Dall’attività giovanile all’alta specializzazione: le tappe di sviluppo di
Alessia Trost
Gianfranco Chessa – Milano 28/07/2013
Il progetto Alessia Trost
Aspetti tecnici
Aspetti organizzativi
Aspetti medico/fisioterapici
Aspetti psicologici
Aspetti gestionali
Considerazioni generali
Poiché al processo di allenamento occorre dare un carattere diorganicità e progressività attraverso una attività motoria esportiva equilibrata ed efficace, e poiché lo sviluppodell’allenamento è strettamente legato ai continuiadattamenti che esso provoca nell’organismo, ho sempreconsiderato:
1. in quale tappa evolutiva si trovava l’atleta;2. in che modo la sua struttura biologica in crescita
rispondeva agli stimoli dell’allenamento;3. come si modificavano e come si evolvevano le sue
caratteristiche somatiche e funzionali;4. come variava l’allenabilità delle diverse capacità motorie
in relazione al processo di crescita;
Aspetti tecnici
Progetto a lunga scadenza (almeno 10 anni)
Obiettivi a breve, medio e lungo termine
Tappe diversificate in relazione all’età
Contenuti, mezzi e metodi adeguati agli obiettivi ed all’età
Il progetto Alessia Trost
Nella costruzione dei vari piani di allenamento ho
applicato i seguenti criteri:
•alternanza tra contenuti di diverso tipo: forza (intesa nella sua
accezione più ampia), resistenza di varia natura, velocità, rapidità,
mobilità articolare, destrezza e coordinazione, tecnica;
•alternanza tra lavoro e recupero;
•progressività nelle quantità;
•consapevolezza, intesa come capacità di essere al corrente delle
finalità dell’allenamento.
•scelta dei contenuti fra quelli più adatti a ciascuna fascia d’età.
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Nello stabilire l’entità e la frequenza dei
“carichi” da somministrare ho mirato non tanto
allo sviluppo immediato delle prestazioni (su
queste incide già lo sviluppo naturale
dell’organismo) quanto ad una graduale crescita
sportiva.
Quantità, intensità e specificità si sono alternati in
un criterio di prevalenza dell’una o dell’altra con
la priorità per la quantità.
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L’azione formativa e di sviluppo è stata
completata attraverso la valorizzazione della
competizione che nelle fasce giovanili è parte
integrante dello stimolo allenante.
Essa à sempre stata valutata, e lo è tuttora, non
tanto sul raffronto con gli altri, quanto sulla base
dei miglioramenti espressi nel tempo.
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Per mettere in pratica quanto sopra
non si può prescindere dalla conoscenza dei cosiddettiPERIODI ONTOGENETICI ossia quei particolari momentidella crescita, detti anche fasi sensibili, nei quali c’è unaallenabilità molto favorevole per una determinata capacitàmotoria o classe di compiti sportivi. (Winter 1980).
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FASI SENSIBILIPossibilità di intervento sulle capacità motorie nelle varie fasce di età
ETÀ
(anni)FORZA RAPIDITÀ
RESISTENZA
ORGANICA
CAPACITÀ
COORDINATIVE
MOBILITÀ
ARTICOLARE
6-8
Blando intervento
sul trofismo
muscolare
Intervento
progressivo
Instabilità
psicologica per
impegni ripetitivi e
prolungati
Età ottimale di
intervento
Blando
intervento
9-11
Intervento
progressivo sul
trofismo
muscolare
Età ottimale di
intervento
Intervento
progressivo
Età ottimale di
intervento
Età ottimale di
intervento
12-14
Intervento
progressivo sulla
forza relativa
(carico naturale)
Tende a stabilizzarsi
per poi decrescere
Progressivo e
graduale intervento
Tendono a
stabilizzarsi per poi
decrescere
Età ottimale di
intervento
15-16
Progressivo e
graduale
intervento (forza
generale e forza
rapida) con carico
naturale e pesi
liberi da bassi a
medi
Tende a decrescere
Età ottimale di
intervento (anche
resistenza
specifica)
Tendono a
decrescere
Tende a
stabilizzarsi per
poi decrescere
Gianfranco Chessa - Milano 28/07/2013
“L’allenamento sportivo è un processo pedagogico
educativo complesso che si concretizza
nell’organizzazione dell’esercizio fisico ripetuto in
qualità, quantità ed intensità tali da produrre carichi
progressivamente crescenti che stimolino i processi
fisiologici di supercompensazione dell’organismo e
favoriscano l’aumento delle capacità fisiche, psichiche,
tecniche e tattiche dell’atleta, al fine di esaltarne e
consolidarne il rendimento in gara” (Carlo Vittori)
L’allenamento dei giovani deve essere qualitativamente
differente da quello degli adulti, infatti è molto diversa la
qualità di risposta dei giovani e degli adulti all’esercizio
fisico.
Ne deriva la necessità di programmare un piano di
allenamento, con metodi adeguati all’età che non siano la
“brutta copia” dei programmi di atleti evoluti.
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PIANO DI LAVORO A LUNGO TERMINE dal 2007 al 2010
PERIODI FINALITA’ CONTENUTI
Periodo a
prevalente
sviluppo
strutturale.
Miglioramento della capacità e
della potenza aerobica.
Potenziamento organico.
Potenziamento muscolare a
carico naturale.
Addestramento della tecnica di
corsa.
Addestramento degli esercizi
di salto.
Esercitazioni in circuito.
Esercizi di muscolazione
generale e locale.
Andature tecniche per la
corsa.
Corsa in piano e con
ostacoli.
Andature di salto in piano e
con ostacoli.
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OBIETTIVISUB-
OBIETTIVIMEZZI
Sviluppo e
consolidamento
strutturale
Costruzione
generale del
sistema.
Potenziamento strutturale della muscolatura del
tronco.
Potenziamento strutturale dell’articolazione
coxo-femorale e del bacino.
Postura generale e controllo.
Potenziamento generale organico e analitico.
Equilibrio armonico strutturale.
Stabilizzazione
e
consolidamento
articolazione
tibio-tarsica.
Es. di equilibrio
Es. controllo posturale
Potenziamento strutturale muscolare e
articolare(tibiali, peronieri, soleo etc.)
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PERIODI FINALITA’ CONTENUTI
Periodo a
prevalente
apprendimen
to della
tecnica di
corsa.
1. Addestramento alla tecnica
ed alla ritmica di corsa (in
rettilineo, in salita).
1. Addestramento alla tecnica
dei balzi.
2. Addestramento agli esercizi
di salto
3. Addestramento al
potenziamento con piccoli
sovraccarichi.
1. Corsa rapida, corsa ampia,
corsa in salita.
2. Addestramento al passaggio
dalla corsa al balzo e viceversa,
balzi sull’erba su varie
distanze.
3. Esercizi analitici ed imitativi
di salto.
4. Tirata, girata, slancio, strappo,
policoncorrenza, es. con
piastra.
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PIANO DI LAVORO A LUNGO TERMINE dal 2007 al 2010
Gianfranco Chessa - Milano 28/07/2013
Basi per lo
sviluppo della
capacità di
corsa
Tecnica di
corsa
Corsa in decontrazione - Corsa in progressione –
Accelerazioni in posizione eretta – Variazioni di
velocità – Corsa ampia, rapida, circolare – Corsa
in salita – Corsa con anticipo sui talloni(rullata) –
Corsa con rimbalzo e fase aerea accentuata –
Corsa balzata – corsa con accentuazione del
passo pelvico – Corsa in curva – corsa in
cerchio(con diametri diversi) – Corsa con ostacoli
– Corsa all’indietro – Ritmica -
Tecnica dei
balzi e
dell’appoggio
del piede
Stacco del salto in lungo – Esecuzione del balzo
in funzione del diverso angolo di proiezione e
ammortizzazione – Tecnica del balzo successivo
– Tecnica dei balzi modulando la velocità ed il
numero dei passi di rincorsa – Basi dell’esercizio
pliometrico -
OBIETTIVISUB-
OBIETTIVIMEZZI
Gianfranco Chessa - Milano 28/07/2013
PIANO DI LAVORO A LUNGO TERMINE dal 2007 al 2010
PERIODI FINALITA’ CONTENUTI
Periodo a
prevalente
apprendime
nto della
capacità di
salto.
Sviluppo della tecnica e della
ritmica di corsa.
Addestramento e sviluppo degli
esercizi di salto
Addestramento
dell’impostazione allo stacco,
degli arti liberi e della fase di
volo.
Addestramento e sviluppo della
tecnica dei balzi.
Addestramento alla tecnica ed
alla ritmica di corsa e di
rincorsa.
Addestramento al
potenziamento con piccoli
sovraccarichi.
Corsa rapida, corsa ampia,
corsa in progressione, corsa
con traino.
Acquisizione del concetto di
completa estensione e di
esplosività.
Esercizi analitici ed imitativi di
salto. Salti con rincorsa breve.
Tecnica dei balzi successivi ed
alternati da fermi e con
rincorsa.
Addestramento alla velocità di
rincorsa.
Tirata, girata, slancio, strappo,
estensioni con piastra,
policoncorrenza.Gianfranco Chessa - Milano 28/07/2013
Sviluppo della
capacità di
salto
Costruzione
delle basi
della capacità
di salto.
Equilibrio posturale in forme imitative.
Acquisizione del concetto di completa
estensione(max ampiezza del movimento)
Acquisizione del concetto di esplosività.
Capacità di movimento e controllo delle tre
articolazioni principali
Addestrament
o e sviluppo
degli esercizi
di salto.
Esercizi analitici e imitativi di salto(es. rullata ed
estensione del piede)
Esercizi e andature per la mobilizzazione del
bacino(passo pelvico)
Andature di salto(controllo posturale ed
equilibrio nei movimenti)
Salti di varia tipologia a piedi pari e su un
arto(controllo dell’appoggio e
dell’ammortizzazione allo stacco)
Sviluppo della sensibilità nella scelta della
velocità di rincorsa in funzione del tipo di salto e
quindi dell’angolo di proiezione allo stacco.
OBIETTIVISUB-
OBIETTIVIMEZZI
Gianfranco Chessa - Milano 28/07/2013
PIANO DI LAVORO A LUNGO TERMINE dal 2007 al 2010
PERIODI FINALITA’ CONTENUTI
Periodo a
prevalente
sviluppo
della tecnica
di salto.
Sviluppo della ritmica di corsa.
Sviluppo della tecnica dei balzi.
Sviluppo degli esercizi di salto.
Addestramento e sviluppo di
tecnica e ritmica della rincorsa
Sviluppo dell’impostazione
corretta allo stacco.
Sviluppo dell’impostazione
corretta degli arti liberi.
Sviluppo del potenziamento
con piccoli sovraccarichi.
Sprint ed esercitazioni di
velocità in piano e con ostacoli.
Balzi alternati con rincorsa.
Corsa in progressione ed in
accelerazione con passaggio
successivo al balzo.
Esercizi imitativi della parte
finale della rincorsa.
Esercizi analitici ed imitativi
di salto.
Salti con rincorsa breve e
completa.
Tirata, girata, slancio,
strappo, estensioni con piastra,
policoncorrenza.Gianfranco Chessa - Milano 28/07/2013
Basi per lo sviluppo
della tecnica di salto.
Elementi didattico
metodologici per
l’impostazione della
tecnica di salto
Rincorsa
Tecnica della corsa in curva e della progressione – Corsa in
cerchio≈8m. di raggio – Partenza da fermi 6/8 passi –
Sensibilità e precisione nell’entrata in curva – Capacità di
accelerazione con busto eretto – Precisione nei segni di
riferimento – Sensibilità ritmica – Tecnica della corsa con
“anticipo” dei piedi rispetto al busto – controllo del passo
pelvico – Diminuzione dei tempi di volo nei passi finali -
Impostazione
dello stacco
Anticipo degli ultimi due appoggi – Ultimo passo radente –
Posizionamento del piede di stacco sulla proiezione della
traiettoria del c.d.m. – Analisi della distanza dello stacco dal
piano dei ritti – Angolo di impostazione del piede di stacco –
Posizione e allineamento dei segmenti del corpo allo stacco –
Movimento dell’anca dell’arto libero – Impostazione tecnica
dell’uso delle braccia -
Stacco e fase
di volo
Rigidità del sistema e assorbimento allo stacco – Efficacia ed
efficienza dell’uso degli arti liberi – Controllo dei momenti
angolari di rotazione sui piani spaziali e delle posizioni dei
segmenti corporei nella fase di volo – Ottimizzazione del
rapporto asticella-c.d.m. durante lo svincolo -
Tecnica del
valicamento
Mobilità funzionale – Slanci dinamici – Preacrobatica –
Acrobatica generale – acrobatica specifica – Imitativi del
valicamento -Gianfranco Chessa - Milano 28/07/2013
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•Stabilizzazione e consolidamento dell’articolazione
tibio-tarsica
• Potenziamento strutturale della muscolatura del tronco
•Potenziamento strutturale dell’articolazione coxo-
femorale e del bacino
•Esercizi di postura generale
• Potenziamento strutturale muscolare e articolare(tibiali,
peronieri, soleo etc)
•Esercizi di equilibrio e di controllo posturale
Gianfranco Chessa - Milano 28/07/2013
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Le esercitazioni di costruzione generale sono eseguite, per
quanto possibile, in assetto esteso per fare acquisire
all’atleta la sensazione e la consapevolezza del concetto di
massima estensione del corpo.
Grande importanza è data alle esercitazioni per il
miglioramento della tecnica di corsa. Un corretto appoggio
dei piedi durante la rincorsa facilita la capacità di corsa in
decontrazione e quella di accelerazione nella parte finale
della rincorsa mantenendo il giusto allineamento tra anche e
spalle.
Gianfranco Chessa - Milano 28/07/2013
Rapporto fra la preparazione generale, la preparazione ausiliaria e la preparazione specifica nel corso
di un allenamento pluriennale (Platonov, 1984). La prima tappa prevede una preparazione generale
orientata verso le discipline dell'atletica (monospecialità nella polisportività); la seconda tappa
prevede una preparazione specifica di base per un gruppo di specialità affini (multilateralità specifica
per la corsa); la terza tappa prevede l'avviamento ad una specialità ben definita; la quarta e la quinta
tappa infine sono impostate sull'ottenimento dei massimi risultati con l'impiego massiccio di tutti i
mezzi più correlati con la prestazione.Gianfranco Chessa - Milano 28/07/2013
Le crescite annuali2005
all. 2
2006
all. 2
2007
all. 3
2008
all. 3
2009
all. 4
2010
all. 4
2011
all. 5
2012
all. 5
2013
all. 7/8
Salto in
alto1.62 (7) 1.66 (5)
1.67 i(4)
1.71 (7)
1.75 i(4)
1.81 (9)
1.87 i(3)
1.89 (12)
1.84 i(2)
1.90 (10)
1.89 i(4)
1.87 (8)
1.91 i(4)
1.92 (8)
2.00 i(7)
1.98 (5)
Salto in
lungo4.67 (3) 4.97 (5) 5.24 (4) 5.33 (4) 5.56 (5) 5.96 (5) 5.53 (3) 5.59 (1)
m. 60 9.09 8.58
m.80 10.97 10.54
hs 12.85 12.40 15.50
lanci 34.95 v 37.25 v10.25 p
27.64 d
Prove multiple
2270 t 2440 t 3928 p 4327 p
Gianfranco Chessa – Milano 28/07/2013
Il progetto Alessia Trost
Aspetti organizzativi
a) Disponibilità dell’atleta
b) Disponibilità del tecnico
c) Disponibilità delle strutture (indoor e outdoor)
d) Disponibilità di tecnologie
e) Possibilità di collaborazioni esterne (acrobatica)
Gianfranco Chessa - Milano 28/07/2013
Il progetto Alessia Trost
Aspetti medico/fisioterapici
Disponibilità pressochè immediata di medico e
fisioterapista
Disponibilità di strutture in grado di eseguire
eventuali terapie
Gianfranco Chessa - Milano 28/07/2013
Il progetto Alessia Trost
Aspetti psicologici
Dare il giusto recupero nervoso dopo una
competizione importante
Gianfranco Chessa - Milano 28/07/2013
Il progetto Alessia Trost
Aspetti gestionali
Scelta oculata del manager sportivo
Scelta oculata delle competizioni
Rapporti con stampa e media
Rapporti con sponsor e organizzatori
Gianfranco Chessa - Milano 28/07/2013
Se non avremo commesso troppi errori
e
se la buona sorte non ci abbandonerà,
In conclusione:
Gianfranco Chessa - Milano 28/07/2013