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Manifestazioni Turistiche LIMONE SUL GARDA Assessorato al Turismo Associazione Cultura in Musica Limes XIIIª Stagione di Musica Classica International Chamber Music Festival 2008 2008 Con il contributo di:

XIIIª Stagione di Musica Classicaper tema la vita sulla montagna. Bisogna infatti sottolineare quanto la musica classica si innesti su questo aspetto di vita arcaica, di contadini

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Page 1: XIIIª Stagione di Musica Classicaper tema la vita sulla montagna. Bisogna infatti sottolineare quanto la musica classica si innesti su questo aspetto di vita arcaica, di contadini

Manifestazioni TuristicheLIMONE SUL GARDAAssessorato al Turismo

Associazione Cultura in Musica Limes

XIIIª Stagione di Musica ClassicaInternational Chamber Music Festival

2008

2008Con il contributo di:

Page 2: XIIIª Stagione di Musica Classicaper tema la vita sulla montagna. Bisogna infatti sottolineare quanto la musica classica si innesti su questo aspetto di vita arcaica, di contadini

IntroduzioneCon piacere rinnovo il consueto appuntamento con la rassegna internazionale di musica classica a Limone sul Garda che anche in questa edizione si presenta di alto profilo culturale e musicale. Il 2008 prevede un festival internazionale per quartetto d’archi con alcuni dei maggiori interpreti di questo repertorio. Fanno da cornice altri cinque eventi: l’abituale concerto di Pasqua tenuto nella Chiesa S. Benedetto; due serate vocali che propongono la tradizione Mitteleuropea dei Lieder di Schubert, la tradizione vocale mediterranea con Bellini e Rossini e la zarzuela spagnola. In particolar modo questi due appuntamenti arricchiscono le nostre proposte dedicate alla musica lirica italiana con due opere di Verdi inserite nelle manifestazioni turistiche info 2008; quelle del 12 luglio con Rigoletto e del 2 agosto con la Traviata. Infine, da non perdere, sono altri due importanti appuntamenti: la performance del grande pianista Ratko Delorko e il concerto per l’inaugurazione del restauro dell’organo Damiano Damiani (1831) della Chiesa Parrocchiale di San Benedetto.

Il SindacoFranceschino Risatti

Mit grosser Freude möchten wir Ihnen auch in diesem Jahr die neue Konzertsaison Limone sul Garda Classica 2008 präsentieren. Im Zentrum steht ein Streichquartett-Festival mit international hochrangigen Formationen. Dem traditionellen Osterkonzert in der Hauptkirche folgen zwei Liederabende der mitteleuropäischen und mediterranen Musiktradition, ein Klavier-Rezital des Meisterpianisten Ratko Delorko, sowie die Konzerteinweihung der neu restaurierten Damiani Orgel von 1831. Nicht zu vergessen die beiden Grossereignisse der kommenden Saison, welche die Opernliebhaber begeistern sollen: Am 12. Juli Rigoletto und am 2. August La Traviata auf der Seepromenade.

Ihr BürgermeisterFranceschino Risatti

It is with a great pleasure that I announce our annual rendezvous with Limone’s International Classical Music Events. This edition 2008 presents a Chamber Music Festival with the key literature for string quartets. Our festival will begin with the Accademici di Milano playing in the S. Benedetto Church for the Easter Concert. We have devoted two evenings to vocal chamber music, which will explore some of the European song traditions: the Middleuropean Lied, the Mediterranean Italian vocal chamber music and the Spanish zarzuela. On May 18th, for the inauguration of the restored Damiano Damiani (1831) pipe-organ, in the main Church S. Benedetto there will be a concert played by Gerardo Chimini. Finally, on September 14th we will have the pleasure to offer the performance of the internationally acclaimed pianist Ratko Delorko.

The Mayor Franceschino Risatti

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Cuenàs

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La roccia, i cùen e la musica classicadi Milena Rodella

Questa XIIIa Edizione della Rassegna Internazionale di Musica Classica di Limone sul Garda intende accostare alla musica l’elemento paesaggistico della roccia. La roccia non solo come cornice naturale che sovrasta Limone sul Garda né mero elemento estetico di attrazione turistica, bensì come aspetto fondante nella vita passata dei suoi abitanti.

Ci furono tempi in cui le rocce non solo erano più rispettate, ma offrivano addirittura ripari nei così detti cùen*. Fino alla metà del secolo scorso, le genti del luogo, che vivevano per la maggior parte di agricoltura e pastorizia, si recavano sulle montagne nei mesi estivi per raccogliere l’erba per il bestiame, per fare la legna, per poter poi passare l’inverno. Si partiva per San Pietro e Paolo e si tornava ai Morti. Le attività produttive contadine erano scandite dalle stagioni, come del resto oggi, dove il turismo è attivo solo nei mesi estivi. Era dal monte che provenivano le materie prime che venivano anche vendute quali la legna, il carbone, la calce. Fondamentale era il falcio dell’erba che serviva per mantenere i vari animali, che oltre a fornire carne e latte aiutavano nelle varie mansioni giornaliere prima del sopraggiungere di altri mezzi meccanici e di trasporto, o di attività più redditizie quale il turismo. I bambini andavano a pascolare le capre arrampicandosi con loro sulle rocce all’alba prima di andare a scuola per tornare alla sera a riprenderle. La vita sulla roccia e nei monti per quanto può sembrare dura e difficile ai nostri occhi, ormai abituati alle comodità tecnologiche, era densa di un sapere antico come la terra. Il legame economico con la roccia era anche ecodinamico; ogni cosa aveva una sua funzione, un suo utilizzo specifico senza sprechi, celava una saggezza, una filosofia di vita in armonia con la natura circostante. Nonostante la nostra civilizzata evoluzione e per quanto vivo abbiamo serbato l’amore per la montagna, abbiamo perso quell’atavico, fondamentale legame con le rocce e la montagna e quindi una capacità di controllo.

Il libretto che fornisce il programma delle nove serate musicali fa uso di immagini che riprendono la roccia e i cùen di Limone. Propone vedute di Limone da ‘quel punto di vista’, quello della montagna, che chiede di essere ascoltata seriamente proprio come la musica classica. La scelta è un omaggio a quelle famiglie di limonesi, ancora fra noi, ai loro padri, i loro nonni e zii, che hanno vissuto quella vita per recuperare e ricordare questi momenti della storia di Limone sul Garda. Inoltre, allo scopo di illustrare l’importanza dei Cùen nel passato limonese, Domenico Fava, nel suo scritto “I cùen a Limone”, ci riassume le funzioni di questi ripari naturali associando ognuno di essi alle varie famiglie che ne hanno fatto uso. Ci scusiamo se abbiamo tralasciato qualcuno. Fateci sapere quello che manca, ne prenderemo nota.

Abbiamo voluto affrontare questo argomento per valorizzare la musica attraverso la roccia, e con la musica ricordare quei frammenti di un passato non troppo lontano scegliendo un repertorio musicale che abbia anche per tema la vita sulla montagna. Bisogna infatti sottolineare quanto la musica classica si innesti su questo aspetto di vita arcaica, di contadini e pastori che con i loro canti e danze hanno ispirato tutti i grandi compositori classici. Due serate saranno particolarmente significative a tale proposito: quella del 27 aprile con la soprano svedese Gertrud Hoffstedt, che eseguirà Lieder di Schubert, Rossini e Bellini fra i quali ‘Il pastore sulla roccia’ e ‘La pastorella delle Alpi’. Seconda serata suggestiva è quella del 14 settembre con la performance per pianoforte del grande pianista Ratko Delorko che inizia esibendosi con la musica Barocca e conclude con la musica Rock tenendo la roccia (rock) come filo conduttore anche nelle immagini del dvd che verranno proiettate durante il suo concerto.

Felsen, Cùen und MusikDiese XIII° Auflage der Konzertsaison von Limone sul Garda vereint die Musik mit dem Element des Gebirges und der Felsen, die uns hier so eindrucksvoll umgeben. Es soll ihre Bedeutung nicht nur als Naturschauspiel und spektakuläre Kulisse, sondern als gründendes Element für die Einwohner dieses aussergewöhnlichen Ortes veranschaulicht werden. In vergangener Zeit standen die Menschen in einer auf strengen Regeln und Respekt beruhenden Beziehung, in starker Verschmelzung mit ihrem Lebensraum. Das Gebirge bot ihnen sogar Zuflucht und Schutz in den sogenannten Cùen, den naturgegebenen Felsspalten und Felsüberhängen, die den Bauern, Hirten, Köhlern und Waldarbeitern, einer grossen Mehrzahl der damaligen Bevölkerung von Limone, als Unterschlupf diente. Einen grossen Teil des Jahres vom St. Peter und Pauls Tag Ende Juni bis zum Totensonntag Anfang November lebte man dort oben, um Heu und Holz zu ernten und das Vieh zu weiden. Dort gab es Rohstoffe in reichem Umfang, welche verkauft oder getauscht wurden: Holz, Kohle, Kalk, Heu, Gras, Fleisch und Milch. Pferde, Esel, Ochsen, Kühe, Ziegen und Schafe bildeten die Lebensgrundlage. Bezeichnenderweise heisst einer der Wege die hoch in die Berge führt “strada dei solc”- Geldstrasse. Das Leben in den Bergen, welches uns an Fortschritt und Wohlstand gewöhnte Menschen unvorstellbar erscheint, war intensiv, auf Instinkt gegründet und von grossem Wissen und Kenntnis der Natur bestimmt. Ökologisches Verhalten war überlebensnotwendig, nichts wurde verschwendet oder weggeworfen. Sparsamkeit im Umgang mit den Ressourcen war von essentieller Bedeutung. In dieser Hinsicht verfügten die Menschen über eine tiefere Beziehung zur Natur, die gleichzeitig eine unmittelbare Kontrolle über den Lebensraum erlaubte.Das Heft, welches die Programme zu den Konzerten umfasst, wird durch die Naturfotos verschönert und soll den zahlreichen Familien Limones gewidmet sein, die dieses harte Leben vor gar nicht langer Zeit geführt haben. Die Grundlagen unserer europäischen Musik basieren gerade auch auf den archaischen Lebensformen unserer Vorfahren, die in der Volksmusik, den Hirten- und Bauerngesängen und deren Tänzen Ausdruck fanden und die viele grosse Komponisten als Grundlage und Inspirationsquelle nutzten.Der Limoneser Historiker Domenico Fava wird in seinem Aufsatz eine Zusammenstellung aller bekannten Cùen und der dazugehörigen Familien geben und so einen wichtigen Teil der Geschichte Limones vor dem Vergessen bewahren.

* Siamo stati ispirati in particolar modo dal bellissimo libro sui cùen di Roberto Didi Lanzini: Andar per cùei. Una guida ai ripari naturali fra le rocce nei monti del parco Alto Garda Bresciano. Comunità Montana Parco Alto Garda Bresciano, Edizioni Grafo: Brescia, 2007. Vedasi in particolar modo la parte dedicata a Limone sul Garda p. 243-258.

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Music and the RocksThis 13th Edition of Limone’s Classical Music Events seeks to associate music with the landscape of the rocks which are the natural frame of Limone’s landscape and are a fundamental aspect in grounding the life of its inhabitants. We have an ambiguous relationship with Rocks. They provide aesthetic pleasure for the locals and are a key tourist attraction. In this sense they provide a large part of Limone with its livelihood. Yet, in recent times they have been portrayed as something to be feared from which we have to defend ourselves. Indeed, there was a time when rocks were not only respected but were shelter in what are still called Cùen: a natural repair among the rocks. Until the middle of the last century, farming people from Limone spent their summers in the mountains. They provided the primary resources such as coal made out of wood, lime, grass for feeding the animals, wood for warming up the winter, for cooking but also for selling, indeed boats used to come over from the southern part of the lake to buy Limone’s wood. People would leave their homes for Saint Peter and Paul (at the end of June) and come back for the Dead (at the beginning of November). This life in the mountains seen through our technological eyes may appear as a struggle, but it entails a wise insight about the changing nature of the earth and our relationship to it. This means that the relationship Limone’s people had with the mountains was both economical and eco-dynamic. Everything had its function and role and therefore there was little waste. Although we have kept our love for mountains the bond with rocks has radically changed.

This booklet intends to provide the program of the nine events proposed in our classical music calendar, associating landscape images dedicated to this life in the rock-shelters. Hence, it shows Limone from the perspective of the mountains. This is a worldview almost forgotten which asks and calls to be listened to in the same way as music. This choice of subject matter is homage to those families from Limone and those people who are still alive among us who used to live this kind of life. We dedicate this booklet to them. For this reason we provide an additional text written by our local historian Domenico Fava, entitled ‘Limone’s Cùen’ where he summarises the meaning of that life and tries to locate each family in their own rock-shelter. (If you wish to visit some of Limone’s cùen you could join the Alpini’s excursion taking place every Sunday free of charge starting from the 1th of June to the 14th of September).

By choosing a repertoire which has mountains and rocks as its main themes we seek to valorise music through rocks. Two evenings of significance for this theme are: the soprano singer Gertrud Hoffstedt who with the Novalis-Spohr Ensemble will perform well known Schubert, Rossini and Bellini Lieder such as ‘The Shepard on the Rocks’ and ‘The alps’ Shepard’. The second important event is with Ratko Delorko’s concert for piano. He will start with an interpretation of Baroque music and end with Rock music keeping the rock dimension as main thread of his performance also in the images of the DVD he is going to project.

Cùen del Guil

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I cùen a Limone di Domenico Fava

La montagna alle spalle di Limone conserva ancora numerosi cùen, piccole cavità naturali che un tempo erano utilizzate da boscaioli, carbonai e mandriani per passarvi la notte o mettersi al riparo dalle intemperie durante i periodi dello sfalcio dell’erba, del taglio e della carbonificazione della legna, del pascolo. I cùen erano un po’ ovunque, lungo le vallette più lontane e solitarie, ai piedi di corne e roccette.C’erano il Cùen dei du sas, vicino al Dòs dele Purselàne, con due massi semplicemente appoggiati l’uno all’altro, e il Cùen dela Spìna, appena a monte della mulattiera per Val da Mois, di proprietà di Angelo Piantoni, detto Chichìnèt, e di suo figlio Ugo, che fino al 1956 vi dimorò per il taglio dell’erba e della legna. Vicino al Cùen dela Spìna c’era una baracca dove, fin dopo il 1950 dormivano donne e bambini: Rita Piantoni Chechèta coi figli Tarcisio e Pierangelo, Pierina Bartoli, moglie del Carlèto, con i figli Pierluigi Codéga, Gianfranco ed Ezio. In Val Piana, tra la Piàna dele Ninsöle e i Fó granc’, tra la iàl dela Marógna e la iàl del Bìsa, c’era il Cùen dele Nìnsole, detto anche Cùen del Nücio, soprannome di Giuseppe Segala.C’erano il Cùen del Fratì, a valle del Dòs dei Bernardinèi, dove lavorava Giuseppe Girardi Banchér e, successivamente, dove si riunivano Ignazio Codogni, Giacomo e Natale Segala ma, poi, anche Angelo Codogni Angelone e sua moglie Giulia Girardi, e 100 m. sotto la mulattiera dei Fortini, appena a valle del Dòs de Butùnaga, verso Val Piana, il Cùen del Fratù, coi Pomaroli e i Girardi.Il più noto per la sua conformazione - aveva proprio l’aspetto di un antro! - ma anche il più funzionale, era il Cùen del Diàol, del Tile, fratello dell’Angelo Girardi e poi marito della Pasqua; ebbe tuttavia la maggior frequentazione con i Girardi, su tutti Vittorio e i suoi figli Paolo e Danilo, poi anche Vittorio Lòlo e Aldo.Tra i più piccoli c’erano il Cùen dela Pignàta, lungo la via de Dalch, dopo il Dòs dela Costa longa, sopra la sorgente dell’Aqua frèda, e il Cùen de Faìgole alta, dei Gerardi, dove restarono fino al 1951 Ignazio, Antonio e Giacomo Codogni e, successivamente, il Benvenuto Pomaroli. Noti erano anche, a Rans, vicino alla calchéra, i Cùen bas del Droàt, soprannome con cui si identificava un ramo dei Segala, perché provenienti da Dró; i cùen erano tre, uno specificamente per l’asino, gli altri due per Vincenzo e i per i suoi figli Silvia, Luigina e Paolo, che visse in montagna fino al 1953 lavorando nel Piardèl de l’ombrìa, parte del vasto appezzamento confinante con la Braséla che il Comune concedeva in affitto. Spesso con loro lavorarono anche Cesare Floriani e Decimo Dagnoli, sempre alla ricerca dei migliori pé de gài per i loro asini. Questi cùen erano tutti veramente poco confortevoli! Il più grande era invece il Cuenàs, sotto Punta Mois che, protetto verso est da frasche e qualche pezzo di lamiera, poteva ospitare tre-quattro famiglie impegnate a falciare l’erba in Val da Mois e Val Maùra. Sotto la mulattiera dei Fortini, sulla sponda sinistra di una valletta, parte inferiore del Valèt dei mórc, si nasconde il Cùen del Luìs; era usato dai carbonai, che facevano scendere il carbone lungo un filo, tuttora esistente, verso i Pré. Al Luìs, che ha vicino una sortiva, fu a lungo l’Ugo Piantoni.C’erano poi il Cùen del Pieràs, a Faìgole bàsa, dei Dalò, coi Fedrici e, poi, per lo sfalcio dell’erba, con il Berto

Patuzzi e i suoi figli, il Cùen de Guìl, con Decimo e Vittore Dagnoli, Silvio Girardi con la figlia Gloria, Narciso Girardi coi figli Tarcisio e Pierangelo, il Cùen del Dòs dei Ragn. Al Dòs dei Ragn, dei Fava, c’era anche una baracca dove dormivano Antonio Beretta e sua moglie Rita Segala. A Rans del sul, verso il sentiero, si trovava il Cùen del Gioanì, con Giovanni Girardi e i figli Rina, Tersilla e Mario, per lo sfalcio del Dos dei ragn e di Val de Nèmbra.C’erano il Cùen del Zanelù, o Cùen alt del Droàt, e il Cùen dele Piàne dei Pré, detto anche il Cùen del Mèrlo, soprannome dei Risatti della Madonìna; per un certo tempo il cùen, che era spazioso ed ospitale, fu concesso in affitto a Filippo Delaini Filipèt, che lo lavorava insieme alla moglie Ermelina Chincherini e alla figlia Carla..Appena sopra la Ròsta granda, nella Valle del Sìngol, c’era il Cùen dei Finansiér, dove si nascondevano le guardie di finanza italiane che, prima della Grande Guerra, cercavano di controllare il contrabbando di olio, tabacco e zucchero con Passo Guìl e la Valle di Ledro. Più recente è la denominazione di Cùen dei Partigiani o dei Ribelli ad un anfratto tra Faìgole e il Valù dove si nascosero dopo l’8 settembre 1943, per qualche tempo, alcuni soldati limonesi. Infine c’è da citare anche il piccolo cùen lungo il camino di Val Maùra, dove finì la polenta dura sfuggita al povero Piero Pomaroli Canò mentre stava per stenderla sul tagliere (tabièl); per saziare la fame non gli restò che togliere gli aghi di pino e i fili d’erba!

La vita nei cùen Avere a disposizione un cùen era una fortuna impagabile! Ci si doveva stare anche per tre mesi, quindi più era confortevole più era ambito! All’esterno c’era spesso una lamiera – o na ’nfasinàa o qualche pezzo di telo - per meglio ripararsi dalla pioggia; all’interno c’era una lèta, il letto, una modesta struttura di tronchi tagliati sul posto, sollevata da terra per proteggere dall’umidità e su cui veniva sparso del fieno a mo’ di materasso. Soltanto nei cùen più grandi ci poteva essere una zona cucina, con i sassi per il fuoco, uno o due ramì per cuocervi il cibo, qualche pezzo di asse da usare come appoggio per vecchie stoviglie e alimenti: una bottiglietta d’olio, un po’ di farina gialla, delle àole salàe, del sišàm, due cipolle e qualche patata. Paolo Segala ricorda che tutto quanto serviva per mangiare stava nella casèta, che si portava in montagna il primo giorno, con l’asino a basto o sulla tröša. E tutto restava nella casèta, la notte, per evitare il grillotalpa e il tetacàvre, termine dialettale con cui si indicava il succiacapre, un piccolo uccello che, secondo un’antica tradizione popolare, si nutrirebbe del latte delle capre! Se andava bene, verso la fine di settembre, ogni tanto, si mangiava qualche uccello catturato nell’archèt, magari rubandoselo a vicenda, altrimenti era la solita polenta e latte, appena munto dalla capra. L’importante era non bucare la crosta dentro il ramino! E proprio battendo con un cucchiaio il ramino, al mattino si chiamavano a raccolta le capre per la mungitura.Vicino ai cùen, in genere, non c’era l’acqua: per averla bisognava percorrere sentieri a non finire, su e giù: dalle Spiaše o da Rans ai Fó granc, dal Cùen dele Ninsöle alla Piana del póm! Come “lavastoviglie” e detersivo si usavano le foglie di nocciolo, che servivano bene anche come carta igienica! Il tutto per una vita dura, che molti Limonesi ancora ricordano di aver vissuto.

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I fichi secchi del MarcelloSotto il Campanìl de Val Maùra il Marcello Segala si era ricavato un rifugio che lui chiamava la “Villa del sole”. Rinaldo Codogni ricorda che nella sua speciale dispensa lo zio teneva caramelle e fichi secchi, che s’era portato dal paese, e che li controllava con assiduità perché non glieli rubassero. Ma i suoi nipoti Elio e Giacomino, sempre in vena di scherzi, ne avevano inventata una bella: un po’ alla volta gli leccavano le caramelle e poi gliele rimettevano nella carta, poi passavano a succhiare i fichi secchi. Il Marcello continuava a vederli allineati, ma col passare dei giorni i suoi fichi si facevano sempre meno floridi!

Un amore nato in montagnaAnche un tempo, in estate, la vita dei Limonesi si faceva intensa. Chi era pescatore aveva da fare lungo le spiagge con le fréghe delle àole, gli altri - avendo molti una o due mucche - prendevano la Via del Monte per portarsi in montagna, che si animava straordinariamente di lavoro, di fatica, di speranze, di canti e di allegria. Naturale che la frequentazione fosse anche l’occasione per qualche scintilla d’amore. E, in effetti, nel 1948 un amore sbocciò e si alimentò ai Pré, tra il Nino e la Rita. I Patuzzi - oltre ad Umberto, i figli Dino, Gerardo, Gianni, Francesca e Margherita, per tutti Rita - erano solitamente con le pecore al Cùen del Pieràs, a Faìgole bàsa; la Rita fu anche ai Pré, con le manze e le capre, sempre col papà. Al Cùen de Faìgole alta o del Nàsi, con cui si identificava Ignazio Codogni, c’era anche Antonio Ninèlo. E l’amore tra Nino e Rita, inizialmente alimentato da qualche sguardo fugace a malga Dalò, dove lui era costretto a passare per andare a tornare, sfociò nel matrimonio celebrato da don Prospero nell’aprile 1959.

Alla festa di LeanoIn agosto si teneva a Leano una festa campestre, sempre molto partecipata. Il sacerdote di Pré di Ledro celebrava la Santa Messa nella chiesetta, poi grandi e piccoli partecipavano ai giochi organizzati nei prati: corsa nei sacchi, salita al palo della cuccagna, tiro a segno, lancio di palloncini e lotteria. Dai cùen molti si preparavano a partire già al mattino presto per essere in orario al Bochèt de Guìl e poi scendere oltre malga Vil. Così già la sera della vigilia c’era gran fermento! Soprattutto al Cùen del Fratì il ritrovo era numeroso, con anche una quindicina di persone che trascorrevano la notte cercando di riposare, nonostante si sapesse che non sarebbero mancati scherzi e rumori d’ogni genere. E spesso - qualcuno ricorda - era proprio l’Angelo Codogni quello più mattacchione! A Leano si cantava e si ballava fino a sera, al suono della fisarmonica. Qualcuno scendeva fino al lago di Ledro. Ma all’indomani si doveva tornare al solito lavoro.

Grotta dietro il Cùen del Diaòl Lèta al Cùen del Diàol

Cùen del Pieràs Casèta per il cibo al Cùen dele Piàne

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Die Cùen von Limone sul GardaDie Berge oberhalb von Limone sul Garda beherbergen noch zahlreiche Cùen. Das sind Felsspalten und Felsüberhänge, die Waldarbeitern, Bauern, Köhlern und Hirten als Unterschlupf und vielen Limoneser Familien während der Sommermonate von Ende Juni bis Anfang November, in denen die Wald- , Feld-, und Weidearbeiten anstanden, als Behausungen gedient haben. Sie sind über die gesamten Täler und Bergrücken, bis in die endlegensten und einsamsten Regionen unserer Berge verstreut zu finden, jedoch dem ungeschulten Auge nicht leicht erkenntlich, da sie mit Fellen, Planen und Holzbrettern erst bewohnbar gemacht wurden. Man benötigt daher auf jeden Fall einen Bergführer, den der Alpenverein “Alpini di Limone” vermittelt. Jeder Cùen gehörte einer bestimmten Familie und wurde meist nach deren Spitznamen und natürlich auf Dialekt benannt. In vielen Fällen gaben dem Cùen auch spezifische Charakteristika seinen Namen. Der “Cùen de la Spina” (Dornen), von Ugo Piantoni, war von grossen Dornbüschen und einem Kirschbaum umrankt, der jetzt noch dort steht. Dieser Cùen beherbergte zeitweise bis zu 50 Personen auf engstem Raum und befindet sich im Mois-Tal. Der “Cùen dei du sas” (der zwei Steine) wurde durch zwei gegeneinanderstehende Felsblöcke gebildet. Der “Cùen del Nücio” ,Spitzname des Giuseppe Segala, befindet sich im Marògna Tal. Im Agnola Tal finden wir den “Cùen del Fratì”, der von Ignazio Codogni, Giacomo und Natale Segala und auch von Angelo Codogni, genannt Angelone, und Giulia Girardi, genannt Giuliù, bewohnt wurde. Domenico Pomaroli, genannt Politicù, Giuseppe Girardi, genannt Banchèr bewohnten den “Cùen del Fratù”, auf dem Weg vom Dòs de Butùnaga- zum Piana-Tal. Der wegen seines prägnanten Namens wohl bekannteste “Cùen del Diàol” (Teufels-Cùen), des Tile, dem Bruder von Angelo Girardi. Unter den kleineren Cùen sind der “Cùen dela Pignàta” und der “Cùen de Rans” als wirklich äusserst dürftig zu beschreiben. Der Grösste hingegen ist der “Cùenas” unter der Punta Mois, der 3-4 ganze Familien, die das Heu im Mois Tal und Maùra Tal wendeten, aufnehmen konnte. Unterhalb der Eselstallungen der Fortini versteckt befindet sich der “Cùen Luis”, der von den Köhlern , welche die Kohle mit Seilzügen ins Prè Tal beförderten, genutzt wurde. Dann gab es den Cùen del Pieràs, den Cùen de Guil , der Familie Fava, der Cùen dele Piàne, Cùen de Ninsole, del Zanelù und den Cùen Mèrlo der Familie Risatti della Madonnina im Prè-Tal. Sehr bekannt war auch der Cùen del Dràt, genannt nach einem Familienzweig der Segalas, die aus Dro stammten. Unterhalb dem Mois-Tal liegt der Cùen dei ragn von Giovanni Girardi und entlang dem Fluss im Singol-Tal der Cùen dei Finansièr wo sich vor dem Krieg die italienische Finanzpolizei versteckt hielt um die Schmuggelei von Olivenoel, Tabak und Zucker ins Ledro-Tal zu unterbinden. Neueren Datums ist der Cùen dei Partigiani (Partisanen) wo sich nach dem 8. September 1943 einige Limoneser Soldaten versteckten.

Das Leben im CùenDas Leben im Cùen war äusserst spartanisch, doch wer einen Cùen zur Verfügung hatte konnte sich schon glücklich schätzen und galt damals als privilegiert gegenüber denjenigen, die unter einfachen Zeltplanen hausen mussten. Im Innern eines Cùen gab es das lèta (Bett), welches über Tag unter die Decke gezurrt wurde und so nicht feucht wurde. Als Matratze diente Heu. Dann gab es einen Herd aus Steinen, der mit Holz gefeuert wurde und ein einfaches

transportables Holzbrett als Tisch. Paolo Segala erinnert sich, dass alles Essbare in der casèta (Kassette) aufbewahrt wurde, die vom Esel am ersten Tag hochtransportiert wurde. Es gab Zwiebeln, Kartoffeln, Maissmehl für die Polenta und jeden Tag etwas frisch gemolkene Ziegenmilch. Zum Abwaschen wurden Nussbaumblätter benutzt. Um Wasser zu holen mussten kilometerlange Wege hinauf und hinunter zurückgelegt werden: Alles notwendig für ein hartes Leben, welches viele Limoneser in ihre Jugend noch erlebten und genau in Erinnerung haben.

Limone’s CùenThe mountain on the back of Limone still conserves many cùen, those natural cavities among the rocks that once provided shelters for families, which were woodcutters, coal makers and farmers. They used to spend their nights there and find shelters during the time of grass cutting, wood cutting, coal making and pasture. Each Cùen belonged to a family and its relatives. The cùen’s name was not taken from the official family name, but took the particular nickname given to that family. In some cases the Cùen’s name reflects the shape of the cavity or mirrors something of its surrounding nature. Cùen de la Spina, was called the thorns’ Cùen, because it was surrounded by thorns bushes. This is a big cavity that could provide shelter to almost fifty people and is located in the tale of the Val da Mois, it used to belong to Ugo Piantoni and his father Angelo whose nickname was Chichìnèt, this shelter is also popular because of a big cherry tree which is still there.Cùen dei du Sas, the two stones Cùen, called like this because of its shape which are simply two big stones facing each other.Cùen del Nucio, the nickname of Giuseppe Segala, in the Val Marógna tale towards the Fó Granc which means the place of the big beeches trees, where one can still see the remains of a hut, the hut at the Fó Granc. Cùen del Fratì, (small thicket) located above the valley of Val de l’Agnola, this is the place where Ignazio Codogni, Giacomo and Natale Segala, later on also other people used to join to this shelter such as Angelo Codogni called Angelone and Giulia Girardi called Giuliù.Cùen del Fratù, (the big thicket) located underneath the Dos de Butùnaga (the ‘dos’is a kind of overhanging rock) 100 m. underneath the path N. 421 of the Fortini towards the Val Piana tale, used to belong to Domenico Pomaroli called Politicù (he used to be a politician), and Giuseppe Girardi called Banchér (he was a banker).Very popular for its name is the Cùen del Diàol, the devil’s Cùen, used to be inhabited by Tile, nickname of Angelo Girardi’s brother, who married the Pasqua. The Devil’s Cùen was used in particular by the Girardi’s family, Girardi Vittorio and his son Paolo called Paolì (the little Paolo) he was Aldo Girardi’s father. Much smaller shelter were Cùen dela Pignàta, above the Dòs dela Costa longa, Cùen de Faìgole alta also from the Codogni family, and the Cùen de Rans, which were not very comfortable at all. The biggest Cùen, as the name hints, is the Cùenas, so that almost four families could stay there. This shelter is easy to find after the Segala Hut on the path N. 421, located underneath Punta Mois.Underneath the path 421 we can find the Cùen del Luìs. Coal makers, which used to stay there adopted a wire,

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which is still existing, to transport the coal down to the valley until the locality called Pré. At this spot there is also the Luis’s well, which provided water for all the people who spent their summer in the valleys Maùra and Mois to cut the grass. Underneath the wire of the Mois valley there is a location called Ragn (which means spider) here there is the beautiful Cùen dei ragn of Giovanni Girardi. Nearby one can find the Cùen del Guìl of the Fava family. The Cùen de le Piane of the Risatti family the branch of this family was called the ‘Risatti of the Madonnina’, later has been rented to Filippo Delaini called Filipèt, this cùen still looks like an open air museum with an old wooden box which used to be a food container and the old cooking pans which are still there ready on the fire to be used if only they would not be covered with rust. By the Cà del Pieràs (Peter’s Home) one can find also the Cùen del Pieràs and the ‘calchera’ where they used to produce lime, it was used by a man probably called Pieràs who used to cut the grass at the Faìgole basa (the low Faìgole). We can add many other Cùen such as: Cùen de Nìnsole. Popular is also between Prè and Rans the Cùen del Zanelù or also called the Cùen del Droàt, nickname which identified a branch of the Segala family which was coming from Drò, Vincenzo and his son Paolo. Just above the river along the main valley called Singol, which from Milanesa leads up to the mountain, one can find the Cùen dei Finansiér, of the finance officers who used to hide there before the First World War in the attempt to control smuggling of oil, tobacco and sugar through Guìl Pass to the Ledro’s Valley, which used to be the Austrian border. Finally, most recently called, between the Faìgole and the Valù is the Cùen dei Partigiani, the partisan’s Cùen, as it was used during the Second World War by the resistance fighters, here also some people from Limone have been hiding the 8th of September 1943.

Life in the CùenTo have a Cùen at ones disposal was a big fortune as other people, who conversely were less lucky, had to arrange their shelter in a hut made of branches. Inside the Cùen there was a lèta a kind of suspended bed made of wood to avoid the humidity from the soil. One could eventually create a mattress with hay or dried leaves (there are still some left in the Cùen del Diàol). There was also a cooking area, with three stones positioned like horse-shoe for the fire, the food was cooked in a pan the so called ramì, there was a wooden board which functioned as a table, some shelves, graved in the rock were used to put some utensils or food. All this to lead a hard life, which many people from Limone still remember to have been living when they were children.

Cùen de Val da Bosch

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Domenica 23 Marzo Chiesa di S. Benedetto ore 21.00ORCHESTRA GLI ACCADEMICI DI MILANOMusiche di Vivaldi, Haydn, Sibelius, Holst

Domenica 27 Aprile Sala Congressi Comboni ore 21.00LIEDERABENDMusiche di Mozart, Rossini, Bellini, Schubert, Schumann

Domenica 18 Maggio Chiesa di S. Benedetto ore 21.00CONCERTO D’INAUGURAZIONE PER IL RESTAURO DELL’ORGANODAMIANO DAMIANIMusiche di Bach, Mozart, Vierne, Dubois

Venerdì 23 Maggio Sala Congressi Comboni ore 21.00 QUARTETTO CARAVAGGIOMusiche di Sibelius e Grieg

Giovedì 19 Giugno Sala Congressi Comboni ore 21.00 QUARTETTO DI CREMONAMusiche di Beethoven, Puccini, Schubert

Giovedì 26 Giugno Sala Congressi Comboni ore 21.00SERENATA ZARZUELAMusiche di Granados, Mompou, Montsalvatge, Gimenèz

International Chamber Music Festival 2008Calendario dei concerti Stagione 2008

Giovedì 21 Agosto Sala Congressi Comboni ore 21.00 QUARTETTO DI VERONAMusiche di Bach, Beethoven e Verdi

Domenica 14 Settembre Sala Congressi Comboni ore 21.00RECITALMusiche di Delorko, Pasquini, Händel, Mozart, Chopin, Chick Corea

Domenica 5 Ottobre Sala Congressi Comboni ore 21.00 QUARTETTO PÀRKÀNYIMusiche di Beethoven e Schubert

Cuenàs

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di Markus Berthold

Punto focale di questa stagione sono quattro concerti che propongono i capisaldi della letteratura cameristica per Quartetto d’archi.A fare da padrone troviamo Ludwig van Beethoven (1770-1827) di cui presentiamo tre opere del periodo medio. L’opera 59 n. 3 in Do Maggiore con la famosa incalzante Fuga del quarto movimento, l’opera 74, detta “l’arpa” per gli effetti dei pizzicati arpeggiati che sembrano suonati da un’arpa, ed infine l’opera 95, detto il Quartetto ‘serioso’ per il suo scuro e rabbioso carattere. Queste opere dimostrano uno stile del tutto nuovo rispetto al precedente, radicale e coraggioso che ci conduce direttamente all’enigmatico tardo periodo dello stile compositivo beethoveniano. Un momento in cui Beethoven crea una sintesi fra la polifonia di Bach, la tecnica compositiva di Haydn e la tipica conduzione melodica (Stimmführung) mozartiana. Uno sviluppo progressivo, quello di Beethoven, che non è così evidentemente nell’opera di Franz Schubert (1797-1828), il secondo importante protagonista di questo Festival. La particolarità di questo compositore sta nel quasi incomprensibile abisso che troviamo fra i lavori giovanili e i pochi capolavori della sua ultima fase con “La morte e la fanciulla”, e, due mesi prima di morire, il Quintetto in Do Maggiore. Il noto musicologo tedesco Joachim Kaiser scrive a proposito del Quintetto di Schubert: “Quest’opera è un singolare enigma nella storia della musica eppure così perfettamente elaborata. Nessuno è in grado di esprimere a parole il mistero di questo indescrivibile capolavoro”.Un altro concerto di questa rassegna è dedicato al filone dei compositori scandinavi, con il celebre Quartetto “Voces Intimae” del finlandese Jean Sibelius (1865-1957) e il Quartetto in Sol minore del norvegese Edvard Grieg (1843-1907). Con il primo, quello di Sibelius, vengono espressi stati d’animo inquietanti dove confluiscono tutte le paure e il malessere delle sue crisi esistenziali. Invece, con quello di Grieg prende forma l’aspetto giocoso e focloristico della musica scandinava che sembra quasi un’ apoteosi di vita.Per quanto riguarda i capisaldi dei quartetti italiani non potevano mancare quello di Giuseppe Verdi (1813-1901) e Giacomo Puccini (1858-1924). Verdi scrisse il suo unico Quartetto nell’arco di pochissimi giorni in un albergo a Napoli, dove stava per dirigere le sue opere Don Carlos e Aida, quando la soprano Teresa Stolz si ammalò disdicendo le prove. Quasi per passare il tempo scrisse questo quartetto a proposito del quale dice: “Non so se questo Quartetto è buono o cattivo, so, che è un Quartetto!” Completa il quadro della musica per Quartetto il nostalgico pezzo di Puccini “Crisantemi”. Insieme a Verdi e Puccini vengono proposti degli estratti dalla Arte della Fuga di Johann Sebastian Bach (1685-1750). Tutti i compositori hanno dimostrato una particolare attenzione per il genere del quartetto d’archi; un organico perfetto che stimola e sfida la capacità di esprimere i sentimenti più intimi e preziosi. Il festival del Quartetto d’archi è contornato da altri cinque concerti con diversi piacevoli programmi. L’orchestra da Camera presenta, nel tradizionale concerto di Pasqua, compositori italiani, russi, austriaci ed inglesi con

Commento alla musica solisti di ottimo livello che promettono grande divertimento. Due concerti sono dedicati alla tradizione vocale tedesca con i “Lieder” di Schubert e Schumann e quella mediterranea con Bellini, Rossini e la Zarzuela, una forma di opera folcloristica spagnola.Un concerto d’organo propone musiche dal periodo Barocco a quello Romantico. Un vero viaggio nel tempo viene offerto invece dal concerto pianistico del 14 settembre che parte da un repertorio di musiche Barocche per arrivare fino al genere jazz-rock di Chick Corea prevedendo anche l’uso di power point con interazioni fra computer e pianoforte.Cari ascoltatori lasciatevi trascinare da questa avventura musicale che ci conduce attraverso tutta l’Europa e nei varii stili di quasi 500 anni di storia della musica.

Zum MusikprogrammIm Zentrum des diesjährigen Programms Limone sul Garda Classica 2008 stehen vier Konzerte mit grossen Werken der Streichquartettliteratur. Durchaus repräsentativ als wohl bedeutendster Komponist und Entwickler der Gattung Streichquartett ist Ludwig van Beethoven (1770-1827) mit dreien seiner aus der mittleren Schaffensperiode stammenden Werke vertreten. Das C-dur-Quartett Op. 59/3 mit der berühmten Schlussfuge, das Harfenquartett Op. 74, so genannt wegen der harfenähnlichen Pizzicato-Arpeggien und das schroffe, grimmige Quartetto serioso Op. 95 zeigen Beethovens neuartigen und eigenwilligen Umgang mit dieser musikalischen Gattung und legen ein Stück seiner kompositorischen Entwicklung offen, die bei den in absolutes Neuland aufbrechenden, enigmatischen späten Streichquartetten endet.Eine solche kompositorische Entwicklung ist im Streichquartettschaffen von Franz Schubert (1797-1828) nicht nachzuvollziehen. Hier besteht das Erstaunliche gerade in dem gewaltigen Sprung zwischen seinen frühen Quartetten und den wenigen grandiosen Werken seiner letzten Schaffensperiode. Neben dem berühmten Quartett „Der Tod und das Mädchen“ erklingt eines der ergreifendsten Kammermusikwerke überhaupt, das Streichquintett C-dur, zwei Monate vor Schuberts Tod vollendet. Joachim Kaiser sagt über das Werk: „Das Werk nimmt einen singulären Platz in Schuberts Schaffen, ja gar in der gesamten Musikliteratur ein. Es ist rätselhaft, und es ist vollendet. Mit Worten kann kein Mensch das tönende Mysterium dieses Werkes völlig enträtseln oder auf Begriffe bringen.“Ein anderes Konzert dieser Reihe wendet sich den wohl berühmtesten „nordischen“ Streichquartetten zu. Es konfrontiert uns mit dem selten zu hörenden Quartett des Finnen Jean Sibelius (1865-1957) „Voces Intimae“ (Innere Stimmen). In diesem nicht leicht zugänglichen Werk spiegelt sich eine schwere, mit Krankheit und Angst verbundene Lebenskrise Sibelius’ wider. Zum Ausgleich zu hören ist danach das grossformatige, klar auf der Seite des Lebens angesiedelte g-Moll Streichquartett des Norwegers Edvard Grieg (1843-1907), in dem es volkstümlich-folkloristisch zugeht.

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Giuseppe Verdis (1813-1901) einziges, opernhaftes Streichquartett e-Moll, Giacomo Puccinis (1858-1924) Trauermusik „Crisantemi“ sowie Auszüge aus Johann Sebastian Bachs (1685-1750) „Kunst der Fuge“ erweitern den Blick auf die Möglichkeiten, die nahezu alle grossen Komponisten im Streichquartett für ihr Schaffen gesehen haben.Um dieses programmatische Zentrum herum siedeln sich vier weitere Konzerte an, die eine grosse Vielfalt an musikalischen Eindrücken zu bieten haben.Das traditionelle Oster-Kammerorchesterkonzert ist dafür ein gutes Beispiel. Kompositionen aus Finnland, Österreich, Italien, Russland und England mit zwei verschiedenen Solisten sorgen für viel Abwechslung und Kurzweil.Zwei Konzerte stehen im Zeichen des Soprans. Sie haben die Möglichkeit, sich von „Zarzuela“(einer Art spanischem Singspiel) begeistern zu lassen und sich in einem Liederabend mit unterschiedlichen instrumentellen Besetzungen der Schönheit des Gesangs hinzugeben.Eine echte Zeitreise bietet das einzige Klavierrecital dieser Saison, in dem nicht nur Klaviermusik von Barock bis Chick Corea, sondern auch Interaktionen von Klavier und Computer zu hören sein werden.Verehrtes Publikum, lassen Sie sich mitnehmen auf die musikalische Entdeckungsreise, die Ihnen das Programm Limone sul Garda Classica 2008 vorschlägt, eine Reise, die geographisch durch ganz Europa führt, die zeitlich 500 Jahre durchstreift und die stilistisch ein breites Musikspektrum auffächert.

Music programThis year’s programme pivots on four exciting concerts presenting great works from string quartet literature. Ludwig van Beethoven, certainly the most outstanding composer and innovator of the string quartet genre, is represented with three of his works created in the middle of his musical life. The Quartet in C-major, opus 59/3 with its well-known final fugue, the Harp Quartet opus 7 called thus for its harp-like pizzicato-arpeggios and then the almost curt, solemn Quartetto Serioso opus 95; all three showing Beethoven’s innovative, individualistic approach to this music genre pointing at his exciting development as a composer that ends in his pioneering but also enigmatic late string quartets. Different is Franz Schubert’s development as a composer. The hiatus between his early quartets and the few grand works created in the last period of his career is amazing. Besides the much-loved quartet ‘’The Death and the Maiden”, one of the most impressing works of chamber music will be performed, the String Quartet in C-major completed two months before Schubert’s death. To quote Joachim Kaiser who commented as follows: “The quartet takes a unique place in Schubert’s musical works, let alone in music literature. It is enigmatic and completed! Words alone cannot explain this sounding mystery.”Another concert in the series draws our attention to the most famous “Nordic” string quartets. It confronts us with the seldom played quartet by the Finn Jean Sibelius called “Voces Intimae” (Inner Voices). This work,

rather difficult to find an approach to, speaks of a severe crisis in Sibelius’ s life that was marked by illness and phobias. To counter-balance the latter, the String Quartet in g-minor by the Norwegian Edvard Grieg follows which is clearly reaching out for life with its allusions to folk music.Most great composers have considered the string quartet to be a challenge of their musical careers. Thus Giuseppe Verdi’ s unique, opera-like String Quartet in e-minor, Puccini’s funeral music “Crisantemi” as well as extracts from Bach’s “Art of the Fugue” show us further musical accomplishments.Apart from these concerts presenting highlights of string quartet literature you can enjoy another five concerts offering a wide range of musical impressions. Let me mention the Easter concert which has really become a tradition presenting chamber music. Works of music from Finland, Austria, Italy, Russia and England played by different soloists will be great distractions, too. Another two concerts will be dedicated to soprano voices. “Zarzuela”, a Spanish musical play, might fascinate you or an evening presenting “Lieder” accompanied by a variety of different instruments enhancing the beauty of the singing.Important is also the organ concert which offers on the newly restored organ (from 1831) a repertoire from Baroque to Romantic music. This year’s piano recital takes you on an unusual journey through time on which not only Baroque piano music and Chick Corea can be listened to but also an interplay of the piano and the computer.

Dear friends of classical music, why not come with us on this musical discovery trip suggested by Limone sul Garda Classica 2008, a journey that takes you through most of Europe and makes you wander through 500 years of musical history presenting a wide range of different styles and moods.

(translation by Beate Berthold)

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Domenica 23 Marzo Chiesa di San Benedetto ore 21.00

Orchestra GLI ACCADEMICI DI MILANODirettore: Carlo Prato

PROGRAMMA

JEAN SIBELIUS (1856-1957): Valse triste

J. HAYDN (1732-1809): Concerto per Violoncello ed Orchestrain Do Maggiore Hob.VIIb:5 1.Moderato 2.Adagio 3.Allegro moltoSolista: Frieder Berthold A. VIVALDI (1678-1741): Sinfonia in Si minore “Al Santo Sepolcro”1.Adagio molto 2.Allegro ma poco

N. RIMSKY-KORSAKOFF (1844-1908): Canto d’amore IndùViolino solista: Angela Koukou

GUSTAV HOLST (1874-1934): St. Paul’s SuiteJig (Vivace), Ostinato (Presto), Intermezzo (Andante con moto),Finale “The Dargason” (Allegro)

L’Orchestra da camera Gli Accademici di Milano ha tenuto diversi concerti in Italia ed all’estero, riscuotendo un grande successo di pubblico e critica. Ha avuto modo di esibirsi nel Festival Internazionale di Avellino, nel Festival Internazionale di Lozari (Francia), nella Stagione delle “Serate Musicali di Milano”, nel Teatro Sociale di Como, di Modena, di Trento e Bolzano, oltre ad aver accompagnato solisti di fama internazionale quali A. Diaz, G. Pranzetti, C. Chiarappa e I. Gitlis. I propri componenti fanno parte delle Orchestre sinfoniche della RAI, delle Orchestre del Teatro della Scala e del Orchestra Regio di Parma, sono docenti di Conservatorio ai quali il Maestro Prato affianca giovani professionisti, sicure promesse del concertismo italiano che frequentano anche l’Accademia Filarmonica della Scala.

Das Kammerorchester Gli Accademici di Milano hat zahlreiche Konzerte im In- und Ausland gegeben und stets grossen Anklang beim Publikum und der Presse gefunden. Es ist Gast zahlreicher Festivals u.a. in Avellino, in Salerno, in Lozari (Frankreich), der renommierten Konzertreihe “Serate Musicali” in Mailand, dem Staatstheater von Como, Modena, Trento und Bolzano. Berühmte Solisten wie A. Diaz, G. Pranzetti, C. Chiarappa und I. Gitlis sind mit dem Orchester aufgetereten. Seine Mitglieder sind erfahrene Musiker aus Orchestern des Rundfunks RAI, der Mailänder Scala und dem “Teatro Regio” von Parma, welche zusammen mit Studenten der Orcheserakademie der Mailänder Scala konzertieren und so den musikalischen Nachwuchs ausbilden.

The Chamber orchestra Gli Accademici di Milano has performed numerous concerts in Europe which have been highly acclaimed both by audience and critics. The orchestra is regularly invited to international music festivals such as Salerno Festival, Avellino Festival, International Festival of Lozari in France and to important concerts series like “Serate Musicali” Milan, to the State Theatres of Como, Modena, Trento and Bolzano cooperating with acclaimed soloists like: A. Diaz, G. Pranzetti, C. Chiarappa and I. Gitlis. The members of the orchestra are experienced musicians of the Radio Symphony Orchestras RAI, the Scala of Milan and the “Theatre Regio” of Parma. They are joined by young gifted students of the Academy of Milan Scala, promoting their experience and developing their concert career.

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Gertrud Hoffstedt, Soprano, è nata cresciuta in Svezia, dove studia alla Scuola Superiore di Musica e di Opera lirica di Stoccolma. In seguito studia con Elisabeth Schwarzkopf e Peter Ustinov (regia) presso il Mozarteum di Salisburgo. Su invito di Rolf Lieberman ottiene un contratto fisso alla prestigiosa Opera di Amburgo. Gertrud Hoffstedt si è esibita nei più importanti Festival e lavora per le case discografiche Musica Svecia e Harmonia Mundi sotto la guida di Renè Jacobs. Ha collaborato con celebri registi quali Ustinov, Tabori, Wernicke e Felsenstein. Risiede attualmente in Austria dove è considerata fra una delle più apprezzate cantanti. Si è esibita di recente nelle più importanti opere di Bach (La Passione secondo Matteo), di Strauss (Vier Letze Lieder) e di Mahler (La vita celestiale).Matteo Falloni, Pianoforte, inizia gli studi al conservatorio di Brescia, sotto la guida di G. Facchinetti e U. Benedetti Michelangeli, e prosegue alla Scuola Internazionale di Musica da Camera del “Trio di Trieste” con D. De Rosa, M. Jones, E. Bronzi e R. Zanettovich e in direzione d’orchestra con M. De Bernart, e J. Kalmar. Premiato in numerosi concorsi internazionali si dedica a diverse attività in campo musicale. Come camerista collabora con diverse formazioni dal duo al quintetto con pianoforte, e come compositore, scrivendo per artisti quali M. Motterle, Quintetto Bibiena, T. Gauti Sigurdsson, L. Estoppey, Quartetto Ebano, Quartetto Helios, Danilo Rossi etc. Sue composizioni sono state trasmesse da numerose radio-televisive.Hossein Samieian, Flauto, nasce a Teheran. Studia con W. Tripp a Vienna e con Nicolet, A. Jaunet e J. Galway a Friburgo. Dal 1985 è primo flauto del Orchestra Sinfonica di Bregenz in Austria e dal 1999 primo flauto del rinomato Orchestra da Camera di Zurigo e del Trio Concertante di Zurigo. Inoltre è direttore del gruppo di fiati Quintetto Amaria, vincendo importanti concorsi internazionali (Martigny e Bruxell). Numerosi concerti come solista con diverse orchestre sinfoniche e cameristiche l’hanno portato attraverso l’Europa, Asia, USA e nella sua città natale Teheran.Lore Schrettner,Violino, è erede e successore del rinomato violinista ungherese Albert Koscis. Nel 1996 vince con la sua Orchestra Louis Spohr Sinfonietta il Primo Premio al Concorso Internazionale della Società del Giardino a Milano e il Premio Speciale della Scala di Milano. Ha effettuato numerosi incisioni per l’etichette Koch-Classic Discover Channel e Tyrolis. Nel 1996 vince il Primo Premio al Concorso Internazionale della Società del Giardino a Milano e il Premio Speciale della Scala di Milano. Markus Berthold, Viola, studia come borsista della Fondazione ‘R.Wagner’ con N. Brainin (primo violino del Quartetto Amadeus) alla Scuola Superiore di

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Domenica 27 Aprile Sala Congressi Comboni ore 21.00

Ensemble Novalis-Spohr EnsembleSoprano: Gertrud Hoffstedt

PROGRAMMA

W.A. MOZART (1756-1791): Quartetto per Flauto ed Archi in Re-Maggiore, KV 2851.Allegro 2.Adagio 3.AllegroLaudate Dominum KV 339 per Soprano ed Archi

G. ROSSINI (1792-1868): La pastorella delle alpi

V. BELLINI (1801-1835): Vaga luna che inargenti

F. SCHUBERT (1797-1828): 2 LiederAm See D746 (Bruchmann)Seligkeit D433 (Hölty)

R. SCHUMANN (1810-1856): 2 LiederMondnacht (aus Liederkreis op. 39 Nr. 5)Kennst du das Land (Mignon, Goethe) op. 98a

F. SCHUBERT (1797-1828): Il Pastore sulla roccia (Der Hirt auf dem Fels, 1828)per Soprano, Flauto e Pianoforte

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Musica di Colonia. Si specializza in musica da camera con il Quartetto Amadeus, il Quartetto Orlando e con il Quartetto Bartok. Ha collaborato con orchestre di primo livello in Germania e Svizzera. Attualmente vive in Svizzera dedicandosi come primo violino dell’Ensemble Novalis esclusivamente alla musica da camera. Frieder Berthold, Violoncello, si è formato musicalmente alla Scuola Superiore di Musica di Colonia con il Quartetto Amadeus. Come borsista della Fondazione Würth studia con J. Starker a Bloomington negli Stati Uniti. Da segnalare anche la collaborazione con N. Brainin (1°violino del Quartetto Amadeus). Come solista e membro dell’ Ensemble Novalis si esibisce in Europa, negli Stati Uniti, Russia, Giappone e Corea.

Gertrud Hoffstedt, Sopran, wurde in Schweden geboren und studierte in Stockholm danach am Mozarteum in Salzburg bei Elisabeth Schwarzkopf und Peter Ustinov (Regie). Von Rolf Liebermann bekam sie einen Festvertrag an der Hamburgischen Staatsoper. Sie gastierte bei vielen bedeutenden Festivals u.a. den Schwetzinger Festspielen, in Wiesbaden, Dortmund und Basel. Sie nahm CDs mit Musica Svecia (Drottningholms Barockensemble) und Harmonica Mundi unter der Leitung von René Jacobs auf. Spätere Auftritte in Dessau und Leipzig führten zu festen Engagements. Sie hat mit vielen bekannten Regisseuren gearbeitet, wie z.B. Ustinov, Tabori, Wernicke und Felsenstein.Matteo Falloni, Klavier, studierte am Konservatorium in Brescia bei G. Fachinetti und U. Benedetti Michelangeli, bei dem im Fach Klavier und Komposition mit Auszeichnung abschloss. Anschliessend studierte er beim Trio di Trieste Kammermusik und Dirigieren bei M. De Bernart und J. Kalmar. Auch als Komponist hat sich Matteo Falloni schon einen Namen gemacht. Seine Kompositionen werden von international bekannten Interpreten und Ensemblen gespielt: dem “Quintetto di Bibiena”, dem Quartetto Ebano, F. Ugolino und L. Estoppey und sind beim Kelidon und Eufonia Verlag in Brescia erschienen.Hossein Samieian, Flöte, stammt aus Teheran. Seine Studien schloss er in Wien bei W. Tripp und in Freiburg bei A. Nicolet, A. Jaunet und J. Galway ab. Seit 1985 ist er Solo-Flötist beim Sinfonieorchester Vorarlberg in Bregenz und seit 1999 Solo-Flötist des Züricher Kammerorchesters. Zudem leitet er das Amaria Bläserquintett, das mehrfacher Preisträger wichtiger Wettbewerbe (Martigny, Brüssel) war und ist Mitglied des Trio Concertante Zürich. Zahlreiche Auftritte als Solist mit verschiedenen Orchestern führten ihn durch ganz Europa, Japan, USA und in seine Heimatstadt Teheran.Lore Schrettner, Violine, ist Stipendiatin der A. Schweitzer-Gesellschaft und Gründerin der Louis Spohr Sinfonietta, mit der sie den 1. Preis beim Internationalen Orchesterwettbewerb “Società del Giardino” in Mailand, sowie den Sonderpreis der Mailänder Scala errang. Gleichzeitig grosse Erfolge mit CD- Produktionen bei Tyrolis und Koch Discover Channel. Zahlreiche Konzerte, Rundfunk und Fernsehaufnahmen führten sie durch fast alle Länder Europas, Asiens und Amerika. Markus Berthold, Viola, studierte in Köln und London Kammermusik bei den Mitgliedern des Amadeus Quartetts als Stipendiat der “R. Wagner Gesellschaft”. Er besuchte Meisterkurse bei P. Schidlof und F. Erblich und spezialisierte sich auf dem Gebiet der Kammermusik beim Amadeus Quartett, dem Orlando Quartett, dem Bartok Quartett. Er lebt heute in der Schweiz, wo er sich als Primarius des Ensemble Novalis (www.ensemblenovalis.net) der Kammermusik widmet.

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Frieder Berthold, Violoncello, studierte beim Amadeus Quartett in Köln und London. Anschliessend führten ihn weitere Studien zu J. Starker nach Bloomington, USA. Er besuchte Meisterkurse bei W. Pleeth, M. Lovett und M. Maisky und nimmt am Orlando Festival, dem Amadeus Summer Course, dem Ascoli Piceno Festival und dem FestiVal Gardena teil. Als Solist und Mitglied des Ensemble Novalis konzertiert er in ganz Europa, Russland und Asien.

Gertrud Hoffstedt, Soprano, born in Sweden, she studied in Stockholm at the Royal Academy and at Stockholm’s Opera School. After her studies, she was offered a regular contract at the Hamburg State Opera. In Hamburg and in Salzburg, she studied with Elisabeth Schwarzkopf. She recorded with the Drottningholms Ensemble (Musica Svecia and Harmonia Mundi) with René Jacobs. She made numerous appearances at the opera houses of Dessau and Leipzig. She has worked with renowned directors such as P. Ustinov, G. Tabori and H. Wernicke. As a soloist she has performed in Sweden, Germany, USA, Italy, France, Denmark and Austria.Matteo Falloni, Piano, started his studies at the Conservatoire of Brescia with G. Fachinetti and U. Benedetti Michelangeli. Subsequently he studied chambermusic with the renowned Trio di Trieste and conducting with M. De Bernart and J. Kalmar. Matteo Falloni is well known also as composer. His works are in the repertoire of many international groups and soloists: “Quintetto di Bibiena”, “Quartetto Ebano”, F. Ugolini and L. Estoppey and they are edited by Eufonia and Kelidon in Brescia.Hossein Samieian, Flute, was born in Teheran. He studied at Wien under W. Tripp, and in Freiburg with A. Nicolet, A. Jaunet and J. Galway. Since 1085 he is the first flute of the Bregenz Symphony Orchestra, the first flute of the renowned Chamber Orchestra of Zurich and the Trio Concertante Zurich. He is also wellknown as founder and conductor of the Amaria Wind Quintet winning several important competitions (Martigny and Brussels). As soloist he performed with many orchestras allover Europe, Japan, the United States and his hometown Teheran.Lore Schrettner, Violin, was born in Austria. She received a scholarship from the A. Schweitzer Foundation which enabled her studies with R. Soetens and A. Koscis. She is founder and leader of the renowned Louis Spohr Sinfonietta (in memory of the great violinist and composer) winning a first prize at the Società del Giardino in Milan and a special award at the Scala in Milan. Subsequently several very sucessful recordings were released by the label Tyrolis Classics and Koch Discover Channel.Markus Berthold, Viola, is a student of Norbert Brainin at Cologne and London. He has been giving numerous concerts throughout Europe and Asia as a member of the the Ensemble Novalis. He attended masterclasses given by F. Erblich, P. Schidlof and received intensive chamber music lessons given by all the members of the legendary Amadeus Quartet. After his orchestral career in Germany Markus Berthold now lives in Switzerland where he performs as chamber musician. Frieder Berthold, Cello, studied with the legendary Amadeus-Quartet at Cologne and London and has been a frequently invited soloist and a chamber musician in Europe, America, Russia, and Asia. His sponsers include the Würth Foundation, which also allowed his studies with Janos Starker in Bloomington, USA. He has concertized with N. Brainin (Amadeus Quartet), F. Erblich (Orlando Quartet), V. Mendelssohn (Enescu Quartet) and M. Flaksman.

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Oreste PEZZOLA Originario di Orzinuovi (Brescia), dove è nato il 28/09/26, ma lumezzanese d’adozione dal 1945, è un esempio mirabile di come la passione per l’arte e l’entusiasmo, uniti a grande compe-tenza e gusto estetico, possono produrre opere d’arte che colpiscono per la loro intensità espressiva. L’artista scultore Pezzola è un’evo-luzione dell’artigiano stampista che, giunto all’età della pensione, ha saputo coronorare l’attività di una vita e nobili-tarla asservendola all’arte. La lunga esperienza d’incisione di stampi, insieme a una preparazione ar-tistica sotto la guida di maestri come lo scultore Gino Casari, di cui ha frequen-tato la sezione di anatomia, ha forgiato l’artigiano e l’artista in un connubio di tecnica ed arte che sa rappresentare in maniera singolare gli stimoli dello scultore. Pezzola vive e lavora a Lumezzane .

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Domenica 18 Maggio Chiesa San Benedetto ore 21.00

Concerto d’inaugurazione per il restauro dell’organoDamiano DamianiOrgano: Gerardo Chimini

PROGRAMMA

J. S. BACH (1685-1750): Concerto in Re Maggiore (sul tema di Vivaldi) BWV 9721.Allegro 2.Adagio 3.Presto

J. HAYDN (1732-1809): Quattro pezzi per Organo a cilindro

W.A. MOZART (1756-1791): Fantasia in Fa Minore KV 594

A. DAVIDE DA BERGAMO (1791-1863): All’Elevazione

G. GHERARDESCHI (1759-1815): Offertorio in Si bemolle Magg.

A. HEILLER (1923-1979): Variationen über : “Nun komm’ der Heiden Heiland”

G. DENTI (1882-1977): Pastorale in Sol Minore

L. VIERNE (1870-1937): Improvviso

T. DUBOIS (1887-1924): Toccata in Sol Maggiore

Gerardo Chimini, Organo, è nato a Maderno e svolge la sua attività artistica a livello internzionale come solista e in importanti formazioni cameristiche. La sua attività di concertista d’organo lo accompagna fin dall’inizio degli studi musicali, lo ha portato ad eseguire un repertorio particolare anche su strumenti ottocenteschi, specializzandosi anche in trascrizioni da repertorio pianistico ed orchestrale (Liszt, Wagner, Verdi etc). Gerardo Chimini insegna pianoforte al Biennio Superiore presso il Conservatorio di Brescia.

Gerardo Chimini, Orgel, wurde in Maderno geboren und übt seine solistischen und kammermusikalischen Aktivitäten seit frühester Jugend auch auf der Orgel aus. Konzertreisen führten ihn durch die ganze Welt. Sein spezielles Repertoire umfasst u.a. Transkriptionen des Klavier- und Orchesterrepertoires (Liszt, Wagner und Verdi). Gerardo Chimini unterrichtet am Konservatorium von Brescia.

Gerardo Chimini, Organ, has performed as a soloist and chamber musician all over Europe. Since his early life he studied the organ with great passion together with his piano studies. He has performed with a particular repertoire which also includes trancriptions of piano and orchestral pieces of Liszt, Wagner and Verdi, allowing him to perform on instruments of the 19th century. Gerardo is full-time professor for piano at the Conservatoire of Brescia.

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Venerdì 23 Maggio Sala Congressi Comboni ore 21.00

QUARTETTO CARAVAGGIOViolini: Thomas Wicky, Markus Berthold;Viola: Alexej Popov; Violoncello: Frieder Berthold

PROGRAMMA

JEAN SIBELIUS (1856-1957): Quartetto in Re Minore op. 56 “Voces intimae”1.Andante-Allegro molto moderato 2.Vivace 3.Adagio di molto 4.Allegretto ma pesante 5.Allegro

EDVARD GRIEG (1843-1907): Quartetto in Sol Minore op. 271.Un poco Andante-Allegro molto ed agitato 2.Romanza:Andantino-Allegro agitato3.Intermezzo:Allegro molto marcato 4.Finale:Lento-Presto al Saltarello

Ispirato dal grande pittore Michelangelo Merisi (detto Caravaggio 1573-1610), il Quartetto Caravaggio esprime nelle sue interpretazioni un temperamento passionale e una profonda sensibilità espressiva, considerando come obiettivo fondamentale, oltre all’intesa strumentale, anche quella spirituale. I componenti del Quartetto si sono formati musicalmente con i più grandi musicisti Europei dal leggendario Quartetto Amadeus (Norbert Brainin, Siegmund Nissel, Peter Schidlof e Martin Lovett) a Colonia e Londra, con i membri del Quartetto Orlando, con il Quartetto Bartok, con W. Schneiderhan e P. Baumgartner a Vienna e Lucerna. E’ noto per le sue esecuzioni esemplari del repertorio classico-romantico. Negli ultimi anni è stato protagonista di un notevole ciclo cameristico su Mozart, Schoeck e compositori scandivani a Basilea, collaborando con P.L. Graf, A. Persichilli, A. Oetiker, e G. Bovet.

Das Spiel des Caravaggio Quartetts ist durch Ausdruckskaft und Klangsensibilität gekennzeichnet. Der Name des grossen Malers des Lichts und der dramatischen Hell-Dunkel Kontraste, Michelangelo Merisi (genannt Caravaggio 1573-1610), ist für die Musiker, die beim Amadeus Quartett (Norbert Brainin, Siegmund Nissel, Peter Schidlof und Martin Lovett) in Köln und London studierten, Vorbild und Programm zugleich. Weitere Studien erfolgten bei W. Schneiderhan in Wien und bei P. Baumgartner in Luzern, sowie beim Orlando Quartett und Bartok Quartett in Holland. Das Quartett wird für seine beispielhaften Interpretationen des klassisch-romantischen Repertoires hochgeschätzt. In den letzten Jahren war das Quartett u.a. Protagonist beim viel beachteten Baseler Kammermusikzyklus “Connaissez Vous”, der Mozart, Schoeck und in diesem Jahr skandinavische Komponisten zum Thema hatte.

The Caravaggio Quartet stems its name from the famous Italian painter Michelangelo Merisi, called Caravaggio (1573-1610). Inspired by his distinctive style of light and dark contrasts, the Caravaggio Quartet is firmly established as one of today’s leading groups for the Classic-Romantic repertoire. The members of the Quartet obtained their most important artistic impulses through studying with the legendary Amadeus Quartet at Cologne and London, with the Orlando Quartet, the Bartok Quartet, with W. Schneiderhan and P. Baumgartner in Vienna and Luzern. Esteemed in Europe for their outstanding interpretations, the Quartet has been recently invited at the renowned Chambermusic Festival “Connaissez Vous” in Basel, concertizing with prominent guest soloists among whom P.L. Graf, A. Persichilli, A. Oetiker e G. Bovet.

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Giovedì 19 Giugno Sala Congressi Comboni ore 21.00

QUARTETTO DI CREMONAViolini: Cristiano Gualco, Paolo Andreoli; Violoncello: Simone Gramaglia; Viola: Giovanni Scaglione

PROGRAMMA

L.v. BEETHOVEN (1770-1827): Quartetto in Mi bemolle Magg. op.74 (l’arpa)1.Poco Adagio-Allegro 2.Adagio ma non troppo 3.Presto 4.Allegretto con Variazioni

G. PUCCINI ( 1858-1924): Crisantemi

F. SCHUBERT (1797-1828): Quartetto in Re Minore D 810 (La Morte e la Fanciulla) 1.Allegro 2.Andante con moto 3.Scherzo:Allegro molto-Trio 4.Presto

Il Quartetto di Cremona nasce dall’unione di quattro musicisti dell’Accademia “W. Stauffer” di Cremona. Cresciuto artisticamente sotto la guida di Piero Farulli (Quartetto Italiano) e Hatto Beyerle (Quartetto A. Berg) il gruppo, si è affermato in breve tempo come una delle giovani realtà quartettistiche europee più interessanti. Ha ottenuto i riconoscimenti in alcuni tra i più importanti Concorsi Internazionali (“V.Gui” Firenze e Melbourne) grazie ai quali ha intrapreso un’intensa attività concertistica nei contesti più prestigiosi: Wigmore Hall (Londra), Beethoven Haus (Bonn), Perth International Art Festival (Australia), Barge of Music (New York), Firenze, Torino, Milano etc. La rivista Strad Magazine ha elogiato il “suono estremamente lirico e maturo”; la stampa australiana ha definito l’ensemble “la gloria del Perth Festival 2004”. Il Quartetto di Cremona considera la sua carriera in funzione del contatto con il pubblico, della comunicatività delle sue esecuzioni e del costante approfondimento della retorica e della poetica musicale.

Das Quartetto di Cremona wurde im Jahr 2000 von vier Absolventen der “Stauffer”-Akademie in Cremona unter der Leitung von Piero Farulli (Quartetto Italiano) und Hatto Beyerle (Alban Berg Quartett) gegründet. In kurzer Zeit entwickelten sich die vier jungen Musiker zu einem der interessantesten neuen Quartett-Formationen der internationalen Kammermusikszene. Wettbewerbserfolge in Cremona, Florenz (V. Gui) und Melbourne ebneten den Weg zu bedeutenden Konzerthäusern in Europa und Amerika: Wigmore Hall (London), Beethoven Haus (Bonn), Barge of Music (New York), Perth Music Festival, Musikfreunde Florenz und Mailand, Turin etc. Das Strad-Magazine lobte ihren “ausgereiften Klang” und die australische Presse bezeichnete sie als “das Ereignis des Perth-Festivals 2004”. Unter den nächsten Verpflichtungen des Quartetts sind das Debut beim BBC in London und das Abschlusskonzert der Konzersaison 2008/09 in der Wigmore Hall zu nennen, sowie eine Tournee in den USA und Australien.

The Quartetto di Cremona was formed in 2000. Starting at the Stauffer Academy of Salvatore Accardo in Cremona and continuing at the Music Academy of Fiesole with Piero Farulli (Quartetto Italiano) and Hatto Beyerle (Alban Berg Quartet), the group quickly developed into one of Europe’s finest and most interesting String Quartets. Prestigious performances include the Wigmore Hall (Londra), Beethoven Haus (Bonn), Perth International Art Festival (Australia), Barge of Music (New York), Genova, Firenze, Torino, Milano etc. The Strad Magazine praised their “extremely mature and lyrical sound”; the Australian press defined them as the “glory of the Perth Festival 2004”. Other recent successes were First Prizes at the fourth Melbourne Competition, Seventh V.Gui Competition in Florence. In 2008 the Quartet will have a South American and USA tour and many concerts in Europe, among them their debut at the BBC and a further concert at the Wigmore Hall in 2008-09.

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Giovedì 26 Giugno Sala Congressi Comboni ore 21.00

Serenata ZarzuelaSoprano: Rosa Mateu; Pianoforte: Anna Ferrer

PROGRAMMA

E. GRANADOS (1867-1916):El tra la la y el punteadoEl majo discretoNo lloreis ojuelos

F. MOMPOU (1893-1987)Jo et pressentia com la marDamunt de tu només les florsPastoral

X. MONTSALVATGE (1912-2002):Punto de habaneraCanción de cunaYambambó

P. LUNA (1879-1942): De España vengoJ. ROMEA (1848-1903): Que te importa que no vengaCHUECA y VALVERDE (1846-1908): Tango de menegildaF. BARBIERI (1856-1894): La canción de la palomaG. GIMENÉZ (1854-1923): Sierras de Granada

Rosa Mateu, Soprano è riconosciuta dal pubblico in-ternazionale per la grande espressività e per la ricchezza timbrica della sua voce. Una voce flessibile e potente gli ha permesso d’interpretare ruoli difficili come: “Contes-sa di Almaviva” (Le Nozze di Figaro), “Donna Elvira” (Don Giovanni), “Giovanna Seymour” (Anna Bolena) e “Violetta” (La Traviata). Dal suo repertorio sinfonico bi-sogna segnalare: la seconda e quarta sinfonia di Mah-ler, la 14° Sinfonia di Sostakovich, il Requiem di Mozart e Verdi nei più importanti auditorium spagnoli. Il noto compositore Montsalvatge gli ha affidato il debutto del-la sua opera a New York. Ha inoltre partecipato ad un concerto insieme al tenore Jaume Aragall con grande successo di pubblico e critica.Anna Ferrer, Pianoforte, è nata a Girona, appartiene alla quinta generazione di una stimata famiglia di mu-sicisti. Ha studiato nei Conservatori di Girona e Bar-cellona. Successivamente si perfeziona con E. Fisher e P. Badura-Skoda. Suona regolarmente come solista con diverse orchestre (Orchestra da Camera di Buca-rest, Orchestra Sinfonica Artur Rubinstein, Orchestra da Camera di Mosca, Orchestra da Camera di Torun, Orchestra da Camera A. Vivaldi di Paris). Ha registrato per le case discografiche Lambdoma e Goodlife-Recor-ds, ricevendo molti elogi dalla critica per la sua interpre-tazione di Mozart. Parallelamente svolge la sua attività come titolare del dipartimento di pianoforte del Conser-vatorio di Girona.

Die Sopranistin Rosa Mateu ist dem internationalen Publikum durch ihre ausdrucksvolle und timbrereiche

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Via de Giacomi, 25010 Villa di Tremosine (BS)Tel./Fax: 0365.951163 Cell. 333.3580205 - Casa Tel.0365.951061 www.villaverde.it.tt

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The soprano Rosa Mateu is an internationally acclaimed artist who is recognized for her expressive and rich voice. The flexibility and the great volume of her voice enables her to perform in many different roles: “Contessa Almaviva” from The Marriage of Figaro, “Donna Elvira” from Don Giovanni, “Giovanna Seymour” from Anna Bolena and “Violetta” from La Traviata. Her concert repertoire includes the second and fourth Symphony of Mahler, the 14th Symphony of Shostakovitch and the Requiems of Mozart and Verdi. The great Spa-nish composer Montsalvatge engaged her for the debut of his opera a New York. Another highlight of her career were the concerts with Star-tenor Jaume Aragall in the major opera houses of Spain.Anna Ferrer, Piano, was born in musical tradition family in Girona. She studied at the Conservatoire of her hometown and in Barcelona. She attended the masterclasses of E. Fisher and P. Badura-Skoda. She often appears as soloist with The Chamber Orchestra of Bucarest, The Chamber Orchestra of Moscow and the Rubinstein Symphony Orchestra etc. Her recording for Goodlife-Records with works of Mozart obtained great success. She is professor at the Conservatoire of Girona, where she is leader of the piano department.

Limone sul Garda (BS)Via IV Novembre, 29/mTel. 0365.954237e-mail: [email protected]

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Giovedì 21 Agosto Sala Congressi Comboni ore 21.00

Quartetto di VeronaViolini: Paolo Ghidoni, Bruno Donà; Viola: Alfredo Zamarra;Violoncello: Francesco Ferrarini

PROGRAMMA

J. S. BACH (1685-1750): L’Arte della fuga (Die Kunst der Fuge) BWV 1080Grundfuge I Umkehrungsfuge I Grundfuge II Umkehrungsfuge II Gegenfuge I

L.v. BEETHOVEN (1770-1827): Quartetto in Do Maggiore op. 59 N°31.Introduzione: Andante con moto-Allegro vivace 2.Andante con moto quasi Allegretto 3.Menuetto:Grazioso 4.Allegro molto

GIUSEPPE VERDI (1813-1901): Quartetto in Mi Minore 1.Allegro 2.Andantino 3.Prestissimo 4.Scherzo.Fuga:Allegro assai mosso-poco più presto

Il Quartetto di Verona è l’unione tra alcuni fra i migliori musicisti italiani che, già da anni, collaborano come solisti e prime parti d’ importanti gruppi da camera ed orchestre di fama internazionale. Si sono specializzati nell’esecuzioni della musica da camera che spazia dal periodo Classico al Novecento ottenendo ovunque successo di critica e di pubblico. Nel 2006, hanno iniziato l’ambizioso ciclo dei quartetti per archi di L. v. Beethoven, che si svolge nel Chiostro di S. Luca nel centro di Verona concludendosi nel 2009. Insieme a Francesco Ferrarini collaborano al progetto cameristico i violinisti Paolo Ghidoni e Bruno Donà e il violista Alfredo Zamarra, sicuramente tra i musicisti italiani più affermati ed ap-prezzati. Hanno alla loro attività numerose registrazioni discografiche e radiofoniche, ed è in corso la realizzazione della registrazione di quattro cd e dvd con musiche di Vivaldi, Mozart, Brahms per Azzurra Records.

Das Quartetto di Verona vereint einige der hervorragendsten italienischen Musiker, die schon als Solisten und Stimmführer bekannter Orchester und Kammermusikvereinigungen weitreichende Erfahrungen gesammelt haben. Das Quartett widmet sich mit Vorliebe dem klas-sisch-romantischen Repertoire und seine Aufführungen begeistern Publikum und Fachpresse gleichermassen. 2006 begann das Quartett einen ambitionierten Konzertzyklus mit sämtlichen Beethoven-Quartetten, der 2009 zum Abschluss kommt. Neben dem Cellisten und Gründer Francesco Ferrarini spielen die Geiger Paolo Ghidoni und Bruno Donà, sowie der Bratscher Alfredo Zamarra. Eine Serie von CDs und DVDs mit Werken von Mozart und Brahms er-scheint demnächst bei Azzurra Records.

The Quartetto di Verona was formed by some of the best Italian musicians, who had already great experience as leader of well known orchestras and chamber music groups. They concentrate their interpretation on the classical-romantic repertoire obtaining a wide recognition from audience and press. In 2006 the quartet started a concert-series in order to performe the complete cycle of the Beethoven quartets, which will finish in 2009. The members beside cellist and founder of the group Francesco Ferrarini are the violinists Paolo Ghidoni and Bruno Donà and the violist Alfredo Zamarra. An edition with works of Vivaldi, Mozart and Brahms will soon be recorded by the label Azzura Records.

MOSTRA DI PITTURA ZELDA

a Limone sul Garda 3-13 Maggio 2008 Chiesa di San Carlo ORARI: 10.00-12.30 e 16.00-19 e 20.30-23.00

Sabato 10 Maggio Chiesa San Carlo ore 21.00CONCERTO CHITARRISTICODUO - Romina Brentan Alessandro BonoMusiche di Duarte, Castelnuovo-Tedesco,Villa-Lobos, Brouwer, Gangi

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Domenica 14 Settembre Sala Congressi Comboni ore 21.00

RecitalPianoforte: Ratko Delorko

PROGRAMMA

B. PASQUINI (1637-1710): Partita

G. F. HÄNDEL (1683-1759): Fantasia do maggiore

W.A. MOZART (1757-1791) : Variazioni “Ah, vous dirai-je, maman”

F. CHOPIN (1810-1849): Preludio op. 28 n.15 Re-bemolle Maggiore

F. SCHUBERT (1797-1828): Improvviso op. 90 n.4 La-bemolle Maggiore

R. DELORKO: Zeitklang

C. COREA: Chrystal SilenceChildren’s SongWhat Game Shall we Play Today

R. SCHUMANN (1810-1856): Papillons

J. BRAHMS (1833-1897): Intermezzo op.118 n.4

R. DELORKO: MIDI_Sonata per Pianoforte e Computer

Ratko Delorko, pianista, direttore e composi-tore nato ad Amburgo, è uno dei musicisti più versatili del nostro tempo. La sua filosofia arti-stica è riassunta nella presentazione del proget-to “Zeitklang: musica circolare”: ‘Mi piacciono le passeggiate ai confini; là, dove si dice “No, non si può fare...”. Suonare gli strumenti d’epoca e fare musica elettronica? Collegare Mozart con Chick Corea? Gershwin con Schumann? Ma certo che si può!” La drammaturgia è legata ai collegamenti tonali, dominantici, subdominanti-ci etc. ed ai cambiamenti strategici di velocità e di ritmo. Ratko Delorko è attivo anche come di-rettore d’orchestra: nel duplice ruolo di direttore e solista ha inciso, fra le altre cose, tre concerti per pianoforte di Mozart. Per la casa New Clas-sic Colours ha inciso un CD-extra dal titolo “La storia del Pianoforte”, in cui viene presentata un’ampia selezione di brani appartenenti a stili ed epoche diverse, eseguiti su strumenti d’epoca originali. Il successo del suo progetto l’ha anche a tenere conferenze per la WPPC (World Piano Pedagogic Conference), OMTA (Ohio Music Teachers Association). Devono essere ricordate l’integrale delle opere di Gershwin e il “live” del recital chopiniano che ha tenuto alla Berliner Philharmonie. www.delorko.de

Der in Hamburg geborene Komponist, Dirigent und Pianist Ratko Delorko ist einer der vielseiti-gsten Musiker unserer Zeit. Sein Debüt gab er mit

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14 Jahren in Düsseldorf. Seither führte ihn seine rege Konzerttätigkeit in die großen deutschen Konzerthallen wie die Berliner Philharmonie, die Hamburger Musikhalle, die Kölner Philhar-monie, die Alte Oper Frankfurt sowie in alle wichtigen Musikmetropolen der Welt. Delorko hat für das Label „New Classic Colours“ eine CD (Audio-Dvd) mit dem Titel „Die Geschichte des Klaviers“ produziert. Hier spielt er Werke vom Barock bis zur Moderne auf zwanzig verschie-denen originalen Tasteninstrumenten der jeweiligen Zeit. Dieses Projekt erhielt hervorragende Kritiken für den künstlerischen Anspruch verbunden mit innovativer Technik. Heute ist er weltweit der einzige Künstler, der mit 22 historischen Tasteninstrumenten in der Produktion „Geschichte des Klaviers“ auftritt. Während er die historischen Instrumente präsentiert und auf jedem eine historisch passende Komposition spielt, erzählt er die Geschichte des Klaviers. Als Künstler der Firma Steinway wurde er von der WPPC (World Piano Pedagogy Conference), OMTA (Ohio Music Teachers Association), University of Florida, University of New Mexico, der Kunstuniversität Graz, dem Salzburger Mozarteum und anderen eingeladen, zu diesem Thema Vorträge zu halten. Ratko Delorko lehrt an der Hochschule für Musik und darstellende Kunst Frankfurt. www.delorko.de

Hamburg-born pianist and composer Ratko Delorko is one of the most versatile musicians of our time. His artistic philosophy is assembled in the concert project called “Zeitklang, Circular Music” in which he ties in music of the great classical tradition and his own com-positions: “I love to walk along the boundaries; especially at the point of ‘No Trespassing’. Performing on period instruments and creating electronic music? Connecting Mozart with Chick Corea? Gershwin with Schumann? Can you? Of course you can! The dramaturgy of the recital is connected to tonal relationships as dominant, subdominant etc. and to strate-gic changes of velocity and rhythm. Delorko’s versatility, an artist able to get through from a concert in an ice cave in the Austrian Alps to a recital in front of two thousand people at the Berlin Philharmonic. In his compositional work, Ratko Delorko concerns himself equally with music for piano, chamber music, orchestral works and electronic music. He recorded a CD-Extra with the title “The History of the Piano” for the “New Classic Colours” label. This CD includes selections from the baroque era to contemporary, performed on twenty different original stringed keyboard instruments of the respective era. www.delorko.de

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DITTA DI PIASTRELLE

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Domenica 5 Ottobre Sala Congressi Comboni ore 21.00

Quartetto PàrkànyiViolini: Istvàn Pàrkànyi, Heinz Oberdorfer; Viola: Ferdinand Erblich;Michael Müller: Violoncello; Katharina Gross, Violoncello II

PROGRAMMA

L.v. BEETHOVEN (1770-1827): Quartetto in fa minore op. 95 (serioso)1.Allegro con brio 2.Allegretto, ma non troppo 3.Allegro assai vivace, ma serioso4.Larghetto espressivo-Allegretto agitato

F. SCHUBERT (1797-1828): Quintetto in Do Maggiore D9561.Allegro ma non tropp 2.Adagio 3.Presto-Trio:Andante sostenuto 4.Allegretto

Nel 1976 Istvàn Pàrkànyi, Heinz Oberdorfer, Ferdinand Erblich e Stefan Metz fondarono il Quartetto Orlando che vinse in quell’epoca i più importanti premi internazionali e fu pre-sto una leggenda nell’ambito mondiale della musica da camera. Nel 1984 Pàrkànyi decise di lasciare il gruppo. Nel 1998 i membri fondatori insieme al nuovo violoncellista Michael Müller si sono riuniti di nuovo, adesso sotto il nome Quartetto Pàrkànyi, rinovando la loro passione per il repertorio cameristico. Tutti quattro membri hanno un forte legame, do-vuto alla loro preziosa collaborazione con maestri come S. Vegh, con la tradizione musicale “mitteleuropea”. In breve tempo il Quartetto Pàrkànyi ha manifestato di nuovo il suo rango eccezionale. Le loro incisioni per la Harmonia Mundi hanno suscitato grande successo. Dal 2000 il Conservatorio di Amsterdam l’ha nominato Quartetto “in residence”. Da alcuni anni collaborano con la violoncellista viennese Katharina Gross esibendosi in Olanda, Austria e Germania. Katharina è membro dell’ ensemble Camerata Busoni debuttando presso il Con-certgebouw di Amsterdam. Ha vinto numerosi Concorsi Internazionali (Liezen, Pörschach e Gorizia). Ha studiato con D. Geringas F. Helmerson e R. Kirshbaum. Come solista è stata ospite di Orchestre come la Filarmonica di Kiev, l’Orchestra Sinfonica della Turingia, Or-chestra Filarmonica di Graz e i “Salzburg Chamber Soloists”.

Im Jahr 1976 gründeten István Párkányi, Heinz Oberdorfer und Ferdinand Erblich zusammen mit dem Cellisten Stefan Metz das Orlando Quartett. Nach internationalen Preisen und einer großen Karriere durch die ganze Welt entschloß sich 1984 István Párkányi seine eigenen Wege zu gehen. 1998 jedoch haben sich die drei Gründungsmitglieder mit einem neuen Cellisten, Michael Müller, zusammengefunden, um ihre alte Leidenschaft wieder aufleben zu lassen, jetzt unter dem Namen Párkányi Quartett. Alle vier Musiker haben durch ihre Herkunft und die Zusammenarbeit mit Großmeistern wie z.B. Sandor Vegh eine starke Verbindung zur zentraleu-ropäischen Musiktradition. In kurzer Zeit konnte das Párkányi Quartett seinen Ruf als Quartett der internationalen Spitzenklasse erneut festigen. Konzerte führen sie durch die ganze Welt. Ihre CD-Aufnahmen, derzeit auf dem Praga Digitals Label von Harmonia Mundi, wurden von Publikum und der Fachpresse mit größtem Lob empfangen. Seit 2000 ist das Párkányi Quartett “Quartet in Residence“ am Konservatorium von Amsterdam. Seit einigen Jahren verbindet sie eine rege Kammermusiktätigkeit mit der Wiener Cellistin Katharina Gross, die Mitglied der Camerata Busoni in den Niederlanden ist. Sie studierte bei D. Geringas, F. Helmerson und R.

Page 31: XIIIª Stagione di Musica Classicaper tema la vita sulla montagna. Bisogna infatti sottolineare quanto la musica classica si innesti su questo aspetto di vita arcaica, di contadini

Kirshbaum und ist Preisträgerin bei internationalen Cellowettbewerben, z.B.beim Cellowett-bewerb Liezen, Gorizia und Pörtschach; Solo-Auftritte mit vielen europäischen Kulturorche-stern (Staatstheater Kassel, Thüringer Philharmoniker, Staatsorchester Kiev, Salzburg Chamber Soloists); zahlreiche Konzerte bei den Salzburger Kulturtagen, im Wiener Konzerthaus und im Concertgebouw Amsterdam.

In 1976, István Párkányi, Heinz Oberdorfer and Ferdinand Erblich, together with cellist Stefan Metz, formed the Orlando String Quartet. After many international prizes and a glorious career István Párkányi decided in 1984 to go his own way, but since 1998 the three original members are together again with a new cellist, Michael Müller, to revive their old passion, now under the name Párkányi Quartet. All four musicians have a very strong re-lation with the Central European music tradition because of their cultural background and their collaboration with great masters like Sandor Vegh. Their CD-recordings, released by the Praga Digitals label of Harmonia Mundi, have received praise from experts and public alike. Since 2000 the Párkányi Quartet has been appointed at the Conservatory of Amster-dam as Quartet in Residence. Several years ago they started a cooperation with the Viennese cellist Katharina Gross who studied with D. Geringas, F. Helmerson and R. Kirshbaum. As Prizewinner of important competitions (Liezen Pörtschach and Gorizia), she has been the featured soloist of the Philharmonic Orchestra of Kiev, Graz Philharmonic, Kassel Phi-lharmonic, the “Salzburg Chamber Soloists”. Since 2007 she is member of the Camerata Busoni in Holland.