Università degli Studi di Genova DISFor
Dipartimento di Scienze della Formazione
SCUOLA DI SCIENZE SOCIALI
CORSO DI SPECIALIZZAZIONE PER L’ATTIVITÀ DI SOSTEGNO AGLI ALUNNI CON
DISABILITÀ Riservato ai docenti di classi in esubero
RELAZIONE SULL’ESPERIENZA PROFESSIONALE DI TIROCINIO
Relatore: Prof.
ssa Giuliana Tedeschi
Candidato: Prof. Antonio Gareri
Matr. N:4165954
ANNO ACCADEMICO 2014-2015
Dipartimento di Scienze delle Formazione
UUNNIIVVEERRSSIITTÀÀ DDEEGGLLII SSTTUUDDII GGEENNOOVVAA FFOORRMMAAZZIIOONNEE DDOOCCEENNTTII IINN EESSUUBBEERROO AANNNNOO SSCCOOLLAASSTTIICCOO 22001144//1155
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INDICE
INDICE..........................................................................................2 LA PREMESSA ...............................................................................3 IL TIROCINANTE .............................................................................4 IL MONITORAGGIO DELL’ISTITUTO .....................................................6
Istituto Istruzione Superiore “R. Vaglio” Biella .................................................... 6 Il bacino d’utenza ............................................................................................... 7 Il PTOF dell’istituto ............................................................................................. 7
LA MAPPA CONCETTUALE DELLA SCUOLA ..........................................9 OSSERVAZIONE NELL’AMBIENTE CLASSE ..........................................9 LA DIAGNOSI FUNZIONALE ............................................................. 12 LA STESURA DEL P.E.I. ................................................................. 14
Situazione di Partenza ..................................................................................... 14 PIANO D’INTEGRAZIONE DIDATTICA................................................. 17
Obbiettivi trasversali previsti per la classe........................................................ 17 Obbiettivi individualizzati per l’alunno............................................................... 18 Metodi e strumenti............................................................................................ 18 Sintesi degli strumenti compensativi e dispensativi adottati nelle diverse materie......................................................................................................................... 19
UN PROGETTO PER MARCO ........................................................... 20 CONCLUSIONI.............................................................................. 21
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LA PREMESSA
Educare significa, come enunciato anche dall’etimologia della parola,
guidare, prendere per mano e condurre un individuo verso la consapevolezza e la
maturità sul piano intellettuale e morale. Questo è, o dovrebbe essere il ruolo degli
agenti formativi come la Famiglia, la Scuola, i Media e in fine i Pari.
Con questo convincimento la Scuola ha rappresentato per me da sempre
un “trampolino di lancio” per la determinazione del proprio io nel tessuto sociale
del Paese, e con questo spirito ho sempre affrontato gli anni della scolarizzazione
e ho iniziato la mia carriera da Docente, il 15 Novembre 1999 all’età di 21 anni,
forte del mio titolo culturale di Perito Industriale Specializzato in Meccanica
Industriale, con l’entusiasmo tipico di quella età e con il desiderio di dare agli altri
con il mio insegnamento le stesse opportunità che la scuola aveva dato a me.
Il processo storico culturale di riforma della scuola e ammodernamento del
paese ci ha portato verso una rigida definizione dei ruoli sociali e alla
predeterminata definizione dei saperi e delle conoscenze necessarie al
raggiungimento degli standard minimi universalmente riconosciuti. Snaturando con
la riforma Gelmini, solo in ultima battuta, realtà scolastiche come gli Istituti Tecnici
e Professionali che facevano del “FARE” lo strumento laboratoriale sotteso
all’acquisizione di concetti astratti, privilegiando di fatto la formazione liceale e il
ruolo del docente dispensatore di conoscenze. In questo contesto si sono delineati
elementi di classificazione come Il Docente Curricolare attento al sapere astratto e
allo svolgimento del programma, il Docente Tecnico Pratico “Assistente” attento al
fare e al saper fare e il Docente di Sostegno attento alla diversità.
In questa, secondo me, aberrante divisione dei ruoli, l’obiettivo educativo di
ogni insegnamento, di promuovere i legami di affiliazione in classe e favorire
atteggiamenti di fiducia, di disponibilità, di conferma positiva, di incoraggiamento
all’autonomia; di favorire comportamenti di autocontrollo, di stima del sé e di
empatia educando alla pro-socialità, alla consapevolezza e alla capacità di ascolto
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e di attenzione dell’altro è demandato quasi esclusivamente al Docente di
Sostegno.
Oggi l’intento del legislatore1 finalizzato a garantire l’inclusione sociale di
persone portatrici di diversa abilità, come sancito dalla nostra Costituzione2 e
rafforzato con la ratifica della Convenzione ONU sui diritti delle persone con
disabilità, ci riporta a una dimensione tale dell’insegnamento per cui il
raggiungimento della dignità umana attraverso la piena consapevolezza del sè e
della partecipazione attiva nella società deve rappresentare l’elemento fondante
del processo educativo, da perseguirsi non con un approccio liceale, ma con una
didattica laboratoriale che ponga il docente nel ruolo di mediatore degli
apprendimenti3.
IL TIROCINANTE
Nel descrivere il mio percorso professionale, voglio iniziare dalla sigla con
cui la mia categoria di docenti viene identificata, ovvero I.T.P. Insegnante Tecnico
Pratico, della classe di concorso 32/C Laboratorio Meccanico Tecnologico. I
docenti della Tabella A con cui faccio compresenza spesso mi “confondono” con
un Assistente Tecnico perché il titolo d’accesso per l’insegnamento delle mie
materie è il diploma di Perito Industriale Specializzato in Meccanica Industriale che
ho conseguito presso I.T.I.S. “E. Scalfaro” di Catanzaro nel 1997 con la
valutazione finale di 50/60.
Ho iniziato a insegnare nel Novembre del 1999 su nomina diretta del Provveditore
agli Studi della provincia di Biella, presso l’I.T.I.S. “Q. Sella” della stessa città,
nelle classi del triennio dell’Indirizzo Meccanica, trattando due materie, Laboratorio
Meccanico Tecnologico con impiego di Torni paralleli Grazioli tipo fortuna 150/200,
Fresatrice Saimp, Tornio a controllo numerico computerizzato Elcon 5 della
Meneghello e fresa CNC equipaggiata con sistema CAD-CAM SINTECAM25
1 Legge quadro 104/92 e Legge 170/2010 2 Art. 2 Garantisce i diritti inviolabili della persona e definisce gli adempimenti inderogabili di solidarietà politica Art. 3 Tutti i Cittadini sono uguali e pari di fronte alla legge, è compito dello Repubblica rimuovere gli ostacoli Art. 32 La salute è un diritto fondamentale nell’interesse del singolo e della collettività 3 Theoria sine praxi, currus sine axi; praxis sine theoria, currus sine via
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distribuito dalla ditta SINTESI s.r.l. e Disegno Progettazione e Organizzazione
Industriale con l’utilizzo dei Software AUTOCAD e PRO/ENGINEER. Ho
continuato la mia formazione tecnica nel 2002 con la qualifica Regionale di
Disegnatore CAD 2/3D conseguita presso l’Istituto IPSIA “G. Ferraris” di Biella in
collaborazione con la Regione Piemonte. Nel 2005 ho frequentato e superato gli
esami del corso S.I.S.S. di Torino organizzato in collaborazione con il Politecnico
per l’abilitazione all’insegnamento delle materie della classe di concorso 32/C. Nel
Settembre 2006 passo di ruolo con sede all’I.T.I.S. “Q. Sella”. Nel 2007 divento
esaminatore ECDL CAD 2D e nel 2011 a seguito della riforma Gelmini che ha
drasticamente ridotto le ore di insegnamento delle materie tecniche, decretando la
scomparsa degli Istituti Tecnici sono diventato un docente in esubero assegnato
alla dotazione dell’organico provinciale DOP. Nell’A.S. 2013/14 ho conseguito la
certificazione EPICT (European Pedagogical ICT Licence) Silver, sotto il
monitoraggio del Nodo Italiano del Consorzio Internazionale EPICT con sede
presso il Dipartimento DIBIRS dell’Università di Genova. Diventando, come
riconosciuto dal Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università di
Genova, docente esperto nell’utilizzo pedagogico delle tecnologie informatiche e
nel 2015 docente EIPASS, regolarmente iscritto nel registro internazionale dei
formatori della didattica innovativa.
Oggi, come negli ultimi cinque anni, insegno Tecnologia e Tecniche di
Rappresentazione Grafica. Un’ora per classe, in nove classi dei bienni degli
Indirizzi Agrario, Agroalimentare e Agroindustria e Costruzione Ambiente e
Territorio, dell’Istituto I.I.S. “R. Vaglio”, completando la cattedra con nove ore a
disposizione della dirigenza dell’Istituto.
Con una previsione di rientrare a piena titolarità sulla materia non prima di dieci
anni, il corso di riconversione sul sostegno rappresenta non una opportunità ma
una necessità che affronto con la curiosità di sempre, certo di poter imparare a
fare meglio il mestiere che ho scelto di fare, anche se l’idea di dovermi confrontare
tutti i giorni con la sofferenza, che inevitabilmente accompagna un ragazzo
disabile e la sua famiglia mi terrorizza.
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IL MONITORAGGIO DELL’ISTITUTO
La scelta della scuola dove fare il tirocinio è stata semplice, si tratta dell’Istituto di
Istruzione Superiore “R. Vaglio”, dove lavoro da cinque anni e nel quale avendo
sempre avuto molte ore a disposizione ho potuto mettere la mia professionalità e
le mie competenze a disposizione di molti colleghi i quali in questo periodo di
formazione per me, hanno mostrato nei miei confronti la massima disponibilità
possibile, permettendomi di osservare le loro attività in classe e rispondendo,
sempre in modo puntuale e propositivo, a ogni mia esigenza.
Istituto Istruzione Superiore “R. Vaglio” Biella
L’istituto risponde alle esigenze territoriali modulando la propria offerta formativa
alle richieste del territorio con particolare attenzione al corso IPSIA Indirizzi
Costruzione Ambiente e Territorio, Agrario Agroalimentare e Agroindustria,
Professionale IPSIA Manutentori Meccanici/Elettrici, Grafica e Moda.
Distribuiti nei tre plessi dell’Istituto, ovvero la Sede Centrale ubicata in viale
Macallè al centro della cittadina, dove sono concentrate le classi del primo biennio
e i relativi laboratori di Informatica, Fisica, Chimica, Scienze Naturali, Topografia,
Scienze delle Costruzioni e la Serra Vivaistica. Nella prima Sede Staccata
denominata “Cascina Vigna”, situata in una zona collinare alla periferia della città
si trova l’azienda agraria destinata alle attività del secondo biennio e del quinto
anno del corso Agrario Agroalimentare e Agroindustria.
In una zona limitrofa denominata “Città Studi” si trova la seconda sede staccata
dove si svolgono le attività del triennio Costruzioni Ambiente e territorio e
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dell’IPSIA con i laboratori di Officina Meccanica, Sistemi automatici e CNC,
Laboratori di Elettronica ed Elettrotecnica, di disegno CAD, Moda e Grafica.
Il bacino d’utenza
L’Istituto è frequentato da circa 600 alunni, di cui il 90% proviene dai paesi limitrofi
alla città essendo la provincia di Biella piccola con la quasi totale concentrazione
delle scuole superiori proprio al centro del suo capoluogo. Il 10% della
popolazione studentesca è di origine straniera e circa 50 sono gli alunni con
disabilità certificate.
Il personale docente è di circa 90 docenti di cui il 20% di sostegno.
Il PTOF dell’istituto
Il Piano dell’Offerta Formativa, altrimenti conosciuto con la sigla P.O.F., che con la
attuale normativa denominata “La buona Scuola” assume valenza triennale e
l’acronimo di P.T.O.F. esprime la volontà di costruire un processo attento,
responsabile, in grado di cogliere le aspettative e le occasioni di crescita presenti
nella realtà territoriale e di promuovere e valorizzare le potenzialità dei giovani
fornendo adeguati strumenti personali, culturali e tecnici.
Si propone quindi di:
1. favorire la crescita culturale, umana e professionale degli studenti;
2. consentire un proficuo inserimento nel mondo del lavoro attraverso
l’acquisizione di competenze professionali rispondenti all’esigenze del
territorio
3. dare una solida formazione culturale e sociale che consenta ai diplomati
della nostra scuola di essere pienamente idonei al proseguimento in
percorsi di istruzione e formazione post-diploma;
4. favorire i collegamenti con gli Enti Istituzionali e Territoriali anche attraverso
la realizzazione di quegli accordi specifici (CTS) previsti dalla riforma della
scuola superiore;
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5. Favorire il pieno successo scolastico di tutti gli alunni anche attraverso
l’attuazione di progetti da un lato rivolti alle fasce deboli, dall’altro al
potenziamento dei percorsi di eccellenza.
L’istituto con numerosi progetti come Orto Life, Giardini sospesi, Il percorso
Sensoriale, Decisamente Abili e Non solo orto presso il centro per anziani Cerino
Zegna4, caratterizzati anche da una certa storicità, palesa la sua attenzione alle
problematiche della disabilità, dell’integrazione e della inclusione. All’inizio
dell’anno scolastico alle attività di accoglienza, di programmazione e di
orientamento seguono le riunioni del Gruppo H dove i docenti di sostegno con i
loro coordinatori analizzano tutti casi in entrata per capire le singole esigenze, per
stabilire in base alle risorse umane, ai bisogni dei ragazzi e ai rapporti alunno
docente il numero di ore per alunno e l’insegnante più “idoneo”, tenendo in
considerazione la continuità didattica. Si programmano gli incontri tra l’ASL,
Scuola e le famiglia. Nelle riunioni di dipartimento si definiscono i progetti da
realizzare puntando in base alle abilità dei diversi alunni alle autonomie di base, a
quelle sociali e a quelle lavorative nell’ottica del progetto di vita.
Sin dall’inizio dell’anno gli insegnanti di sostegno con consigli di classe
appositamente convocati, forniscono indicazioni sui singoli casi della classe,
affinché gli insegnati curricolari possano utilizzare azioni di miglioramento, tramite
strategie e metodologie specifiche, creando così un clima collaborativo e
propositivo. Insieme agli insegnanti delle materie valutano l’efficacia degli
interventi e l’eventuale modifica degli stessi in presenza di criticità all’interno della
classe, senza trascurare i casi di alunni DSA e BES.
La struttura organizzativa, caratterizzata anche da una buona multimedialità che si
concretizza nel registro elettronico e nell’utilizzo della piattaforma educativa
Google Apps for Education, consente un dialogo snello con le famiglie che entro la
metà di Novembre ricevono la versione multimediale del PDP.
4 Decisamente Abili presso il centro per anziani Cerino Zegna è il progetto su cui si è deciso di realizzate il prodotto multimediale.
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LA MAPPA CONCETTUALE DELLA SCUOLA
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OSSERVAZIONE NELL’AMBIENTE CLASSE
Il periodo di tirocinio diretto è stato speso in larga parte per osservare ciò
che avviene all’interno della classe, in modo particolareggiato all’interno delle
diverse tipologie di aula e laboratori dove si svolgono le attività didattiche e si
concretizzano tutte le dinamiche sociali di quella micro società che è
rappresentata dal gruppo classe. La classe oggetto dell’osservazione è quella di
Marco, la 2 Sez. B dell’indirizzo Agrario Agroalimentare e Agroindustria
dell’Istituto, che è costituita da 20 Alunni di cui 15 sono ragazzi e 5 ragazze e, 3
alunni Enya, Lorenzo e Ginevra sono DSA certificati. Tutti di cittadinanza Italiana.
Pur avendo una esperienza didattica decennale in questo periodo ho
potuto, con maggiore attenzione, osservare come l’apprendimento sia il frutto della
costante mediazione tra docente, sapere e discente. In questo triangolo formativo,
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il padroneggiare con dimestichezza il solo sapere disciplinare, trascurando il ruolo
del docente e il valore dello studente risulta fallimentare. Per rendere efficace il
processo di insegnamento/apprendimento è necessario che tutte le componenti
interagiscano prefiggendosi lo stesso obiettivo, da ottenere con una progettazione
puntuale che definisca
Chi fa cosa, come e con cosa,
quando e per quanto tempo Ricordando che il docente in questo contesto assume ruoli diversi a seconda delle diverse situazioni cercando di essere sempre
Non dispensatore di conoscenze, ma mediatore dell’apprendimento
e che la valutazione sarà quindi sempre frutto di due componenti: la valutazione del percorso formativo dell’alunno e la sua capacità di esprimere i contenuti acquisiti, il tutto proponendo sempre
Feedback positivo e analisi oggettiva del processo
sottolineandone punti di forza e debolezza, incoraggiando il successo
Per meglio esprimere questo concetto voglio descrivere due situazioni osservate:
La prima con protagonista, il Prof. FA è il docente di fisica, è “anziano” ed
estremamente preparato, esercita la professione con discreto successo e
puntualmente lo ricorda al suo interlocutore, entra in classe con aria dimessa,
sguardo basso rivolto verso il pavimento. In modo meccanico richiama all’ordine la
classe, senza alzare il tono di voce perché già sa che trattandosi di una classe
non problematica dal punto di vista comportamentale, dopo qualche minuto tutti
sono al loro posto e lo è anche lui seduto in cattedra e lentamente inizia la sua
lezione quasi incurante di ciò che succede. Io sono seduto in fondo alla classe
con, la mia tutor, Marina e Marco, lei si preoccupa di Marco che si è estraniato
completamente focalizzando la sua attenzione sul telefonino. Io, ascoltando, noto
la proprietà di linguaggio del Prof. FA le definizioni sono tecniche e precise, il
registro lessicale proprio della materia e le nozioni vengono snocciolate
rapidamente alla lavagna, ma mi chiedo nel brusio di sottofondo quanto
effettivamente i ragazzi capiscano. Interviene Giulia, è seduta al primo banco un
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po’ defilata vicino alla porta e prova a seguire la lezione, chiede di ripetere perché
non ha capito, il Prof. FA accoglie la richiesta di Giulia, ripetendo con tono sempre
più compassato l’esatta definizione data in precedenza, nel brusio che è diventato
rumore e Marco che accompagnato da Marina escono dalla classe.
La seconda, molto diversa, con protagonista il Prof. LEO è il docente di
Tecnologie e Tecniche di Rappresentazione Grafiche che si occupa
specificatamente di C.A.D. nel laboratorio informatico appositamente attrezzato, è
“relativamente giovane” è competente ma apparentemente superficiale e
disinteressato, sempre in giacca e cravatta. Siamo all’inizio dell’anno scolastico il
Prof. LEO che sa di non poter andare in laboratorio perché ancora in fase di
riallestimento, entra in classe con passo sostenuto, schiena dritta e sguardo alto si
ferma in prossimità della cattedra si rivolge alla classe pretendendo che tutti
prendano posto, in piedi spiegando loro che quello è il modo corretto di salutare il
docente che entra in classe, si siede in cattedra e invita gli alunni a fare altrettanto.
Io con Marina e Marco siano seduti in disparte ma ci saluta con un lieve cenno, io
penso sia stato eccessivamente severo ma non posso non notare che ha su di sé
l’attenzione di tutta la classe, e nel silenzio generale lui firma il registro elettronico
e accende il proiettore della LIM. A questo punto è di nuovo al centro dell’aula in
piedi, spalle rilassate e con tono disteso, amicale, saluta nuovamente i ragazzi con
un “come va?” e aspetta la risposta della classe senza trascurare nessuno, anche
Marco ha salutato rispondendo con un semplice ciao. Si percepisce chiaramente
che tutti si sentono coinvolti, il Prof. LEO accentra di nuovo l’attenzione su di sé
con un ampio cenno della mano e un tono di voce più pronunciato indica la LIM
“quello che vedete proiettato è il nostro lavoro per quest’anno scolastico” nella
classe c’è sgomento, la LIM proietta infatti il progetto di una casa, Sara esclama:
“Troppo difficile” ma il prof. non si scompone e con tono pacato rassicura tutti.
Illustra nel dettaglio quello che prevede di fare parlando con un linguaggio tecnico
che riconduce sempre a una dimensione più semplice e concreta, comprensibile
dai ragazzi, che sono costantemente invitati ad ipotizzare lo sviluppo successivo di
quanto trattato. Così facendo parla di linee, muti, tetti, ambienti virtuali e modelli
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tridimensionali avvalendosi di immagini e video che appaiono quasi per magia
sempre al momento giusto, anche Marco alza gli occhi per guardare, tra docente e
alunni c’è sinergia, nel tono della voce del professore si percepisce entusiasmo e
nel volto dei ragazzi stupore e interesse, puntualmente interrotto dal suono della
campana. Marina si alza di scatto per accompagnare il Prof. LEO fuori della classe
per chiedergli se Marco a suo giudizio può seguire con profitto le sue lezioni.
Nel primo caso, il docente dispensatore di conoscenze si propone alla
classe con timidezza, si rifugia nei contenuti della materia insegnata e si sottrae al
dialogo, l’alunno è abbandonato a se stesso, non si crea empatia.
Nel secondo caso, l’essere carismatico ed autorevole del docente, si
trasmette con una lezione frontale ma dialogata, pianificata in modo dettagliato e
mediata con l’ausilio delle TIC. L’alunno è protagonista del dialogo educativo,
rinforzato dal docente nell’autostima e incoraggiato al successo scolastico.
Queste dinamiche si sviluppano in una classe estremamente eterogenea
che rappresenta un gruppo ben coeso, ma incapace di percepire le difficoltà di
Marco, la cui apparente normalità fisica rappresenta uno scoglio comunicativo
aggiuntivo per il resto della classe. Marco si estranea completamente
concentrando la sua attenzione sul cellulare che maneggia in modo ossessivo e la
classe, incapace di comunicare con lui, lo asseconda estraniandolo ulteriormente
e “sbeffeggiandolo” con un atteggiamento interrogativo.
LA DIAGNOSI FUNZIONALE
Marco è un adolescente di 17 anni affetto da disturbo generalizzato dello sviluppo
codificato secondo classificazione. ICD-10 F84.5 Sindrome dello spettro
Autistico, Asperger ad alto funzionamento.
L’asse affettivo relazionale di Marco presenta significative difficoltà ad entrare in
relazione con l’altro, sia adulto che pari. Tende a chiudersi nel silenzio e ad
isolarsi. Fa fatica ed esprime pensieri, sentimenti e a mostrare interesse per
l’ambiente circostante. Buona la capacità imitativa e l’utilizzo dell’altro come
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modello di comportamento, consentendogli di adattarsi anche a contesti
complessi. Fa fatica a chiedere aiuto agli altri.
Per l’asse delle autonomie, quelle di base sono state raggiunte, anche se
occasionalmente possono presentarsi delle regressioni. Nell’esecuzione di
esercizi complessi ha bisogno della guida degli altri, di un modello da imitare è
infatti autonomo nelle singole azioni, ma non riesce ad autoregolarsi nella
organizzazione di compiti in sequenza.
Per gli assi della comunicazione linguaggio, Marco possiede un patrimonio
linguistico di base corretto e sufficientemente ricco, che non sfrutta
adeguatamente nella comunicazione, sia nell’espressione che nella
comprensione. Anche il linguaggio non verbale caratterizzato dalla mimica facciale
e carente, le risposte sono brevi e di chiusura, tipicamente “non so”.
Particolarmente difficile è il raccontare e raccontarsi.
Per gli assi sensoriale e percettivo, motorio prassico, neuropsicologico non
sono segnalati deficit sensoriali. Vi sono difficoltà di pianificazione ideomotoria, di
organizzazione sequenziale e spazio temporale. È emersa una certa lentezza
motoria. La capacità di concentrarsi è buona, quella mnemonica carente.
In fine asse delle abilità cognitive risulta nella norma, con cadute sugli aspetti
della comprensione, della pianificazione e dell’organizzazione dello spazio e delle
sequenze temporali.
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LA STESURA DEL P.E.I.5
Il nucleo familiare è costituito dal padre, dalla madre e dal fratello, più grande di
undici mesi.
CURRICULUM SCOLASTICO: Ha frequentato la scuola elementare dall’ A.S.
2004/05 al 2009/2010 presso La scuola T. C.se, la scuola secondaria di primo
grado con discontinuità della struttura, nell’A.S. 2010/11 presso SMS “G. C.” di C.,
nell’A.S. 2011/12 presso Scuola Media “V.A.A.” e nell’A.S. presso Istituto
Comprensivo “B.3” nel passare alle Scuola Secondaria di Secondo grado inizia un
percorso presso un Centro di formazione professionale per il rilascio di una
qualifica regionale CNOSFAP, esperienza fallimentare che lo porta ad iscriversi
presso il nostro il nostro Istituto (I.I.S. “R. Vaglio) a partire dall’Anno scolastico
2014/15.
Situazione di Partenza
ASSE AFFETTIVO RELAZIONALE: Marco dimostra una buona capacità
imitativa, di conseguenza è utile l’organizzazione di attività di tutoring. Si deve
lavorare sulla socializzazione e sul confronto con gli altri mediante attività di
gruppo classe partendo dal proprio vissuto. Deve essere abituato al rispetto degli
e delle regole. Difficoltà: Marco manifesta difficoltà relazionali assumendo spesso
atteggiamenti o di isolamento o di eccessivo attaccamento verso il compagno di
banco (che tende ad imitare, specie nei comportamenti non scolarizzanti) o di
disturbo della classe.
ASSE DELLE AUTONOMIE: L’autonomia di base è sufficiente ed è anche ben
orientato all’interno della struttura scolastica. Svolge correttamente azioni semplici,
piccoli compiti e se seguito anche compiti complessi. Ha bisogno di aiuto per
5 http://digital.erickson.it/per-le-scuole/sofia-pei-online-pdp-icf-compilazione-guidata/ https://www.youtube.com/watch?v=_cP0IGPL6RY
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l’organizzazione del lavoro e l’ordine del materiale scolastico, deve abituarsi, con
la graduale attenuazione degli interventi di aiuto ad estrarre da solo i libri dallo
zaino ed a riporli nuovamente in esso con ordine e nei tempi giusti. Si ritengono
utili per il comportamento e l’autonomia, l’assegnazione di piccoli incarichi di
responsabilità che possano rafforzare in lui l’autostima con il riconoscimento delle
proprie difficoltà e potenzialità. Bisogna abituarlo ad un maggiore coinvolgimento
attivo durante le proposte didattiche, alla conversazione e al senso di
responsabilità e cura della persona. Difficoltà: E’ capace di iniziare e portare a
termine da solo, compiti e azioni semplici ma non quelli complessi che richiedono
un’organizzazione del materiale scolastico ed una sequenza di azioni,
l’atteggiamento spesso svogliato, disordinato e poco interessato alle attività svolte
dal gruppo classe, alle quali non partecipa autonomamente e spesso neanche se
stimolato dal docente. Se non guidato tende a dimenticare il materiale scolastico o
a lasciare i libri e i quaderni dentro lo zaino durante la lezione. Ha difficoltà a
chiedere aiuto agli insegnanti, sia curricolari che di sostegno, come ai compagni ai
quali si rivolge con estrema rarità. L’atteggiamento è spesso di apatia e passività.
Dall’inizio dell’A.S., si dimostra dopo interessato alla cura della persona,
presentandosi a volte trascurato.
ASSE DELLA COMUNICAZIONE: Partecipa alla conversazione solo se stimolato
e con frasi molto brevi. Devono proporsi specifiche attività di stimolo al dialogo e di
confronto con gli altri per raggiungere una autonomia di intervento che risulti
pertinente al contesto. Deve essere educato e allenato alla comprensione del
concetto di “empatia” e alla moderazioni di atteggiamenti eccessivi nel confronto
con gli altri. Bisogna stimolare la scrittura. Difficoltà pur utilizzando il canale
verbale dimostra chiare difficoltà nel confronto e nella comprensione. Ha difficoltà
a raccontare e a raccontarsi. Assume atteggiamenti oppositivi di leggerezza e
disinteresse se richiamato dal docente. Denuncia chiaro disinteresse verso la
scolarità.
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ASSE DEL LINGUAGGIO: Possiede sufficiente padronanza del linguaggio con un
vocabolario sufficientemente ricco, ma deve essere stimolato alla conversazione,
riconosce il significato delle singole parole, ma fa fatica a capire il significato di
una frase strutturata. Si ritiene opportuno stimolare la capacità espressiva
mediante la descrizione e la riflessione di situazioni osservate nel contesto reale.
Difficoltà nella produzione spontanea si esprime solo con frasi estremamente
brevi.
ASSE MOTORIO PRASSICO: E’ abbastanza dinamico anche se spesso troppo
rivolto all’aspetto ludico di ogni situazione, molto importante è la partecipazione
alle attività sportive della classe, per migliorare la coordinazione motoria e
l’organizzazione sequenziale delle azioni, la comprensione delle regole sociali. Si
propongono attività atte a sviluppare l’orientamento spazio/temporale, sia motorie
che scritte come ricerche sulle cartine geografiche della città, da riprodursi in
ambiente reale, e battaglie navali. Difficoltà Evidenzia un certa lentezza generale,
ha bisogno di aiuto per svolgere alcune attività che richiedono buona motricità fine
come l’utilizzo di squadrette, compasso etc.
ASSE NEUROPSICOLOGICO: Bisogna stimolarlo con attività individualizzate e di
gruppo di osservazione dell’ambiente, di cartine, figure e immagini, da raccontare
possibilmente nel dialogo con i pari dai quali tende ad isolarsi. Il lavoro deve
essere proposto con gradualità rispettando i suoi ritmi e il suo interesse,
prediligendo contenuti associati al passare del tempo, ore, giorni, mesi, stagioni e
anni favorendo l’acquisizione della sequenzialità, deve essere abituato a tempi di
“lavoro” più lunghi sfruttando argomenti di interesse e se possibile appartenenti al
proprio vissuto. Deve essere motivato costantemente. Difficoltà nella
pianificazione spazio temporale, ideo-motoria risulta incapace di percepire le
dinamiche di causa effetto. Le capacità di attenzione e concentrazione risultano
sufficienti ma crollano a fronte di attività considerate poco interessanti,
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caratteristica che si ripercuote nella capacità di memorizzare a breve e a lungo
termine.
ASSE COGNITIVO: Presenta buone capacità di ragionamento logico-matematico,
ma nei compiti più complessi ha bisogno dell’aiuto dell’insegnante per la
realizzazione dei passaggi in sequenza. Deve migliorare la capacità logico-
linguistica e nell’espressione delle proprie idee e sensazioni. Bisogna incoraggiare
lo sviluppo del senso critico sia nei confronti delle attività scolastiche che dei
comportamenti propri ed altrui. Ha buona capacità di comprensione di aspetti
pratici ed una buona capacità di esecuzione per imitazione. Difficoltà ha sogno
dell’insegnante per cominciare continuare la sequenza delle azioni, ha estrema
difficoltà chiedere aiuto e ad accettare le proprie difficoltà.
ASSE DELL’APPRENDIMENTO: Se stimolato continuamente e guidato, dimostra
miglioramenti sia nell’apprendimento didattico generale che nelle singole materie.
Difficoltà la letture si presenta stentata, a bassa voce, con una scarsa intonazione
e un mancato rispetto delle pause. La produzione scritta estremamente breve, con
scarsa punteggiatura e numerosi errori ortografici. Spesso ha difficoltà a rispettare
le regole scolastiche e nel mantenimento di atteggiamenti adeguati al contesto
scolastico.
PIANO D’INTEGRAZIONE DIDATTICA
Obbiettivi trasversali previsti per la classe
1. FORMATIVI:
A. Stimolare la partecipazione attiva dei ragazzi
B. Garantire spazi adeguati, secondo le capacità
C. Favorire la maturazione personale e cognitiva
D. Attuare un rapporto costruttivo e collaborativo
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2. DIDATTICI:
A. Capacità logico espressive
B. Capacità operative
Obbiettivi individualizzati per l’alunno
1. FORMATIVI:
Correttezza ortografica e ordine grafico - dare riposte scritte in modo
corretto, apprendere attraverso la scrittura, formulare brevi riassunti
grafici,preparatori alla stesura dei temi.
Metodo di studio – collegare i nuovi apprendimenti a quelli già acquisiti,
applicare l’apprendimento a situazioni di vita quotidiana, collegare in modo chiaro
eventi causa-effetto.
Capacità di autocontrollo e di rispetto delle regole – manifestare gli stati
emotivi, sottolineare i comportamenti rispettosi e non delle regole comuni,
abituare all’aiuto da parte dei compagni e dei docenti, assegnare ed eseguire
piccoli incarichi di responsabilità per migliorare l’autostima.
2. DIDATTICI:
Osservare, comprendere, comunicare, sintetizzare e valutare. Organizzare
autonomamente il proprio lavoro, acquisire un metodo operativo corretto,
sviluppare abilità di base, acquisire specifiche conoscenze e abilità da sfruttare in
situazioni di vita quotidiana.
Metodi e strumenti
Stimolare l’attività di apprendimento attraverso l’uso di immagini semplici e
adeguati all’età di Marco collegate sempre alla verbalizzazione, uso di materiale
strutturato e semplici mappe concettuali per migliorare la sua organizzazione
spazio-sequenziale. Uso del Pc e lavoro di gruppo.
Motivare all’ascolto far comprendere l’importanza del lavoro assegnato, eseguire il
controllo quotidiano sullo svolgimento degli incarichi assegnati, rinforzare
l’autostima con continui feedback positivi rafforzati da atteggiamenti premiali.
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Incoraggiare Marco nell’esprimere le proprie idei, raccontando il proprio vissuto
quotidiano, sottolineando gli aspetti sociali di quanto appreso.
Sintesi degli strumenti compensativi e dispensativi adottati nelle diverse materie
Per le attività in classe sono previste una serie di misure compensative e dispensative approvate e adottate da tutti i componenti del consiglio di classe e di seguito ne vengono riproposte alcune
X Dispensa dalla lettura ad alta voce in classe
X Dispensa dall’uso del corsivo e dello stampato minuscolo nelle verifiche scritte
X Dispensa dalla scrittura sotto dettatura di testi e/o appunti
Dispensa dal ricopiare testi o espressioni matematiche dalla lavagna
Dispensa dallo studio mnemonico delle tabelline, delle forme verbali, delle poesie
X Dispensa dall’utilizzo di tempi standard e dispensa dalle prove a tempo
Riduzione delle consegne senza modificare gli obiettivi
X Accordo sulle modalità e i tempi delle verifiche scritte
Accordo sui tempi e sulle modalità delle interrogazioni
X Lettura delle consegne degli esercizi durante le verifiche
Parziale sostituzione o completamento delle verifiche scritte con prove orali consentendo l’uso di schemi riadattati e/o mappe durante l’interrogazione
X Tenere conto delle difficoltà procedurali nella valutazione delle tavole di disegno (alunni disgrafici)
Utilizzo di programmi di video-scrittura con correttore ortografico anche per le lingue straniere
X Utilizzo di risorse audio (file audio digitali, audiolibri…)
X Utilizzo di formulari e di schemi e/o mappe delle varie discipline scientifiche come supporto durante compiti e verifiche scritte
X Utilizzo di mappe e schemi durante le interrogazioni, eventualmente anche su supporto digitalizzato (presentazioni multimediali), per facilitare il recupero delle informazioni
X Utilizzo di software didattici e compensativi (free e/o commerciali)
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UN PROGETTO PER MARCO
Realizzare un progetto che potesse coinvolgere Marco sembrava particolarmente difficile, essendo la sua carriera scolastica caratterizzata da numerosi insuccessi e manifestando lui, chiaramente, totale disinteresse per ogni forma di attività didattica.
Un’idea nasce quando, nelle ore di formazione in Pedagogia e didattica speciale
dei disturbi generalizzati dello sviluppo, la Dott.ssa Simonetta Lumachi ci ha parlato della tecnica dello Stop Motion e ci ha mostrato dei ragazzi, con sindrome di Asperger, intenti nella realizzazione di brevi video con questa tecnica. Ho quindi pensato di riproporre tale attività nel contesto scolastico di Marco, coinvolgendo gli alunni della sua e di altre classi seguite nelle ore di tirocinio diretto. Prende così vita il progetto denominato “Decisamente Abili”6.
Individuato il progetto da raccontare, abbiamo deciso di animare il nostro video, con la tecnica dello Stop Motion Fotografico. Abbiamo seguito i ragazzi in un’attività per alunni disabili del nostro Istituto denominato "Non solo orto" e con l'utilizzo di una Macchina Fotografica digitale e una Video Camera abbiamo documentato le ore di lavoro realizzando circa 300 foto e 3 ore di video.
Nei tre mesi successivi, nell'aula dedicata alle attività degli alunni disabili abbiamo, allestito la scenografia per la realizzazione del video. Nella classe con il coinvolgimento di tutti gli alunni è stata scritta la trama, scelta la musica, provate le sequenze di animazione e gli effetti grafici da realizzare nel montaggio.
Tutti gli alunni coinvolti sono stati suddivisi in tre gruppi: il primo con la presenza di Marco ha realizzato il secondo step di foto provando più e più volte le operazioni pianificate durante le fasi stesura della trama e progettazione delle animazioni, fino ad ottenere il risultato ottimale, il secondo gruppo ha realizzato la presentazione scritta e le ha dato voce con Voki, il terzo gruppo ha realizzato il montaggio dei video e masterizzato il DVD del progetto.
La buona partecipazione di Marco al progetto “Diversamente Abili” ha migliorato il dialogo tra lui e i resto della classe, che per la prima volta lo accoglie pienamente 6Il progetto diventa anche il lavoro Multimediale da presentare in occasione dell’esame finale del corso ed è visibile al seguente link http://www.epubeditor.it/index.php?com=editor&task=play&lezioneid=27036
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e lo rende parte del gruppo. Ma le sue difficoltà a stare in classe permangono e in accordo con la famiglia e il neuropsichiatra che lo segue si decide di puntare in modo prevalente sull’alternanza scuola lavoro.
CONCLUSIONI
All’inizio della mia carriera da docente ero e sono tutt’ora motivato
dall’entusiasmo che mi trasmette il fermo convincimento che la scuola sia lo
strumento per la piena affermazione sociale di un individuo; affermazione
determinata dalla conoscenza, dal sapere e dal saper fare. Oggi però ho imparato
che devo ridefinire la parola individuo e rivalutare quelle persone che per troppo
tempo sono rimaste nell’ombra; le persone con una disabilità hanno il diritto di
ricercare e raggiungere la piena affermazione sociale, obiettivo da perseguirsi con
l’inclusione, ovvero la capacità di accettare la diversità e riconoscerla come una
potenzialità da valorizzare. Questo è il ruolo dell’insegnante di sostegno, prendere
in carico la persona con le sue difficoltà, le sue sofferenze e le sue diversità e
aiutarlo a raggiungere la propria autonomia.