Interazione nei gruppi: influenza sociale, conformismo e leadership
Amelia ManutiDipartimento di Scienze della Formazione, Psicologia,
ComunicazioneUniversità degli Studi di Bari
Ciclo di Seminari di Orientamento consapevoleDieci parole per capire la Psicologia
III incontro 28 Marzo 2018
Che cosa è un gruppo
Due o più individui accomunati dalla stessa identificazione sociale la cui esistenza come gruppo è riconosciuta da almeno una terza controparte
Gli individui all’interno del gruppo si comportano in modo diverso rispetto a quando sono isolati
La folla può essere considerata come una forma elementare di gruppo
Alcune differenze…
• Gruppo sociale: numero limitato di individui cheinteragiscono con regolarità (ad es. una famiglia, uncircolo sportivo)
• Aggregato: insieme di individui che si trovano nellostesso luogo e allo stesso momento, senza condividereun legame preciso (ad es. gli spettatori in una salacinematografica)
• Categoria sociale: raggruppamento statistico; insiemedi individui che hanno una caratteristica comune (ad es.le donne; i vegetariani)
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In psicologia …
“ … un gruppo può essere definito come un insieme formato da due o più
persone che interagiscono tra loro e che dividono delle mete e delle norme comuni che stanno
a capo della loro attività, sviluppando una rete di ruoli e di relazioni
affettive … ”
(Harrè, Lamb e Mecacci, 2002)
Caratteristiche di un gruppo
Oltre all’insieme particolare delle relazioni affettive che si sviluppano all’interno del gruppo e che ne sono il collante, le caratteristiche di un gruppo sono:
ampiezza
interazione prolungata
percezione del gruppo come una unità a se stante
obiettivi
norme interne
presenza di ruoli
Ragioni per stare in un gruppo
• L’appartenenza al gruppo risponde a diversi bisogni individuali tra cui:
– Interazione
– coesione
– interdipendenza
1. Sicurezza- Il soggetto non si sente solo 2. Status - Al soggetto che appartiene ad un gruppo viene riconosciuto uno status sociale.3. Autostima -Riconoscimento di sé e delle proprie capacità 4. Affiliazione - Aspetti sociali5. Potere 6. Raggiungimento di obiettivi– sforzi di gruppo /talento
Processi elementari all’interno di un gruppo
▪ Prima di entrare a far parte di un gruppo si verifica un processo di esplorazione
▪ Divenire membri di un gruppo ha implicazioni per il modo in cui noi vediamo noi stessi
▪ Nel momento in cui si forma un gruppo si ha la sensazione di iniziare un destino comune
▪ Una distinzione fondamentale nella vita di gruppo è quella tra i comportamenti diretti allo scopo del gruppo e i sentimenti per e verso gli altri nel gruppo
Processi intra ed intergruppo
FENOMENI RELATIVI ALLE DINAMICHE DEI PICCOLI GRUPPI
decisioni di gruppo, status, potere, ruoli sociali, leadership
FENOMENI COLLEGATI AI RAPPORTI FRA GRUPPI
Formazione dei gruppi socialiIdentità sociale
La Coesione
Sommatoria dell’attrazione interpersonale fra i membri
Legame con il prototipo del gruppo più che nei confronti dei
singoli individui
La Coesione può essere associata a fattori quali:
▪ la prossimità fisica
▪ la frequenza di interazione
▪ la somiglianza fra i membri
▪ la fedeltà agli obiettivi
I temi classici nella dinamica di gruppo
• Sistema di status
• I ruoli
• Le norme di gruppo
• Le reti di comunicazione
• Il potere nel gruppo
• La leadership
Il sistema di status
Definizione
• Si riferisce alla posizione occupata dall’individuo nel gruppo,unitamente alla valutazione di tale posizione in una scala diprestigio (Scilligo, 1973)
• Definisce il pattern generale di influenza sociale fra i membri diun gruppo (Levine e Moreland, 1990)
• Uno status elevato è rivelato da due indicatori fondamentali:
• Tendenza a promuovere iniziative (idee ed attività)
• Consenso sulla valutazione del prestigio connesso allaposizione dell’individuo nel gruppo (Brown, 1988)
• Le differenziazioni di status sono funzionali rispetto al bisognodi prevedibilità e ordine
Il ruolo
Definizione
– Insieme di aspettative condivise rispetto al modo in cuidovrebbe comportarsi un individuo che occupa una certaposizione nel gruppo
A che cosa serve una divisione in ruoli?
• Permette una vita di gruppo prevedibile e ordinata; è funzionaleal conseguimento degli scopi di gruppo (Brown, 1988)
Levine e Moreland (1990): in quasi tutti i gruppi è possibiledistinguere tre ruoli: leader, nuovo arrivato, capro espiatorio
Conflitti legati al ruolo
• Conflitti a livello personale:• Incompatibilità fra ruolo giocato nel gruppo ed altri ruoli
sociali• Assenza di motivazione a sostenere il ruolo
• Conflitti a livello di gruppo:• Assenza di accordo nel gruppo rispetto alla persona che
ricopre un determinato ruolo• Assenza di accordo rispetto al modo in cui un ruolo viene
interpretato
• Per Jackson e Schuler (1985):
• i conflitti di ruolo nei gruppi di lavoro comportano unaumento della tensione e un decremento di produttività
Le norme di gruppo
DefinizioneLe norme costituiscono aspettative condivise rispetto al modo in cuidovrebbero comportarsi i membri del gruppo (Levine e Moreland,1990); riguardano un set di comportamenti e opinioni cui ci si aspettache i membri si uniformino Permettono di definire la “latitudine” entro la quale sono accettate
le differenze individuali Non hanno lo stesso carattere di obbligatorietà per tutti i membri: le
persone di status elevato sono meno vincolate alle norme
Che cosa succede a chi non rispetta le norme? I devianti ricevono più comunicazioni; questo stato termina quando
essi si riavvicinano alle opinioni della maggioranza. Se invecepersistono nella posizione assunta, il gruppo finisce perabbandonarli a se stessi
A cosa servono le norme?
Cartwright e Zander (1968) individuano quattro funzioni:
• Avanzamento del gruppo: le pressioni verso l’uniformitàpossono servire al raggiungimento degli obiettivi
• Mantenimento del gruppo: alcune norme, come ad esempio lerichieste per incontri regolari, permettono al gruppo dipreservarsi
• Costruzione della realtà sociale: formazione di una concezionecomune della realtà sociale, utile per fronteggiare situazioni nonfamiliari e come riferimento per l’autovalutazione individuale
• Definizione dei rapporti con l’ambiente sociale: permettono didefinire le relazioni con altri gruppi, organizzazioni, istituzioni, estabilire quali gruppi siano “alleati” o “nemici”
Le reti di comunicazione
A = centralizzata o ruota
B = a Y
C = a catena
D = circolare o cerchi
Due indici quantitativi per descrivere diversi tipi di rete:
– Indice di distanza: il numero minimo di legami di comunicazione che un individuo deve attraversare per comunicare con un altro
– Indice di centralità: la misura in cui un flusso di informazioni nel gruppo è centralizzato in una persona [Leavitt, 1951]
A B C D
Il tipo di comunicazione influenza…
– L’efficienza di gruppo nella risoluzione di compiti
La natura del compito è una variabile fondamentale: igruppi centralizzati risolvono più rapidamente compitisemplici, i gruppi decentralizzati i compiti complessi
– La soddisfazione o il morale dei membri del gruppo
Nelle reti decentralizzate il morale medio del gruppo è piùelevato; nelle reti centralizzate la persona in posizionecentrale è più soddisfatta.
Il potere
Definizione
– Capacità di influenzare o di controllare altre persone (Levine eMoreland, 1990; French e Raven, 1959)
• E’ necessario tenere in considerazione il fatto che, nella realtà, ilpotere raramente deriva da un’unica fonte; le relazioni fra individuisono caratterizzate da molte variabili, ciascuna delle quali puòessere una base di potere.
Forme del potere
– Il potere di ricompensa: si basa sull’abilità di O di dare opromettere ricompense, materiali o simboliche, a P
– Il potere coercitivo: la base del potere è nella minaccia oattuazione di sanzioni punitive di O su P
– Il potere legittimo: P ha interiorizzato norme che stabilisconoche O ha il diritto legittimo di influenzare P, ad esempio in basea una designazione sociale (elezioni)
– Il potere d’esempio: si basa sull’identificazione di P con O
– Il potere di competenza: P ritiene O un esperto in undeterminato ambito, ed ha fiducia che O dica la verità
La leadership
Definizione
– La leadership implica l’influenza di un membro del gruppo sugli altri(rispettivamente, leader e seguaci) in vista del raggiungimento degliobiettivi del gruppo (Hollander, 1985)
– Il leader è colui che mostra più iniziativa nel dirigere, suggerire,consigliare, proporre idee rispetto agli altri membri del gruppo;occupa una posizione elevata nella gerarchia di status e ricopre unaposizione centrale nella rete di comunicazione nel gruppo (Turner,1991)
– Moscovici (1976) propone una distinzione tra influenza e potere, inriferimento ai processi di influenza sociale minoritaria e maggioritaria:mentre la prima produce accettazione soggettiva, la seconda implicacoercizione e acquiescenza pubblica
Influenza Sociale
Gli individui si conformano agli atteggiamenti e al comportamento della maggioranza
Esistono 3 motivazioni principali:
1. Il bisogno di dipendere dagli altri
3. Il bisogno di approvazione che nasce dal desiderio di non sembrare diversi
2. Il raggiungimento di obiettivi di gruppo
Leader Coloro che occupano posizioni di status elevato sono spesso identificati come Leader
non è così
I Leader sono persone che possiedono attributi che possono aiutare il gruppo a raggiungere certi obiettivi
• Avere personalità
• Essere competente
• Identificarsi con il gruppo
• Essere in grado di adattarsi al mutare delle situazioni
Il buon Leader deve
La creazione del leader
Caratteristiche indispensabili per essere leader:
• Self-awareness: coscienza di sé
• Credibilità: persona credibile ed affidabile
• Empatia: capace di comprendere gli altri
• Onestà: persona corretta, onesta e leale nei confronti degli altri leader così come nei confronti del proprio gruppo
• Comunicazione: capacità di farsi capire, capacità di esprimere chiaramente le idee e gli obiettivi da raggiungere
• Active listening: capacità di ascoltare e di capire
• Vision: il vero leader ha sempre una vision, guarda lontano, sa quali saranno gli obiettivi da raggiungere ed ha la capacità di trasmettere la sua vision al proprio gruppo
Su cosa si basa la capacità di influenzare?
La teoria del “grande uomo”
Esistono alcuni tratti di personalità che distinguono i leaderdagli altri: un individuo con tali caratteristiche è un leader“naturale” indipendentemente dalla situazione
I tratti più tipici di un leader: propensione alla responsabilità edalla esecuzione del compito, tenacia nel perseguire gli obiettivi,originalità nell’affrontare i problemi, tendenza a prenderel’iniziativa, fiducia in sé, capacità di tollerare le frustrazioni,abilità nell’influenzare gli altri… (Stodgill,1974)
Critiche: I comportamenti delle persone variano a seconda dellesituazioni ed i tratti non sono statici ma dinamici (Hollander,1985)
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• Dalla ricerca di alternative alla teoria del “grande uomo” derivanodue sviluppi teorici: lo studio delle diverse funzioni del leader el’approccio situazionista
• Lo studio delle funzioni e dello stile di leader
– Bales e Slater (1955) distinguono due tipi di funzioni del leader:
• Leader socioemozionale: presta attenzione ai sentimenti deimembri del gruppo; è teso ad assicurare armonia nel gruppo
• Leader centrato sul compito:concentrato sulla realizzazione delcompito e sull’organizzazione del lavoro di gruppo
• Secondo gli autori, i due ruoli sono complementari, edifficilmente possono essere svolti dalla stessa persona
Approccio situazionista
Si fonda sull’idea che in situazioni diverse il leader deve assolverefunzioni diverse. Tale ruolo può quindi essere assunto da diversimembri del gruppo, caso per caso
Esperimento di Carter e Nixon (1949): variando il tipo di compito,osservano che persone diverse emergono come leader
Fattori situazionali collegati all’emergere di un leader: natura delcompito; presenza nel gruppo di un membro con esperienza dileader, grandezza del gruppo, stabilità ambientale…
Modello della contingenza
Idea interazionista: l’efficienza del leader dipende dalla corrispondenza fra stile adottato e controllo della situazione (Fiedler, 1974)
– Stile di leadership misurato mediante punteggio Lpc (LeastPreferred Co-worker): descrizione su scale bipolari (collaborativo/ non collaborativo; amichevole / ostile…) del collaboratore concui la persona trova più difficile lavorare
• Alto Lpc = leader centrato sulle relazioni
• Basso Lpc = leader centrato sul compito
– Fattori presenti nella situazione:
• Qualità dei legami leader membri
• Livello di struttura del compito (es., chiarezza dello scopo)
• Potere del leader (es., controllo di sanzioni e premi)
Modelli transazionali
– Si centrano sulla relazione bidirezionale fra leader emembri del gruppo
– Dinamica processuale: il leader può influenzare imembri del gruppo, e questi ultimi possonoinfluenzare, con le loro aspettative e le loro richieste,il leader stesso. E’ perciò riconosciuto un ruolo piùattivo dei membri del gruppo
Teoria di Hollander (1978)
• La sequenza di adesione iniziale alle norme del gruppo e di successiva introduzione di idee nuove riveste un ruolo centrale
– Introduce la nozione di “credito idiosincratico”, che il leaderdeve conquistare nei contatti iniziali con il gruppo
– Quattro fonti di legittimità:
• conformità iniziale alle norme di gruppo
• essere stato scelto dal gruppo
• competenza rispetto agli scopi del gruppo
• adesione o “lealtà” alle norme di gruppo
AUTORITARIO DEMOCRATICO PERMISSIVO
Stile Esercita il potere dispoticamente, determina la linea del gruppo, no al cambiamento
Stimola la partecipazione, accetta critiche, distribuisce responsabilità
Disinteressato, non stimola, non controlla, non collabora, rispetto passivo dell’attività
Effetti Provoca aggressività e apatia
Diminuisce l’aggressività, stimola la motivazione
Gruppo poco coeso, no collaborazione
Generalizzazioni
Funziona in situazioni di emergenza. Produzione vs. soddisfazione
Relazioni interne vs. produttività, attenzione al singolo
Si trasforma facilmente in autoritario o scompare
Gli stili di leadership
Differenza tra gruppo e gruppo di lavoro
La modalità di aggregazione consiste essenzialmente nella somiglianza e nell’uniformità
Per il raggiungimento degli obiettivi è necessario che vi siano differenze e ciò fa emergere immediatamente il bisogno di negoziazione
1. Gruppo spontaneo
Interazione
2. Gruppo di lavoro
Integrazione
Dal gruppo al gruppo di lavoro
Coesione
Gruppo
Negoziazione
Interazione
Interdipendenza
Integrazione
Gruppo di lavoro
Le principali tipologie di conflitto
All’interno di un gruppo di lavoro la dimensione conflittuale può manifestarsi essenzialmente attraverso due tipologie:
Per evitare l’elemento distruttivo bisogna trasformare il conflitto di relazione in conflitto di contenuto
1. Conflitto di contenuto perché alimenta il confronto e lo scambio tra i partecipanti
2. Conflitto di relazione perché assimilabile ad un gioco di potere
Positivo
Negativo
Le principali fasi di vita di un gruppo di lavoro
4. La produzione
1. Orientamento
2. Insoddisfazione
3. La svolta
È la fase in cui il gruppo consegue il risultato finale
Il gruppo riesce a produrre un livello di integrazione soddisfacente tra i propri membri, le conflittualità tendono a risolversi ed emergono le competenze di ognuno
Si produce uno scostamento tra le aspettative iniziali e la realtà, emergono le prime problematiche e di conseguenza si valorizza il ruolo di animatore e facilitatore che il coordinatore del gruppo è in grado di esercitare
Sospensione, tensione, aspettativa legata all’integrazione e al ruolo che si andrà ad assumere all’interno del gruppo
Se si vuole evitare l’insorgere di un conflitto si può intervenire solamente nelle prime due fasi. Successivamente il conflitto può assumere aspetti aspri in cui c’è bisogno di
identificare un vincitore ed un vinto.
Il processo decisionale
In questo secondo caso potrebbe insorgere un conflitto
1. Attraverso un effettivo processo di concertazione che coinvolge tutto il gruppo di lavoro
2. Sulla base di una proposta articolata e avanzata dal leader e la successiva condivisione pubblica da parte del gruppo
Il gruppo può giungere alla decisione in due modi:
All’interno di ogni gruppo di persone (di lavoro, di volontariato, sportivo, ecc…) la vita si svolge secondo ritmi che si ripetono:
Il processo decisionale
Forming Storming PerformingNorming
Si crea un gruppo di
lavoro
Il gruppo di lavoro si
confronta (e si scontra)
Si stabiliscono obiettivi comuni
Si passa all’azione
progettuale
Il processo è circolare e retroattivo
Obiettivi
•Le principali criticità connesse al lavoro di gruppo consistono in una scarsa e chiara definizione e condivisione degli obiettivi
•Per giungere ad una definizione chiara degli obiettivi occorre stabilire lo stato del problema che si vuole superare dopodiché si può procedere alla definizione dei criteri
Per poter evitare conflitti occorre che vengono identificati obiettivi comuni
Stili di gestione del conflitto nei gruppi
Competere Collaborare
Evitare il conflitto Essere accomodanti
Cercare il compromesso
Cooperatività (grado in cui si tenta di soddisfare gli interessi dell’altra)
Ass
ertiv
ità (g
rado
in c
ui si
tent
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sodd
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re i
prop
ri in
tere
ssi)
+
+
-
Ruoli nel gruppo di lavoro
All’interno di un gruppo di lavoro dovrebbe essere presente una molteplicità di ruoli la cui tipologia è connessa alle diverse aree:
Area dell’attività e del lavoro:
Area dei risultati:
Colui che si occupa della metodologia più efficace di lavoro
Colui che presidia il raggiungimento dei risultati
Colui che riesce a mediare tra innovatore e conservatore e quindi a condurre al risultato
Colui che detiene la memoria storica
➢Metodologo
➢Negoziatore
➢Realizzatore
➢Conservatore
Area della qualità:
Lo schema dei ruoli non deve essere considerato in modo rigido, all’intero del medesimo gruppo le stesse persone possono ricoprire più ruoli contemporaneamente
➢Innovatore/Creativo
Area delle relazioni:
➢Facilitatore
➢Comunicatore
Colui che cura l’aspetto creativo, l’innovazione e proietta il gruppo verso il futuro
Colui che tiene le relazioni con l’esterno e comunica i risultati del gruppo all’esterno
Colui che favorisce le relazioni e lo scambio all’interno del gruppo
Fattori interpersonali:
➢ Conflitto sugli obiettivi da raggiungere
➢ Abuso di autorità, Mobbing
➢ Diversa percezione dei problemi e delle situazioni
➢ Scarsa comunicazione
➢ Scarsa chiarezza delle aspettative dei membri verso i loro colleghi, superiori o subordinati
Ostacoli all’efficacia del gruppo
➢Cambiamenti all'interno del gruppo, che rendono incerti ruoli e mansioni
Fattori organizzativi:
➢Competizione tra unità o gruppi, per il raggiungimento di status o l'ottenimento di risorse
➢Diversità dei membri, in termini di sesso, nazionalità e status socio-economico
➢Disaccordi strategici/operativi, relativi, ad esempio, a diversi modi di interpretare la mission o il migliore modo per realizzarla
Ostacoli all’efficacia del gruppo
➢Promuovere la risoluzione amichevole dei conflitti tra i componenti, piuttosto che il ricorso formale all'intervento dei leader
Strategie interpersonali:
➢Cercare di capire ed accettare le diverse prospettive e i diversi stili di lavoro delle altre persone
➢Sviluppare le abilità interpersonali dei componenti utili alla soluzione dei conflitti, come le capacità comunicative, di negoziazione e di problem-solving, attraverso appositi programmi di training
Strategie organizzative:
➢Coinvolgere i membri nelle decisioni; le persone tendono a opporre resistenza al cambiamento nella misura in cui sentono il cambiamento come imposto su di loro, mentre sono più propense ad accettarlo se sentono di aver partecipato a determinarlo
➢Ridurre l'ambiguità dei ruoli. l'ambiguità si riferisce alla mancanza di chiarezza relativamente ai compiti assegnati ad ogni individuo, al modo in cui tali compiti sono in relazione con i compiti degli altri individui e con gli obiettivi del gruppo
➢Migliorare la comunicazione e l'accesso alle informazioni; quando l'accesso alle informazioni è difficile, i dipendenti tenderanno a creare essi stessi le informazioni, diffondendo voci sorgenti di conflitto
Grazie e arrivederci!