1. Che cos’è un libro antico
• Obiettivo di queste slides è l’apprendimento della definizione di libro antico e la conoscenza a livello minimo della sua manifattura, al fine di comprendere cosa sia e come è stato fatto l’oggetto di questa specifica registrazione bibliografica.
Definizione merceologica o bibliologica
• Un libro antico è un libro prodotto a mano, il cui testo è stato composto con caratteri mobili e stampato su carta fatta a mano con il torchio a un colpo o a due colpi.
• Tale definizione merceologica di libro antico è accettata anche da standard e codici di descrizione
2. Carta e caratteri
• Esaminiamo dunque gli elementi costitutivi del libro antico:
• carta,
• caratteri,
• torchio.
CARTA
• Per fabbricare la carta s’impiegava la polpa ottenuta dalla fermentazione di stracci.
• Tale polpa riempiva le così dette tine entro le quali s’immergeva la forma, ossia un telaio costituito da una rete di fili metallici (i filoni maggiormente distanziati ed equidistanti; le vergelle più serrate e perpendicolari rispetto ai filoni).
CARTA
• Il foglio di carta, che si otteneva dalla colatura della polpa, presentava l’impronta del reticolato (formato dai filoni e dalle vergelle), della filigrana (un disegno costruito con fili metallici sul reticolato, posizionato al centro della forma e ispirato a una varia simbologia) e della contromarca (in genere costituita dalle iniziali del proprietario della cartiera, posizionate in un angolo della forma).
Filigrana. Repertori
• Charles Moїse Briquet: Les Filigranes. Dictionnaire historique des marques du papier dés leurs apparition vers jusqu'en 1600. 4 Vol. Paris etc. 1907. 2nd edition Leipzig 1923. – C. M. Briquet, Les Filigranes. The New Briquet, Jubilee Edition. Ed. Allan Stevenson. 4 Vol. Amsterdam 1968.
• http://www.ksbm.oeaw.ac.at/_scripts/php/BR.php
Filigrana.Repertori
• THE THOMAS L. GRAVELL WATERMARK ARCHIVE
• http://www.gravell.org/
• «Cette base de données donne la reproduction d'environ 6500 filigranes couvrant la période 1400-1835 de la collection Thomas L. Gravell à la bibliothèque de l'University of Delaware plus les ressources venues des archives de C.M. Briquet à la Bibliothèque publique et universitaire de Genève. La recherche est aisée; trois champs d'interrogations : « descriptor fields » (en 4 langues (anglais, français, espagnol et allemand) ou selon les indices de l'IPH ».
Filigrana. Repertori
• Gerhard Piccard, Die Wasserzeichenkartei Piccard im Hauptsarchiv Stuttgart, Stuttgart, Kohlhammer, 1961-1997 . 25 voll.
• Digital Publication of the "Piccard" Collection of Watermarks
• http://www.landesarchiv-bw.de/web/44577
• http://www.piccard-online.de/start.php
• «Version électronique de l'intégralité de la collection de marques de Gerhard Piccard conservée aux archives de Stuttgart. Reprend le contenu du répertoire déjà imprimé (25 vol. publiés entre 1961 et 1997) à quoi s'ajoutent plus de 20 000 occurrences soit près de 95 000 marques reproduites de consultation tout à fait aisée».
Lapide bolognese del Trecento
• Imperiale: 740 x 500 mm
• Reale: 615 x 445 mm
• Mezzana: 515 x 345 mm
• Reçuta (o carta comune): 450 x 315
FORMATO
Le dimensioni di una pubblicazione antica dipendevano dal numero delle piegature che il foglio di carta fatta a mano riceveva per ottenere il formato desiderato (formato bibliologico).
• Osservando la posizione dei filoni, della filigrana e della contromarca deduciamo il formato di un libro.
• Filoni, vergelle, filigrana e contromarca, a seconda del numero delle piegature ricevute dal foglio, si trovano dislocati in varie posizioni nel foglio.
• Diamo un prospetto dei principali formati e rinviamo per un approfondimento alla lettura delle pagine che i manuali dedicano a questo tema (v. Giuseppina Zappella, Il libro antico a stampa: strutture, tecniche, tipologie, evoluzione, Milano, Editrice Bibliografica, 2001, p. 325–355).
Formato Filoni Filigrana Contromarca
1°: in plano orizzontali al centro della
metà
superiore o
inferiore,
intera
in posizione
coricata
nella stessa
posizione
della
filigrana,
nella metà
opposta
2°: in folio
Ottenuto con una
piegatura del foglio
di stampa, lungo
l’asse verticale.
Verticali
al centro di una
delle due
carte
coerenti
prodotte a
partire dal
medesimo
foglio,
intera,
diritta,
capovolta
nella stessa
posizione
della
filigrana,
nell’altra
carta non da
questa
contrassegn
ata
4°: in quarto
Ottenuto con due
piegature: la prima
lungo l’asse verticale,
la seconda lungo
l’asse orizzontale.
Orizzontali al centro della
piegatura
dorsale
divisa a
metà
superiore e
inferiore, in
posizione
coricata (2
carte su due)
nella stessa
posizione
della
filigrana,
nelle due
carte ove
essa non è
presente
8°: in octavo
Ottenuto con tre
piegature: la prima
lungo l’asse verticale
mediano, la seconda
lungo l’asse
orizzontale mediano
e la terza lungo l’asse
verticale.
Verticali divisa in
quattro,
diritta o
capovolta,
nell’angolo
superiore tra
il margine di
testa e
quello
interno (4
carte su 8)
nella stessa
posizione
della
filigrana,
nelle quattro
carte ove
essa non è
presente
In 12°comune
Ottenuto con un taglio
lungo l’asse verticale a
un terzo della
larghezza, dal quale si
originano due frazioni
che vengono poi
piegate tre e due volte.
La frazione minore
(feulleton, quaderno)
viene aggregata alla
maggiore o all’interno o
all’esterno. Nel tipo
detto all’olandese il
feulleton costituisce un
fascicolo separato,
cosicché si ha
l’alternanza regolare di
fasc. di 8 e 4 carte.
Orizzontali divisa a metà,
coricata, nella
parte alta del
margine
esterno (2
carte su 12)
nella stessa
posizione
della filigrana
in due carte
ove essa non
è presente
In 12° lungo
Ottenuto con 4 piegature
senza taglio (due
piegature lungo la
larghezza, in modo da
fare tre sezioni; poi una
piegatura lungo
l’altezza del foglio;
l’ultima a metà
dell’altezza del foglio);
oppure tre e due
piegature con taglio
delle due frazioni.
Nel caso che sia ottenuto da
due frazioni il feulleton
costituisce un fascicolo
separato, cosicché si ha
l’alternanza regolare di
fascicoli di 8 e 4 carte.
Verticali divisa a metà,
diritta o
capovolta, nel
centro del
margine di
testa (2 carte
su 12)
nella stessa
posizione
della filigrana
in due carte
ove essa non
è presente
In 16°: in sedicesimo
Ottenuto con quattro
piegature, oppure un
taglio e quattro e due
piegature (delle
frazioni maggiori e
minori).
Orizzontali divisa in
quattro, in
posizione
coricata,
nell’angolo
superiore tra
il margine di
testa e
quello
esterno (4
carte su 16)
nella stessa
posizione
della
filigrana, in
quattro carte
non
contrassegn
ate
In 24°: in
ventiquattresimo
Viene piegato in modo
che l’altezza sia
divisa in 6 parti e la
larghezza in 4.
Intervengono due
tagli: il primo
verticale al centro
della larghezza ed il
secondo orizzontale
ad un terzo
dell’altezza.
Orizzontali divisa in
quattro,
coricata
nell’angolo
tra il
margine di
testa e
quello
interno (4
carte su 24)
nella stessa
posizione
della
filigrana in
4 carte non
da essa
contrassegn
ate
• I caratteri tipografici, ottenuti da una lega di piombo (80%) e stagno (20%), erano disposti nella cassa tipografica di una serie di caratteri (distinti per tipo, tondo o romano, corsivo o italico, gotico, etc. e dimensioni), suddivisa in due scomparti: la cassa alta contenente le lettere maiuscole e i segni speciali; la cassa bassa contenente le lettere minuscole.
• Una serie di caratteri era sufficiente per la composizione di pochissime pagine, perciò, non appena le due forme di un foglio erano state stampate nel numero previsto di copie, il compositore le smontava e ridistribuiva i caratteri, dopo averli lavati, nei singoli cassettini della cassa tipografica.
3. Il torchio e il processo di stampa
• Il processo tipografico manuale ha come unità base di lavoro la composizione e l’impressione della singola facciata del foglio originale.
• Si chiama forma di stampa la forma composta da un numero variabile di pagine (dipendente dalla struttura dei fascicoli), disposte nell’ordine richiesto da tale struttura (imposizione).
• Esemplifichiamo: per stampare le quattro pagine di un formato in folio (2°) si disponevano nella forma le pagine 4 e 1 da stamparsi sulla facciata A (forma esterna, detta anche forma di bianca) e le pagine 2 e 3 per la facciata B (forma interna, detta anche forma di volta).
• Finita l’operazione di stampa, piegando il foglio una volta lungo l’asse verticale, si otteneva l’esatta successione delle pagine per la lettura.
• Per stampare le otto pagine di un formato in 4° si disponevano nella forma esterna le pagine: 8, 5, 1, 4 e nella forma interna le pagine: 6, 7, 3, 2.
• Per stampare le sedici pagine di un formato in 8° si disponevano nella forma esterna le pagine: 5, 12, 9, 8, 4, 13, 16, 1 e nella forma interna le pagine: 7, 10, 11, 6, 2, 15, 14, 3.
• Il torchio tipografico era una struttura in legno costituita da due gruppi di parti mobili: il carro (che comprendeva il timpano e la fraschetta, la quale serviva a tenere fermo il foglio e ad impedire che si macchiasse d’inchiostro nei margini) e la pressa.
• [nota redazionale: per il torchio link con immagine tav. 24 e con: http://classes.bnf.fr/page/feuill/feuille1/index.htm]
• La forma di stampa veniva collocata sopra il carro; i battitori con i mazzi di inchiostro la inchiostravano, chiudevano il carro (ossia la fraschetta veniva piegata a compasso sul timpano e questo a sua volta era piegato a compasso sulla forma) e lo facevano scorrere con un mulinello fin sotto al piano, la così detta platina, un blocco di legno (o una lastra di metallo) collegato al torchio.
• Nell’epoca più antica era comune il torchio “a due colpi”, che stampava mezza facciata di foglio alla volta, poiché il piano per lo più era grande come la metà di una forma; era pertanto necessario ripetere questa operazione due volte, spostando opportunamente il carro sotto al torchio, per stampare l’intera forma.
• Durante la tiratura di una forma era possibile intervenire per correggere errori tipografici, o grammaticali, per introdurre cambiamenti nel testo e nella disposizione delle parti; si poteva, dunque, verificare la presenza di variazioni (varianti) rispetto alla primitiva composizione. È dunque possibile trovare esemplari con varianti testuali, poiché i tipografi non eliminavano (causa l’alto costo della carta) i fogli con il testo ‘scorretto’, e li adoperavano per costituire copie di un’edizione.
• Durante la tiratura di una forma era possibile intervenire per correggere errori tipografici, o grammaticali, per introdurre cambiamenti nel testo e nella disposizione delle parti; si poteva, dunque, verificare la presenza di variazioni (varianti) rispetto alla primitiva composizione. È dunque possibile trovare esemplari con varianti testuali, poiché i tipografi non eliminavano (causa l’alto costo della carta) i fogli con il testo ‘scorretto’, e li adoperavano per costituire copie di un’edizione.
4. Edizione, emissione, impressione, stato
• Le varianti si classificano in due tipi:
• consce (volontarie): dovute all’intervento correttorio intenzionale da parte dell’editore, del tipografo, del correttore e dell’autore.
• Inconsce (involontarie): incidenti intervenuti nel procedimento di stampa, indipendentemente dalla volontà del tipografo o del correttore.
• Tenuto contro del procedimento di stampa manuale, la fenomenistica si riconduce alle seguenti definizioni
• ‘Edizione’: tutte le copie di una pubblicazione a stampa prodotte da una matrice (composizione) sostanzialmente identica, senza riguardo ai cambiamenti avvenuti durante il processo di stampa
SBN antico: IT\ICCU\CFIE\001447 [fare link!]:
• Le Satire di m. Lodouico Ariosto stampate nouamente, con diligenza reuiste, & corrette. [Venezia : Alessandro Viani, non prima del 1551]., In Venetia per Alessandro de Vian
• [32] c. ; 8°.
• Segn.: A-D8. - Ritratto dell'A. sul front. inserito in una cornice rettangolare di mm. 86x67 ca. - Variante B cfr. Edit16. - Cfr. Agnelli-Ravegnani v.2, p.32 (la trascrizione del front. è alquanto diversa). - Per la data dell'ed. cfr. Edit16.
• Dictionarium Syro-Chaldaicum, Guidone Fabricio Boderiano collectore et auctore .Antuerpiae : excudebat Christophorus Plantinus, prototypographus regius, 1572.
• [4], 12, 198, [2] p.
• Autore reale Guillaume Postel, cfr. A. Serrai, Storia della bibliografia, 2,p.22 nota. - Marca (D18331) sul front. – Per altra ed. o variante dat. 1573, cfr. Voet, The Plantin Press, n. 644, 6.4.B.]
• Discorso della virtù feminile, e donnesca, del sig. Torquato Tasso. Alla serenissima sig. duchessa di Mantoua, & c .In Venetia : appresso Bernardo Giunti, e fratelli, 1582.
• 8 c. ; 4°.
• Marca di Bernardo Giunta (Z1147) sul front. - Cors. ; rom. - Segn.: A-B4. - Iniziale xil. - Variante B: stemma sul front. (Camerini p. 463 n°[1]).]
• Alla luce di questa definizione si ricordi dunque che ‘Nuova edizione’ si deve intendere non in relazione alla modifica del testo, ma al processo di composizione delle forme; e che, per contro, edizione ‘nuova’, sul piano filologico, è quella che presenta cambiamenti testuali o interventi critici.
• ‘Emissione’: 1. L’insieme di copie di una edizione che costituiscono un’unità di pubblicazione pianificata, distinguibile dalle altre copie di quella edizione da una o più differenze (p.e. un nuovo frontespizio, o colophon che espressamente identifica le copie come un’unità distinta (vedi anche ‘ Impressione, ‘Stato’, ‘Variante’).
• L’emissione comprende tutti gli esemplari di un’edizione o di un’impressione offerti al pubblico in una volta per la vendita; dunque, presuppone un progetto editoriale intenzionale, non lasciato al caso.
• Le Nouueau Testament, c'est à dire la nouuelle alliance de nostre seigneur Jesus Christ, reueu & corrigé de nouueau sur le grec, par l'aduis des Ministres de Geneue, auec annotations reueuës & augmentees par m. Augustin Marlorat .A Lyon : par Antoine Vincent, 1564. (A Lyon) : par Symphorien Barbier
• [32], 824, [24] p. ; 16°. • Segn.: -28a-z8A-Z82A-2G8. - Marca sul front. variante (S442). -
Altra emissione con note tip.: A Lyon, par Jean Frellon, 1564, cfr. B. T. Chambers, Bibliography of French Bibles fifteenth and sixteenth century, Genève, 1983, 341.
• Historie di Giouanni Zonara monaco, diligentissimo scrittore greco, dal cominciamento del mondo insino all'imperadore Alessio Conneno: diuise in tre libri, tradotte nella uolgar lingua da m. Lodouico Dolce; con una tauola delle cose, che in esse si contengono, separatamente per ciascuna parte .In Vinegia : appresso Gabriel Giolito de' Ferrari, 1564.
• Edizione che è stata reimmessa con ricomposizione del frontespizio, dei preliminari e di parte degli indici nel 1570, 1571 e 1572 (cfr. Bongi II, p. 195 e scheda BVEE018800). - Var. B: 1565.].
• Il Negromante. Comedia di messer Lodouico Ariosto .1538 (Stampata in Vinegia : per maestro Bernardino venitiano Di Vitali)
• [36] c. ; 8°.
• Trattasi di una variante di edizione di quella del 1535, con la sola c. del front. rifatta e sostituita.
• A giudizio di Fredson Bowers e di Conor Fahy, non rientrano nella casistica di emissione quelle pubblicazioni in cui la differenza riguarda solo la data di pubblicazione.
• Bowers, inoltre, non considera emissione il caso di variante del nome dell’editore sul frontespizio, mentre Fahy accetta le edizioni condivise (quelle in cui tipografo ed editore hanno ripartito le spese di produzione, le quali presentano diverse note tipografiche o sono emesse in luoghi distinti o in diversi formati o su supporto diverso) come due emissioni simultanee della stessa edizione.
• Come esemplificazione si veda nell’opac SBN antico la registrazione bibliografica dal seguente codice identificativo: IT\ICCU\BVEE\018392 = Biblia quid in hac editione praestitum sit, vide in ea quam operi praeposuimus, ad lectorem epistola .Lutetiae : ex officina Roberti Stephani, typographi regii, 1545.
• 5 pt. ([12], 15, 172, 116, 180 [i.e. 184], 128, [40] c.) ; 8º.
• Contiene la Vulgata e la versione latina di Zurigo. - Altra emissione con data sul front.: 1565.
• ‘Impressione’: L’insieme delle copie di un’edizione prodotta in una volta o in una sola operazione.
• Nel processo di stampa manuale ‘edizione’ ed ‘impressione’ vengono a coincidere, poiché non appena le due forme di un foglio erano state stampate nel numero previsto di copie, il compositore le smontava. Quindi quella che impropriamente viene chiamata ‘ristampa linea per linea’ è da considerarsi una nuova edizione, giacché si ricompongono le forme per stamparla.
• ‘Stato’: variante all’interno di una pubblicazione che la differenzia da altre copie all’interno della stessa impressione o emissione con riguardo al fatto che l’editore non l’ha intesa rappresentare un’unità di pubblicazione distinta.
• [Nota redazionale: per esemplificazione link con opac SBN antico con la registrazione bibliografica seguente dal codice identificativo: IT\ICCU\CNCE\005759 = La Biblia quale contiene i sacri libri del Vecchio Testamento, tradotti nuouamente de la hebraica verita in lingua toscana per Antonio Brucioli. Co diuini libri del nuouo testamento ... tradotti di greco in lingua toscana pel medesimo .In Venetia, 1532 (Impresso in Vinegia : ne le case di Lucantonio Giunti fiorentino, nel mese di maggio 1532). - Var. B: variante di stato (es. Impr. Rés.A. 363 della Bibliothèque Nationale de France) con front. del v. 2 (Nuovo Testamento) ricomposto, privo della cornice xil., variazioni negli spazi del titolo, cfr. BNCF, La Bibbia. Ed. del 16. sec., Firenze, 2000, n. 70].