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MARTEDÌ10 FEBBRAIO 2009 spagina

iWEN*•*.*•ENIGMATICA E INQUIETANTE DICHIARAZIONE

Signore, tieni stretto a tequel suo padre Beppino

MARINA CORRADI

^ morta. La notiziairrompe sui tg e dalleradio nella quiete

domestica dell'ora di cena. Ebenché quella di EluanaEnglaro sia stata la morte piùannunciata di questi anni, ècome un pugno quel secco

flash sulle agenzie. È morta, nell'immaginariocollettivo, la splendida ragazza bruna chesorride in cento foto, incantando chi la guarda.Come fosse oggi Eluana, nessuna immagine loha mostrato. La ricorderemo con quegli occhineri, con i bei capelli sciolti sulle spalle. EluanaEnglaro, morta a 38 anni, nella memoria degliitaliani resterà per sempre ragazza. Perdiciassette anni è stata chiusa in un sonnocontinuo. E però viva, e capace di un liberorespiro. Il destino di questa donna èumanamente un mistero. Sappiamo solo chenella cllnica di Lecco dove ha vissuto fino apochi giorni fa questa sua assoluta fragilitàaveva trovato in risposta l'amore materno ditre suore. Materno nell'accezione più grandedel termine: un darsi con pazienza, senzaalcun risparmio, ogni giorno; gratuitamente,senza nemmeno mai un sorriso in cambio, enon chiedendo mai: fino a quando? C'èqualcosa di estremo, di radicale nella storia diuna donna che ha consumato nella immobilitàla sua giovinezza. Era una figura inaccettabileEluana, in questo tempo succubedell'efficienza, del diritto alla salute,dell"'attimo fuggente" da cogliere. L'attimofuggente della ragazza di Lecco si è inceneritoin un istante, sul ghiaccio di una curva, unanotte di gennaio. Suo padre ha detto in unaintervista che, dall'inizio del coma, sua figlia"non è più esistita". Che per lui era morta dadiciassette anni. Non più lei in quel letto,dunque, ma solo un povero corpo. E Eluanainvece così tenacemente attaccata alla vita,con il suo respiro flebile ma regolare. Il misterodi quel lungo sonno è stato, per chi haincrociato la sua faccia sui giornali, come unadura domanda: come mai, perché un similedestino? La vita ci appartiene, o è dè«» ateo?^-Molti hanno risposto con una visceraleribellione. Il padre, un uomo ostinato, ha fattodel "diritto alla morte" di sua figlia fa battaglia'della propria vita. Una battaglia, diceva, "dilibertà". L'ansia di «liberare» Eluana dal suopiccolo angolo di ospedale era diventato ilsimbolo di una insofferenza diffusa eprofonda: la vita è nostra, ci appartiene, a noidecidere il giorno, e l'ora. Intanto, mentre tg egiornali non parlavano che di lei, Eluana se nerestava immota e uguale sotto le cure dellesuore. L'ansia di "regalarle la morte" cresceva:come ci si toglie dagli occhi una immagine didolore. Come, forse, oggi si lotta per toglieredai muri il crocifisso, scandaloso emblema dipietà e sofferenza. È morta mentre ilParlamento correva per salvarle la vita,improvvisamente riscosso all'urgenza del suodestino. Pensiamo, questa sera, a suo padre,che ha detto soltanto: «Ora voglio stare solo».Ha detto anche: «Ho fatto tutto da solo»,aggiungendo un misterioso: «Voglio finire dasolo». Non c'è bisogno di dire che cosa questeparole ci inducono a pensare. Ci limitiamo ainvocare: Signore, ora aiutalo tu. Solo tu puoiriuscirci. Ma pensiamo anche a quelle suore,per cui Eluana era una figlia. Una fine cosìrapida fa pensare al lasciarsi morire di certivecchi, quando restano soli. È morta di sete, odell'assenza di quelle voci, di quelle mani? Ierisera alla notizia la gente in casa, nei locali, èammutolita. Qualcuno voleva appropriarsidella vita e della morte, come fosserodisponibili cose. Ma il silenzio dopo l'annuncioimprovviso ha detto solo ancora una volta cheniente è nostro, e nulla ci appartiene. È il regalopiù grande che Eluana ci ha Tatto.

NAUSEANTE RIMPALLO TRA PROCURA E REGIONE

Compiici anche le manidi chi non ha fermato gli altri

FRANCESCO OGNIBENE

II n una vicenda piena di paradossi comequella che si è tragicamente consumata ieri

I sera sulla pelle di Eluana Englaro, ce n'èuno in particolare che in queste ore tristissimebalza agli occhi con chiarezza spaventosa. Ed èil contrasto tra la semplice evidenza dei fatti -una giovane disabile non cosciente fattaspegnere per mano di medici che l'hanno

privata del nutrimento nel letto di una casa di riposo per anziani- e il complicato minuetto di lettere, carte bollate, decisionidemandate ad altri, diffide e sequestri sempre imminenti e mairealizzati, rimpalli tra uffici, ordini e contrordini che si sonorincorsi per giorni tra i palazzi udinesi dove chi avrebbe dovutodecidere sembrava sul punto di farlo per poi puntualmenterimandare. Quanti avevano l'autorità di fermare lo stillicidio diuna vita soffocata col nodo scorsoio di un decreto giudiziariofragile come carta velina si sono attardati colpevolmente,oscillando senza mai decidere in un senso o nell'altro, mentrenelle stesse ore altri provvedevano a sbrigare celermente lapratica. E mentre la clessidra di Eluana si andava esaurendo,questo inconcludente tiramolla non riusciva a stornare il dubbioche l'andirivieni di ingiunzioni che nulla hanno ingiunto everifiche che preludevano solo a nuove verifiche servisse solo adare una parvenza di interesse delle autorità per il caso. Nullaaccadeva, ma solo in apparenza. Il procuratore di Udine AntonioBiancardi chiudeva la sua splendida giornata mettendo unapietra su ogni speranza con una dichiarazione - «le sentenzevanno rispettate» - che suona ora come un sinistro annuncio dimorte imminente. E il suo capo, il procuratore generale dellaCorte d'Appello di Trieste Beniamino Deidda, registravaasetticamente che dalle ispezioni non emergevano «irregolarità»,e dunque tutto procedeva. Infatti pochi minuti dopo venivaeseguita la prima condanna a morte eseguita nel nostro Paese daitempi della Repubblica di Salò. Risultato eccellente per il mirabile

fondatore di Magistratura democratica, guardando negli occhi isuoi figli e i suoi nipoti potrà dire: senza ai me non ce 1 avrebbefatta. Complimenti, signor procuratore generale. Più scandalosodell'iniquità massima consumata con la benedizione di illustritoghe è forse solo l'atteggiamento del governatore del Friuli,Renzo Tondo, al quale ilpopolo friulano non mancheràcertamente di presentare il conto del capolavoro politico di averavallato, con giochi spregiudicati e comportamenti da "padrino",il primo caso di eutanasia in Italia, spalancando alla morteprocurata la porta di una regione che non meritava questooltraggio. A Tondo è doveroso chiedere ora: ma come può stareancora decentemente al suo posto? Hanno fatto melina,legittimando Tortore. È come se mentre brucia una casa ipompieri facessero finta di discutere sulle competenze diciascuno, indifferenti al rogo: davanti alle ceneri fumanti,cadrebbe certamente anche su di loro la responsabilità delloscempio. Avvilire la politica, la pubblica amministrazione e lagiustizia riducendole all'idolatria del formalismo edell'inconcludente procedura - come hanno fatto - vuoi diretrasformarle in una stucchevole ipocrisia dove si badaall'apparente ineccepibilità, preoccupati di evitare ricorsi ecensure, indifferenti al lucignolo della vita che intanto si fasempre più tenue, fino a spegnersi tra ignobili scene di esultanzae di sollievo. Ora ci dicono che la cartella clinica di Eluana finiràsullo stesso tavolo su cui erano finite le relazioni della squadramobile, dei Nas, degli ispettori e dei comitati etici, oltre adocumentati esposti che almeno avrebbero imposto unasospensione cautelativa della macchina di morte. Passeranno daquelle scrivanie, ed è proprio questo che non ci rassicura affatto.Óra sarà difficile non pensare che l'atteggiamento di taluniprotagonisti sia stato dettato da appartenenze più forti dellasemplice riconducibilità corporativa o politica. Per la verità ilcopione andato in scena a Udine non ha in sé nulla di nuovo, inun Paese nel quale ogni decisione, anche quella più urgente eimprocrastinabile, entra nel labirinto della burocrazia edell'ignavia per uscirne - quando ne esce - irriconoscibile e fuoritempo massimo. A questo adagio nazionale si sono aggiunte quipeculiarità eccentriche e del tutto incomprensibili, come ungoverno regionale che - nei fatti - ha preso platealmente le

Ricorderemo questo precedente. Ora che Eluana è morta, chel'amarezza stringe il cuore di chi ha tentato tutto il possibile persalvarla, si fatica a distinguere le mani di chi ha staccato ilsondino sapendo cosa avrebbe provocato da quelledi chi,potendoli fermare, non l'ha fatto.

COSAVUOL DIRE IMBATTERSI NEL DOTTOR DEFANTI

Quel prestigioso medicocosì abile a dissimulare

•4*JCIA BELLASPIGA-

«I 1 suo statofisico èottimo,

resisterà più a lungodella media... Eluana èuna donna sana, maiavuto malattie, maibisogno di un

antibiotico. Dal momento dellasospensione del cibo alla mortepotrebbero passare altri 12-14 giorni...».Lo aveva ripetuto per tutta la domenica eieri lo aveva ribadito: mentre Eluana stavaper esalare l'ultimo respiro, quello cheancora si autodefinisce «il suo neurologoda 15 anni», colui che avrebbe dovutoconoscerla come e più di se stesso, ancorauna volta dimostrava di non sapere nulladi lei. Eluana moriva e lui ancoradichiarava che la fase critica era lontana,ironizzava sui timori di chi da giorniparlava di una tosse nuova e devastante,tacciava di ignoranza chi temeva ilprecipizio nella corsa contro il tempo trala vita e la morte: «C'è troppadisinformazione - sosteneva ieri sicuro disé - sono troppe le idiozie giocatesull'ignoranza». Defanti era uno degli«autori» del protocollo di morte - delprimo fatto conoscere alla stampa, comedel secondo, tenuto ben nascosto -, loaveva studiato ben bene e non perdevaoccasione di rassicurare l'opinionepubblica con bonomia: «Non soffrirà,sono tutte panzane quelle che vi

raccontano». Ancoranel pomeriggio -ben lungi da Udinee dalla stanza in cuiintanto siconsumava latragedia personale ecollettiva di Eluana- era impegnato aBergamo in unasparutamanifestazione prò

morte, e da Fi precisava: «Le condizioni deisuoi organi interni sono buone, è un fisicogiovane e forte...». Avevamo imparato aconoscerlo nei mesi, avevamo già avuto ache fare con la disinvoltura delle sueaffermazioni, ce lo ricordiamo il giorno incui - era ottobre - Eluana a Lecco rischiòdi morire per una gravissima emorragia elui, allargando le braccia, ci faceva sapereche «anche questa volta ce l'ha fatta, e unadonna troppo sana...». Ci eravamoabituati. Ma questa volta forse era troppoanche per lui, se da Bergamo ieripomeriggio, come in una premonizione diciò che sarebbe accaduto, cercava già diautoassolversi: «In ogni caso sto facendola cosa giusta, aiuto una persona acompiere la propria volontà...». Daquando Eluana era arrivata a Udine la suasalute era precipitata e le mani maldestre

tagliarcortodi Pino Basili

che l'avevano accolta nella sua nuova eultima dimora per procurarne la mortenon riuscivano a trovare i gesti per darlesollievo. Solo quattro giorni di fame e setenon dovevano stroncare quella solida vita,«non era previsto», come adesso si affannaDefanti a spiegare. Ora ci racconta dellasua sorpresa, parla di una fine cosìrepentina che non si poteva immaginare,per giustificarsi arriva a dire che «la naturae sempre più forte e imprevedibile di noi»,si chiede che cosa sia successo, forse«qualcosa che ancora non conosciamo».Strano, dottor Defanti, che esista ancoraqualcosa di oscuro alla vostra équipe alcui controllo nulla sfugge, nemmeno lacoscienza misteriosa di una persona instato vegetativo, neppure le risposte diquello che voi chiamavate un vegetale,una persona morta da 17 anni, ma cheancora era viva e vi dava le sue risposteinascoltate. Strappata alle mani di suoreche non avevano una laurea in medicinama applicavano le semplici regole umanedell'amore e della cura per il fratelloindifeso, forse aveva cominciato a moriregià da quel colpo di tosse con cui, primavolta in tanti anni, aveva sputato ilsondino. Forse nella corsa contro il tempoa voler correre è stata lei. Una sola veritàha sempre detto suo padre Beppino:«Eluana è un vero purosangue».

Cercasi unanimitàe anzitutto umanità

Iter. Per legiferare rapidamente, l'unanimità è un requisito molto importante. Ba-sta? Occorre innanzitutto, sempre, l'umanità.Costituzione. Mica sarà stato abrogato il secondo articolo? Comincia così: «La Re-pubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo...».Protocollo. Nell'origine, era il primo [protos) dei fogli assemblati con la colla. Nel-la tragedia di Eluana è stato ultimo e scollato, procedura di morte.Dizionario. Tra i vocaboli da rivisitare, nel significato a 360 gradi, è «rianimatore».

SFORZO IMPONENTE PER CARLE UNA MORTE BRUTALE

Un abbandono estremoformapiùgnave d'eutanasia

FRANCESCO D'AGOSTINO

Pur con tutte le sue terribiliombre, pur rendendosiresponsabile di innumerevolidelitti, l'Occidente è riuscito,con sforzi straordinari e grazieall'innesto decisivo dellatradizione ebraico-cristiana, adaffermare un principio

assolutamente decisivo: i soggetti deboli vannoaiutati e protetti. È su questo punto, e non sualtri, che si misura quel cammino che noichiamiamo civiltà. Se questo è vero, la morte diEluana Englaro, simbolo di quei soggetti chesono i più deboli tra i deboli, è un terribilemomento di regresso in questo faticosissimocammino. Al momento non sappiamoesattamente quali sono state le cause dellamorte improvvisa di Eluana, al termine di unagiornata in cui erano stati diffusi comunicati cheattestavano come il suo organismo possedesseancora una normale funzionalità. Si stanno giàmoltiplicando le domande in merito: altriavranno il compito di dare risposte ed altriancora di verificarne la plausibilità. A noi spettaunicamente fare una brevissima riflessione:qualunque sia la causa ultima della morte diEluana, anche se si fosse trattato di una morteavvenuta per sopraggiunte, imprevedibili,naturalissime cause, resta il fatto incancellabileche essa è morta in una clinica, nella quale erastata portata con un'unica intenzione, quella difarla morire. Questo dato di fatto è sufficienteper farci gridare ad alta voce che è stataabbandonata, come paziente, come donna,come cittadino, come essere umano. Coloro chel'hanno abbandonata, coloro che hanno favorito

o addirittura plaudito

Nessuna criticariusciràprobabilmente ascalfire la coscienzadi persone cosìsicure di sé

a questo abbandono,attivando strepitimediatici einventando sofismigiuridico-costituzionali, nonriusciranno mai,probabilmente, arendersi conto che inquesto abbandono

. . . dobbiamo vedere la'••••'..' forma più estrema e

più grave di eutanasia. Eluana infatti non èmorta a causa del gesto compassionevole,estremo e disperato di un familiare o di unmedico chino sul suo letto, ma dopo che erastato elaborato un "protocollo" burocratico-sanitario, finalizzato a rendere "dolce" lasospensione di ogni forma di supporto vitale,affidato per la sua materiale applicazione a"professionisti" e a un'associazione di"volontari", costituita esclusivamente a questofine. Intorno ad Eluana, ricoverata ad Udine, si èmosso quindi uno straordinario numero dipersone. Eppure, la finalità oggettiva di tuttequeste persone era una soltanto: non quella distarle vicino, ma quella di accompagnarla a undestino di morte. Chi così ha agito si dirà forseconvinto di aver abbandonato Eluana "al suodestino" e dichiarerà, se vorrà essereconseguente, di non provare alcun rimorso eforse nemmeno alcun turbamento per la suamorte. Nessuna critica, nessuna ammonizioneriuscirà probabilmente a scalfire la coscienza dipersone così sicure di sé e così narcisiste daritenere di poter individuare lucidamente esenza alcun dubbio il "destino" degli altri, alpunto da agire perché esso possa realizzarsi finoin fondo. Mi auguro solo che queste personecessino di chiamarsi "laiche" o almeno checessino di reiterare, come fanno ogni volta chene hanno l'occasione, l'elogio del dubbio". SuEluana, né i giudici, né il padre, né gli altri che lohanno aiutato a portare a termine il suo progettohanno avuto alcun dubbio: essa doveva morire.Si è cercato di impedire la tragedia finale. Non cisi è riusciti. Eluana è morta. Abbandonata.

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LA TIRATURA DEL 08/02/2009E STATA DI I33.S4* COPIEISSN 1120-6020

La testata fruisce dei contributi statati diretti di cui alte legge 7 agosto i 990. n. 250

SU

Una speranza persconfiggere, ungiorno, il morbo diAlzheimer.Alcuniricercatoridell'università dellaCalifornia di SanDiego hannosperimentato cheun'iniezione di uncomune fattore dicrescita (un ormone,quindi) direttamentenel cervello di topi escimmie affetti daquesta terribilemalattia rallenta, senon addiritturaannulla, la perditadella memoria.

Alzheimer, ormoni perfar tornare la memoria

i risultatidella ricerca

sono statipubblicati sullarivista «NatureMedicine» esonoincoraggiantiperché i

benefìci ottenuti con questo tipo ditrattamento sembrano aumentare proprionegli animali che hanno già sviluppato inmaniera consistente le placche amiloidi cheavvolgono il cervello dei malati di Alzheimer.«Abbiamo scoperto - ha spiegato il princi-pale autore della ricerca, MarkTuszynski -che dopo le iniezioni siamo riusciti adarrestare la morte delle cellule e allo stessotempo abbiamo registrato un aumento delleconnessioni tra cellule dell'ordine del 25per cento». Bentornate sinapsi!

v / l

Esclusa dalia gara dinuoto perché nonvedente. L'episodio siè verificato a Trento aicampionati «master».Il divieto è statoimposto a FrancescaFugatti, della locale«Rari nantes»,regolarmentetesserata per laFederazione nazionaledi disciplina e adimporlo è stato ungiudice che hasostenuto vi fossepericolo per la suasicurezza e per quelladegli altripartecipanti.

L'atleta è non vedente?Allora non può gareggiare

L a delusionedi

Francesca si puòsoltantoimmaginarla. Permesi si è allenataaspettando ilgiorno dellagara. Ha

rinunciato al divertimento per concentrarsisulla piscina e, invece, non ria potutonemmeno scendere in acqua. Ma il giudicenon lo sapeva che era cieca? Non si potevainformare prima, evitando una così cocentedelusione all'atleta? Bene ha fatto, allora, ilpresidente della squadra a ritirare l'interoteam dalla competizione, presentando ancheun ricorso sportivo. La società ha anchericordato che Francesca Fugatti, appena unmese prima, aveva eia gareggiato in una garafederale a Innsbruck, in Austria.

Osservatispeciali^

Nell'interruttore della pressioneil «segreto» della longevità?

A llungare la vita senzatrasformare l'uomo in

Ogm? Grazie a uno studioitaliano, ora sappiamo cheforse si può. La scoperta èavvenuta quasi per casopresso l'Istituto MarioNegri di Bergamo, dove perla prima volta è statostabilito un legame tralongevità e angiotensina II(un ormone che regola lapressione sanguigna).Volendo indagare gli effettidel recettore di tipo I perl'angiotensina II nellealterazioni di cuore e reni.ilteam guidato da ArielaBenigni ha esaminato topi incui l'azione del recettoreera stata inibita. I ricercatori

hanno così notato chequeste cavie geneticamentemodificate vivevano il 30%più delle altre rimanendoattive e in salute. Da quil'ipotesi che ora verràapprofondita: se quantoosservato nei topi dovesseessere confermato ancheper gli uomini, avremmo giàa portata di mano il sistemaper vivere di più. Giàesistono, infatti, farmaci cheinibiscono i recettori perl'angiotensina: oggi si usanocontro l'ipertensione;domani, potrebbero servirea trasformarci in arzillicentenari. E senza toccare ilDna.

Riccardo Spagnolo

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