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D.M.3 agosto 2015PROGETTOALTERNANZA SCUOLA-LAVOROCORSO ANTINCENDIO
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DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA1 agosto 2011, n. 151
Regolamento recante semplificazione della disciplina deiprocedimenti relativi alla prevenzione degli incendi, a normadell'articolo 49, comma 4-quater, del decreto-legge 31maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dallalegge 30 luglio 2010, n. 122. (11G0193) (GU n. 221 del 22-9-2011 )
Entrata in vigore del provvedimento: 07/10/2011
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DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA1 agosto 2011, n. 151
Art. 3 - Valutazione dei progetti
1. Gli enti ed i privati responsabili delle attività di cui all'Allegato I, categorie B e C,sono tenuti a richiedere, con apposita istanza, al Comando l'esame dei progettidi nuovi impianti o costruzioni nonché dei progetti di modifiche da apportare aquelli esistenti, che comportino un aggravio delle preesistenti condizioni disicurezza antincendio. (secondo D.M. 7 agosto 2012 - Allegato)
2. I progetti di cui al comma 1 sono corredati dalla documentazione prevista daldecreto di cui al comma 7 dell'articolo 2. (secondo D.M. 7 agosto 2012 - Allegato)
3. Il Comando esamina i progetti ed entro trenta giorni può richiederedocumentazione integrativa. Il Comando si pronuncia sulla conformità deglistessi alla normativa ed ai criteri tecnici di prevenzione incendi entro sessantagiorni dalla data di presentazione della documentazione completa.
(Flow chart D.P.R. 151/2011 - Allegato)
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Due possibili approcci alla progettazione delle attivitànon normate cioè delle attività prive di RTV.
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D.M. 10 marzo 1998
Valutazione effettuata sulla basedell’Allegato I
Attribuzione livello:BASSO MEDIO ALTTO
VALUTAZIONE DEL RISCHIODI INCENDIO
Attribuzione dei livelli diprestazione alle misure
antincendio
Selezione delleSOLUZIONI
ALTERNATIVE
Selezione delleSOLUZIONICONFORMI
D.M. 3 agosto 2015(«Nuovo Codice»)
VALUTAZIONE DEL RISCHIODI INCENDIO
Adozione misure diPREVENZIONE e PROTEZIONE
(Allegati da II a VII)
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La struttura del «DM 10 marzo 1998»
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Selezione delleSOLUZIONI
ALTERNATIVE
La struttura del «DM 10 marzo 1998»
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Selezione delleSOLUZIONI
ALTERNATIVE
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La struttura del «DM 3 agosto 2015»
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Selezione delleSOLUZIONI
ALTERNATIVE
+ V.5 Alberghi + V.6 Autorimesse+ V.7 Scuole
La progettazione secondo il «Codice» (D.M. 3.8.2015)
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Par. G.1.5
Progettazione antincendio di
attività normata
Applicazione della RegolaTecnica Verticale
Applicazione o attribuzione livellidi prestazione alle misure
antincendio
Selezione delleSOLUZIONICONFORMI
Selezione delleSOLUZIONI
ALTERNATIVE
Progettazione antincendio di
attività non normata
VALUTAZIONE DEL RISCHIODI INCENDIO
Attribuzione dei livelli diprestazione alle misure
antincendio
Selezione delleSOLUZIONI
ALTERNATIVE
Selezione delleSOLUZIONICONFORMI
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La progettazione secondo il «Codice» (D.M. 3.8.2015)
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Applicazione o attribuzione livellidi prestazione alle misure
antincendio
Selezione delleSOLUZIONI
ALTERNATIVE
La progettazione secondo il «Codice» (D.M. 3.8.2015)
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Applicazione o attribuzione livellidi prestazione alle misure
antincendio
Selezione delleSOLUZIONI
ALTERNATIVE
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Un possibile schema di flusso per la progettazioneantincendio di una attività non normata
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•PREMESSA:Sottoscrizione tra Committente e Professionista del Disciplinaredi Incarico in cui si esplicitano dettagliatamente le fasi dellaprestazione ai fini antincendio che il Committente affida alprofessionista.
• (si vedano linee guida elaborate dallaC.R.O.I.L.)
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•Procurarsi, ove possibile tutte le planimetrie, sezioni einserimento in mappa della struttura e/o effettuare (se strutturaesistente) dettagliato sopralluogo di verifica di congruità econsistenza degli elaborati grafici oppure effettuare dettagliatorilievo per la redazione dei suddetti elaborati grafici.
Un possibile schema di flusso per la progettazioneantincendio di una attività non normata
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3.a
• INDIVIDUARE I PERICOLI destinazione d’uso generale e particolare Individuazione per i vari materiali combustibili /infiammabili le
relative caratteristiche (quantità, temp. di infiammabilità,sostanze tossiche emesse in caso di incendio, ecc.);
lavorazioni e/o movimentazioni impianti di processo macchine, apparecchiature e attrezzature impianti tecnologici di servizio aree a rischio specifico
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Un possibile schema di flusso per la progettazioneantincendio di una attività non normata
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3.b
• DESCRIZIONE CONDIZIONI AMBIENTALI(nelle quali sono inseriti i pericoli)
condizioni di accessibilità e viabilità layout aziendale (distanziamenti, separazioni, isolamento) caratteristiche degli edifici e locali (geometria, volumetria,
superfici, altezze, piani interrati, compartimentazioni, ecc.) aerazione, ventilazione e superfici utili allo smaltimento di fumo
e calore affollamento con particolare riferimento alle persone con
ridotte o impedite capacità motorie e/o sensoriali vie di esodo
Un possibile schema di flusso per la progettazioneantincendio di una attività non normata
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•Individuazione o definizione dei compartimenti;•Individuazione delle aree a rischio specifico (V1) e/o esplosione (V2);•Individuazione delle parti (compartimenti) soggetti a RTV (V3, V4, V5, …).
5•Determinazione per ogni compartimento /area del relativo carico di incendio
(qf);
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•VALUTAZIONE DEI RISCHI per ogni compartimento o area rischio specificoe/o esplosione sulla base di quanto emerso dalle fasi precedenti e da:
Definizione della velocità caratteristica di crescita dell’incendio: da (cfr. Tab. G.3-2);
Definizione della caratteristiche delle persone presenti: docc (cfr. Tab. G.3-1);
Misure di prevenzione e protezione presenti e previste in progetto (Fase 8);
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Un possibile schema di flusso per la progettazioneantincendio di una attività non normata
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7•Attribuzione dei profili di rischio:
• Rvita(da , docc) - Rbeni - Rambiente
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•Per ogni compartimento individuazione dellastrategia antincendio:
Per ogni misura della strategia definire il livello di prestazione; In funzione del livello di prestazione scegliere la soluzione tra:• 1. le soluzioni conformi• 2. le soluzioni alternative
Quali sono le aree a rischio specifico ?
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4•Individuazione o definizione dei compartimenti;•Individuazione delle aree a rischio specifico (V1) e/o esplosione (V2);•Individuazione delle parti (compartimenti) soggetti a RTV (V1, V2, V3, V4,
V5, V6 ecc).
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Valutazione qualitativa del rischio
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Vi sono vari metodi per la valutazione qualitativa del rischio di incendio:
1. F.L.A.M.E (Fire risk Level Assessment Matrix for Enterprises) (esiste anche software)
2. F.R.I.M. (Fire Risk Index Method) (2006 International Fire Code - First Printing:January 2006 -COPYRIGHT 0 2006. BY INTERNATIONAL CODE COUNCIL. INC. -PRINTED IN THE U.S.A);
Esempio Relazione
Esempio foglio di calcolo
3. «Metodo matriciale»
4. Ecc.
Valutazione qualitativa del rischio
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1. «Metodo matriciale»
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Valutazione qualitativa del rischio
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1. «Metodo matriciale»
Valutazione qualitativa del rischio
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1. «Metodo matriciale»
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Valutazione qualitativa del rischio
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1. «Metodo matriciale»
Profili di Rischio Vita: Rvita
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docc
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da
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Schema della METODOLOGIA del DM 3 Agosto 2015
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Schematicamente:
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ATTIVITÀ Rbeni
Rambiente
Rvita,1 Rvita,2
Rvita,3 Rvita,n
Rvita,n
Rischio residuotollerabile
Compartimento o Area arischio specifico (n-esimo)
Strategia antincendio– Misura 8
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L’ATTIVITA’: «un insieme di compartimenti protetti …
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Rvita,n
Rvita
,n
Rvita,n
Rvita
,n
…che possonoevolvere nel tempo»
Quindi devono essere gestitie mantenuti, adattando, ovenecessario, le misureantincendio.
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PROGETTAZIONE CON R.T.O.PROGETTAZIONE CON R.T.O.
Esempio 1con D.M. 10 marzo 1998
Esempio 1con D.M. 10 marzo 1998
Esempio 3con D.M. 3 agosto 2015
Esempio 3con D.M. 3 agosto 2015
Analizziamo un ampliamento di un’industria tessile.In particolare:
1) Valutazione dei rischi2) Carichi di incendio3) Elaborati grafici4) Relazione tecnica5) Modello PIN (valutazione progetto)
Analizziamo un ampliamento di un’industria tessile.In particolare:
1) Valutazione dei rischi2) Carichi di incendio3) Elaborati grafici4) Relazione tecnica5) Modello PIN (valutazione progetto)
Analizziamo un ampliamento di un di una industriadi prodotti para-farmaceutici. In particolare:
1) Valutazione dei rischi2) Carichi di incendio e attribuzione profili di rischio3) Resistenza al fuoco (sezione S. 2)4) Compartimentazioni (sezione S.3)5) Vie di esodo (sezione S.4)6) Specifiche tecniche impianti prot. attiva7) Elaborati grafici8) Relazione tecnica
Analizziamo un ampliamento di un di una industriadi prodotti para-farmaceutici. In particolare:
1) Valutazione dei rischi2) Carichi di incendio e attribuzione profili di rischio3) Resistenza al fuoco (sezione S. 2)4) Compartimentazioni (sezione S.3)5) Vie di esodo (sezione S.4)6) Specifiche tecniche impianti prot. attiva7) Elaborati grafici8) Relazione tecnica
Esempio 2con D.M. 10 marzo 1998
Esempio 2con D.M. 10 marzo 1998
Analizziamo un ampliamento di una industria per larealizzazione di nuovo deposito di cartoni perimballaggio. In particolare:
1) Valutazione dei rischi2) Relazione tecnica
Analizziamo un ampliamento di una industria per larealizzazione di nuovo deposito di cartoni perimballaggio. In particolare:
1) Valutazione dei rischi2) Relazione tecnica
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Bibliografia
• D.M. 10 marzo 1998
• D.M. 20.12.2012 – «Decreto impianti»
• Linee guida «Specifiche tecniche impianti di protezione attiva» – C.R.O.I.L.
• D.M. 3 agosto 2015 – Approvazione di norme tecniche di prevenzione incendi ai sensi dell’articolo 15 del D.L.vo 139/06
• DM 9 maggio 2007 - Direttive per l’attuazione dell’approccio ingegneristico alla sicurezza antincendio
• Lettera Circolare prot. n. 4921 del 17 luglio 2007 Direttive per l’attuazione dell’approccio ingegneristico alla sicurezza antincendio -D.M. 9 maggio 2007 - Primi indirizzi applicativi.
• Lettera Circolare prot. n. DCPST/427 del 31 marzo 2008 - Approccio ingegneristico alla sicurezza antincendio – Trasmissione dellelinee guida per l’approvazione dei progetti e della scheda rilevamento dati predisposte dall’Osservatorio.Scheda Rilevamento Dati - Linee guida per la valutazione dei progetti
• Codice di prevenzione incendi commentato – Fabio Dattilo e Cosimo Pulito – Epc editore
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“Competente è colui che ha commesso, in un campo ristretto,tutti gli errori che si possono fare”.
Niels Bohr – Nobel 1922
Grazie per l’attenzione
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