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Natale: parola magica che ci evoca magiche atmosfere, gioia e
voglia di star insieme.
Questo “libello”…
per soddisfare la nostra curiosità su ciò
che ci circonda, per scoprire cose nuove,
per “toccar con mano” gli effetti della nostra collaborazione…
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Iniziamo con la data….
Perché il Natale si festeggia il 25 Dicembre?
Natività
Lorenzo Lotto (1523) -National Gallery di Washington
Nel corso degli anni il Natale fu commemorato in date diverse: il 6 gennaio, il 25
marzo, il 10 aprile, il 29 maggio. Solo nel corso del IV sec. la Chiesa D'Occidente
scelse la data del 25 dicembre, al fine di fare coincidere la nascita di Gesù con le
festività del solstizio d'inverno e della nascita del Sole, celebrate da tempo
immemorabile dai popoli europei.
L'origine pagana della festa di Natale è implicitamente riconosciuta anche da
Sant'Agostino, quando esorta i fratelli cristiani a non celebrare il sole in quel solenne
giorno, come facevano i pagani, bensì colui che aveva creato il sole.
Dunque tutto nasce dal solstizio d'inverno, il 21 dicembre, giorno in cui ogni anno le
giornate cominciano ad allungarsi: l'inverno è al culmine e da quel momento la sua
parabola scende, per far posto alla primavera.
Per gli antichi questo giorno cadeva il 25 dicembre e lo si celebrava con feste
diverse e ricche di significati.
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I sacerdoti siriani e egizianifesteggiavano il dio Horus, raffigurato
come un bambino, in suo onore accendevano fuochi in segno di festa.
- Gli antichi romani coni Saturnalia, 19/25 dicembre, festeggiavano
con gioia e speranza il Dio Sole.
- I greci celebravano la nascita di Dioniso
Il presepe è una tradizione tipicamente italiana
l’Adorazione del Bambino - Beato Angelico (1440)
Convento di San Marco di Firenze
Il nome “presepe” viene del Vangelo di San Luca, in cui si racconta che la
Madonna, dopo aver partorito, avvolse il piccolo Gesù nelle fasce e lo mise
in un praesepe,cioè in una mangiatoia.
Il 1° presepe vivente della storia fu fatto nel 1223 a Greccio da San
Francesco d’Assisi con la partecipazione della popolazione.
Le ambientazioni tipiche del presepe non derivano dai Vangeli canonici,
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che parlano in modo vago della nascita ma da quelli apocrifi e da arcane
tradizioni ormai dimenticate.
Il primo esempio di presepe inanimato a noi pervenuto è quello che
Arnolfo di Cambio scolpì nel legno nel 1280 e del quale oggi si conservano
le statue residue nella cripta della Cappella Sistina di S. Maria Maggiore a
Roma.
Natività – Giotto XIV sec. (San Francesco – Assisi)
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Fino alla meta' del 1400 i presepi vengono esposti solo all'interno delle
chiese.
Dal XVII secolo inizia a diffondersi anche nelle case dei nobili, sotto
forma di"soprammobili" o di vere e proprie cappelle in miniatura, anche
grazie all'invito del papa durante il Concilio di Trento ad incoraggiare
questa pratica.
Nel XVIII secoloa Napoli si scatena, addirittura, una vera e propria
competizione fra famiglie su chi possieda il presepe più bello: in questo
periodo il presepe napoletano raggiunge la celebrità che tutt'oggi
conserva, conferendo al tradizionale presepe caratteristiche sempre più
“umane”, con l'aggiunta di personaggi della quotidianità.
Ogni regione ha un presepe caratteristico:
in Trentino i “pastorelli” vengono scolpiti nel legno;
in Puglia creati in cartapesta;
in Sicilia in terracotta (Caltagirone)
I simboli del presepe...
Il bue a l'asinello, derivano da un'antica profezia di Isaia: "Il bue ha
riconosciuto il suo proprietario e l'asino la greppia del suo padrone”;
l'immagine dei due animali venne utilizzata comunque come simbolodegli
ebrei(rappresentati dal bue) e dei pagani (rappresentati dall'asino).
La stalla o la grotta in cui Maria avrebbe dato alla luce è un simbolo
mistico e religiosoricorrente per molti popoli.
I re magi
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erano tre fratelli: Melchiorre, Baldassare e Gaspare. La parola mago
deriva dal greco 'magoi'e definiva gli appartenenti ad una casta
sacerdotale persiana che si interessava di astronomia e astrologia. I magi
sono tre, il numero perfetto; secondo alcuni rappresentano le tre età
dell'uomo: gioventù, maturità e vecchiaia; secondo altri le popolazioni che
vivevano del mondo allora conosciuto, cioè in Europa, Asia e Africa.
Anche i tre doni dei Magi hanno un significato: fanno riferimento alla
duplice natura di Gesu', quella umana e quella divina: l'incenso,
testimonianza di adorazione alla sua Divinità, la mirra, per il suo essere
uomo, l'oro perché dono riservato ai re.
La stella cometa
Cappella degli Scrovegni a Padova (Giotto)
Nell'iconografia antica, la stella cometa non viene rappresentata con una
coda. Tutta la storia della cometa nasce da un quadro di Giotto. Nel 1301
nella Cappella degli Scrovegni il pittore, accantoalla Natività, dipinse
l’Epifania e inserì sopra la capanna una cometa e ciò per un motivo molto
realistico e contemporaneo del suo tempo: infatti proprio in quell’anno, nel
1301, a Dicembre, apparve in cielo la famosa cometa di Halley, allora
molto luminosa ed appariscente. Da quel momento si moltiplicarono i
quadri ispirati a questo affresco, probabilmente perché la coda
rispondeva al desiderio di avere un corpo celeste che indicasse una
direzione, e la stella con la coda entrò a pieno titolo nell'iconografia
tradizionale della natività.
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L'albero di Natale
L’albero di Natale è simbolo di prosperità e fertilità.
Ha una tradizione antica che viene fatta risalire alle popolazioni
germaniche, in particolare ai Teutoni. Essi celebravano il Solstizio
d’inverno recandosi nel bosco e recidendo un abete, specie sempreverde,
come rito propiziatorio in quanto simbolo del rinnovarsi della vita.
La prima notizia ufficiale sull'uso dell'albero di Natale è in una cronaca di
Strasburgo che nel 1605 annota: "Per Natale i cittadini si portano in casa
degli abeti, li mettono nelle stanze, li ornano con rose di carta di vari
colori, mele, zucchero, oggetti di similoro".
In Germania esisteva un gioco religioso medioevale, il “Gioco di Adamo ed
Eva”, celebrato il 24 dicembre, durante cui venivano riempite le piazze e
le chiese di alberi di frutta e simboli dell'abbondanza per ricreare
l'immagine del Paradiso. Successivamente gli alberi da frutto vennero
sostituiti da abeti poiché quest'ultimi avevano una profonda valenza
"magica" per il popolo. Gli abeti avevano il dono di essere sempreverdi,
dono che secondo la tradizione venne dato proprio dallo stesso Gesù come
ringraziamento per averlo protetto mentre era inseguito dai nemici.
L'usanza vera e propria dell'albero di Natale entrò nelle case tedesche
nel XVII secolo ed agli inizi del secolo successivo era già pratica comune
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in tutte le città della Renania. L'uso di candele per addobbare i rami
dell'albero è attestato già nel XVIII
Furono gli ufficiali prussiani, dopo il Congresso di Vienna, a contribuire
alla sua diffusione negli anni successivi. A tutt'oggi, la tradizione
dell'albero di Natale, cosìcome molte altre tradizioni natalizie correlate,
è sentita in modo particolare nell'Europadi lingua tedesca
Babbo Natale
Babbo Natale=Santa Klaus=Père Noel=San Nicola
La sua storia si perde nella notte dei tempi.
Il Babbo Natale che conosciamo noi è l'evoluzione di un personaggio
realmente esistito: San Nicola, nato in Turchia e divenuto vescovo di
Myra, nell’Asia Minore, attorno al 350 d. C. divenne popolare per la sua
bontà e carità. Intorno a lui si diffusero numerosissime leggende.
Una tra le più famose, confermata anche da Dante nel Purgatorio,
racconta che Nicola, addolorato dal pianto e commosso dalle preghiere di
un nobiluomo impossibilitato a sposare le sue tre figlie perché caduto in
miseria, decise di intervenire lanciando per tre notti consecutive,
attraverso una finestra, tre sacchi di monete come dote per le ragazze.
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La prima e la seconda notte le cose andarono come stabilito, ma la terza
notte San Nicola trovò la finestra inspiegabilmente chiusa e decise di
arrampicarsi sul tetto per gettare il sacchetto di monete attraverso il
camino. Le sue spoglie vennero trafugate da Myra nel 1087, da un gruppo
di cavalieri italiani e portate a Bari, dove sono tuttora conservate.
San Nicola è il protettore dei marinai di Sicilia,Grecia, Russia. La sua
immagine attuale venne diffusa, dopo la 2^ Guerra Mondiale dalla Coca
Cola che aveva incaricato un creativo di cercare uno “sponsor” per
pubblicizzare la bibita; il creativo scelse questo vecchietto rassicurante e
gioioso. La residenza di Babbo Natale si trova a Ravanieni,Circolo Polare
Artico.
La Befana
è una tipica figura italiana. Il suo nome deriva dalla parola “epifania”(la
festività religiosa alla quale è collegata) ed è molto popolare in tutta la
penisola, Nella notte tra il 5 e il 6 gennaio la vecchietta, che si muove
volando su una scopa, scivola nei camini con il suo capace sacco pieno di
doni per i bambini buoni e di carbone per quelli che durante l’anno appena
trascorso si sono comportati male, e sistema i medesimi nelle calze
appese vicino ai letti.
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La corona dell’Avvento
Ha forma circolare, è fatta con foglie di alloro o di abete serve a
ricordare chi andò a vedere Gesù Bambino a Betlemme, i pastori, i magi e
gli angeli. Simboleggiano:speranza, salvezza, gioia e amore.Si accende un
cero nella ghirlanda, ogni domenica di Avvento più si è vicini al Natale, più
la corona è luminosa.
L’agrifoglio
È considerato un porta fortuna. E’ una pianta sempre verde promessa di
vita perenne; le sue bacche rosse esprimono gioia. Gli antichi romani lo
regalavano agli sposi novelli in segno di augurio. La leggenda narra che un
orfanello portò in dono a Gesù una corona di rami di alloro,ma si vergognò
del piccolo dono e si mise a piangere. Allora Gesù toccò la corona e le sue
foglie divennero verde brillante e le lacrime del bimbo bacche rosse.
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Il vischio
E’simbolo di buon augurio, è tradizione salutare l'arrivo del nuovo anno
dandosi un bacio sotto uno dei suoi rami. Al vischio sono legate molte
leggende antiche,le popolazioni celtiche,lo consideravano una pianta
sacra , dono diretto degli dei, capace di tenere lontano disgrazie e
malattie.
La Poinsettia o euphorbiapulcherrima
La stella di Natale è una pianta originaria del Messico. Il suo nome è
Poinsettia, dal nome dello scopritore. La leggenda narra che una fanciulla
non aveva nulla da offrire al bambinello Gesù, allora raccolse un
ramoscello di rovi che legò con un nastro rosso che aveva tra i capelli e
miracolosamente si trovò tra le mani i fiori stupendi che conosciamo.
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Le strenne
La tradizione dello scambio dei regali pare risalga ai Re Magi che
portarono doni al Bambin Gesù in segno di rispetto e venerazione.
L’usanza di scambiarsi regali fu introdotta dagli olandesi che portarono in
America San Nicola e le tradizioni associate.
Il bastoncino
La leggenda narra che un dolciario lo creò per ricordare Gesù alle
persone. Tale bastoncino racchiude in sé molti significati:
- Il caramello rappresenta Gesù
- La forma a "J" sta per Jesus
- Il colore bianco rappresenta la purezza e l’assenza del peccato.
- Le strisce rosse grandi rappresentano il sangue di Cristo versato per
i nostri peccati.
- Le strisce sottili invece rappresenterebbero i segni lasciati dalle
frustate che Gesù ricevette dai soldati romani per ordine di Ponzio
Pilato.
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Panettone
L’origine del dolce è… avvolta nel “mistero”.
Pietro Verri narra che a Milano, nel IX secolo
vi era un’antica consuetudine: a Natale la
famiglia si riuniva accanto al focolare
attendendo che il pater familiasspezzasse "un
pane grande" dolce e ne porgesse un pezzo a
tutti i presenti in segno di comunione. Tale usanza a partire dal XV secolo
si diffuse prima in Lombardia e poi nel resto d'Italia.
L’attuale forma, il cupolone nel "pirottino" di carta,risale alla prima metà
del '900, proposta dalla azienda Motta. La leggenda più nota narra che,
per la vigilia di
Natale, alla corte del duca Ludovico il Moro, era stata predisposta la
preparazione di un dolce particolare. Purtroppo durante la cottura questo
pane a cupola contenente acini d'uva si bruciò, gettando il cuoco nella
disperazione.Toni, un giovane sguattero, consigliò di servire lo stesso il
dolce, giustificandolo come una specialità con la crosta. La ricetta fu
accolta da fragorosi applausi e dopo l'assaggio un coro di lodi si levò da
tutta la tavolata; era nato il "pan del Toni".
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In Sicilia
“Suttaa’u peri di nucidda, cc’ènanacapicciridda cci annacarulubamminu,
San Giuseppi e san Giachinu”. Secondo un antico canto siciliano, Gesù
Bambino sarebbe venuto al mondo dentro una piccola culla ai piedi di un
nocciolo.
Per celebrare la novena di Natale, nelle case siciliane si preparava “a
cona” ovvero una nicchia con una icona raffigurante la Sacra famiglia
illuminata da lumini, uno per ogni giorno della novena.
Andrea Mancino (1494)
La 1^ opera presepiale siciliana -chiesa dell’Annunziata a Termini Imeres
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Una volta… c’era un presepe, piccolo o grande, in ogni casa ed aveva il
compito importante di riunire la famiglia e diffondere l’armonia. I presepi
erano realizzati con materiali semplici e preferibilmente di terracotta o
gesso.
La diffusione del presepio in Sicilia inizia a partire dal secolo XV, periodo
in cui era costume rappresentare la nascita di Gesù con statuine
tridimensionali mobili.
Nobili e religiosi chiedevano presepi fatti con materiali preziosi come
l’oro, l’argento, l’avorio e il corallo, vennero create opere d’arte la cui
fama ha percorso tutta l’Europa.
Fin dal medioevo Gesù, il “Bambinello”, spesso veniva fatto in cera, ed
eseguito con il gusto per i più minuti particolari;nei conventi e nei
monasteri, dalla seconda metà del ’600 divenne una vera e propria arte
eseguita da artigiani conosciuti e richiesti in tutta Europa, nel Victoria
and Albert Museum di Londra si trovano alcuni gruppi statuari di grande
pregio.
Nel piccolo museo di Adrano si trova
Bambinello in cera della fine dell'Ottocento (autore ignoto)
Il presepe siciliano come lo conosciamo noi comincia ad assumere
connotati e caratteri popolari, diventa oggetto domestico ritualeed entra
anche nelle case delle famiglie meno abbienti, sia in città che nelle
campagne, all’inizio dell’Ottocento e ciò grazie all’utilizzo della terracotta.
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Concludiamo con il breve tour in Sicilia con….
Natività-
Cappella Palatina - Palazzo dei Normanni
volutada Ruggero II -1200 (Palermo)
prezioso mosaicobizantino
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Qualche curiosità…in giro …per il mondo
In Gran Bretagna
Molto seguitaè l’usanza delcalendario dell'avvento,tutti i bambini in
casa ne hanno uno.
A tavola il giorno di Natale non può mancare, per ogni commensale,il
"Christmas crackers"
un tubicino di cartone ricoperto di carta colorata, chiuso a forma di
caramella che contiene un piccolo pensiero all'interno, una frase e una
coroncina di carta.
Il Christmas Pudding è un dolce tipico
La sera della Vigilia in Irlanda tutta la famigliasi riunisce davanti al
davanzale per accendere una candela simbolo di ospitalità verso la Sacra
Famigli
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In Spagna
I festeggiamenti e le tradizioni sono molto simili a quelle italiane.
Ma i bambini scrivono la letterina ai Reyes Magos,che il 6 gennaio
percorrono le vie dei paesi e delle città spagnole nella tradizionale sfilata,
la “Cabalgata”, sui loro cammelli carichi di regali, accompagnati da paggi
reali distribuiscono caramelle e dolciumi.Di sera i bambini vanno a letto
presto per attendere che Melchiorre, Gaspare e Baldassarre entrino per
la finestra e depositino i giocattoli nelle loro scarpe.
Il dolce tipico è Roscón de Reyes
una golosa ciambella a base di miele, datteri e fichi che viene decorata in
superficie con frutta secca e zucchero. Nella torta devono essere
nascosti due oggetti: un fagiolino che indica la sfortuna ed una piccola
statuetta simbolo della buona sorte.
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A Santo Domingo
La notte della Vigilia si trascorre con i familiari più stretti.Non può
mancare la “cena della Vigilia” con la “telera” (pane dalle misure un po’ più
grandi del solito e che misura circa un metro), il maiale arrosto allo
spiedo, lo zampone al forno, il tacchino, il pollo e il riso scuro di
“guandule”, i dolci, la frutta come mele e uva.
Coinvolgente è la tradizione delle “strenne” che consiste nel riunirsi con
gli amici e andare cantando strofe natalizie di casa in casa. Si
interpretano a ritmo di tamburo e fisarmonica; le persone che cantano in
queste feste sono ricevute con giubilo dai vicini che offrono loro te di
ginepro, cioccolata calda, caffè, biscotti, pane, ecc.
La festa preferita dai piccoli è il 6 gennaio, che scrivono lettere ai Re
Magi e preparano regalini e li piazzano in determinati luoghi. La tradizione
di questa festa consiste nel fatto che i bambini, quando si sveglieranno
nel giorno dei Re Magi, troveranno nel luogo che hanno scelto i regali che
avevano richiesto.
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crosticicreati da noi
N ASCE GESU’
A MORE, PACE E
T ANTA SPERANZA.
A SPETTANDO LA VENUTA DI GESU’
L UCI COLORATE ADORNANO LE STRADE
E RALLEGRANO I NOSTRI CUORI
P IACEVOLE
R ICORDO,
E SPLICITO
S IMBOLO
E TERNO
P ACE PER TUTTI GLI UOMINI
E MOZIONATI
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R ICHIAMO
E TERNO
M AGICA
A TMOSFERA
G ESU’ BAMBINO
I NFONDE NEI CUORI
E LOGI
P ER
I
FANCUILLI
A MOREVOLI
N UMEROSI
I REGALI
A TUTTI LORO
S PLENDENTE
T UTTA,
E METTE
L IMPIDA
LUCENTEZZA
ATTRAVERSO IL
C IELO,
O FFRENDO
M AGICA
E MOZIONE,
T RASPORTA
A MORE
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ensieri…nostri
E’ Natale
se c’è serenità e respiro aria di felicità.
E’ Natale se aiuto qualcuno a rialzarsi .
E’ Natale quando sto insieme alla mia famiglia e ai agli amici.
A Natale tutti insieme nonni,zii e cugini,tutti svegli fino a tardi ad
aspettar il bambinello che porta …gioia, amore, serenità in tutti i cuori.
Il Natale è come una grande stella che ci illumina e ci riunisce in
allegria,aspettiamo Colui che ci regalerà una cosa speciale: la gioia di
condividere serenità.
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autogrammi creati da noi…
Noi narriamo nascita Nazareno,nobile neonato, nella nevosa notte.
Pensiamo percorsi positivi, pregustando pantagruelici
panettoni…proponiamo pace.
Pastori percorrono Palestina per pregare, portare pace.
Stella sempre splendente sopra sonni sereni
Splende sulla santa stalla stella scintillante.
Gioiose giornate con genitori giocosi gustiamo ghiotti gianduiotti.
Giocattoli geniali - grazie genitori.
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Concludiamo con…dolcezza
“Cucciddatu” sulle tavole siciliane
trionfo di profumi e sapori … fichi
secchi,mandorle, noci, nocciole e pistacchi
il connubio conaromi come il limone,
l’arancia, la cannella, la vaniglia e il miele.
nucatoli o nucatuli, con ripieno fatto con noci,
fichi secchi, cannella e frutta candita a
piacere.
cubbaita -torrone con sesamo, mandorle, miele,
zucchero.Il nome deriva dall’arabo “quibbiat”, che
significa “mandorlato”, e ciò in quanto uno dei suoi
ingredienti principali è costituito dalle mandorle.
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e…con cibi portafortuna a Capodanno
Il melograno, oggetto di miti e tradizioni millenarie, rappresenta uno dei
frutti sacri,in diverse tradizioni religiose. Viene citato dalla Bibbiacome
uno dei sette frutti della terra promessa.E’ sinonimo di buon auspicio.
Le lenticchie: Le radici della leggenda affondano nell'antica Roma, quando
era abitudine regalare una "scarsella" (borsetta di cuoio), legata alla
cintura, piena di lenticchie.
L'augurio era che si trasformassero in monete, questo perché il nome
della lenticchia deriva dal latino "lens", lente, legato alla forma del legume
che ricorda quella di una moneta.
Dunque…buon appetito!!
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L’uva rappresenta l’abbondanza, secondo un’antica tradizione contadina,
bisognerebbe mangiare 12 chicchi di uva, uno per ogni mese, per avere
abbondanza tutto l’anno.