opere degli autori pi influenti del periodo, sia per successo
commerciale che per tematiche trattate, possiamo citare senza dubbio
Nippon Apacchi-zokku ('The Japanese Apache', 1964) e Hateshinaki
Nagare no Hateni('At the End of the Endless Stream', 1966) di Komatsu
Saky. Questo autore, noto soprattutto perNihon chinbotsu('Japan Sinks',
1973) 19 scrive storie fantascientifiche sul futuro del Giappone, che
intrigano e scioccano i lettori dell'epoca. Nelle sue opere ritroviamo il
tema della ricostituzione di una societ pi o meno evoluta e
sostanzialmente modificata dopo un evento apocalittico, tema che,
abbiamo visto, sempre stato molto gettonato e trattato, anche al di fuori
dei confini del Paese.
19 Sakai, Ccile,Histoire de la littrature populaire japonaise, L'Harmattan,Paris, 1987, p. 177
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Il secondo autore, famoso a livello mondiale, , come abbiamo
accennato, Tsutsui Yasutaka, vincitore di premi Seiun per opere quali:
Reicho-rui Minami e ('Sapients, Go South!', 1969), Ore no chi wa tanin
no chi ('My Blood Is Of Another', 1974) e Nanase futatabi('Ms. Nanase
Strikes Back', 1975). Tsutsui, inoltre, noto al grande pubblico per
Papurika ('Paprika', 1993), romanzo da cui stato tratto l'omonimo film
del 2006.
Nellimmagine il poster del filmPapurika
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Per quanto riguarda la seconda generazione, attiva a partire dagli
anni '70, tre sono i pi grandi autori: Tanaka Kji (1941-), Yamada
Masaki (1950-) e Kawamata Chiaki (1948-). Tanaka scrive un romanzo,
considerato il capolavoro degli anni '70, che anticipa i temi cyberpunk
degli anni '80, Genkaku no Chiheisen('Drug-trip Horizon', 1972), in cui
l'autore re-immagina i figli dei fiori come una razza post-umana in grado
di modificare la storia dell'uomo.
Dopo questo grande successo, Tanaka scrive Waga Omomuku wa
Aoki Daichi ('Deep Sea My Destination', 1975). Anche in questo
romanzo ritroviamo temi post-apocalittici, oltre alla speculazione su un
possibile futuro della razza umana.
Anche Yamada, nel suo Saigo no teki('The Final Enemy', 1982),
per il quale ha vinto il Japan SF Award, si occupa di temi simili, ovvero
le realt alternative, il DNA e la fine della razza umana.
Ci sembra importante notare come, a partire da questa seconda
generazione, inizino a comparire nomi importanti di scrittrici di
fantascienza, quali Kurimoto Kaoru (1953-2009), autrice di GUIN SAGA
(1979-2013),a testimonianza del fatto che non sono esclusivamente gli
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uomini, d'ora in avanti a portare innanzi il vessillo della fantascienza di
qualit.
1.4GLI ANNI '80,IL CYBERPUNK E I GIORNI NOSTRI
A partire dal dopoguerra, l'Asia smette di essere oggetto di
stereotipi negativi su un'alterit vista come pericolosamente diversa e
ricomincia a essere indirizzo di fantasie positive: gi con la New Wave
degli anni '70, l'estremo oriente diventa fonte di ispirazione quasi
mistica20, mentre, negli anni '80, con il movimento cyberpunk, guidato
dall'americano Gibson (1948), in particolare conNeuromante21(1984), si
assiste a un crescente interesse del resto del mondo nei confronti
20 Prima ancora del fascino per lo Zen, che ha ispirato George Lucas e i suoicavalieri Jedi, il misticismo indiano aveva portato i Beatles a viaggiare in India nel1968, e la riscoperta dei lavori di Hermann Hesse (1877-1962), nell'anno della suascomparsa, a un rinnovato interesse (anche politico) per il Buddhismo.
21 In questo romanzo, che segna l'inizio del movimento cyberpunk, sono svariati
gli elementi che richiamano a un Giappone mistico, ma al contempo oscuro etecnologico e, senza dubbio, sconosciuto alle masse al punto di poter essere plasmatosecondo le fantasie dell'autore. Molti sono i richiami all'oriente: dal microchip cherende possibile l'avventura, chiamato in modo inequivocabilmente evocativo Hosaka,al cyberspazio Ono-Sendai 7 fino a uno dei personaggi pi importanti del romanzo,Hideo, il super-ninja geneticamente modificato e aiutato da implementazionicibernetiche.
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Giappone come nuova frontiera del moderno. Insomma, esso diventa la
terra mitica, ipertecnologica e moralmente ambivalente in cui storie
quali Blade Runner (1982) di Ridley Scott possono trovare la perfetta
ambientazione futuristica.
Nell'immagine a sinistra, la locandina per il filmBlade Runner, a destra, invece, lacopertina diNeuromante
Gli anni '70 e '80 sono, per la letteratura fantascientifica giapponese, anni
molto prolifici, che potremmo paragonare agli anni '50 e '60 per gli Stati
Uniti. Una nuova generazione di scrittori si affaccia al mondo della
fantascienza avendo alle spalle due decenni di romanzi giapponesi di
successo. Questa generazione finalmente in grado di a assorbire non
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solo diacronicamente, ma sincronicamente la tradizione sia occidentale
che orientale, scoprendo nuovi orizzonti e temi, questa volta
creativamente nipponici. Possiamo affermare che, in questo periodo, la
fantascienza giapponese diventa un mondo a parte: seppure in contatto
con le correnti provenienti dagli USA, ne al contempo indipendente.
Sempre secondo la divisione operata da Takayuki, sono tre gli autori pi
influenti di questa generazione: Arai Motoko (1960-), che ha debuttato
nel 1978 ed nota per la scrittura in prima persona di personaggi
femminili carismatici e uno stile molto ideologico e quasi metafisico. Nel
1981 e 1982 due storie brevi di questa autrice hanno vinto il premio
Seiun: Green RequiemeNeptune.
Un secondo autore influente Kanbayashi Chohei (1953-),
vincitore del premio Seiun nel 1984 e 1985 con Teki wa Kaizoku,
Kaizoku Ban ('Pirates are the Enemy: Pirate Edition') e Sent Ysei
Yukikaze('The Fighting Spirit Yukikaze').
Infine, troviamo hara Mariko, autrice sia di storie brevi che di romanzi,tra cui Kikaishin Asura ('Asura the Mechanichal God', 1983) e
Haiburiddo Chairudo ('Hybrid Child', 1990). Quest'ultimo romanzo ha
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vinto il premio Seiun nel 1991.
In questo periodo vanno menzionati almeno alcuni degli anime di
impronta pi squisitamente fantascientifica che hanno avuto e
continuano ad avere una grande influenza sia sulla produzione
giapponese che americana. Come per Godzilla, pietra miliare e
imprescindibile paragone per quanto riguarda i kaij, anime e manga
quali Ghost in the Shell(1995) eAkira(1988) hanno dato il via a un vero
e proprio boommondiale. Ricollegandoci a quanto detto a inizio capitolo,
proprio grazie a capolavori della fantascienza giapponese quali Akirae
Ghost in the Shellche il Giappone ha dimostrato si spera una volta per
tutte che i disegni non solo esclusivo appannaggio dei cartoni animati
per bambini, ma possiedono dignit sufficiente a narrare storie pi
complesse e crude e, facendolo, raccontare le inquietudini post-umane e
post-apocalittiche nipponiche.
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Nell'immagine a sinistra: la locandina del filmAkira, a destra quella di Ghost in the
Shell
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Attualmente, alcuni critici sostengono che la spinta creatrice di
nuove opere di fantascienza si sia arrestata o quantomeno rallentata e che
non ci siano in cantiere lavori all'altezza dei precedenti. un sentire
diffuso, anche trasversalmente alla letteratura, ma la modesta opinione di
chi scrive che, pi che una stasi, ci sia una sostanziale suddivisione e
differenziazione del genere fantascienza in molte branche, o categorie,
che scelgono di sviluppare o meno aspetti peculiari del genere. Come
stato vero per alcuni generi musicali, oltre che letterari, sicuramente
necessario un momento di espansione, quasi di diaspora, che aiuti il
rinnovamento. La fantascienza in Giappone ormai un genere letterario
a tutti gli effetti, non deve pi lottare per un riconoscimento, quindi gli
autori possono finalmente permettersi di esplorare tutte le possibilit che
questa offre.
Soprattutto dal punto di vista degli anime e dei manga,
recentemente sono stati prodotti lavori degni di nota. Ad esempio, All
you need is kill, di Sakurazaka Hiroshi (1970-), una light novel del
2004, che ha avuto tanto successo da venire adattata in un manga
omonimo e poi balzare agli onori di Hollywood e del pubblico
internazionale dieci anni dopo col filmEdge of Tomorrow(2014). I temi
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principali sono familiari ai videogiocatori: una razza aliena invade la
Terra per tentare di terra-formarla, l'abilit di questi mostri tornare
indietro nel tempo, un po' come i salvataggi nei videogiochi, fino al
punto in cui il risultato della battaglia contro la resistenza umana ancora
pendeva dalla loro parte. A ogni ripristino del tempo, gli alieni
migliorano in forza, combattivit e strategia. Sarebbero invincibili, e
forse a lungo andare prevarranno sulla sempre pi stremata razza umana,
ma il protagonista rimane intrappolato per sbaglio in uno dei loop
temporali, imparando a sfruttare questa nuova abilit e migliorandosi
ogni volta.
Un altro lavoro degno di nota Psycho Pass(), anime
del 2012 giunto ormai alla seconda stagione, creato a partire dalla lezione
di Oshii Mamoru e del suo Ghost in the Shell. Le tematiche, infatti, sono
similari, perch entrambe le opere esplorano la psiche umana. Siamo nel
2113: un sistema operativo detto Sybil System misura costantemente lo
stato mentale della popolazione, tramite scanner cerebrali posti nei
luoghi pubblici. Il risultato che ne deriva detto Psycho Pass (gioco di
parole sulla parola inglese psychopath, 'psicopatico'), che attesta la
possibilit che la persona analizzata commetta un crimine. In caso il
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Coefficiente Criminale sullo Psycho Pass sia alto, la persona
rintracciata e presa in custodia o, se necessario, fisicamente eliminata.
Nella descrizione di una distopia in stile quasi orwelliano, l'anime cita e
si ispira a molte fonti occidentali, ma resta una boccata d'aria fresca per
quanto riguarda la fantascienza nipponica attuale.
Nellimmagine a sinistra un poster pubblicitario perPsycho Pass, a destra la copertina
della light novel All You Need Is Kill
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Nel 2014 hanno trovato spazio anche alcuni franchise, quali
Gundam (di Sunrise) che, dagli esordi come anime nel 1979 ha prodotto
quasi senza sostaspin-offe progetti alternativi fino ad oggi.
In conclusione, riteniamo un'esagerazione sostenere che la
fantascienza in Giappone non sia ancora morta o irrimediabilmente
decadente, ma abbia molto da offrire.
Nel prossimo capitolo, focalizzeremo l'attenzione su Hoshi
Shin'ichi e i suoi racconti brevi.
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CAPITOLO II
FOCUS SU HOSHI SHIN'ICHI
>
Hoshi Shinichi
2.1L'UOMO E LO SCRITTORE
Hoshi nacque a Tokyo nel 1926, primogenito del direttore della
Hoshi Pharmaceuticals. Crebbe con i nonni a Tokyo: il nonno era un
rispettato anatomista e antropologo, che aveva studiato in Germania, e
aveva quindi ricevuto un'educazione pi europea. La nonna, invece, era
sorella di Mori gai, nonch poetessa, ed era solita leggere poesie al
22 Hoshi Shin'ichi, Kaisetsu,Kimagureboshi no memo, Tokyo, Kadokawashoten, 1971, p. 381
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nipote tutte le sere. Per quanto riguarda il padre, Hoshi Hajime si era
laureato nel 1901 alla Columbia University e per quindici anni fu parte
attiva della Dieta. Hoshi Shin'ichi, dunque, pass la sua infanzia in un
ambiente intellettualmente e culturalmente stimolante, ambiente che
possiamo trovare riflesso nei suoi racconti e nella sua garbata ma
mordace ironia, che mai scade nel volgare.
L'infanzia di Hoshi si pu quindi definire formativa da un punto di
vista culturale e sociale, grazie alla sua famiglia, che sicuramente era pi
istruita della maggior parte dei giapponesi dell'epoca. Ancora prima del
'900, i contatti con l'estero erano rari, e studiare in Germania, come
invece ebbe la possibilit di fare il nonno di Hoshi, era un'opportunit
prestigiosa e quasi unica. La letteratura fu, proprio grazie alla sua
famiglia particolarmente colta, parte integrante della vita quotidiana del
giovane Hoshi. In ogni caso, come molti altri autori, non decise subito di
dedicarsi anima e corpo alla scrittura. Prima, infatti, si era laureato in
biochimica presso l'Universit di Tokyo, sebbene avesse dovuto
interrompere gli studi specialistici per aiutare il padre nell'azienda di
famiglia. Nel 1945, alla morte del padre, tocc a Hoshi stesso, in prima
persona, prendere in mano le redini dell'azienda, subendo anche il
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fallimento dell'impresa dodici anni pi tardi. A causa di questa sventura,
Hoshi fu costretto a un ritiro forzato dal lavoro e perci, dopo un periodo
di depressione, decise di tentare la carriera di scrittore professionista. Era
il 1957. Come potremo notare nei racconti che vedremo in questo
elaborato, la sua esperienza di vita lo rende un narratore ironico e
disincantato, che si diverte a tirare fuori e sottolineare i vizi e le
incongruenze delle persone e della societ del suo tempo. La
fantascienza, molte volte, non che un espediente per mascherare una
realt fin troppo attuale.
Anche se la pubblicazione del primo racconto risale al 1949, la
sua collaborazione con Shibano Takumi nella fondazione della rivista
amatoriale Uchjin(cfr. cap. 1) del 1957, l'anno in cuicome abbiamo
visto il fallimento dell'azienda di famiglia lo costrinse a un
allontanamento dal mondo del lavoro. Sempre nello stesso anno e sulla
stessa fanzine, Hoshi pubblic il suo primo racconto fantascientifico,
Sekisutora23, seguito daBokko-chan () e Oi! Dete koi!(
, 'Ehi! Vieni fuori!'). Questi tre racconti ottennero un
23 In questo racconto, Hoshi ipotizza un futuro di pace, ottenuto grazieall'avvento di un robot in grado di prendersi cura di ogni necessit sessuale umana.
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successo strepitoso, anche grazie al fatto che la fantascienza era
finalmente sotto i riflettori di tutto il mondo, complice, tra l'altro la
grande corsa allo spazio che vedeva contrapposti Stati Uniti e URRS e il
sempre maggiore interesse per gli scrittori americani di fantascienza, che,
come abbiamo detto nel capitolo precedente, importarono e furono il
traino di questo genere letterario in Giappone per un periodo assai lungo.
Come vedremo, Hoshi dimostra nei suoi saggi di avere letto in maniera
estensiva e quindi conoscere a fondo la letteratura fantascientifica
americana e inglese.
La pubblicazione dei propri racconti su Uchjin, come
precedentemente accennato, fu per Hoshi l'inizio di una sfolgorante
carriera nel genere fantascientifico, e non solo, culminata senza dubbio
con la nomina a presidente del primo club di scrittori di fantascienza
giapponesi nel 1976. A lui si deve la diffusione della fantascienza, grazie
alla sua abilit di renderla appetibile a un pubblico vasto e riscattarla dal
ruolo di sottogenere cui l'avevano relegata i critici letterari giapponesi24.
Quella di Hoshi stata una carriera di successi ininterrotti fino alla sua
24 Matsushima Sayuri, Hoshi Shinichi and the Space-age Fable,New ZealandJournal of Asian Studies 5, 2 (December 2003), p. 95
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morte, nel 1997, e che ha visto la felice invenzione, o secondo alcuni
rielaborazione (cfr. par. 2.2)del racconto breve, lo short short. Hoshi
ne scrisse addirittura mille e uno, in omaggio alla famosissima raccolta di
fiabe mediorientali Le mille e una notte, dando cos importanza e
valore letterario alla fantascienza e guadagnandosi il nome di 'dio del
racconto breve' ( ). Per questa ragione
importante notare come, a partire dagli anni '60, Hoshi sia
universalmente ritenuto il primo scrittore di fantascienza a tempo pieno,
quando il genere ancora faticava ad affrancarsi da generi come il giallo e
il mystery (cfr. cap 1). Come vedremo in questo capitolo, lo stile di
Hoshi deve molto al duro apprendistato di scrittore su riviste che si
occupavano anche di quella che potremmo definire proto-fantascienza,
ma prima di tutto di tantei shsetsu, ovvero romanzi polizieschi. Per
poter essere pubblicato su tali riviste, Hoshi ide lo stile grazie al quale
ancora oggi letto e apprezzato da milioni di persone.
In Giappone ancora pi che in Italia, gli scrittori amano adottare
nomi di penna con cui firmare i loro racconti e romanzi. Il nome ad hoc
per qualsiasi scrittore di fantascienza quale Hoshi Shin'ichi () ,
sorprendentemente, meno artificioso del previsto, come egli stesso
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scrisse:
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dovremmo pensare che si tratta di un buon auspicio?>>25
Gli amici e colleghi scrittori lo ricordano come un uomo brillante,
interessante, specie dopo qualche bicchiere, quando tirava fuori il meglio
della sua ironia con battute sagaci26. Il tipo di ironia mordace che Hoshi
mostrava agli amici, si pu ritrovare, come vedremo, nelle trame dei suoi
racconti brevi.
Per quanto concerne il mestiere di scrittore, Hoshi apparteneva
senza dubbio alla categoria degli eccentrici. In un breve saggio che tratta
della sua famiglia particolare, la figlia Marina ricorda:
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seduto alla scrivania, estremamente concentrato. Gli facevo la
mia domanda e lui mi apriva l'enciclopedia. Non ho tempo
per leggere tutto, adesso! protestavo. E allora lui scorreva
rapidamente le pagine, indicava un punto importante e diceva:
Vedi? proprio qui. Credo che il suo cervello lavorasse al
massimo durante quelle ore tarde. Mi sorprendevo, perch non
importava quanto tardi entrassi nel suo studio, non importava
di quale materia si trattasse, lui non mi mandava mai via
dicendo: Adesso sono troppo impegnato o Avresti dovuto
iniziare a studiare prima. Se ci ripenso, pap era come un
motore di ricerca umano, disponibile a qualsiasi ora della
notte. [] All'alba, per calmare il suo cervello surriscaldato,
mio padre prendeva dei sonniferi e beveva fino ad
addormentarsi. Mentre lo faceva, mia madre si svegliava per
prepararci la colazione e il pranzo per la scuola. Poco dopo,
io e mia sorella avremmo iniziato la nostra giornata.>>27
In Kimagureboshi no memo (1968), Hoshi stesso spieg che
scrivere richiede cos tanta concentrazione, specie se si parla di navicelle
spaziali, alieni e robot, ossia quanto di pi lontano ci sia dalla scrivania a
cui si costretti a sedere per ore e ore, da aver bisogno di una stanza il
27 Marina Hoshi Whyte, The House That Never SleptAbout the Author|TheHouse That Never Slept (http://shinichihoshi.com/theHouseThatNeverSlept.php)
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pi tranquilla e priva di rumori molesti possibile. Per questo motivo,
specie quando ci sono bambini piccoli, scrisse l'autore, l'unico momento
di requie in casa la notte, lasso di tempo che questo autore sfruttava al
massimo.
Come abbiamo precedentemente accennato, la produzione di
Hoshi stata, in circa cinquanta anni di carriera, estremamente vasta e
variegata. Gli valsa due premi importanti: uno nel 1968 per il racconto
breve 28(ms gink, 'la banca delle illusioni') e nel 1998 il
Nihon SF Taish Award alla carriera, purtroppo postumo.
A partire dal 1979 fu lanciato un concorso per racconti brevi, lo
Hoshi Shin'ichi Short-Short Contest: centinaia di aspiranti scrittori
inviavano le proprie opere e Hoshi stesso selezion personalmente i
vincitori fino al 1996, un anno prima della sua scomparsa.
In questo elaborato ci concentreremo su tre opere in particolare: la
raccolta di saggi Kimagureboshi no memo (), del
1968,Bokko-chan(, 1971) eKimagure robotto(
28
Questo, a differenza dei racconti per cui diventato cos famoso, unracconto di mistero, infatti il premio gli stato assegnato dallaNihon Suiri Sakka
Kykai(, 'Associazione degli scrittori di mistero giapponesi')
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, 1966).
A sinistra, la copertina diKimagure robotto, a destra quella diBokko-chan
La ragione per cui abbiamo selezionato proprio queste tre opere
semplice: sono tra le pi significative della produzione di Hoshi, nonch
appartenenti alla stessa fase artistica di questo scrittore, ovvero quella
centrale. Dopo aver stabilito contatti con il mondo della fantascienza ed
essersi affermato come scrittore di professione, Hoshi pot, nel periodo
che va dagli anni '60 ai '70, esprimere al meglio le proprie qualit. La
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seconda ragione per cui sono state scelte in particolare queste opere la
possibilit che ci offrono di commentare in maniera esaustiva tutte le
tematiche care all'autore che sono, infatti, trattate estensivamente nei
lavori qui presentati.
2.2SHORT SHORTE CONTE
Hoshi Shin'ichi, il genio del racconto breve e dio del racconto
breve, come stato pi volte chiamato, fece dello short short la sua
caratteristica pi distintiva. Qui di seguito, tratteremo di cosa significa
questo termine e del perch Hoshi ne un mirabile portavoce.
Lo short short, o racconto breve, pare aver preso molto dal
contefrancese (alla giapponese konto), che era in voga in Giappone negli
anni '20, importato dallo scrittore Okada Sabur (1890-1954), tornato da
Parigi nel 1923. Nonostante questa contestualizzazione, gli studiosi sono
ancora incerti sull'attribuzione di tutto il merito della creazione del
racconto breve agli europei: secondo alcuni, Hoshi gi scriveva racconti
brevi, quando lo scrittore Tsuzuki Michio (1929-2003) fece conoscere al
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Giappone le opere brevi di scrittori quali Stanley Ellin, Roald Dahl e
Fredric Brown 29 . In ogni caso, argomenta Matsushima, autori come
Kawabata Yasunari (1889-1972) avevano provveduto a rivoluzionare e
adattare il conteche in Francia poteva eccedere le cento pagine ed era
considerato dai critici come letteratura di bassa lega al gusto
nipponico30.
Il racconto breve di Hoshi, come il konto, possiede tre elementi
distintivi: un'idea originale, una trama ben congegnata e un finale a
sorpresa 31 . In linea con questo principio, la prosa di Hoshi
caratterizzata da frasi brevi, semplici e scarne. Anche l'uso degli
aggettivi scarsissimo , delle descrizioni e delle parole in generale,
costantemente tenuto sotto controllo: non c' mai un aggettivo o un
avverbio di troppo, a deviare dalla geniale linearit della trama e dal
finale a sorpresa. Oltre a ci, come vedremo, questo autore rifiuta di
utilizzare termini scientifici in modo massiccio, mantenendo uno stile
29 Matsushima Sayuri, Hoshi Shinichi and the Space-age Fable,New ZealandJournal of Asian Studies 5, 2 (December 2003), p. 95.
30Ivi, p. 97
31Ivi, p. 97
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semplice, senza rinunciare all'elemento fantascientifico che
contraddistingue la sua produzione (cfr par. 2.3.8). Una delle ragioni che
hanno portato Hoshi a adottare e adattare al proprio gusto e sentire
questo stile come abbiamo accennato all'inizio del capitolo l'avere
dovuto scrivere per riviste che non sempre trattavano solo di
fantascienza32. Hoshi stesso ammise che, soprattutto all'inizio, era restio
a scrivere storie lunghe, dato che pubblicava in special modo sulla rivista
Hseki, che si occupava quasi esclusivamente di detective fiction. I
lettori forse non lo avrebbero compreso e apprezzato, se non avesse
adattato la sua prosa a un pubblico non avvezzo al genere fantascientifico.
Per attirare il pubblico, quindi, Hoshi si specializzato in questo genere,
di cui, ad oggi, considerato l'indiscusso maestro. Lo stile di Hoshi
distintivo al punto da valicare i confini dello short short e arrivare a
caratterizzare persino la sua produzione di non-fiction, come si pu
osservare leggendo i saggi che compongono la raccolta Kimagureboshi
no memo, di cui abbiamo fornito un estratto in traduzione nel paragrafo
precedente.
32Ibid.
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Nei prossimi paragrafi, vedremo pi in dettaglio i racconti brevi e
le loro caratteristiche, aiutandoci con esempi tratti dagli stessi short short.
2.3LO STILE E I TEMI
Per quanto riguarda lo stile di Hoshi, che, come abbiamo detto,
del tutto personale e rielaborato a partire da input di provenienza varia e
anche occidentale, importante tenere a mente alcune caratteristiche. I
suoi racconti brevi, infatti, lo rendono diverso dagli altri autori
giapponesi del tempo e hanno contribuito alla sua fama non solo fra i
giapponesi e gli appassionati di fantascienza33. Nei seguenti paragrafi
elencheremo le caratteristiche che riteniamo significative e le
illustreremo con esempi tratti dai racconti stessi.
2.3.1SPAZIO E TEMPO
Partiamo, innanzitutto, dalla quasi totale assenza di riferimenti
spazio-temporali o alla cultura del momento, che lasciano la narrazione
33I racconti brevi di Hoshi sono spesso usati come materiale di lettura nelle
scuole elementari e medie giapponesi, dal 1996 il racconto Oi! Detekoi! fa persinoparte di un'antologia scolastica americana per i licei.(http://shinichihoshi.com/profile.php)
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sospesa in un momento non meglio precisato che potrebbe essere oggi,
domani o fra mille anni in un qualsiasi posto, sulla Terra o nella galassia
pi remota. La mancata contestualizzazione della vicenda serve, come
vedremo in seguito, a fare da contraltare a racconti in cui invece la
descrizione del dove e il quando serve in maniera incontrovertibile alla
trama (cfr. par. 2.3.6). In linea con la teoria del non sprecare nemmeno
una sillaba che non sia fondamentale al racconto, questo autore tralascia
del tutto le informazioni non strettamente necessarie alla vicenda.
Fedele a questo principio di economizzare le parole utilizzate, ad
esempio, in Bokko-chan (), considerato forse il racconto
pi famoso di Hoshi, i riferimenti al dove e al quando mancano del tutto:
l'autore inizia in medias res, catapultandoci nella trama con una
rapidissima, ma dettagliata, descrizione di Bokko-chan e del perch sia
stata costruita, conferendo alla storia un sapore atemporale e perci non
penalizzato dall'invecchiamento che un qualsiasi altro testo potrebbe
subire, se contenesse informazioni troppo precise, nonch ridondanti.
L'incipit, infatti, tralascia ogni dettaglio che non sia la stessa
Bokko-chan, che infatti la chiave della storia:
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>34
Possiamo notare come Hoshi non utilizzi dettagli fisici che il
lettore potrebbe anche trovare interessanti, ma non sono fondamentali
allo svolgimento della vicenda, e pertanto trascurabili: l'autore ha gi
specificato che Bokko-chan bella, che il lettore si immagini pure a suo
piacimento le fattezze del robot. Ai fini della trama, decisamente pi
che sufficiente sapere che bella, ma fondamentale spiegare quanto il
34 Hoshi Shinichi,Bokko-chan, Tokyo, Shinchosha, 1971 p. 13
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suo comportamento sia limitato dal suo essere robot, perch ci che
tiene in piedi l'intero racconto.
Analogamente, in Yoru no jiken ( , 'Avvenimento
notturno'), la storia viene contestualizzata con un brevissimo paragrafo
introduttivo, per iniziare subito con la trama vera e propria:
> 35
In entrambi i casi, come si scoprir leggendo per intero i racconti,
tutta la storia giocata sulla presenza di questi robot e sulle loro abilit
o mancanza di abilit. Il genio di Hoshi sta nel non caricare inutilmente il
racconto con descrizioni del tutto irrilevanti. Ancora di pi: la narrazione
coinvolge il lettore al punto da fargli scordare che alcuni dettagli che
35 Hoshi Shinichi,Kimagure robotto, Tokyo, Rironsha, 1999, p. 33
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pure sarebbe intrigante conoscere alcuni dettagli e, anzi, non sono
neppure percepiti come mancanti.
2.3.2BELLE RAGAZZE DI PLASTICA
Entrambi i racconti appena citati, Bokko-chan e Yoru no jiken,si
aprono, come abbiamo potuto constatare, con affermazioni molto simili:
qualcuno ha creato un robot femmina molto attraente, tanto da renderla
quasi indistinguibile da un essere umano vero e proprio. Inoltre, nessuno
dei due robot ha una vera e propria intelligenza: Bokko-chan
semplicemente in grado di ripetere sotto forma di domanda ci che le
dicono gli avventori del bar in cui lavora36, mentre il robot senza nome di
Yoru no jiken conosce a malapena qualche frase di cortesia, del tutto
scevra da qualsiasi contesto. La forza dei racconti sta nella capacit di
Hoshi di creare storie totalmente opposte a partire quasi dalle stesse
36 Una nota di traduzione che potrebbe essere interessante aggiungere a questopunto come, in giapponese, Bokko-chan non si limiti ad aggiungere la particellainterrogativa kaa fine frase, ma civetti con l'espressione squisitamente muliebre,nonch intraducibile di per se, kashira('forse, chiss'), oltre a conoscere un paio difrasi criptiche su quanti anni abbia o se le piaccia o meno una persona, per tenere sullespine i clienti del bar.
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premesse37. Bokko-chan e la ragazza robot del parco divertimenti sono
approcciate da personaggi affatto simili e, nonostante ci, il motore del
racconto proprio l'incapacit di questi robot di pensare come un essere
umano. Bokko-chan fa involontariamente innamorare un avventore di
bar che, non trovando altro modo di conquistarla, pensa ucciderla
facendole bere del veleno. Veleno che, ovviamente, non ha alcun effetto
sul robot, ma uccide immediatamente avventori e gestore del bar.
Quest'ultimo, infatti ha l'abitudine di riciclare l'alcol che gli avventori
offrono a Bokko-chan durante la serata, per servirlo nuovamente ai
clienti, ormai troppo ubriachi per accorgersene. A fine racconto, per,
offre inconsapevolmente come bicchiere della staffa proprio il veleno
che il robot ha ingurgitato. Bokko-chan non potrebbe avvisare, e quindi
salvare, il proprio padrone neppure se lo volesse.
La ragazza robot del luna park in Yoru no jiken, invece, salva la
Terra da un'invasione aliena senza nemmeno rendersene conto: non sente
dolore e non prova paura, anzi, continua a ringraziare gli alieni che la
frustano e la minacciano con armi che terrorizzerebbero chiunque, al
37Possiamo avere un'idea di quale sia la portata dell'immaginazione di questo
autore leggendo la raccolta di raccontiNokku no oto ga(, 'Bussaronoalla porta').
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punto da fare immaginare agli invasori che gli umani siano una razza
quasi indistruttibile e costringendoli loro malgrado a una ritirata
strategica. Nessuno sapr mai da quale grave pericolo ci abbia salvati
quell'avvenente fanciulla di metallo e plastica, ma certo che non lo
verremo a sapere da lei.
La bellezza o bruttezza di un personaggio, tranne in racconti
come quelli appena presentati, in cui la trama giocoforza basata sulla
dicotomia bellezza-disumanit, solitamente, non mai un tema di Hoshi,
che preferisce mantenere il pi anonimo possibile i protagonisti dei suoi
racconti. Se bellezza-disumanit un tema poco frequente, per i robot e
la loro mancanza di umanit, dovuta ovviamente alla loro essenza di
robot, senza dubbio un leit motiv di Hoshi e, in senso lato, della
fantascienza. Hoshi ha un gusto particolare per creare macchine, perfette
o meno, dallaspetto umanoide e dal comportamento imprevedibile,
richiamando in modo inequivocabile i jinz ningen che tanto hanno
inquietato le visioni futuristiche degli scrittori di fantascienza degli
anni 20 (cfr. cap. 1)
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2.3.3LE BIZZARRE AVVENTURE DEL SIGNORN
Un tratto distintivo di questo autore senza dubbio il modo in cui
sceglie i nomi dei protagonisti dei suoi racconti. Infatti, Hoshi si limitava
a chiamarli usando soltanto una lettera dell'alfabeto. Hoshi stesso ha
spiegato che un nome vero avrebbe potuto fornire informazioni non
richieste, come il sesso, l'et o il carattere; onde evitare di dare nomi che
suggeriscano forza o bellezza, Hoshi preferisce limitare il loro nome a
una singola lettera38. Perci, ipotizzandone una traduzione in italiano39,
avremo un signor N, un professor S, un signor F e via di seguito. In
questo modo, i protagonisti delle vicende raccontate sono ridotti a niente
pi che persone qualunque, quasi delle macchiette, dei veri e propri
Pinco Pallino a cui capita qualsiasi bizzarra disavventura. Come vedremo
analizzando Megusuri (, 'collirio'), molti dei personaggi che Hoshi
38
Ishikawa Takashi in Matsushima Sayuri,Hoshi Shinichi and the space-agefable, Victoria University of Wellington, New Zealand Journal of Asian Studies, 5, 2December 2003, pag. 100
39 importante notare che in giapponese, invece, Hoshi si serviva del katakana
anzich delle lettere maiuscole nel nostro alfabeto che, ovviamente, avrebbero unrisalto maggiore e non necessario in una pagina stampata in kanaekanji.
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abbozza, pi che descrivere, sono oggetto di un'ironia acuta e mordace
con cui l'autore minimizza le loro avventure e le loro problematiche.
Ricollegandoci al paragrafo che trattava di spazio e tempo nei
racconti di Hoshi (2.3.1), possiamo asserire che Hoshi scelga
deliberatamente di non caratterizzare i propri personaggi pi del
necessario in uno spirito di economia che serve anche a rendere pi
scoppiettante la vicenda: non conoscere nulla del signor F o del professor
N rende pi comica la loro sconfitta e pi semplice a Hoshi stesso fare
prendere alla storia la piega che pi le si conf, senza dover giustificare
eventuali o incoerenze del personaggio.
Inoltre, un personaggio tanto comune serve a rendere pi credibile
la vicenda. Quando tratteremo dei professori geniali e un po' sadici
inventati da Hoshi, noteremo come tutto sia descritto in modo semplice e
quasi come fosse un dato di fatto, e non una realt assurda dettata da una
trama fantascientifica, ma una vicenda che potrebbe capitare a chiunque
abbia un laboratorio e si diletti a inventare macchinari strani o medicine
dagli effetti imprevisti e comici allo stesso tempo.
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Il pensiero critico di questo autore emerge in special modo dai
suoi racconti sulla societ giapponese, vera o fittizia. Hoshi, come
abbiamo visto, fu in grado di sviluppare un racconto del tutto paradossale
ma verosimile a partire sia da premesse del tutto plausibili che da basi
assurde. Per avere un esempio di quest'ultimo caso, basta pensare a un
racconto come Man Eiji (, 'L'epoca dei soldi'), in cui
viene descritta la giornata tipo di una ragazzina qualsiasi. Tutto, dalle
relazioni familiari alle convenzioni sociali, regolato dallo scambio di
monete e dalla mercificazione di qualsiasi servizio: la ragazzina si fa
corrompere dal padre, troppo impegnato a curare i propri affari per
accompagnarla ai giardini botanici cosmici, con alcune monete d'oro.
Anche cedere il posto a una signora anziana sul bus costa a quest'ultima
un paio di monete d'argento. Una volta arrivata a scuola, sempre il
denaro pagato all'insegnante la scappatoia da un'interrogazione troppo
complessa. Il sunto della lezione che la ragazzina segue a scuola, nonch
la morale della storia, che il denaro e la corruzionesono la base di
una societ civile che funziona. Il seguente estratto la spiegazione che
l'insegnante fa sulla storia della corruzione, durante l'ora di sociologia:
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volte nel tempo. Sono state tentate svariate cose, come la religione,
il potere, gli assolutismi, e la scienza. Ma alla fine si trattava deisoldi. Se si paragona la societ a una macchina, i soldi sono il
lubrificante, e se la si paragona a un animale, sono il sangue. []
Come sanno tutti, anche se ci sono le prigioni, non esistono
prigionieri, e anche se ci sono patiboli, non ci sono esecuzioni. La
gente del passato ha tentato di decidere tutto basandosi solo sulla
legge. Era come cercare di fare funzionare un macchinario senza
lubrificante... [] In breve,in quest'epoca commettere crimini
decisamente improduttivo.>>41
Paradossalmente, proprio il denaro a obbligare la ragazzina a
comportarsi bene: studier di pi per non dover spendere soldi per pagare
i suggerimenti che le offrono i compagni, e si impegner ad alzare i
propri voti per ricevere pi soldi dal padre. In pi, si comporter bene
perch, se sua madre la picchia, deve sborsare soldi per farla smettere, e
questo sicuramente danneggerebbe le sue finanze. Hoshi utilizza
l'esagerazione per distorcere il presente e mostrarci un futuro impossibile,
svelando cos quanto la gente pensi ai soldi e al profitto in modo
41 Hoshi Shinichi,Bokko-chan, Tokyo, Shinchosha, 1971, p. 139
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ossessivo e malsano.
Un altro racconto che estremamente significativo sia per quanto
riguarda Hoshi come autore che come critico del suo tempo, il gi
nominato Oi! Dete koi! ('Ehi! Vieni fuori!'), racconto in cui lo
sciacallaggio sui disastri naturali e la totale incuria per la Terra raggiunge
livelli paradossali che ci possono ricordare, tristemente, il nostro Paese.
La trama semplice e lineare e, come in ogni buon racconto di questo
autore, possiamo aspettarci un finale che ci lascer spiazzati e interdetti,
ma sicuramente far riflettere. Un tifone fa danni in un villaggio: il
santuario Shintoista raso al suolo, con grande dispiacere degli abitanti.
La novit un buco profondissimo comparso come per magia di fianco
alle rovine del santuario. Un giovanotto del luogo, pensando si tratti di
una tana di volpe, grida: Ehi! Vieni fuori! e, non ottenendo risposta
nemmeno l'ecovi getta dentro una pietra. Da subito, si capisce che non
si tratta di un buco normale, cos intervengono scienziati, giornalisti e
curiosi, ma non si viene a capo della faccenda. Quando ormai il clamore
si quietato, un appaltatore dall'aria losca chiede all'anziano del villaggio
di poter riempire lui il buco, e ottiene questa concessione offrendo ma
pi che offrendo, noi diremmo corrompendo agli ingenui abitanti
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la promessa di costruire un nuovo e pi grande santuario, oltre a una sala
per le riunioni. L'appaltatore, ovviamente, inizia a fare pubblicit a
questo buco apparentemente senza fondo. Concede di riempire il buco a
chiunque paghi, senza riguardo per uno stoccaggio corretto dei rifiuti. Le
centrali nucleari competono per avere l'appalto:
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conseguenze. Tutti volevano lavorare solo per aziende che
producevano o vendevano, non per lo smaltimento dei rifiuti.
Ma pensavano che, prima o poi, il buco si sarebbe occupato di
risolvere anche questo problema.
Le ragazze che avevano fissato la data delle nozze buttavano
nel buco i loro vecchi diari. C'erano anche quelli che avevano
iniziato una nuova storia d'amore e si sbarazzavano delle foto
che li ritraevano coi fidanzati precedenti. I poliziotti erano
tranquilli quando gettavano via le banconote abilmente
contraffatte che avevano sequestrato. I criminali erano
sollevati nel buttare nel buco le prove materiali dei loro reati.
Il buco accettava qualsiasi cosa avessero voluto gettargli
dentro. Il buco accettava le acque nere della citt e sembrava
proprio che il mare e il cielo fossero pi puliti di prima.>>43
Il buco sembra svolgere una funzione sociale, come se fosse una
discarica dei sentimenti e dei problemi della gente del villaggio e non
solooltre alla pi esplicita funzione di vera e propria discarica. Il fatto
che i rifiuti spariscano senza lasciare traccia deresponsabilizza in toto chi
se ne sbarazza, al punto che tutti preferiscono ignorare che fine facciano i
43 Hoshi Shinichi,Bokko-chan, Tokyo, Shinchosha, 1971,p. 23
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rifiuti, per concentrarsi sulla produzione. Produrre nuovi oggetti e
ricchezza, senza rispetto per niente e nessuno, pu essere un'altra parola
chiave del racconto, che serve come chiave di lettura per il suo finale.
La conclusione della triste vicenda, che ci lascia sicuramente
spiazzati, sembra fatta apposta per scatenare un acceso dibattito. Il buco
che sembra non avere fine ormai diventato parte della vita quotidiana:
gli abitanti del villaggio, ormai assuefatti all'economia gonfiata che il
buco garantisce loro, permettono la costruzione di un grattacielo dopo
l'altro, finch le conseguenze delle loro azioni scriteriate non tornano a
presentare il conto:
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Ironia della sorte o amara constatazionetrasversale alla civilt e
ai tempo che chi non impara dalla propria storia condannato a
ripeterla? A giudicare dal finale aperto, Hoshi sembra meno interessato a
dare una risposta esaustiva che non a provocare un dibattito, o
quantomeno a stimolare un pensiero critico in chi legge. La mancanza di
una presa di posizione netta dello scrittore lingrediente che rende il
racconto ancora attuale oggi, nonostante siano passati pi di quarantanni
dalla sua pubblicazione.
La critica di Hoshi alla societ giapponese del tempo prosegue
prendendo in esame anche le relazioni interpersonali, con un altro
racconto fortemente ironico e del tutto paradossale:Kata no ue no hisho
(, 'Il segretario sulla spalla'), in cui la fantascienza usata
come strumento per creare una situazione estrema in cui inscrivere la
propria critica. La storia divisa in tre fasi nette, che mostrano tre aspetti
diversi della sempre crescente difficolt di comunicazione e relazioni
interpersonali dei giapponesi, ma non solo, e del ruolo che la tecnologia
pu giocare e gioca nel rendere ancora pi difficoltoso un rapporto
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umano veritiero45. Nella prima fase della storia veniamo a sapere che
tutti, in quel periodo storico, portano un pappagallo robot sulla spalla che
fa loro da segretario: la comunicazione diretta tra persone del tutto
inutile, basta sussurrare al pappagallo ci che si vorrebbe dire e
quest'ultimo rielabora la frase in un discorso articolato e perfettamente
adatto al contesto. Il protagonista, il signor Zem, non fa eccezione.
Questi un rappresentante di un'azienda di elettronica e tenta di piazzare
un nuovo prodotto presentandolo porta a porta. In questa tranche di
racconto lo vediamo interagire, o meglio: vediamo il suo pappagallo
interagire con quello della padrona di casa. interessante notare come,
in questo scambio di battute del tutto codificato, lo sforzo dei
partecipanti sia quasi nullo e tutto il lavoro di rielaborazione del
contenuto sia lasciato ai segretari robot:
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Il pappagallo del signor Zem chin il capo e sussurr al suo
orecchio: Chiede chi sei.
Questo pappagallo robot era anche in grado di trasmettere i
messaggi da parte delle altre persone in forma concisa.
Vengo dalla New Electro Company. Compra il ragno
elettrico.
In risposta a quel borbottio, il pappagallo parl educatamente:
In realt sono un venditore della New ElectroCompany. La
signora sar certamente a conoscenza del fatto che la nostra
una compagnia orgogliosa della sua lunga tradizione e
reputazione. A tale proposito, la ragione per cui oggi mi sono
recato a farle visita niente altro che questa: volevo mostrarle
l'ultimo prodotto che la nostra sezione di ricerca ha appena
creato. questo ragno elettrico...>> 46
Zem non riesce a piazzare il ragno, e si congeda dalla mancata
cliente per tornare in azienda, dove lo aspetta una lavata di capo da parte
del suo superiore, insoddisfatto per il suo scarso rendimento:
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Il pappagallo sulla sua spalla parl in tono sottomesso al
capo sezione: Lo capisco perfettamente. Sono anche io
determinato ad aumentare il numero delle vendite. Comunque,
recentemente le altre aziende hanno usato metodi e oggetti
diversi, e hanno fatto nuove cose. Adesso non facile vendere.
Certo, ci metter pi impegno, ma sarei molto grato se Lei
potesse mettere una buona parola con la sezione di ricerca
perch creino nuovi prodotti.>> 47
Anche in questo caso, il pappagallo si dimostra fondamentale ai
fini dell'interazione con il superiore: il suo intervento, che articola lo
scarno mica cos facile borbottato da Zem evita a quest'ultimo la
fatica di doversi effettivamente sorbire una vera sgridata e, in un certo
senso, mettendosi tra lui e il capo, il pappagallo funge da scudo,
rendendo quasi irreale la conversazione e limitandone alquanto ogni
possibile danno. La storia si conclude in modo estremamente
provocatorio: Zem finisce la sua giornata lavorativa e si reca al bar,
come ogni sarariiman48 farebbe per rilassarsi e staccare la spina dopo
47 Hoshi Shinichi,Bokko-chan, Tokyo, Shinchosha, 1971,p. 203
48 Dall'inglese 'salaryman', il termine si riferisce principalmente a impiegati
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una dura giornata di lavoro:
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propria mancanza di rispetto dimostrata dai padroni dei segretari robot e
la cortesia quasi stucchevole di questi ultimi giocoforza di impatto
minore rispetto alla lettura di questo racconto in lingua originale.
Riteniamo tuttavia che sia abbastanza evidente la mancanza di un
qualsivoglia sforzo comunicativo da parte delle persone in carne e ossa
anche nellaseppur limitata e limitantetraduzione in italiano.
Per quanto riguarda invece i rapporti sociali messi in evidenza in
queste tre parti del racconto, viene da chiedersi se sia effettivamente
necessario un pappagallo a fare da barriera fra le persone, o se non sia
soltanto una metafora che Hoshi utilizza per far riflettere su quante sono
le frasi di circostanza dette ogni giorno per togliersi d'impiccio o per
riempire silenzi altrimenti ancora pi imbarazzanti. Oppure, per
riprendere un concetto espresso da Matsushima, quale sia l'abisso tra ci
che si pensa e ci che si dice50. interessante notare come, tra l'altro, il
pappagallo, nelle sue elaborate circonvoluzioni, non si rivolga mai
veramente all'altra persona, bens alla sua controparte robotica. Questi,
in seguito, riporter in modo pi conciso il succo del discorso al suo
50Matsushima Sayuri,Hoshi Shinichi and the Space-age Fable, New Zealand
Journal of Asian Studies 5, 2 (December 2003), p. 106
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possessore. Sembra un passaggio inutile, nonch uno spreco di energie,
per ottenere un risultato nemmeno cos ottimale, visto che il pappagallo
che riceve il messaggio lo riporta poi, sostanzialmente identico a come
l'ha pronunciato la prima persona. I pappagalli che fanno da segretari,
quindi, potrebbero non essere altro che il simbolo di tutte le convenzioni
sociali che spingono gli esseri umani a comportarsi in modo educato e
civile, anche quando non ne avrebbero la minima intenzione. Come
sempre, Hoshi non fornisce spiegazioni in nessun senso.
Questo racconto fa parte di una raccolta compilata nel 1971, ovvero
scritto in tempi non sospetti, dato che la comunicazione via Internet era
ancora una possibilit teorica e certamente non a disposizione delle
masse51, come lo al giorno d'oggi. In ogni caso,Kata no ue no hisho
un racconto ancora straordinariamente attuale, specie se pensiamo allo
schermo del PC o del telefono cellulare come al pappagallo del nostro
tempo, ossia il parafulmine che ci salva da chiacchiere spiacevoli o
inutili, o lo strumento perfetto che si frappone tra noi e gli altri e ci aiuta
a trovare il coraggio di dire quello che non facile o corretto dire.
51In realt, la prima e-mail fu inviata proprio nel 1971, ma il suo uso era
limitato a una stretta cerchia di programmatori.(http://openmap.bbn.com/~tomlinso/ray/firstemailframe.html)
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Hoshi non si limita a immaginare come potrebbero evolversi le
nostre comunicazioni interpersonali in un futuro non troppo lontano, ma
crea un mondo del tutto automatizzato, nel 2050, con lo short short
Yukitodoita seikatsu (, 'vita agiata'), dalla raccolta
Bokko-chan. In questo racconto, Hoshi descrive la mattina tipica di un
uomo del futuro: la tecnologia di quest'epoca tanto avanzata che il
protagonista il signor Ter, di cui non conosciamo quasi nulla non
deve muovere un dito da quando si sveglia a quando arriva sul luogo di
lavoro. infatti una voce robotica a svegliarlo, mentre una mano
robotica a sollevarlo dal letto, fargli barba e doccia, preparargli la
colazione e accendere per lui il televisore mentre sta mangiando, e poi a
metterlo sul mezzo di trasporto che lo condurr in ufficio. Quando arriva
in ufficio, sono i suoi colleghi a notare che il povero signor Ter era
morto gi l