Anno IV numero 1 dell’ 11 gennaio 2014 (61)GiuliaViva è anche on-line su www.giuliaviva.it
Quindicinale d’informazione giuliese distribuzione gratuita - tiratura 2500 copie
Tappati ! Ci raccontano che per gli argini sicuri del Salinello e del Tordino occorrano, assurdamente degli anni; per il libero scorrimento dei fiumi pure?
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I
Istantanee giuliesi GiuliaViva anno IV n.1 3
Segna il passo l’attività dei comi-
tati di quartiere, fra il quorum non
raggiunto nell’assemblea delle “Fra-
zioni” e l’impossibilità di rieleggere
quello del “Paese” per la mancanza
delle necessarie candidature. Partita
in tromba, l’esperienza comunque
positiva dei comitati sta, con le dovu-
te eccezioni, lentamente arenando-
si. Che sia l’influenza negativa di chi
dall’alto vorrebbe orientarli a proprio
piacimento?
Smemoranda
Il sospettoIn linea con i consueti ritardi che
hanno reso universalmente famosa
l’inaffidabilità delle ferrovie italiane
(che pure in questo caso non c’en-
trano nulla), anche i due vagoni del
“Chico Mendes” si avvicinano alla
prevista destinazione finale: la rotta-
mazione. In attesa degli annunciati
interventi, primo fra tutti il ripristino
della piattaforma per il basket, il par-
co riacquista almeno in parte il do-
vuto decoro. Un risultato comunque
apprezzabile.
Meglio tardi che mai
È diventata ormai un’abitudine, quella
del consigliere Antelli, di tuonare contro
chi avrebbe “affossato” il piano integra-
to di via Cupa, ed in particolare contro il
gruppo consiliare de “Il Cittadino Gover-
nante” i cui emendamenti a tutela dei
pubblici interessi avrebbero reso meno
appetibile l’intervento dei privati.
Preso dalla foga, Antelli dimentica
però, o perlomeno finge di dimenti-
care, di aver sempre votato contro il
piano, sia nella sua stesura originaria,
sia in quella integrata dagli emenda-
menti. E se facesse una buona volta
pace con se stesso?
Sullo stato degli
argini di Tordino e
Salinello molto è
stato detto ed al-
trettanto promes-
so, nulla sin’ora si
è visto. Speriamo
almeno che i tardi-
vi lavori di messa
in sicurezza annunciati per la prossima
primavera siano effettuati veramente.
C’è una situazione, però, sulla quale
nessuno apre bocca, ma che non può
attendere oltre un intervento tanto ur-
gente quanto necessario. L’ammasso di
tronchi, arbusti e radici incastrati nelle
arcate del ponte stradale che valica il
Intervenire prima che sia troppo tardi
Salinello ha raggiun-
to da tempo dimen-
sioni preoccupanti. Il
rischio è che ulteriori
apporti di detriti tra-
scinati dalle piene del
fiume, finiscano col
creare un pericolo-
sissimo “effetto diga”,
con l’intrico dei rami a bloccare il deflusso
dell’acqua. In analoghe, recenti situazioni
(è accaduto in Versilia, Liguria, Piemon-
te ed anche nella provincia di Teramo)
esondazioni, allagamenti fino al crollo dei
ponti sono stati le drammatiche conse-
guenze. Senza essere catastrofisti, credia-
mo non sia il caso di rischiare.
Organizzata dal comitato di quartiere
dell’Annunziata con la collaborazione di
Francesco Negro, si è svolta lo scorso 6
gennaio, di fronte ad una nutrita platea,
la serata finale del primo “Festival Giu-
liese delle Giovani Voci”. Al primo posto
della sezione junior si è classificato
Simone Peracchia davanti a Luca Rapo-
ni, mentre la sezione senior ha visto la
vittoria di Giorgia Verona davanti a Lo-
renza Mastrilli.
Giovani voci
4 GiuliaViva anno IV n.1
Una città senza barriere (2a parte) di Raffaele Di Marcello
Torniamo a parlare di bar-
riere architettoniche nella
nostra città. Nel precedente
numero di GiuliaViva ave-
vamo elencato le norme
che dovrebbero permette-
re a tutti i cittadini di acce-
dere, senza difficoltà, alme-
no negli edifici pubblici o
aperti al pubblico, e di po-
tersi muovere senza grandi
problemi nelle vie e nelle
piazze cittadine.
Ebbene non sempre è così, la nostra
città è carente, ad esempio, per quan-
to riguarda i percorsi per non veden-
ti, in quanto mancano completamen-
te i percorsi tattili ed i semafori con
segnalatore acustico. Sono solo un
paio, nonostante l’articolo 6 del D.P.R.
503/1996 preveda che “gli impianti
semaforici, di nuova installazione o
di sostituzione, devono essere dotati
di avvisatori acustici che segnalano il
tempo di via libera anche a non ve-
denti e, ove necessario, di comandi
manuali accessibili per consentire
tempi sufficienti per l’attraversamen-
to da parte di persone che si muovo-
no lentamente”. Carenze anche per
quanto riguarda il superamento del-
le barriere architettoniche: la scuola
dell’infanzia di Bivio Bellocchio, ad
esempio, non ha un ascensore che
colleghi i due piani dell’edificio, ed
un alunno disabile dovrebbe essere
portato in braccio per raggiungere la
mensa che si trova al piano superiore.
Lo stesso accade anche nella stazione
ferroviaria, dove l’ascensore è assente e
un disabile in carrozzina, ma anche un
anziano con difficoltà motorie, deve at-
traversare i binari con il consenso della
Polizia Ferroviaria, con tutti i rischi che
ciò comporta. Ma anche quando gli
edifici sono dotati di elevatori, ascen-
sori o montascale, e di rampe che per-
mettano di superare i dislivelli, accade
spesso che le rampe non abbiamo la
corretta pendenza (che dovrebbe esse-
re di massimo l’8%), o che gli elementi
meccanici non funzionino.
Un caso particolare è quello della ri-
strutturata Biblioteca Comunale. Non
tutti sanno che l’edificio è stato dotato
di un moderno ascensore, il cui acces-
so, però, è possibile non dall’ingresso
principale su Corso Garibaldi, ma dalla
stretta e pericolosa via Bindi, attraverso
una rampa nascosta da un porto-
ne. Il disabile che volesse accedere
alla Biblioteca dovrebbe inoltrarsi
nella via, priva di marciapiede e
molto stretta; suonare il campa-
nello; rimanere in attesa ai bordi
della via (che è in discesa e quindi
immaginate la difficoltà per una
carrozzina), e aspettare che qual-
cuno scenda ad aprire il portone
(che tra l’altro si apre verso l’ester-
no) per consentire l’accesso alla
rampa. Sarebbe bastato prevede-
re un sistema automatico di apertura
o spostare la porta di qualche metro
verso l’interno per evitare pericoli a chi
volesse avventurarsi in una Biblioteca
che, tra l’altro, anche negli spazi interni
non è proprio a misura di diversamen-
te abile.
Ma a parte questi ed altri casi eclatanti
l’intera città non è pensata per essere
accessibile. Diversi i casi in cui gli at-
traversamenti pedonali presentano
uno scivolo su di un lato e un gradino
sull’altro, a volte le rampe, come nel
tratto sud di via Gramsci, mancano to-
talmente; il lungomare storico lato est
ha delle minuscole rampe con penden-
za eccessiva che sfociano direttamente
sulla pista ciclabile, e anche quando le
rampe ci sono spesso sono difficilmen-
te praticabili.
Insomma se è vero che la disabilità non
è contagiosa, l’ignoranza, al contrario,
si diffonde terribilmente.
Fatti...
GiuliaViva anno IV n.1 5
Le insidie del “copia e incolla”
di Paolo Innocenti
Forse è stata la fretta, da sempre cat-
tiva consigliera. Forse l’imminenza
dell’ultimo termine utile per il sindaco
per giocarsi la carta della candidatura
regionale. O forse, più semplicemente,
solo le insidie del copia e incolla. Cer-
to è che il recente bombardamento
mediatico a mezzo bolletta della Ju-
lia Servizi (per la seconda volta in due
anni inopportuno veicolo della pro-
paganda di Palazzo, ndr) ha finito tri-
stemente col rivoltarsi contro i propri
autori.
Non sappiamo quanti giuliesi abbia-
no avuto la buona volontà di dedicare
alla lettura del nuovo depliant qual-
cosa più di un’occhiata frettolosa, né
tanto meno quanti siano coloro che
abbiano conservato il precedente
“pieghevole”, quello che non più tar-
di di un anno fa magnificava i risulta-
ti dei primi 40 mesi dell’amministra-
zione Mastromauro. Immaginiamo
però che l’impressione che ha colpito
quanti abbiano avuto tempo e voglia
di avventurarsi nell’impresa, sia stata,
fin dalle prime righe, quella del deja
vu, della replica, della stucchevole ri-
petizione. Un copia e incolla, insomma,
neppure troppo attento, o, più pro-
babilmente, volutamente fuorviante,
volto a promuovere l’immagine ingan-
nevole di un’amministrazione attiva,
attenta ad ogni settore, oltreché im-
mune da qualsiasi errore o fallimento.
Qualche esempio? Le “Energie alter-
native”, prive nel 2013 di qualunque
risultato, cui viene attribuita quella
realizzazione dei quattro distributori
dell’acqua, nel 2012 inserita alla voce
“Ambiente”. O lo “Sport”, che, in man-
canza d’altro, eredita interventi in
precedenza appannaggio dei “Lavori
pubblici”. O ancora l’ambiente, dove
a fronte della condizione deficitaria
dell’igiene cittadina si registra una sola
novità: l’ormai datato riconoscimento
di “Comune riciclone 2012”. O, infine, la
“realizzazione della spiaggia libera per
cani”, in passato vanto dell’amministra-
zione, ma misteriosamente scomparsa
dal resoconto 2013: forse dimentican-
za dettata dalla fretta e dalla distrazio-
ne o, più probabilmente, omissione
assolutamente voluta di un’esperienza
fallimentare fatta di liti, teatrini poco
seri ed imbarazzanti dietrofront.
L’elenco potrebbe andare avanti, sen-
za però cambiare la sostanza dell’enne-
sima operazione mediatica, spregiudi-
cata e un po’ furbetta, messa in scena
confidando magari nella poca me-
moria dei destinatari. Una pantomima
ingannevole, nella quale troppi vec-
chiumi vengono spacciati per novità,
mentre ciò che è imbarazzante molto
opportunamente scompare.
Maldestro tentativo di autocelebra-
zione, il resoconto delle attività della
giunta al suo 54mo mese di vita riesce
paradossalmente a centrare l’obietti-
vo opposto: certificare in via ufficiale
... in primo piano
ed incontestabile come l’ultimo anno
abbondante dell’amministrazione Ma-
stromauro sia scivolato via fra chiac-
chiere a bizzeffe e molti pochi fatti. Il
tutto goffamente occultato dietro la
colossale panzana del “programma già
completato”, giustificazione preventi-
va di un possibile abbandono prema-
turo da parte del sindaco, affidata alle
magie di un copia e incolla fatto in casa
e certificato dal timbro dell’assessora-
to all’attuazione del programma.
Un po’ come chiedere all’oste se il vino
è buono.
6 GiuliaViva anno IV n.1 Accade in città
Viaggio nella SanitàDiciott’anni passati inutilmente di Maurizio Medori
Correva l’anno 1996. Al presidio ospe-
daliero di Giulianova era stato appena
assegnato il personale previsto dalla
pianta organica aggiornata dal nuovo
Piano Sanitario Regionale e così scrive-
vo all’epoca, in qualità di primario chi-
rurgo, in una lettera aperta al direttore
generale della ULS di Teramo
RIFLESSIONI NATALIZIE
(Babbo Natale o Befana)
Da molti anni avevo smesso di credere
all’esistenza di un Babbo Natale; era stata
un’immagine che aveva portato felicità
alla mia infanzia, così come avviene oggi
per chi ha quell’età; era un Babbo Natale
equanime, giusto, che distribuiva quanto
in suo possesso secondo i bisogni, mai
tradendo le aspettative legittime; il suo in-
tervento gratificante era una certezza, non
operava distinzioni tra “buoni” e “cattivi”.
Avevo smesso di credere anche nella Befa-
na, figura più misteriosa, meno accattivante
nell’incertezza del suo intervento, gratifi-
cante o punitivo a seconda di un giudizio
personale, peraltro imperscrutabile.
In questo scorcio del ’96 ho dovuto ricreder-
mi: quelle mitiche figure esistono ancora!
Esistono nella Sua persona, signor Direttore!
Devo infatti rilevare, con sincero rammarico,
come Lei, nell’ assegnare il nuovo personale
derivante dalla pianta organica di recente
aggiornata dal Piano Sanitario Regionale, si
sia in effetti comportato come Babbo Natale
solo nei confronti di alcune unità operative,
distribuendo medici ed infermieri, e come
una Befana dei “cattivi” nei confronti di altri,
negando più che legittime aspettative che
datavano da anni e più volte rappresentate
per sanare situazioni di carenza ormai insoste-
nibili, degradate a tal punto da compromette-
re seriamente le possibilità di assistenza.
È evidente che il sottoscritto, e per lui la divi-
sione di chirurgia generale che dirige, è stato
giudicato tra i “cattivi”, anzi tra i “più cattivi”.
Mi successe, una volta, di trovare del carbo-
ne e delle mandorle aprendo la calza della
Befana: mi rammaricai, ma dovetti accettare,
consolandomi con il fatto che, almeno, avrei
potuto assaporare qualcosa di gradevole.
Oggi ho trovato solo carbone: me ne ramma-
rico di nuovo, ma chiedo spiegazioni.
Le chiedo in particolare come giustifica
che presso la Divisione di chirurgia gene-
rale del Presidio Ospedaliero di Giulianova
si debba osservare un rapporto medici/
pazienti di 1 a 7, mentre presso altre strut-
ture dall’analogo tipo di lavoro, tale rap-
porto debba essere di 1 a 4.
Ancora di più: perchè presso divisioni
specialistiche, che notoriamente svolgo-
no un tipo di lavoro meno oneroso, il sud-
detto rapporto va addirittura quasi ad 1
medico per ogni 2 pazienti?
Credo di avere il diritto di porre i quesiti sopra
esposti, sia come operatore di una struttura
ad alta intensità di lavoro, come una Divisione
di Chirurgia generale di un Ospedale periferi-
co come il nostro, sia come cittadino.
Aggiungo un consiglio: se non vuole o
non può essere un Babbo Natale per tutti
(e penso che nella Sua veste istituzionale
non possa e non debba diventarlo), scelga
pure la veste della Befana, ma, nel rilevare
“i buoni” e “i cattivi”, dia almeno spiegazio-
ni: siamo adulti, ormai!
Nell’attesa dell’Epifania, che è la festa del “mo-
strarsi”, “del rivelarsi”, La saluto distintamente.
Giulianova, 24/12/1996
Maurizio Medori, Primario chirurgo del Presidio
Ospedaliero di Giulianova
continua a pag. 15
GiuliaViva anno III n.26 7
Occorre una magia, oppure, mettiamoci qualche pietra sopra di Andrea Palandrani
Voci dai Quartieri
In prossimità della fine
del mandato elettorale,
Villa Volpe e Colleranesco
aspettano speranzose il
compimento del castello
di promesse della giunta
Mastromauro.
Villa Volpe attende la messa
in sicurezza del tratto della
Statale 80 con rifacimento
della raccolta delle acque e
la realizzazione di uno spa-
zio ricreativo di quartiere e
dei marciapiedi.
Tali opere pubbliche per un valore di
250 mila euro sarebbero state realiz-
zate, a detta dell’elenco annuale dei
lavori della maggioranza, nel 2012!
Nonostante le aspettative legate al
fatto di avere un vicesindaco ed un
consigliere della frazione, neppure
Colleranesco può gioire se non per
il primato di apparizioni del sinda-
co: ora per scoprire una targa, ora in
processione, ora per inaugurare un
giardinetto dirimpetto alla nazionale,
infine per intitolare un centro anziani
realizzato però dal centro destra.
Ma tutti sono con il fiato sospeso e
con il naso all’insù per la serie di ma-
gie conclusive citate nel programma
Mastromauro: “parchi fluviali lungo i
fiumi Tordino e Salinello con percorsi
pedonali, ciclabili e ippici”, “l’istituzio-
ne di un vigile di quartiere” e del “di-
fensore civico”, la realizzazione della
“stazione ferrovia a Colleranesco”, “la
ristrutturazione della piazza comu-
nale” e “la bonifica della ex discari-
ca dei rifiuti solidi urbani nella zona
industriale”. Inoltre avremo, “la crea-
zione di spazi adibiti ad orti urbani”,
uno “sviluppo di un portale per la
promozione delle attività e dei pro-
dotti locali” con una “incentivazione
del commercio a Km zero” e soprat-
tutto partirà, finalmente, il mercato
rionale nella piazza di Colleranesco
in esecuzione alla delibera del con-
siglio comunale risalente al giugno
2012 su proposta de Il Cittadino Go-
vernante, anche se intanto sulla piaz-
za ci sono solo nuove pietre.
Se da un lato abbiamo una mano co-
munale che con una bacchetta forse
darà tutto ciò, intanto abbiamo la
certezza dell’altra mano che pren-
de e sperpera. Infatti l’altra nutrita
speranza (già tradita) riguardava il ri-
sparmio sulla TARSU in virtù dell’im-
pegno e del senso civico con
cui tutti i giuliesi realizzano
la raccolta differenziata. Sia
Colleranesco che Villa Vol-
pe rappresentano un tessu-
to urbano caratterizzato, in
gran parte, da case di pro-
prietà in cui ciascuna fami-
glia paga la tassa sui rifiuti
oltre che per l’abitazione,
anche per la cantina e/o il
garage e per il sottotetto e/o
soffitta senza tener affatto
conto del numero delle per-
sone per abitazione e/o dell’uso o
meno di questi locali.
A fronte di una raccolta differenzia-
ta (fatta bene dai cittadini!) che da
tempo ha superato il 60%, l’Ammi-
nistrazione compie ancora aumenti
su aumenti mostrando una gestio-
ne fallimentare che in ogni azienda
privata equivarrebbe alle dimissioni
dei responsabili (un inciso a propo-
sito di organizzazione, la raccolta
vetro dell’8 gennaio era attesa dal
18 dicembre!)
Infine, ancora una volta assenti nelle
frazioni, le iniziative ludico-ricreative
sostenute dalla Amministrazione per
le festività natalizie a comprovare
noncuranza sia per i cittadini che qui
risiedono, sia per le attività commer-
ciali qui presenti.
Tuttavia, abbiamo ancora qualche
mese per sperare che non piovano
solo pietre.
GiuliaViva anno IV n.1 7
s.r.l.
8 GiuliaViva anno IV n.1 La pagina della Cultura
Con il sostegno economico della Ca-
ripe è stato pubblicato un bel catalo-
go delle cartoline di Basilio Cascella, a
cura di Franco Battistella, che raccoglie
parecchie serie di litografie, cromolito-
grafie e zincotipie del pittore pescarese
(1860-1950), grande e prolifico illustra-
tore, autodidatta e perfino deputato
nel 1928.
Le cartoline non rappresentano l’unica
produzione dell’artista che, ad esem-
pio, dalla fine degli anni ’10 si dedi-
cò alla ceramica dipingendo i grandi
pannelli in maiolica dello Stabilimento
Termale Tettuccio di Montecatini, l’ole-
ografia della Madonna dei Sette Dolori
a Pescara, la grafica delle riviste “L’Illu-
strazione abruzzese” e “L’illustrazione
meridionale” e tanti altri aspetti dell’ar-
te decorativa sia sul versante verista
sia, con maggiore evidenza, nel campo
di un simbolismo scoperto che appar-
tiene verosimilmente all’allegoria edifi-
cante e celebrativa.
L’Abruzzo che emerge dai suoi bozzetti
e pitture preparatori, poi in forme se-
riali di 12 cartoline uscite dai torchi del
L’Abruzzo illustrato di Basilio Cascella di Leo Marchetti
suo stabilimento pescarese, è quello
di una terra vergine e primitiva, labo-
riosa e ancestrale dove l’amore si in-
treccia con una natura rigogliosa, nei
modi floreali di una esuberanza vita-
listica piena dei segni della fecondità
e di una natura benigna. Frutti e fiori
si accompagnano quasi sempre con
una tipologia femminile incline alla
maternità e alla vita agricola secondo
un cliché che sarà fatto proprio dal
bagaglio iconografico del ruralismo
fascista e in forme più stilizzate già
presenti nell’Art Nouveau. Inoltre si af-
facciano sulla scena marina elementi
(si veda la serie Nudi al mare) tipici del-
la incipiente moda balneare rivisitata
in una luce mitica alquanto naturali-
stica, dove la carnale bellezza di gio-
vani madri con figli viene sottolineata
in chiave pagana si direbbe, distante
dal modello dell’Angelo della vita di
Giovanni Segantini o dalle madonne
di Gaetano Previati, dove prevalgono
il misticismo della maternità e l’assen-
za quasi totale del sesso. Cascella che
vendeva queste immagini alla pubbli-
cità di una Centerbe si contentava di
suscitare sentimenti inneggianti alla
vita istintiva e riproduttiva; i suoi nudi
avvolti nei tralci di girasoli e nell’ede-
ra mirano all’immaginario maschile
e, nelle forme più industrializzate, in
seguito finiranno nei calendari, negli
emblemi delle locandine, specialità
alimentari, etichette ed ex-libris.
Siamo al cospetto di un artista che
aveva appreso a Roma e Milano l’arte
innovativa delle cartoline illustrate nel
periodo che va dal 1898 al 1917 - e si
capisce come quest’ultima data segni
l’affermarsi della fotografia e la fine
del genere - riprendendo il motivo
fondamentalmente liberty dei viticci e
delle piante, di una natura ipertrofica
che avvolge corpi femminili iperdeter-
minati nella carnagione e nelle forme
opulente. Ma Cascella è decoratore
versatile e annovera fra le sue serie
Le mietitrici, Le eruzioni del Vesuvio,
Il bacio (una tricromia del 1915 che
sembra anticipare, insieme a Il primo
amore e Sogno e realtà i fotoromanzi
dei decenni successivi), Innamorati in
costume abruzzese, dove ai costumi
si aggiungono alcuni mestieri decisa-
mente primitivi come la pastorizia, la
tessitura a mano, l’idillio nei campi ecc.
Talvolta si cimenta con la storia meri-
dionale illustrando una “storia bandi-
tesca” con quadri policromi dal titolo
Il combattimento, L’arresto, L’ultimo
bacio, La sete, Preghiera, La spia, Se-
questro, Una vendetta, per dire gli ar-
gomenti melodrammatici in grado di
collegarsi alle tematiche regionali ma
apprezzate anche su scala nazionale
e internazionale con riconoscimenti
importanti, come ad esempio nella
Mostra d’Arte internazionale d’Arte de-
corativa moderna di Torino del 1902 e a
quella di Livorno dello stesso periodo.
Pagine di Storia GiuliaViva anno IV n.1 9
13 dicembre 1943, piazza centrale
di Montorio. Una colonna fascista
del Battaglione “M” ferma al bar, un
uomo del luogo, noto come opposi-
tore del regime. Egli fugge, si difen-
de attaccando, viene inseguito. Uno
contro venti. Un mulino e la cam-
pagna circostante saranno l’ultima
cosa che vedrà da vivo. Il suo corpo
maltrattato verrà portato in giro per
il paese, su un carretto, come moni-
to per i compaesani.
Ercole Vincenzo Orsini aveva 42
anni. Un apprezzatissimo artista,
ebanista e liutaio molto ricercato in
quel periodo, e le opere ancora vi-
sibili ne stanno a testimoniare il va-
lore. Un democratico, una persona
ricca di idee e coraggio, un leader
diremmo oggi. La sua bottega era
diventata luogo di incontri per tut-
ti quelli che non avevano paura di
esporsi, fossero essi laici o cattolici.
Ercole Vincenzo Orsini, per non dimenticareL’intellettuale-artista cui è intestato il più bel viale di Giulianova
di Gaetano Marà
Qualche mese prima di morire era
stato tra i principali organizzatori
della battaglia di Bosco Martese,
mettendo in fuga i tedeschi, in
quella che fu definita da Ferruccio
Parri la prima azione campale par-
tigiana in Italia.
Il ‘43, anno terribile e caotico della
storia italiana. Chi non ricorda l’in-
dimenticabile tenente Alberto Sor-
di che in Tutti a casa (di Comencini)
telefona al proprio comandante:
“signore, i tedeschi ci sparano con-
tro, sono passati con gli americani!”.
In quel clima di totale incertezza
c’erano uomini (e donne) che ave-
vano ben capito cosa fare. E a loro
tutti noi dobbiamo molto. Magari
ogni tanto proviamo a chiedere ai
nostri genitori e nonni, a chi c’era in
quegli anni, di raccontarci qualco-
sa. Ne saremmo arricchiti.
Il 13 dicembre scorso, in una Mon-
torio al Vomano fredda ma piace-
volmente pre-natalizia, Ercole Vin-
cenzo Orsini è stato ricordato con
un interessante convegno. Nella
bella sala del Convento degli Zoc-
colanti è intervenuta tanta gente,
anche tanti giovani, ad ascoltare
vicende accadute oltre 70 anni fa.
In mattinata erano state coinvol-
te le scuole, e questo forse è uno
degli aspetti più importanti della
celebrazione e del ricordo. La di-
rettrice del polo museale di Teramo
ha ricordato l’Orsini artista (alcune
opere erano visibili nella rassegna
fotografica del convegno), eviden-
ziando come egli, pur vivendo a
Teramo, aveva una visione forte-
mente rivolta all’arte europea. Altri
ne hanno raccontato le idee politi-
che e i fatti della Resistenza. In alcu-
ni momenti l’emozione in sala era
tangibile: i fatti narrati riguardava-
no tutti, e in cuor nostro servivano
a spazzar via anche tutte le men-
zogne che negli ultimi vent’anni
abbiamo ascoltato in tv da chi vor-
rebbe ancor oggi cambiare i libri di
storia. Orsini era comunista, pieno
di onestà politica, morale, intellet-
tuale. Ed era dalla parte giusta.
Sul finire del convegno, sono state
proposte video-interviste a donne
e uomini di Montorio che avevano
conosciuto Orsini o erano presenti
il 13 dicembre del ‘43. A loro ve-
niva anche chiesto di raccontare
quegli anni. Storie che sembra-
vano rimandare a melodia e ver-
si di Eurialo e Niso dei Gang (una
canzone, una poesia, una dedica
a tanti giovani combattenti per la
libertà). Sul finire, una donna ha
concluso il suo racconto, in modo
sincero e accorato, e senza possi-
bilità di smentita: “Orsini per noi
era un mito e soprattutto, per le
nuove generazioni, l’importante è
non dimenticare”. Applausi.
10 GiuliaViva anno IV n.1
Virzì e “Il capitale umano” di Stefania Sacchini
Interferenze visive
È in programmazione in questi giorni Il
capitale umano, il nuovo film di Paolo
Virzì (La bella vita, Ovosodo, Tutti i santi
giorni) tratto dall’omonimo romanzo
dello scrittore statunitense Stephen
Amidon e co-sceneggiato insieme a
Francesco Piccolo e Francesco Bruni.
Il libro di Amidon è ambientato nel
Connecticut e racconta la cinica storia
della borghesia locale, mentre il lungo-
metraggio di Virzì è stato adattato in
un paese della Brianza dove alla vigilia
di Natale un ragazzo in bicicletta viene
investito da un Suv il cui guidatore non
gli presta soccorso. Da qui si dipana il
racconto di due famiglie, una altoloca-
ta di Giovanni Bernaschi, l’altra meno
benestante di Dino Ossola, che tenta-
no entrambe la scalata al successo.
Il tentativo del regista, come ha affer-
mato lui stesso nella conferenza stam-
pa per lanciare il suo lavoro, è stato
fin dall’inizio quello di proporre un
soggetto discutibile senza però giudi-
carlo o condannarlo, lasciando piutto-
sto che sia lo spettatore a trarre le sue
conclusioni, avvicinandosi un pochino
all’opportunismo di alcuni personaggi
dei precedenti film come La bella vita
o Tutta la vita davanti, discostandosi
all’opposto per quello che concerne
le locations o il genere, che in questo
caso è drammatico con risvolti noir,
mentre negli altri, di cui descriveva le
terre di Toscana e del Lazio compariva
almeno un accenno di commedia.
Il capitale umano ha il merito di svisce-
rare la reale natura di un particolare
tipo di persone interessate unicamen-
te ai soldi e al potere, che tralascia
completamente i sentimenti e l’uma-
nità, appunto, da qui capitale inteso
proprio come accumulo
di beni. Il nero della lo-
candina, in cui campeg-
gia un codice a barre, lo
ritroviamo senz’altro nel-
le atmosfere cupe, nella
durezza dei dialoghi, nel
freddo e arido inverno
della pianura Padana
nonché degli animi dei
protagonisti. La regia di
Virzì è esemplare, come
sempre, ma anche la prova del cast è
notevole, formato da attori di primo
piano come Fabrizio Bentivoglio, Vale-
ria Golino, Valeria Bruni Tedeschi, Fabri-
zio Gifuni e Luigi Lo Cascio che metto-
no in piedi un’opera imperdibile sia per
chi apprezza i film italiani di peso, sia
per chi vuole approfondire le dinami-
che che racconta.
Il lento decadimento della borghesia
è dovuto principalmente alle scel-
te dettate dall’interesse economico,
perché laddove non c’è cuore, ma
solo mero egoismo, il rovescio della
medaglia non tarda ad arrivare. Tutto
questo può sicuramente tradursi nel-
le recenti vicissitudini del nostro Pa-
ese governato per troppo tempo da
una classe arrivista e senza scrupoli
che l’ha condotto inevitabilmente
alla rovina. Virzì ha decisamente fat-
to centro con il suo ultimo film ed ha
inaugurato alla grande il nuovo anno
del cinema italiano.
Dove Cosa Quando GiuliaViva anno IV n.1 11
Pubblica utilità
Farmacie di turno11/12 gennaio Farmacia Del Vomano
13/19 gennaio Farmacia Marcelli
20/26 gennaio Farmacia Ielo
Guardia Medica festiva e di urgenza
Tel.: 085.8020362
Ospedale Civile Via Gramsci 085.80201
Pronto Soccorso 085.8020238
085.8020366
118 085.8020442 / 085.8020373
Croce Rossa Via Simoncini, 41/A
085.8007733
Consultorio Familiare Via Ospizio
Marino 085.8020816
Polizia Veterinaria Pronto Intervento
085.8020818 (08.00-20.00)
Concerti mostre ed eventi
I tessitori di sogni
Titolo: I tessitori di sogni
Autore: Patti Smith
Casa editrice: Bompiani
Pagine: 111 prezzo € 9,00
Pagine di prosa che
formano brevi ca-
pitoli: fantasie che
prendono spunto da
un rubino, un brano
free jazz, una nuvo-
la che si dispiega nel
cielo, un porto imma-
ginario, un sogno, un
cavallo, una coperta
tessuta per il fratello, la morte di un cane.
Scene di una quotidianità in cui Patti Smith
si aggira come d’incanto, sognando a occhi
aperti. Dall’infanzia alla prima giovinezza
a Woodbury, nel New Jersey, Patti Smith
sviluppa un infinito amore per gli animali,
che è l’inizio di un rapporto ingenuo e sin-
cero con la natura, vissuta come una forma
di divinità. Tutto intorno, l’arte: la musica
innanzi tutto, ma anche il cinema, e altre
due passioni meno note dell’autrice: il dise-
gno e la pittura.
Domenica 12 gennaio ore 18,00“DALL’ECONOMIA ALL’EUTELEIA”
a cura di Alessandro Pertosa Movimento per la Decrescita felice Domenica 12 gennaio ore 21,45
CINEMA“LE ARMONIE DI WERCKMEISTER” Bela Tarr- 2000 Venerdì 17 gennaio ore 21,30
“L’ OTTAVO ROMANZO”Incontro con Marco Sommariva, a cura di Carmelo Neri
Domenica 19 gennaio ore 18,00“FILOSOFIA”
Incontro con Alessandra GranitoSabato 25 gennaio ore 21,30
TEATRO: IL TRENO E IL SOTTOMARINODa Nazim Hicmeth,
Monologo a cura di Vincenzo Di Bonaventura Domenica 26 gennaio ore 18,00Seminario: Incontro con Gabriele Esposito
Giovedì 16 gennaio 2014.
Si tratta di una delle 10 feste
tradizionali più importanti
in Italia. La manifestazione si
svolge da almeno duecento
anni il 16 gennaio, vigilia di
S. Antonio Abate, protettore degli animali e patrono di
Fara Filiorum Petri (CH)
Appuntamento al cinema spettacoli in prima visione al Moderno Multiscreen
Sapore di teSala 2
Giovedì 09 - Venerdì 10 : 20.45 – 22.40
Sabato 11 – Domenica 12:
15.00 - 16.45 – 18.30 – 20.45 – 22.40
Lunedì 13 : 21.15
Martedì 14 : chiuso per riposo
Mercoledì 15 : 21.15
Il grande matchSala 1
Giovedì 09 - Venerdì 10 : 20.45 – 22.40
Sabato 11 – Domenica 12: 20.45 – 22.40
Lunedì 13 : 21.15
Martedì 14 : chiuso per riposo
Mercoledì 15 : 21.15
Sala 1
Sabato 11 e Domenica 12 Gennaio
Orari: 15.00 – 16.15 – 17.30 – 18.30
Info:085.8028649
Peppa vacanze al sole
e altre storie
Festa delle farchie, Fara Filiorum Petri
Sala 2
Da giovedi 16 gennaio
Orari da definire
Info:085.8028649
THE COUNSELOR
Il procuratore
Il circolo “Il Nome della Rosa”
Domenica 12 gennaio 2014 alle 21.00
CONCERTI LIVE
CATERINA PALAZZI
QUARTET
Sudoku Killer
-- ore 21.00
L’Officina (L’Arte e i Mestieri) “Angeli nel medioevo ascolano”
Pinacoteca Civica - Sala della Vittoria di Ascoli
Piceno, fino al 4 maggio 2014
Esposte opere poco note ma di straordinario interesse
storico-artistico presenti nel territorio, e anche docu-
menti la cui esistenza è stata “riscoperta” di recente.
Venerdì 17
gennaio
PETRINA
Il 23 gennaio 2014 al Cine Teatro Oden di Roseto
degli Abruzzi alle ore 21:00, la Factory compagnia
Transadriatica presenta ROMEO E GIULIETTA di
William Shakespeare, regia di Tonio De Nitto.
STAGIONE TEATRALE ATAM Comune di Roseto degli Abruzzi
12 GiuliaViva anno IV n.1
Tradizione e territorio al giorno d’oggi di Paolo Di Gregorio
Primo e Secondo
Quando, dopo la laurea, ho deciso di pro-
seguire l’attività di ristorazione della mia
famiglia mi sono impegnato insieme a
mia sorella per dare un’impronta più mo-
derna al menù da noi proposto.
Quindi partendo da piatti tradizionali
con materie prime del territorio abbia-
mo aggiornato e proseguiamo a farlo
di giorno in giorno ricette che derivano
dall’esperienza dei miei genitori e dalla
tradizione marinara giuliese.
Rispetto della tradizione, secondo me,
non significa eseguire una ricetta così
come si è sempre fatta. Rispetto della
tradizione significa eseguire il piatto sen-
za stravolgerne i sapori ma rendendolo
più attuale e coerente con le abitudini
alimentari dei nostri giorni; ad esempio
rendendolo più leggero con ingredienti
contenenti meno grassi, oppure giocare
con le consistenze delle varie componen-
ti del piatto o cambiando una tecnica di
cottura utilizzando tecnologie che prima i
nostri nonni non avevano. Non è vero che
la cucina italiana sta perdendo le proprie
Spaghettini mantecati con sogliole, vongole adriatiche e limone.
Ingredienti:
Spaghettini Verrigni gr 320
Brodo di pesce
Vongole adriatiche gr 600
3 sogliole di media grandezza
Olio evo, Aglio, Sale
Soffriggere l’aglio con un po’ di olio in una
padella che riesca a contenere gli spaghet-
ti per tutta la lunghezza. Eliminate l’aglio,
mettete le vongole e aggiungete il brodo
di pesce. Sgusciate le vongole ed elimina-
tele dalla padella tenendole da parte, nel
frattempo pulite le sogliole e ricavatene dei
filetti. Tritate le zeste di limone.
Fate bollire il sugo, aggiungete gli spaghet-
tini e muoveteli continuamente. Raggiunta
una cottura al dente aggiungete le vongole,
i filetti di sogliola e le zeste di limone, man-
tecate ancora un po’ e poi servite. Guarnite
con delle briciole di pane tostato.
tradizioni, anzi è il contrario. Nei menù dei
ristoranti più premiati dalle guide enoga-
stronomiche troverete sempre dei piatti
che rimandano alla tradizione proposti
però in un’ottica moderna.
Ritengo che il rispetto del territorio e
dei prodotti che da esso ne derivano sia
molto più presente oggi che non venti o
trenta anni fa nella ristorazione di buon
livello. Ruolo del ristoratore è quello di
scoprire piccoli produttori di materie
prime che creano prodotti di alta qua-
lità. Non sono d’accordo quando mi si
dice che la qualità dei prodotti è scesa,
anzi ritengo che sia proprio il contrario. Il
nostro ruolo è quello di selezionare nella
miriade di prodotti che il mercato ci offre
quelli che riteniamo siano i più rappre-
sentativi del nostro territorio da un pun-
to di vista qualitativo. Noi ristoratori dob-
biamo essere il volano per lo sviluppo di
aziende agroalimentari della nostra terra
che offrono prodotti di altissimo livello,
che hanno scelto la qualità piuttosto
che la quantità e magari rinunciano a
fette di mercato importanti scegliendo
di non essere presenti su di uno scaffale
di un supermercato per non essere stri-
tolati dalla grande distribuzione . Volano
di un settore, quello agro-alimentare di
qualità, che vista la crisi economica sarà
sempre più importante insieme a quello
turistico per la nostra regione.
Un discorso particolare va fatto per il
pesce; oramai è noto che il nostro mare
non è più pescoso come trenta o venti
anni fa, ciò non vuol dire che bisogna ri-
fornirsi di pesce di importazione di bassa
qualità perché pescato del nostro terri-
torio per fare una ristorazione di qualità
per fortuna ancora c’è. D’altro canto però
bisogna trovare, di concerto con tutta
la filiera (pescatori, commercianti, risto-
ratori) metodi di salvaguardia dei nostri
mari per garantire la sopravvivenza del
nostro pescato, visto che il fermopesca
biologico ha dimostrato dopo oltre venti
anni di applicazione, tutta la sua ineffica-
cia, bilanciandola con la sopravvivenza
economica di tutta la filiera.
La ricetta di oggi: spaghettini mantecati
con sogliole, vongole adriatiche e limone.
GiuliaViva anno IV n.1 13 A tutto sport
Il Giulianova vince ancora di Daniele Adriani
Nella prima giornata del girone di
ritorno, il Giulianova centra la vitto-
ria contro il Fano con il punteggio
di 1-0. La partita è stata combattuta
dal punto di vista agonistico, non
eccelsa dal punto di vista tecnico:
e n t r a m b e
le squadre
erano più
p r e o c c u -
pate a non
subire il gol
p i u t t o s t o
che ad at-
taccare in
modo in-
cisivo. In
ogni caso
la squadra allenata da mister Ronci
ha meritato la vittoria. Sia nel primo
tempo, che nel secondo, i gialloros-
si hanno avuto le occasioni migliori
cogliendo la traversa e sfiorando più
volte la marcatura. Il gol è arrivato su
contropiede da un calcio d’angolo
con una rapida partenza, la finaliz-
zazione del nuovo acquisto Sorren-
tino, tra i più positivi della gara.
Una delle poche note negative
della giornata è stata l’espulsione
di Maschio che salterà la prossima
gara sul campo di Isernia. A termi-
ne della gara applausi per la prova
offerta in campo, da parte dei tifosi
giuliesi che hanno onorato il Fadini
attraverso la loro presenza allo sta-
dio. Purtroppo in tanti preferiscono
il calcio patinato, lontano e forse
privo delle emozioni che il calcio
visto dal vivo riesce a dare. La spe-
ranza è nel risveglio e nella parteci-
pazione.
Barriere di sicurezza? di Daniele Adriani
Ad inizio anno abbiamo assistito
alla corsa contro il tempo per met-
tere in sicurezza il Fadini.
Durante la presentazione della nuo-
va società il Sindaco espose i lavo-
ri necessari, si richiese ed ottenne
di disputare la prima
giornata fuori casa per
finire i lavori.
Tra i principali inter-
venti rientra la colloca-
zione di barriere su via
Migliori, messe secon-
do la prescrizione del-
la commissione pubblici spettacoli.
In particolare all’uscita delle tribu-
ne e della curva Ovest, fin dalla pri-
ma giornata, sono stati posizionati
pannelli rimovibili direttamente
sulla carreggiata carrabile. Quin-
di ogni domenica è stata prevista
la chiusura anticipata della strada,
con ovvio malcontento di residenti
e cittadini in transito.
Nelle ultime due partite però le bar-
riere non sono state poste, con meno
disguidi e sicuramente la sicurezza
non ne ha risentito, poiché le barrie-
re erano palesemente inutili.
Ora l’unica domanda è: sono barrie-
re inutili?
I soldi spesi per il loro acquisto,
sono soldi buttati?
Nel caso, chi paga per tutto ciò?
[email protected] GiuliaViva anno IV n.1
Inviateci le vostre lettere, segnalazio-
ni o foto a: [email protected]
Si prega cortesemente i nostri gentili lettori di contenere in termini di spazio i loro contributi, al fine di garantire una più ampia partecipazione ed evitare spiacevoli tagli.
Gent.mo direttore, in un recente
viaggio a Redipuglia, sulla porta
d’ingresso di un albergo, posto nel-
le vicinanze del, purtroppo, cele-
bre Sacrario dedicato ai Caduti in
guerra, si notava questo cartello:
“Accesso consentito anche ai cani e
ai gatti”.
C’era un pienone di gente, per cui
tutti quelli che arrivavano doveva-
no andare altrove!
Volendo capire meglio, ho osserva-
to degli spazi riservati, e custoditi,
a questi amici dell’uomo.
Penso che anche a Giulianova, i ge-
stori degli alberghi avrebbero inte-
resse a seguire quest’esempio, o no?
Anche se in ritardo auguro BUON
ANNO!! F. G.
Ho ricevuto la fattura per il pagamen-
to del servizio di erogazione del me-
tano da parte della Julia Servizi più e
tra la fattura ed una lettera inerente
il pagamento ho trovato un volan-
tino relativa alle attività della giunta
Mastromauro, redatta dall’assessorato
all’attuazione del Programma.
Caro Sindaco e cara Amministrazio-
ne comunale, trovo l’iniziativa fuori
luogo per le sue finalità (la lettera ri-
cevuta è puramente commerciale) e
che inquadro chiaramente in un con-
testo elettorale.
Mi rallegro per le tante belle cose fat-
te per l’intera comunità giuliese, ma
penso che alle prossime elezioni non
vi sosterrò più. La vostra strategia co-
municativa in questi anni è risultata
piuttosto strana e ben poco chiara. In
occasione di accertamenti ICI ave-
te comunicato ai cittadini interessati
solo attraverso i pannelli di affissione
pubblica, mezzo che diventa arcaico
in un epoca di comunicazione elet-
tronica e di difficile efficacia conside-
rando che persone come la sottoscrit-
ta non hanno tempo di passeggiare
per la città e leggere gli avvisi. Questo
vi ha permesso di incamerare anche
le more dei pagamenti...bei soldini.
Lettera firmata
Amici dell’uomo
Marcatura a uomo
per il Campo Castrum
Caro Sindaco, sono trascorsi molti mesi
dall’approvazione della ristrutturazio-
ne del “Campo Castrum”. Il suo man-
dato elettorale volge al termine e la città
non sa a che punto si trova la “pratica
Castrum”. In
quest’ultimo
scorcio di
legislatura
i n t e n s i f i -
cherò la mia
marcatura
a uomo nei
Suoi con-
fronti e rassi-
curo tutti gli
amanti dello
sport e in particolare quelli del calcio
che continuerò a farlo anche con chi
sarà chiamato prossimamente ad am-
ministrare questa nostra bella ed amata
città. Giancarlo De Falco
Cassonetti
in libera uscita
Ogni condominio non dovrebbe
mettere i contenitori dei rifiuti
vicino al proprio stabile?
Al paese qualcuno non lo fa
(vedi via Case Popolari) e anche
se la situazione è stata segnalata
ai vigili, i cassonetti continua-
no ad essere sistemati lontano
dall’edificio. Possibile che non si
possa fare niente?
L. T.
Iniziativa fuori luogo
segue da pag.5
Diciott’anni sono passati da allora, diciott’anni contraddistinti
da altri analoghi sfoghi, tentativi inutili di denunciare i com-
portamenti che hanno contraddistinto i vari Direttori gene-
rali che si sono succeduti nel tempo. Alle soglie del 2014 una
sola caratteristica costante ha accomunato il loro “passaggio”
: una graduale e progressiva perdita di reparti (la chiusura del
reparto di Ostetricia e Ginecologia nonché della Neonatologia
ne ha costituito il più eclatante ed inaccettabile esempio) o lo
scadimento nella qualità dei servizi che ha portato alla perdi-
ta di fiducia instauratasi nella cittadinanza ed al conseguente
incremento della mobilità passiva, cioè lo spostamento dell’u-
tenza verso servizi offerti da altre Regioni.
D’altra parte non credo ci si potesse ragionevolmente at-
tendere qualcosa di diverso se, essendo la spesa sanitaria il
capitolo di maggiore impegno a livello regionale, le risorse ,
umane e strumentali, sono sempre state gestite con i criteri
del Babbo Natale o della Befana, senza mai tenere in conto
la necessità di una seria programmazione e, di conseguenza,
una efficiente organizzazione dei servizi, distribuendo inve-
ce gratificazioni di ogni genere ( fino alla creazione di repar-
ti e primariati ad hoc) per meriti politici.
Dico ciò anche per esperienza vissuta, ma, se ci fosse biso-
gno di conferma, si veda il recente episodio che ha portato
all’allontanamento dell’ultimo Direttore generale ed all’in-
tervento della Magistratura.
Considerazioni profondamente amare, ma non resa, se ci
sentiamo di riproporre al nuovo Direttore generale l’urgenza
di una riqualificazione dell’ospedale ed in generale dei servi-
zi sanitari locali, non per deteriore spirito campanilistico ma
in virtù di reali necessità dettate dalla localizzazione geogra-
fica (per essere Giulianova al centro del litorale teramano),
dal flusso turistico estivo, dalla centralità rispetto alla viabili-
tà ordinaria ed autostradale, fattori certamente non di poco
conto in un assetto riorganizzativo funzionale della sanità
del teramano
Nel caso di una tale illuminata visione non ci sarebbe biso-
gno di ricordare necessità particolari,come la disponibilità
locale di un apparecchio di risonanza magnetica, la riaper-
tura del Reparto di Ostetricia e Ginecologia, la riattivazio-
ne di una Neonatologia, mezzi per la riduzione delle liste
d’attesa per esami ed accertamenti, e quant’altro.
È UN PECCATO DI OTTIMISMO ? BUON ANNO !
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