INDICE
INTRODUZIONE p.2
1. Biografia giovanile di Gyrgy Lukcs: la Grande Guerra p.9
2. In cammino verso la svolta del destino p.16
3. Il metodo dialettico e la coscienza di classe p.23
4. Il dibattito intorno a Storia e coscienza di classe nel 1924 p.37
5. La reificazione p.51
6. Le antinomie del pensiero borghese e il soggetto-oggetto identico p.66
BIBLIOGRAFIA p.77
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INTRODUZIONE
La reificazione (dal latino res,rei) un concetto che deriva dalla teoria del feticismo delle merci di
Karl Marx. Descrive un fenomeno specifico della nostra societ capitalista che nel suo sviluppo non
ha conosciuto alcuna diminuzione, anzi oggi in continuo incremento: nello scambio delle merci
gli uomini sono trasformati in cose, mentre le cose si animano nella loro oggettualit spettrale.
uno scambio, un quid pro quo, ma non un errore. Il feticismo delle merci una religione della
vita quotidiana1, una apparenza necessaria che nasconde il rapporto di sfruttamento da cui ha
tratto origine, ed funzionale alla produzione e riproduzione della societ capitalista. Gyrgy
Lukcs il pensatore che partendo da questa intuizione di Marx ha elaborato il concetto di
Verdinglichung (reificazione o cosificazione) come una categoria o filosofia totale, ossia una
concezione, ad un tempo, della conoscenza, della politica e della storia. Come egli stesso riconosce
nella Prefazione a Storia e coscienza di classe del 19672, per la prima volta dopo Marx
lestraneazione o lalienazione umana allinterno della societ capitalista viene posta al centro della
riflessione in ambito marxista. Nell'insieme Lukcs opera una attualizzazione e un dialogo costante
con la filosofia di Marx, frutto di uno studio sistematico e intenso della totalit aperta costituita
dalle opere del pensatore di Treviri, in unepoca in cui non erano state ancora pubblicate le opere
giovanili considerate oggi prettamente filosofiche, quali LIdeologia tedesca e i Manoscritti
economico-filosofici del 1844.
La questione della reificazione oggetto del saggio La reificazione e la coscienza del proletariato,
pubblicato da Lukacs nel 1923 in Storia e coscienza di classe3. Questa raccolta di saggi che non
hanno alcuna pretesa sistematica o dogmatica ed costitutivamente aperta alla discussione e alla
rielaborazione, lespressione di un marxismo critico, frutto di quella stagione rivoluzionaria
mondiale che segu la Rivoluzione dOttobre del 1917. Storia e coscienza di classe ha subto nel
1924 la dura condanna del marxismo ufficiale della III Internazionale che iniziava a conoscere quei
fenomeni di dogmatizzazione dei principi della Rivoluzione dOttobre, di repressione di ogni
dissenso critico e burocratizzazione delle strutture organizzative che saranno fondativi dello
stalinismo e porteranno alla sclerotizzazione del pensiero nella forma dal materialismo dialettico o
marxismo-leninismo. Lukacs accetta la condanna e ritira il libro dalla circolazione e cercher per
tutta la sua lunga vita una difficile convivenza con lo stalinismo. Questo libro che si guadagn il
1 K. Marx, Das Kapital, Kritik der politischen konomie, 1867, trad. it. di Ruth Meyer, Il capitale, critica delleconomia politica, Newton Compton, Roma 1970 2 G. Lukcs, Vorwort (1967), Geschichte und Klassenbewutsein, Berlin, Der-Malik Verlag, 1923, trad. it. G. Piana, Prefazione (1967), Storia e coscienza di classe, SugarCo Edizioni, Milano 1967 (1991) 3 G. Lukcs, Geschichte und Klassenbewutsein. Studienber marxistische Dialektik, Berlin, Der-Malik Verlag, 1923, trad. it. G. Piana, Storia e coscienza di classe, SugarCo Edizioni, Milano 1967 (1991)
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culto di un libro mitico e quasi dimenticato, che circolava in edizioni pirata presso gli studenti
tedeschi nei primi anni Sessanta4 ed era disponibile in rare traduzioni fino alla ristampa ufficiale
del 1967 preceduta da unampia Prefazione autocritica dellautore, ha esercitato una influenza
considerevole e sotterranea sulla filosofia del XX secolo. Alcuni dei suoi temi (come la
reificazione, la critica della razionalit moderna, e la critica della scienza) sono allorigine delle
riflessioni di Adorno, Horkheimer, Habermas e hanno influenzato anche lesistenzialismo di Sartre
e Merleau-Ponty; ma anche in Essere e tempo di Martin Heidegger, come sostiene Lucien
Goldmann in un corso di lezioni pubblicate dopo la sua morte5, sono presenti dei riferimenti
polemici impliciti a Storia e coscienza di classe. Insieme a Marxismo e filosofia di Karl Korsch con
il quale condivide anche la condanna dellInternazionale comunista nel 1924, Storia e coscienza di
classe alla origine di tutta quella tradizione del marxismo critico contemporaneo o marxismo
occidentale, come stato definito da Merleau-Ponty6.
Lukcs prende aspramente le distanze dalla sua opera del 1923 e, nella gi citata Prefazione del
1967, ne ricorda le motivazioni politiche e propriamente teoriche. Nella propria produzione
intellettuale per Lukcs sono avvenute numerose rotture caratterizzate dalla completa estraneit
verso quanto aveva precedentemente sostenuto. Gi un anno dopo la pubblicazione de Lanima e le
forme considerava il libro nella forma e nei contenuti completamente estraneo, come estranei gli
diverranno tutti i suoi scrittiprecedenti alladesione al partito comunista nel 1918, e infine prende le
distanze anche da Storia e coscienza di classe. Queste rotture non appaiono in realt cos totali
come Lukcs le caratterizza e in Storia e coscienza di classe, che pure si situa nel periodo della
adesione di Lukcs al comunismo e nel rifiuto pieno di odio per tutta la sua precedente vita
borghese nel capitalismo, sono rintracciabili alcune tracce delle sue opere precedenti. Nelle pagine
di Storia e coscienza di classe numerose sono anche i riferimenti agli autori con cui Lukcs aveva
ultimato la propria formazione intellettuale a Heidelberg, fra gli altri Max Weber, Georg Simmel e
Ernst Bloch. Pur riconoscendone i debiti specifici verso questo ambito intellettuale tedesco in
alcune elaborazioni concettuali di Lukcs, numerosi interpreti contemporanei accolgono troppo
acriticamente le definizioni che lautore ungherese nel 1967 d del proprio libro come
contraddistinto da un utopismo messianico, da un anticapitalismo romantico e da un
idealismo etico7. Soltanto lultima di queste definizioni, la riflessione etica e il suo carattere ideale,
4 S. iek, Georg Lukcs filosofo del leninismo, in Coscienza di classe e storia, codismo e dialettica, Edizioni Alegre, Roma 2007, pp. 121-122 5 L. Goldmann, Lukcs et Heidegger, Editions Denol, Paris 1973, trad. it. di E. D. Volpi, Lukcs e Heidegger, Bertani Editore, Verona 1976 6 M. Merleau-Ponty, Les aventures de la dialectique, ditions Gallimard, Paris 1955, trad. it. di D. Scarso, Le avventure della dialettica, Mimesis edizioni, Milano-Udine 2008 7 Cfr. G. Lukcs, Vorwort (1967), Geschichte und Klassenbewutsein, Berlin, Der-Malik Verlag, 1923, trad. it. G. Piana, Prefazione (1967), Storia e coscienza di classe, SugarCo Edizioni, Milano 1967 (1991)
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appare una costante nel pensiero di Lukcs che per ha un senso specifico che va inquadrato di
volta in volta nei singoli testi.
Affrontando il pensiero di un filosofo si spesso tentati dal ridurre la sua esperienza biografica a
nacque, lavor e mor, come fece Heidegger in un corso di lezioni su Aristotele. Per la filosofia di
Lukcs questa riduzione sembra davvero impossibile in quanto appare sempre collegata alle proprie
esperienze di vita e vissuti personali che in Storia e coscienza di classe riguardano lattiva militanza
politica in un periodo in cui la rivoluzione si credeva imminente. I saggi di questo libro, cos come
gli articoli e scritti coevi in esso non inclusi, traggono origine dalla specifica congiuntura reale e
politica e dialogano costantemente con i problemi della propria attualit. La filosofia di Lukcs ,
allora, un pensiero vissuto dal titolo che egli ha scelto nellabbozzo della propria autobiografia,
redatto in vecchiaia e rimasto incompiuto a causa della sua morte8. Sulle orme del libro di Stefano
Catucci Per una filosofia povera9, questa tesi prende in considerazione la stessa biografia di Lukcs
in un confronto costante con la sua produzione intellettuale e vede nella riflessione etica scaturita
dallesperienza della Grande Guerra del 1915-18 il vero punto di svolta del suo pensiero. La linea di
collegamento che si cerca in questa tesi fra Storia e coscienza di classe e le opere precedenti non
arriver ad una definizione ultima, ossia non vuole stabilire un netto rapporto di continuit o rottura
fra il pensiero del primo e del secondo Lukcs, n prospetta una soluzione definitiva riguardo la
suddivisione e la definizione della vasta produzione di Lukcs, che dovrebbe essere analizzata nella
sua totalit e non nei pochi testi qui presi in esame. In fondo, forse, la questione della continuit o
rottura fra i periodi della sua produzione e la sua sistematizzazione in una stringata definizione pu
apparire come die Wissenschaft des Nichtwissenwerten, come una scienza di quel che non vale la
pena sapere, quale fu il commento di Lukcs sulla discussione accademica cui aveva assistito
alluniversit di Berlino fra storici della letteratura sul reale colore degli occhi di Lotte nel Werther
di Goethe10.
La Grande Guerra produce un profonda crisi spirituale, ideale e politica in Lukcs che lo porta a
prendere le distanze da quella cerchia di Heidelberg, con cui era stato fino ad allora
intellettualmente solidale, e sfocia nelladesione al partito comunista ungherese. Lukcs sin
dallinizio del conflitto era profondamente antibellicista, al contrario di molti altri intellettuali come
anche Weber, Simmel e Lask cui era molto vicino. In Gli intellettuali tedeschi e la guerra descrive
lentusiasmo bellico che coinvolgeva ogni ambito della societ tedesca perch vi si vedeva una
possibilit di rigenerazione morale e, pi in generale, la possibilit di una nuova societ. Per
8 G. Lukcs, Gelebtes Denken.Eine Autobiographie im Dialog, intervista a cura di I. Ersi, Sendler, Frankfurt a. M. 1981, trad. it. di A. Scarponi, Pensiero vissuto. Unautobiografia in forma di dialogo, Editori Riuniti, Roma 1983 9 S. Catucci, Per una filosofia povera, Bollati Boringhieri, Torino 2003 10 G. Lukcs, Pensiero vissuto, cit., p.43
5
Lukcs, invece la guerra lesito pi conseguente dello sviluppo della modernit, della Zivilisation
capitalistica, e produce una spersonalizzazione totalizzante. Da questo deciso rifiuto della guerra,
attraverso una riflessione etica, Lukcs giunge a una filosofia povera11, che non ha aspirazioni
utopiche e non postula soluzioni totalizzanti. Letica concepita negli scritti qui denominati di
transizione (Il bolscevismo come problema morale e Tattica e etica) come una determinazione
essenziale della rivoluzione ed caratterizzata da unassoluta libert critica propria del soggetto
etico. Questi scritti di transizione ben documentano i dubbi, le critiche e il cambiamento nella
riflessione di Lukcs dettata dagli eventi storici che ha vissuto in prima persona. Con la
partecipazione alla Rivoluzione dei consigli ungherese nel 1919 e la successiva militanza nel partito
comunista, infatti, per Lukcs diviene possibile una mediazione tra letica come rivoluzione
permanente, contro lesistente in quanto tale che non raggiunge mai un punto di equilibrio12 e la
storia reale; diviene possibile pensare lazione rivoluzionaria senza che questa sia un atto di fede o
unassunzione di responsabilit tragica. Questa mediazione realizzata in Storia e coscienza di
classe nella formulazione della teoria della coscienza di classe del proletariato rivoluzionario.
A dispetto della scomunica ufficiale dellInternazionale e delle pesanti critiche che ricever a partire
dal 1924, lintenzione di Storia e coscienza di classe quella di essere una ortodossia, una
interpretazione della teoria di Marx nel senso di Marx13. Ci che accomuna i diversi saggi e filo
conduttore della raccolta, la riflessione sul metodo di Marx, il metodo dialettico. Questa insistenza
sul metodo dialettico, che ha portato alcuni interpreti a parlare di un carattere pandialettico
dellesposizione e dellimpianto di Storia e coscienza di classe14, volta sia a sottolineare il
carattere organico del marxismo contro tutte le sue interpretazioni banalizzanti, sia a specificarne il
carattere di teoria rivoluzionaria della societ. Nei saggi iniziali opera una divisione che una
chiara eredit della sua formazione ad Heidelberg: distingue tra metodo analitico delle scienze della
natura e metodo dialettico della scienza storico-sociale. Questa distinzione, se riprende la
terminologia dello Historismus tedesco, non riproduce per lopposizione tra Erklaren e Verstehen,
e fa parte pi in generale di una critica alla scienza assunta come ideale dai marxisti revisionisti o
volgari, riferimento polemico costante di Lukcs. La critica alla scienza, o allo scientismo, che ha
ampio spazio in Storia e coscienza di classe non conduce ad una sua piena svalutazione ma vuole
mostrare la dipendenza dalla struttura economico-sociale di ogni conoscenza e quindi
limpossibilit di verit ultime o dogmatiche. La dialettica in s rivoluzionaria perch consente la
11 Cfr. S. Catucci, Per una filosofia povera, cit. 12 G. Lukcs, Discussione sullidealismo conservatore e progressista 13 G. Lukcs, Einfhrung (1922), Geschichte und Klassenbewutsein, Berlin, Der-Malik Verlag, 1923, trad. it. G. Piana, Introduzione (1922), Storia e coscienza di classe, SugarCo Edizioni, Milano 1967 (1991) 14 M. Vacatello, Lukcs da Storia e coscienza di classe al giudizio sulla cultura borghese, La Nuova Italia, Firenze 1968, p.6
6
conoscenza della totalit, totalit concreta o totalit dellempiria, e non un astratto universale, che
possibile al proletariato nellacquisizione della sua coscienza di classe per realizzare un
rovesciamento della societ capitalista. Dire che la conoscenza della verit e della totalit della
societ possibile soltanto ad una classe, ad un soggetto collettivo e transindividuale, significa che
il sapere radicato nella realt e si sviluppa nella storia. Per Lukcs il materialismo storico va
applicato anche a se stesso, non esistono verit ultime essendo la verit pi che altro un processo di
falsificazione o di verificazione senza fine, ed occorre sostanzialmente fare una relativizzazione
del relativismo. Questa operazione possibile soltanto se nella conoscenza viene compreso un
elemento pratico e quindi la dialettica unit di teoria e prassi, di pensiero ed essere, che consente il
superamento di una concezione genericamente relativista o oggettivista. La coscienza di classe la
possibilit di raggiungere questa conoscenza della totalit nella prassi rivoluzionaria del
proletariato, un soggetto collettivo che non nella societ capitalista e la sua affermazione non pu
che condurre alla sua autonegazione; e allora la filosofia si compie annullandosi. La conoscenza
scientifica razionalistica e formale propria delle scienze della natura , invece, sempre ferma in un
atteggiamento contemplativo e tranquillizzante, effetto dello sviluppo e della struttura economica
della societ capitalista. La dialettica un interrogativo permanente15 sulla realt presente che ci
mostra come, quando il sapere assume come riferimento essenziale il proletariato, ossia negazione
del capitalismo e la sua correlativa autonegazione, approfondisce il domandare umano anzich farlo
cessare. Il marxismo cos elaborato da Lukcs una concezione antidogmatica che non si fissa mai
in verit ultime, critica e sempre autocritica di s, ed strettamente legata allattivit
rivoluzionaria del proletariato.
In corrispondenza alla scomunica ufficiale del V congresso dellInternazionale nel 1924 vengono
scritte dai marxisti ufficiali una serie di pesanti recensioni critiche a Storia e coscienza di classe e
pi in generale sono la figura e la posizione politica di Lukcs ad essere messe sotto accusa per il
suo essere un esponente di una frazione politica del partito comunista ungherese sciolta dautorit e
per la sua espressione di un dissenso critico che, nel nascente stalinismo, non si era pi disposti a
tollerare. Lukcs probabilmente tra la fine del 1925 e linizio del 1926, non ancora ridotto al
completo silenzio e allabiura affida la sua risposta ad un manoscritto che non venne mai
pubblicato, dal titolo Codismo e dialettica16. Questa risposta una sintesi e un approfondimento dal
punto di vista delle critiche di Storia e coscienza di classe. Lukcs chiarisce il senso della sua
critica alla dialettica della natura di Engels, che aveva attirato le pi numerose polemiche perch
15 M. Merleau-Ponty, Le avventure della dialettica, cit., p.68 16 G. Lukcs, Chvostimus und Dialektik, Aron Verlag, Budapest 1996, trad. it. M. Maurizi, Coscienza di classe e storia, codismo e dialettica, Edizioni Alegre, Roma 2007
7
responsabile di sostenere un marxismo ortodosso contro uno dei due autori principali del marxismo,
e il senso prettamente politico della coscienza di classe. La coscienza di classe del proletariato
dovrebbe giungere ad annullare se stessa una volta raggiunta la propria consapevolezza, cio
dovrebbe sopprimere il capitalismo e la societ articolata in classi. possibile per che la coscienza
di classe esista prima della sua concreta realizzazione: questa la militanza nel partito comunista.
Nellattivit pratico-critica allinterno di una organizzazione rivoluzionaria in cui fondamentale
importanza ha lautocritica, il continuo rimettere in discussione i propri principi e presupposti,
possibile acquisire la coscienza di classe per i militanti e da questi al resto del proletariato. Lukcs
nel suo marxismo rivoluzionario al tempo stesso rigoroso: si pone concretamente il problema
delle forme organizzative e delle loro pratiche necessarie affinch sia possibile unazione
rivoluzionaria. La militanza allinterno del partito comunista non chiusa in se stessa richiede uno
scambio e una comunicazione costante con il resto del proletariato e il senso ultimo della prassi per
Lukcs proprio quello del confronto e del relazionarsi allaltro. Questa riflessione sulle forme
organizzative va sempre tenuta presente in Storia e coscienza di classe e Lukcs non pu essere
visto come un raffinato critico depoliticizzato della reificazione capitalista cos come stato letto da
molti autori successivi. Lukcs stato un attivo militante del partito comunista e per lui la
Rivoluzione russa quellevento che ristruttura interamente il proprio pensiero e la propria vita.
La reificazione descrive un fenomeno inquietante che si realizza compiutamente in una societ a
capitalismo avanzato. Gli oggetti atti a soddisfare i bisogni degli uomini appaiono a loro
completamente estranei nella loro oggettualit spettrale, il loro stesso lavoro assume questa
carattere di cosalit nel trasformarsi in una semplice attivit meccanica, e la stessa coscienza degli
uomini diviene reificata, smembrata nelle sue funzioni parziali. Questa seconda natura
totalizzante e totalitaria si manifesta anche nel comportamento degli individui, che sempre
calcolato razionalmente e non si espone mai al rischio: una vita assicurata. Lanalisi di Lukcs
della reificazione capitalista viene, inoltre, confrontata con una descrizione affine, ma anche
profondamente differente, che Martin Heidegger fa in Essere e tempo17 riguardo allesistenza
inautentica quotidiana e alla dittatura del Si (Mann) impersonale. Un altro confronto si stabilisce
con La dialettica dellIlluminismo di Horkheimer e Adorno18, autori che sono stati profondamente
influenzati dalla filosofia di Lukcs.
La reificazione una estraneazione totale, o una perdita della totalit. Questa si pu incontrare
anche nella scienza e nella filosofia. Nelle Antinomie del pensiero borghese19, Lukcs interpreta la
17 M. Heidegger, Sein und Zeit, Max Niemeyer Verlag, Tbingen 1927, trad. it. di Pietro Chiodi, Essere e tempo, Longanesi & Co, Milano 1976 18 M. Horkheimer - T. W. Adorno, Dialektik der Aufklrung. Philosophische Fragmente, Social Studies Ass. inc, New York 1944, (trad. it. di Renato Solmi, Dialettica dellilluminismo, Einaudi, Torino 1997 19 Cfr. G. Lukcs, La reificazione e la coscienza del proletariato in Storia e coscienza di classe, cit.
8
filosofia moderna, principalmente la filosofia di Kant, come espressione sul piano del pensiero della
reificazione capitalista nella sua elaborazione di una soggettivit che costituisce il mondo ma cade
costantemente nel problema della cosa in s e del nuomeno. Con Hegel diviene possibile superare la
reificazione capitalista con il porre laccento sulla storia delluomo e con la formulazione di una
soggettivit come produttrice della totalit dei contenuti, ossia il riconoscimento di s nel suo essere
altro. Hegel si arresta, per, ad una soluzione idealistica postulando come soggetto della storia
lastratto Spirito del Mondo, che esterno alla storia. Lukcs crede invece di trovare nel proletariato
il soggetto-oggetto identico della storia che nella sua autoconoscenza rappresenta la verit di tutta la
realt e dovrebbe arrivare a sopprimere se stesso in questa unit. Lukcs arriva a conclusioni
profondamente hegeliane in Storia e coscienza di classe come egli stesso ha riconosciuto nella
Prefazione del 196720. La reificazione, infatti, in cui Lukcs non opera una distinzione tra
oggettivazione e alienazione, arriva in ultima analisi a coincidere con lo scandalo che ci sia un
mondo; ma il suo senso eminentemente politico. La reificazione propria del capitalismo europeo
degli anni 20 e ne esprime il dominio oppressivo in tutti gli ambiti della societ, ma allora non pu
che significare soltanto il suo vicino superamento: il capitale produce i suoi stessi affossatori in quel
periodo in cui la rivoluzione si credeva imminente, in quella stagione rivoluzionaria europea del
1917-1923 che segue levento della Rivoluzione dOttobre. questo evento, o lidentificazione con
una determinata e storica rivoluzione, che porta Lukcs alla ricerca di una solida base ontologica
che lo porta ad operare una falsa totalizzazione dellidentit di soggetto e oggetto della storia nel
partito comunista e nella rivoluzione russa.
Letica da cui era partito nella sua riflessione sulla guerra mantiene, per, nella dialettica del
proletariato rivoluzionario il suo carattere di assoluta libert critica e il marxismo di Lukcs in s
contrario a prese di posizione dogmatiche. Se le sue conclusioni sono per certi aspetti messianiche,
la realizzazione del soggetto-oggetto della storia non pu che significarne la fine, non sono
utopiche. Lukcs si sforza attivamente di pensare una soggettivit rivoluzionaria totalmente
emancipativa per corrispondere a quella rivoluzione che credeva fosse allordine del giorno.
20 Cfr. G. Lukcs, Prefazione (1967), Storia e coscienza de classe, cit., p.XXIV e seguenti
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1. Biografia giovanile di Gyrgy Lukcs: la Grande Guerra
La mia prima conoscenza con Marx (con il Manifesto dei comunisti) la feci sul finire dei
miei studi liceali. Limpressione fu straordinaria, e da studente universitario ho letto
parecchi degli scritti di Marx e di Engels (come Il 18 Brumaio di Luigi Bonaparte, Lorigine
della famiglia) e in particolare ho studiato a fondo il primo volume del Capitale. Questo
studio mi convinse dellesattezza di alcuni punti centrali del marxismo1.
Gyrgy Lukcs nato il 13 Aprile 1885 a Budapest da una ricca famiglia di origine ebraica. Il padre
Jozsef Lwinger, direttore della filiale a Budapest della Banca anglo-austriaca, nel 1890 aveva
cambiato il proprio nome in Lukcs e ricevuto dagli Asburgo un titolo nobiliare. Della sua infanzia,
fatta di educazione e buone maniere della ricca borghesia, Gyrgy Lukcs non ha un ricordo
pienamente felice, anzi scriver che stata una fonte di un odio pieno di disprezzo, contro la vita
nel capitalismo2. Questa prima lettura di Marx, negli anni del liceo e delluniversit,
accompagnata dalla sua vera passione giovanile: il teatro. Inizia giovanissimo e scrivere alcuni
drammi teatrali ispirati a Ibsen e Hauptmann3 e ottiene un incarico di critico teatrale su alcune
riviste ungheresi. Dal 1904 al 1908 d vita, insieme a Lszl Bnczi, Marcell Benedek e Sndor
Hevesi, ad una compagnia teatrale, la Thalia, che si propone di presentare a Budapest il teatro
contemporaneo da Ibsen a Maeterlink. In questa breve esperienza, bench importante per la propria
conoscenza della tecnica e della forma drammatica, Lukcs realizz due delusioni personali: capii
che non ero uno scrittore e, in secondo luogo, che non ero un regista4. Si laurea nel 1906 a
Budapest e approfondisce gli studi a Berlino e ad Heidelberg. Qui i suoi interessi mutano in
direzione della filosofia sotto linflusso del predominante neocriticismo e storicismo tedesco,
frequentando quella cerchia intellettuale che si radunava in casa di Max e Marianne Weber, quello
che stato definito il circolo di Heidelberg, frequentato, fra gli altri, da Georg Simmel e Emil
Lask. Lukcs continua ad approfondire lo studio delle opere di Marx, che per ad Heidelberg legge
con le lenti metodologiche ampiamente condizionate da Georg Simmel e Max Weber5, cio
reputando il pensatore di Treviri solo come leconomista e il sociologo pi competente6. Nei t
domenicali in casa Weber, conosce anche Ernst Bloch che ebbe su di lui unenorme influenza in
direzione della filosofia: incontravo in Bloch il fenomeno che qualcuno filosofava come se lintera
1 G. Lukcs, Mein Weig zu Marx, in Internationale Literatur (Mosca), n.2, 1933. La mia via al marxismo Traduzione di Ugo Gimmelli. Pubblicato in Nuovi argomenti, n.33, 1958 (Marxismo e politica culturale, Einaudi, Torino 1968) 2 G. Lukcs, Prefazione a Storia e coscienza di classe (1967), cit., p.IX 3 Ringraziando il cielo non rimasto nulla. Erano di sicuro orribilmente brutti. A diciotto anni bruciai tutti i miei manoscritti; G. Lukcs Pensiero vissuto: unautobiografia in forma di dialogo, cit., p.34 4 G. Lukcs, Pensiero vissuto, cit., p.37 5 G. Lukcs, Prefazione a Storia e coscienza di classe (1967), cit., p. XL 6 G. Lukcs, La mia via al marxismo, cit. , p.13
10
filosofia odierna non esistesse, che era possibile filosofare ai modi di Aristotele o di Hegel7. I suoi
primi scritti trattano esclusivamente di critica letteraria ed estetica: pubblica in ungherese La forma
drammatica (1909), Metodologia della storia letteraria (1910), Cultura estetica (1911), Storia
dellevoluzione del dramma moderno (1912), e in tedesco Lanima e le forme (1911). Si
aggiungono a questo periodo alcuni libri incompiuti: lEstetica di Heidelberg, scritta per ricevere
labilitazione allinsegnamento universitario, La filosofia dellarte e il Dostoevskij; scrive inoltre
durante la guerra, nel 1915, La teoria del romanzo.
La Grande Guerra produce in Lukcs una profonda crisi spirituale, ideale e politica che sfocia,
verso la fine del 1918, nelladesione al movimento rivoluzionario e nelliscrizione al Partito
comunista, coincidente con un secondo intenso studio di Marx: Questa volta per si trattava di un
Marx non pi guardato attraverso la lente di Simmel ma attraverso quella hegeliana. Non pi Marx
come eminente specialista, come economista e sociologo; si cominciava gi a delineare il
filosofo dal largo pensiero, il grande dialettico8. Sin dal 1914 Lukcs stato profondamente
contrario alla guerra, insieme a non molti altri intellettuali nella Germania di inizio Novecento. Con
le parole di Fichte definisce, in La teoria del Romanzo, quel periodo come epoca della compiuta
peccaminosit9, e non partecipa per nulla allentusiasmo dellambiente intellettuale tedesco,
proprio anche del circolo di Heidelberg che port ad arruolarsi volontari alle prime avvisaglie del
conflitto Weber, Simmel e Lask (che vi trov la morte). Esaltazione bellica che ben espressa da
una lettera inviata a Lukcs il 22 Ottobre 1914 dal suo conoscente e futuro docente di economia
Hans von Eckardt, per il quale la natura della guerra lunico, unificante destino di infinite
persone, la valanga che forma nature, idee, fedi singole in una sola grande realizzazione Il
tedesco (e ogni altra persona razionale) lotta per la realizzazione delle possibilit di dedizione
dellanima del suo popolo, per il massimo potenziamento della pi forte espressione di esso, per
lattivo conseguimento della vittoria!10. Max Weber, che si rammarica di non poter essere
impiegato sul campo di battaglia per motivi di salute, dirige ad Heidelberg lorganizzazione degli
ospedali militari. Nella guerra Weber vede crescere uno spontaneo senso di comunit, che
riconduce alla improvvisa pienezza di senso che la vita acquista quando in contatto con la morte,
o meglio con una morte che, a sua volta, riceve senso proprio dalla guerra. Nella morte sul campo
lindividuo crede di morire per qualcosa, in un atto di eroismo, in cui il proprio io viene sacrificato
7 G. Lukcs, Pensiero vissuto, cit., p.44 8 G. Lukcs, La mia via al marxismo, cit. , p.13 9 G. Lukcs, Pensiero vissuto, cit., p.58 10 G. Lukcs, Lukcs Gyrgy ifjukori levelezse, Corvina Kiad, Budapest 1984, trad. it. di A. Scarponi, Epistolario 1902-1917, Editori Riuniti, Roma 1984 Le circa1600 lettere che compongono lepistolario giovanile di Lukcs, insieme a quaderni di appunti, un diario e alcuni manoscritti, sono state trovate in una valigia depositata nella cassaforte della Deutsche Bank a Heidelberg nel 1917 e mai pi richieste indietro dal suo proprietario. Molti hanno congetturato sulla rimozione di questo insieme di ricordi coincidente con la svolta marxista di Lukcs.
11
ai valori della comunit restituendo, cos, alla vita di ogni giorno un senso autentico11. Quale che
sia il risultato, scrive Weber il 28 Agosto 1914, questa guerra con tutte le sue atrocit, pur
sempre grande e meravigliosa12. La scelta antibellicista di Lukcs, che gener un profondo
distacco e isolamento da quellambito intellettuale cui era stato fino ad allora profondamente legato,
non fu ancora determinata dalla militanza nel Partito comunista, ma dalla stessa base gnoseologica
del neokantismo e dello storicismo, da quella stessa contrapposizione della Kultur alla Zivilisation
nel destino dellOccidente propria della Kriegsideologie, dellideologia della guerra13. In Gli
intellettuali tedeschi e la guerra14, scritto del 1915, incompiuto, proprio perch chiamato a prestare
il grande Moloch15 del servizio militare, Lukcs esprime il suo acceso antibellicismo. Inizia con
il considerare lentusiasmo per la guerra, in cui presente un senso dintensit: lesperienza
profonda di un respiro di sollievo, di liberazione da uno stato avvertito come ormai
insostenibile16. Della guerra non si approvano soltanto gli obiettivi e la necessit storica cui si
crede costretta la Germania, ma semplicemente il suo esserci, il suo essere altro rispetto alla
latenza fino a quel momento17. questa trasformazione dellintera realt che viene salutata con
giubilo. Questa novit assoluta che avr origine al termine del conflitto qualcosa di inconcepibile,
indeterminabile a priori nella forma e nei contenuti, verso cui necessario un coinvolgimento e una
preparazione di tutti i singoli individui: ci si deve liberare da tutti i vecchi pregiudizi, buttarsi nel
nuovo, partecipare18. Unica determinazione di questo mondo che sorger dalle macerie della
guerra lunit, il superamento di tutte le differenziazioni disgreganti. Nel cameratismo di guerra
viene visto dagli intellettuali tedeschi il segno di una nuova comunit umana solidale, in cui avr
termine lindividualismo esasperato che non solo separa gli intellettuali come ceto dagli altri
gruppi, ma anche separa e isola cos nettamente ogni singola, vera personalit da tutte le altre19.
Questa esaltazione della guerra e dei suoi effetti, in Germania, non immediatamente identificabile
con il patriottismo, trattandosi, semmai, di unesperienza inesprimibile, quasi religiosa, la cui
comprensione deve restare preclusa per sempre a chi ad essa estraneo20. Per lappunto, Georg
Simmel, rispondendo ad una lettera di Marianne Weber riguardo la contrariet di Lukcs, scrive che
11 Cfr. S. Catucci, Per una filosofia povera, Bollati Boringhieri, Torino 2003, p.30-33 12 Marianne Weber, Max Weber. Una autobiografia, citazione in S. Catucci Per una filosofia povera, cit., p.32 13 per il rapporto degli intellettuali con la guerra vedi D. Losurdo, La comunit, la morte, l'Occidente, Bolatti Boringhieri, 1991 14 G. Lukcs, Die deutsche Intellektuellen und der Krieg (1915), in Text und Critik, trad. it. di V. Franco, Gli intellettuali tedeschi e la guerra, in La responsabilit sociale del filosofo, Pacini Fazzi editore, Lucca 1989 15 Cfr. G. Lukcs, Epistolario 1902-1917, cit., Lettera di Lukcs a Paul Ernst del 2 agosto 1915, p.366 16 G. Lukcs, Gli intellettuali tedeschi e la guerra, in La responsabilit sociale del filosofo, cit., p.16 17 Ivi, p.16 18 Ibidem 19 Ivi, p.17 20 Ibidem
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inutile discutere della grandiosit della guerra, perch questa si pu cogliere solo intuitivamente21.
Il tanto decantato eroismo dei soldati, argomento principale della retorica bellicista, ridotto da
Lukcs ad unanonima disciplina militare totalizzante, determinata dal carattere di massa
dellesercito e dalla moderna tecnica militare, in una guerra in cui si realizza lidea che tutti sono
soldati. Si produce nella guerra una spersonalizzazione, in cui le qualit eroiche sono
presupposti ordinari del soldato di massa impersonale: lessere eroe stesso non considerato pi
come uno stato eccezionale ma rientra nella calcolabilit della guerra moderna, nel programma
scientifico di annientamento del nemico. Le virt decisive delleroismo, inoltre, non sono
assolutamente qualcosa di nuovo, ma quelle pi primitive, molto poco europee, le virt delle
guerre indiane22. Il nemico, infine, non visto in modo visceralmente ostile, essendo anchegli
un semplice eroe anonimo, e rinasce cos, esprimendosi anche in un cameratismo sportivo23,
la cavalleria: chiaro simbolo di un eroismo e di una guerra che non hanno nulla di nuovo.
Mediocrit, impersonalit, completa subordinazione della personalit24 sono fenomeni presenti da
tempo nella nostra storia, ma sono resi ancora pi evidenti dalla comparsa delleroe anonimo, di
un uomo completamente disciplinato dalle moderne tecniche di guerra e dal razionalismo bellico.
Per Lukcs quindi la guerra non pu assolutamente creare un nuovo tipo di eroe e restituire un
senso autentico allesperienza. Gi nellAnima e le forme25 rivendicava unesigenza di autenticit
contro la perdita di senso subita dallesperienza nella modernit e, nella lettera a Leo Popper che
apre la raccolta di saggi, distingueva due tipi di realt dellanima: la vita, e il vivere. Da
quando esiste una vita e degli uomini che vogliono capirla e ordinarla esistito sempre questo
dualismo nelle loro esperienze26. un dualismo fra essenza e empiria dellesperienza: la vita,
che necessaria e non contingente, il senso e lautenticit dellesperienza, ma non vita vissuta,
potendosi pi che altro rappresentare in forma drammatica o in poesia; il vivere , invece, una
realt impossibile da stilizzare e da ridurre in forme, altrimenti lesperienza risulterebbe impoverita,
in quanto ne il significato pi pieno e profondo. La purificazione della vita, il suo innalzamento
allessenza dellesperienza lesito proprio della forma della tragedia, ma non pu essere quello
della vita reale e concreta. Nessuno pu vivere allaltezza dellessenza, allaltezza dellessere-
21 G. Lukcs, Pensiero vissuto, cit., p.54 22 G. Lukcs, Gli intellettuali tedeschi e la guerra, cit., p.18 23 Si pensi alla guerra aerea: in ogni Paese belligerante erano fatte delle classifiche che ordinavano gli aviatori in base al numero dei nemici abbattuti e dei duelli vittoriosi. Queste erano riportate dalla stampa di tutti i Paesi, anche dalla testate sportive, e molta fortuna ebbero le memorie degli eroi dellaria pubblicate subito dopo il conflitto (come quelle del celebre e temibile Barone Rosso tedesco, M.von Richthofen). 24 G. Lukcs, Gli intellettuali tedeschi e la guerra, cit., p.19 25 G. Lukcs, Die Seele und die Formen, Ferenc Jnossy, 1910, trad. it. di S. Bologna, Lanima e le forme, Se srl, Milano 2002 26 Ivi, p.19
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perfetto che lesserci delluomo della tragedia27. Ogni esperienza, compresa quella estetica,
non pu compiersi che partendo da una pregiudiziale mancanza di senso, da unapertura che la
condizione di possibilit dellesistenza. Al di l del proto esistenzialismo del giovane Lukcs, che
lo avvicina alla successiva riflessione di Martin Heidegger, questa posizione si oppone pi in
generale a tutte le varianti del volontarismo etico e a tutti i tentativi di ricondurre il senso di
unesistenza nel quadro di una escatologia o di un compimento, fosse pure quello utopico di una
realizzazione a venire28. La guerra non pu assolutamente rappresentare per Lukcs la via di
accesso privilegiata al senso dellesperienza, proprio per questa sua elaborazione della
irraggiungibile autenticit della vita. Neanche pu fondare una nuova comunit umana, n
contrastare la spersonalizzazione del razionalismo positivista proprio della societ capitalista. Anzi
lesito pi coerente ed estremo dello sviluppo tecnico e razionale della Zivilisation capitalista. La
guerra luniversale in cui la vita dei singoli totalmente assorbita, e nella disciplina di guerra
totalizzante richiede la complicit di tutti: bisognava mettere in gioco la propria vita e diventare
individualmente omicidi, criminali, vittime affinch quanto vi fosse di antiumano nel sistema
continuasse a vivere.29 Di fronte a questo coinvolgimento totale, Lukcs rifiutava con veemenza la
guerra e cercava ogni mezzo per evitare il servizio militare, giustificando anche luso della violenza
se fosse stato necessario. Richiede un certificato medico per una grave malattia nervosa che lo esuli
dalla coscrizione, accordatogli dal pur favorevole alla guerra Karl Jaspers30, e sfrutta i lati deboli del
sistema: tramite linfluenza del padre e la corruzione delle gerarchie militari, ottiene il congedo
militare dopo un breve periodo nei servizi ausiliari e nella censura postale31. La rivoluzione russa
dellOttobre del 1917 fece uscire Lukcs da un periodo di disperazione: solo con la rivoluzione
russa si aperta anche per me, nella realt stessa, una prospettiva per il futuro si era aperta per
lumanit una via che conduceva al di l della guerra e del capitalismo32.
La sua conversione, il suo processo di avvicinamento al marxismo, stata spesso giudicata come
guidata dalle istanze di un aristocratico anticapitalismo romantico, comune a quella cerchia
intellettuale di Heidelberg, in special modo a Max Weber, e da un messianismo che vedeva nella
rivoluzione la redenzione dellumanit, lavvento concreto dellutopia. Per questa lettura, favorita
dallo stesso Lukcs, lutopia sarebbe quindi il principio-guida costante che muove lautore
ungherese dal romanticismo escatologico giovanile al marxismo, per cui anche lopera del 1923
conserverebbe proprio questo carattere utopico. Ma numerose testimonianze nei suoi testi indicano
27 Ivi, p.237 28 S. Catucci, Per una filosofia povera, cit. , p.82 29 G. Lukcs, Pensiero vissuto, cit. p.208 30 G. Lukcs, Epistolario 1902-1917, cit., Lettera di Gyrgy Lukcs a Karl Jaspers 9 settembre 1915 31 G. Lukcs, Pensiero vissuto, cit., p.55-56 32 G. Lukcs, Prefazione a Storia e coscienza di classe (1967), cit. p.X
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come in Lukcs operano sin dallinizio preoccupazioni molto diverse da quelle di un utopismo:
innanzitutto la riflessione etica, e la sua distinzione dalla dimensione della storia e della politica, a
dominare questo suo processo di avvicinamento al marxismo. Questa lettura del pensiero di Lukcs
sulletica e sullazione politica, condotta secondo un principio di diffidenza verso le ricostruzioni
autobiografiche dellautore ungherese, per il quale sarebbero avvenute nella sua lunga attivit
numerose rotture caratterizzate dalla completa estraneit verso quanto ha precedentemente
sostenuto. Nella Prefazione a Storia e coscienza di classe ne ricorda alcune: un anno dopo la
comparsa dellLanima e le forme ho scritto in una lettera di ringraziamento a Margarethe Susmann
per la sua recensione del libro che esso mi diventato nella sua totalit e nella sua forma del tutto
estraneo33. Cos accadde con la Teoria del romanzo, e cos con Storia e coscienza di classe34.
Possiamo ritrovare questa riflessione etica in uno scambio epistolare tra Lukcs e Paul Ernst
dellaprile e maggio del 1915. Nella sua prima lettera Lukcs riflette sullesperienza e il clima della
guerra, in cui il totalizzante potere delle strutture statali considera obbligatorie le relazioni tra
lanima dei singoli individui e lo spirito oggettivo dello Stato, costringendo, per esempio, al
servizio militare, schiavit pi abietta che si sia mai data35. Il potere reale dello Stato non si pu
negare, ma questa ideologia delladeguamento delletica individuale allo spirito oggettivo dello
Stato, il peccato mortale del pensiero a partire da Hegel: quello di fornire di una consacrazione
metafisica ogni potere36. Alla risposta di Ernst che crede che lo Stato sia pi di un potere e
appartenga in qualche modo allessenza delluomo, che ci sia in esso una parte del mio s37,
Lukcs risponde facendo una separazione tra s e lanima. una distinzione tra soggetto
politico e soggetto etico, cui corrispondono anche due diversi tipi di etica: una vecchia etica
(doveri nei confronti delle strutture) e una seconda etica (imperativi dellanima)38. Lerrore
dellideologia della guerra e il peccato della filosofia di Hegel consiste nellinnalzare il soggetto
storico-politico allaltezza delletica, cosa che implica un divenir sostanziale delloggetto
corrispondente, un considerare le istituzioni politiche come valori in s, immutabili e conservative.
La seconda etica consiste invece in un atteggiamento critico irrinunciabile, in unesigenza di
libert assoluta cui nessuna istituzione politica pu fornire una risposta adeguata. Il riferimento
allutopia quindi, in questo quadro, ha in Lukcs un significato essenzialmente critico: lutopia si
declina al presente, perch mostra agli individui che possibile pensarsi in modo diverso e non
conciliarsi con lordine esistente. Letica, scrive Lukcs in un intervento ad una discussione della
33 G. Lukcs, Epistolario 1902-1917, Lettera di Gyrgy Lukcs a Margarete von Bendemann 25 Settembre 1912, cit., p.303 34 G. Lukcs, Prefazione a Storia e coscienza di classe, cit., XLII 35 G. Lukcs, Epistolario 1902-1917, Lettera di Gyrgy Lukcs a Paul Ernst 4 maggio 1915, cit., p.360 36 G. Lukcs, Epistolario 1902-1917, Lettera di Gyrgy Lukcs a Paul Ernst 14 Aprile1915, cit., p.356 37 G. Lukcs, Epistolario 1902-1917, lettera di Paul Ernst a Gyrgy Lukcs 28 Aprile 1915, cit., p. 358 38 G. Lukacs, Epistolario 1902-1917, Lettera di Gyrgy Lukacs a Paul Ernst 4 Maggio 1915, p.360
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Libera Scuola di scienze dello spirito di Budapest, pochi mesi prima delladesione al partito
comunista, una rivoluzione permanente contro lesistente in quanto tale, in quanto qualcosa che
non raggiunge il suo ideale etico; e dal momento che una rivoluzione permanente, una rivoluzione
assoluta, in grado di definire e di correggere lorientamento e il cammino del vero progresso,
quello che non raggiunge mai un punto di equilibrio39. Non lutopia e la prospettiva di una
redenzione futura sono i motivi dellavvicinamento di Lukcs al marxismo, ma una riflessione etica,
che diviene sempre pi critica con lesperienza della guerra e il suo potere totalizzante, e che riesce
ad uscire dalla disperazione in cui versava, con levento storico della rivoluzione russa. Questa
riflessione non rimane allesterno della realt presente, in atteggiamento meramente contemplativo,
ma vi partecipa attivamente, perch pensarsi in modo diverso direttamente legato ad una diversa
possibilit di agire, seguendo quella seconda etica per giungere alla rivoluzione assoluta reale.
Quindi etica e politica, riflessione filosofica e militanza comunista, non sono due sfere interamente
sovrapponibili nel cammino intellettuale e biografico di Lukcs. Se la rivoluzione possiede un
carattere etico essenziale non perch possa restituire allesperienza un senso autentico o una
realizzazione ideale, ma perch rappresenta la realizzazione sul piano della prassi e dellazione
della critica alla spersonalizzazione moderna, che ha visto nella guerra raggiungere il suo apice.
Lukcs si differenzia nel delineare il problema dellautenticit dellesperienza da Weber e Simmel e
quanti altri condividevano la Kriegideologie, e non fa una riflessione astratta e romantica sulla
povert e mancanza di senso della vita nella moderna societ capitalista ma, secondo
linterpretazione di Stefano Catucci del testo Sulla povert di spirito40, la filosofia stessa che di
fronte allemergenza del presente deve farsi povera: non deve unilateralmente pretendere di
dirigere i movimenti storici in atto, ma deve restituire alla prassi, alla politica, alla sociologia e
alleconomia il ruolo e lincidenza che spettano loro41. La filosofia deve farsi in qualche modo da
parte, non aver alcuna pretesa alla totalizzazione e non costruire sistemi compiuti, per quello su cui
sinterroga Lukcs, senza mai porsi allesterno della storia ma partecipando attivamente, la
possibilit di riuscire a pensare lazione nel presente in modo adeguato a quella libert critica del
soggetto etico.
39 G. Lukcs, A konservativ s progressziv idealismus vitaja, Discussione sullidealismo conservatore e progressista in Cerrutti, Claussen, Krahl, Negt, Schmidt Storia e coscienza di classe oggi con scritti inediti di Lukcs (1918-1920), edizioni Aut Aut, Milano 1977, p.109 40 Cfr. Gyrgy Lukcs Sulla povert di spirito. Scritti (1907-1918), Cappelli, Bologna 1981 41 S. Catucci, Per una filosofia povera, cit., p.16
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2. In cammino verso la svolta del destino1
La rivoluzione russa stata levento che ha consentito a Lukcs di uscire dalla disperazione senza
precedenti in cui la Grande guerra lo aveva gettato insieme a tutta la sua epoca contemporanea.
Lukcs fece allora una scelta che lo ha accompagnato per tutta la vita: una scelta di adesione
assoluta alla rivoluzione comunista2. Quello che Lukcs scrive nel periodo che va dalla fine della
guerra, alla sua iscrizione al partito comunista alla fine del 1918, fino alla sua partecipazione alla
Rivoluzione dei Consigli ungherese nel Marzo 1919, mostra lo sviluppo di questa decisione
personale. In essi Lukcs ricerca una unit possibile tra quellassoluta libert critica delletica e
lazione concreta liberatrice che ha visto la luce con la rivoluzione russa del 1917, tenta di pensare
lazione rivoluzionaria come assoluta liberazione degli individui e dellumanit. Il bolscevismo
come problema morale3, del dicembre 1918, descrive il profondo dubbio morale che accompagna la
sua adesione al partito comunista, sintetizzabile nel dilemma: si pu ottenere qualcosa di buono
con mezzi cattivi, la libert per la via delloppressione?4. Per Lukcs la questione della rivoluzione
bolscevica come in ogni questione di rilievo, di natura etica, mentre largomento che prende in
considerazione soltanto la maturit della situazione economica-politica a priori insolubile5.
La rivoluzione essenzialmente una questione di volont degli individui. Nella teoria marxista
Lukcs distingue la sociologia dalla filosofia della storia, e, dunque, i cardini del sistema
appartengono a due campi concettuali ben distinti: da un lato la dottrina della lotta di classe come
motrice della storia riguarda la sociologia, ed priva di connotati valutativi; dallaltro il regime
socialista chiamato ad abolire ogni differenza di classe e ogni oppressione un programma
morale per costruire un sistema mondiale dellavvenire6. Questo postulato utopistico del
marxismo, appare a Lukcs come un problema morale che investe lagire di ogni singolo individuo,
dovendosi basare, di volta in volta, su interpretazioni soggettive dei passi intermedi necessari alla
realizzazione della meta ideale di conciliazione e liberazione. Perch si realizzi questepoca di
libert bisogna volere il nuovo sistema democratico del mondo, e questa volont rende la
classe proletaria portatrice della liberazione sociale dellumanit, la rende classe messianica della
1 cos Lukcs definisce nellabbozzo autobiografico il periodo che va dalla fine della guerra alla Repubblica dei Consigli ungherese G. Lukcs, Pensiero vissuto, autobiografia in forma di dialogo, cit., p.208 2 alle volte espresso in toni fin troppo acritici come: un comunista convinto poteva dire soltanto: right or wrong, my party (G. Lukcs, La mia via al marxismo,cit., p.19), e altrove rispondendo ad una domanda sulle distorsioni dei sistemi dellest durante lo stalinismo risponde che preferiva vivere nel peggior paese comunista che in uno capitalista. 3 G. Lukcs, A bolsevizmus minterklcsi problema (1918), in Ifjkori Mvek, 1902-1918, a cura di A. Timar, Magvet Kiad, Budapest 1977, trad. it. di F. Cerrutti, Il bolscevismo come problema morale, in id. (a cura di), Storia e coscienza di classe oggi. Con scritti inediti di Lukcs (1918-1921), Edizioni aut aut, Milano 1977 4 Ivi, p. 118 5 Ivi, p. 111 6 Ivi, p.113
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storia mondiale7. A buon diritto, allora, Engels ha considerato il proletariato erede della filosofia
classica tedesca poich in questo modo finalmente si trasformato in azione lidealismo etico di
Kant e di Fichte8: ci che era solo unidea divenuta un atto capace di realizzare una concreta
trasformazione della realt. Questa trasformazione, basata sulla sola volont soggettiva, su un
fondamento filosoficamente inconsistente, corre il rischio, per, di trasformarsi in un semplice
rovesciamento di potere fra le forze antagoniste, in modo che gli oppressi di prima diventano
oppressori. Il problema morale nasce, quindi, dalla possibilit di grossi delitti e aberrazioni
terribili, immanenti ad ogni forma di decisione, ma di cui chi vuole decidere deve assumersi
consapevolmente la responsabilit. Il bolscevismo si configura, quindi, come una decisione
assoluta e senza compromessi, come un atto di fede, che crede nella possibilit di raggiungere
la piena libert con la dittatura del proletariato, giungere alla verit per una via piena di
menzogne9 con le parole di Rasumihin nel romanzo Delitto e Castigo di Dostoevskij, che Lukcs
cita. Se in questo primo articolo la scelta di Lukcs si orienta verso un accordo di compromesso
con le altre forze politiche democratiche e non verso la rivoluzione bolscevica, pur riconoscendone
la potente fascinazione, nel primo scritto della raccolta Tattica ed etica10, scritto sempre nel
Dicembre 1919 e pubblicato il mese successivo, ha ormai compiuto la sua tragica decisione. Lo
scritto non esprime, tuttavia, un adeguamento totale alla politica della fazione bolscevica, bens una
critica agli eccessi del tatticismo in politica, e una messa in guardia dellambiguit delletica, se non
proprio della sua mancanza, in quegli aspetti della filosofia di Hegel di cui Marx si appropriato.
La tattica non semplicemente la convenienza di un mezzo rispetto ad uno scopo, un semplice
procedimento operativo della politica: vi una differenza di valore in base alla natura specifica
dellobiettivo che si propone una certa tattica. Se lobiettivo finale immanente alla realt presente
ed gi realizzato, la tattica si regoler in base allordine legale esistente nella forma della
Realpolitik legale, cio della battaglia politica che non mette in discussione i fondamenti
giuridici, economici, e politici del sistema esistente. La tattica dei partiti rivoluzionari, invece, si
regola in vista di un obiettivo finale che trascendente rispetto alla realt e non determinato
come unutopia ma come una realt che si deve attuare11. Questa la natura specifica
dellobiettivo finale del comunismo che utopico e non utopico: utopico perch esula dai limiti
economici, giuridici e sociali della societ odierna e pu pertanto essere realizzato soltanto con
7 Ivi, pp.113-114 8 Ibidem 9 G. Lukcs, Il bolscevismo come problema morale, cit., p.117 10 G. Lukcs, Taktika s ethika, Budapest 1919, in G. Lukcs, Frhschriften II, Hermann Luchterhand Verlag GmbH, Neuwied und Berlin 1968, trad. it. di P. Manganaro e N. Merker, Scritti politici giovanili 1919-1928, Laterza, Bari 1972 11 Ivi, p. 5
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lannientamento di questa societ12; non utopico perch non estraneo allo sviluppo della societ
capitalista e rappresenta un avvicinamento dellobiettivo al suo autoinveramento. Riprende la
distinzione tra sociologia e filosofia della storia in Marx, per sottolineare come la lotta di classe sia
un semplice fatto della normativit della realt sociale, ma il suo significato va ben al di l di
questo fatto: rivolto ad un nuovo ordine del mondo in cui il potere cieco delle forze economiche
venga spezzato e subentri un potere etico rispondente alla dignit delluomo13. La lotta di classe
non pura e semplice lotta di classe (se fosse solo questo, essa sarebbe solo regolata
esclusivamente sui vantaggi della Realpolitik), ma al contrario un mezzo per la liberazione
dellumanit: ogni deviazione dallobiettivo finale, per considerazioni tattiche contingenti, per un
eccesso di tatticismo, offusca proprio questo aspetto della lotta. Per di pi, anche, seguire la
giusta tattica verso lobiettivo finale del comunismo, non , di per s, etico; ed qui che emerge la
pericolosa eredit hegeliana del marxismo. Nel sistema di Hegel non vi alcuna etica, in quanto
questa sostituita da valori materiali e spirituali indicati dallo sviluppo della filosofia, dal
compimento dello spirito assoluto, prescindendo dalle forze istintuali interne, che sono la
coscienza morale e la coscienza della responsabilit. Il marxismo ha pienamente ereditato
questa impostazione indicando semplicemente altri valori oggettivi da quelli di Hegel, e non si
interrogato sulle motivazioni e la coscienza personale, sulletica degli individui. La mancanza di
questa interrogazione provoca il problema dellazione e della sua possibilit nellaccordo di valori
oggettivi e etica personale, della conciliazione tra filosofia della storia marxista e azione politica
concreta. Pur ricercando una superiore unit, una mediazione possibile nella coscienza di classe, il
problema dellazione rimane irrisolto e irrisolvibile in questo scritto perch nessuna etica pu
avere come compito di escogitare ricette per un agire corretto. Letica pu soltanto estremizzare la
responsabilit morale del singolo individuo, prescrivendogli di agire come se dalla sua azione o
inazione dipendesse il mutamento del destino del mondo14. Chiunque aderisca al comunismo deve,
quindi, assumersi la responsabilit morale nei confronti di quanti moriranno nel corso della lotta
rivoluzionaria, come se tutte quelle vite le avesse soppresse lui stesso. La tragicit di questa
assunzione di responsabilit accresciuta dal fatto che lautoriflessione etica mostra che in
alcune situazioni impossibile agire senza attirare su di s una colpa15. Unico criterio superiore
di giustizia, in questi tragici casi, sarebbe il sacrificio: sacrificio di s e della propria anima
sullaltare dellidea superiore. Le parole di Giuditta, che medita sul suo proposito di uccidere
Oloferne nella tragedia di Christian Friedric Hebbel, sono alquanto significative: E se Iddio avesse
12 Ivi, p.6 13 Ivi, pp.6-11 14 Ivi, p. 14 15 Ibidem
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posto il peccato tra me e lazione che mi stata imposta, chi sono io per sottrarmi ad esso?16. Tra
gli avvenimenti che pi direttamente hanno riguardato la responsabilit morale di Lukcs c
sicuramente lesecuzione di alcuni soldati che avevano disertato durante un assalto delle truppe
ceco-rumene, a Tiszafred, nellaprile del 1919. Nei pochi mesi della Repubblica dei Consigli
Lukcs aveva ricoperto il ruolo di commissario del popolo allistruzione, e in seguito di
commissario politico nella quinta divisione dellarmata rossa della Repubblica guidata da Bela Kun.
Avendo conosciuto le profonde ragioni dellantimilitarismo di Lukcs durante la Grande Guerra,
stupisce la sua convinta legittimazione di questa esecuzione e la freddezza con cui viene raccontata:
convocai un tribunale di guerra straordinario e l, sulla piazza del mercato, feci fucilare otto
uomini del battaglione che era scappato. Il che fece nellinsieme ritornare lordine17.
Nonostante i diversi atteggiamenti presi nei confronti della guerra, sintomo oramai di una scelta
rivoluzionaria che si posta come assoluta, vi una continuit letterale fra le citazioni di Lukcs
nella sua riflessione etica scaturita dalla contrariet alla guerra e questi primi scritti marxisti, quasi
che sia possibile ricostruire le letture che fanno da sfondo ai suoi testi e influenzarono
profondamente le sue scelte. Oltre alla Judith di Hebbel, le lettere a Paul Ernst e Tattica e etica
citano il romanzo di Ropshin (Boris Sakinov), capo dei gruppi terroristi durante la rivoluzione russa
del 1904-1906, che aveva profondamente impressionato Lukcs riguardo il tema del sacrificio per
un ideale superiore e il conflitto tra etica individuale e azione: uccidere non permesso ma
tuttavia deve essere fatto18. Lukcs durante la guerra legge la mancanza di senso, o la povert
secondo linterpretazione di Catucci, come ineliminabile condizione della modernit e
dellesperienza degli uomini, dominati dal potere totale delle strutture dello Stato, e immersi nel
proprio individualismo. In Dostoevskij, e in generale nei romanzieri russi, legge la rivoluzione e il
superamento dallinterno di questa privazione: i personaggi dei romanzi di Dostoevskij, che
prendono le mosse dallo stesso individualismo occidentale, prefigurano la possibilit di un uomo
nuovo, in qualche modo lopposto delleroe anonimo della Grande Guerra. Ma in Dostoevskij
questuomo nuovo rimane una realt utopica perch non capace di raggiungere la realt e dar vita
anche ad un mondo nuovo19, rimane sul piano della sola raffigurazione estetica, resta sul piano di
una perfezione irraggiungibile che lesserci delluomo della tragedia20. Il mondo nuovo diviene
reale e possibile, per Lukcs, solo con la Rivoluzione russa dellOttobre del 1917 e costringe ogni
individuo che vuole essere rivoluzionario a corrispondere ad essa, levento, lazione che investe
16 Ibidem 17 G. Lukacs, Pensiero vissuto, cit., p.81 18 Cfr. G. Lukcs Tattica e etica in Scritti politici giovanili 1919-1928, cit., p.14; e Cfr, Gyrgy Lukcs Epistolario 1902-1917, Lettera di Gyrgy Lukcs a Paul Ernst 4 maggio 1915, p.360 19 S. Catucci, Per una filosofia povera, cit., pp.199-200 20 G. Lukcs, Lanima e le forme, cit. , p.237
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ogni aspetto del pensiero se si vuole che questa sia totale e assoluta, sempre e ovunque
riproducibile. Letica stessa ha questo carattere di rivoluzione permanente che nella sua assoluta
libert critica non raggiunge mai un punto di equilibrio21 con la realt storica. Il problema
diviene, allora, quello di una conciliazione possibile tra etica individuale e storia reale, entrambe
concepite in questa loro totalit, che si traduce nella ricerca di un criterio comune dellagire del
soggetto etico, lindividuo morale, e del soggetto storico-filosofico, il proletariato rivoluzionario. Se
questa mediazione era vista come filosoficamente infondata perch basata sulla sola volont dei
singoli in Il bolscevismo come problema morale, oppure era ineliminabilmente tragica in Tattica ed
etica, sar ricercata da Lukcs, in Storia e coscienza di classe e negli scritti coevi, nella coscienza di
classe del proletariato rivoluzionario che riconosce la sua vocazione storico-universale della lotta
di classe, e ad esprimerci nel linguaggio della filosofia hegeliana, il divenir cosciente di s della
societ, il ritrovarsi dello spirito che cerca se stesso nellevoluzione22.
Nella Prefazione a Storia e coscienza di classe del 1967, Lukcs definisce questi scritti del suo
periodo di transizione al comunismo, Il bolscevismo come problema morale e Tattica e etica, come
una malriuscita cosmesi spirituale adorna di argomenti di compiaciuta astrattezza23, ma
complessivamente giudica i suoi scritti dal 1918 al 1928 come un proprio apprendistato del
marxismo. una dichiarazione che attenua le condanne espresse dalle precedenti autocritiche e,
distinguendo nella sua produzione marxista tra un periodo giovanile e uno maturo, una critica
immanente volta a far emergere gli elementi pi proficui dei suoi scritti giovanili per una nuova
possibilit di elaborazione del marxismo in seguito alla fine dello stalinismo. Lukcs nellagosto del
1919 fugge a Vienna in seguito alla capitolazione della Repubblica dei consigli e la presa del potere
da parte del Terrore Bianco di Miklos Horthy, viene arrestato dalle autorit austriache, ma
liberato poco dopo, grazie anche alle pressioni di alcuni intellettuali (Thomas Mann e Ernst Bloch
fra gli altri). Nellesilio viennese Lukcs fa parte della fazione di sinistra del partito comunista
ungherese, capeggiata da Jen Landler, che esprime le sue posizioni politiche nella rivista
Kommunismus. Studia le opere di Lenin, e scrive Storia e coscienza di classe. Questo libro una
raccolta di saggi pubblicata nel 1923 che consiste in parte di una rielaborazione di scritti precedenti,
in parte in saggi redatti appositamente come La reificazione e la coscienza del proletariato e il
saggio Considerazioni metodologiche sulla questione dellorganizzazione, ed la conclusione e la
sintesi del mio periodo di sviluppo a partire dagli ultimi anni di guerra24. Sono saggi nati in
21 G. Lukcs, Discussione sullidealismo conservatore e progressista in Cerrutti, Claussen, Krahl, Negt, Schmidt Storia e coscienza di classe oggi con scritti inediti di Lukcs (1918-1920), cit., p.109 22 G. Lukacs, Il problema della guida intellettuale e i lavoratori intellettuali in Scritti politici giovanili 1919-1928, cit., p.24 23 G. Lukcs, Prefazione a Storia e coscienza di classe, (1967), cit., p.X 24 G. Lukcs, Prefazione a Storia e coscienza di classe, (1967), cit., p.XVI
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mezzo al lavoro di partito legati alla specifica congiuntura reale e politica da cui hanno tratto
origine, che non pretendono di avere una completezza scientifico-sistematica25 ma vogliono
suscitare la discussione e il confronto, cosa che maggiormente visibile negli scritti non inclusi in
Storia e coscienza di classe26. Il saggio rappresenta la particolare forma di riflessione filosofica di
Lukcs, che non ha uno specifico valore in s, ma una struttura funzionale adattabile a vari temi e
parla sempre di qualcosa che gi formato o almeno di qualcosa che gi esistito una volta;
proprio della sua essenza non ricavare novit dal nulla ma dare nuovo ordine alle cose gi
esistite27. Il saggio analogo alla situazione paradossale di un ritratto di Velazquez di cui
avvertiamo una somiglianza con una persona reale pur senza conoscerla, perch ci d una forte
sensazione che la vita di quelluomo sia stata realmente come ce la dicono le linee e i colori del
quadro28. Il saggio aspira alla verit, ma come il personaggio biblico Saul che era partito per
cercare le asine di suo padre e trov un regno, cos il saggista raggiunger alla fine del suo
cammino la meta non ricercata, la vita29. Il saggio mantiene, quindi, unapertura costitutiva verso
lesperienza reale, un parergon che anticipa sempre il sistema, ed anche se il sistema fosse
interamente realizzato, i saggi non sarebbero mai unapplicazione dello stesso, bens una creazione
nuova, una rivitalizzazione nellesperienza reale di vita30. Accostare la riflessione sulla forma del
saggio che il giovane Lukcs fa nellAnima e le forme con i saggi di Storia e coscienza di classe
uninterpretazione, che pur nella differenza sostanziale dei contenuti fra le due opere, vede una
continuit sia negli strumenti, che danno nuovo ordine alla cose gi esistite cio collegano fra loro
una gran quantit di citazioni soprattutto di Marx ed Engels e altri autori, sia nella specifica forma
di riflessione filosofica impiegata dallautore ungherese, per il quale citare significa al tempo
stesso interpretare31. Lukcs sarebbe, allora, per questa interpretazione in tutte le opere della sua
produzione giovanile fino a Storia e coscienza di classe, e forse anche in gran parte della sua vasta
produzione32, essenzialmente un saggista nato poco incline al lavoro sistematico, quale era
lopinione di Emil Lask sui suoi lavori33.
25 G. Lukacs, Introduzione a Storia e coscienza di classe, (1922), SugarCo Edizioni, Milano 1991, p.VII 26 Cfr. G. Lukcs, Tattica e etica e Scritti giovanili 1919-1922 in Scritti politici giovanili 1919-1928, op.cit. 27 G. Lukcs, Lanima e le forme, cit., p.27 28 Ivi, p.29 29 Ivi, p.37 30 Ibidem 31 G. Lukcs, Introduzione a Storia e coscienza di classe, cit., p.X 32 Vedi S. Catucci Per una filosofia povera,cit., p.9 n.5 e p.120 in cui si trova una interessante descrizione di una foto di Lukcs che lo ritrae insieme ad alcuni foglietti annotati di citazioni e pensieri che teneva insieme con dei fermacarte: unutile raffigurazione del suo modo di scrivere e dello sviluppo della sua riflessione. Lestensione del giudizio di saggista nato a tutta la produzione successiva di Lukcs, specialmente quella della maturit, problematica. Nicholas Tertullian sostiene: L'elaborazione, alla fine della sua vita, di una grande Estetica sistematica, di una Ontologia dell'essere sociale e di un'Etica (incompiuta), fanno di Lukcs uno degli ultimi grandi pensatori sistematici del nostro tempo, ugualmente distante dal pensiero dell'Essere a-categoriale di Heidegger, dai
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giochi linguistici di Wittgenstein, da un mondo senza sostanze e senza essenze di Rorty e dal messianismo senza messia di Derrida (Letica di Lukcs di fronte al tuono di Nicholas Tertullian, Il Manifesto 28/5/2003). 33 G. Lukacs, Epistolario 1902-1917, Lettera di Max Weber a Gyrgy Lukacs 14 Agosto 1916, cit., p.380
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3. Il metodo dialettico e la coscienza di classe
In Storia e coscienza di classe Lukcs discute e attualizza la filosofia di Marx, il cui pensiero
ancora oggi, troppo spesso, preso nel suo significato letterale di antifilosofia. Questa lettura
filosofica dellopera di Marx, in un epoca in cui non si conoscevano ancora le opere giovanili
considerate oggi prettamente filosofiche, quali Lideologia tedesca e I manoscritti economico-
filosofici del 1844, in gran parte allorigine della profonda influenza sotterranea che il libro ha
svolto sulla filosofia contemporanea. Filo conduttore di Storia e coscienza di classe la riflessione
sul metodo di Marx, il metodo dialettico. Questo libro non ha altra pretesa che essere
uninterpretazione della teoria di Marx nel senso di Marx, una ortodossia1. Questa ortodossia
non comprende quellatto di fede che in Il bolscevismo come problema morale si vedeva come
necessario per la scelta rivoluzionaria, n una accettazione acritica dei risultati della ricerca
marxiana e neppure lesegesi di un libro sacro: per ci che concerne il marxismo
lortodossia si riferisce esclusivamente al metodo2. la convinzione che Marx abbia trovato il
giusto metodo della ricerca, e che quindi compito di ogni marxista ortodosso consista nel
comprendere e applicare correttamente il metodo marxiano nella sua essenza, senza pensare per
questo che esso debba essere migliorato in un senso qualsiasi3. In realt Lukcs propone una
riscoperta del metodo marxiano al di l degli equivoci e dei fraintendimenti del marxismo
revisionista della Seconda Internazionale, espresso da Bernstein e Kautsky, ma anche di quello
ufficiale di Bucharin e Deborin che, dopo la morte di Lenin nel 1924, andr incontro ad una
dogmatizzazione e a una sclerotizzazione del pensiero nella forma del materialismo dialettico o
marxismo-leninismo, per opera del partito guidato da Stalin4. Questo marxismo volgare o
revisionista il confronto polemico costante di tutti i suoi saggi perch attraverso considerazioni
opportuniste ha una funzione meramente apologetica della realt economico-sociale del
capitalismo, e perch responsabile di aver offuscato molti aspetti essenziali al punto che
1 G. Lukcs, Introduzione, Storia e coscienza di classe, cit., p.IX 2 G. Lukacs, Che cos il marxismo ortodosso? In Storia e coscienza di classe, cit., p.2 3 Ibidem 4 Il materialismo dialettico espressione che non impiegata n da Marx n da Engels, ma inventata, a quanto pare, nel 1887 da Joseph Dietzgen, operaio socialista corrispondente di Marx. Lenin in Materialismo ed empiriocriticismo lo elabora intorno a tre direttrici di fondo: il rovesciamento materialistico della dialettica hegeliana, la storicit dei principi etici subordinati alla lotta di classe, e la convergenza delle leggi dellevoluzione in fisica (Helmholtz), in biologia (Darwin) e in economia politica (Marx). Dopo la rivoluzione russa la filosofia sovietica si divide tra dialettici (Deborin) e meccanicisti (Bucharin). Il dibattito troncato in modo autoritario dal Segretario generale, Stalin, che nel 1931 identifica con un decreto il materialismo dialettico con il marxismo-leninsmo e nel 1938 pubblica Materialismo dialettico e materialismo storico che codifica le leggi della dialettica a fondamento delle discipline particolari, specialmente della scienza della storia, come garanzia a priori della loro conformit alla concezione del mondo proletaria. Questa concezione denominata in forma abbreviata diamat (dal russo: DIAlekticeskij MATerialzm) si imporr in tutta la vita intellettuale dei paesi socialisti per cementare lideologia del partito-Stato e controllare lattivit degli scienziati. (Etienne Balibar La filosofia di Marx, Manifestolibri, Roma 1994, p.8)
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divenuto difficile, anzi pressoch impossibile, comprendere ci che costituisce il nervo vitale di
questo metodo: la dialettica5. Il metodo di Marx nella sua intima natura storico e deve perci
essere applicato di continuo a se stesso perch il suo obiettivo preminente la conoscenza del
presente, cio una presa di posizione concernente i contenuti concreti rispetto ai problemi attuali
del presente6. Cosicch nel momento in cui il proletariato ha preso il potere, ha iniziato la
pianificazione cosciente della economia della societ e luomo come uomo socialmente nato, il
materialismo storico cambia di funzione: da arma del proletariato in lotta diviene metodo
dindagine della preistoria dellumanit7. Questa concezione in cui si risentono quelle speranze
eccessivamente ottimistiche sulla durata e il ritmo della rivoluzione8 che Lukcs aveva, esprime la
possibilit di un cambiamento sostanziale che si verificherebbe con la rivoluzione: insieme alla
liberazione degli uomini si realizzerebbe anche la liberazione del sapere che, non pi costretto
nellaspra polemica della lotta contro la borghesia, potrebbe analizzare senza pregiudizi e
recuperare gli aspetti positivi dei saperi delle epoche precedenti. Al di l di questo troppo
speranzoso mutamento di funzione, in ogni caso lapplicazione a se stesso del materialismo
storico non conduce ad un pieno relativismo in quanto le sue verit, come quelle delleconomia
politica, sono verit allinterno di un determinato ordinamento sociale e della produzione. Il
materialismo storico quindi anzitutto una teoria della societ borghese e della sua struttura,
lautoconoscenza della societ capitalistica9 il cui risultato decisivo quello di aver portato al
loro proprio concetto la totalit e le forze motrici del capitalismo, che non possono essere comprese
dalle rozze, astratte, astoriche ed esterne categorie della scienza della classe borghese10. Qui
Lukcs opera una distinzione, che utilizza la terminologia dellHistorismus tedesco, chiara eredit
della sua formazione intellettuale di Heidelberg, che non viene tematizzata in modo del tutto
esplicito nel corso del libro, ma che ben presente e operante: la distinzione tra scienze borghesi
che hanno per oggetto le eterne leggi di natura, e il materialismo storico che indaga la societ, tra il
metodo analitico delle scienze della natura e il metodo dialettico delle scienze storico-sociali. Il
metodo delle scienze della natura fondamentalmente trascura il carattere storico dei fatti che si
trovano alla sua base. I fatti sono considerati nella loro purezza dalle scienze naturali, mentre
sono in realt prodotti dello sviluppo storico e proprio nella struttura della loro oggettualit
(Gegenstandsstruktur), prodotti di unepoca storica determinata: quella del capitalismo11. Questa
struttura di oggettualit, o, invertendo, oggettualit strutturale, distingue nei fenomeni tra loro
5 G. Lukacs, Introduzione a Storia e coscienza di classe (1922) p.X 6 Ivi, p.IX 7 G. Lukcs, Il Mutamento di funzione del materialismo storico in Storia e coscienza di classe, cit., p.315 8 G. Lukcs, Introduzione a Storia e coscienza di classe, cit., p.VII 9 G. Lukcs, Il Mutamento di funzione del materialismo storico in Storia e coscienza di classe, cit., p.284 10 Ibidem 11 G. Lukacs, Che cos il marxismo ortodosso? in Storia e coscienza di classe, p.10
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esistenza reale e il loro nucleo strutturale interno, tra loro semplice datit o manifestazione e
loro essenza o necessaria forma fenomenica. Cos se i fatti puri sono proprio nella loro struttura
di oggettualit, nella loro essenza, prodotti del capitalismo, allora vuol dire che le scienze naturali si
pongono dogmaticamente e acriticamente sul terreno della societ capitalista accettandone la
legalit come base immodificabile della scienza12, cosa che ancora pi visibile nel
funzionamento del loro metodo sperimentale. Il metodo delle scienze della natura isola nella realt
il puro fenomeno, traspone un certo fenomeno della vita in circostanze nelle quali i suoi
caratteri conformi a legge possono essere indagati a fondo senza lintervento perturbatore di altri
fenomeni e ci ancora pi evidente quando i fenomeni vengono ridotti nella loro essenza
puramente quantitativa, espressa in numeri e rapporti numerici13. Questo procedimento analitico di
astrazione e isolamento del metodo delle scienze della natura sostenuto dagli opportunisti pi
raffinati senza rendersi conto che proprio dellessenza del capitalismo produrre i fenomeni di
questa forma. Nel capitalismo il processo di astrazione dalla vita, che si manifesta nella
separazione fra produttori e mezzi di produzione, nella scomposizione astrattamente razionale del
processo produttivo, nella crescente divisione del lavoro e nella reificazione di tutti i rapporti
umani, trasforma i fenomeni della societ e influenza profondamente e costitutivamente la scienza e
il pensiero. Solo una considerazione storico-dialettica in grado di cogliere lapparire dei fatti
puri come necessaria forma fenomenica della storica societ capitalista, mentre le scienze
naturali considerano questi fatti e le loro leggi come categorie atemporali, eterne, comuni a tutte le
forme sociali14. Queste leggi naturali come eterne e immutabili cui approda la scienza borghese,
sono allora forze cieche che dominano lesistenza degli uomini e per di pi sono anche una
mistificazione di quella che era la loro missione storica in quanto debbono svolgere la funzione
che di fatto hanno svolto nel corso della storia di sottomettere la natura alle categorie della
socializzazione15. La natura una categoria sociale e perci il senso che la natura deve avere in
rapporto alla sua forma e al suo contenuto, alla sua estensione e alla sua oggettualit, sempre
socialmente condizionato16, sempre determinato dalla struttura economica della societ e dal
principio della socializzazione, del divenire-societ della societ. Come si visto, anche la
struttura di oggettualit determinata dalla societ e perci i fatti puri sono produzioni del
capitalismo, e se vero che ogni conoscenza della realt prende le mosse dai fatti, contro
lempirismo pi ottuso, anche la pi semplice catalogazione di fatti uninterpretazione: i
fatti sono appresi a partire da una teoria, secondo un metodo, sono stati strappati al contesto di una
12 G. Lukacs, Che cos il marxismo ortodosso? in Storia e coscienza di classe, p.10 13 Ivi, p.8 14 Ivi, p.13 15 G. Lukcs, Il mutamento di funzione del materialismo storico in Storia e coscienza di classe, cit., pp. 289-290 16 Ivi, p.291
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teoria17. Questa teoreticit dei fatti propria di ogni interpretazione che deve essere situata nella
storia non pu rivendicare una scientificit astratta di legge naturale e citando Marx come in
generale in ogni scienza storico-sociale, nellordinare le categorie economiche si deve sempre tener
fermo che le categorie esprimono forme e condizioni di esistenza18. La natura non pu
costituire un criterio di validit superiore per le scienze storico-sociali, in quanto sempre costituita
dalla mediazione con luomo, nel ricambio organico sociale tra la natura e luomo: luomo con il
suo lavoro modifica la natura e entra in rapporto con gli altri uomini. Per questo motivo Lukcs
critica Engels, responsabile di aver esteso, seguendo il falso esempio di Hegel, la dialettica anche
alla conoscenza della natura. Nella natura e nella sua conoscenza non sono possibili n
rintracciabili le determinazioni decisive della dialettica: interazione tra soggetto e oggetto, lunit
di teoria e praxis, la modificazione del sostrato delle categorie come base della loro modificazione
nel sostrato del pensiero, ecc.19 - scrive in una nota polemica contro Engels, che piuttosto
marginale rispetto alla sua pi generale problematica filosofica, ma nonostante ci, questa critica
sar al centro delle pesanti polemiche contro il dualismo e soggettivismo di Lukcs da parte di
Rudas e Deborin nel 1924. Il problema principale di Lukcs, filosofico e pratico allo stesso tempo,
per la ricostruzione del suo pensiero che si sta facendo, appare essere quello della legittimazione
dellazione rivoluzionaria, cio di una conciliazione possibile tra assoluta libert critica delletica e
rivoluzione storico-politica, unione di filosofia della storia e storia reale.
Con il metodo dialettico possibile, per Lukcs, rintracciare un senso nello sviluppo della storia, il
principio della socializzazione e la sua meta finale, la liberazione degli individui e se, negli scritti di
transizione, distingueva filosofia della storia e sociologia nel marxismo, queste sono
indissolubilmente legate nel metodo dialettico cos elaborato in Storia e coscienza di classe per il
suo carattere di totalit aperta e problematica, di interrogativo permanente sulla realt storica,
secondo linterpretazione di Maurice Merleau-Ponty20. Il voler distinguere la sociologia e la
filosofia della storia nel marxismo lo sviluppo pi conseguente dellopportunismo, che nelle sue
analisi spregiudicate dei fatti elimina la dialettica come una costruzione vuota e arriva a
sostenere una teoria dello sviluppo senza rivoluzione, considera solo la maturit della
situazione economico-politica che sin dallinizio del suo avvicinamento al marxismo considerata
come a priori indecidibile. Se i fatti prodotti dalla societ capitalista sono gli idoli ai quali
lintera letteratura revisionista offre sacrifici21, volendo basare il marxismo sul metodo delle
17 G. Lukcs, Che cos il marxismo ortodosso?in Storia e coscienza di classe, cit., p.7 18 K. Marx, Per la critica delleconomia politica, Editori Riuniti, Roma 1957, p.193 citato in G. Lukacs, Storia e coscienza di classe, cit., p.6 19 G. Lukcs, Che cos il marxismo ortodosso? In Storia e coscienza di classe, cit., p.6 n.7 20 M. Merleau-Ponty Le avventure della dialettica, p.68 21 G. Lukacs, Che cos il marxismo ortodosso? In Storia e coscienza di classe, cit., p.7
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scienze della natura e rimuovere da esso la dialettica, citando Fichte allora Lukcs, nella prima
redazione dellomonimo saggio, afferma: Tanto peggio per i fatti!22. Il metodo dialettico si
oppone al factum brutum, ai puri fenomeni e ai fatti isolati e astorici delle scienze della natura,
ed un metodo rivoluzionario, non tanto perch oppone contenuti rivoluzionari alla societ
borghese, ma perch domina la categoria della totalit. Il metodo dialettico in Marx tende alla
conoscenza della societ come totalit. Mentre la scienza borghese attribuisce con ingenuo realismo
una realt effettiva, oppure in modo critico unautonomia a quelle astrazioni il marxismo
sopprime e supera queste delimitazioni, in quanto le eleva e le riduce a momenti dialettici23. La
dialettica, quindi, pone laccento sulla concreta unit dellintero, contro tutti i sistemi scientifici
parziali e i fatti prodotti dal capitalismo, e riesce a tenere insieme le contraddizioni, non in quanto
segni di una comprensione scientifica della realt ancora imperfetta, ma in quanto contraddizioni
appartenenti allessenza della realt stessa, alla essenza della societ capitalista. La totalit di
cui parla Lukcs non una categoria universale che raccoglie tutti gli esseri possibili e attuabili, ma
la categoria autentica della realt, la totalit concreta24o totalit dellempiria, cio linsieme di
fatti, di forze produttive e di rapporti di produzione che possibile conoscere dallinterno di una
determinata societ storica. In questo senso specifico di totalit reale e concreta, come stato prima
affermato, il materialismo storico lautoconoscenza della societ capitalista. Pertanto questa
distinzione tra metodo delle scienze della natura e metodo dialettico, se riprende la terminologia
dello storicismo tedesco, non per una riproposizione dellopposizione ermeneutica fra Erklren
(la spiegazione delle scienze naturali) e Verstehen (la comprensione delle scienze storiche) in
quanto la dialettica la conoscenza della totalit concreta allinterno di essa: la conoscenza stessa
parte della realt. La critica alla scienza borghese o pi in generale allo scientismo, termine che
Lukcs non usa ma ironizza sugli ideali scientifici del revisionismo mediante luso delle virgolette,
inoltre condotta per una svalutazione di un atteggiamento meramente contemplativo della
conoscenza scientifica, mentre la dialettica ha una componente attiva e reale: la prassi. Nella nota
polemica contro Engels una delle determinazioni decisive della dialettica, oltre allunit di soggetto
e oggetto, era lunit di teoria e praxis. Questa non ununit immediata, un rapporto dialettico
che consiste in una doppia determinazione, in un contemporaneo riconoscimento e superamento
dellessere immediato25 e perci il senso di questa unit di teoria e prassi quello di una doppia
mediazione o quello di una mediazione che deve mediare se stessa: la teoria si fa prassi e la prassi si
fa teoria. Per cui la teoria interviene concretamente nel processo storico rendendo possibile una
22 G. Lukacs, Che cos il marxismo ortodosso?, 1919, in Scritti politici giovanili 1919-1928, cit., p.37 23 G. Lukacs, Rosa Luxembourg marxista in Storia e coscienza di classe,cit., p.36 24 G. Lukcs, Che cos il marxismo ortodosso? in Storia e coscienza di classe, cit., p.14 25 Ivi, p.11
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svolta: solo se la presa di coscienza rappresenta il passo decisivo che il processo storico deve fare
verso il proprio fine un fine che fatto di volont umana, ma che non dipende dallarbitrio
delluomo e non inventato dallo spirito umano; se la funzione storica della teoria consi