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Bastava un abbraccio
Redazione La Ricerca6-7 minuti
DettagliRedazione La Ricerca27 Marzo 2018
Il 27 marzo è la Giornata Mondiale del Teatro. Anchequest’anno la redazione de «La ricerca» è andata a trovare glistudenti della scuola vincitrice del premio “Scrivere il teatro”del Miur e dell’International Theatre Institute: il Liceo MaxFabiani di Gorizia.
Un momento dello spettacolo
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Il centro italiano dell’International Theatre Institute, insiemealla Direzione generale per lo studente, l’integrazione e lapartecipazione del Miur, organizza da tre anni un concorso perle scuole intitolato “Scrivere il teatro”. Gli studenti delle scuoleprimarie e secondarie di tutta Italia sono invitati a mettersi allaprova, in qualità di drammaturghi, presentando un testo delladurata massima di dodici minuti. I vincitori ricevono in premiouna residenza artistica a Cinigiano, in provincia di Grosseto,condotta da Accademia Mutamenti, ovvero da Giorgio Zorcù eSara Donzelli, i quali hanno il compito di aiutare la messa inscena dello spettacolo, rappresentato proprio in queste ore,durante la celebrazione della giornata mondiale, al TeatroEliseo di Roma.
Quest’anno i vincitori sono le ragazze e i ragazzi del LiceoMax Fabiani di Gorizia, autrici e autori di “Bastava unabbraccio”, un testo scritto da due classi durante unlaboratorio di scrittura creativa condotto dallo scrittore PinoRoveredo e dalle insegnanti Elena Iess e Michela Appugliese.L’opera, che si apre con la visione di un’intervista a FrancoBasaglia, è ambientata nell’ex manicomio di Gorizia.
La sinossi
Tutto si svolge durante una visita presso l’ex manicomio diGorizia, i ragazzi della scolaresca in visita conoscono Angela,una bambina invisibile, e i suoi compagni prigionieri essi stessidel manicomio, creature visibili. Tutti sono prigionieri delle lorocartelle cliniche nel polveroso e puzzolente archivio dell’exmanicomio; i visitatori entrano nel loro mondo e maturano lavolontà di liberare le tante storie di cui partecipano inermi. Inun intreccio tra storie passate e presenti, personaggi invisibili evisibili imprigionati nei loro destini, impotenti di fronte agli
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accadimenti, in una storia che si interroga su aspetti delpassato e del presente in un continuo dialogo/confronto.
Durante la prova aperta che si è svolta a Cinigiano sabato 24marzo, il gruppo teatrale del Liceo Fabiani ha messo in scenaper la prima volta il testo, dopo nove giorni di intensi lavoripreparatori. I registi (e allenatori) Giorgio Zorcù e SaraDonzelli, coadiuvati da Renato Corosu, il funzionario chesegue il progetto per il Miur, si sono limitati a presentare illavoro, lasciando la scena agli studenti.
Una delle studentesse attrici durante una delle prove dellospettacolo
Questo è l’inizio dell’atto unico:
Una scolaresca in visita presso l’Ex Manicomio di Gorizia.Fa da cicerone un’ex infermiera.
ex INFERMIERA … Eccoci questo era lo studio del dottorFranco Basaglia, lui è stato l’artefice della rivoluzione delmodo di approcciare e di trattare i malati mentali… ci ha
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insegnato moltissimo quando è arrivato qui…
II VISITATRICE Com’è stata la sua esperienza in questo postocon i malati?
ex INFERMIERA Ancora ricordo il primo impatto avuto con ilreparto C cronici, è stato scioccante, ma la fortuna volle che ilgiorno dopo è entrato un personaggio, una persona alta, chemi disse in dialetto, perché lui parlava così: «Cos’ te fa lì?…non cusì!!!... devi parlare con i pazienti, devi sentire i loroproblemi!!!». Essendo un’infermiera il mio lavoro, da quandolui è entrato nel reparto, è cambiato…
IV VISITATRICE Raga è già un’ora che questa parla, basta,infiliamoci qua dentro… (sgattaiolano via dal gruppo)
Il seguito, che forse deve qualcosa alla lettura delle Operettemorali di Giacomo Leopardi, è il resoconto d’un incontro tra glistudenti fuggiaschi e i fantasmi di alcuni malati, evocati graziealla lettura delle loro cartelle cliniche.
(apre la cartella. Legge) Atto di comunicazione del Prefetto.OGGETTO: Alienata cronica, Angela, da Plezzo. Rimpatrio ericovero. Gorizia, 8 luglio 1939. Al fascista Presidedell’Amministrazione Provinciale. Trasmetto a codestaAmministrazione copia delle prefettizie dd. 8 luglio 1939 – XVIIn. 11968 di prot. Div. II/2, relative al rimpatrio della DEMENTEin oggetto indicata, attualmente ricoverata nel Manicomio diKlagenfurt. Prego codesto Ufficio di adottare i provvedimenti dicompetenza. IL PREFETTO.
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Un momento dello spettacolo
Ed è proprio così, grazie ai fantasmi dei pazienti e ai loro deliri,che gli studenti entrano in contatto – in modo rapido, fugace eforse per questo efficace – con la logica manicomiale,perfettamente calata nella storia del suo tempo, comedimostra questo dialogo tra un’internata (Annina) e sua madre.
MADRE DI ANNINA Annina, Annina… svergognata, seicontenta che adesso per colpa tua c’indicheranno a dito… cheti sei fatta disonorare da un uomo senza viso e senza nome…sei contenta, sei contenta? Maledetta… maledetta!… Ma nonpreoccuparti che te la facciamo togliere noi quella tentazionemaledetta che ti da il prurito in mezzo alle gambe… Prepara laborsetta Annina, andiamo a fare una visita…
ANNINA Ma dove mi portate, dove mi portate?…
MADRE DI ANNINA In manicomio!… In Manicomio, Anninamia… In Manicomio, dove non ti riconoscerà nessuno, e dovenessuno potrà godere del piacere di indicarti… nonspaventarti, Annina, solo pochi giorni, giusto il tempo di
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toglierti il diavolo che hai in corpo!…
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