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www.winepassitaly.it Antonio Galloni “Il Piemonte è straordinario, ma c’è ancora da lavorare” Guida al Piemonte del Vino Mappe tematiche, itinerari e curiosità per chi vuole saperne di più Barbera , la Signora in Rosso Un vino sempre più vocato all’eccellenza TURISMO, OSPITALITÀ & EVENTI NEL PIEMONTE DEL VINO IL PRIMO MAGAZINE REGIONALE DEL TURISMO ENOLOGICO NO.01 DICEMBRE 2012

Wine Pass Piemonte 01

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Il primo magazine regionale del Turismo enologico. Itinerari, Ospitalità & Eventi nel Piemonte del Vino.

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    Antonio GalloniIl Piemonte straordinario,

    ma c ancora da lavorare

    Guida al Piemonte del VinoMappe tematiche, itinerari e curiosit

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    Barbera, la Signora in RossoUn vino sempre

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  • I WINEPASS

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  • WINEPASS I

  • I WINEPASS

    Sommario

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    LintervistaAntonio Galloni

    Il vino in vetrinaBarbera, la Signora in Rosso

    Andar per cantine Una selezione di Wine Pass

    Vino e naturaLa riserva della Val Sarmassa

    LangheCantine, itinerari, focus

    BaroloCantine, itinerari, focus

    BarbarescoCantine, itinerari, focus

    RoeroCantine, itinerari, focus

    Acquese e OvadeseCantine, itinerari, focus

    Gavi e Tortonese Cantine, itinerari, focus

    Asti e MoscatoCantine, itinerari, focus

    MonferratoCantine, itinerari, focus

    TorineseCantine, itinerari, focus

    Alto PiemonteCantine, itinerari, focus

    Venti EventiCalendario 12.2012/03.2013

    LOpinioneAlessandro Masnaghetti

  • WINEPASS I 5

    Forse nessuno sentiva la mancanza di una nuova pubblicazione sul vino, ma in tanti lamentavano

    che non fosse adeguatamente comunicato o, meglio, messo in rete il grande patrimonio

    rappresentato dal mondo del vino di un territorio cos importante

    come quello piemontese. Noi labbiamo fatto, mettendo insieme

    la competenza e lentusiasmo di quanti credono che il vino abbia

    in s una serie di contenuti tecnici, ma soprattutto storici, culturali

    ed emozionali tali da giustificare una comunicazione che avvicini le persone, crei cultura e nuova

    conoscenza.

    EditorialeE conoscere il vino significa certamente saperlo consu-mare in modo responsabile, ma significa anche muoversi per andare a visitare le cantine, per conoscere il territorio da cui quello stesso vino nasce e parlare con le persone, con la gente del vino: da chi coltiva il vigneto a chi vinifica le uve, a chi lo mette in bottiglia ed espone il proprio nome sulleti-chetta al giudizio di tutti. Significa capirne i tanti perch: del colore, del profumo, del gusto, del prezzo. Oltre che, naturalmente, essere motivo di svago e divertimento per una rilassante gita in collina (pi raramente in mezzo alle montagne) con la famiglia o con gli amici.

    Turisticamente il Piemonte una regione con unofferta molto ampia e numerose sono le tipicit che caratterizzano le diverse aree, anche se lunico prodotto che costituisce un elemento diffuso sullintero territorio regionale proprio il vino. Che interessa Langhe, Roero, Monferrato astigiano e casalese, Acquese e Ovadese, Tortonese e Alessandrino, Tori-nese, le province del Nord: la semplice elencazione rimanda ad alcune tra le aree a vocazione vitivinicola pi importanti e conosciute del mondo.

    Lintento di Wine Pass non altro che quello di dare una serie di suggerimenti utili allenoturista, attraverso un mezzo innovativo, articolato sui diversi strumenti della mo-derna comunicazione, unendo il supporto cartaceo (quello che avete tra le mani) al mondo digitale e al mobile (che vi invitiamo a scoprire). I contenuti del magazine, attraver-so la tecnologia dei QR Code, rimandano infatti al portale web, arricchito da una serie di news, di informazioni di ap-profondimento, di fotogallery, di interviste e da un canale video dedicato. E il portale www.winepassitaly.it non che una parte dellofferta digitale, che comprende anche oltre allinterazione con il lettore nel mondo social una versione per tablet e applicazioni mobile, con la possibilit di salvare i risultati delle proprie ricerche e di costruire per-corsi personalizzati, grazie allintegrazione con un sistema di georeferenziazione.

    Le nuove tecnologie possono rappresentare infatti uneffi-cace chiave di accesso un pass, appunto al territorio e alle sue peculiarit (cantine, prodotti tipici, alberghi, risto-ranti, musei, ma anche sentieri, panorami, monumenti, ca-stelli) per chiunque di noi e siamo sempre pi numerosi privilegi la possibilit di reperire le informazioni su percorsi e collegamenti in modo semplice e veloce, mentre in mo-vimento.

    Benvenuti in Wine Pass quindi, e buon viaggio!

    LEditore

    LintervistaAntonio Galloni

    Il vino in vetrinaBarbera, la Signora in Rosso

    Andar per cantine Una selezione di Wine Pass

    Vino e naturaLa riserva della Val Sarmassa

    LangheCantine, itinerari, focus

    BaroloCantine, itinerari, focus

    BarbarescoCantine, itinerari, focus

    RoeroCantine, itinerari, focus

    Acquese e OvadeseCantine, itinerari, focus

    Gavi e Tortonese Cantine, itinerari, focus

    Asti e MoscatoCantine, itinerari, focus

    MonferratoCantine, itinerari, focus

    TorineseCantine, itinerari, focus

    Alto PiemonteCantine, itinerari, focus

    Venti EventiCalendario 12.2012/03.2013

    LOpinioneAlessandro Masnaghetti

  • 6 I WINEPASS

    La redazione non responsabile delle eventuali variazioni relative agli eventi in Piemonte, n del contenuto delle inserzioni pubblicitarie.Nessuna parte di questa rivista, comprese le inserzioni pubblicitarie, pu essere riprodotta senza lautorizzazione scritta dellEditore.

    Registrazione tribunale di alba n. c.c 290/011 cron. 437/011

    www.winepassitaly.it

    EditoreWINE PASS S.R.L.Via Rio Misureto, 8 - 12051 AlbaTel. (+39) 0173 [email protected]

    Direttore responsabileMaurizio [email protected]

    caporedattorePietro [email protected]

    Responsabile pubbliche relazioniMartina [email protected]

    art DirectorJoanna Tupta [email protected]

    Progetto grafico e fotografieI.Com Multimedia [email protected]

    Responsabile digital mediaGuido [email protected]

    collaboratori di redazioneLaura Avidano, Roberta Bertero, Alessandro Borello, Simona Madeo, Gabriele [email protected]

    Hanno collaborato a questo numero:Francesco Falcone, Alessandro Masnaghetti, Fabio Viarengo, Sergio Miravalle

    concessionaria pubblicitWell Com S.R.L.Via Rio Misureto, 8 - 12051 AlbaTel. (+39) 0173 [email protected]

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  • WINEPASS I 7

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  • 8 I WINEPASS

    Lintervista

    Antonio Galloni, critico di punta del prestigioso The Wine Advocate di Robert Parker, risponde alle nostre domande sul Piemonte del vino, il suo appeal internazionale e la sua vocazione turistica

    il fascino del Barolo e del Barbaresco unico. Sono tra i pochi vini italiani che possono stare a tavola con le pi grandi bottiglie del resto del mondo.

    il PiEmonTE straordinario,

    di maurizio Gily

    ma c ancora da lavorare

  • WINEPASS I 9

    AnTonio GAlloni

    Il critico enologico fra le vigne della Scuola Enologica di Alba. QR: Contenuti extra

    Come giudichi, in sintesi, la percezione dellimmagine del Piemonte vinicolo sul mercato Usa?

    Il Piemonte rimane la regione italiana pi importante per quanto riguarda i grandi vini, soprattutto rossi, per i collezionisti americani. Poi c la To-scana, ma il fascino del Barolo e del Barbaresco unico. Sono tra i pochi vini italiani che possono stare a tavo-la tranquillamente con le pi grandi bottiglie della Francia, degli Usa e del resto del mondo.

    Esiste nellimmaginario del consumatore americano un brand Piemonte o esistono solo alcuni vini, come il Baro-lo, il Barbaresco e lAsti?

    Esistono vini in particolare, tipo il Ba-rolo, il Barbaresco, la Barbera, ma poi vale tantissimo il brand delle singole aziende. Cantine come Gaja, Produt-tori del Barbaresco, Giacomo Conter-no, Aldo Conterno, Bruno Giacosa, Lu-ciano Sandrone, Bartolo Mascarello e Giuseppe Mascarello hanno costruito una forte immagine nella mente del consumatore dopo aver fatto vini straordinari per tanti anni.

    Quali sono i punti di forza del Piemonte, i motivi che possono convincere a scegliere i suoi vini?

    Trovo il Piemonte una delle regioni pi straordinarie dellItalia e del mon-do per la sua variet. Si pu andare dallArneis al Dolcetto, dalla Barbera al Barolo, per poi finire col Barbare-sco: ci sono tantissime sfumature da scoprire. E poi c il Moscato, un altro vino che pu essere grande se fatto con cura e attenzione. Sono poche le regioni che possono offrire questa di-versit. Oltre a questo, si aggiunge la qualit altissima dei migliori vini. Sono convinto, da tanti anni, che a livello di grandi vini, i migliori Barolo e Barbare-sco offrano la stessa qualit dei gran-

    di vini del mondo, con la capacit di migliorare in bottiglia, ma a prezzi molto pi convenienti. Il Piemonte la Borgogna dellItalia, con tanti pic-coli produttori bravi, dove la qualit per pi consistente, probabilmente perch il pinot nero unuva molto pi sensibile del nebbiolo allanda-mento climatico. In questo momento, c un boom dinteresse in Asia per i vini della Borgogna. Un giorno, questi consumatori scopriranno il nebbiolo, e quando questo accadr, non ci sar sufficiente vino per tutto il mondo.

    Quali sono i punti di debolezza?

    Il Piemonte ha due punti deboli, e sono di natura commerciale. Uno la produzione limitata dei vini pi im-portanti rispetto ai grandi vini della Toscana e della Borgogna. Devi esse-re un vero amante del vino per anda-re a cercare certe etichette che sono prodotte in piccoli numeri. Il pi grande punto di debolezza del Piemonte la transizione generazio-nale. un punto molto delicato nel quale si trovano coinvolte parecchie aziende in questo momento. Tante aziende, anche famose, rimangono piccole aziende a gestione familiare: una ricchezza per la zona, per, allo stesso tempo, in molti casi non c la preparazione o la cultura per capire come inserire le nuove leve. Credo fortemente nella valorizzazione delle persone giovani, soprattutto in quella

    delle donne che spesso lavorano pi duramente, visto che sentono di aver molto da dimostrare.

    C spazio sul mercato inter-nazionale per i vini rossi pie-montesi pi popolari, quelli a base barbera e dolcetto, op-pure si trovano a tuo avviso in un segmento dove la concorren-za troppo forte per riuscire a emergere?

    La Barbera va bene, sia quella di Asti che di Alba perch rimane un vino abbastanza facile. Poi, il barbera un vitigno che si abbina molto bene al legno, anche quello francese, perci abbastanza facile fare vini che pos-sono avere un target di consumatore ampio. Purtroppo, il Dolcetto non rie-sce a farsi strada negli Usa.

    Per gli enoappassionati ameri-cani il Piemonte una meta turistica paragonabile alla

  • 10 I WINEPASS

    Cosa pensi del potenziale del Piemonte vinicolo meno cono-sciuto, quello dei vitigni au-toctoni minori e dei territori meno famosi, come il Cana-vese, il Tortonese, il Monfer-rato?

    Trovo tutte queste zone molto affasci-nanti. Purtroppo, riesco ad assaggiare solo qualche vino. Quando abitavo in Italia andavo spesso nel Monferrato. Lo trovo uno dei posti pi belli in Pie-monte perch ancora poco frequen-tato. E poi, c la dolcezza di quelle colline

    Infine, da appassionato di nebbiolo e di Piemonte, come definiresti a grandi linee le dif-ferenze di terroir tra i nebbioli del Sud Piemonte e quelli pre-alpini del Nord Piemonte?

    Ci vorrebbe un numero intero per po-terne parlare. In genere, i vini del Nord Piemonte sono un po pi eterei. Tro-vo questa parte del Piemonte sempre pi interessante visto il cambiamento del clima. Penso che saranno zone da seguire con molta attenzione nel fu-turo. Lo sono gi adesso. Nelle zone del Barolo e del Barbaresco ci sono in-finite sfumature da capire. un lavoro che dura tutta la vita!

    in Piemonte c una cucina straordinaria, un ventaglio di materie prime di altissimo livello: il tartufo bianco con un bicchiere di Barolo o Barbaresco probabilmente labbinamento pi glorioso che esista al mondo.

    Borgogna o alla Toscana? La nostra ricettivit adeguata agli standard che essi si atten-dono?

    Il turismo rimane uno dei punti pi forti per il Piemonte, ancora non sfrut-tato a pieno. Il fatto che tante aziende di altissimo livello sono a conduzione familiare rende il Piemonte pi si-mile alla Borgogna che alla Toscana. Poi, c una cucina straordinaria, un ventaglio di materie prime di altissi-mo livello e il tartufo bianco, che con un bicchiere di Barolo o Barbaresco probabilmente labbinamento pi glorioso che esiste al mondo.

    Antonio Galloni una delle massime autorit in fatto di critica enologica. stato il creatore di Piedmont Report, newsletter internazionale dedicata ai vini del Pie-monte, ed uno dei critici di punta di The Wine Advocate, la pi influente rivista di vini al mondo, edita da Robert Parker. Nato a Caracas in Venezuela da madre statunitense e padre italiano, Galloni cresciuto in Florida, ha studiato musica e si specializzato in opera lirica a Milano, citt dove ha vissuto dal 2000 al 2003. Accanto agli spartiti ha sempre coltivato lamore per i grandi vini, specie quelli italiani, passione trasmessagli dalla fami-glia fin da giovanissimo. Dopo essere rientrato negli Stati Uniti e aver frequentato un master in Business&Administration, nel 2004 ha fondato Piedmont Report, bollettino di re-censioni enologiche con lettori in oltre 25 paesi. La svolta arrivata nel 2006, quando Parker in persona gli ha affidato le pagine di The Wine Advocate per ltalia, Borgogna, Champagne e California. Oggi Galloni uno dei possibili successori di Parker alla guida di questa prestigiosa rivista.

    cHi

    Lintervista

    Ma in Piemonte mancano le strutture, soprattutto alberghiere, per ricevere in modo adeguato il turista interna-zionale. Lanno scorso ho mandato due coppie in uno degli alberghi pi belli della zona, e tutti e due si sono lamentati del servizio. una questio-ne di cultura del personale e delle persone che gestiscono questi alber-ghi. Il turista di alto livello abituato a una sola risposta: S. Punto e basta.Per ultimo, il servizio dei vini in Pie-

    ha neanche assaggiato questi vini prima di servirli, perci ha portato in tavola due prodotti difettosi. Queste cose non possono succedere in posti seri. Con qualche eccezione, i risto-ratori piemontesi non hanno ancora capito limmenso privilegio che han-no di poter lavorare con grandi vini. Pensano solo al loro margine di gua-dagno. una vergogna.

    monte , sinceramente, orribile. Lestate scorsa, in uno dei pi bei locali di Alba, mi hanno servito un Barolo dellannata 2007 rovinato dal caldo per la pessima conservazione. In questo stesso ristorante, a tempe-ratura ambiente, ci sono 12 magnum di uno dei pi grandi vini mai fatti in Piemonte, uno sopra laltro, in sala. Potete immaginare bottiglie di La Tche o Romane-Conti trattate cosi? Cosa ha fatto questo vino per essere trattato cos male? Cosa trover un cliente quando compra quel vino? Un vino scomparso. Recentemente, in uno dei ristoranti stellati delle Lan-ghe, mi hanno servito due bottiglie di Champagne rovinate dallesposizione eccessiva alla luce. Il sommelier non

    Lintervista

  • WINEPASS I 11

    gi il suo nome, che significa al piede dei monti, a indicare la conformazione del territorio. Il Piemonte una regione stretta nellabbraccio di Alpi e Appenni-ni, dove soffia il marin, il vento che arriva dal mar Ligure. Una combinazione che rende il clima particolarmente mite, adatto alla coltivazione della vite. Da secoli, luva e il vino sono parte integrante della cultura dei piemontesi. Le pri-me testimonianze risalgono al decimo secolo prima di Cristo. Oggi sono circa 20mila le aziende vitivinicole che producono vini deccellenza. Uneconomia im-portante fatta di numeri, ma soprattutto di uomini e donne, che ogni giorno con il loro lavoro rinnovano il profondo legame con la terra e la vite. Piemonte terra di vini, di volti, di storie di vignaioli, ma anche di gastronomia e ospitalit. La cucina piemontese conosciuta e amata in tutto il mondo. Ricette tramandate di generazione in generazione, che vengono rivisitate spesso da grandi chef: dagli antipasti ai tajarin, dalla bagna coda agli agnolotti, fino alle carni e ai bolliti. Lautunno anche la stagione di raccolta del tartufo bianco. La classica grattata arricchisce le proposte della tavola, mentre il racconto delle notti passate con il tabui il fedele cane da tartufo tra boschi e nebbia non fa che aumentare il fascino dellautunno piemontese.

    FEASR Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale

    LEuropa investe nelle zone rurali

    Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 MIS. 133

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  • 1 I WINEPASS

    Barbera, la SIGNORA

    in ROSSODalle osterie di campagna

    alleccellenza: storia, crisi e rinascita di un vino di carattere

    di Francesco Falcone

  • WINEPASS I 1

    uVE BARBERA

    QR: Larticolo online con contenuti extra.

    la Barbera fu a lungo considerata il rosso da pasto per antonomasia, venduta a buon mercato e sovente elaborata nella tipologia vivace o mossa.

    Onnipresente BarberaIl nome stesso della Barbera (vino) e del barbera (vitigno) distinzione che utiliz-zer in questo articolo per evitare confu-sione rievoca una eco sonora che si dif-fonde in tutto il Piemonte: non c angolo vitato della regione dove questa fonda-mentale uva rossa non venga coltivata. Dal Monferrato (sua terra natale) alle Lan-ghe (dove contende al nobile nebbiolo e allo storico dolcetto il primato vitivinicolo della zona); dal Roero allAlto Piemonte, fino a raggiungere le vette montanare della Valsusa e del Pinerolese (rarefatte isole vitate in provincia di Torino), sono decine le denominazioni dorigine lega-te indissolubilmente alla variet, tra cui

    spiccano la Barbera dAlba e la Barbera dAsti per vocazione, numeri produttivi e prestigio. La presenza del barbera cospicua anche fuori dal Piemonte. Cos come il sangio-vese domina lintero bacino viticolo del-lItalia centro-orientale con qualche si-gnificativa presenza anche in alcune aree viticole del Sud, il barbera prevale a Nord, interessando sia la Lombardia - in parti-colare il distretto dellOltrep Pavese sia lEmilia Romagna nel Piacentino tanto quanto lungo le terrazze plioceniche dei Colli Bolognesi. Tornando al Piemonte, il barbera copre circa la met dellintero vigneto regionale. Una cos vasta diffusione si concretizz durante la ricostruzione viticola succes-

    iL vino in vetrina

    siva alla crisi della fillossera, che distrusse la produzione vitivinicola piemontese nel periodo fra le due guerre. La robusta ca-pacit produttiva, la facilit colturale e la costanza nelle rese furono i motivi del suo successo.

    Dalla popolarit alla crisi Un successo che negli anni a venire si sarebbe consolidato anche dal punto

  • 1 I WINEPASS

    di vista commerciale attraverso la produ-zione di un vino schietto e vigoroso, sem-plice nella costruzione, ma dotato di beva accattivante. Per tale ragione la Barbera fu a lungo considerata il rosso da pasto per antonomasia, venduta a buon mercato e sovente elaborata nella tipologia vivace o mossa (la tradizione racconta che una bottiglia di Freisa dolce veniva addiziona-ta alla damigiana di Barbera per facilitarne la rifermentazione). Un vino il pi delle volte rustico, ma cos ben caratterizzato da essere ricercato sia nelle case di chi con il vino aveva un rap-porto quotidiano, sia nelle piole, le piccole osterie di paese, per la sua capacit di ac-compagnare i piatti forti della tradizione (le acciughe, ad esempio).Ma se tale spiccata levit, cos distante dallinavvicinabile austerit del nebbiolo, per molto tempo fu la sua fortuna e con-tribu ad accrescerne la popolarit, per certi versi rappresent anche la fonte prin-cipale dei suoi problemi. Dalla fine degli anni 60 e per tutto il decennio successivo la tipologia fu purtroppo penalizzata da interpretazioni mediocri, figlie dellavidit di molte cantine e di una politica viticola priva di adeguati controlli. Il risultato fu disastroso: una perdita di cre-dibilit allontan consumatori, venditori, e cosa ancora pi grave, tutti i produttori pi seri, rassegnati a considerare la Barbe-ra un vino dallimmagine inesorabilmente deteriorata.

    Rinascita e trasformazioneLa rinascita della Barbera cos come la conosciamo oggi comincia intorno alla prima met degli anni 80, grazie alle intui-zioni di Giacomo Bologna, vignaiolo e oste

    di Rocchetta Tanaro. Interprete tra i pi carismatici del vino piemontese in quel fer-vente periodo storico, elabor una Barbera dAsti di grande respiro, maturata in barri-que di rovere nuovo e capace di confron-tarsi con i migliori rossi nazionali: il Bricco dellUccellone. Quel vino e il suo magneti-co autore ebbero altri meriti: ridisegnarono drasticamente il profilo organolettico della denominazione (facendo lampeggiare il talento nascosto di un vitigno fino ad al-lora considerato popolare) e aprirono gli occhi a una generazione di nuovi e appas-sionati produttori, persuasi dalla bont del progetto.

    condizioni la sua naturale acidit e la sua spiccata verve fruttata possono essere condotte in una struttura omogenea e completa. per tale motivo che, a dispetto della sua ubiquit produttiva, solo in tre com-prensori viticoli ha fornito le prove pi autorevoli: nel Monferrato Astigiano, in particolare sui suoli pliocenici che caratte-rizzano il circondario di Nizza Monferrato e di Agliano Terme (dove guadagna densit e accattivanti sfumature minerali); sulle poderose marne calcaree di Langa (zona che dona Barbera di ottimi attributi fenoli-ci) e per finire sui bricchi sabbiosi del Roe-ro, lungo i quali esprime vini caldi quanto succosi, dal frutto croccante e definito.

    La Barbera al suo meglioQuando la maturazione in rovere condot-ta con maestria e la concentrazione degli elementi ben proporzionata (in questi ultimi anni, purtroppo, molte selezioni si sono eccessivamente arricchite di estratti e di alcol, perdendo di vista le sfumature), i caratteri precipui del vino sono rappre-sentati da una solida intensit aromatica, da una modulata potenza, da unaccatti-vante carnosit tattile e da una tensione sapido-acida che supplisce alla fisiologica carenza di attributi tannici. Lacidit il fulcro attorno al quale ruota la sostanza delle Barbera pi risolute, in gra-do di proporsi piene e succose, generose e vitali, saporite e rinfrescanti a un tempo. Un rosso di assoluto valore, insomma, che per quanto lontano dalla comples-sit e dalla grazia evolutiva dei nebbiolo di maggior talento (Barolo, Barbaresco, Ghemme, Gattinara e Roero), sa compe-tere con i pi prestigiosi vini del mondo sul piano della piacevolezza e della capa-cit gastronomica.

    da allora che questo vino-vitigno ha sapu-to fornire interpretazioni di eccellente leva-tura, in grado di ottenere lapprezzamento di critici e intenditori. La Barbera dAlba La-rigi 86 di Elio Altare, Conca Tre Pile 1989 di Aldo Conterno, la Barbera dAsti Pomoros-so 90 dei fratelli Coppo e la Barbera dAlba Marun 1998 di Matteo Correggia solo per citare alcune splendide bottiglie personal-mente bevute dimostrarono come la Barbera, se opportunamente condotta in campagna, poteva trarre dal rovere nuovo una profondit di trama e una ricchezza di sensazioni in linea con i parametri dei pi ambiziosi rossi italiani.

    Le esigenze del vitignoTuttavia, perch il barbera, vitigno a ma-turazione tardiva, possa consegnare mosti di grandi potenzialit ha bisogno di sole (non un caso che tra le tante variet ita-liane coltivate in California questa sia quel-la pi diffusa, in particolare nella bollente Central Valley).La sua esigenza di calore ama le tem-perature alte e costanti trova conforto lungo i rilievi collinari bene esposti, poco ventosi, non molto elevati (la quota al-timetrica ideale si aggira intorno ai 300 metri s.l.m.) e caratterizzati da suoli evoluti e ben drenati: esclusivamente in queste

    lacidit il fulcro attorno al quale ruota la sostanza delle Barbera pi risolute, in grado di proporsi piene e succose, generose e vitali, saporite e rinfrescanti a un tempo.

    iL vino in vetrina

  • WINEPASS I 15

    La crisi ha costretto molte famiglie, in Italia e allestero, a ridurre acquisti e consumi. Il comparto vino non fa eccezione: negli ultimi anni ha risentito del trend negativo delleconomia mondiale. In tempi di recessione, vince chi scommette sul futuro. Cos Vignaioli Piemontesi ha siglato un accordo con sette grandi cantine del Piemonte per il rilancio del vino sfuso, in particola-re Barbera, Dolcetto e Cortese. Lidea semplice: bere qualit a un prezzo equo. Il progetto partito tre anni fa e ora lo sfuso piemontese sbarcato anche in Norvegia, dopo aver riconquistato la fiducia della grande distribu-zione tedesca. Gli ultimi dati dicono che la scommessa gi vinta: nel 2012 sono gi stati venduti oltre 49mila ettolitri di vino sfuso, pari a un valore che supera i 5 milioni di euro. Dallanno scorso, il fatturato cresciuto dell81%; dal 2010, addirittura del 194%. Ci credono la Viticoltori del Tortonese, lAnti-ca Vineria e la Vecchia Cantina di Alice Bel Colle, le cantine sociali di Alice Bel Colle, Castagnole Monferrato, Mantovana e Fontanile.

    FEASR Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale

    LEuropa investe nelle zone rurali

    Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 MIS. 133

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    Signor dogliani, per lei il vino

    Il vino, fuori di retorica, un modo di essere. Non un semplice alimento, tantomeno un semplice commer-cio, meno che mai solo un mestiere. Il vino cultura, simbolo, senso di appartenenza. In qualunque situa-zione, ha sempre rappresentato uno stare insieme: anche nella povert dei tempi passati, era un ponte fra le persone. Diventava bisogno di dialogare, voglia di smussare tutti gli spigoli di fatica o le preoccupazioni. radicato nella nostra cultura quanto pu esserlo la natura: rimanda a un modo di vivere, di ritmi modulati che ancora oggi, nonostante il progresso, sopravvivo-no e fioriscono insieme ai meravigliosi colori che han-no le colline nel periodo della vendemmia.

    Ricorda il primo bicchiere di vino bevuto?

    Una volta il pintone era una presenza costante nella cucina delle cascine, quasi uno di famiglia. Pur nelle condizioni di povert di allora, la domenica un piatto di ravioli ris e coi [riso e cavoli, ndr], una fetta di bollito e un bicchiere di vino buono non mancavano Eravamo tutti insieme in una tavolata allegra: avr avuto dieci anni, mi pare fosse un Nebbiolo, perch era domenica. passato mezzo secolo, eppure mi sembra di avere la scena davanti agli occhi.

    A proposito di tempo che scorre dal patriarca Antonio a oggi: cosa cambia-to nel modo di fare vino?

    anDar Per Cantine

    Due milioni e mezzo di bottiglie prodotte ogni anno, di cui 230mila di Barolo, 133 ettari di propriet dislocati tra i Comuni di La Morra, Monforte dAlba, Barolo e Serralunga dAlba, nove cascine per altrettanti cru (Cerequio, Brunate e Morino, Boscareto e Briccolina, Bofani e Tantesi, Bricco di Vergne e Zonchetta). Sono i numeri dellazienda vitivinicola di Fiorenzo Dogliani, Beni di Batasiolo, dove passato e futuro convivono in unimmagine di presente efficiente e dinamico.

    di Pietro RamunnoBeni di Batasiolo

    Lemozione dellelanghe

  • WINEPASS I 17

    La vita intera oggi assolutamente diver-sa, ma rimasta uguale limportanza che ha la natura, che decisiva per la qualit di unannata e di un vino. Certo, oggi si dirada, si produce con logiche moderne: dove il mercato una volta era a malape-na locale, oggi assolutamente globale. Fortunatamente per, oggi come allora, sono comunque sempre e solo la terra e la natura che creano il vino.

    c una persona che pi delle altre ha segnato il suo percorso di vignaiolo?

    Direi senzaltro mio padre. Questo un mestiere che si vive, prima ancora di impa-rarlo. Il legame col mondo del vino, allora quasi sacrale, come quello con la terra, io lho letteralmente assorbito da lui. E non tanto dalle sue parole, quanto piuttosto condividendone la vita. Per me, guardare le Langhe e vedere mio padre la stessa cosa.

    le langhe: che legame ha con questa terra? dalla malora fe-nogliana al possibile riconosci-mento dellunesco, ne stata fatta di strada

    Le Langhe hanno una caratteristica quasi unica: riescono a emozionare anche chi le ha come proprio scenario quotidiano. In passato povere di una miseria quasi feroce, oggi aperte, frequentate da gente di tutto il mondo, ma nella loro essenza emozionanti allo stesso modo. Anche quando sembrano allapparenza malinco-niche, magari in un giorno di nebbia, non puoi non amarle e portarle nel cuore, in qualunque posto tu vada.

    letichetta del cuore: se dovesse sceglierne una?

    difficile dirlo, perch nel vino non ci sono figli e figliastri La Batasiolo ha comunque una fortuna notevole, quella di disporre di vigneti di propriet di neb-biolo da Barolo dislocati nelle pi storiche e famose zone di produzione: Monforte dAlba, Barolo, Serralunga dAlba, La Morra. Per, se proprio devo dirne una, scelgo Vi-gneto Corda della Briccolina, vendemmia 1990: straordinaria. Senza nulla toglierealle altre, intendiamoci. Per unannata eccezionale la percepisci un qualcosa che senti compiersi giorno dopo giorno, fin dallinverno. come se dalla primavera avessi la certezza che n grandinate, n piogge, n freddo fuori stagione potran-

    anDar Per Cantine

    lA cAnTinA

    Nella pagina accanto, Fiorenzo Dogliani. QR: il sito dellazienda

    i.P.

    dellelanghe

  • 18 I WINEPASS

    no accadere. La vendemmia del 1990 cre-do sia irripetibile, per la perfezione dellin-sieme. Ma nessuna vendemmia sar mai uguale ad unaltra, nel bene o nel male.

    Parliamo un po della vostra azienda: quali sono i mercati di riferimento?

    Possiamo dire senza compiacimento di avere avuto unevoluzione davvero sod-disfacente. Dopo aver fatto da battistrada dei vini piemontesi in alcuni mercati (prin-cipalmente Brasile, dove esportiamo dal 1978, e Svizzera), oggi vendiamo in 68 na-zioni. Chiaramente, senza costanza nulla regge: tra dormire sugli allori e vanificare tutto, il passo breve. E la situazione di-versissima da alcuni decenni fa: il mercato si espanso e, nonostante la crisi globale, questa differenziazione permette di ave-re sempre nuove possibilit. Oggi come oggi, i nostri mercati principali sono quelli di Stati Uniti, Canada, Brasile e Oriente in generale.

    che caratteristiche contraddi-stinguono il terroir di produzio-ne dei vostri vini?

    Esposizione al sole in primo luogo, una pendenza che permette alle uve di as-sorbire luce e calore e di far fluire via lac-qua piovana, preservando lessenzialit di grappoli e acini. Il terreno calcareo-

    marnoso, ideale specialmente per i neb-bioli. Poi, ogni zona ha le sue peculiarit: La Morra produce dei Barolo strutturati e lunghi, ma un po meno complessi, men-tre il Barolo di Serralunga ha una struttura tale che si esprime al meglio dopo alme-no 7-8 anni di affinamento in cantina.

    Sono sempre pi in crescita gli enoturisti interessati al ter-ritorio di produzione che si presentano direttamente in cantina: turismo e vino un

    Progetti futuri?

    Guardiamo avanti, soprattutto dal punto di vista delle nuove metodologie di pro-duzione. Il giorno in cui una qualunque azienda cominci a pensare di aver defini-tivamente imparato a produrre vino, da quel momento inizier inesorabilmente il declino. Ogni vino ha caratteristiche in costante espansione Prendiamo il Ba-rolo: un vino che ha futuro e passato nella stessa misura. Le sue caratteristiche sono e saranno sempre inconfondibili, e chi lo beve cerca esattamente quello che trover, senza compromessi. Il Barolo improducibile altrove, e in tutto il mondo lo si beve e lo si cerca proprio per come nasce e si sviluppa, qui e non altrove. Un privilegio che dobbiamo per meritarci, continuando a dimostrare sempre credi-bilit e coerenza.

    binomio che sembra funzio-nare particolarmente bene, da queste parti

    Verissimo. Abbiamo saputo adeguarci, riuscendoci in tempi molto stretti. Fino agli anni Ottanta queste zone erano ancora chiuse in una logica territoria-le lontana dal concetto di accoglienza francese. Ma una volta diventati meta di turismo internazionale si riusciti a esprimere un alto livello di offerta sia culturale, sia gastronomica, sia di acco-glienza, e diciamo pure anche storica, e il gap stato colmato in maniera addirittura sorprendente. Si beve un vino, ci si interroga sulla sua storia: fi-sica, ideale, umana. Questo turismo di livello!

    le langhe hanno una caratteristica quasi unica: riescono a emozionare anche chi le ha come proprio scenario quotidiano.

    BatasIolo Frazione Annunziata, 87 12064 La Morra (CN) Tel. +39 0173 50130 [email protected]

    www.batasiolo.com

    anDar Per Cantine

    Vigneto Corda della BriccolinaBarolo DocgQuestuva nebbiolo di Serralunga dAlba viene vinificata in modo tradizionale, con una fermentazione di 15 giorni a contatto con le bucce. Poi segue laffinamento in barrique per almeno due anni e un anno in bottiglia. Il vino ha profumo ampio, speziato, con note di frutta matura e, in bocca, un tannino vellutato che conferisce pienezza e armonia.

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    FEASR Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale

    LEuropa investe nelle zone rurali

    Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 MIS. 133

    In Piemonte il vino sinonimo di una forte identit storica e culturale. Il viaggio tra i vigneti piemontesi passa per circa 45mila ettari di filari. Per-lopi vitigni autoctoni che consentono a ogni territorio di mantenere una sua ben precisa individualit. Negli anni, le scelte di produzione si sono orientate sempre pi alla qualit e alle denominazioni. Cos oggi la maggior parte delle bottiglie prodotte sono riconducibili a una delle 16 Docg o delle 41 Doc. Partendo dalle Langhe con i suoi nobili rossi, Barolo e Barbaresco, e passando dai vigneti di dolcetto, si arriva nel Monferrato, terra di Barbe-ra, Ruch, Freisa e Grignolino. Acqui Terme presta colline e nome al Bra-chetto. Il viaggio prosegue tra i 10mila ettari di Moscato dAsti, loro delle colline. Le uve di moscato bianco sono anche alla base dellAsti spumante. Dalle uve cortese nasce, invece, un bianco antico e profumato, il Gavi, men-tre dai Colli Tortonesi rilanciano il Timorasso. Il Canavese brinda con il suo Erbaluce di Caluso, e si torna al rosso salendo verso i laghi del Nord con i nebbioli dellAlto Piemonte: Carema, Ghemme e Gattinara.

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  • 0 I WINEPASS

    Nel mondo vinicolo, Negro sinonimo di Arneis: furono in sette, negli anni 70, a credere in questo vitigno, allepoca buo-

    no solo per attirare i tordi, vista la sua ma-turazione precoce, perch si saziassero con i

    suoi chicchi, risparmiando i filari pi preziosi di nebbiolo e barbera. Unendo le uve di tutti, non arrivavano a riempire una botte di legno da 7 quintali: Giovanni part alla volta di Ca-nale per acquistare la quantit mancante a riempire la botte. Quando arriv in piazza San Bernardino, in bicicletta, gli agricoltori aveva-

    no gi venduto tutta la produzione ai media-tori: tenne il suo primo comizio, preludio della

    vocazione politica che ancora oggi lo caratterizza, e li convinse a rivendere a lui giusto la quantit che serviva, dando allo stesso tempo il via al boom del-lArneis. Pigiarono il vino, mutando per le modali-t di vinificazione: prima dellintuizione che ne ha cambiato le sorti, lArneis era un vino dolce, usato per celebrare la Messa. Aver prodotto il vino non bastava: dovevano farlo sapere al mondo.

    di Pietro Ramunno

    anDar Per Cantine

    negro Angelo & Figli

    Arneis perpassione

    Provare, produrre, progredire. Si riassume tutta in queste tre parole, slogan anni 60 dei giovani della coldiretti, la storia dellazienda agricola negro angelo e Figli. Da l parte lavventura di giovanni negro, figlio di angelo, artefice del successo dellazienda avviata nel 1949 (anche se le prime attestazioni di un viticoltore chiamato giovanni Dominico negro figlio di audino risalgono al 1670) con un quinto di un cascinale diroccato, due mucche e tre vitelli, ed estesa oggi su 65 ettari di vigneti in tutto il Roero, e non solo.

  • WINEPASS I 1

    Allora non esisteva neanche la paro-la, ma quello che ci occorreva era fare marketing racconta Giovanni Negro . Scoprii che a Torino facevano una Fiera dei Vini: i grandi nomi del mondo del vino erano l, e io mi presentai l con lArneis sulla cui etichetta era raffi-gurata la chiesa di SantAnna, lo stem-ma di Monteu Roero, le famose Tre P e la scritta in latino Questo il vino del dio Bacco. Fu lorigine delle fortune dellazienda, legata a doppio filo al ter-ritorio di cui siamo espressione limpida. Anche i nostri valori sono quelli sempli-ci di un tempo: restiamo unazienda a conduzione familiare, con la fortuna di avere quattro figli che lavorano con noi, tutti con grande passione, ciascuno oc-cupandosi di un aspetto diverso.

    GABRiElESiamo da sempre attenti allambiente, e abbiamo scelto di rinunciare alluso di fertilizzanti chimici, indirizzandoci verso quelli organici: per questo motivo ab-

    biamo deciso di dotarci di un impianto di lombricoltura. Qui nel Roero i terreni sono sabbiosi, quindi molto poveri di sostanza organica: la scelta agronomica stata quella di arricchire in sostanza or-ganica naturale i vigneti, per migliorarne struttura del terreno, ritenzione idrica, microflora e fauna dei suoli. Il fertilizzan-te ottenuto dalle deiezioni del lombrico, ammendante organico totalmente bio-logico, garantisce anche un notevole risparmio di tempo e di manodopera, grazie alla sua praticit di distribuzione. Fra tutte le specie di lombrico esistenti al mondo, solo poche sono allevabili in cattivit, e tra queste la pi gestibile quella dei Red worms of California, che pu essere allevata allaperto, su terreno libero. Si distingue dalle altre principal-mente per la sua grande versatilit e duttilit: il lombrico di colore rosso e taglia piccola, e la durata della sua vita 4 volte superiore a quella di un lombrico comune. Mangia ogni giorno una quan-tit di cibo pari al proprio peso, espellen-done circa il 70/80%.

    lA FAmiGliA nEGRo

    QR: il sito dellazienda

    anDar Per Cantine i.P.

  • I WINEPASS

    AnGElo

    Ci piace sperimentare: ne una prova il progetto Sette Anni, una sfida azzardata che ci ha riservato un sorprendente ri-sultato. Era il 2001 e nostro padre voleva conoscere pi a fondo il suo patrimonio viticolo: decise di far vinificare separata-mente ogni singolo vigneto di arneis. I vini ottenuti rimasero sui propri lieviti per 6 mesi, per poi passare allimbottigliamen-to. Le degustazioni dei singoli cru sono state effettuate ogni anno per valutarne attentamente levoluzione, cercando di capire quale vigneto fosse pi propenso allinvecchiamento. Dopo 8 anni di studi, sperimentazioni e valutazioni, nacque lArneis Sette Anni, da uno dei vigneti storici dell azienda, sicuramente il pi cal-careo in assoluto e il pi ricco in sabbia e sali minerali. Le caratteristiche principali di questa riserva sono sicuramente la spic-cata sapidit e la formazione negli anni di idrocarburi, profumi eleganti e netti che a volte possono ricordare alcuni Riesling alsaziani. Unico nel suo genere, il primo Arneis in assoluto ad aver provato la stra-da del lungo affinamento.

    EmAnuElALa nostra una produzione di circa 300mila bottiglie annue, concentrata esclusivamente su vini da vitigno au-toctono proprio per valorizzare al meglio il nostro terroir. Lexport occupa circa il 55% suddiviso tra Europa, Paesi asiatici e Usa;

    sono in forte crescita mercati nuovi come la Thailandia, la Cina, Taiwan e lAustra-lia. Abbiamo la fortuna di avere una rete commerciale e gestionale molto giovane, che reagisce con dinamicit alla crisi. Pun-ti di forza essenziali sono la conduzione

    te a cuore: riguarda il recupero di un vec-chio ciabt di famiglia, dove i nostri nonni andavano a festeggiare le Pasquette. Quello che affettuosamente chiamiamo ciabt era, in realt, il castello di Pulciano, insediamento alemanno del periodo me-

    familiare e la collaborazione di persone af-fidabili e innamorate dellazienda: possia-mo cos curare ogni aspetto con passio-ne, da quelli commerciali allaccoglienza, che semplice e calorosa, ma allo stesso tempo determinata e tecnica.

    GiuSEPPEC un progetto che ci sta particolarmen-

    dioevale. Apparteneva alla nostra famiglia, ma negli anni 50 la propriet si frammen-t, e la struttura and via via praticamen-te in rovina. Oggi labbiamo ricomprato, perch quel posto ha un grande valore affettivo. espressione di un territorio che amiamo, e rievoca un modo di accogliere chi viene a trovarci in maniera famigliare. . Il nostro stile il miglior biglietto da visita che possiamo offrire.

    Anche i nostri valori sono quelli semplici di un tempo: restiamo unazienda a conduzione familia-re, con la fortuna di avere quattro figli che lavora-no con noi, tutti con grande passione, ciascuno occupandosi di un aspetto diverso.

    NEGRo azIENDa aGRICola Frazione SantAnna, 1 12040 Monteu Roero (CN) Tel. +39 0173 90252 [email protected]

    www.negroangelo.it

    anDar Per Cantine

    San BernardoRoero DocgLuva nebbiolo del vigneto San Bernardo, a Magliano Alfieri, vie-ne vinificata secondo tradizione (a cappello galleggiante per 18 giorni) e il vino affinato per 17 mesi in botti di rovere e barrique usate e per 7 mesi in bottiglia. Al naso, intenso, prevalgono pesca e frutti rossi; in bocca dolce e polposo, con una trama tannica lunga e importante.

  • WINEPASS I

    FEASR Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale

    LEuropa investe nelle zone rurali

    Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 MIS. 133

    Molti pensano che lautunno sia il periodo dellanno pi bello per scoprire e innamorarsi del Piemonte: giochi di gialli e di rossi che si rincorrono tra vigne, campi e boschi, lincanto della nebbia che scende improvvisa e in-ghiotte parte delle colline, i primi freddi che rendono lorizzonte limpido aprendo lo sguardo sul panorama delle Alpi. Ogni stagione ha i suoi colori, i suoi profumi, la sua magia che avvolge le colline vitate di Langhe, Monfer-rato e Roero. Paesaggi da sogno che sembrano dipinti in punta di pennello e aspettano di ottenere il riconoscimento Unesco a patrimonio dellumanit. Quando la natura cede il passo allopera delluomo, una distesa di vigneti a perdita docchio. Ogni vigna ha il suo cast, la tipica costruzione in mattoni rossi che viene ancora oggi utilizzata dai viticoltori per riparare gli attrezzi o riposarsi dalle fatiche del lavoro in vigna. I cast, cos come le cascine delle campagne, contribuiscono a distinguere il paesaggio delle colline vocate alla viticoltura del Piemonte. Un patrimonio unico e irripetibile da difende-re, recuperare e valorizzare.

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  • I WINEPASS

    Nelle parole di Vitaliano misurate, diplomatiche, convincenti sotto la cenere della pacatezza si per-cepisce la brace di una volont mai doma, proiettata verso nuove avventure imprenditoriali a servizio di unidea di eccellenza che non ha paura di rischiare, e di rischiare molto. Viviamo un periodo di buonumore in azienda, per-ch i nostri vini stanno andando molto bene e rice-vono prestigiosi apprezzamenti internazionali. Ma il frutto di questo successo maturato nel corso di lun-ghi anni, attraverso progetti decennali nei quali non abbiamo mai smesso di investire, racconta Vitaliano.

    Ripartire da zero

    I fratelli Maccario avrebbero potuto vivere, come si suol dire, di rendita. Quando nel 1997 rilevarono lazienda agricola dal nonno Carlo, avrebbero potuto accontentarsi di gestire le propriet di Mombaruz-zo secondo la tipica realt contadina a coltivazione mista. Avrebbero. Perch Pico e Vitaliano decisero altrimenti: La Pico Maccario nasce allora, quando abbiamo scelto di ricostruire lazienda da zero, pun-tando sulla monocultura della vite. Molta modestia, relativa conoscenza dei mercati, unet anagrafica che, sommata, non superava i 50 anni. Eppure la for-za di unintuizione: La Barbera cominciava allora la sua rincorsa ai grandi vini rossi. Abbiamo cos punta-to su un vitigno autoctono, radicato nella tradizione astigiana, con lobiettivo di migliorarne la qualit e la produzione.

    di Gabriele Pieroni

    Il mercato selettivo, vuole il meglio: noi abbiamo semplicemente cercato di darglielo. La filosofia dellazienda Pico Maccario di Mombaruzzo una mescita sapiente di coraggio, tenacia, consapevolezza della tradizione e perch no? sana follia imprenditoriale. A cominciare dai discorsi con Vitaliano Maccario, 38 anni, che assieme al fratello Pico, 40, gestisce una delle pi importanti cantine produttrici di Barbera dAsti in Piemonte, quella con lappezzamento unico pi grande della regione: 70 ettari vitati, di cui 55 dedicati esclusivamente alle cure della Signora in Rosso.

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    Pico maccario

    La Rosa di MombaruzzoCarnivora

  • WINEPASS I 5

    Ai giovanissimi fratelli Maccario manca-va lesperienza, non il coraggio. Per co-struire unazienda vitivinicola di successo ci vuole una mentalit imprenditoriale, che sappia ponderare con attenzione quantit e qualit del prodotto. E non smetta mai di innovare, nel rispetto della tradizione. cos che con il volgere del secolo, la Pico Maccario decide di inve-stire in una radicale automazione del la-voro in vigna e di quello in cantina. Sono una delle prime aziende ad acquistare la vendemmiatrice automatica e a di-fendere con orgoglio questa scelta: Tra il tempo del raccolto e la pigiatura pas-sano pochi minuti, permettendo alluva di preservare qualit e profumi. E sono convinti della necessit di impostare il lavoro perch lalta resa delle viti possa andare di pari passo con la qualit: Se vogliamo essere davvero competitivi in un mercato sempre pi aggressivo, non possiamo che fare un bilancio di costi e benefici, con un occhio sempre punta-to al rapporto tra resa, qualit e prezzo, continua Vitaliano.

    i premi internazionali

    Per dimostrare che il binomio tra eccel-lenza e produzione realizzabile, i Mac-cario hanno prove inconfutabili. La loro Barbera dAsti Lavignone Docg 2011, con le sue 350mila bottiglie lanno, il vino numericamente pi importante della cantina. Ma contemporaneamen-te Oscar Douja dOr 2012 e smart buy (acquisto intelligente) secondo Wine Spectator, che lo ha inserito nella classifi-ca dei migliori 100 vini di prezzo inferiore ai 18 dollari. I riconoscimenti continua-no con una doppietta di tutto rispetto: Antonio Galloni, massimo critico di The Wine Advocate, ha premiato con 90/100 la Barbera dAsti Tre Roveri Docg 2010 (35mila bottiglie), cos come la Barbera dAsti Docg Epico 2009 5mila bottiglie, la punta di diamante delle Barbera fir-mate Pico ha strappato un altro 90 ai critici della rivista del gruppo Shanken. Qualit e tecnologia devono andare di pari passo in vigna come in cantina. Non

    i ViGnETi

    Nella pagina accanto, Vitaliano e Pico Maccario. QR: il video della Rosa Carnivora

    anDar Per Cantine

    Pico maccario

    La Rosa di Mombaruzzo

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  • 6 I WINEPASS

    posso avere un prodotto fantastico e una vinificazione scadente, attacca Vitaliano, che porta ad esempio gli sforzi che la sua azienda sta affrontando per costruire una nuova barricaia: completamente interra-ta e con una copertura eco-friendly, sar la nuova cattedrale della loro Barbera dAsti, che ha ancora margini di miglio-ramento.

    la leggenda della Rosa carnivora

    Linnovazione, a Mombaruzzo, non pas-sa soltanto dalla vigna e dalla cantina. Mentre la qualit della Barbera si affina, saper comunicare questa eccellenza al mondo diventa una prerogativa: Unazienda in crisi unazienda che non ha saputo fare marketing, che non ha lavorato sul marchio, afferma Vita-liano, che da tempo studia il web come strumento di promozione e di contatto con nuovi clienti. Girando in rete mi sono imbattuto nei video virali, filmati condivisi da migliaia di persone che hanno lo scopo di veicolare veloce-mente unidea o un marchio racconta . E io unidea ce lavevo. da questo incontro virtuale che nasce la leggen-da della Rosa Carnivora di Momba-ruzzo. Con fantasia e una buona dose di avventatezza, Vitaliano fa confezio-nare un finto documentario nel quale le rose che ornano i filari dellazienda subiscono una mutazione noir: da ele-ganti compagne della vite a spietate

    killer di insetti. In realt, non ho inven-tato nulla. Le rose venivano piantate come spia della salute della vigna. Se si ammalavano il contadino doveva in-tervenire. Noi abbiamo costruito un so-gno a partire dalla tradizione. Appena mandato in rete, il filmato che a tutti gli effetti sembra girato da una troupe (inesistente) di professionisti australiani un vero e proprio successo: oltre 200mila visualizzazioni, 40mila contatti sui social network, 30mila visite al sito web della Pico Maccario, migliaia di commenti che si interrogano sulla veri-dicit, o meno, della Rosa Carnivora. I risultati sono stati sorprendenti con-

    fessa Vitaliano : grazie ad un semplice video siamo venuti in contatto con mi-gliaia di persone in un lasso di tempo che avrebbe richiesto mesi, forse anni con i tradizionali mezzi di comunica-zione. Il nostro obiettivo era quello di riportare allattenzione dei consumato-ri la Barbera dAsti e valorizzare le sue terre di vocazione e i suoi magnifici vigneti.E conclude: La tecnologia non in competizione con la tradizione, linno-vazione non pregiudica il territorio. Al contrario, il vero problema del mondo vinicolo chi si ostina a non capire che bisogna investire.

    Se vogliamo essere davvero competitivi in un mercato sempre pi aggressivo, non possiamo che fare un bilancio di costi e benefici, con un occhio sempre puntato al rapporto tra resa, qualit e prezzo.

    PICo MaCCaRIo Via Cordara, 87 - 14046 Mombaruzzo (AT) Tel. +39 014 1774522 [email protected]

    www.picomaccario.com

    anDar Per Cantine

    EpicoBarbera dAsti Superiore DocgIl nome rimanda alla natura in equilibrio con lamore e la pas-sione, tesi verso leccellenza. Raccolta manuale delle uve a ma-turazione ottimale, pigiatura soffice, affinamento per almeno 12 mesi in piccoli legni di rovere francesi: il risultato un vino dal profumo complesso, di frutta matura e vaniglia, e dal sapore in-tenso, morbido ed equilibrato.

  • WINEPASS I 7

    FEASR Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale

    LEuropa investe nelle zone rurali

    Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 MIS. 133

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    I nobili rossi delle Langhe sono celebri in tutto il mondo. C poi un vino forse meno blasonato ma che altrettanto bene sa parlare del Piemonte, del territorio e della sua gente. il vino quotidiano, quello da bere tutti i giorni, che arriva sulle tavole a un buon rapporto qualit-prezzo. Barbe-ra, Dolcetto, Grignolino, Freisa, Cortese, ma anche piccole Docg come il Ruch, la Malvasia, il Brachetto. di questa tipologia di produzione enologica che, da anni, attenta custode la Vignaioli Piemontesi. la pi grande organizzazione di produttori vitivinicoli dItalia, ricono-sciuta dallUnione Europea. Ha sede a Castagnito, poco prima di arriva-re ad Alba da Asti, e riunisce 43 cantine cooperative e oltre 400 aziende vitivinicole, per un totale di circa 8.000 famiglie. Complessivamente la produzione delle aziende associate di 950.000 ettolitri in media allan-no, che rappresentano pi del 30% della produzione regionale di vino.

  • 8 I WINEPASS

    La citt svuotava le province promettendo una ric-chezza immediata. Eppure, di ricchezze, i ronchi di No-vara come si chiamano i terreni che declinano verso la Sesia erano colmi. Bisognava per credere in una terra povera e poco fertile ai piedi del Monte Rosa, ricca di minerali ma ciottolosa, battuta dai venti delle Alpi e addolcita dallumidit delle risaie. Dove il nebbiolo, pre-sente fin dai tempi antichi, aveva saputo regalare vini dalle squisite sfumature, terroir in grado di incantare i Duchi di Milano e il Conte di Cavour, Camillo Benso, che ne apprezzava i nettari al pari dei vini di Borgogna. qui che lazienda Antichi Vigneti di Cantalupo, realt storica del Ghemme Docg, ha mosso i primi passi. Dal 1969 quando era gestita dai fratelli Carlo e Giuseppe Arlunno Cantalupo non ha mai smesso di investire sul proprio territorio, puntando sulla rinascita e la ri-scoperta di un vino nobile ed elegante, il Ghemme, un tempo addirittura pi celebre dei suoi cugini langaroli: Barolo e Barbaresco. Oggi, Cantalupo unazienda so-lida e conosciuta, gestita da Alberto Arlunno, che al-lamore per la sua terra abbina una passione autentica per larcheologia e la storia vitivinicole di Ghemme e le

    testimonianze legate al suo prestigioso vino. Perch, come sostiene, il terroir di un vino una dimensio-ne interiore che merita di essere coltivata.

    Spesso in Piemonte, vino vuol dire langhe. Eppure anche le colline novaresi hanno una tradizione millenaria da difendere.

    vero. Larea novarese testimonia la presenza della vite coltivata fin dal VII secolo a.C., quando in

    una tomba furono scoperti semi di vite e pollini: se-gno inequivocabile di una produzione vitivinicola ben avviata, portata probabilmente da coltivatori etruschi giunti a contatto con le popolazioni celtiche del Nord Italia. Sta di fatto che i Romani continuarono a conside-

    Ps k n vecc, spo nut gni, pi che vecchi non si pu diventare. Era questo il cinico motto con cui gli abitanti delle colline di Novara lamentavano la mancanza di giovani pronti a prendere in gestione le loro terre. Negli anni 50, il boom industriale e la vicinanza di Milano distoglievano la manodopera dalla viticoltura dellAlto Piemonte occidentale, distruggevano la qualit dei vini e trasformavano tante splendide vigne di Ghemme in gerbidi, cio colline incolte, abbandonate.

    di Gabriele Pieroni

    anDar Per Cantine

    AntichiVigneti

    Il Ghemme nel sangue

    dicantalupo

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    rare queste terre vocate alla produzione vinicola fino a quando, nel medioevo, i canonici di Orta San Giulio se ne impos-sessarono. Non si dimentichi che i colti monaci di Cluny, fautori della valorizzazio-ne del patrimonio viticolo ed enologico della Cte dOr, ebbero numerosi vigneti in Ghemme. Ancor oggi uno dei quartieri in cui suddiviso il borgo porta il nome di San Pietro, dedicazione dellantica ab-bazia, epicentro del mondo cluniacense. a loro che si devono riconoscere i primi sforzi documentati per mantenere alta la qualit dei nostri vigneti: in alcuni loro contratti daffitto cera una clausola preci-sa ad meliorandum, cio volta alla preser-vazione della produttivit dei terreni.

    Anche la storia moderna ri-conosce a Ghemme e ai suoi vini uneccellenza vitivinicola invidiabile.

    Nel XV secolo Ghemme era il fornitore di vino della Corte degli Sforza di Milano: il duca Francesco apprezzava particolar-mente la vespolina, come attestato da un suo grande ordinativo del 1465. Ma lestimatore pi puntuale dei nebbioli

    di Novara fu Camillo Benso Conte di Ca-vour. In una sua lettera del 1845 ne loda il bouquet paragonandolo ai vini borgo-gnoni e si augura di trovare bravi vignaioli ed estimatori di questo vino perch ne diffondano la cultura in tutto il mondo.

    come nata lazienda cantalupo?

    Mio padre, Carlo, di famiglia destrazione vignaiola almeno dagli esordi del Seicen-to, in giovane et segu il suo estro arti-stico-pittorico. A guerra ultimata realizz con il fratello Pino un frantoio per olio di vinaccioli ed in seguito unimpresa di re-stauro, pur coltivando il suo attaccamento al Dna di famiglia. Sicch nel 1969, con il decreto di riconoscimento della Doc per il Ghemme, pose le basi per la realizzazione di un suo sogno: creare un grande vigne-to in Ghemme. Part da quattro vigneti di famiglia e ne acquist altri. In quel periodo poteva sembrare un azzardo tornare alla terra: le campagne si spopolavano e le vi-gne rimanevano incolte. Ma cerano gran-de fiducia e aspettative nel futuro. Nel 1977, quando i vigneti erano finalmente in piena produzione, lazienda agricola Arlunno si trasform in Antichi Vigneti

    FilARi A GHEmmE

    Nella pagina accanto, Alberto Arlunno. QR: il sito dellazienda

    anDar Per Cantine

    dicantalupo

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  • 0 I WINEPASS

    Cantalupo, che oggi conta oltre 100 ettari di terreno, di cui 35 vitati e articolati in di-verse zone tra i 250 e i 310 metri sul livello del mare.

    il Ghemme docg nasce dallo stesso vitigno del Barolo e del Barbaresco. Quali sono le dif-ferenze?

    La bellezza del nebbiolo la variet delle sue sfumature, ognuna con la sua particolare personalit data dal luogo e dal terreno di coltura. A Ca-rema nasce sulle rocce di montagna, a Lessona sulle sabbie marine, a Gat-tinara sulle pietre vulcaniche e nelle Langhe cresce su fondali marini, ar-gille e calcari, che gli conferiscono una potenza ineguagliabile: tutte le denominazioni del nebbiolo cantano la sua grandezza. Il Ghemme nasce dallere-dit geologica del Monte Rosa, rappresen-tata da ciottoli friabili ricchissimi di minerali e microelementi: ha perci grande struttu-ra come il Barolo e il Barbaresco, ma meno esplosivit, perch punta di pi su austerit ed eleganza. Furono queste caratteristiche a entusiasmare Cavour che nel 1845 escla-m: Or dunque rimane provato che le colline del Novarese possono gareggiare coi colli della Borgogna.

    Eppure in Ghemme non al-trettanto famoso.

    Il problema principale di Ghemme la sua posizione per secoli defilata dal nu-cleo antico del Piemonte, in zone quin-di di confine. Le Langhe sono riuscite a identificarsi con lintera produzione del Piemonte, tanto da diventarne un sinoni-mo, mentre il territorio di Novara rimasto storicamente legato al Ducato di Milano fino al 1738.

    si presenta, a tutto pasto, fresco, delicato, dotato di buona struttura, frutto della pro-digiosa paternit di questo grande vitigno. Abbiamo infine lanciato la seconda anna-ta del Mia Ida, brut dedicato a mia madre, uno spumante di nebbiolo metodo Char-mat lungo. La nostra produzione si attesta sulle 180mila bottiglie, di cui 25/40mila di Ghemme.

    Quali sono i mercati pi importanti?

    Esportiamo circa il 50% della nostra produzione verso Giappone, Svizze-ra, Germania, Canada, Francia, ma soprattutto Norvegia e Stati Uniti, dove il Ghemme sta riscuotendo interesse e consensi.

    Quanto importante sa-per comunicare leccellenza del proprio prodotto?

    Importantissimo, attraverso tutti i mezzi di comunicazione. Ma sono convinto di una cosa: la miglior presentazione dei no-stri vini il silenzio. Quello di una attenta degustazione, innanzitutto. E quello del-linteriorizzazione: un vino sempre il pro-dotto di una storia, che per essere gustata a fondo deve essere capita e apprezzata. Se poi il silenzio non basta, seguiremo i consigli di Cavour.

    Quali?

    Come scrisse nel 1845 a riguardo della No-vara viticola: A trionfare nella lotta [con i vini di Borgogna, ndr] solo necessario proprietari che diligentino la fabbricazio-ne dei vini e ricchi ed eleganti ghiottoni che ne stabiliscano la riputazione.

    Quali vini producete?

    Oltre alle etichette di Ghemme Docg (Collis Breclemae, Collis Carellae, Signo-re di Bayard e Cantalupo), abbiamo vari nebbioli Colline Novaresi Doc, il bianco Carolus (Greco di Ghemme con Arneis e Chardonnay) e il Villa Horta, prodotto con la vespolina, vino assai gradevole la cui speziatura ricorda il Pelaverga. Da oltre 20 anni produciamo anche un rosato di neb-biolo, il Mimo: un rosato atipico perch

    il terroir di un vino , prima di tutto, una dimensione interiore che merita di essere coltivata.

    aNtIChI VIGNEtI DI CaNtaluPo Via M. Buonarroti, 5 28074 - Ghemme (NO) Tel. +39 0163 840041

    www.cantalupo.net

    anDar Per Cantine

    collis BreclemaeGhemme DocgDa uve nebbiolo del vigneto Breclema, vendemmiato nella se-conda parte di ottobre. Una vinificazione tradizionale con due follature giornaliere manuali conferisce al vino il caratteristico sapore vellutato, dolce e austero. Affinato nel rovere di Slavonia per oltre 30 mesi, al naso avvolgente con note di liquirizia, viola, frutti rossi di sottobosco.

  • WINEPASS I 1

    FEASR Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale

    LEuropa investe nelle zone rurali

    Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 MIS. 133

    GRA

    FIC

    A:

    ico

    MM

    ult

    iMED

    ia.it

    Un po enoteche, un po botteghe: in una parola, sono vetrine delleccellenza eno-gastronomica del territorio. La rete di negozi con il marchio Millevigne coin-volge molte enoteche e punti vendita in tutta Italia. Progetto nato nel 2007, con la regia di Vignaioli Piemontesi, che sempre pi crede nel rapporto diretto tra produttori e consumatori. Ancora oggi un marchio per la distribuzione di una selezione di vini e prodotti gastronomici piemontesi legati al mondo della coo-perazione. La sede principale a Castagnito (Tel. +39 0171 210350), sulla statale Asti-Alba, a due passi dal Roero e dalle Langhe. Qui, in un grande showroom, si possono trovare le migliori etichette di Roero Arneis, Freisa, Grignolino, Dolcet-to, Barbera dAsti, Ruch di Castagnole Monferrato, Albarossa, Nebbiolo, Bar-baresco, Barolo, Moscato dAsti, Brachetto dAcqui e Asti Docg. Vini, ma anche tipicit fatte da mastri artigiani: dalla pasta ai dolci, dalle conserve al miele, fino ai funghi e ai tartufi. Lo showroom aperto dal marted al sabato dalle 10,30 alle 19; da settembre a dicembre, lapertura estesa al luned e poi alla domenica e nei festivi (gli orari sono: 9,30-12 e 15-19). Ultimo in ordine di tempo a entrare nella rete Millevigne, il punto vendita della cantina Terre del Pinerolese di Bri-cherasio, nel Torinese, cooperativa appena acquisita da Vignaioli Piemontesi.

  • I WINEPASS

    LaRiserva vino e natura

    della Val Sarmassadi Fabio Viarengo

    La lunga memoria del Monferrato

    Percorrere i sentieri della Val Sarmassa come intraprendere un viaggio nellessenza dellAstigiano: qui, infatti, che si trovano gli elementi caratteristici di questo territorio. La natura dei boschi, le vigne realizzate con il lavoro delluomo, le colline, le cascine e i personaggi che hanno raccontato la vita e i luoghi di questa terra.

    Naturale

  • WINEPASS I

    cARTolinE dAllA RiSERVA

    Flora e fauna della Val Sarmassa. QR: il sito web dei Parchi Astigiani

    In questangolo dellAlto Monferra-to, un po defilato rispetto alle terre dove la vite ha soppiantato ogni an-golo di natura, ritroviamo aspre col-line ricoperte da fitti boschi. Proprio qui, nel 1993 stata istituita, con una legge Regionale, la Riserva Naturale Speciale della Val Sarmassa, ora ge-stita dallEnte di Gestione delle Aree protette Astigiane.I nomi dei luoghi raccon-tano la storia che hanno vissuto: la Valle della Morte nella quale si racconta sia avvenuta una dura batta-glia allepoca del Barba-rossa e il Bricco dei Tre Ve-scovi dove si incontravano tre distinte diocesi e dove tuttora confluiscono tre Comuni dellarea protetta. La Riserva quasi com-pletamente ricoperta da boschi anchessi con storie differenti: taluni costituiti da querce, ciliegi, olmi e aceri sono i pi interessanti dal punto di vista naturalistico. Il querceto dei Crova, famiglia nobile di questo territorio, proprio uno di questi, e ospita piante di particolare interesse quali le ginestre, la cefalantera bianca (or-chidea dalla splendida fioritura), il sigillo di salomone ed il pungitopo. Oggi questo bosco, posto su un ver-sante esposto a sud, essenziale per la Riserva poich conserva la memo-ria naturale di come un tempo erano tutti i boschi ed i coltivi attorno alla riserva. E non solo: esso il cuore pulsante da cui vengono dispersi dal vento, dagli insetti e da tutti gli altri

    animali, i semi che forse un giorno riporteranno allo stato originario, e quindi ricco di biodiversit, tutti i boschi vicini. I versanti che guardano a nord, sem-pre freddi ed ombrosi, ospitano fitte perticaie di castagno, talvolta curate a tal punto da sembrare coltivate e da cui si ottengono pali dritti e re-

    vino e natura

    sistenti da utilizzare come sostegno nelle vicine vigne. Tuttavia, anche qui, la natura ha il suo spazio e gi a partire da marzo le primule, le epatiche viola e le verdi felci fanno capolino tra le grandi foglie di casta-gno cadute lautunno precedente. Inoltre i suoi frutti, come anche le ghiande delle tante querce, sono pa-sto fondamentale per moltissimi ani-mali, dai piccoli insetti fino ai grandi mammiferi.Infine i boschi di robinia, boschi nuo-vi, che fino al 600 non esistevano in quanto la Robinia pseudoacacia, pianta originaria del nord America, ancora non era presente sul nostro

    i nomi dei luoghiraccontano la storiache hanno vissuto,dalla Valle della morteal Bricco dei Tre Vescovi

    della Val Sarmassa

  • I WINEPASS

    territorio. Oggi questi boschi sono i pi abbondanti, con labbandono delle terre coltivate nel secondo dopo guerra: essi hanno infatti colo-nizzato vigneti, frutteti e coltivi. Que-sta storia recente si pu ancora leg-gere sui sentieri che percorrono la Riserva: osservando con occhi atten-ti si possono infatti scorgere, nel fitto dei boschi, vecchi pozzi, i contenitori (detti trori) per la preparazione del verderame, i terrazzamenti sui quali crescevano un tempo le viti, i casotti per il ricovero degli attrezzi.Se invece siete amanti degli animali, possiamo dire che non facile po-terne osservare qualcuno, anche se tutto dipende da come ci si approc-cia ad unescursione sui sentieri della Riserva. Armati di pazienza, spirito di osservazione, un rigoroso silenzio ed escursioni negli orari pi tranquilli la mattina presto o il crepuscolo possibile imbattersi in volpi, cinghia-li, tassi, scoiattoli e ghiri dei quali non mancano le tracce lasciate su alberi, sentieri e cespugli.C poi una fauna pi piccola ma al-trettanto affascinante che frequenta questi boschi e che deve la sua pre-senza anche ai piccoli stagni, rii e pa-ludi che sono nascosti qua e l nel folto dei boschi. Ne sono un esempio le colorate e sfreccianti libellule che nel periodo estivo vanno a caccia di zanzare e di piccoli insetti, le farfalle, le rane e i ramarri, questultimi scelti quale simbolo della Riserva. Una storia pi antica quella che

    vino e natura

    Le piante hanno da sempre destato la curiosit delluomo, per i loro colori, forme e profumi: in esse ab-biamo imparato a scoprire essenze e rimedi medicinali, oltre a utilizzarle come ripari e fonti di calore.Nella Riserva della Val Sarmassa vi un posto dove tante specie di piante sono state raccolte e disposte in un giardino per raccontare e farne conoscere le peculiarit, gli usi, le caratteristiche officinali, ma anche i colori e le forme a tutti i frequentatori della Riserva.tutto nato grazie al vecchio Jim, un anziano giramondo appassionato di boschi e piante, che proprio in questi boschi e prati della Val Sarmassa andava a raccogliere erbe per le sue tisane e per i suoi decotti. Alcune di queste piante, che lui utilizzava per curarsi, sono ora osservabili presso la stazione botanica po-sta presso lingresso del sentiero della Valle della Morte. Qui si possono ritrovare la celidonia, il cui lattice di colore giallo era utilizzato per curare le verruche, lachillea i cui fiori bianchi sono usati per decotti e oli cicatrizzanti e poi ancora lorigano, liperico, il tanaceto, la rosa canina e la fumaria.

    la Stazione botanica del vecchio Jim

    una storia pi antica quella che riguardai fossili che affiorano in alcuni punti del territorio della Riserva: sono resti di organismi vissuti pi di due milioni di anni fa.

    riguarda i fossili che affiorano in al-cuni punti del territorio della Riser-va: sono resti di organismi vissuti in un antico mare che ricopriva queste terre e gran parte dellAstigiano nel periodo Pliocenico risalente a pi di due milioni di anni fa. Nelle scar-pate lungo i sentieri e talvolta nelle piccole grotte scavate nellarenaria, localmente chiamata tufo per la sua consistenza compatta ma facilmente lavorabile, si possono ritrovare come piccole macchie che affiorano da un lontano passato; sono conchiglie di bivalvi, resti di granchi, di vertebrati marini e molti altri organismi vissuti milioni di anni fa.

  • WINEPASS I 5

  • 6 I WINEPASS

    PiemonteWinePass

    Piemonte

    WinePass crede che in un bicchiere di vino ci sia cultura, storia, emozione

    WinePass piace alla gente del vino WinePass lideale compagno di viaggio WinePass d pi gusto ai tuoi itinerari Con WinePass trovi il tuo vino e le tue cantine preferite

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  • WINEPASS I 7

    TORINO

    ASTI

    CUNEO

    ALESSANDRIA

    VERCELLI

    SAVONA

    NOVARA

    AOSTA

    GENOVA

    PAVIA

    MILANO

    IMPERIA

    MONACONIZZA

    MONZA

    VARESE COMO

    ParcoNazionale

    DellaVal

    Grande

    ParcoNazionale

    DelGran

    Paradiso

    ParcNationalDe La

    Valnoise

    Valais - Wallis

    Ticino

    IVREA

    TORTONA

    GAVI

    BIELLA

    ALBA

    PINEROLO

    DOGLIANI

    CASTELNUOVO DON BOSCO

    CANELLI

    OVADA

    MONDOVI

    BRA

    CASALE MONFERRATO

    CHIVASSO

    VERBANIA

    Lago Maggiore

    Lago dOrta

    Lago Lario

    Barolo

    Torinese Alto Piemonte

    Acquese e OvadeseLanghe

    MonferratoAsti e Moscato

    Roero

    Gavi e Tortonese

    Barbaresco

    Piemonte

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  • 8 I WINEPASS

    FOSSANO BENE VAGIENNA

    NARZOLE

    MONCHIERO

    PIOZZODOGLIANI

    BELVEDERE LANGHE

    NIELLA BELBO

    PRUNETTO

    PEZZOLO VALLE UZZONE

    BERGOLO

    TODOCCO

    ROCCAVERANO

    CORTEMILIA

    BORGOMALE

    ARGUELLO

    SERRAVALLE LANGHE

    MONFORTE DALBA

    BAROLO

    LA MORRA

    CHERASCO

    VERDUNO

    GRINZANE CAVOUR

    ALBACINZANO

    DIANO DALBA

    RODELLO

    FARIGLIANOCLAVESANA

    BRA

    MARENE

    BARBARESCO

    MANGO

    COSSANO BELBO

    ROCCHETTA BELBO

    BUBBIO

    SANTO STEFANO BELBO

    CANELLI

    SANTALBANO STURA

    MAGLIANO ALPI

    MOROZZO

    PIANFEI

    VILLANOVA MONDOVI

    FRABOSA SOTTANA

    FRABOSA SOPRANA

    MONTALDO DI MONDOVI

    SCAGNELLO

    BAGNASCO

    NUCETTO

    MURIALDO

    OSIGLIA

    BIESTRO

    MALLARE

    CAIRO MONTENOTTE

    MILLESIMOMONTEZEMOLOCEVA

    LESEGNO

    MOMBASIGLIOVICOFORTE

    MONDOVI

    CARRU

    BASTIA MONDOVI

    NIELLA TANARO

    MARSAGLIA

    TORRESINA

    MURAZZANO

    SALICETO

    GOTTASECCA

    DEGO

    CALOSSO

    COSTIGLIOLE DASTI

    NEIVE

    PRIOCCA

    GOVONE

    SOMMARIVA PERNO

    MONTA

    MONTALDO ROEROSOMMARIVA DEL BOSCO

    CARMAGNOLA

    PRALORMO

    TIGLIOLE

    SAN DAMIANO DASTI

    REVIGLIASCO DASTI

    ASTI

    ISOLA DASTI

    VIGLIANO DASTI

    TORINO

    GENOVA11

    LangheTerra di grandi Vini

    8 I WINEPASS

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  • WINEPASS I 9

    Langhe GuidA

    Langhe

    ABBONABorgata San Luigi, 40 - 12063 Dogliani (CN)Tel. +39 0173 721317 [email protected] www.abbona.com

    c

    ACCOMO F.LLI SILVANO E BRUNOStrada Sinaglio, Madonna di Como - 12051 Alba (CN) Tel. +39 0173 612209 [email protected] www.poderisinaglio.it

    a 75

    ALARIO CLAUDIOVia Santa Croce, 23 - 12055 Diano dAlba (CN) Tel. +39 0173 231808 [email protected] www.alarioclaudio.it

    c

    ANNA MARIA ABBONAFraz. Moncucco, 21 - 12060 Farigliano (CN)Tel. +39 0173 797228 [email protected] www.annamariabbona.it

    B

    BRICCO MAIOLICAVia Bolangino, 7 - 12055 Diano dAlba (CN)Tel. +39 0173 612049 [email protected] www.briccomaiolica.it

    BD 80 con colazione

    BRICCO MOLLEAVia Montex, 1 - 12080 Vicoforte (CN)Tel. +39 0174 563364 [email protected] www.relais-art.com

    a 120 con colazione

    CA VIOLABorgata San Luigi, 11 - 12063 Dogliani (CN) Tel. +39 0173 70547 [email protected] www.caviola.com

    Bc

    40/50 40/50 180/210

    CANTINE LUZI DONADEI FABIANIBorgata Chiecchi Soprani, 3 - 12060 Clavesana (CN) Tel. +39 0173 790387 [email protected] www.cantineluzi.com

    a

    30 30 60

    CASCINA ROSSAVia Cane Guido, 24 - 12055 Diano dAlba (CN)Tel. +39 0173 231918 [email protected] www.cascinarossa.com

    ac

    CHIONETTI QUINTO E FIGLIOBorgata San Luigi, 44 - 12063 Dogliani (CN)Tel. +39 0173 71179 [email protected] www.chionettiquinto.com

    B

    CLAVESANAFraz. Madonna della Neve, 19 - 12060 Clavesana (CN) Tel. +39 0173 790451 [email protected] www.inclavesana.it

    a

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    WINEPASS I 9VISITE IN AZIENDA a pagamentoDEGUSTAZIONI a pagamento

    VENDITA DIRETTAPREZZO MEDIO: a fino a 7 B da 7 a 15 c da 15 a 20 D da 20 a 30 E oltre 30

    PRANZOPrezzo medio

    CENAPrezzo medio

    OSPITALITPrezzo medio

    LA TORRICELLALoc. S.Anna, 98 - 12065 Monforte dAlba (CN) Tel. +39 0173 78327 [email protected] www.latorricella.eu

    B

    25/40 25/40 100 con colazione

    GILLARDILoc. Corsaletto, 69 - 12060 Farigliano (CN)Tel. +39 0173 76306 [email protected] www.gillardi.it

    c 20 20

    MASCARELLO GIUSEPPE E FIGLIOVia Borgonuovo, 108 - 12060 Monchiero (CN) Tel. +39 0173 792126 [email protected] www.mascarello1881.com

    cE

    MOSSIOVia Mont, 12 - 12050 Rodello (CN)Tel. +39 0173 617149 [email protected] www.mossio.com

    c

    OLIVERO MARIOVia Fontanassa, 19 - 12060 Roddi (CN)Tel. +39 0173 615256 [email protected] www.oliveromario.com

    c

    PECCHENINOBorgata Valdiberti, 59 - 12063 Dogliani (CN) Tel. +39 0173 70686 [email protected] www.pecchenino.com

    c 110

    PODERI LUIGI EINAUDIBorgata Gombe, 31 - 12063 Dogliani (CN)Tel. +39 0173 70191 [email protected] www.poderieinaudi.com

    BE 150

    SAN FEREOLOBorgata Valdib, 59 - 12063 Dogliani (CN)Tel. +39 0173 742075 [email protected] www.sanfereolo.com

    B

    TENUTA LANGASCOFraz. Madonna di Como - 12051 Alba (CN)Tel. +39 0173 286972 [email protected] www.tenutalangasco.it

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    PiEmonTESEin PillolE

    CictImmancabile a fine pasto, il bic-chierino di liquore servito come di-gestivo. Come seconda definizione, vuol dire anche rimprovero.

    CisrPiatto povero della tradizione lan-garola, ovvero zuppa preparata con ceci, trippa, cotenna, rape, carote, sedano, cipolla, aglio, cavolo, salvia e rosmarino. Il sapore e la semplici-t degli ingredienti sintetizzano alla perfezione la cultura gastronomica e lo spirito pi autentico dei Doglia-nesi.

    CognAltrimenti detta mostarda duva, pensata un secolo come preparazio-ne per conservare la frutta, quando non cera altro modo per combatter-ne il deperimento. Oggi un prodot-to prelibato, ideale per accompagna-re formaggi e polenta.

    Garss il tradizionale recipiente in doghe di legno con due maniglie, utilizzato per travasare il vino.

    Griva (o frissa)Tradizionalmente il fegatello di maiale (spesso accompagnato da altre frattaglie) condito, tra laltro, con ginepro e racchiuso nellomento, il reticolo del polmone dellanimale.

    MostraLorologio, anche da taschino o da polso, che a Dogliani per definizione quello della Torre civica di piazza Belvedere.

    Pronuncia: in piemontese la lettera o senza accento si legge u, mentre si legge come o nella forma accen-tata .

    20

    noTA BEnEPrima di effettuare qualsiasi visita in cantina, telefona al numero indicato nei contatti.

    Le mappe e le descrizioni degli itinerari devo-no essere considerate come uninformazione indicativa. Per una visione pi dettagliata e interattiva di questa zona, accedi ai contenuti extra attraverso il QR Code che trovi in basso a sinistra sulla mappa.

  • 0 I WINEPASS

    Nella ormai centocinquantenaria storia dItalia non sono molti gli intellettuali che si siano spesi per il nostro Paese con lintensit e lo slancio che ebbe Luigi Einaudi.Professore universitario ed economista di scuola liberale, intellettuale di fama mondiale, pi volte ministro e poi Presidente della Repubblica italiana, Einaudi rimase sempre molto legato alla sua terra dorigine e non manc mai di tornarci, stabilendovisi definitivamente negli ultimi anni della sua vita. Sulle orme di questo grande Doglianese, senza dimenticare di ammirare le bellezze ar-tistiche e paesaggistiche che incontrerete strada facendo, vi proponiamo un itinerario da fare in auto che si snoda tra Dogliani, Farigliano e Carr.A Dogliani, allinterno del Palazzo Comunale che noterete accanto alla chiesa parrocchiale dei Santi Quirico e Paolo, stato allestito il Museo Luigi Einaudi, a ingresso gratuito. Al piano terra potrete leggere i pannelli esplicativi che ne illustrano la vita e le idee, mentre salendo al secondo piano sarete sorpresi dalla quantit di oggetti, fotografie, articoli e ricordi delle tante imprese di Ei-naudi, da uomo di Stato e da appassionato viticoltore. Sogno tutta lItalia come Dogliani, soleva ripetere, rimarcando il vivo il legame con la propria terra dorigine.Uscendo dal paese lungo via Savona, potete rendere omaggio a Luigi Einaudi visitando il cimite-ro monumentale del paese, che vi accoglier con le sue guglie neogotiche. Qui sepolto in una

    sobria e lineare ala appartata accanto al figlio Giulio, fondatore dellomonima casa editrice.Proseguite poi in direzione Savona e dirigetevi verso Borgata Gombe. Qui sorge la cascina San Giacomo, che a ventitr anni Einaudi acquist per far-ne la propria casa e iniziare lattivit vi-tivinicola. Oggi lazienda porta ancora il suo nome (Poderi Luigi Einaudi) e produce circa 250mila bottiglie lanno fra Dogliani, Barolo, Piemonte Barbera, Langhe Nebbiolo e Moscato dAsti.Seguendo la Strada Provinciale 9 prose-

    guite per Farigliano: seguite le indicazioni per Frazione Mellea e dopo pochi chilometri trove-rete, non lontano dalle sponde del Tanaro, lomonimo Santuario, eretto nel 1647 in ricordo di due apparizioni della Madonna proprio in quel luogo.Uscendo dalla frazione, dopo pochi minuti raggiungete Carr, paese di nascita di Luigi Einaudi.

    Sulle vie di Luigi Einaudi

    Seguendo le indicazioni per il centro e dopo aver imbocca-to via Garibaldi, recatevi in via Einaudi: qui che sorge la sua casa natia, opportunamente segnalata da una targa com-memorativa.

    RELAIS DEI PODERI EINAUDI Borgata Gombe, 31 - 12063 Dogliani (CN)Tel. +39 0173 70414www.relaiseinaudi.com

    B&B PECCHENINO Borgata Valdiberti, 59 - 12063 Dogliani (CN)Tel. +39 0173 70686www.pecchenino.it

    VILLA BRACCO Borgata San Luigi, 11 12063 Dogliani (CN)Tel. +39 0173 70547www.villabracco.com

    RISTORANTE DA ALDOVia XXV Aprile, 23 - 12063 Dogliani (CN)Tel. +39 0173 70588www.albergo-ristorantedaaldo.com

    OSTERIA BATTAGLINO Piazza Martiri della Libert, 12 12063 Dogliani (CN)Tel. +39 0173 742089www.osteriabattaglino.it

    HOTEL RISTORANTE MODERNOVia Misericordia, 12 - 12061 Carr (CN)Tel. +39 0173 75493www.ristorantemoderno.net

    CIMITERO MONUMENTALE Via Croce - 12063 Dogliani (CN)

    MUSEO LUIGI EINAUDI Piazza San Paolo, 10 - 12063 Dogliani (CN)Tel. +39 0173 70107

    SANTUARIO DI NOSTRA SIGNORA DELLE GRAZIE Frazione Mellea, 1 - 12060 Farigliano (CN)Tel. +39 0173 76134

    CASA NATIA DI LUIGI EINAUDI Corso Einaudi, 22 - 12061 Carr (CN)

    CANTINA DEL DOLCETTO DI DOGLIANI Str. Provinciale Dogliani Monchiero, 57 12063 Dogliani (CN)Tel. +39 0173 792282www.cantinadolcettodogliani.it

    MACELLERIA AL MIO MERCATO Via Garibaldi, 85 - 12061 Carr (CN)Tel. +39 0173 750750

    OCCELLI AGRINATURA Regione Scarrone, 2 - 12060 Farigliano (CN)Tel. +39 0173 746411

    itinerari

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    Partenza e arrivo: Dogliani CarrLunghezza: 12 km

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    itinerari

    Larchitetto doglianese Giovanni Battista Schelli-no (1818-1905) ha pi di ogni altro influenzato, tra il XIX e il XX secolo, il paesaggio e lo stile architettonico del territorio langarolo. Le guglie gotiche, le colonne classiche, le immense cupole e le scenografie wagneriane caratterizzano le opere di questo istrionico urbanista, che a qualcuno potr ricordare, per originalit ed estro, il celebre architetto cata-lano Antoni Gaud. Per approfondirne la conoscenza e per avere unidea di quanto sia profondo il segno che Schellino ha lasciato su queste colline, entrate nel cortile del municipio di Dogliani: troverete un pannello pur-troppo seminascosto sul quale sono riportate le sue maggiori realizzazioni, la sua biografia e alcune curiosit.Vi proponiamo un itinerario da percorrere in Vespa o, per i pi allenati, in bicicletta, con partenza da Novello, passando poi per Dogliani, paese natale dellarchitetto, fino ad alcuni centri dellAlta Langa, alla scoperta delle sue opere pi importanti.Dirigetevi dunque a Novello e imboccatene la strada principale, via Umberto I. Una volta percorsa, non perde-tevi il magnifico panorama sulle Langhe e le Alpi che sulla vostra sinistra vi offrir piazza Tarditi. Ancora pochi passi e dopo una leggera salita avrete davanti il castello di Novello, ideato da Schellino e ultimato nel 1880. Sorge sui resti dellantico maniero di epoca medioevale, e fu realizzato in stile neogotico, con due torri laterali e limponente scalone centrale. Oggi ospita un albergo-ristorante. Da Novello, in pochi chilometri raggiungerete Dogliani: da piazza Umberto I sar possibile ammirare una delle pi famose opere schelliniane, la chiesa parroc-chiale dei santi Quirico e Paolo, costruzione neoclassica a doppio campanile, sormontata dallimponente cupola di colore azzurro cielo, visibile a chilometri di distanza. Imboccate via Savona e, dopo pochi tornanti, noterete un

    complesso architettonico in stile neogotico, composto da nove guglie rosse: lingresso monumentale del cimitero di Dogliani, dove lo stes-so architetto sepolto. Da qui iniziano i tredici piloni delle stazioni del santo rosario, anchessi ideati da Schellino, raffiguranti scene della vita di Ges che accompagnano il viandante nel suo cammino e terminano con il Santuario di Madonna delle Grazie, oratorio cinquecentesco restaurato dallurbanista doglianese nel 1874.Proseguendo sulla strada per Murazzano, dopo unarcigna salita e nu-merosi tornanti, giungerete a Belvedere Langhe: anche qui Schellino ha lasciato un segno profondo, con la chiesa parrocchiale di San Nicola,

    da lui ampliata in stile neoclassico e decorata con una piccola guglia, e le cappelle di Santa Margherita e del-lAssunta. Poco dopo essere usciti dallabitato del paese, eccovi a Murazzano. Qui potrete rifarvi gli occhi sullo splendido belvedere e gustare la celebre toma, il formaggio Dop prodotto con latte ovino e venduto diretta-mente in molte delle aziende agricole del paese: tra queste, vi segnaliamo la societ agricola Penta in frazione Mellea e lazienda agricola La Tumeria. Proseguendo sulle tracce dellarchitetto Schellino, vi sposterete in Frazione Rea, dove potrete ammirare unal-

    Il Gaud delle Langhe

    tra delle sue numerose opere: la canonica, che sorge accanto alla cappella della Santissima Trinit. Da Murazzano vi proponiamo di raggiungere Bonvicino, minuscolo paese di sole 120 anime. Eppure anche qui Schellino ha lasciato un importante ricordo di s, con il re-stauro e lampliamento della chie-sa, semplice ed intima, dei Santi Giacomo e Cristoforo.

    HOTEL AL CASTELLO Piazza Marconi, 4 - 12060 Novello (CN)Tel. +39 0173 74502www.castellodinovello.com

    ENOLOCANDA DEL TUFOBorgata Gome, 33 - 12063 Dogliani (CN)Tel. +39 0173 70692www.deltufo.it

    B&B AI PAJANBorgata Pianezzo, 25 - 12063 Dogliani (CN)Tel. +39 0173 742542

    RISTORANTE IL VERSO DEL GHIOTTONEVia Demagistris, 5 - 12063 Dogliani (CN)Tel. +39 0173 742074www.ilversodelghiottone.it

    RISTORANTE IL GIARDINO DELLE LANGHEVia Circonvallazione, 4 12060 Murazzano (CN)Tel. +39 0173 798506

    OSTERIA VINERIA IL TORCHIOVia Croce, 4 - 12063 Dogliani (CN)Tel. +39 366 4365793www.osteriavineriailtorchio.it

    CHIESA PARROCCHIALE DEI SANTI QUIRICO E PAOLO Piazza San Paolo, 9 - 12063 Dogliani (CN)Tel. +39 0173 70329

    SANTUARIO DI MADONNA DELLE GRAZIELocalit Madonna delle Grazie 12063 Dogliani (CN)Tel. +39 0173 70329

    CHIESA DI SAN NICOLA Piazza della Chiesa Belvedere LangheTel. +39 0173 70463

    GRIVA DISPENSA E CANTINAI Via Vittorio Emanuele, 7 12063 Dogliani (CN)Tel. +39 0173 721345

    PANETTERIA RIZZI Via Marconi 3 - 12063 Dogliani (CN)Tel. +39 0173 70497

    AZIENDA AGRICOLA MARENCO ALDOBorgata Pironi, 25 - Fr. Pamparato 12063 Dogliani (CN)Tel. +39 0173 721090www.marencoaldo.it

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    Contenuti EXTRANAVIGA CON SMARTPHONE E TABLET

    Partenza e arrivo: Dogliani BonvicinoLunghezza: 25 km

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    Per tradizione storica e collocazione geografica, Dogliani da sempre un luogo di confine. Porta dingresso della bassa Langa sud-occidentale e patria del celebre Dolcetto, mostra le sue caratteristiche fin dal proprio nome, che si fa risalire alle parole Dolium Iani, Botte di Giano, il dio bifronte grande bevitore e guardiano delle soglie e dei passaggi.

    Dogliani

    Prima di entrare in paese, dobbligo una tappa alla Cantina del Dolcetto di Do-gliani, sul rettilineo che conduce al centro storico. Qui potrete degustare e acquistare i migliori vini della zona, ma soprattutto il Dolcetto di Dogliani Doc, dal gusto fresco e fruttato, e il Dogliani Docg, pi struttura-to e di spiccata personalit, entrambi da vitigno dolcetto. Proseguite per poche centinaia di metri, e la maestosa solennit della chiesa parrocchiale dei Santi Quirico e Paolo, con la sua cupola azzurro cielo, vi lascer a bocca aperta. Questopera, rea-lizzata da Giovanni Battista Schellino, solo uno dei gioielli che questo poliedrico progettista doglianese ha disseminato

    nella zona, portandovi tra il XIX e il XX se-colo le inedite suggestioni dellEclettismo e dellArt nouveau. A sinistra della chiesa, ecco il municipio, gi convento del Carmine, dove troverete il Museo Luigi Einaudi, il Museo storico ar-cheologico Gabetti e la Bottega del vino. Lassociazione che fa capo alla Bottega raggruppa oltre u