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VOCE DEL SANTUARIO “MARIA SANTISSIMA DELLA VETRANA” 70013 Castellana Grotte (Bari) Anno 36° - nuova serie n. 50 - 1° semestre 2016

VOCE DEL SANTUARIO “MARIA SANTISSIMA DELLA VETRANA” … · Ma la fisionomia della speranza cristiana è diretta dall’amore, perché dall’amore l’uomo viene redento. L’Enciclica

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VOCE DEL SANTUARIO “MARIA SANTISSIMA DELLA VETRANA”70013 Castellana Grotte (Bari)

Anno 36° - nuova serie n. 50 - 1° semestre 2016

SommarioEditorialeDal nuovo Rettore del Santuario . . . . . . . . . . . . . . . . . . .p. 3Maria, Stella della speranzada SPE SALVI di Benedetto XVI . . . . . . . . . . . . . . . . . . .p. 4La gioia del Vangelodi Fr. Alessandro Mastromatteo . . . . . . . . . . . . . . . . . . .p. 7Mariologiadi Fr, Francesco Di Nanna . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .p 9Dal Commissariato di Terra SantaConvegno Commissari di Conferenza Italiana . . . . . . . .p. 11Puglia chiama Terra SantaPellegrinaggio pugliese . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .p. 15Attività del Commissariato di Terra SantaRiepilogo annuale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .p. 17Santuari mariani francescanidi Emanuele Cazzolla . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .p. 19Presenza francescana a CastellanaAppunti di Marco Lanera . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .p. 21Briciole di cronacafrate cronista . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .p. 26Sorella MorteFr. Giacomo, Fr. Bernardino, Fr. Cesare, Fr. Pio . . . . . .p. 30Una Icona per Mariaun dipinto di Giuseppe Marzo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .p. 32

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Hanno collaborato a questo numero:Emanuele Cazzolla, Pio d’Andola, Giuseppe De Angelis Lucia,Dimaggio Francesco Di Nanna, Sergio Galdi, Nicola Guarnieri,Leonardo Ivone, Marco Lanera, Alessandro Mastromatteo

Fotografie e disegni di:Francesco Clemente, Pio d'Andola, Leonardo Ivone, NicolaGuarnieri, Mimmo Guglielmi, Leonardo Ivone, Marko IvanRupnik, fotografo del Patriarcato di Gerusalemme, Vito Piepoli

Associato allaUnione StampaPeriodica Italiana

In copertina Corale Don Vincenzo Vitti: un concerto per Maria

Direttore Responsabile:Gaetanino d'Andola PioConvento Madonna della Vetrana - 70013 Castellana-Grottetel. 080-4965071, ccp. 13179700AUTORIZZAZIONE TRIBUNALE DI BARI:Registr. n. 882 - 5 novembre 1987

testi composti ed elaborati con:! Apple Macintosh MacPro 4.1

Scanner: Epson 4870Stampanti: Epson WF8510, Xerox Phaser 8560

Stampa:Tipografia LONGO s.n.c.

Via M. Latorre 8 - Tel. 080-4965886 - Castellana-Grotte

Voce del SantuarioMadonna della Vetrana - Castellana Grotte (BA)Laudato sie: Anno XXXVI - nuova serie, n. 50

1° Semestre 2016Ai giovani

Giovani, voi siete qui, a casa, per strada,a scuola, a lavoro, in qualunque luogo,soprattutto in nome della gioventù.

Voi vi sentite giovani: lo siete.Ma cosa vuol dire gioventù? Forse cre-

dete che essa sia una parentesi della vita?Allora fra qualche anno non sarete più gio-vani? Tutti, presenti o assenti, avanti neglianni, con gli occhi lucidi di commozione,credete forse che non sono più giovani? Secredete che siete giovani soltanto voi, fraqualche anno sarete adulti e poi anziani evecchi.

Non sareste stati mai giovani. La vera gioventù, dono di Dio, non fini-

sce mai. Non diventate mai adulti se non nella

fede e nel corpo. Rimanete giovani dentro, come Maria

che ha conservato fino alla sua Assunzionein Cielo, il suo cuore di fanciulla; comeGiuseppe, dolcissima amabile creatura, sim-bolo di giovinezza senza tramonto; comeCristo che ha regalato la sua giovinezza ter-rena a Maria nell’umiltà e nel silenzio diNazaret.

Come l’eterna giovinezza di Dio, in cuimille anni sono come un giorno di ieri cheche non c’è più.

Allora, consacrati alla giovinezza diMaria, amate in Dio la vita con fantasia egioia.

E’ questa la gioventù che non fa maiinvecchiare il mondo.

Il saluto del nuovo Rettore del Santuario

Carissimi Castellanesi, Amici e devoti della Madonna della Vetrana,

il mio saluto gioioso di “pace e bene” a tutti e a ciascuno.È la prima volta che scrivo, collaborando alla rivista

“Laudato sie”. Elevo, innanzitutto, il mio inno di lode a Gesù, il

Buon Pastore, che, consegnandomi il mandato della curadelle anime di questo Santuario, mi esorta a portare conletizia, il carico di responsabilità nell’azione pastoraleche sono chiamato a svolgere.

Non vi nascondo, carissimi amici, che ho accolto congioia e anche un po’ di timore il nuovo incarico che mi e!stato affidato. Tuttavia sono certo che il Buon Dio e la

vicinanza di tutti voi, mi aiuteranno a custodire uno dei luoghi più preziosi della nostra Pro-vincia religiosa e della nostra amata Chiesa diocesana.

Ho capito subito che Castellana è, per tradizione, per vocazione e per grazia ricevuta,mariana oltre che cristiana.

Sente, cioè, e vive con fervore una particolare e viva devozione per Maria, un amoreprofondo e profondamente filiale per la Madre di Dio.

Guardare al nostro Santuario, quindi, e! riconoscere che esso custodisce con cura la pre-ziosa immagine della Madonna della Vetrana.

Questo luogo santo, pertanto, non può essere attraversato con distrazione e consideratocome “uno dei tanti”.

Per noi castellanesi, “la casa della Madonna” rimane e rimarrà sempre una vera e propriaoasi spirituale, ove rigenerare la vita di fede.

Al di là, quindi, dei doni e dei carismi personali, ogni “frate minore” che passa dal San-tuario ha il compito e il desiderio di costruire il Regno di Dio mantenendo salda la fede inGesù e ravvivando la devozione alla Madre di Dio.

È quanto desidero continuare a fare, assieme ai miei confratelli…Sono certo che riusciremo a metterci in ascolto dello Spirito, rispondendo all’urgenza

educativa, incrementando la carità, la comunione tra di noi, formandoci alla scuola di Gesùattraverso la catechesi e, soprattutto, gustando la Sua Presenza reale nell’azione liturgica.

Da parte mia tutto l’impegno, l’entusiasmo, la tempra per poter camminare con fiducia esperanza sulla via della santità!

Ovviamente la vostra preghiera sarà la mia garanzia e la vostra garanzia sarà la dedizio-ne di un Rettore che vi amerà con un amore immenso!

Affido il mio ministero all’intercessione della Beata Vergine Maria della Vetrana e aiSanti Francesco e Chiara di Assisi. Soltanto loro possono aiutarci a credere con forza che…

Insieme si può, insieme si deve, insieme correremo verso la méta che è Cristo Gesù!Grazie!!!

Fr. Giuseppe Dimaggio

Laudato sie n. 50 - 1° semestre 2016 EDITORIALE

on un inno dell’VIII/IX secolo, quindida più di mille anni, la Chiesa saluta Maria, laMadre di Dio, come « stella del mare »: Avemaris stella. La vita umana è un cammino.Verso quale meta? Come ne troviamo la strada?La vita è come un viaggio sul mare della storia,spesso oscuro ed in burrasca, un viaggio nelquale scrutiamo gli astri che ci indicano la rotta.Le vere stelle della nostra vita sono le personecha hanno saputo vivere rettamente. Esse sonoluci di speranza.

Certo, Gesù Cristo è la luce per antonomasia,il sole sorto sopra tutte le tenebre della storia.Ma per giungere fino a Lui abbiamo bisognoanche di luci vicine - di persone che donanoluce traendola dalla sua luce ed offrono cosìorientamento per la nostra traversata. E qualepersona potrebbe più di Maria essere per noistella di speranza - lei che con il suo «sì» aprì aDio stesso la porta del nostro mondo; lei chediventò la vivente Arca dell’Alleanza, in cui Diosi fece carne, divenne uno di noi, piantò la suatenda in mezzo a noi (cfr Gv 1,14).

A lei perciò ci rivolgiamo: Santa Maria, tuappartenevi a quelle anime umili e grandi in

Israele che, come Simeone, aspettavano «ilconforto d’Israele» (Lc 2,25) e attendevano,come Anna, «la redenzione di Gerusalemme»(Lc 2,38). Tu vivevi in intimo contatto con leSacre Scritture di Israele, che parlavano dellasperanza - della promessa fatta ad Abramo edalla sua discendenza (cfr Lc 1,55).

Così comprendiamo il santo timore che tiassalì, quando l’angelo del Signore entrò nellatua camera e ti disse che tu avresti dato alla luceColui che era la speranza di Israele e l'attesa del

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MMAARRIIAASSTTEELLLLAA DDEELLLLAA SSPPEERRAANNZZAA

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TEOLOGIA Laudato sie n. 50 - 1° semestre 2016

Il 30 novembre, festa di Sant’Andrea Apostolo del 2007, papa Benedetto XVI fir-mava ai Vescovi, ai Presbiteri e ai Diaconi, alle Persone consacrate e a tutti i FedeliLaici la Lettera Enciclica SPE SALVI sulla Speranza cristiana.

La Libreria Editrice Vaticana la pubblicò in un opuscolo di un centinaio di pagi-nette. Introdotta da una Introduzione ispirata dalla frase di San Paolo “Spe Salvi factisumus”, è divisa in piccoli capitoli che insistono sulla definizione della fede stretta-mente unita alla speranza. Fede come sostanza della speranza e la speranza ci proiet-ta nella gioia eterna. Pensiamo in questa direzione se vogliamo capire a che cosa mirala speranza cristiana, che cosa aspettiamo dalla fede. Ma la fisionomia della speranzacristiana è diretta dall’amore, perché dall’amore l’uomo viene redento.

L’Enciclica ha un finale tutto mariano con il titolo “Maria, stella della speranza”.

Presentazione di Gesù al Tempio, Giotto di Bondone,affresco nella Basilica inferiore di San Francesco, Assisi

TEOLOGIA

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mondo. Per mezzo tuo, attraverso il tuo «sì», lasperanza dei millenni doveva diventare realtà,

entrare in questo mondo e nella sua storia. Tu tisei inchinata davanti alla grandezza di questocompito e hai detto «sì»: «Eccomi, sono la servadel Signore, avvenga di me quello che haidetto» (Lc 1,38).

Quando piena di santa gioia attraversasti infretta i monti della Giudea per raggiungere latua parente Elisabetta, diventasti l’immaginedella futura Chiesa che, nel suo seno, porta lasperanza del mondo attraverso i monti della sto-ria. Ma accanto alla gioia che, nel tuo Magnifi-cat, con le parole e col canto hai diffuso neisecoli, conoscevi pure le affermazioni oscuredei profeti sulla sofferenza del servo di Dio inquesto mondo.

Sulla nascita nella stalla di Betlemme brillòlo splendore degli angeli che portavano la buonanovella ai pastori, ma al tempo stesso la povertàdi Dio in questo mondo fu fin troppo sperimen-tabile. Il vecchio Simeone ti parlò della spadache avrebbe trafittoil tuo cuore (cfr Lc2,35), del segno dicontraddizione che iltuo Figlio sarebbestato in questomondo.

Quando poicominciò l’attivitàpubblica di Gesù,dovesti farti da parte,affinché potesse cre-scere la nuova fami-

glia, per la cui costituzione Egli era venuto eche avrebbe dovuto svilupparsi con l’apportodi coloro che avrebbero ascoltato e osservatola sua parola (cfr Lc 11,27s).

Nonostante tutta la grandezza e la gioia delprimo avvio dell’attività di Gesù tu, già nellasinagoga di Nazaret, dovesti sperimentare laverità della parola sul « segno di contraddizio-ne» (cfr Lc 4,28ss). Così hai visto il crescentepotere dell’ostilità e del rifiuto che progressi-vamente andava affermandosi intorno a Gesùfino all’ora della croce, in cui dovesti vedereil Salvatore del mondo, l’erede di Davide, ilFiglio di Dio morire come un fallito, espostoallo scherno, tra i delinquenti. Accogliestiallora la parola: «Donna, ecco il tuo figlio!»(Gv 19,26). Dalla croce ricevesti una nuovamissione. A partire dalla croce diventastimadre in una maniera nuova: madre di tutticoloro che vogliono credere nel tuo FiglioGesù e seguirlo. La spada del dolore trafisse iltuo cuore. Era morta la speranza? Il mondoera rimasto definitivamente senza luce, la vitasenza meta? In quell’ora, probabilmente, neltuo intimo avrai ascoltato nuovamente la paro-la dell’angelo, con cui aveva risposto al tuotimore nel momento dell’annunciazione:«Non temere, Maria!» (Lc 1,30).

Quante volte il Signore, il tuo Figlio, avevadetto la stessa cosa ai suoi discepoli: Nontemete! Nella notte del Golgota, tu sentistinuovamente questa parola. Ai suoi discepoli,prima dell’ora del tradimento, Egli avevadetto: «Abbiate coraggio! Io ho vinto il

mondo» (Gv 16,33).«Non sia turbato ilvostro cuore e nonabbia timore» (Gv14,27). «Non teme-re, Maria!» Nell’oradi Nazaret l’angeloti aveva dettoanche: «Il suo regnonon avrà fine» (Lc1,33). Era forse fini-to prima di comin-ciare? No, presso la

Laudato sie n. 50 - 1° semestre 2016

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TEOLOGIA

croce, in base alla parola stessa di Gesù, tu eridiventata madre dei credenti.

In questa fede, che anche nel buio del Saba-to Santo era certezza della speranza, sei andataincontro al mattino di Pasqua. La gioia dellarisurrezione ha toccato il tuo cuore e ti ha unitoin modo nuovo ai discepoli, destinati a diventa-re famiglia di Gesù mediante la fede. Così tufosti in mezzo alla comunità dei credenti, chenei giorni dopo l’Ascensione pregavano unani-memente per il dono dello Spirito Santo (cfr At1,14) e lo ricevettero nel giorno di Pentecoste.Il «regno» di Gesù era diverso da come gliuomini avevano potuto immaginarlo.

Questo «regno» iniziava in quell’ora e nonavrebbe avuto mai fine.

Così tu rimani in mezzo ai discepoli come laloro Madre, come Madre della speranza.

Santa Maria, Madre di Dio, Madre nostra,insegnaci a credere, sperare ed amare con te.Indicaci la via verso il suo regno! Stella delmare, brilla su di noi e guidaci nel nostro cam-mino!

Laudato sie n. 42 - 1° semestre 2012

A Maria, Madre della speranza***

Maria, Madre della speranza,cammina con noi!

Insegnaci a proclamare il Dio vivente;aiutaci a testimoniare Gesù, l’unico Salvatore;

rendici servizievoli verso il prossimo,accoglienti verso i bisognosi,

operatori di giustizia,costruttori appassionatidi un mondo più giusto;

intercedi per noi che operiamo nella storiacerti che il disegno del Padre si compirà.

Aurora di un mondo nuovo,mostrati Madre della speranza e veglia su di noi!

Veglia sulla Chiesa in Europa:sia essa trasparente al Vangelo;

sia autentico luogo di comunione;viva la sua missione

di annunciare, celebrare e servireil Vangelo della speranza

per la pace e la gioia di tutti.

Regina della paceProteggi l’umanità del terzo millennio!

Veglia su tutti i cristiani:proseguano fiduciosi sulla via dell’unità,

quale fermentoper la concordia del Continente.

Veglia sui giovani,speranza del futuro,

rispondano generosamentealla chiamata di Gesù.

Veglia sui responsabili delle nazioni:si impegnino a costruire una casa comune,

nella quale siano rispettatila dignità e i diritti di ciascuno.

Maria, donaci Gesù!Fa’ che lo seguiamo e lo amiamo!

Lui è la speranza della Chiesa,dell’Europa e dell’umanità.

Lui vive con noi, in mezzo a noi,nella sua Chiesa.

Con Te diciamo« Vieni, Signore Gesù » (Ap 22, 20):

Che la speranza della gloriainfusa da Lui nei nostri cuori

porti frutti di giustizia e di pace!

Giovanni Paolo II

uando si pensa al tema della predica-zione, lo si collega molto spesso a quellodell’evangelizzazione, dell’apostolato odella pastorale in genere. Ma il termineevangelizzare non compare mai negliScritti di Francesco d’Assisi, così comenon compaiono mai i termini apostolatoe pastorale neppure nelle fonti agiogra-fiche.

Tuttavia il tema dell’evangelizza-zione, inteso nei suoi caratteri più gene-rali e valutato dalla prospettiva dellapredicazione, segna una dimensioneassai importante nel pensiero del Santoquale emerge dai suoi stessi Scritti.Prima di entrare nella valutazione sucome il Povero d’Assisi intendesse lapredicazione, ci sembra opportuno rife-rire un importante dato esterno risalente proprio al pe-riodo in cui egli era in vita.

In un celebre passo della sua Historia occidentalis,il prelato Giacomo da Vitry parla di una nuova «reli-gione dei poveri del Crocifisso e l’Ordine dei Predica-tori» che farebbe pensare ai frati Predicatori(domenicani) più che ai frati Minori. Ma il noto pre-lato, che aveva conosciuto i frati Minori in Italia nel1216 e poi in Oriente nel 1219, elimina subito il dub-bio, poiché precisa «quelli che si chiamano frati Mi-nori».

Tra l’altro, sarà proprio Onorio III nel 1219, con lasua bolla Cum dilecti, a presentare i frati Minori ai ve-scovi di tutta la Chiesa, come coloro che vanno disse-minando la parola divina sull’esempio degli apostoli.Quindi il passaggio dall’esortazione penitenziale allapredicazione intesa in senso stretto, che soltanto alcunidella fraternitas minoritica potevano esercitare dietrospecifico mandato, avvenne in maniera piuttosto ve-

loce. Il capitolo XXI della Regola

non Bollata [RegNB] del 1221 ci offrelo schema dell’esortazione che France-sco indica a tutti i frati di fare in mezzoa qualsiasi categoria di persone: unchiaro invito a lodare Dio Uno e Trinoe a fare penitenza, a perdonare le offesericevute e a evitare ogni male. Però,nella stessa RegNB, al capitolo XVII,la predicazione viene presentata comeun vero ufficio e, dunque, esercitabilenon da parte di tutti i frati, ma soltantoda alcuni, con il permesso del proprioministro, così come viene pureespresso nella Regola Bollata [RegB]al capitolo IX, in cui emergono i criterifondamentali del Santo sul contenuto

della predicazione: le parole devono essere ponderatee caste, caratterizzate dalla brevità, pronunciate per an-nunciare i vizi e le virtù, la pena e la gloria, al fine diun’adeguata edificazione del popolo. Indubbiamente,la predicazione risultava essere, non solo per i Predi-catori, ma anche per i Minori, uno degli elementi nuovie caratteristici, che superava la concezione monacale,nelle cui Regole non si parlava affatto di predicazione.

Distinguiamo quindi due tipi di predicazione:quella teologica, che si faceva a nome e per mandatodella Chiesa, e quella più parenetica, che lo stesso papaInnocenzo III concesse a frate Francesco e ai suoiprimi compagni. Ma per Francesco la predicazionesenza la testimonianza personale non aveva motivo diessere: se non tutti i frati potevano esercitare l’ufficiodella predicazione in senso stretto a motivo della limi-tata preparazione, era certamente un dovere per tuttipredicare con le opere: «Tutti i frati predichino con leopere» (RegNB XVII, 3).

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La !ggii oo iiaa ddee ll VVaannggee ll oo" EVANGELII GAUDIUMLaudato sie n. 50 - 1° semestre 2016

nel pensiero di un santoe di un papa dallo stesso nome

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di Fr. Alessandro Mastromatteo

Jacques de Vitrycardinale di Santa Romana Chiesa

Medaglia celebrativa del 1518

Francescocredeva tal-mente al fattoche le parolenon supportatedalla testimo-nianza aves-sero una caren-za di validità,che si rivolge atutti i frati conun’espressionecapace di abbi-

nare queste due realtà inscindibili: «Lodatelo perché èbuono ed esaltatelo nelle opere vostre, poiché per que-sto vi mandò nel mondo intero, affinché rendiate testi-monianza alla voce di lui con la parola e con le operee facciate conoscere a tutti che non c’è nessuno onni-potente eccetto lui» (Lettera a tutto l’Ordine, 8).

Infine, è opportuno riportare il pensiero di France-sco emergente dal suo Testamento [Test], circa la ve-nerazione da riservare ai predicatori, o meglio alleparole divine che essi distribuiscono. Afferma il Santonell’intento di offrire un’indicazione ai suoi frati e nonsoltanto ad essi: «E tutti i teologi e quelli che ammini-strano le santissime parole divine, dobbiamo onorarlie venerarli come coloro che ci amministrano lo spiritoe la vita» (Test, 13).

E poi, sempre nel Test, rivolgendosi ai predicatoriattraverso una proibizione dai toni tassativi, indica dievitare qualsiasi tipo di raccomandazione o privilegio,anche se questi sono finalizzati all’agevolazione del-l’esercizio della predicazione: «Comando fermamenteper obbedienza a tutti i frati che, dovunque si trovino,non osino chiedere lettera alcuna [di privilegio] nellaCuria romana, né personalmente né per interposta per-sona, né a favore di chiesa o di altro luogo, né sotto ilpretesto della predicazione, né per la persecuzione deiloro corpi […]» (Test, 25).

Una predicazione, quella intesa dal Poverello d’As-sisi, rivolta ai fedeli e agli infedeli, che risulta essereuna delle colonne principali della struttura spiritualedel carisma e che la tradizione dell’Ordine ha sempreavuto a cuore. Lo stile dell’annuncio offertoci da frateFrancesco è, dunque, quello della testimonianza, la cuigioia proviene dall’aver abbracciato con fedeltà e coe-renza gli insegnamenti del Vangelo.

Un tema molto caro anche al nostro papa France-sco, il quale, attraverso l’Esortazione apostolica Evan-gelii gaudium, traducibile con La gioia del Vangelo oLa gioia di evangelizzare, del 24 novembre 2013,

mette appunto in stretta relazione la gioia con il Van-gelo. In tutta l’Esortazione, il papa ribadisce che lagioia di evangelizzare, non nasce dalle strategie del-l’evangelizzazione antica e nuova, né dagli esiti del-l’evangelizzazione, bensì dalla natura stessadell’Evangelo. In altre parole, la gioia dell’evangeliz-zare non è un sentimento, ma una reale condizione cheveicola e attesta la medesima evangelizzazione.

Dalla gioia permanente si verifica la credibilità diqualsiasi forma di evangelizzazione poiché il Vangeloo è gioioso per natura o non è neanche tale. Inoltre,l’amato papa, nella sua Esortazione, chiama in causasan Francesco, proprio in riferimento all’annuncio ca-pace di smuovere le coscienze sui temi sociali, esor-dendo: «La conversione cristiana esige di riconsiderarespecialmente tutto ciò che concerne l’ordine sociale edil conseguimento del bene comune […].

Chi oserebbe rinchiudere in un tempio e far tacereil messaggio di san Francesco di Assisi e della beataTeresa di Calcutta? Essi non potrebbero accettarlo.Una fede autentica – che non è mai comoda e indivi-dualistica – implica sempre un profondo desiderio dicambiare il mondo, di trasmettere valori, di lasciarequalcosa di migliore dopo il nostro passaggio sullaterra» (182-183). In effetti, il modus di annunciare ilVangelo non è collegato in modo esclusivo a un’azionespecifica, ma implica una forma di essere, tipica di uo-mini desiderosi di impegnarsi all’edificazione delRegno di Dio, vivendo la penitenza, annunciando lapace, difendendo i poveri e lodando il Creatore.

Solo così, allora, l’invito del Santo Padre nel-l’Evangelii Gau-dium diventa moti-vo di sfida per i no-stri tempi: «Piccolima forti nell’amoredi Dio, come sanFrancesco d’Assi-si, tutti i cristianisiamo chiamati aprenderci cura del-la fragilità del po-polo e del mondoin cui viviamo»(216). Assisi e Ro-ma sono due cittàdiverse, il Medio-evo e la contemporaneità sono due tempi storici dis-simili, ma il nome Francesco e gli intentidell’annuncio rimangono gli stessi, in una coerentelogica di tradizione e innovazione.

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EVANGELII GAUDIUM Laudato sie n. 50 - 1° semestre 2016

Assisi: Giotto, Basilica superioreSan Francesco e papa Innocenzo III

aria e Giuseppe, li incontriamo entrambi al sor-gere della nuova Alleanza, caratterizzata dalla venutastorica dell’Emmanuele. Dio, nel suo immensoamore, attua un piano salvifico che si realizza in or-dine inverso a quello della “caduta”, cioè del “pec-cato originale”.

Egli stesso è venuto “in mezzo agli uomini” (cf.Gv 1,14) da una donna e da un uomo di Nazarethcongiunti da vincolo sponsale. (Nei vangeli di Mat-teo e Luca, Giuseppe e Maria saranno sempre quali-ficati come “sposi”; infatti Giuseppe sarà lo «sposodi Maria» [cf. Mt 1, 16. 19]e, a sua volta anche Mariasarà la «sposa di Giuseppe»[cf. Mt 1, 18. 20. 24; Lc 1,27; 2, 5]). Afferma l’ese-geta Meier: «Durante ilregno di re Erode il Grande(e, se si deve credere a Mat-teo, verso la fine del suo regno, quindi intorno al 7-4 a.C.), un ebreo di nome Yeshûa‘ (= Gesù) nacque,[…] a Betlemme di Giudea, […] in una piccola cittàentro i confini del regno di Erode.

La madre di Gesù si chiamava Miryam (=Maria), suo padre (puta-tivo) Yosef (= Giuseppe).[…] Gesù crebbe a Naza-ret e fu tanto identificatocon quella città che «Na-zoreo», «Nazareno» o«di Nazaret» divennequasi un secondo nome».Si fa doveroso a questopunto porre la mia atten-zione, seppur a grandilinee, sulla visione delmatrimonio presso l’an-

tico popolo ebraico. La stessa Bibbia, nel panorama storico salvifico,

spesso parla del matrimonio. Si dischiude con lacreazione dell’uomo e della donna ad «immagine esomiglianza di Dio» (Gen 1, 26-27) e si chiude conla visione delle «nozze dell’Agnello» (Ap 19, 7. 9).È un grande quadro all’interno del quale possiamonotare la realtà del matrimonio nella sua istituzionee del senso che Dio gli ha dato sin dalla sua origine.

Il testo sacro della Genesi evidenzia come i duecapitoli di Gen 1, 26-31 e di Gen 2, 18-24 si inte-grano e si completano a vicenda mettendo in risaltola sacralità, l’amore e la fecondità del matrimonio.

Mentre il capitolo secondo della Genesi ci pre-senta la creazione di Adamo e di Eva nell’Eden eci aiuta a comprendere il rapporto instaurato tra re-lazione e unicità, il capitolo primo, invece, ci aiutaa delineare la finalità alla quale la coppia primor-diale è chiamata. Entrambi i capitoli del libro sacroci offrono una riflessione molto approfondita in-torno ai diversi aspetti dell’esperienza matrimo-niale e a quella che possiamo definire la più anticateologia matrimoniale.

Un aspetto che emerge dalla rivelazione biblicaè la dimensione socialedel progetto creatore diDio. L’uomo non è abban-donato alla solitudine maal dialogo e, in quanto im-magine di Dio, porta in seciò che Dio stesso è nellasua natura profonda:amore, comunione, dia-logo. «Non è bene chel’uomo sia solo: gli vogliofare un aiuto che gli sia si-mile» (Gn 2, 18). È

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L’indispensabile “reciprocità”di

Maria e Giuseppe

MARIOLOGIALaudato sie n. 50 - 1° semestre 2016

M

Fr. Francesco Di Nanna, vice-commissario di Terra Santa e membrodi questa fraternità religiosa, in qualità di mariologo ci accompagneràcon alcune riflessioni sulla sacrosanta Famiglia di Nazareth in rapportoalla famiglia contemporanea, argomento particolarmente attuale nellaChiesa a cominciare da papa Giovanni Paolo II fino a papa Francesco. di Fr. Francesco Di Nanna

l’espressione che indica l’indispensabilità perl’uomo di relazionarsi ad un “tu”. È ormai un datopacifico dell’esegesi, dottrinale e scientifica, chenel racconto sacerdotale di Gen 1 e in quello diGen 2 ha’adam è nome comune e collettivo (ha èarticolo) designa quindi tutta l’umanità che, se-condo il primo libro della Bibbia, è creata da Dio“a sua immagine” (Gen 1, 27), ma differenziata.L’adam infatti è maschio e femmina, ed entrambisono immagine di Dio, equivalenti per dignità, am-bedue “persona” (imago Dei) in egual grado, duetotalità diverse ma comunionali.

La creazione della donna “tratta dall’uomo”, staa sottolineare l’ugua-glianza di dignità fral’uomo e la donna, il reci-proco aiuto, l’unità purnella differenziazione deisessi voluta da Dio. Pos-siamo pertanto affermareche nessuno dei due essericreati, presi singolar-mente, reca in sé l’imma-gine e la somiglianza conDio; è nella dualità di ma-schio e di femmina che siriproduce e si riverbera laSua immagine: «Dio creòl’uomo a sua immagine: aimmagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò.Dio li benedisse e disse loro: “Siate fecondi e molti-plicatevi, riempite la terra…” (Gen 1, 27-28)».

Il versetto biblico evidenzia la “capacità procrea-tiva” che è anch’essa dono di Dio e frutto della Sua“benedizione” e “fecondità”. A questa vocazionel’uomo e la donna sono invitati a confrontarsi (cf.Gn 1, 28) tanto che lo scopo della sessualità trova lasua identità e il suo fine nell’amore reciproco e nellatrasmissione della vita. Quest’ultima ha in Dio la suasorgente e nell’uomo la sua vocazione.

La procreazione non esclude l’affettività messa

particolarmente in risalto dalla tradizione jahwistasecondo la quale «i due saranno una carne sola» (Gn2, 24). Creando l’uomo «a sua immagine» (Gn 1,27), in quanto maschio e femmina, Dio ha incluso laforza attrattiva dell’amore: il giusto equilibrio tral’affettività e la procreazione deve sempre segnare ilrapporto dei due, quale Dio nel suo disegno ha dasempre concepito.

Da quanto finora accennato si evince che: «Ilmatrimonio è una realtà che viene da Dio (Gen. 1),inserita nella storia di salvezza. Assumendola,l’uomo realizza il progetto di Dio ed esprime lapropria vocazione al dialogo (Gen. 2). Però è

anche vero che, come tuttele realtà dell’uomo, anchela realtà matrimoniale èfragile: l’uomo vi puòesprimere il rifiuto di Dio,la divisione, la violenza(Gen. 3). È perciò una re-altà da redimere» (Mag-gioni B., Uomo e societànella Bibbia, Jaca Book,Milano 1987, pp. 67-68).Dall’insegnamento biblicosappiamo che il matrimo-nio non è un’invenzioneumana, bensì è stato isti-tuito da Dio creatore, per-

ciò esso appare in stretta relazione con la stessacreazione dell’uomo (cf. Gen 1, 26-30; 2, 18-24).

L’istituzione matrimoniale fa quindi parte, fin dalprincipio, dei progetti che Dio ha nel cuore: il mondoe l’uomo. Il Catechismo della Chiesa Cattolica fa ri-ferimento a questi testi quando dice che l’uomo e ladonna sono stati «creati l’uno per l’altro» (Catechi-smo della Chiesa Cattolica, n. 1605) e che «il lororeciproco amore diventa un’immagine dell’amoreassoluto e indefettibile con cui Dio ama l’uomo»(Ibidem, n. 1604) ed è un amore destinato ad esserefecondo (Cf. Ibidem).

(segue)

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MARIOLOGIA Laudato sie n. 50 - 1° semestre 2016

Cappella Sistina: Creazione della donna

ATTUALITÀ

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...dal Commissariatodi Terra Santa

Convegno dei Commissari di Terra SantaConvegno dei Commissari di Terra Santadella Conferenza di ligua Italianadella Conferenza di ligua Italiana

Da lunedì 10 a venerdì 14 ottobre si è svolto, acura di questo Commissariato di Terra Santa diPuglia e Molise, l’annuale Convegno internazio-nale dei Commissari di Terra Santa, di cui fannoparte i Commissari di Malta, Italia, Croazia, Slo-venia, Slovacchia e Polonia. Questo è un evento dirilievo che rende un prezioso servizio alla Custo-dia dei Luoghi Santi affidati ai Frati Minori. ICommissari di Terra Santa vengono chiamatianche scherzosamente “ambasciatori” della Custo-dia di Terra Santa, in quanto operano nei territoriloro affidati, come rappresentanti della Custodiaper sostenerla ed aiutarla nella sua missione,impegnandosi su molteplici versanti: far conosce-re ed amare la Terra Santa, attraverso la promozio-

ne del territorio; organizzare ed animare i pellegri-naggi; raccogliere aiuti economici; curare le voca-zioni orientate alla Terra Santa.

Questi Convegni sono appuntamenti moltoattesi e attentamente preparati, che vengono indet-ti ogni anno, in luogo diverso a scelta durante ilConvegno precedente, e che svolgono l’importan-te compito di avvicinare la realtà della Custodia edei Commissariati, sviluppando e rafforzando ildialogo tra le diverse parti e cercando così dirispondere alle rispettive aspettative. Proprio alloscopo di intensificare queste relazioni è stato isti-tuito alcuni mesi fa, su esplicita richiesta e racco-mandazione del precedente Congresso internazio-nale dei Commissari, tenutosi nel 2012, l’Ufficio

Laudato sie n. 50 - 1° semestre 2016

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custodiale per ilCoordinamento deiCommissariati diTerra Santa. Si trattadi una competenzadel tutto nuova nellastoria della Custodia,che nasce per essered’ausilio al governocustodiale nel rappor-to con i Commissa-riati e nell’animazio-ne degli stessi e cheha, tra i suoi compitiprincipali, proprioquello di organizzarei periodici Congressiinternazionali”.

Il Convegno si èsvolto presso l’Oasi

Madonna dell’Isola in Conversano, ex conventodei frati minori.Sono presenti: Fra NicodemoGdyk, Commissario di Polonia, Fra Peter Lavrih,Commissario della Slovenia, Fra Giuseppe Batti-stelli, Commissario dell'Umbria, Fra Andrea Stefa-ni, Commissario del Lazio, Fra Roberto Mancinel-li, Commissario delle Marche, Fra Giuseppe Soli-nas, Commissario della Sardegna, Fra SergioGaldi, Commissario Generale di Napoli, Fra Piod'Andola, Commissario della Puglia e Molise, FraAntonio Iacona, Commissario di Sicilia, fra Anto-nio Kircop, Commissario di Malta, i vice Com-missari Fra Adriano Contran e Fra Francesco DiNanna, sono presenti anche Fra Anacleto Braccoaffiliato al Commissariato Generale di Napoli, FraGiorgio Vigna in rappresentanza del Coordinatoredei Commissari di Terra Santa e fra PasqualeGhezzi già Commissario di Terra Santa di Milano.

Lunedì 10,primo giorno,dopo il saluto, anome della frater-nità, di Fra GianniM a s t r o m a r i n o ,Guardiano delconvento, fra Giu-seppe BattistelliPresidente uscen-te della Conferen-

za illustra il programma del Convegno: e subitodopo il Definitore Fra Fulgenzio Corcelli porge il

saluto del Ministro provinciale della Provincia diSan Michele Arcangelo, fra Alessandro Mastromat-teo. Si è quindi passati alla elezione del nuovoPresidente e dei Consiglieri. Gli esiti degli scrutinihanno dato il seguente risultato: nuovo Presidentedella Conferenza è risultato Fra Sergio Galdi,Commissario Generale di Napoli. Per i Consiglierisono stati eletti: Fra Francesco Ielpo, Commissariodella neo-Provincia dei Frati Minori, per la zonageografica del Nord, Fra Giuseppe Solinas, Com-missario della Sardegna, per il Centro e fra Anto-nio Iacona, Commissario di Sicilia, per il Sud.Dopo un saluto ed i ringraziamenti del nuovo Pre-sidente, i lavori si sono conclusi con la Celebrazio-ne Eucaristica e una cena fraterna con la Comunitàfrancescana del convento di Castellana.

L'indomani, dopo la visita al Santuario della

Madonna del Pozzo, la giornata è stata apertadall'intervento di Fra Dobromir Jasztal, Vicariocustodiale e Delegato del Padre Custode di TerraSanta, fra Francesco Patton. Nel corso dell'inter-vento Fra Dobromir ha evidenziato come la fusionedi varie Province france-scane in una, portianche ad una ridistribu-zione degli incarichi trai Commissari, come adesempio è accaduto inSpagna e nel Nord Italia.Dagli interventi è emer-so, in particolare, ildesiderio di celebrareadeguatamente il centenario dell'arrivo di SanFrancesco in Terra Santa ed organizzare il Con-gresso generale dei Commissari di tutto il mondo.

All'intervento di fra Dobromir, Vicario dellaCustodia di terra Santa in rappresentanza delle Edi-zioni di Terra Santa di Milano, è seguito quello di

ATTUALITÀ Laudato sie n. 50 - 1° semestre 2016

Fr. Dobromir JatszalVicario Custodiale

Capurso: Fr. Filippo guida i Commissarial Pozzo della Madonna

Fr. Gianni MastromarinoFr. Fulgenzio Corcelli

Fr. Sergio Galdi

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Elena Bolognesi delleEdizioni di TerraSanta, Milano, la qualeha aggiornato la plateasulle nuove proposte edi-toriali ed i sussidi vari; altermine, poi, un interes-sante intervento di Vin-cenzo Bellomo, delSocial Service di Betlem-me, ha illustrato la situa-

zione dei Cristiani aBetlemme. Nel pomerig-gio la giornata è prose-guita con la visita alleGrotte di Castellana e siè conclusa con la Cele-brazione Eucaristica nellaChiesa Madre del paese.

Mercoledì 12 Ottobre,in mattinata, fra MichelePerruggini ha presentato uninteressante "Museo itinerante della Bibbia". Si tratta diuna mostra biblica articolantesi in tre percorsi: storico,

bibliografico e icono-grafico e che potrà esse-re a disposizione deiCommissari di TerraSanta che vorrannoallestire questa mostratemporanea nel loro ter-ritorio. Successivamen-te, Filippo Sedda hapresentato il volumettodi Paolo Martinelli e

Fra Pietro Messa, dal titolo: "Francesco d'Assisi e lamisericordia".

Nel pomeriggio l'interessante escursione nellaCittà di Monopoli, con l'accompagnamento del

corteo storico a fare da cornice al gruppo dei Com-missari e la calorosa accoglienza nel Palazzo di

Città, hanno particolarmente toccato tutti. La giorna-ta si è conclusa con la celebrazione eucaristicanella Cattedrale di Monopoli.

La giornata di Giovedì 13 è stata dedicataall'escursione nel tipico centro di Alberobello Cittàdei Trulli, cui è seguita la visita di cortesia al Sin-

daco di Castellana e alla Giunta Comunale Grotte nelPalazzo comunale.

Nel pomeriggio si è svolto un dibattito tra ipartecipanti al Congresso sulle vari tematicheriguardanti le attività dei vari Commissariati. La

Santa Messa nella Cattedrale di Conversano, presie-duta dal Vescovo, S.E. Mons. Giuseppe Favale haconcluso la giornata dei lavori.

Nel dibattito è emersa la necessità di adeguare lafigura del Vice Commissario nei territori particolar-mente estesi, quale ad esempio quello del NordItalia. Sarebbe auspicabile, inoltre, che i Padri

ATTUALITÀLaudato sie n. 50 - 1° semestre 2016

Fr. Michelino Perruggini

Elena Bolognesi

Vincenzo Bellomo

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Provinciali nominassero in tali territori così vastianche più vice Commissari, con la responsabilità dicurare il territorio di appartenenza, in armonia con ilCommissario.

Emerge, inoltre, la necessità di portare all'atten-zione dei Padri Provinciali e quindi della COMPI leproblematiche afferenti alla missione di Terra Santa,grazie ad un dialogo di informazione e collabora-zione reciproci.

L'intera Conferenza dei Commissari desideravivamente ringraziare fra Pio D'Andola, della Provin-cia di San Michele Arcangelo, fra Francesco DiNanna, vice Commissario e l'intero suo staff con iSignori Leonardo Ivone e Francesco Clemente, per ilservizio costante, la fraterna disponibilità offerta ed ilsupporto nell'organizzazione del Convegno e per lecapacità di coinvolgimento delle Autorità civili locali,della stampa e della popolazione. Si ringrazia, inol-tre, il Signor Cavalier Nicola Guarnieri solerte volon-tario e sostenitore del Commissariato di Puglia perl'ospitalità offerta.

Il prossimo Convegno della Conferenza dei Commis-sari di lingua italiana è stato previsto che si tenga a Rodinella settimana dal 9 al 14 Ottobre 2017, in virtù delledifficoltà che l'isola di Rodi e di Coo stanno affron-tando nella emergenza dell'accoglienza dei profughi.

Ai Lettori di Laudato sie mi piace offrire in letturail discorso di apertura che il Custode di Terra Santa Fra

Pierbattista Pizzaballa indirizzò ai Padri Commissaririuniti in Congresso internazionale di Gerusalemme nelnovembre del 2012, per far capire meglio la loro mis-sione nel mondo.

“La missione dei Commissari continua ad esserenecessaria perché la Custodia possa realizzare la sua/lanostra missione ecclesiale, evangelizzatrice, caritativa. Etutte le Province devono sentirsi responsabili e coinvoltenella sua realizzazione, in uno scambio fecondo di doniche se arricchisce la Custodia non impoverisce le Provin-ce. La Custodia è anche “la” provincia internazionaledell’Ordine, dove ogni Provincia può inviare frati, secon-do una tradizione che conta 800 anni. Ed è giusto, qui,ringraziare le Province che mandano i loro frati a studia-re nel nostro seminario, quello Studium TheologicumJerosolimitanum dove “crescono” insieme giovani fratiprovenienti da diversi parti del mondo, prestando servizioalle liturgie dei nostri grandi Santuari. Grazie anche alleProvince che qui organizzano gli Esercizi Spirituali per iloro frati, o durante l’estate mandano i loro giovani a pre-stare servizio in qualche Luogo santo”.

Tutto il programma del Convegno è stato seguito dasvariate testate giornalistiche e televisive locali e dasolerti fotografi tra i Convegnisti.

Mi piace annotare che al termine della prima giorna-ta e anche dell’ultima è stata regalata a tutti i parteci-panti al Convegno una lieta nota finale da alcuniAmici musicisti castellanesi.

ATTUALITÀ Laudato sie n. 50 - 1° semestre 2016

LA SEDE DEL CONVEGNO

La Madonna dell’accoglienza L’Aula del Convegno Cappellina

L’Ingresso all’Oasi e alla chiesa Il Chiostro francescano

PELLEGRINAGGI

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Il Viaggio di una vitaon è mai semplice riordinare le idee e

parlare di un Viaggio fantastico come quelloche abbiamo appena avuto la fortuna divivere.

Non è facile, semplicemente perché c’è tal-mente tanto da dire che il rischio è quello difare confusione, di mescolare pensieri e ricor-di. In situazioni del genere, credo che l’unicacosa sia veramente parlare con il cuore, senzavoler descrivere qualcosa per forza ma solo

raccontando un punto di vista da pellegrina,ossia quello che sono stata in Terra Santa.

Prima di partire sapevo che sarebbe stataun’esperienza indimenticabile, avevo questanetta sensazione che con il passare dei giorni,è diventata sempre più una convinzione e daquando sono tornata a casa, una certezza.

È stato magico essere presente nei luoghitante volte sentiti e finalmente davanti a me,davanti ai miei occhi. È stato emozionante, econtinua ad esserlo nel ricordare, camminaresui luoghi dove Gesù è vissuto, osservare quei

Puglia chiama Terra SantaPuglia chiama Terra Santa

Laudato sie n. 50 - 1° semestre 2016

Un colorito gruppo di pellegrini provenienti dalle provincie di Foggia, Bari,Brindisi, Lecce e Taranto e da Napoli, Francia e America ha intonato in inno diesaltanti emozioni percorrendo insieme un itinerario di fede sui passi del Mae-stro, sostando a Cesarea di Filippo e alle sorgenti del Giordano dove abbiamorinnovato le promesse battesimali. Allungando il passo, abbiamo raggiunto anchela Giordania per ammirare resti di civiltà millenarie ma soprattutto sostare neiluoghi biblici dove è passato il popolo eletto guidato da Mosè. Affascinante è stato il passaggio tra le multicolori rocce di Petra e poi nel miste-rioso deserto di Lawrence d’Arabia. Da Eilat sul Mar Rosso abbiamo attraversa-to i deserti biblici del Neghev, Paran e Zin, e rasentando il Mar Morto raggiun-giamo Gerico e Betlemme, territorio della amministrazione palestinese.

Infine Gerusalemme, cuore del mondo.

N

l’uno dall’altro, dove tutto si è compiuto:Croce e Resurrezione.

Gerusalemme, però, oltre ad essere il luogoin cui convivono culture e religioni diverse, èfacile veder passare per le strade della cittàvecchia sacerdoti copti, ortodossi e cattolici,musulmani e ebrei, ognuno col proprio abito ocopricapo, è anche la cittàdel muro e non soloquello più famoso “del pianto”, ma quello“della vergogna”, la barriera di separazioneisraeliana che divide Israele dai TerritoriPalestinesi. Percorrere le strade che ha percor-so Gesù, dalla Galilea alla Giudea, passandoper check-point militarizzati è qualcosa chenon lascia indifferenti. Fa riflettere che la terrain cui è stato detto: “beati gli operatori dipace, beati quelli che hanno fame e sete dellagiustizia” è una terra che fatica a trovare pace.

Un accorato grazie ai francescani per averciguidato nel Viaggio in Terra Santa con paroleche state molto preziose.

Quello che ho visto, vissuto e imparato loporterò sempre nel mio cuore.

Infine voglio anche, a nome di tutti i pelle-grini, rendere omaggio alle grandi opere por-tate avanti dai Francescani per rendere acces-sibili i luoghi santi a noi Pellegrini. Il ruoloimportante dei Francescani nel campo educati-vo in Terra Santa è da ammirare, senza il loroimpegno continuo non avrei, come pure tantialtri pellegrini, potuto fare questo camminospirituale, che non finisce al termine del Viag-gio, ma che continua senza sosta nelle soffertegioie quotidiane.

Lucia De Angelis

PELLEGRINAGGI

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paesaggi che Lui stesso ha osservato. Hopotuto toccare con mano l’umanità e la straor-dinarietà di Gesù.

La Terra Santa, luogo di incontro ma allostesso tempo di scontro tra culture diverse, èper noi cristiani il luogo dove sperimentare lanostra fede. La bellezza e la pace che si respi-

ra sulle rive del Lago di Tiberiade è affasci-nante. Nel si lenzio di quei luoghi, sisentono risuonare chiaramente le parole diGesù, così come risuona forte a Nazareth il“sì” di Maria. Parole queste che si aggiun-gono alle molte altre che ogni luogo visitatoracconta, e che si sommano durante tutto ilViaggio, fino a diventare un discorso, undialogo tra noi e Dio.

Gerusalemme è uno di quei posti che meri-tano di essere visti almeno una volta nella vitaper quello che racchiude, il fatto di esseresacra per le tre grandi religioni monoteistedice tutto e non lascia spazio ad ulteriori spie-gazioni. Gerusalemme è per noi cristiani ilcuore della Terra Santa. Che emozioneentrare nella chiesa del Santo Sepolcro etrovarsi proprio lì, nei luoghi, a pochi passi

Laudato sie n. 50 - 1° semestre 2016

Giordania: Petra

Giordania: Piazza ovale di Jerash

COMMISSARIATO

Gennaio: Il Commissario a Cracovia per preparareprogramma del Convegno annuale in Puglia per la Con-ferenza di lingua italiana.Febbraio: Quindici Volontari per interventi in

diversi Santuari di Terra Santa dal 1 al 15 febbraio. Il P.Commissario e Francesco Clemente allo Studio Biblicoper la scansione dei filmati dell’archivio archeologico.Marzo: Mostra sula Siria nel Polo Liceale “Galilei”

di Monopoli, nella Parrocchia S. Antonio di Alberobel-lo, nella chiesa dell’Immacolata a Castellana Grotte.

Spedizione di materiale-stampa per la Colletta delVenerdì Santo alle Curie Vescovili e ai Conventi e Par-rocchie delle nostra Provincia religiosa.Luglio: Il P. Commissario continua la scansione di

strisce di pellicole, in particolare quelle degli anni ‘40 e‘50 conservati da Padre Piccirillo alla Delegazione diRoma, mentre il Volontario Renato Centonze è impe-gnato per l’intero impianto elettrico al Santuario diEmmaus.Agosto: Il Commissariato sponsorizza la partecipa-

zione di quattro alunni (Basel Awwad, Clarita Tabri,Rani Ibrahim, Namir Ibrahim) dell’Istituto Magnificatdi Gerusalemme a partecipare a un Master Class di unasettimana presso “La Bottega delle Arti” di Monopoli,accompagnati dal Direttore Padre David Grenier.Settembre: Padre Francesco Di Nanna, entra in

questa Fraternità come Vice-Commissario di TerraSanta.Ottobre: Convegno Commissari. Partecipazione di

12 Volontari di Terra Santa al Raduno annuale pressol’Antoniano di Roma sul tema della speranza per unnuovo futuro. Interventi interessanti di P. Alberto Parisulla speranza cristiana, Frate Cruz Oswaldo su Char-les de Foucauld, Giovanni Gianfrate sugli ulivi delGetsemani, P. Ibrahim Alsabagh sulla tragedia diAleppo con impressionanti filmati di distruzione e sof-ferenze, P. Francesco Ielpo su progetti per la Siria euna testimonianza accorata del Rev.mo. Padre France-sco Patton, Custode di Terra Santa su “Testimoniare lamisericordia”.

Intervento a sorpresa di Mons Carballo, ex MinistroGenerale dell’Ordine dei Frati Minori.Novembre: Pellegrinaggio di Puglia in Terra Santa

e Giordania dal 3 al 14 novembre.Dicembre: Pellegrinaggio natalizio dal 26 dicembre

al 2 gennaio 2017.

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Locandine delle Mostre sulla Siria

Gerusalemme: Volontario al RomitaggioAeroporto di Bari

Il “Benvenuti”a P. David e alunnidel “Magnificat”di Gerusalemme

AttivitàAttivitàdel Commissariato di Terra Santadel Commissariato di Terra Santa

Inizio del Convegno dei Commissari

Pellegrini all’ingresso di Petra

LA MADONNA

Santuari mariani francescanila Madonna dei Martirila Madonna del Pozzo

la Madonna della Vetrana

a Madonna è una. Le Madonne sono mille.Eppure è sempre e solo lei, l’Immacolata che dissesì all’annuncio dell’Arcangelo; l’Addolorata checondivise la Passione di Gesù Cristo; l’Assunta incorpo e anima poi incoronata Regina del Cielo. Èla stessa, che sia del Rosario, delle Grazie, oppuredel Carmelo; o i cui titoli delle pur numerose Lita-nie lauretane non esauriscono le molteplici deno-minazioni derivanti da miracoli, luoghi di culto,apparizioni. La Madonna delle Lacrime di Siracu-sa è la stessa Madonna di Bonaria di Cagliari; cosìcome quella di Caravaggio è la stessa di Loreto.

Usiamo dire: sono devoto della Madonna diLourdes, ovvero di quella di Fatima; laddove ci siriferisce in realtà all’unica Madonna, la stessaanche di Guadalupe o de La Salette.

Così è sempre una la Madonna, che sia deiMartiri di Molfetta, del Pozzo di Capurso, o dellaVetrana di Castellana Grotte. Tre Madonne venera-te in altrettantiSantuari rettidai Frati Minoridella Provinciamonastica diPuglia e Molise.

In tutti e trequesti luoghimariani, c’è unacifra costanterelativa ai segnidella devozione:una icona piùantica, che staall’origine delculto, occupa lospazio solennesopra l’altaremaggiore; e poi

una corrispondente statua processionale di fatturasuccessiva, utilizzata nelle feste esterne.

Molfetta, nella Basilica sulla riva di ponente,l’icona, dellatipologia diMadonna dellaTenerezza, è undipinto ad oliosu tavola dicedro prove-niente dallaTerra Santa. Diqui il titolo diMadonna deiMartiri, conriferimento, pere s t e n s i o n e ,anche ai pelle-grini defuntinell’Ospedaletto dei crociati attiguo al convento.

Nella seconda metà dell’Ottocento venne com-missionata a uno scultore napoletano la celebrestatua resa caratteristica dai due angioletti che allespalle, reggono un manto. Da subito si radicò l’u-sanza, molto sentita tutt’oggi, di portare per maretale statua su due paranze gemelle legate fra loro.In tempi più recenti a quelle anguste imbarcazionisi sono sostituiti tre più moderni motopescherecci.La festa cade l’8 settembre. La statua viene vestitacon l’oro di catenine, bracciali, anelli, orecchini,offerti come ex-voto. Rappresentano la testimo-nianza pubblica del potere taumaturgico della Ver-gine e della fede corrisposta dai devoti.

assando dal medioevo al secolo dei lumi, citrasferiamo a Capurso dove, nel 1705, nasce ilculto per la Madonna del Pozzo. In quell’anno ilsacerdote Domenico Tanzella fu miracolato eguarì da una grave malattia, dopo aver bevuto

I segni sacri di tre culti mariani in Terra di Bari

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L

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A

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l’acqua del pozzo di Santa Maria. Lì rinvennel’immagine delicata di una Madonna con Bambinoaffrescata su una parete. È quella l’immagine che,dal 1778, è custodita nella meravigliosa “cona”della Basilica capursese. E ancora conserva i suoivividi colori nonostante la fragilità dell’intonacoche era stato nell’umidità dell’antico pozzo.

La festa esterna, che ha il suo momento topiconella processione con il carro trionfale, si svolgel’ultima domenica di agosto. La statua processio-nale – pure di scuola napoletana e scolpita su untronco di acero – fu sottoposta a un radicalerestauro nel 1996. Fino ad allora, si presentavacon accesi colori rosso e verde; giallo era il velosul capo di Maria. Si volle riportare la statua allasua colorazione originaria. Questo innescò unacceso dibattito tra favorevoli e contrari a taleintervento. I meno entusiasti contestavano il fattoche sarebbe stato impossibile recuperare i colorioriginari essendo stati a suo tempo compromessidagli agenti atmosferici e il nerofumo delle can-dele; tant’è vero che, per questo motivo, fu ridi-pinta. Inoltre – si diceva – il popolo ormai la rico-nosceva così, seppure con quei colori eccessiva-mente vistosi. Sta di fatto che, dopo il restauro, lastatua risultò assai più ingentilita e oggi, dopovent’anni, nessuno rimpiangerebbe il vecchioaspetto cromatico.

ncora più a sud-est di Bari, nell’immediataperiferia di Castellana Grotte, sulla via che portaad Alberobello, si trova il Santuario in cui si con-serva la splendida icona della Madonna dellaVetrana. È risalente alla fine del XIV secolo ed èdipinta su una lastra di pietra. Deve la sua deno-

minazione auna terribileepidemia chec o n t a g i òCastellana e ipaesi limitrofi.Due sacerdotiinvocarono laM a d o n n aaffinché libe-rasse il loroterritorio daquella pestilen-za e uno di

loro, l’11 gennaio 1691, sentì una voce che lo ras-sicurava sul cessato pericolo e faceva la richiestadi rendere più ampia la Chiesa. Cosa che pronta-mente avvenne con la successiva costruzioneanche del Convento affidato ai Frati MinoriAlcantarini.

La preziosa icona venne collocata sull’altaremaggiore, fra quattro colonne tortili e una riccacornice di sapore barocco. Dopo le traversie deri-vanti dalla soppressione degli Ordini religiosi nel-l’Ottocento, a partire dal 1870, i frati francescaniriportarono in auge la devozione per la Madonnadella Vetrana, in verità mai sopìta nei cuori deicastellanesi.

La bella statua della Vergine col Bambino discuola leccese, è al centro della Festa di Aprile,che si celebra nell’ultima domenica di quel mese.Una peculiarità della processione mattutina è cheil simulacro della Madonna sfila con le statue deiSanti custodite in tutte le Chiese di Castellana; aratificare che di essi, la Vergine è la Regina. L’11gennaio si conserva invece la tradizione dell’ac-censione dei falò, uno dei quali, imponente, ardenel piazzale antistante il sagrato del Santuario. IlConvento è sede anche del Commissariato di TerraSanta di Puglia e Molise, affidato a padre Piod’Andola, memoria vivente della presenza france-scana nella Città delle Grotte.

Le feste di Molfetta, Capurso, Castellana, ven-gono vissute con grande partecipazione di folla esono molto sentite sia dai residenti che dallecomunità di emigranti oltreoceano. È questo, l’am-bito della religiosità popolare, la quale «se è beneorientata – scrisse il Beato Paolo VI nella Evange-lii nuntiandi – soprattutto mediante una pedagogiadi evangelizzazione, è ricca di valori. A motivo diquesti aspetti, noi la chiamiamo volentieri “pietàpopolare”, cioè religione del popolo, piuttosto chereligiosità».

L’unica Madonna, dei Martiri, del Pozzo, dellaVetrana o degli altri mille e più titoli che si dannoalla Madre di Dio e Madre nostra, è la stessa – perdirla con un altro Beato, il cardinale Schuster –verso cui la filiale devozione resta caratteristicadella fede cattolica.

In Cristo e in Maria è tutta la Chiesa che trionfaed esulta.

Emanuele Cazzolla

LA MADONNA

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STORIA

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I l titolo mi è stato suggerito, così come il tema:uno scritto di occasione, perciò, che si ispira all’ot-tavo centenario della nascita di San Francescod’Assisi.

E tuttavia il tema non mi trova del tutto impre-parato, perché da tempo vado raccogliendo testi-monianze che riguardino il nostro convento piùantico, che fu quello di San Francesco, alla Piazza.

Modeste testimonianze, certo, ma parecchiointeressanti; e tali che cucendole bene insieme,può darsi che se ne cavi una tela decente, forsesolo un po’ ispida e grigia, come la vecchia telamassaregna che le nostre donne tessevano incasa, tanti anni fa.

Dicevo del nostro convento di san Francesco,che fu fondato il 1418, a pochi passi dalla Portadelle Olive, la quale si apriva allora, dal lato dimezzogiorno, nella muraglia che cingeva intornointorno tutta la terra di Castellana (Su per giù in cor-rispondenza dell'attuale via Andrea Angiulli).

Il convento di San Francescocostituisce dunque la prima pre-senza fisica dei Francescani aCastellana, nel senso propriodella presenza di una regolarecomunità di religiosi. Ma di que-sto, se piace a Dio, diremomeglio appresso.

Eppure, di francescani, frala nostra gente, ce ne furonoanche prima del 1418, e molto,molto prima.

L’archivio benedettino diConversano, fra le mille altrecose, ci ha conservato, anche diquesto, un’umile ma suggestivamemoria (Archivio Diocesano diConversano, San Benedetto, Perga-mene - Muoiacela, n. 35).

Il 27 agosto 1285 mastro

Francesco del fu Pietro Paolo, insieme con suamoglie Margherita, in presenza del giudice Giovan-ni di Pellegrino, e dei testimoni Giovanni di Bruno,Pellegrino Caforio e Pietro della Piazza (Mi è pia-ciuto tradurre così, con qualche libertà, il Petri de Pla-tea dell’originale), vendeva ad Angelo di NicolaTagàro una sua vigna, in territorio di Castellana,per il prezzo pattuito di diciotto tari di oro, dibuona moneta legale.

Mastro Francesco nello strumento legale dinotar Angelo di Castellana, si dichiara habitatorloci Castellani, abitante di Castellana, cioè. Unaformula normale e solita, trattandosi di una terraassai modesta (seppure non modestissima), comesappiamo che era il nostro paesello (Mi sia consen-tito di rimandare il Lettore a un mio modesto scrit-to, Castellana nel primo secolo della sua vicenda(1171 - 1266), in “Momenti di storia pugliese.Studi in onore di Michele Viterbo (Peucezio)", vol.I, Galatina (Congedo) 1981). Ora, nelle città più

illustri la cittadinanza si acquisi-va con tanta maggiore difficoltà,e perciò la differenza fra civis ehabitator era tanto più netta eprecisa; e se ne faceva sempreespressa menzione. Ma noiavremmo preferito che vi si leg-gesse civis et habitator, cittadinoed abitante, perché così avremmonutrita minore incertezza circa iveri natali dell’ottimo mastroFrancesco. Il quale, che so,potrebbe essere anche, così comeè definito, un forestiero immigra-to a Castellana da qualche altraterra dei dintorni, come Putigna-no, o dalla vicina cittaduzza diConversano, o dalla gran città diMonopoli: che ne venivano puredi là, a ricoverarsi in questa

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Presenza francescana a CastellanaIl professor Marco Lanera è venuto a mancare il 9 luglio 2002. Docente di lettere

presso il locale ITCG Anelli, sindaco della città dal 1970 al 1975, studioso di storialocale, autore di saggi - quali Lettere della badessa, Appunti di topografia e topono-mastica castellanese - e di una multitudine di articoli e contributi su riviste storiche:questa fraternità deve molto al compianto Professore per le ricerche storiche sullenotizie riguardanti la chiesa S. Maria della Vetrana e i documenti storici sulla pestedel 1690-91 e relativo intervento miracoloso della Vergine della Vetrana.

Questo è un documento rilasciatomi su mio personale suggerimento, che avrebbevoluto continuare, ma le sue condizioni di salute lo hanno interrotto prima che miconsegnasse il resto della sua ricerca.

del prof. Marco Lanera

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nostra ospitalissima valle. Valle, perché allora ilristrettissimo nucleo abitato, non si allontanavamolto dalla conca di Porta Grande, inerpicandosiappena sulle prime pendici della collina. L’attratti-va esercitata da Castellana dipendeva, allora, dallecondizioni di colonia particolarmente favorevoliassicurate dal monastero di San Benedetto dì Con-versano, padrone del luogo.

Ma pure così è molto probabile che mastroFrancesco fosse davvero un castellanese di anticastirpe; perché se fosse statoimmigrato di recente, il cultonotaio non avrebbe mancato dinotarlo (Antica, si capisce insenso assai relativo, perché lacomunità castellanese alloracontava poco più di cent'anni.Che il notaio rogatario, Angelo,fosse un uomo istruito è ampia-mente provato dalla correttezzadel formulario e dalla eleganzadella grafia.).

Che mestiere facesse il bra-v’uomo, non è dato saperlo.Certo non era un villano, un con-tadino cioè. Il titolo di mastro lodefinisce con certezza come arte-fice: muratore, carpentiere, fab-bro-ferraio; un artigiano che eser-citasse qualcuno di quei mestieri,indispensabili anche nella piccolanostra comunità contadina.

Ma lasciamo stare questa questione, che delresto, qui, ci interessa pochissimo.

Piuttosto, quanti anni vogliamo assegnare alnostro Francesco?

Era già mastro di bottega: dunque non potevaessere giovanissimo. Suo padre era già morto. Maquesto non significa nulla, perché si possono lasciarefigli anche infanti. Di figliuoli suoi, invece, grandi opiccoli, purtroppo non se ne parla; e così ci viene amancare l’unico punto di riferimento sicuro.

Ma giovani, i due coniugi, forse non lo eranopiù, giacché anche il padre di Margherita dovevaesser morto. Altrimenti mundualdi di lei non sareb-bero stati i fratelli (come dice il documento), ma ilpadre, per l’appunto. Mundualdo era, secondo lalegge longobarda vigente da noi, quegli cui spetta-va la tutela della donna, mirante ad assicurare l'in-teresse del gruppo familiare di cui la donna era ori-ginaria, e la di lei protezione. Da noi, sposandosi,

la donna rimaneva di regola sotto il mundio pater-no, senza passare alla tutela del marito.

Tuttavia non è manco il caso di attribuire a Fran-cesco e a sua moglie un’età troppo avanzata, giacchéallora si moriva piuttosto in fretta; la vita media,come suol dirsi, era assai breve. Penso perciò cheassegnandogli quarant’anni, ci si avvicini parecchioalla verità; alquanti di meno, semmai, di più no.

Ciò significa, evidentemente, che mastro Fran-cesco doveva esser nato (vorrei poter dire a Castel-

lana) fra il 1245 e il 1250.Ma vada per il 1245. Questo signi-

fica ancora che in quell’anno, aCastellana (se davvero egli nacque aCastellana!) c’era un padre (o unamadre, o tutti e due insieme) chetrovavano bello assegnare al lorofigliolino il nome di Francesco.

Perché, allora, il nome era unacosa importante.

Certo, anche allora, la moda e ilcapriccio significavano parecchio.Ma in genere la faccenda del nomeda assegnare ai figliuoli era unacosa seria; e il nome lo si impone-va in forza di ben solidi motivi.

Il nome Francesco appartieneindubbiamente alla serie degli etni-ci: di quei nomi cioè che richiama-no, non dichiarano (attento, percarità, mio perspicace Lettore!),

l’appartenenza ad una nazione. Voglio dire che l'at-tribuzione di un nome etnico non significa che ilnominato necessariamente appartenga alla stirpeche il nome designa: tutt’altro.

Da noi, di questi etnici ce n’erano parecchi ingiro: Todisco, Alemanno, Sassone, Bisanzio,Saracino, forse pure Longobardo. Il noto casatopugliese Longobardi mi sembra anch'esso unoschietto patronimico; e come tale ci condurrebbe aun ipotetico personale Longobardo. Ma io, così,non l’ho mai incontrato. E forse non c'è maistato.Qualcun altro, come Normanno, non mi ècapitato di incontrarlo mai; ma in altre nazionid’Europa lo si trova anche oggi.

Francesco vuol dire francese: lo sappiamo. “Eipiange qui l’argento dei Franceschi”, dice Dante, diBuoso da Duera; e quei franceschi sono appunto iFrancesi di Carlo d’Angiò, che scendevano alla con-quista del Regno di Sicilia (Inferno, c. XXXII, 115).

Al nostro santo il nome di Francesco è tradizio-

STORIALaudato sie n. 50 - 1° semestre 2016

Pietro di Bernardoneche per primo chiamò “Francesco”

suo figlio Giovanni

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ne che sia stato affibbiato dal padre, come unnomignolo: uno dei tanti nomignoli famigliari, unpo’ affettuosi, un po’ scherzosi, un po’ satirici. Alfonte battesimale Francesco si chiamò Giovanni,che è un nome un po’ più da cristiani: anzi ilnome forse più diffuso fra i Cristiani del MedioEvo. Basti pensare alla tormentata serie dei papidi nome Giovanni, che precedono il nostro Gio-vanni XXIII.

La rapidissima consultazione della nostra mag-giore fonte documentaria sembra assicurarci chel’etnico Francesco non abbia avuto, in Puglia,alcun impiego che sia anteriore a san Francesco,voglio dire alla sua canonizzazione (che è del1228), o anche alla sua fama di santità, vivo ancoraegli stesso. Se scorriamo infatti i ponderosi volumidel Codice Diplomatico Barese ci accorgiamosubito che le testimonianze dirette più antiche nonsono anteriori al 1255 o giù di lì; le quali natural-mente ci permettono di risalire di un altro trenten-nio, fin proprio all’età del Patriarca. Attribuendo aisingoli personaggi il solito trentennio di vita. Fra ipiù antichi segnalo un giudice Francesco de Seba-sto, di Molfetta, il cui figliolo Andrea compare il1269 come testimone; il giudice perciò non potevaavere meno di una quarantina d’anni, arrivandocosì all’anno di morte di San Francesco (cf. DDB,VII, Le carte di Molfetta, doc. 128). Notevolissimopure, che il 1260 si chiamasse Francesco addirittu-ra il vescovo di Bitetto (v. CDB. VI, Le pergamenedi San Nicola di Bari, doc. 102). Anche il vescovopoteva essere poco più che trentenne.

Ciò vuol dire che anche il nostro Francesco diCastellana, deve il suo nome alla devozione che igenitori dovettero nutrire per il primo e massimodei Franceschi: Francesco d’Assisi.

Ma da ciò deriva che anche nel nostro prosperovillaggio (anzi giàcostumata terricciuola)era giunta, assai viva,l’eco della predicazionefrancescana; anzi iocredo, qualcosa di piùdella semplice eco.

Guardiamoci solo unpo’ intorno. A sole seimiglia, verso nord, al dilà della folta selva di SanPietro, si ergeva la vetu-sta e nobile città di Con-versano, veneranda sede

vescovile e minàce arnese di guerra. Cui Castellanaera legata, fin dalle origini, a filo doppio; per la suastretta dipendenza dal monastero benedettino con-versanese, di cui era una creatura; tanto che gli abatie poi le badesse ne erano non solo i signori feudali,ma anche i legittimi superiori ecclesiastici. Ma que-sta è storia nota (Se è lecito autocitarmi (per laseconda volta), cfr. M. Lanera, Appunti per la sto-ria di San Benedetto di Conversano, in "Studi distoria pugliese in onore di Giuseppe Chiarelli",Galatina 1972, voi. I, pp. 335 e sgg., con la relativabibliografia.).

Ora, proprio il 29 settembre 1281, in Conversa-no, davanti al giudice Osberno e al notaio Nicola,comparvero due coniugi, Angelo e Pasqua, perdonare un po’ di roba alla nostra signora Isabella,badessa di San Benedetto. Ma Pasqua, secondo ildiritto longobardo, aveva bisogno, come donna,della presenza e del consenso del suo legittimotutore e protettore (il suo mundualdo). Il qualeintervenne infatti, pure lui, in persona di un suonipote: il giovane mundualdo di Pasqua (non so sezia o ava di lui) fu dunque Giovanni, figlio delquondam Francesco (CDB, XVII, Le pergamene diConversano, a cura di Francesco Muciaccia, Trani1942, doc. 27, p. 43; ho riletto il documento nel-l'originale che si conserva in Archivio Diocesanodi Conversano, giacché il testo del Muciaccia èspropositatissimo, al punto da riuscire inservibile).

Non dubito che Giovanni fosse giovanissi-mo: bastava che avesse varcata appena la etàlegittima dei diciotto anni. E così pure al suodefunto padre (quondam significa infatti che ilbrav’uomo era già morto), non è necessario chesi attribuisca molto più di vent’anni, in aggiuntaa quelli del figlio. Ciò vuol dire che Francescopadre di Giovanni, il freschissimo mundualdo di

Pasqua, può benissimoesser nato verso i l1240; o un po’ primamagari , perché piùtardi ancora mi sembraassai azzardato: dicia-mo quindi fra il 1235 eil 1240, a Conversano.

A questo punto saràbene ascoltare qualchetestimonianza di altrogenere.

Nel cortile del palazzomunicipale di Conversa-

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Conversano – Liceo Ginnasio e Convitto Vescovile(cartolina d’epoca - collezione di Vitoronzo Pugliese)

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no, che è il chiostro del vecchio convento france-scano, una lapide settecentesca (se non erro), mache è copia di un testo molto più antico, ci avverteche la chiesa del convento fu principiata esatta-mente il 1289. È da supporre perciò che la comuni-tà dei frati si fosse allogata in Conversano già qual-che tempo prima. La costruzione, almeno parziale,del monastero, precedeva di solito quella dellachiesa, se pure non si disponesse già di qualchechiesuola bella e costruita, che solo in un secondomomento veniva voglia di ampliare.

Ma se apriamo il libro di un vecchio storico diConversano, il primicerio Giuseppe Tarsia-Mori-sco, possiamo pescarvi una interessante notizia.

Dichiara infatti il Morisco di aver rilevato “dauna vecchia carta scritta coi caratteri longobardi,che vi erano in Conversano i monaci di sotto que-sto istituto prima che edificato si fosse il monasterosuddetto, e che abitavano in un picciolo ospiziosito dove ora è parte del monastero sotto il titolo diS. Chiara; e che da quel luogone fossero stati discacciati perle loro malvagità.” (G. A.TARSIA MORISCO, Memoriestoriche della città di Conver-sano, a cura di Sante Simone,Conversano 1881, p. 188. IlTarsia Morisco è autore di fineSettecento, essendo morto il1804. Il Tarsia aggiunge: "Con-servasi la suddetta carta nelmonastero suddetto sotto iltitolo di S. Chiara").

Non voglio assolutamentefare l’apologista di quei frati; iquali possono benissimo esse-re stati fior di bricconi: non cene mancano esempi, antichi orecenti. Chi è, pur mediocre-mente, Cristiano, di questecose non si fa meraviglia. Né se ne scandalizza,se non è un ipocrita tristo; ovvero uno sciocco.

Penso però che le malvagità di quei frati diConversano possano essere l’eco deforme dellapersecuzione federiciana avverso ai recenti ordinimendicanti, e all’ordine francescano in particolare.Tanto che alcuni hanno concluso che Francescani eDomenicani non si siano potuti stabilire nel Regnodi Sicilia prima del tramonto della potenza sveva, oquanto meno della morte di Federico II. Non sonodocumentato a riguardo, e mi rimetto perciò al

consiglio dei savii (10). Trovo però che il 1256 unconvento di Francescani, a Bisceglie c’era già (Cf.il cit. CDB, VII, le carte di Molfetta, doc. 109).

Dunque la tradizione conversanese, raccoltadal Tarsia-Morisco, può benissimo esser verace;ed io credo che lo sia. Parlo, s’intende, del forma-le insediamento francescano a Conversano: nonde vita et moribus dei suoi frati, che è un partico-lare che a noi sfugge del tutto, e che comunque,qui almeno, non ci interessa. Protremmo dire laconsuetudine di vita, o più semplicemente la con-dotta (sebbene sappia un po' troppo di scuolamedia), di quei religiosi.

Da Conversano a Castellana si tratta di un paiodi passi, o poco più. È impossibile perciò che i fratidi Conversano non si siano spinti a Castellana, nonfoss’altro che per elemosinare. E non credo proprioche se ne tornassero a mani vuote.

In conclusione, sembra chiaro che il mastroFrancesco del 1285, il Francesco castellanese, sia

nato davvero da genitori france-scani; e che il suo nome sia statofrutto squisito di pura venerazio-ne per il Poverello.

Per tutto il Trecento siamocompletamente al buio, riguardoalla vicenda francescana aCastellana.

Insistere sul tema onoma-stico, non sarebbe utile; giacchéin questo nuovo contesto potreb-be aver valore solo una messeabbondante di dati statistici, chela frammentarietà delle fontinon offre assolutamente. Nelprecedente discorso, invece,anche un solo caso aveva valo-re, perché serviva a dimostrareche a Castellana a metà delsecolo XIII c era qualcuno lega-

to in qualche maniera alla famiglia francescana.Adesso invece si tratterebbe di chiarire appunto imodi di tale presenza; e perciò è tutt'altro discorso.

Bisogna perciò arrivare per forza al 1418, annofatale.

Il 1418, infatti, un vecchio prete che rispondevaal nome complicato di don Vito di Simone diEustasio di Berardo, rinunziava al suo beneficiodella Santissima Annunziata, di patronato della suafamiglia, perché si potesse fondare un convento diFrati Minori. Offriva la chiesa, già vecchia di cin-

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Il Poverello

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quant’anni almeno, sufficientemente vasta e forsesufficientemente bella ed armonica; e offriva ancheuna massa notevole di beni, i quali costituivano ladote del suo beneficio.

Certo, la pia decisione di don Vito di Simonenon poteva bastare a risolvere il caso. Il brav’uo-mo aveva diritto soltanto a rinunciare, per ciò chelo riguardava, al beneficio; ma non poteva pernulla trasformarlo a suo talento: fosse pure stato(come è possibile) unico titolare anche del dirittodi patronato.

A mettere le cose a posto provvide il Papa(penso Martino V o il successore Eugenio IV), ilquale, mutando con autorità apostolica la volontàdei pii fondatori (che dal Cielo, certo, approvaronoanch’essi), ridusse il beneficio della SantissimaAnnunziata a convento dei Frati Minori, nella terradi Castellana. L'intervento della Sede Apostolica èun'ovvia deduzione: il rispetto delle norme canoni-che del tempo lo esigeva irremissibilmente. Cf. piùavanti il testo seicentesco, fra virgolette, dove siincontra l'espressione fondato prima sub luspatro-natus, che lascia intendere una pura situazione difatto, poscia sanata. Tuttavia mi sembra di averletto di un formale indulto apostolico proprio nellaPlatea del 1685, di cui faccio cenno avanti.

Apprendiamo tutta la storia dauna testimonianza che si conservanell’Archivio Generale dei FratiMinori Conventuali, nel conven-to annesso alla basilica romanadei Santi XII Apostoli. Di questapreziosa memoria mi fece dono,con rara cortesia, il compiantopadre Gabriele Guastamacchia;ed io la pubblicai immediata-mente, venti anni fa, nella primadelle mie scritture.

“Il convento di Castellana fufondato nell’anno del Signore 1418addì 18 marzo, XI indizione. Fudonato alla Religione da don VitoSimone di Eustasio, e fondatoprima sub iuspatronatus, e fu rice-vuto dal (padre) fra’ Cataldo diTaranto, così come appare dall’in-strumento della sua fondazione, inbergameno, che si conserva nel-l’archivio del convento.

Il suo titolo era prima Santa Maria della Nun-

ziata, ma adesso è sotto il titolo di San Francesco.Li suoi benefattori nell’entrade furono lo stessodon Vito Simone d’Eustasio, il quale dotò la stessachiesa della maggior parte dell’entrade che horapossiede; vi furono ancora le famiglie di Perta,Barsento, Castiglione, Tarengola et altre. I bene-fattori nelle fabbriche sono stati e sono gli stessifrati e figli del medesimo convento, li quali tuttavial’hanno magnificato quando un tiro di pietra, manell’anno 1595, essendo ampliata l’habitazione,hora si trova in mezzo l’abitato, sta posto in luogopiano, ha chiesa mediocre e bene antica, et è pro-portionate di fabbriche. Da cinquant’anni in qua visono stati il padre maestro Lacopo Petruzzi et il p.maestro Santo Palamide, ambedue valorosi e illu-stri nella predicanone e nelle lettere.” (Cf. nell’Archivio suddetto. C. 86. Relazione della Provinciadi San Nicola, compilata nel 1614, c. 3lt).

L’espressione chiesa mediocre va naturalmenteriferita alle dimensioni, non certo al pregio archi-tettonico. Va supposto perciò che corrispondesse super giù (o magari esattamente) all'attuale edificio;così suggeriscono, con insistenza, vari documenticinquecenteschi che qui non posso né citare nédiscutere. Naturalmente, però, la vecchia chiesa eraorientata, e cioè disposta in modo che l'altare mag-

giore stesse ad oriente: esattamenteall’inverso di come è adesso. Eperciò la porta maggiore, d'ingres-so al vecchi tempio, si trovava adue passi dalla porta carraia diaccesso al monastero, la quale siapriva certamente dov è ora ilgrande portone del Municipio.

Il bel documento si presterebbebenissimo, come si vede, ad unadotta (e lunga!) illustrazione; edio ciarliere come sono, non stonella pelle dalla voglia di farla.Ma lo spazio tiranno, per questavolta, salva il Lettore da tale fran-gente. Mi limito solo ad osservareche dunque a don Vito di Simonedi Eustasio di Berardo spetta laqualità di vero e reale fondatoredel convento di Castellana, edella introduzione, in Castellana,della Religione Francescana.

Credo perciò che quanti quella religione amano,e ad essa si sentano legati, non debbono dimenti-

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Murat a Napoli, François Gérard,1812

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care questo nome.Non lo dimenticarono gli antichi frati, per

quasi quattro secoli, e cioè fino alla soppressionemurattiana del 1809: quando il convento venneabolito insieme a tutti gli altri del Regno, le cam-pane e gli argenti depredati, i fondi rustici inca-merati. Ma fino al 1809: i frati continuarono acelebrare per lui una messa al mese, e un solennefunerale in un giorno di settembre che ora nonricordo. E con l’epiteto di fondatore ne segnaro-no il nome nella loro platea magna del 1685, per-ché fosse di memoria ai posteri. Si diceva platèa(che vuol semplicemente dire piazza) ogni gran-de registro che contenesse la registrazione(appunto) dei documenti più importanti di undeterminato ente. A secondo della natura deidocumenti, variava il tipo di platea.

La nostra è purtroppo una platea di censi; recacioè l'elenco sistematico dei crediti che il conventovantava (a vario titolo) nei confronti di tutti i suoidebitori Molto più ci sarebbe piaciuto vederci con-servata la platea dei beni immobili; ma il Tempoedàce. e i non men voraci Francesi di re Giacchino.ce l'hanno involata per sempre. Tuttavia anche l'aridaplatea censuaria che ci rimane, è arricchita da unaserie di interessanti notazioni, fuori ordinanza, comequella che ho citata nel testo. La platea del 1685(insieme con un'altra, più recente di un cinquanten-nio) si conserva nell'archivio di Stato di Bari. (Mona-steri soppressi. Castellana. San Francesco d'Assisi).

L’anno della morte non lo segnarono, perchénel 1685 doveva essersene persa la notizia: perchéagli antichi non dovè sembrare un fatto rilevante.

Rilevante per loro era conoscere il mese e il

giorno precisissimo della morte del loro fondatore:per potervi celebrare il solenne ufficio funebre,campanis pulsatis et candelis accensis. L'espres-sione latina, abituale nelle antiche fondazioni diufficiature perpetue, vuol dire: col suono dellecampane, e con le candele accese.

Chi ricorda il vecchio rito anteriore alla rifor-ma liturgica di meno di vent anni fa. può immagi-nare facilmente tutto l'apparecchio. Di recente, lecandele si accendevano soltanto durante la cosi-det- ta assoluzione al tumulo, che seguiva allamessa, attorno al catafalco vuoto, disposto inmezzo alla chiesa, in mano ai poveri fratelli dicongrega, che talora vi intervenivano, per tenuis-sima mercede In altri tempi, al solito, la cosa eramolto più complicata!

Per ultimo, a chi fosse per caso angustiato da uncerto improvviso dubbio, mi piace chiarire cheinvece ha capito giusto: la Santissima Annunziatacorrisponde esattamente all’attuale chiesa di SanFrancesco d’Assisi, in Piazza, sebbene totalmentericostruita il 1651. E il vecchio convento è l’attualepalazzo municipale, anch’esso ricostruitissimo (manon proprio totalmente), come io ho già detto altro-ve, e come vedremo di nuovo qui, un’altra volta.

Non ci fu, purtroppo, un’altra volta e non cipotrà essere. A meno che non abbiamo la fortuna dirintracciare altri appunti di queste ricerche neglieventuali manoscritti lasciati tra le sue prezioseinnumerevoli carte. Questi appunti me li diede ilProfessore nell’anno 1982 e li inserii nel timidofoglietto che chiamai già Laudato sie, su consigliodi don Angelo Centrone (ndr).

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La presenza francescana a Castellana si perpetua sotto lo sguardo vigile e materno di La presenza francescana a Castellana si perpetua sotto lo sguardo vigile e materno di MariaMaria

PICCOLA CRONACA

GennaioMartedì 3: Inizio della novena solenne in prepara-

zione alla Festa di gennaio in versione mattutina evespertina animata da fr. Mario Volpe.

Martedì 3: Celebrazione vespertina solenne pre-sieduta da Fr. Gianluca Capitaneo, sacerdote novello.

Lunedì 9: Celebrazione vespertina presieduta daFr. Maurizio Mastronardi, sacerdote novello.

Martedì 10: Una liturgia particolare accoglie ilgruppo della Diana, con l’accompagnamento dellaBanda cittadina, per l’offerta dell’olio per la lampadaalla Madonna. Benedizione dell’olio e accensione dellalampada da parte del Sindaco. Nel frattempo la Bandacittadina esegue l’Inno tradizionale cantato da tutto unpopolo festante.

In mattinata accoglienza di 200 marciatori pressole fanove e momento di ristoro nel chiostro del conven-to. Nel pomeriggio visita guidate del convento e, inserata, rievocazione storica del miracolo della peste.Pellegrinaggio cittadino e affidamento alla Madonna.

Mercoledì 11: Alle ore 19.30, dopo la Messa Giu-bilare nel 325° anniversario del miracolo presieduta daFr. Mimmo Lotito, sacerdote novello. Poi viene accesauna fiaccola alla lampada della Madonna per l’accen-sione delle varie Fanove votive preparate in onore dellaMadonna.

Giovedì 12: Solennità della Madonna. Alle ore18.30 offerta alla Madonna delle Corone restauratedalla ditta Iaccarino di Andria cui segue la processioneper il trasporto dell’immagine della Madonna verso lacittà.

Lunedì 18: Fr. Pio parte per Cracovia per program-mare con i responsabili il Convegno dei Commissari diTerra Santa che si terrà a Castellana in ottobre, mentreFr. Mario parte per Assisi per il Convegno NazionaleAssistenti OFS:

Lunedì 25: Fr. Filippo e Fr. Gianni partono per gliesercizi spirituali presso l’eremo di Camaldoli - Napoli.

Giovedì 28: Visita dell’ex Provinciale Fr. GiuseppeTomiri.

FebbraioLunedì 1: Fr.

Pio parte con quin-dici volontari per idiversi interventi discansione di pelli-cole allo SBF aGerusalemme e lavori di elettrificazione e di potaturanel diversi santuari di Terra Santa.

Lunedì 8: Fr. Giuseppe parte per Monza per unacura nella comunità di recupero di P. Eligio Gelmini.

Giovedì 11: Fr. Gianni parte per Roma e Bolognaper incontri di Giustizia e Pace.

Venerdì 19: Fr. Filippo e Fr. Gianni in ritiro delclero e per salutare il nuovo eletto Vescovo della nostraDiocesi Mons. Giuseppe Favale.

Lunedì 29: Ospiti in convento Fr. Roberto Nesta,economo provinciale per la visita amministrativa e Fr.Maurizio Mastronardi per un incontro con Fr. Giannirelativo alla Commissione Giustizia e Pace.

MarzoGiovedì 3: Inizio di alcuni lavori murari e di sosti-

tuzione di un nuovo video citofono..Lunedì 7: Gradita visita dei Novizi di Piedimonte

Matese con il Maestro Fr. Carlo. E successiva visita alleGrotte di Castellana. Lieta mensa in fraternità e succes-siva visita di Alberobello

Lunedì dell’Angelo 28: Sono nostri ospiti a pran-zo: fraternità di Capurso, Fr. Gianni Gelato, Fr. Antonioe Fr. Antonio D’Orsi con due frati cappuccini di Foggiae Fr. Mimmo Semeraro.

AprileSabato 9: Fr. Filippo e Fr.

Gianni partecipano a Castella-neta alla consacrazione episco-pale di Mons. Giuseppe Favale.

Venerdì 15: Inizio novenain preparazione alla Festa d’A-prile.

Martedì 19: Le ditte direstauro Iaccarino-Zingaro con-segnano le tele dell’Assunta e delBeato Giangiuseppe con l’As-sunta, autore Vincenzo Dianodatata 1789 e il San Francesco incartapesta leccese restaurati conla Soprintendenza ai Beni artisti-ci e con offerta dei fedeli.

Mercoledì 20: consegna ditre nuove basi processionali inlegno per i santi: S.Pio, S.Fran-cesco e S.Elisabetta da partedell’artista Ubaldo Laera.

Lunedì 25: La statua dellaMadonna viene trasportata nellaparrocchia del Salvatore non processionalmente ma in uncamion, suscitando malcontento nella popolazione.

Piccola CronacaPiccola CronacaBriciole di notizie...

1°e 2° Semestre 2016

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Laudato sie n. 50 - 1° semestre 2016

Sabato 25: Messa vespertina presieduta da Fr. Dona-to Sardella e inaugurazione delle tele restaurate: B.

Giangiuseppe della Crocecon l’Assunta, autore Vin-cenzo Diana 1789; Maria eGiovanni sotto la Croce,autore Tatullio 1840; Assun-ta con gli Apostoli, autoreignoto e data parzialmenteilleggibile (‘700).

Al termine della cele-brazione il restauratoreValerio Iaccarino di Andriaha dato una esaurientespiegazione delle opere euna dettagliata descrizionedel paziente e delicatorestauro.

Lunedì 27: Fr.Filippo partecipa all’incon-tro dei Rettori dei Santuaridella Puglia presso S. Farain Bari. Nell’occasione èstato eletto Coordinatore deiRettori di Puglia Don VitoPiccinonna del SantuarioSs. Medici di Bitonto.

A causa della pubblicazione di questo numero con ecces-sivo ritardo, annotiamo anche parte della cronaca del secondosemestre.

LuglioVenerdì 1: Fr. Pio si reca a Gerusalemme per continua-

re la scansione delle pellicole dell’Archivio archeologicodell’Istituto Biblico Francescano, ove si ferma per tutto ilmese. Questa volta per un ricupero molto importante di stri-sce di pellicole degli anni ‘40 e ‘50 in cui ha potuto con sor-presa incontrare foto con i nostri confratelli Fr. CelestinoCiavarella e Fr. Lino Montanaro, discepoli dell’archeologoFr. Bellarmino Bagatti.

Lunedì 1-Sabato 16: Rifinitura del lavoro di pittura-zione della facciata orientale del convento da parte delladitta Benedil di Vito Benedetto.

Ospite in convento Fr. Pasquale Surdo per una settima-na di esercizi spirituali.

Lunedì 18: Fr. Mario una settimana in famiglia pervacanze.

Lunedì 25: Fr. Filippo e Fr. Gianni partono per unavacanza di una settimana.

AgostoLunedì 1: Apertura del Perdono di Assisi presieduta

dal nostro Vescovo Mons. Giuseppe Favale, Dopo la Messapiccola processione eucaristica nel nostro del convento.

Martedì 2: Festa del Perdono allietata da musiche e

PICCOLA CRONACA

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MaggioDomenica 1: Accoglienza della statua della Madonna

di ritorno dalla città e atto di affidamento con inizio delmese di maggio a lei dedicato.

Venerdì 6: Incontro a Capurso di Fr. Gianni, Fr, Pioe Fr. Giovanni col Visitatore. Fr. Filippo in ritiro a Bisce-glie col OFS.

Sabato 7: Incontrano il Visitatore a Capurso Fr,Filippo e Fr. Mario. Nel pomeriggio Pellegrinaggio deiragazzi del catechismo guidati dall’Arc. don Leonardo. Inserata concerto sacro del prete cantautore Giosi Cento.

Lunedì 9: La Fraternità partecipa all’Incoronataalla Festa della Provincia

Sabato 14: Il Guardiano comunica alla Fraternità ildecreto del Ministro Generale che nomina Fr. Alessan-dro Mastromatteo Ministro Provinciale

Venerdì 20: La Fraternità incontra il nuovoVescovo assieme al clero cittadino presso la Chiesamadre e prende parte al pranzo fraterno presso ilristorante la Fontanina.

Sabato 21: Fr. Gianni partecipa a Verona al con-vengo internazionale Giustizia e Pace.

Domenica 29: Tradizionale festa di appassionaticiclisti di tutte le età con sfilata per campagne e stradecittadine biciclette di tutti i modelli e addobbate con

singolari e pittore-sche acconciaturee gli immancabilitricolori, condevota sosta presoil piazzale del san-tuario per riceverela benedizione eproseguire lieti alraduno finale.

Martedì 31: Chiusura del mese di maggio confiaccolata.

GiugnoGiovedì 2: Ospitata la fraternità OFS di Bitetto con

consumazione del pranzo. In serata Celebrazione solen-ne con partecipazione del Comitato Feste per la chiusu-ra del 325° anniversario della liberazione della peste.

Domenica 12: Serata di festa sul sagrato con concer-to di Fr. Gianni e trattenimento gioioso con i giovani dellaFamiglia francescana

Lunedì 13: La festa di Sant’Antonio è stata celebra-ta secondo la tradizione con benedizione e distribuzionedi pani a cura dell’Ordine Francescano Secolare.

Martedì 14: La fraternità partecipa al Capitolo Pro-vinciale presso l’Oasi Santa Maria in Cassano. Per lecelebrazioni è venuto il confratello Fr. Gregorio Di Laurodella Provincia di Lecce.

Mercoledì 22: Il Provinciale visita la nostra Frater-nità intrattenendosi in brevi colloqui con i singoli fratiin vista del Congresso Capitolare.

Laudato sie n. 50 - 1° semestre 2016

canti a cura dei Godplay, conditi da gastronomie curate dalGruppo Giovani famiglie francescane.

Lunedì 15: Festa dell’Assunta. La Celebrazione euca-ristica vespertina è stata celebrata con particolare solennitàsull’affollato sagrato della chiesa

Martedì 16: Fr. Filippo e Fr. Gianni partono per unperiodo di vacanza.

Mercoledì 17: Partecipazione di una intensa prepara-zione sotto la guida di quattro alunni dell’Istituto musicalefrancescano Magnificat di Gerusalemme al Master Classpresso la Bottega delle Arti di Monopoli, accompagnati dalDirettore Fr. David Grenier.

Lunedì 22: Fr. Giovanni Lauriola parte per lasciarequesta fraternità per la suanuova destinazione nel con-vento S. Maria delle Graziein Manfredonia. Laudatosie gli rivolge da questapagina un particolare pen-siero di gratitudine per lapreziosa collaborazionearricchita, in quasi tutti inumeri compresi i primitimidi foglietti tabloid, daservizi di rilevante impor-

tanza filosofica e teologica, per aver avuto la fortuna di col-laborare con lui alle innumerevoli poderose pubblicazionisul francescanesimo in genere e sul pensiero scotista in par-ticolare, e ai diversi Convegni Internazionali ora presenti invalidi Atti di Studio editi da Aga editrice di Alberobello,augurando ancoraenergia e coraggionel seminare sape-re e cultura.

SettembreGiovedì 1:

Entra a far parte diquesta fraternitàFr. Francesco DiNanna, provenien-

te dalla esperienza di Cappellano Militare, è stato elettoVice Commissario di Terra Santa. È assolutamente felicedella scelta dei Superiori, dal momento che la sua vocazionealla vita francescana nacque in un contesto di pellegrinaggioproprio in terra Santa presso il Santuario del Getsemani,avendo già percorso i Sentieri di quella sacra terra già moltevolte e permanendo a lungo in alcuni Santuari.

Domenica 25: Grande partecipazione di fedeli, in granparte provenienti dallaparrocchia francescanadi Monopoli perfesteggiare l’ingressoufficiale in questa fra-ternità di Fr. GiuseppeDimaggio, nominato,nell’ultimo CongressoCapitolare, Rettore delSantuario Madonnadella Vetrana e Vicariodel convento. Provieneappunto dal conventoSan Francesco di Paoladi Monopoli ove haguidato i fedeli comeparroco solerte e molto amato. Ad ambedue confratelli Fr.Francesco e Fr. Giuseppe Laudato sie porge il più affettuosoaugurio di apostolato tra i fedeli che il Signore affiderà allaloro giovinezza sacerdotale.

OttobreSabato 1: U f f i c i a l m e n t e

lascia questa fraternitàFr. Filippo D’Alessan-dro che lascia l’incaricodi Rettore di questoSantuario perché ISuperiori gli hanno affi-dato quello forse moltopiù gravoso di Rettoredel Santuario dellaReale Basilica Madon-na del Pozzo in Capur-so. Laudato sie gli rivol-ge il grato pensiero peraver retto con fruttuosasapienza questo Santua-rio e anche per averredatto per questi ultimianni la Rivista e ilcalendario., con l’augu-rio di feconda presenzaapostolica tra i pellegri-ni devoti della Madonna.

Domenica 2: Caratteristica benedizione degli animalisul sagrato della chiesa

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PICCOLA CRONACA Laudato sie n. 50 1° semestre 2016

PICCOLA CRONACALaudato sie n. 50 - 1° semestre 2016

Lunedì 3: Rievocazione del Transito di San Francesconel chiostro del convento. Alle ore 12 Supplica alla Madon-na del Rosario.

Martedì 4: Solennità di San Francesco. Messa vesper-tina solenne presieduta dal P. Guardiano e messaggio finaledi pace del Sindaco Prof. Franco Tricase. Al termine proces-sione dell’Immagine del Santo. Festa allietata da luminariedi Faniuolo, esibizione di un gruppo folkloristico, banda“Semeraro” e fuochi pirotecnici di Luca Benedetti.

Mercoledì 5: Inizio del 21° Seminario triennale sullaConsulenza familiare di ispirazione cristiana per la Diocesi

di Conversano-MonopoliLunedì 10: Inizio del Convegno internazionale dei

Commissari di Terra Santa. Servizio in dettaglio nella pagi-na del Commissariato.

Sabato 29: Fr. Pio, assieme a Fr. Francesco, il Segreta-rio Leonardo Ivone e 8 Volontari, partecipa al RadunoNazionale dei Volontari di Terra Santa svolto all’Antonianodi Roma. Ha condotto Giuseppe Caffulli Direttore delleEdizioni Terra Santa con interventi di Fr. Alberto Pari sullasperanza cristiana, Fratel Cruz Oswaldo su Charles de Fou-cauld a Nazaret, Giovanni Gianfrate sugli ulivi del Getse-mani. Fr, Ibrahim Alsabagh parroco di Aleppo sul drammadella Siria. Sono seguiti liberi interventi cui ha partecipatoanche Fr. Pio con pittoresca presentazione dell’attività delCommissariato di Puglia e Molise. Chiudeva il Raduno l’in-tervento di Fr, Francesco Patton, Custode di Terra Santasulla testimonianza della misericordia in Terra Santa.

Un saluto finale è stato rivolto da Mons. Carballo, ex

Ministro Generale, casualmente presente per un Convegnoin altra Sala per le persone consacrate.

Una commovente concelebrazione nella Sala dellaDelegazione di Terra Santa ha concluso e benedetto unagiornata ricca di emozioni.

NovembreMercoledì 2: Partecipazione alla commovente comme-

morazione dei Defunti con il clero locale nella Cappella delSantissimo del cimitero di Castellana.

Giovedì 3: Fr. Pio e Fr. Francesco partono per un pelle-grinaggio in Terra Santa e Giordania. Singolare partecipa-zione di rappresentanti di tutta la Puglia: da Brindisi, Lecce,taranto, Bari e Foggia. In aggiunta un pellegrino da Napoli edue foggiane: mamma residente in Francia e figlia residentenegli Stati Uniti. Un servizio più dettagliato nella pagina delCommissariato, con una riflessione di una pellegrina.

Venerdì 4: Ore 20 Lectio MissionariaSabato 5-Domenica 6: Giornata Missionaria animata

da Fr. Francesco CicorellaGiovedì 10: Pellegrinaggio al cimitero con Via Crucis

e S. Messa di SuffragioLunedì 14: Inizio del Triduo per S. Elisabetta presiedu-

to da Fr. Gianni.Giovedì 17: Festa di S. Elisabetta d’Ungheria, Patrona

dell’OFS: concelebrazione presieduta da Fr. Francesco efinale benedizione dei pani.

È stato ricordatoai fedeli che la sta-tua venerata diSanta Elisabettaricorda un com-movente episodiodel 1917 quando isoldati ungheresiprigionieri e resi-denti come incampo di concen-tramento nelnostro convento,b e n e v o l m e n t eassistiti dai castel-lanesi, per gratitu-dine alla carità fra-terna ricevutarispondo con altrettanta generosità donando questa immagi-ne ordinata apposta da cartapestai leccesi e recentementeriportata alla primitiva condizione.

Alle ore 20 Adorazione eucaristica comunitaria.Domenica 27: Atto di affidamento dei bambini alla

Madonna.Martedì 29: Inizio novena all’Immacolata.In serata l’Associazione Banda “Vito Semeraro” in

concerto in onore di Santa Cecilia, Patrona del cultori diMusica Sacra.

frate cronista

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Fr. Giacomo Teofilo* Conversano (BA) 25 marzo 1964

† Foggia) 11 gennaio 201652 anni di età31 di Vita Religiosa

Prima di consacrarsi al Signore si impegnacon fanciulli e ragazzi realizzando spettacoli tea-trali e concorsi letterari. A vent’anni decide diconsacrarsi al Signore nell'Ordine dei Frati Mino-ri. Inizia a scrivere versi casualmente, poi perpassione fino a pubblicare due raccolte di poesie:Le città e Airone (in due edizioni). Ha partecipatoa diversi concorsi letterari ottenendo apprezza-menti anche in campo nazionale e ha collaboratocon vari periodici.

Se n’è andato nel silenzio. Quel silenzio chesolo pochi riuscivano a rendere messaggio di fra-tellanza e giustizia. La sua dipartita ha colto disorpresa molte persone.

Le Istituzioni hanno ignorato la scomparsa diun creatura coraggiosa che da una carrozzella hascosso cuori induriti e pietrificati per renderlieletti per una società migliore. Solo poche perso-ne hanno ringraziato il suo instancabile ed energi-co volontario lavoro sociale. Amico fraterno ditutti, malato di sclerosi multipla, viveva sulla suafedele carrozzella.

Da un po’ di tempo la sua salute cagionevolelo aveva costretto a cure straordinarie ospedaliz-zate. Non ce l’ha fatta in questa vita, ma riusciràin quella eterna perché come diceva sempre lui“Io esisto”.

Fr. Bernardino Cataneo* Ischitella (FG) 7 ottobre 1931

† Foggia) 21 febbraio 201685 anni di età68 di Vita Religiosa59 di Sacerdozio

All’età di dodici anni Dantino entra comefratino nel Collegio serafico di Ascoli Satria-no. Compiuti tutti gli studi filosofici e teologi-ci viene ordinato sacerdote nel 1957. Ha avutosempre incarichi di notevole importanza: permolti anni è stato Guardiano del conventoSant'Antonio di Padova a Bari e Direttore didiverse realtà comunitarie ed Istituti per bam-bini. Nel 1995 fu trasferito a Foggia con l'in-carico di costituire l'Infermeria Provinciale eCasa per Anziani Sant'Antonio.

Resta direttore della struttura fino al giugno2012 quando viene trasferito nel convento diGesù e Maria. Rimane in questo convento finoall’ultimo giorno, quando qui si è spentoimprovvisamente a seguito di un malore.

La camera ardente è stata allestita nei localidella ex scuola materna in via Tugini, i funera-li si sono svolti nella mattinata di lunedì 22febbraio nella chiesa di Gesù e Maria per esse-re tumulato nella natia Ischitella.

Un ringraziamento particolare è stato pub-blicato in internet diparte di tutta la GioventùAntoniana per tutto il bene che ha largamenteprofuso.

...SORELLA MORTE

Laudato sie, mi Signore, per nostra Sorella Morte

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...SORELLA MORTELaudato sie n. 50 - 1° semestre 2016

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Fr. Cesare Neri* Castellana Grotte (BA) 26 ottobre 1942

† Campobasso 24 luglio 201674 anni di età55 di Vita Religiosa46 di SacerdozioIl convento della sua città natale è stato fin

dalla sua infanzia il suo angelo custode e il suosogno, e anche il luogo ove ha imparato a viverela perfetta letizia.

Frate per natura gioioso e semplice, dispen-sava sorrisi come un frate dei fioretti. Avevatrascorso lunghi anni alle cure dei fedeli dellecomunità di Santissima Trinità a Sepino (CB),Sant’ Antonio da Padova e San Giovanni Bat-tista, nel popoloso quartiere di San Giovanniin Campobasso dove risiedeva attualmente. Direcente parroco di Toro e, in precedenza, aRiccia, Casacalenda, Sepino e Jelsi, oltre chein altre parrocchie extramolisane.

L’Arcivescovo di Campobasso Mons. Bre-gantini lo ha commemorato così:

“La vicinanza alla gente, la direzione spiri-tuale, il temperamento gioioso e la forza nellamalattia, sono la sintesi della vita spirituale dipadre Cesare religioso zelante alla sequela Cri-sto. Un ringraziamento va alla comunità deifrati minori, al convento di san Giovanni Batti-sta, e alla parrocchia di Sant’Antonio da Pado-va che sono stati vicini con assistenza continua”.

Accertata la presenza di un male incurabilee trasferito presso l’Hospice di Larino, ha con-cluso qui 24 il suo viaggio terreno.

Fr. Pio Capri* Fasano (BR) 4 ottobre 1945

† Fasano 9 luglio 201671 anni di età53 di Vita Religiosa44 di SacerdozioLa sua avventura nella famiglia francesca-

na la iniziava come il fratino Giovanni nelCollegio Serafico di Castellana Grotte. Vestivail saio della prova nella festa di San Francesconel 1963 per professare solennemente laRegola di San Francesco nel 1969. Ordinatosacerdote nel 1972 ha servito con spirito apo-stolico comunità parrocchiale “San LeoneMagno” di Bitonto, “Santa Maria di SanLuca” a Valenzano, di “Santa Maria Vetere”ad Andria dal settembre 1997 ad Agosto 2009,ricoprendo il ruolo di parroco e guardiano delConvento. Rettore e parroco del Santuariodella “Madonna dei Martiri” a Molfetta, inoccasione della conclusione della Festa dellaMadonna dei Martiri, nel settembre 2012. Lacomunità francescana della Madonna dei Mar-tiri, con immenso dolore, annunciava la suadipartita al cielo presso la famiglia a Fasano il9 luglio 2016.

Il Vescovo di Molfetta Mons. Cornacchia,il Clero secolare e regolare e la comunità dio-cesana tutta di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi hanno espresso il sincero cordoglioaffidando al Signore della vita la sua animafedele, parroco per diversi anni alla Comunitàdella Madonna dei Martiri, un francescanosempre vicino agli ultimi e ai poveri.

Icona Madonna della Vetrama di Giuseppe Marzo (Manduria)

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Ore 7.00 - 18.00 (19.00 ora legale)Orario festivo

Ore 7.30 - 9.30 - 11.30 - 18.30 (19.30 ora legale)