Riflessioni e condivisione delle esperienze di osservazione
A cura di BORACCHI MARISTELLA e VALENTINA TOBIA
12 MAGGIO 2015
LO STRUMENTO DI OSSERVAZIONE “ CAMPANELLI D’ALLARME”.
Come e perché osservare. Conoscenza e potenzialità dello strumento 28 aprile
SPERIMENTARE LO STRUMENTO DI OSSERVAZIONE “ CAMPANELLI D’ALLARME” :
L’osservazione del bambino attraverso la griglia, le scatole dei materiali didattici. 5 maggio
Confronto e condivisione di esperienze
Dai “Campanelli d’Allarme” all’….
OSSERVAZIONE DEL BAMBINO STRANIERO ATTRAVERSO L’INDIVIDUAZIONE DI STRUMENTI A BASSA
MEDIAZIONE LINGUISTICA . 12 maggio
Approfondimento di alcune aree di osservazione contenute nei Campanelli d’Allarme :
Area “ Uso del corpo e degli oggetti” – Motorio Prassie -
EVOLUZIONE DEL GESTO GRAFICO NEL BAMBINO DAI 3 AI 6 ANNI :
CRITERI INTERPRETATIVI ATTRAVERSO LA GRAFOLOGIA 18 maggio
COSA E COME OSSERVARE
EVOLUZIONE DEL GESTO GRAFICO NEL BAMBINO DAI 3 AI 6 ANNI : PERCORSI DI POTENZIAMENTO
DELLE ABILITÀ GRAFO MOTORIE 25 maggio
DIFFICOLTÀ ATTENTIVE IN ETÀ EVOLUTIVA DA 3 A 6 ANNI .
Approfondimento di alcune aree di Osservazione contenute
nei Campanelli d’Allarme : il gioco, l’area cognitiva 4 giugno
Conclusione del corso ed individuazione di obiettivi di miglioramento della propria pratica di
Osservazione .
Terzo incontro: OSSERVAZIONE DEL BAMBINO STRANIERO : ATTRAVERSO L’INDIVIDUAZIONE DI STRUMENTI A BASSA MEDIAZIONE LINGUISTICA, COME EVOLVE IL LINGUAGGIO NEL BAMBINO L2
Obiettivi di oggi: Avere maggior consapevolezza delle problematiche
relative alla gestione degli alunni stranieri :
DATI QUANTITATIVI: in quale percentuale sono inseriti nelle scuole?
DATI CONOSCITIVI: come avviene l’apprendimento della L2?
Cosa si sta facendo di concreto?
Come fare per promuovere il successo formativo e l’integrazione?
Dai Campanelli d’Allarme alle problematiche del bambino straniero in classe : come accedere ad un percorso di osservazione?
Qualche dato statistico Conoscere il fenomeno
Comune di Monza
La presenza delle Etnie
Alunni stranieri inseriti nella scuola dell’Infanzia, crescita continua e progressiva
2005 2006
2006 2007
2007 2008
2008 2009
2009 2010
2010 2011
2011 2012
2012 2013
2013 2014
283 291 325 337 356 447 496 478 514
7,9% 8,0% 8,5% 8,9% 9,0% 12,1% 13,4% 13,3% 14,6%
La mediazione culturale nelle scuole di Monza Settore Istruzione
Servizio Offerta Educativa e Promozione del Successo Formativo - Comune di Monza -
Alunni che hanno avuto necessità di mediazione culturale : interventi nelle scuole
1861 ore di mediazione
Scuola dell’Infanzia 12% ( 22 interventi )
Scuola Primaria 39% ( 50 interventi )
Scuola secondaria I° 34 % ( 42 interventi )
Scuola secondaria II° 15 % ( 19 interventi )
Il Cartoccino….
Ogni sezione ospita da un minimo di 50% ad massimo del 60% di alunni stranieri
Etnie presenti : 16
Nord Africa: Marocco, Tunisia, Egitto
Africa: Senegal, Togo, Camerun
Europa dell’Est: Romania, Moldavia, Albania
Asia: Cina, Sry Lanka , Bangladesh
America del Sud: Perù, Argentina, Cile, Brasile
BES e CERTIFICAZIONI Forte aumento del “disagio” tra gli alunni stranieri
Cause multifattoriali:
Famiglie di nuovo insediamento,
Disagio socio-economico
Contesti educativi disarmonici
Scarsa capacità di riconoscimento del bisogno educativo
Diversa concezione della scuola
Azioni concrete da promuovere a scuola
Tentativi di costruzione di un “Ponte solidale” per l’affiancamento dei bambini e delle famiglie straniere
COMUNE: Mediatori
SCUOLA: Progetti specifici per l’accoglienza e l’orientamento
CREI …..
Laboratori di potenziamento linguistico con i fondi della Regione “Aree a forte processo immigratorio”
UONPIA: Progetto Migranti
Fenomeno ancora sottostimato
Importanza dell’affiancamento precoce del bambino e della famiglia
Necessità di accoglienza della famiglia straniera
Attivazione di azioni volte all’integrazione per il bambino e per la famiglia
Aumento della casistica e delle certificazioni di bambini stranieri
Alunni “stranieri”?
Per lo più sono soggetti esposti a due (o più)
codici linguistici: BI-LINGUISMO
Bilingui o apprendenti L2
Relazione linguaggio-cognizione Importanza dello studio della relazione tra processi
linguistici e cognitivi pregiudizi?
Idea di sovraccarico cognitivo Si interpretano difficoltà di linguaggio come dovute al
bilinguismo Ma possono essere dovute a un rallentamento
nell’acquisizione linguistica che fa parte delle normali differenze individuali valutazione L1
Si sconsiglia l’acquisizione di più lingue in soggetti con difficoltà cognitive Ma dipende dalla tipologia di difficoltà e dal contesto in cui
il soggetto vive
Il bilinguismo costituisce un sovraccarico cognitivo?
Macnamara (1966): metafora della bilancia, più si apprende una lingua meno si diventa efficienti nell’altra
Ipotesi della capacità limitata: quando il palloncino si espande a seguito dell’acquisizione di una lingua rimane poco spazio per l’acquisizione di una seconda lingua?
Vantaggio bilingue La conoscenza e l’uso frequente di due codici linguistici
può avere effetti di “potenziamento” sulle capacità cognitive?
Green (1998) “Ipotesi inibitoria”. I soggetti bilingui devono costantemente inibire il codice linguistico non-rilevante potenziamento funzioni esecutive, in particolare, capacità di inibizione
0
2
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3 4 5 6 7
Tipico
Ritardo+Disturbo
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Tipico
Sviluppo atipico
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Tipico
Crescita rallentata
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3 4 5 6 7
Tipico
Ritardo con recupero
Traiettorie evolutive
TAPPE DELLO SVILUPPO DEL LINGUAGGIO L2
L’acquisizione L1 e L2
Esiste un rapporto inversamente proporzionale tra l’età di esposizione di una seconda lingua e il livello di competenza ovvero: Minore è l’età di esposizione maggiore sarà il livello di competenza nella L2
L’acquisizione di una L2
1. Bilinguismo precoce (prima del periodo critico):
Bilinguismo simultaneo (da 0 a 3/5 anni)
Bilinguismo successivo (dopo i 3/5 anni)
2. Bilinguismo adolescenziale (tra 11 e 17 anni)
3. Acquisizione di una seconda lingua (dopo i 17 anni)
Plasticità cerebrale
Attiva durante tutto il corso della vita, ma più potente nei primi anni.
«Le lingue acquisite precocemente scolpiscono gli strati più profondi del cervello mentre le lingue apprese in età adulta modificano soltanto le strutture più superficiali e più recenti del cervello» F. Fabbro
Bilingui precoci: - uso automatico e naturale delle due lingue - assenza di accento straniero - assenza di errori grammaticali
nell’espressione verbale.
L’acquisizione di una L2 Individuate 4 fasi di apprendimento della L2 (Tabors, 2008),
anche se vi è molta variabilità tra bambini:
1) I bambini usano la loro L1 nel contesto della L2 (es. a scuola); questa fase può durare pochi giorni, perché il bambino rapidamente comprende che gli altri non capiscono quello che dice; raramente dura 2-4 mesi.
2) Periodo non verbale: il bambino inizia a comprendere il significato di molte parole in L2, ma ancora non ne produce. Sviluppa però delle strategie non verbali per farsi capire. Questa fase può durare da poche settimane a qualche mese (di più nei bambini più piccoli).
L’acquisizione di una L2
3) Linguaggio “minimale”: vengono prodotte alcune parole e frasi in L2. Le frasi sono molto brevi e possono contenere errori. E’ un linguaggio imitativo, le parole non vengono combinate dal bambino in modi nuovi per esprimere significati. Il bambino in questo modo da l’impressione di iniziare a comunicare in L2, e appare maggiormente coinvolto nelle interazioni sociali -> aumento esposizione L2.
L’acquisizione di una L2
4) Nuove frasi: il bambino inizia a mettere insieme le parole che conosce per formare frasi nuove, che non sono mere imitazioni di frasi già sentite. Fanno comunque ancora diversi errori, ad es. semantici o morfosintattici. Gradualmente le frasi diventeranno più corrette e ricche. In genere i bambini in età prescolare (es. 3 anni) raggiungono questa fase nell’arco di 1 anno, ma c’è molta variabilità. -> INTERLINGUA
Caratteristiche dell’INTERLINGUA -Uso di termini GENERALI per indicare elementi particolari della stessa classe (es. ANIMALE per tartaruga, formica, etc.); stesso fenomeno con i verbi (es. largo uso del verbo FARE)
-Uno di una parola con significato diverso ma appartenente alla stessa classe semantica (es. CANE per gatto, volpe, etc.)
-Molti MORFEMI vengono utilizzati in modo errato (es. confusione tra singolare/plurale – maschile/femminile) o omessi (es. usare il tempo infinito dei verbi). -Errori di pronuncia dovuti a diversi sistemi fonologici di L1 e L2 (es. “escarpa” invece di “scarpa” in bambini di madrelingua spagnola; omissione della “R” in bambini madrelingua cinesi) -Errori nell’ordine delle parole dovuto a un diverso ordinamento delle parole nella L1 (es. soggetto/verbo vs verbo/soggetto nelle domande).
«Va al gato…»
«Andare al mercato…»
«Dino andava a spesa…»
«…prende le cose…»
«…sta cercando con cosa di fare torta…»
«…compra le uova, e questo, e questo [indica]…»
«…poi la fa…»
«…fa pasta di torta…»
«…poi la mette dal forno…»
«…la torta la mette qui…»
«…poi dentro un forno mette una torta...»
«…farina e uova mette qui per fare la torta…»
«Mamma scende quella, e mangiale, e lei la cucina, e la mia mamma al papà, è mangiale gallette.» «Va al supelmelcato. Va a complale le cose. Plepala. Ha plepalato la tolta e la mette sul folno. Plende coltello (forchetta).»
«…mangia.»
«…la tavola e aspetta Ida.»
«…dopo stare su un piattino.»
Variabili modulatrici nell’acquisizione di L2
MOTIVAZIONE
LANGUAGE APTITUDE memoria fonologica, consapevolezza fonemica, etc.
Contesto d’apprendimento (intrafamiliare / scolastico)
Struttura di L1 e L2
Quantità e qualità di esposizione
Caratteristiche individuali e competenza sociale
Fattori ambientali - Nato/Non nato in Italia
- Arrivato/a con la famiglia/ricongiungimento familiare
- Livello di integrazione dei genitori (madre!) -> conoscenza
dell’italiano da parte dei genitori
- Fratelli in età prescolare-scolare; numero fratelli
- Nido
- Livello socio-economico/status di povertà
- Livello di istruzione dei genitori
Fattori ambientali – «nicchia» favorevole
Livello socio-economico da alto a
medio-basso
Buon livello di istruzione di un
genitore
Buona rete famigliare-sociale
Condizione lavorativa dei genitori stabile
Condizione abitativa adatta al numero di
componenti famigliari
Bambino socievole, estroverso
Frequenza scolastica continuativa
Fattori ambientali – «nicchia» sfavorevole
Ricongiungimento familiare dopo
mesi/anni
Condizione di povertà
Basso livello d’istruzione della
madre Scarsa frequenza
scolastica
Abitazione piccola – tante persone
Problemi comportamentali e/o
attentivi
Problemi emotivi, scarsa autoregolazione
Isolamento del nucleo famigliare
Bambino timido, ansioso
Difficoltà di linguaggio
RITARDO NELLO SVILUPPO DEL LINGUAGGIO
DISTURBO SPECIFICO DEL LINGUAGGIO (circa 7%)
Bambini che percorrono in ritardo le tappe dello sviluppo linguistico, ma il loro linguaggio diventa «tipico» con il tempo. Non mostrano difficoltà linguistiche, ma variano solo i tempi.
Bambini che, in genere, hanno un ritardo nelle tappe dello sviluppo linguistico, ma anche delle problematiche su uno o più aspetti del linguaggio (es. aspetti fonologici, vocabolario, competenze narrative, costruzione frasi), che possono anche in parte recuperare nel tempo.
Difficoltà di linguaggio in bambini apprendenti italiano come L2
Bilingui simultanei:
- Difficoltà molto simili nelle due lingue
- Nel caso una lingua sia primaria rispetto all’altra, difficoltà più
marcate in quella secondaria
- Non ci sono particolare difficoltà a passare da una lingua all’altra a
seconda dei contesti (non si confondono più di altri bilingui)
- Riescono comunque ad acquisire a livelli soddisfacenti entrambe le
lingue
Difficoltà di linguaggio in bambini apprendenti italiano come L2
Bilingui consecutivi (o successivi):
- Ritardo di linguaggio: appaiono più lenti nelle tappe d’apprendimento
della L2, così come lo sono stati in quelle della L1, arrivando comunque
ai livelli di bambini nella stessa loro situazione, anche se con tempi più
lunghi.
- Disturbo specifico del linguaggio: traiettoria di apprendimento della L2
simile a quella dei bambini monolingui con Disturbo specifico del
linguaggio (es. permangono a lungo difficoltà con i morfemi più
complessi). Dopo alcuni anni di esposizione alla L2, i loro profili sono
simili ai coetanei monolingui con Disturbo specifico del linguaggio.
Difficoltà di linguaggio in bambini apprendenti italiano come L2 - FATTORI DI RISCHIO
- Molto tranquilli da neonati, non si è presentata la lallazione o si è presentata in modo scarso - Non mette in pratica il gioco simbolico - Non imita, non ripete le parole - Usa soprattutto i nomi e poco i verbi - Fa fatica ad inserirsi nel gioco con i coetanei - Frequenti infezioni all’orecchio - Casi di ritardo nel linguaggio, disturbi di linguaggio o disturbi d’apprendimento in famiglia - Scarse competenze di comprensione del linguaggio e, più in generale, dei tentativi di comunicazione da parte degli altri - Scarso uso di gesti per comunicare
Da indagare con i genitori
Un bambino che non parla
ha ricevuto sufficiente esposizione?
può essere nella fase non verbale?
può essere un fattore motivazionale/culturale/emotivo?
ESPOSIZIONE CONSISTENTE: SCUOLA A TEMPO PIENO, PER ALMENO 1 o 2 ANNI (dipende dalle funzioni linguistiche valutate)
Dimensioni del bilinguismo evolutivo
Limite nel linguaggio,
difficoltà d’interazione su base culturale,
difficoltà d’interazione su base caratteriale,
situazione di stress
Dimensioni del bilinguismo evolutivo
All’apparenza problemi cognitivi / emotivi / comportamentali
Proporre molte attività NON VERBALI, anche di gruppo, al bambino che non conosce o conosce molto poco la lingua ->
mostrare competenza, interagire con gli altri allo stesso livello
IMPLICAZIONI 1 Importanza del mantenimento a casa della L1
Genitori possono parlare la propria lingua: il bambino viene esposto ad un codice linguistico ricco e complesso (fonologia, vocabolario, morfosintassi, PRAGMATICA).
L’esposizione a due codici linguistici non è un fattore di rischio I bambini bilingui possono in alcuni casi mostrare lievi
svantaggi rispetto ai monolingui nell’ampiezza lessicale ma non è un limite a livello cognitivo a livello concettuale non vi sono differenze
Fenomeni di «prestiti» sono normali Influenze cross-linguistiche sono normali, temporanee e
NON SONO INDICATORI DI DIFFICOLTA’ o CONFUSIONE LINGUISTICA
IMPLICAZIONI 2 SE SI OSSERVA UN RITARDO:
Valutare il grado di esposizione alla lingua e la dominanza linguistica
Osservazione dinamica: in più momenti nel tempo per valutare la traiettoria evolutiva
La valutazione dovrebbe essere fatta nella lingua dominante se si vuole osservare la prestazione linguistica migliore del bambino … se non si può… è necessario essere molto cauti nelle conclusioni!
L’acquisizione del linguaggio
Livello del suono (fonologia, fonetica)
Livello del significato (sintassi, semantica)
Livello del contesto (pragmatica)
L’acquisizione del linguaggio
Livello del suono (fonologia, fonetica)
Livello del significato (sintassi, semantica)
Livello del contesto (pragmatica)
I due lessici distinti si riferiscono ad un unico sistema concettuale (Kroll & Stewart, 1994).
Lessico L1
Sistema concettuale
Lessico L2
Acquisizione consecutiva della L2
Le competenze metafonologiche Capacità di riconoscere e manipolare i suoni linguistici i
fonemi
COMPITI/ ESERCIZI:
Rime (filastrocche, indovinelli)
Togliere le iniziali (Porto senza P?)
Riconoscere le parole che iniziano/finiscono nello stesso modo (es. gioco del bastimento)
Unire i pezzi o «fare le parole a pezzettini»
Ca + ne = CANE
Come si fa BANANA «a pezzettini»? BA-NA-NA
Consapevolezza fonologica o
METAFONOLOGIA
Come viene valutata?
FONEMICA SILLABICA
Stimolo Risposta Stimolo Risposta
FUSIONE M-A-T-I-T-A MATITA MA-TI-TA MATITA
SEGMENTAZIONE MATITA M-A-T-I-T-A MATITA MA-TI-TA
DELEZIONE MATITA ATITA MATITA TITA
Rime Già a 4 anni
Consapevolezza fonologica o
METAFONOLOGIA
Per i bambini con poca padronanza linguistica in italiano: - Usare le non parole (es. ripetizione di non parole) -> tutte
le parole nuove sono delle non parole! - Utilizzare poche parole target, ad alta frequenza nel
contesto scolastico - Prevedere una fase di apprendimento - Valutare gli esiti della fase di apprendimento, prima del
compito metafonologico - Usare comunque il canale visivo quanto possibile
POR TA BOCCA BICCHIERE
POR - TA
BI…..
Consapevolezza fonologica o
METAFONOLOGIA
Come osservare? -Istruzioni verbali: ridurle al minimo!
-Affiancare istruzioni verbali e non verbali
-Prevedere sempre un esempio (individuale/collettivo, fatto
dall’insegnante/osservato)
-Prendersi tempo e scegliere il tempo
-Ambiente tranquillo, se possibile senza passaggio di altre persone
-Prevedere più di un “item” (almeno 3)
- «perdere» tempo per far capire le consegne
Quando usiamo una prova per osservare il comportamento e le competenze del bambino, dobbiamo avere chiaro cosa ci aspettiamo come risultato. Come facciamo a saperlo? - Teoria - Esperienza - Prove con diversi bambini (quanti riescono a svolgere
correttamente il compito? -> almeno il 90%)
I nuovi compiti per i Campanelli d’allarme vanno sperimentati.
Come osservare?
Cosa osservare?
-Relazioni sociali
-Risposte emotive, autoregolazione, adattamento al cambiamento
-Funzione comunicativa
-Linguaggio (espressione e comprensione)
-Cognitiva e prerequisiti apprendimento
-Uso del corpo e degli oggetti (motorio-prassie)
-Gioco
Alcuni materiali atti all’Osservazione del bambino straniero
Basso impatto linguistico
Basati sull’intuitività e sull’operatività
Un compito da portare a termine per l’osservazione di
come il bambino si organizza e dei suoi tempi di attenzione
ALCUNI MATERIALI SPERIMENTATI