ESPLOSIVI E SEVESO TER
DISTANZE DI DANNO, MODELLI DELLE CONSEGUENZE E REGOLAMENTO TULPS:
L’ESPERIENZA TOSCANA
Valutazione e gestione del rischio negli insediamenti civili ed
industriali - VGR 2016 -
Roma, Istituto Superiore Antincendi: 13-15 settembre 2016 Ingg. S. Baldacci, F. Marotta, D. Mogorovich, M. Mossa Verre
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Esplosione (in fase solida)
ü Decomposizione chimica, rapidissima e fortemente esotermica, che si sviluppa con la formazione di prodoA gassosi ad alCssima temperatura e pressione e dà luogo:
ü ad un improvviso aumento di pressione, ü rilascio energia termica ü rilascio di prodoA di reazione (fumi tossici,
ricaduta sostanze tossiche sul terreno). ü produzione di frammenC
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Norme di riferimento
ü Norme di sicurezza sul lavoro ü Norme di prevenzione incendi ü Norme aAnenC la sicurezza pubblica; in parCcolare il
Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza TULPS e il relaCvo Regolamento.
ü NormaCva sulle aAvità a rischio di incidente rilevante, ed in parCcolare il D.Lgs.105/2015 (Seveso ter)
ü Norme di prodoRo UE – tracciabilità degli esplosivi
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Esplosivi (Regolamento CLP, Annex I)
2.1.1.2. Ai fini del presente regolamento, s’intende per: ü sostanza o miscela esplosiva, una sostanza solida o liquida (o una miscela di
sostanze) che può, per reazione chimica, sviluppare gas a una temperatura, una pressione e una velocità tali da causare danni nell’area circostante. Le sostanze pirotecniche sono comprese in questa definizione anche se non sviluppano gas;
ü sostanza o miscela pirotecnica, una sostanza o miscela di sostanze desCnata a produrre un effeRo calorifico, luminoso, sonoro, gassoso o fumogeno o una combinazione di tali effeA, a seguito di reazioni chimiche esotermiche automantenute non detonanC;
ü esplosivo instabile, una sostanza o miscela esplosiva termicamente instabile e/o troppo sensibile per essere manipolata, trasportata e uClizzata in condizioni normali;
ü arCcolo esplosivo, un oggeRo contenente una o più sostanze o miscele esplosive; ü arCcolo pirotecnico, un oggeRo contenente una o più sostanze o miscele
pirotecniche; ü esplosivo intenzionale, una sostanza, una miscela o un arCcolo fabbricaC con lo
scopo di produrre un effeRo praCco, esplosivo o pirotecnico.
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Definizione delle divisioni di rischio
Divisioni di rischio ex DEPARTMENT OF DEFENSE –
AMMUNITION AND EXPLOSIVES SAFETY STANDARD - 6055.9 STD
(USA) HD Effetti 1.1 Detonazione di massa 1.2 Produzione di schegge,
rottami e frammenti, ma non esplosione di massa
1.3 Incendio di massa (incendio violento) con minore pericolo di proiezione di frammenti e di sovrappressione in aria (rispetto alla HD 1.2)
1.4 Fuoco moderato, nessuna presenza di significativa sovrappressione o proiezione di frammenti
1.5 Come 1.1, senza produzione di frammenti
1.6 Come 1.3
Divisioni Esplosivi non instabili ai sensi del Regolamento 1272/2008 (CLP)
HD Effetti 1.1 Sostanze, miscele e articoli che presentano un pericolo di
esplosione di massa 1.2 Sostanze, miscele e articoli che presentano un pericolo di
proiezione senza pericolo di esplosione di massa; 1.3 Sostanze, miscele e articoli che presentano un pericolo di
incendio con leggero pericolo di spostamento di aria o di proiezione o di entrambi, ma senza pericolo di esplosione di massa: i) la cui combustione dà luogo a un considerevole irraggiamento termico; ii) che bruciano gli uni dopo gli altri con effetti ridotti di spostamento di aria o di proiezione o di entrambi;
1.4 Sostanze, miscele e articoli che non presentano un pericolo significativo: — … in caso di accensione o innesco: Gli effetti sono essenzialmente limitati al collo e di norma non danno luogo alla proiezione di frammenti di dimensioni significative o a distanza significativa. Un incendio esterno non deve causare l’esplosione praticamente istantanea della quasi totalità del contenuto del collo;
1.5 Sostanze o miscele molto poco sensibili che presentano un pericolo di esplosione di massa
1.6 Articoli estremamente poco sensibili che non presentano un pericolo di esplosione di massa
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Procedura di classificazione, CLP
ü Procedura di screening (solo per nuove sostanze o miscele sospeRe, NON per prodoA fabbricaC con l’intenzione di produrre un effeRo pirotecnico o esplosivo)
ü Procedura di acceRazione nella classe “esplosivi” (Cl. 1 per il trasporto)
ü Procedura di assegnazione a una delle classi 1.1 – 1.6
ü Si basa su procedure e metodi di prova UN Test Series 1, 2, 3, 4 (acceRazione), UN Test Series 5, 6 e 7 (assegnazione) del Raccomandazioni delle Nazioni Unite sul trasporto di merci pericolose, Manuale delle prove e dei criteri.
ü Logica decisionale CLP
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Gli esplosivi nelle categorie della Seveso III
R2, R3, Classe 1 ADR, Prodotti pirotecnici
Preparati esplosivi contenuti in articoli
Articoli
R2 Rischio di esplosione per urto, sfregamento, fuoco o altre sorgenti d'ignizione: sostanze e preparati, esclusi quelli elencati in appresso. R3 Elevato rischio di esplosione per urto, sfregamento, fuoco o altre sorgenti d'ignizione: sostanze e preparati particolarmente sensibili, come i sali dell'acido picrico o la pentrite.
D.Lgs. 334/99
D.Lgs. 105/2015
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Fabbricazione e depositi di esplosivi in Toscana
ü n. 5 deposiC ü n.2 fabbricazioni,
indicate con freccia
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Depositi di esplosivi in Toscana
I deposiC contengono materiale esplosivo appartenente alle seguenC categorie (ex divisione UN ADR 1.1, 1.2, 1.3, 1.4, 1.5 e 1.6):
Categoria I ü polvere nera in granuli ed esplosivi pulverulenC Categoria II ü TNT
ü esplosivi Cpo emulsioni cosCtuiC dalla miscelazione di due fasi liquide (nitraC per comburenC e idrocarburi per combusCbili), classificaC esplosivi da mina Cpo E ü gelaCne (dinamiC) a base di nitroglicerina e/o nitroglicole classificaC esplosivi da mina Cpo A. ü esplosivi Cpo slurry cosCtuiC prevalentemente da nitrato ammonio e nitrato sodico, classificaC esplosivi da mina Cpo E
Categoria III ü detonatori a carica primaria e secondaria sia ordinari che eleRrici e nonel
Categoria IV
Categoria V ü micce a lenta combusCone con anima di polvere nera ü micce detonanC con anima di pentrite.
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Fabbricazione sul territorio regionale
AAvità di fabbricazione: ü confezionamento miscele di nitrato ammonico e tritolo ü macinazione di tritolo, macinazione nitrato ammonico ü fusione di esplosivi per la preparazione delle miscele a caldo ü smilitarizzazione di proieAli di vario calibro e granate ü confezionamento cartucce da caccia e Cro
AAvità di deposito (ex div. UN ADR 1.1 1.2 1.3 1.4 1.5 1.6)
ü TNT ü T4 ü nitrato di ammonio ü Tetrile ü munizionamento di vario
calibro, cartucce da caccia e Cro
ü polveri di lancio e cariche di lancio
ü esplosivi Cpo slurry (nitrato ammonio e nitrato sodico), classificaC esplosivi da mina Cpo E
ü esplosivi Cpo emulsioni, classificaC esplosivi da mina Cpo E
ü gelaCne (dinamiC) a base di nitroglicerina e/o nitroglicole classificaC esplosivi da mina Cpo A.
ü polvere nera in granuli ed esplosivi pulverulenC ü arCfizi pirotecnici di uso militare: illuminanC,
fumogeni, traccianC, ecc.
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Depositi: Scenari incidentali
1. Esplosione di un locale deposito 2. Incendio esterno ai locali deposito o altro evento che crei un pericolo di innesco di
esplosione in uno o più locali deposito
ü Si è invece escluso lo scenario di esplosione di un locale deposito, che crei un effeRo domino sugli altri locali deposito; ciò a seguito della considerazione che il Tulps prevede una serie di misure per scongiurare tale evenienza: le casemaRe sono realizzate con struRure molto robuste, progeRate per resistere alle spinte Cpiche delle esplosioni, e sono terrapienate e/o distanziate congruamente tra loro.
Durante le verifiche ispeAve e le istruRorie si procede alla valutazione delle conseguenze prodoRe dal gestore. Esse dovrebbero riguardare:
ü l’esplosione con le relaCve sovrapressioni, ü gli eventuali incendi susseguenC ü l’eventuale effeRo domino ü gli effeA associaC ai prodoA tox da combusCone
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Fabbricazione: Scenari incidentali
ü Esplosione Deposito: ü incendio interno e/o esterno al deposito, fulminazione o caduta di un aereo ü errori nelle operazioni di carico e scarico ü presenza di materiale organico combusCbile e innesco (deposito nitrato
ammonico) ü Esplosione Area/Locale di lavorazione
ü Errore operatore, manovra errata ü Surriscaldamento per fenomeni di aRrito o malfunzionamento uCliCes e
relaCvi sistemi di controllo, accumulo di polvere ü Incendio interno/esterno, terremoto, fulminazione
ü Proiezione di frammenC, dei reparC e deposiC con esplosivi civili,determinazione dell’angolo di lancio e la distanza massima di proiezione dei frammenC: ü Mescolatore esplosivo al tritolo (frammento lanciato: parte della
apparecchiatura di miscelazione) ü Deposito esplosivo civile (frammento lanciato: porta metallica, pezzo di
manufaRo metallico ) ü EffeA del lancio accidentale di proieAli sui deposiC limitrofi, con
traieRoria ipoCzzabile in relazione al Cpo di proieAle ed alle modalità di stoccaggio e gli effeA domino per onda d’urto e lancio frammenC determinando la distanza per possibile innesco di nuova esplosione.
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Tipologie di depositi
ü CasoA, deposiC in groRa, locali magazzino terrapienaC o igloo.
ü Piccoli fabbricaC (casemaRe o casoA), distanziaC tra loro
ü Segregazione tra Cpologie di esplosivi, principalmente deflagranC e detonanC, e i detonatori.
ü Movimentazione dei prodoA mediante carrelli manuali o meccanici per il carico e scarico delle casse o dei pallets contenenC esplosivo.
ü Nei deposiC non avviene né la fabbricazione, né il riconfezionamento, né infine la distruzione di esplosivi e detonatori.
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Fabbricazione e depositi di esplosivi in Toscana Misure di mitigazione adottate
ü RequisiC tecnico – costruAvi: I fabbricaC di deposito sono robusC, con pareC solitamente in cemento armato, e copertura leggera per permeRere lo sfogo verso l'alto di eventuali esplosioni.
ü Eliminazione sorgenC di innesco ü Realizzazione di terrapieni per limitare gli effeA
esplosivi in alcune direzioni orizzontali.
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Fabbricazione e depositi di esplosivi in Toscana Misure di mitigazione adottate
ü RispeRo di distanze minime tra i vari deposiC: La finalità più importante è impedire che si verifichi l'effeRo domino, ossia impedire che dall'esplosione di un fabbricato di deposito consegua la successiva esplosione degli altri.
ü DEPOSITI SOTTERRANEI O INTERRATI (IGLOO)
ü Gallerie e camere in muratura ricoperte da terreno di riporto o scavate in roccia
ü Protezione, al di sopra ed all'intorno, da un sufficiente spessore di terreno, tenuto conto della sua natura e della quanCtà e qualità degli esplosivi da immagazzinare.
ü Limitazione dei quanCtaCvi che possono essere immagazzinaC nei deposiC. La massima quanCtà di esplosivo neRo che può essere immagazzinato in ciascun igloo non deve eccedere i 75.000 kg di sostanze o manufaA.
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Fabbricazione e depositi di esplosivi in Toscana Misure di mitigazione adottate
RIDUTTORI DI SCOPPIO (BLAST TRAPS) ü Nelle groRe e nei locali soRerranei
curve, incroci, ostacoli e variazioni di sezione possono essere uClizzaC per ridurre il picco di sovrapressione e l’impulso posiCvo di esplosione in luoghi di passaggio. Efficienza dal 10% al 80% rispeRo al passaggio straight-‐through, mentre altri riducono l'esplosione di ben l’80%
BARRICATE ü Prevenire l’immediata propagazione
dell’esplosione da frammenC di basso angolo di lancio ed elevata velocità iniziale.
ü Le barricate danno solo una limitata protezione alla propagazione dell’esplosione prodoRa frammenC, anche infuocaC, lanciaC con angoli elevaC
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Misure di protezione ex TULPS-RETULPS
ü Distanze di sicurezza ü Individuazione di distanza di sicurezza da
rispeRare tra il deposito e gli elemenC del territorio da proteggere (residenza, viabilità, infrastruRure)
ü La distanza è funzione del quanCtaCvo e della Cpologia di esplosivo, ma anche del Cpo di bersagli
ü Limite al quanCtaCvo di esplosivo in un deposito (20000 kg di I o II categoria, 3000 kg di III categoria)
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Strumenti di prevenzione ex Normativa Seveso: D.Lgs. 334/99 e s.m.i.; D.Lgs. 105/2015
ü NoCfica ü Adozione di un Sistema di GesCone della Sicurezza PIR ü Analisi dei rischi (e predisposizione di rapporto di
sicurezza per gli stabilimenC di soglia superiore) ü Disposizioni per la pianificazione territoriale ü Pianificazione dell’emergenza Esterna ü Le disposizioni sono state aggiornate nel tempo per
tenere conto di incidenC occorsi : ü Enschede ü Tolosa
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Distanze di sicurezza: confronto tra normative
Danni aResi per le varie zone di rischio ex Art.9 – Sez.III, “Sécurité Pirotecnique” e Definizione dei valori di soglia e delle zone di rischio nel DM 09.05.2001 e dalle Linee Guida per la PEE
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CONFRONTO FRA VALORI DI RIFERIMENTO PER LA VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI
Confronto fra le varie normative per la HD 1.1.
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CONFRONTO FRA VALORI DI RIFERIMENTO PER LA VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI
Confronto fra le varie normative per la HD 1.3
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Distanze di danno stimate con metodi predittivi
StrumenC di analisi uClizzate negli RdS/Analisi dei rischi:
ü Metodo del TNT equivalente
ü Verifica delle distanze di sicurezza calcolate con TULPS/RETULPS
ü In alcuni casi è emerso l’uso di modelli complessi (MulCenergy, CFD):
ü Orografie complesse
ü Valori soglia standard non congruenC con DM 9 maggio 2001
RisultaC delle sCme con modelli non congruenC con distanze TNT/TULPS
ü Modelli calibraC per VCE e non per esplosivi solidi
ü Uso Improprio dei terrapieni per la riduzione delle distanze
ü CriCca la scelta dei parametri di input dei modelli (CFD)
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Criticità emerse nelle attività di controllo presso stabilimenti sul territorio regionale
ü Verifiche ispeAve SGS, CriCcità emerse nel triennio 2012 – 2015, rif. Lista di riscontro: ‒ 2. Organizzazione e personale ‒ 3. IdenCficazione e valutazione dei pericoli rilevanC ‒ 4. Controllo operaCvo ‒ 6. Pianificazione di emergenza
ü GesCone degli stabilimenC/deposiC “dormienC” ‒ In tali casi la Regione Toscana ha provveduto a sospendere
le ispezioni fino a comunicazione del gestore da effeRuarsi 2 mesi prima della nuova aAvazione.
ü Applicazione disomogenea della guardiania h24 e il sistema di videocontrollo, che è stato richiesto laddove non presente.
ü Prevenzione da incendio esterno, cura delle “cesse”.
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Stabilimenti di smilitarizzazione di esplosivi ai fini del riutilizzo
ü Smilitarizzazione: Trasformazione di armi da guerra in armi comuni da sparo, la fase essenziale è la modifica del congegno di scaRo (da automaCco a semiautomaCco). Possono eseguirla solo i fabbricanC di armi da guerra e gli arsenali militari. Esame da Commissione per la catalogazione come arma comune da sparo.
ü DisaAvazione: Trasformazione di armi (da guerra o comuni) in oggeA di vendita libera
ü Esplosivi militari: Avvio alla distruzione o, più spesso, estrazione dagli armamenC e miscelazione con altri materiali per oRenere esplosivi di uso civile come mine da cava.
ü Esplosivo militare, anche se in disuso, detenuto all’interno dei stabilimenC, impianC o deposiC militari, o trasportato è escluso dalla normaCva Seveso e dalla normaCva vigente in materia di rifiuC (D. Lgs. 152/2006 “Testo Unico Ambientale”, Parte IV, art. 185).
ü Al termine del processo di smilitarizzazione di esplosivi o munizioni militari, il materiale recuperato è soggeRo alle disposizioni dei RegolamenC REACH e CLP per le sostanze desCnate a essere immesse sul mercato in quanto tali, in miscela o all’interno di arCcoli
ü Il pericolo associato alle sostanze pericolose non cambia siano esse classificate come esplosivi militari in disuso, rifiuC o materiali recuperaC desCnaC all’immissione in commercio.
Riferimenti normativi: Circolare del Ministero dell’Interno 20 settembre 2000 n.577 b. 50106
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Conclusioni
ü Sono staC forniC elemenC descriAvi, costruAvi e normaCvi che cosCtuiscono la base tecnica per una verifica in ambito Seveso di questo Cpo di stabilimenC.
ü Sono staC forniC elemenC che permeRono la correRa classificazione di un esplosivo secondo il regolamento CLP e per un confronto tra le soglie di danno (livelli di sovrapressione) proposte dalle principali normaCve come quella francese e americana.
ü Le valutazioni delle conseguenze fornite dai gestori o ricalcolate dai verificatori con modelli fisico-‐matemaCci di varia complessità non collimano con le distanze di sicurezza del Regolamento TULPS. Si sono proposte alcune riflessioni su come comportarsi in quesC casi.