INQUINAMENTO, AMBIENTE E
SALUTE
Relatrice: dott.ssa Monica Francesca Veronese
biologa
Mirano (VE), 09.03.2012
INTRODUZIONE
DEFINIZIONE DI PAESAGGIO
ll paesaggio è la particolare fisionomia di un territorio determinata dalle sue caratteristiche fisiche, antropiche, biologiche ed etniche; ed è imprescindibile dall'osservatore e dal modo in cui
viene percepito e vissuto. (Wikipedia)
Alcune definizioni e considerazioni sul
paesaggio
<Il paesaggio è la rappresentazione materiale e visibile della patria, coi suoi caratteri fisici
particolari, pervenuti a noi attraverso la lenta successione dei secoli >
(Benedetto Croce - 1920)
Alcune definizioni e considerazioni sul
paesaggio
"Il paesaggio non va protetto perché
estetizzato, ma perché è portatore di
valori civili, garante della vita associata.
È il filo che lega esperienze sociali, delle
classi ricche e colte e delle persone
umili, a cominciare dai contadini”.
(Salvatore Settis)
Il paesaggio, è anche risultato dell’opera
dell’uomo, di un orizzonte culturale(…)
Effetti del Buon Governo in città,
Ambrogio Lorenzetti
1338-1339,
Sala della Pace, Palazzo Pubblico,
Siena
(Salvatore Settis)
Allegoria del Buon Governo
Ambrogio Lorenzetti
1338-1339,
Sala della Pace, Palazzo Pubblico,
Siena
“Ripensare oggi al tesoro paesaggistico italiano, florido fino al XIX secolo, e confrontarlo con quello attuale, crea grande malessere in chiunque abbia
senso civico e rispetto per la collettività.”(…)
Pienza
(Salvatore Settis)
“Assistiamo a un inquinamento antropico, quello risultante dalle attività umane, che provoca una vera
e propria angoscia territoriale nei luoghi familiari perché ormai sono irriconoscibili”(…)
“Solo riconsiderando il paesaggio un bene comune si potrà avere un’inversione di tendenza”.
(Salvatore Settis)
Definizione di paesaggio legata ad alcuni concetti di
ECOLOGIA
ambienti geografici del Veneto
ambiente litoraneo
ambiente lagunare
ambiente planiziale
ambiente collinare
ambiente alpino
ambiente palustre
ambiente fluviale
ambiente forestale
paesaggio
elementi fisico-geografici
luci
colori
ambiente
elementi fisico-geografici
elementi biotici
colori, luci, suoni
tipo di suolo
parametri climatici
biotopo
ambiente fisico
vegetazione
comunità faunistica
esempi: siepe, fosso, campo di grano, barena…
il biotopo della siepe igrofila
ecosistema
ambiente fisico
vegetazione
comunità faunistica
relazioni tra organismi
ecosistema della foce fluviale
paesaggio
ambiente
biotopo
ecosistema
l’ecologia studia
bioma
laguna e valli da pesca: un esempio di paesaggio
prossimonaturale
laguna di Venezia
COSA RESPIRIAMO NOI E I NOSTRI FIGLI?
Non solo cosa respirano ma anche cosa bevono, sentono, mangiano e
toccano
Rischio Chimico
Ai sensi della Direttiva Seveso
Il R.C. viene considerato per la vicinanza di
zone abitative a Industrie ad alto rischio.
Vengono soprattutto indicate le immissioni
in atmosfera di diossine
La direttiva europea detta "direttiva Seveso"
(82/501/CEE, recepita in Italia con il DPR 17 maggio
1988, n. 175) impone agli stati membri di identificare
i propri siti a rischio. La direttiva è evoluta nel corso
del tempo, la versione più recente è la direttiva
96/82/CE ("Seveso 2"), in vigore dal 3 febbraio 1999,
concernente il controllo dei rischi da incidenti
rilevanti che coinvolgano sostanze pericolose.
Con il termine disastro di Seveso si fa riferimento
all'incidente avvenuto il 10 luglio 1976 nell'azienda ICMESA di Meda, che provocò la fuoriuscita di una
nube di diossina del tipo TCDD, una tra le sostanze
tossiche più pericolose. La nube tossica investì una
vasta area di terreni nei comuni limitrofi della bassa
Brianza, in particolare Seveso.
I composti diossine si ripartiscono in due categorie, entrambe derivate da composti di formula bruta
C4H4O2.
Derivati dalla 1,2-diossina ,
Derivati dalla 1,4-diossina , il capostipite più stabile.
La più nota e pericolosa di esse, per contaminazioni ambientali e alimentari, è la 2,3,7,8-tetraclorodibenzo-p-
diossina,
spesso indicata con l'abbreviazione TCDD.
Emissioni di diossina nel nostro territorio
Massiccio inquinamento atmosferico da sostanze
diossinosimili nella Provincia di Venezia rilasciate da i
inceneritori e scarichi industriali
periodo 1972 – 1986
Nella popolazione esaminata da uno studio effettuato dal Registro
Tumori su incarico del Dipartimento Regionale per la Prevenzione,
risulta un significativo eccesso di rischio di sarcoma correlato sia
alla durata che all’intensità dell’esposizione.
Le principali fonti inquinanti vanno
ricercate nell’area industriale di
Porto Marghera ,
nel suo inceneritore SG31,
e
nell’inceneritore Camin di Padova
Da tale studio è emerso che gli inceneritori con più alto
livello di emissioni in atmosfera sono stati quelli che
bruciavano rifiuti urbani
Nell’ordine sono seguiti quelli per rifiuti ospedalieri e
quelli industriali
Da altre fonti, si apprende come
le immissioni di diossine
provengano sicuramente anche
da veicoli pesanti, come camion,
soprattutto a Diesel, ma anche
da autovetture a seguito della
combustione dei diversi
carburanti.
Attualmente , gli inceneritori di nuova
generazione, chiamati termovalorizzatori,
riducono sicuramente le immissioni di
diossine nell’atmosfera(v. termov. di Brescia)
Bisogna altresì contenere il traffico delle reti viarie dal
momento che si rende responsabile della dispersione
in atmosfera di cancerogeni che oltre a riconoscere
una molteplicità di cellule bersaglio sono in grado di
agire per effetto di una bioaccumulazione.
Le politiche ambientali dovrebbero porre al
centro delle proprie strategie la riduzione della
produzione dei rifiuti come necessario
obiettivo di prevenzione primaria, la riduzione
di imponenti opere urbanistiche e soprattutto
tutelare e conservare l’ambiente.
Inquinamento aria nel nostro territorio
Fonti principali
-Viabilità: Passante ( aumento inquinamento in
base ai recenti dati ARPAV) e Tangenziale di
Mestre forieri di gas di scarico di veicoli
-Riduzione di aree verdi e consumo di suoli per
scelte urbanistiche
-Vicinanza al polo industriale
di Porto Marghera (incen. SG31)
-Vicinanza a reti viarie
congestionate (es. Noalese)
Inquinanti atmosferici principali
“Inq. Primari” che vengono emessi
da fonti chiaramente identificate
“Inq. Secondari”, che si originano da
primari per mezzo di reazioni chimiche
Inquinanti Primari (tutti cancerogeni)
-ossidi di zolfo: SO2 , SO3
-ossidi di azoto:NO, NO2, NO3,
N2O (NO)x
-ossidi di carbonio:CO, CO2
-Idrocarburi incombusti e composti aromatici (benzene)
-Piombo
- Amianto
Inquinanti Secondari
-Acido solforico, H2SO4
-Ozono, O3
Secondo l’OMS la presenza di elevate concentrazioni di
ozono danneggia la salute umana, quella di animali e di
piante
Polveri atmosferiche in sospensione nell’aria
PTS (polveri totali sospese) (diametro:da 0,005 μm a 100
μm):
- grossolane (diametro: da 2,5 a 30 μm)
- fini (diametro inferiore a 2,5 μm)
PM (particulate matter): - polveri PM10 (diam. inf. a 100 μm)
- polveri PM2,5 (diam. inf. a 2,5 μm)
Polveri atmosferiche
PM10 polveri inalabili: sono in grado di penetrare nel tratto
superiore dell’apparato respiratorio, dal naso alla laringe
PM2,5 polveri respirabili: sono in grado di penetrare nel
tratto inferiore dell’apparato respiratorio, dalla trachea sino
agli alveoli polmonari
SMOG FOTOCHIMICO
Smog = smoke (fumo) e fog (nebbia)
E’ la combinazione degli inquinanti primari, degli
inquinanti secondari, come l’ozono, per reazioni
fotochimiche, e del particolato sospeso
MONITORAGGIO DI INQUINANTI ATMOSFERICI
CON CAMPIONATORI PASSIVI
I campionatori diffusionali (passivi) sono dispositivi
brevettati dall’Istituto sull’Inquinamento Atmosferico.
Con essi si può effettuare un “campionamento di
lungo periodo” quale strumento di indagine della
qualità dell’aria ambiente.
Valutazione dell’impatto ambientale di sostanze di
interesse igienico-sanitario, come:
-benzene, un cancerogeno riconosciuto,
-ossidi di azoto,
tossicità per lungo periodo.
MONITORAGGIO DI INQUINANTI ATMOSFERICI A MIRANO IN
VIA TORINO E IN ALCUNE LOCALITA’ DELLA PROVINCIA DI
VENEZIA
stazioni fisse rete ARPAV nel 2005
Concentrazioni medie in μg/m3 di durata settimanale
misurate durante il periodo di studio (17/01/05 – 31/03/05) con
campionatori passivi
Stazione SO2 NO2 CO O3 PM10
Maerne 5 23 - 33 -
Mira 9 69 0,5 39 -
Mirano 5 52 - 33 -
Malcontenta 15 71 - 41 -
Parco Bissuola 2 46 0,7 30 -
Via Circonvallazione - 75 1,1 - 60
MONITORAGGIO DI INQUINANTI ATMOSFERICI NELLA
PROVINCIA DI VENEZIA
Localizzazione delle stazioni fisse della rete ARPAV nel 2005
A Mirano è stata collocata una centralina in via Torino
Percentuale di dati orari (biorari per PM10) validi misurati
durante il periodo di studio
Stazione SO2 NO2 CO O3 PM10
Maerne 96 100 - 100 -
Mira 94 96 88 100 -
Mirano 95 98 - 90 -
Malcontenta 95 92 - 100 -
Parco Bissuola 94 95 94 95 -
Via Circonvallazione - 97 96 - 75
MONITORAGGIO DI INQUINANTI ATMOSFERICI NELLA
PROVINCIA DI VENEZIA
Localizzazione delle stazioni fisse della rete ARPAV nel 2005
A Mirano è stata collocata una centralina in via Torino
Percentuale di dati validi misurati durante il periodo di studio
con campionatori passivi di durata settimanale
Stazione C6H6 PM10 PM2,5
Maerne 80 - 53
Mira 90 - 97
Mirano 90 - 92
Malcontenta - 82 85
Parco Bissuola 66 100 -
Via Circonvallazione 79 100 -
DATI RELATIVI AD UNA MAGGIORE INCIDENZA DI
CANCRO NELLA REGIONE
VENETO RISPETTO AL RESTO D’ITALIA Registro Tumori del Veneto
Si possono calcolare circa 17000 nuovi casi all’anno per i
maschi e 13000 nuovi casi all’anno per le femmine
Nei maschi il tumore più frequente è alla prostata, seguito da
quello al polmone e al colon-retto, vescica, fegato
Nelle femmine un terzo dei casi riguarda il tumore alla
mammella (4100casi all’anno) seguito da quello al colon-retto,
utero, polmone
L’incidenza dei tumori nei maschi del Veneto è più alta del
dato medio nazionale
Materiali conferiti nella discarica di Luneo Scarti da demolizioni
Imballaggi vari
Sabbie di fonderie
Stampi in gesso
Scarti di lavaggio vetrerie
Residui industriali a base di silice
Fanghi di impianti di depurazione
Inquinanti comunemente rinvenibili nei rifiuti Cadmio
Mercurio
Arsenico
Amianto
Cromo (esavalente)
Nichel
Diossine
Bifenili policlorurati
Idrocarburi aromatici policiclici (IPA)
Indagine epidemiologica area discarica di via Luneo
a Spinea (VE) Dott.Flavio Valentini – Dipartimento di Prevenzione AULSS 13 Veneto
Zona di indagine: ex cava di via Luneo
Comuni interessati: Spinea, Martellago, Salzano, Mirano
Periodo esaminato : dal 1999 al 2004
Patologie neoplastiche indagate 155 tumori maligni fegato e dotti biliari
170 tumori maligni ossa e cartilagine articolare
171 tumori maligni al tessuto connettivo e altri tessuti molli
172 melanomi maligne alla pelle
191 tumori maligni encefalo
202 linfomi non Hogdkin
Discarica
Ca’Perale di Spinea
e
casello di Mirano
Inquinamento acque
i risultati delle analisi con gli studenti del
Liceo scientifico “Majorana” dal 2003 fino al
2009
Corso d’acqua analizzato: Lusore, località
Scaltenigo
Dati rilevati:eutrofizzazione dovuta a presenza di
nitrati e fosfati
Conseguenze: anossia del corso d’acqua;
eccessiva crescita di alghe e vegetazione
acquatica superficiale, scarsa o assente
biodiversità
Fontane artesiane del miranese chiuse nel
1998 con decreto del Sindaco ( riscontrati
inquinamenti? Qualche omissione?)
AMIANTO (ASBESTO) GRUPPO DI MINERALI NATURALI, APPARTENENTI AI SILICATI
RICCHI IN FERRO E MAGNESIO, CON STRUTTURA FIBROSA (il più
diffuso è il CRISOTILO)
PROPRIETA’
RESISTENTE AL CALORE
RESISTENTE AL FUOCO
RESISTENTE ALL’AZIONE DEGLI ACIDI
RESISTENTE ALLA TRAZIONE
MOLTO FLESSIBILE
FILABILE
PROPRIETA’ FONOASSORBENTI
PROPRIETA’ TERMO-ISOLANTI
IMPIEGO IN DIVERSI CAMPI: DALL’EDILIZIA, ALL’INDUSTRIA AI
TRASPORTI E IN 300 PRODOTTI DIVERSI
In Italia l’utilizzo dell’amianto è stato abolito
a causa della sua pericolosità (L.257/1992)
IMPIEGHI IN PASSATO
FABBRICAZIONE DI PRODOTTI ISOLANTI TERMICI E ACUSTICI
FABBRICAZIONE DI TESSUTI IGNIFUGHI
MISCELE CON ALTRI MATERIALI EDILI: CALCE, GESSO (PANNELLI
PER CONTROSOFFITTATURE)
PRODUZIONE DI MATERIALI CEMENTO-AMIANTO PER TETTI
(“ETERNIT”)
FABBRICAZIONE DI ALCUNI POLIMERI (GOMMA, PVC)
FABBRICAZIONE FRENI, FRIZIONI, GUARNIZIONI, COIBENTAZIONI DI
TUBI
PRESSOCCHE’ UBIQUITARIO
QUALI RISCHI COMPORTA
Le sue fibre se disperse nell’aria ed inalate
possono essere causa di gravi patologie a carico
prevalentemente dell’apparato respiratorio
FIBROSI POLMONARE “ASBESTOSI”
TUMORI: MESOTELIOMA PLEURICO E PERITONEALE
COSA DICE LA LEGGE La legge 257/1992 ha determinato la completa
dismissione dell’amianto e dal 1994 non vengono più
prodotti né commercializzati materiali contenenti amianto
LA STESSA NORMATIVA PREVEDE CHE LE REGIONI
ADOTTINO UN PIANO DI PROTEZIONE, DECONTAMINAZIONE E
SMALTIMENTO E BONIFICA
LA REGIONE VENETO HA APPROVATO NEL 1996 IL PROPRIO
“PIANO REGIONALE AMIANTO”
LA BONIFICA VA EFFETTUATA DA DITTE AUTORIZZATE E
SPECIALIZZATE PREVIA PRESENTAZIONE DI UN PIANO DI
LAVORO PRESSO LA ASL DI COMPETENZA
CHI CONTROLLA Gli Enti competenti per il controllo relativo a
protezione, decontaminazione,smaltimento e bonifica:
ARPAV con il CENTRO REGIONALE AMIANTO del
DIPARTIMENTO PROVINCIALE di VERONA e i SERVIZI
TERRITORIALI di tutti i DIPARTIMENTI PROVINCIALI per la tutela
degli ambienti di vita
LE AZIENDE SANITARIE LOCALI tramite gli SPISAL per
la tutela degli ambienti lavorativi
Inquinamento acustico
In base alla Legge 26 Ottobre 1995, n. 447
“Legge quadro sull’inquinamento acustico”
che demanda ai Comuni la rilevazione nonché il controllo delle emissioni sonore dei veicoli
è possibile far rilevare i dati all'ARPAV (Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione
Ambientale del Veneto)
DANNI PROVOCATI DALL'INQUINAMENTO ACUSTICO
L’inquinamento acustico costituisce uno dei principali problemi ambientali di tutti i Paesi.
In Italia (dati OMS) è piuttosto grave: è stato infatti misurato un inquinamento acustico
medio di 70 decibel di giorno e di 65 di notte.
Per l'OMS la soglia massima di tollerabilità è rispettivamente di 65 e 55.
La sensibilità ai rumori varia da persona a persona ma esiste una soglia di tolleranza valida per tutti, oltre questa alcune funzioni
dell'organismo possono essere compromesse provocando danni psicofisici.
La soglia di rischio per la salute è stata individuata attorno agli 80 decibel: già a 90 si avverte fastidio e a 120 compare dolore,
capogiro, nausea e sordità temporanea
Un rumore molto elevato - oltre i 120 decibel - può provocare traumi irreversibili per l'udito e per l'orecchio.
All'udito perché un rumore eccessivo può danneggiare, se non distruggere, le cellule che elaborano i suoni
percepiti.
All'orecchio perché, soprattutto se l'intensità del rumore aumenta in tempi brevissimi, potrebbero verificarsi la
rottura del timpano o la lussazione degli ossicini nell'orecchio medio.
IL RUMORE SI MISURA IN DECIBEL Il decibel è il logaritmo tra la pressione sonora (P) e una pressione di
riferimento (PA) moltiplicato per dieci.
dB = 10 log (P/PA)
VARIAZIONE DEL LIVELLO SONORO
DESCRIZIONE DELLA SENSAZIONE
0- 2 dB : non percettibile, è nelle tolleranze di misura ed è senza importanza
1 -5 dB : appena percettibile, leggera variazione
5 -10 dB: variazione nettamente percettibile (fruscio delle foglie )
10 - 20 dB: variazione notevole
20 dB: variazione fortissima e con effetti
dell'inquinamento acustico su alcune
funzioni dell'organismo (conversazione
tra due o più persone equivale a 50-60 dB)
La domada all’ARPAV, effettuata dal Comune di Mirano, ha dato il suo esito per il posizionamento in data 26/01/2011 di una centralina in via Scaltenigo:
una stazione di rilevamento è stata posta all'inizio e un'altra alla metà (fra le due rotatorie) della strada
provinciale 26 come richieste dal comitato "Via Scaltenigo".
Siamo in attesa dei dati di rilevamento
Sicuramente vi è un’influenza dovuta al traffico del Passante e alla viabilità del centro
Opere di urbanizzazione previste nel miranese e
nei territori limitrofi
Otto milioni di mq di terreno da occupare per la costruzione di centri
polifunzionali e strade commerciali
la Nuova Romea
la Camionabile lungo l’Idrovia Venezia-Padova
la “Città della moda” a Fiesso d’Artico
“Veneto City” a Dolo, Mira, Pianiga, Mirano
l’elettrodotto aerea Dolo-Camin
il polo della logistica a Dogaletto di Mira
Opere di urbanizzazione previste nel miranese e
nei territori limitrofi
Otto milioni di mq di terreno da occupare per la costruzione di centri
polifunzionali
strade commerciali
<(…)Veneto City occuperà la bellezza di 2.617.000 mq,
l’equivalente di 261 campi da calcio. La superficie edificabile
è di 1.987.500 mq, come un capannone lungo 25 chilometri
(…) Per rendersi conto dell’impatto bisogna guardare le foto
prese dal cielo: dove adesso si vede una grande macchia
verde, una delle poche rimaste, nascerà il nuovo
complesso. (…) La rivoluzione arriverà con i 30 – 40.000
visitatori previsti ogni giorno, senza contare i veicoli (auto,
camion, furgoni) che graviteranno intorno al progetto: fino a
70.000. (…)>
“La Colata - Il partito del cemento che sta cancellando l’Italia e il suo futuro”
(Garibaldi, Massari, Preve, Salvaggiulo, Sansa)
Ogni territorio confina con un altro
<(…) Ma in fondo anche oggi il Veneto sta scivolando verso un’unica
grande area metropolitana. Basta guardarsi intorno, in questo
paesaggio senza variazioni, senza soluzioni di continuità. (…)
Ma gli amministratori che si sono opposti (…) si contano sulle dita di
una mano. (…)>
“La Colata - Il partito del cemento che sta cancellando l’Italia e il suo futuro” (Garibaldi, Massari. Preve, Salvaggiulo, Sansa)
COSA PERDIAMO?
UNA PROPOSTA PER L’AMBIENTE
MIRANESE
I corridoi ecologici: nuovi percorsi ciclabili e
pedonali nel verde
Piano Territoriale
di Coordinamento
Provinciale di
Venezia (PTCP)
approvato 2010
Tav. Sistema
Ambientale
Reti Ecologiche
Vegetazione
arboreo arbustiva
perifluviale di
rilevanza
ecologica
Piano Territoriale
Regionale di
Coordinamento
(PTRC)
adottato 2009
Tav. 9 Sistema del
territorio rurale e
della rete
ecologica
Sistema della rete
ecologica
Corridoi ecologici
Una rete ecologica è un insieme di strategie di intervento
per la riqualificazione del territorio e dei processi naturali
che lo caratterizzano.
Rappresenta un nuovo approccio alla tutela della natura,
basato sul concetto di biodiversità, che punta a
salvaguardare e potenziare la diversità biologica,
fondamentale per la sopravvivenza degli ecosistemi
E’ uno strumento indispensabile sia dal punto di vista
tecnico che politico per la pianificazione territoriale e
l’incremento della qualità del territorio, al fine di creare un
nuovo equilibrio tra spazi naturali e contesto antropizzato
Gli elementi strutturali di una rete ecologica
1. aree nucleo (core areas), gli ecosistemi più significativi,
dotati di un’elevata naturalità, che costituiscono l’ossatura
della rete;
2. aree tampone (buffer zones o aree cuscinetto), contigue
alle aree nucleo, che svolgono una funzione di protezione
con una sorta di effetto filtro;
3. corridoi ecologici, ovvero porzioni continue di territorio
in grado di svolgere funzioni di
collegamento per alcune specie
o gruppi di specie
La gestione della rete ecologica regionale tiene conto della
relazione ai diversi ecosistemi che compongono il mosaico
ambientale.
Una rete ecologica non costituisce un sistema chiuso ma è
data da una gerarchia di ambienti da quello locale,
provinciale e regionale a quello più vasto di carattere
nazionale o transnazionale.
Nella realizzazione della rete ecologica del Veneto, ad esempio, non si è
potuto prescindere dall'inserimento, seppure in una scala di minor
dettaglio, delle regioni o province autonome limitrofe e dell'Austria, al
di là dei limiti indicati dai confini amministrativi regionali.
Norme Tecniche PTRC ARTICOLO 25 - Corridoi ecologici
1. Le Province definiscono le azioni necessarie per il
miglioramento della funzionalità ecologica degli habitat e
delle specie nei corridoi ecologici, individuano e disciplinano
i corridoi ecologici
2. I Comuni individuano le misure volte a minimizzare gli
effetti causati dai processi di antropizzazione o
trasformazione sui corridoi ecologici, anche prevedendo la
realizzazione di strutture predisposte a superare barriere
naturali o artificiali al fine di consentire la continuità
funzionale dei corridoi.
3. Sono vietati gli interventi che interrompono o deteriorano
le funzioni ecosistemiche garantite dai corridoi ecologici.
Preserviamo il nostro territorio
Il fiume Muson
< (…)Un bel paesaggio una volta distrutto non torna più e se
durante la Guerra c’erano i campi di sterminio, adesso siamo
arrivati allo sterminio dei campi (…)>
Andrea Zanzotto
< (…) Io ho la mia casa in campagna in una
pianura stupenda, limitata dalle montagne e
dalla pianura veneta, attraversata da acque
chiare sotto un cielo relativamente mite (…)>
Giovanni Comisso
GRAZIE DELL’ ATTENZIONE
Relatrice: dott.ssa Monica Francesca Veronese
biologa
Mirano (VE), 09.03.2012