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VOCI DI CASA PERIODICO DELLA ONLUS VILLA GIOVANNI XXIII Il Festival di Anzibam. Giocare...cantare...sognare Pag. 2 Il Festival di Anzibam Pag. 4 Anzibam visto dagli ospiti Pag. 6 Anzibam visto dai parenti Pag. 8 Una gita in fattoria Pag. 9 L’angolo della poesia Pag. 10 Confabulando Pag. 11 L’angolo dei libri Pag. 12 Il laboratorio di lettura Pag. 13 Riabilitare non per gioco ma...con il gioco Pag. 14 Caffè e anziani, poche tazze al giorno per una mente più fresca Pag. 15 ...e infine alcuni dei nostri compleanni Pag. 17 SOMMARIO “Quando due persone crescono insieme, molte volte accadrà che si ritroveranno distanti perché non possono tenere la stessa andatura; ognuno ha la sua velocità, il suo ritmo di crescita. Ma se ami, puoi aspettare un po’ fino a quando l’altra arriva, per poi proseguire mano nella mano.” (Osho) N. 12 Luglio 2014 Anno IV Sergio Ruggieri

VOCI DI CASA PERIODICO DELLA ONLUS VILLA GIOVANNI XXIII · VOCI DI CASA Pagina 10 L’abito della festa Filamento di seta Nudo, più di un desiderio Spoglio. Per non vedermi arreso

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VOCI DI CASA

PERIODICO DELLA

ONLUS VILLA GIOVANNI XXIII

Il Festival di Anzibam.

Giocare...cantare...sognare Pag. 2

Il Festival di Anzibam Pag. 4

Anzibam visto dagli ospiti Pag. 6

Anzibam visto dai parenti Pag. 8

Una gita in fattoria Pag. 9

L’angolo della poesia Pag. 10

Confabulando Pag. 11

L’angolo dei libri Pag. 12

Il laboratorio di lettura Pag. 13

Riabilitare non per gioco ma...con il gioco

Pag. 14

Caffè e anziani, poche tazze al giorno per una mente più fresca

Pag. 15

...e infine alcuni dei nostri

compleanni Pag. 17

SOMMARIO

“Quando due persone crescono insieme, molte volte accadrà che si ritroveranno distanti perché non possono tenere la stessa andatura; ognuno ha la sua velocità, il suo ritmo di crescita. Ma se ami, puoi aspettare un po’ fino a quando l’altra arriva, per poi proseguire mano nella mano.”

(Osho)

N. 12

Luglio

2014

Anno IV

Sergio Ruggieri

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VOCI DI CASA

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Il giorno 7 giugno 2014, la Onlus “Villa Giovanni XXIII” ha rivissuto nella magica

atmosfera creata dal sole caldo di un pomeriggio estivo, tra la brezza del vento e

l’entusiasmo dei bambini che si arrotolavano giocando sull’erba, la seconda manifestazione

del festival di Anzibam. Il palco pronto con lo sfondo colorato, gli anziani ospiti pronti ad

andare in scena e il pubblico seduto, in attesa di riprovare le magiche sensazioni rivissute

nella precedente edizione, contribuivano a dare forme, colore e voci all’allegria che

serpeggiava nell’aria sin dalle prime ore della giornata.

Lo spettacolo con qualche minuto di ritardo, annunciato anche dalle note di una festosa

canzone degli anni ‘80, ha avuto inizio e a quel punto cominciava a concretizzarsi pian piano

“la poesia”, che si nascondeva dietro i versi, i dialoghi costruiti con certosina intelligenza

dalle maestre organizzatrici della manifestazione.

Parlo di poesia perché, al di là delle considerazioni educative e psicologiche che si possono

fare sull’evento, non si può sottovalutare la forza evocatrice di passioni, affetti ,

emozioni , sogni, speranze e anche desideri , che la visione di persone così diverse tra loro

ha suscitato durante la serata.

Non è infatti forse poesia guardare una coppia, anziano-bambino, raccontarsi la gioia

provata nell’uso dei propri giochi?

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Non è forse molto suggestivo vedere ragazzi impersonare i tanti burattini colorati del

passato, sempre pronti a dare forma e anima ai nostri sogni di bambini?

E che dire delle tante canzoni degli anni ‘40 che riecheggiavano i sogni di tanti giovani

provati da anni difficili, di distruzione e violenza, pronte a far palpitare i cuori di

speranza e coraggio?

E infine, non è forse altamente poetico, vedere nonna Grazia, nella sua veneranda età di

102 anni, cantare con una nostalgica passione la canzone regina di tutte le canzoni che

invoca l’amore viscerale di un figlio verso la propria madre? La risposta credo sia una sola

e inequivocabile.

Allora mi chiedo se si possa dare una collocazione temporale ad una poesia così magistrale,

o è possibile invece parlare di processi emotivi dietro cui scorgere anche valori universali

senza tempo ed estremamente importanti per una società come quella moderna, cosi priva

di riferimenti morali.

Quindi, riprendendo un verso di una famosa canzone, “in un mondo che fa sempre meno

poesia”, accogliamo Anzibam nella sua novità, nel suo messaggio, sperando che quei volti di

anziani e bambini, così gioiosi di stare insieme diventino icone dei nostri giorni futuri,

semafori pronti a ricordarci che la vera felicità sta nello stare accanto all’altro,

ascoltandolo e condividendone gli attimi della sua vita e non in effimeri sguardi rubati

senza parlarsi!

N. 12

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Antonia Fallacara

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VOCI DI CASA

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IL FESTIVAL DI ANZIBAM

Quando Nonna Grazia, 102 anni e

un’inesauribile voglia di cantare

la vita, ha intonato per l’ultima

volta il ritornello di “Mamma”, la

platea è andata dove la portava il

cuore, si è alzata in piedi: tutti

applaudivano, molti cantavano,

qualcuno piangeva.

È l’immagine più toccante che

bambini, maestre, nonni e

genitori si porteranno nell’anima

a ricordo della seconda edizione

del Festival di Anzibam che

quest’anno è andato in scena all’aperto, sul grande palco allestito nel giardino di Villa

Giovanni XXIII. Non la consueta recita di fine anno, ma un gioioso evento educativo, per

seminare solidarietà e insegnare a custodire la bellezza di ogni stagione della vita.

Anche quest’anno è stata la musica, la melodia della grande tradizione canora italiana, a

compiere il piccolo–grande prodigio di tenere insieme le generazioni, con il filo rosso

tessuto di gioia e nostalgia. La sigla iniziale, sulle note di “Ma che musica maestro”, ha

dato spinta e colore ad un crescendo musicale che ha spaziato dal “Pinguino innamorato” a

“Mille lire al Mese”, passando da “Un bacio a mezzanotte” a “24 mila baci” e “Rose rosse”.

La musica che non conosce frontiere, che costruisce ponti dove si incontrano

festosamente chi ballava al suono del vecchio grammofono e chi ascolta le canzoni dall’i-

pod.

Per un incanto, sempre uguale e sempre misteriosamente nuovo, la musica si rivela uno

scrigno che si apre per regalare le perle preziose dei valori e dei sentimenti: la

conoscenza di canti, il ricordo di eventi sonori, il ballo, il cantare in coro, gli strumenti

musicali. È il bagaglio che soprattutto gli anziani si portano dentro, che li accompagna, che

parla della loro storia, del loro vissuto, della loro cultura. Ascoltare musica e cantare ha

un alto valore terapeutico, aiuta ad allontanarsi un po’ dalla quotidianità e dal dolore,

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N. 12

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riportando alla memoria ricordi lontani e facendo riaffiorare le emozioni vissute in

gioventù. E il ricordo diventa l’occasione per sentirsi ancora attivi, per favorire la

comunicazione, per trasformare la nostalgia in spensieratezza.

Ma il festival di Anzibam è stata anche una grande lezione all’aperto, la lezione della

musica come riscoperta del tempo. Per scoprire, ascoltare e trasformare le note in

piacevoli e anche malinconici ricordi è necessario “abitare” con senso nuovo una

dimensione che non sempre adoperiamo al meglio: il tempo. Un invito soprattutto alla

generazione di mezzo, i genitori e gli educatori tutti, ai quali spetta di insegnare l’incontro

tra le età e la capacità di stare insieme.

Un patrimonio, come hanno sottolineato nei loro interventi don Ciccio Savino e il sindaco

Michele Abbaticchio, che può rivelarsi una risorsa anche per la città di Bitonto, spesso

attraversata da solitudine, indifferenza e violenza, ma che sta riscoprendo il suo cuore

solidale con l’esercizio di una nuova cittadinanza attiva e responsabile.

S o n o s t a t i i l

presidente di Villa

G iovann i XXIII ,

Amedeo Urbano e il

d irettore Nicola

Castro a ringraziare, a

nome di tutti, i

p r o m o t o r i

d e l l ’ i n i z i a t i v a :

l ’ instancabi le ma

sempre entusiasta

ma es t r a T er es a

M a s t r o , c o n

l ’ a ppass i on ata e

preziosa collaborazione delle insegnanti Anna Maria Staffieri, Rosaria Fusari, Luciana

Barile, Nunzia Allegretta, Donatella Azzollini, Maria Lovero e della psicologa Tonia

Fallacara.

Il Festival di Anzibam è entrato ormai nel cuore dei protagonisti, giovani e anziani. La sua

“missione” educativa continuerà nel prossimo anno scolastico.

L’appuntamento è per il 2015.

Valentino Losito

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VOCI DI CASA

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ANZIBAM VISTO DAGLI OSPITI

Il festival è stato abbastanza interessante e ha rallegrato il cuore di noi ospiti della casa

di riposo, del pubblico e delle famiglie dei partecipanti e soprattutto ha rallegrato il cuore

di tutti i bambini.

Ci sono state presentazioni di balletti e balli dei bambini vestiti con abiti bellissimi e con

cappelli adatti, dietro la guida di una dirigente. Il balletto è stato molto bello e ha

animato lo spettacolo e il cuore di tutti noi. Il balletto ha donato un caloroso sorriso sulle

labbra di noi spettatori. Dopo le esibizioni del balletto di musica leggera, c’è stata una

breve scenetta di un bambino di scuola elementare insieme a un nonno della casa di riposo.

Poi c’è stata una bellissima scenetta fra me e un bambino della scuola elementare che

sapeva suonare il violino. Io ho letto una poesia sul tempo che vive ciascuno di noi. Ho letto

questa poesia che era scritta sul giornalino della Casa di riposo. Ho recitato metà poesia

e poi mi sono fermata un poco. Subito dopo ho recitato il resto della poesia con

entusiasmo e commozione, tanto da colpire il cuore degli spettatori, col sottofondo di

violino che suonava un bambino di quinta elementare.

Nella Schiavone

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N. 12

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È stata una bella esperienza!

I bambini si sono mostrati

all’altezza della situazione.

L’anziana Grazia Cipriani mi

h a c o m m o s s o

particolarmente. Gli anziani

hanno contribuito a rendere

festosa la serata. Gli abiti

dei bambini erano veramente

belli. Mi hanno fatto passare

una giornata diversa dal

solito. Sono esperienze che

non sempre capitano. Ho

rivissuto insieme ai bambini i tempi della mia gioventù (gioco delle albicocche, canzoni…).

Ringrazio di cuore il personale che ha collaborato alla realizzazione di tale progetto.

Ugo Giancane

La serata è andata molto bene!

Gennaro Cataldo

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Tante emozioni, sorrisi,

soddisfazioni ci hanno

regalato gli anziani della Villa

Giovanni XXIII e i più piccoli,

i bambini della scuola

Elementare N. Fornelli, che

hanno fatto parte di questa

iniziativa volta a uno scambio

di piccoli piaceri che soltanto

gli anziani con la loro saggezza

e i bambini con la loro

i n n o c e n z a p o s s o n o

trasmettere. Un binomio perfetto .

Ho assistito, in quanto figlio di un ospite, allo spettacolo di Giugno “Anzibam”, introdotto

da don Ciccio Savino, in cui i più piccoli hanno ascoltato con tanto interesse e stupore

esperienze di vita familiare e lavorativa degli anziani. Il risultato? Piacevoli sensazioni ed

emozioni che permettono la crescita dei più piccoli e il ricordo della vita degli anziani, un

vero e proprio antidoto al

dolore momentaneo che invade

a volte le loro giornate.

Notevole è stato l’intervento

del presidente e del direttore

della struttura che hanno

messo in evidenza il duro

impegno e la grande pazienza

che mostrano ogni giorno gli

operatori con un grande senso

del dovere e passione per il

lavoro che svolgono.

Nicola Cataldo

ANZIBAM VISTO DAI PARENTI

VOCI DI CASA

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N. 12

UNA GITA IN FATTORIA

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Circa due mesi fa, io e il

gruppo della comunità della

casa di riposo, insieme alla

nostra animatrice psicologa

dott.ssa Tonia Fallacara ,

abbiamo fatto una breve gita

presso una fattoria di cavalli,

conigli e galline.

Hanno partecipato con noi

anche alcune classi di una

scuola materna e alcune

classi della scuola elementare

“Nicola Fornelli” di Bitonto.

Appena arrivati noi della comunità Casa di riposo ci siamo soffermati su una aiuola della

fattoria e abbiamo visto i bambini della scuola elementare che cantavano con gioia e

recitavano le poesie con amore. Poi ci siamo inoltrati lungo la fattoria e abbiamo visto con

incanto i cavalli di casa che,

guidati dai bambini della

quinta elementare, andavano

a galoppo.

La fattoria era abbastanza

grande e all’inizio c’erano

conigli e galline.

Noi siamo stati abbastanza

s o d d i s f a t t i d i a v er

partecipato a questa

bellissima gita e ringraziamo

il nostro direttore di averci condotto fino a Trani.

Nella Schiavone, ospite

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L’ANGOLO DELLA POESIA

VOCI DI CASA

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L’abito della festa

Sole

Se devo parlare,

Esito.

Filamento di seta

Non riesco a far trame di me

E pencolo

Allucinato.

Se devo amare…

Esito pure a pagare una donna

Sono fiume

Riprendo a salire la corrente

Per non vedermi arreso alla foce.

A mare aperto, perso.

E se devo morire

Sto lì nell’agonia

Sono l’abito da sera che non è stato mai invitato

E per far festa s’impicca

E lascia la gruccia

Come se scendesse dalla croce

Sono

Nudo, più di un desiderio

Spoglio.

Fra Gilé

Sole, o amato sole, invocato da tutto il mondo

Tu che sei lassù e appari quando vuoi tu

L’inverno ti invochiamo con i tuoi raggi ardenti

Ma tu rimani indifferente.

Ma quando si va più avanti con la primavera

Tu ti affacci con i tuoi raggi dorati,

per riscaldare la madre terra

e far germogliare i semi nascosti

e i chicchi di grano dorati

come il colore dei tuoi raggi;

per produrre spighe di grano in quantità:

per sfamare l’umanità.

Germogliano frutti , fiori e tutte cose belle

E profumate,

Sono tutte cose buone,

che fanno bene al cuore.

E ti ringrazio con amore

Ma tu annoiato tiri fuori i raggi infuocati

E bruci tutto quello che era nato;

li riduci in erba secca e poi ti ritiri dietro

le nuvole.

O sole, sole dorato,

quanto ti ho amato.

Tu sei un po’ dispettoso e tanto appariscente

Per questo quando ti vedo apparire

So che l’inverno sta per finire.

Grazia Montanari

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Tutto ciò che avviene mi raccontava lei…

Non è giusto, mi trovo qui da sola, mi spiegava, ma non da sola, perché di gente ce n’è

tanta, attenta ad ogni nostra esigenza, si prendono cura di noi, ci lavano, ci cibano e sono

sempre sorridenti e di pazienza poi quanta ne hanno, mi diceva!

Parlava, parlava ed io ascoltavo, accarezzandola. Il suo volto cambiava espressione, i suoi

occhi… mesti di

malinconia splendevano

di luce propria e in

quel frangente si

riuscivano a scorgere

lembi di vita vissuta.

Quella voragine di

parole che scorreva

lenta, ma concisa;

racconti di bambina,

donna e madre vissuta

con semplicità, si soffermavano a gioie condivise con affetto per i figli, alla famiglia e alla

grande responsabilità di madre.

Poi il silenzio… lo sguardo abbassato. Scorgevo un mesto imbarazzo, gli occhi lucidi, gocce

di rugiada inumidivano quel volto scavato. Era bella, dolce e tenera nella sua fragilità,

cercava la mia mano come volesse nascondere la sua paura: quella di essere abbandonata

dai suoi prediletti figli che tanto amava, per l’unica ragione di vita, oramai al tramonto.

Poi ad un tratto la saggezza dell’età la trasporta con consapevolezza alla realtà ed è lei

che, emanando quel fluido magico di sapere, ti esorta, ti contagia di amore e ti dice grazie

di esserci…

Non sono più sola

Rosaria Frascella

CONFABULANDO

N. 12

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“Rapita dal milionario” di Jennie Lucas

Innamorarsi di un milionario non è poi così difficile, ma riuscire a rapire il cuore non è

un’impresa da tutti.

Il milionario sta per rapire la sua bellissima sposa, condurla in tutta fretta nell’isola

privata e là rivelarle la verità su di lui e sulla loro cerimonia. La bella Rosa Linder non

riesce a credere a quello che il suo misterioso rapinatore le ha appena raccontato. Ciò che

sa è che quello sconosciuto sembra essere l’uomo giusto per dare vita a tutti i suoi

desideri.

Questo racconto è stato molto bello e molto entusiasmante. Ha colpito molto il mio cuore.

Spero che anch’io un giorno possa incontrare l’uomo giusto della mia vita milionario.

Nella Schiavone, ospite

L’ANGOLO DEI LIBRI

VOCI DI CASA

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IL LABORATORIO DI LETTURA

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I laboratori di lettura si

s v o l g on o n e l Cen t r o

Alzheimer in un ambiente

familiare, in un’atmosfera

accogliente, attraverso un

p e r c o r s o i n f o r m a l e ,

f l e s s i b i l e , b a s a t o

p r i n c i p a l m e n t e s u l l a

creazione di una relazione

empatica.

Leggere, narrarsi, ascoltare

storie del passato e del

presente permette di

intervenire su deficit

cognitivi, di linguaggio, stimolare la memoria per l’elaborazione della propria biografia in

gruppo.

Inoltre, i laboratori di lettura

rallentano la perdita delle

abilità funzionali, potenziano le

capacità residue, migliorano il

tono dell’umore e la qualità della

vita.

I laboratori di lettura

permettono di esprimere le

proprie emozioni, di raccontarsi

nel rispetto dell’altro, per poi

arrivare tutti insieme ad un

dialogo costruttivo in un clima di

serenità.

Le educatrici:

Concetta Margiotta, Barbara Bonasia,

Maria Luisa Caldarola, Giorgia Aduasio

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Generalmente il gioco è visto come un’esperienza compiuta dai bambini in quanto

rappresenta la principale attività attraverso cui sperimentano e imparano; nell’adulto

l’esperienza del gioco è condizionata dalle convenzioni sociali ed è spesso considerata

un’attività di ricreazione, divertimento o passatempo.

In realtà, il gioco non conosce età in quanto stimola e potenzia le capacità fisiche,

cognitive, emotive e relazionali nei bambini, adulti e anziani.

A livello fisico, le attività ludiche individuali o di gruppo (dama, scacchi, ecc.) possono

essere utilizzate per il recupero della motilità della mano, della spalla, nei deficit di

prensione; i giochi cognitivi (domino, tam-gram, ecc.) aiutano l’anziano a conservare

l’orientamento temporo-spaziale, esercitare le abilità di memoria, attenzione,

concentrazione, stimolare la percezione visiva-tattile ed uditiva.

Il gioco, inoltre, incoraggia la socializzazione, la conoscenza reciproca favorendo

l’instaurarsi di nuove amicizie che possono ridurre le condizioni di apatia, solitudine e

alleviare lo stress emotivo.

Tutte le attività ludiche sono scelte considerando l’età, il sesso, gli interessi e la cultura

dell’ospite.

Il gioco è un aspetto della vita umana, è un’esperienza spontanea che suscita curiosità e

benessere.

Piace concludere con un pensiero di Pablo Neruda: “ Il bimbo che non gioca non è un

bambino, ma l’adulto che non gioca ha perso per sempre il bambino che è dentro di sé.”

Anna Greco e Grazia Drimaco - Terapiste della riabilitazione

RIABILITARE NON PER GIOCO MA…

CON IL GIOCO

VOCI DI CASA

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CAFFE’ E ANZIANI, POCHE TAZZE AL

GIORNO PER UNA MENTE PIU’ FRESCA

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«Il caffè è il balsamo del cuore e dello spirito» (Giuseppe Verdi)

Il caffè rappresenta, insieme all’acqua e al tè, una delle bevande più consumate al mondo.

Gran parte degli occidentali inizia la giornata con una tazza di caffè e la maggior parte

degli italiani non riesce ad alzarsi dal letto se prima non sente l’aroma del caffè.

La pianta del caffè è un arbusto alto fra i due e i tre

metri, ha foglie opposte appuntite con grappoli di

fiori bianchi profumati. Il frutto è una drupa rossa

con all’interno due semi grigi giallastri convessi da

una parte e piani con un solco longitudinale dall’altra.

I frutti, colti ben maturi, vengono fatti essiccare

all’aria per separare i semi dalla polpa.

È la torrefazione che sprigiona il tipico aroma dato

dalla caffeina che è un alcaloide volatile. Un caffè

ben torrefatto è nero dorato mai nero brillante.

L’ultima operazione è la macinazione che dovrà dare

una polvere più o meno fine secondo se si intende

preparare un caffè arabo o un caffè all’occidentale.

Grazie al contenuto di caffeina, il caffè è un noto stimolante (utile soprattutto per coloro

che soffrono di pressione bassa, specialmente dopo pranzo) e migliora la funzione

cognitiva.

Oltre a questi effetti a breve termine, la caffeina può avere anche effetti benefici a

lungo termine sulla funzione cerebrale.

Se il consumo di caffè ritarda effettivamente il declino cognitivo, ciò ha delle forti

implicazioni di salute pubblica dato che il declino cognitivo è molto comune negli anziani.

A questo proposito, uno studio europeo, al quale ha preso parte anche l’Istituto Superiore

di Sanità, ha analizzato, nel corso di 10 anni, l’associazione tra consumo di caffè e declino

cognitivo negli uomini anziani di Finlandia, Italia e Paesi Bassi.

Lo studio mostra che negli anziani il consumo di caffè è stato associato ad un declino

cognitivo inferiore rispetto ai non consumatori. Consumare 3 tazze di caffè per giorno

corrisponde al declino cognitivo minore.

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Nel complesso, non ci sono differenze sostanziali tra le caratteristiche dei consumatori e

dei non consumatori dei tre diversi paesi. Tuttavia, si nota che i consumatori di caffè

italiani tendono ad essere fisicamente più attivi rispetto ai non consumatori italiani.

Il consumo di caffeina è stato associato anche ad un rischio inferiore di malattia

d’Alzheimer e al miglioramento di funzioni cognitive come memoria, apprendimento,

controllo e stato d’animo.

Altre ricerche recenti hanno evidenziato anche un effetto favorevole della bevanda non

solo nei confronti del diabete di tipo 2 ma anche nella prevenzione della malattia di

Parkinson.

Il risultato di uno studio austriaco (condotto, però, sino ad ora sugli animali), ha mostrato

che i muscoli degli anziani possono essere rinforzati grazie al caffè grazie all’effetto

positivo della caffeina nei confronti della muscolatura di persone un po’ più avanti con

l’età. Queste ultime saranno più “protette” da cadute e lesioni che sono tra i traumi

maggiori che caratterizzano in particolare gli anziani. Quando si parla dei benefici della

caffeina, come di qualsiasi altra sostanza, si intende sempre un uso moderato e

controllato. Tutti gli studi presi in considerazione, infatti, consigliano di non abusarne.

Ah che bell' 'o cafè / pure in carcere 'o sanno

fâ / co' â ricetta ch'a Ciccirinella / compagno

di cella / ci ha dato mammà.

Fabrizio De André, Don Raffae', 1990

Marilù Perta

VOCI DI CASA

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...E INFINE ALCUNI DEI

NOSTRI COMPLEANNI

Vincenza Bruno

Maria Di Maria

Nicola De Palo

Antonio D’Acciò

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VOCI DI CASA

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Domenica

De Nicolò

Maria Santo

Maria Morea

Maria Valente

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Ugo Giancane

Pasqua Calò

Francesco

Marannino

Grazia Marzella

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VOCI DI CASA

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