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Niente scuola per una trentina di studenti del Savuto: Comuni, Provincia e Regione non trovano pochi euro per il trasporto Settimanale indipendente di informazione Anno 37 - 7 Dicembre 2013 - Numero 49 euro 0,50 attivisti M5s Savuto MEDICO-PAZIENTE-AZIENDA Sanità, sistema di emergenza: tutto di corsa Aggiungi un pasto a tavola La Calabria è sempre generosa A Vibo il progetto nazionale “Vibo Emergency medicine” COLLETTA ALIMENTARE a cura di Carmelita Brunetti Falcone e Romeo (Banco alimentare) soddisfatti per la raccolta

Voce ai giovani

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Sabato 7 dicembre 2013

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Page 1: Voce ai giovani

Niente scuola per una trentina di studenti del Savuto: Comuni,Provincia e Regione non trovano pochi euro per il trasporto

Settimanale indipendente di informazioneAnno 37 - 7 Dicembre 2013 - Numero 49 euro 0,50

attivisti M5s Savuto

MEDICO-PAZIENTE-AZIENDA

Sanità, sistemadi emergenza:tutto di corsa

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A Vibo il progetto nazionale“Vibo Emergency medicine”

COLLETTA ALIMENTARE

a cura di Carmelita Brunetti

Falcone e Romeo (Banco alimentare)soddisfatti per la raccolta

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Articolo 34 della Costituzione della Repubblica italiana: «La scuola è aperta a tutti. L’istruzione inferiore, impartita per al-meno otto anni, è obbligatoria e gratuita.I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di rag-giungere i gradi più alti degli studi».

Con molta probabilità la Valle del Savuto non fa parte dellaRepubblica italiana, visto che da due mesi e mezzo molti studentidella nostra Valle non possono frequentare l’Istituto professionale(Ipssasr) di Scigliano per problemi economici, violando inoltre an-che l’articolo 3 della nostra Costituzione.

Ma veniamo ai fatti. Fino allo scorso anno scolastico circa 30 stu-denti di alcuni paesi della Valle del Savuto potevano raggiungeregratuitamente l’istituto di Scigliano grazie ad un autobus che, par-tendo da Piano Lago, passava nei vari comuni (Belsito, Malito,Grimaldi, Maione-Altilia) per poi raggiungere la stazione di servi-zio Esso di Savuto, transitava per Pedivigliano ed altri comuni, perraggiungere infine la scuola di Scigliano. Non si può dire che glistudenti non erano motivati, visto che quelli più lontani impiegava-no anche fino a 2 ore da casa fino all’istituto scolastico.Dall’inizio del corrente anno scolastico improvvisamente il primotratto dell’autobus, quello compreso tra Piano Lago e la stazione diservizio di Savuto viene sospeso, lasciando almeno 20 studenti conil problema di autoorganizzarsi per raggiungere l’autobus, che oraparte dallo svincolo autostradale di Grimaldi. Molte famiglie, avendo la possibilità, si sono organizzate, accom-pagnando i figli dal proprio paese fino a all’ingresso dell’autostra-da di Grimaldi. Purtroppo altre sono state costrette a negare ai pro-pri figli la possibilità di proseguire gli studi per problemi economi-ci.

Abbiamo incontrato i familiari interessati: molte famiglie sono mo-noreddito o addirittura senza reddito, visto che i genitori sono di-soccupati oppure lavoratori in cassa integrazione o in mobilità; al-cune non hanno nemmeno i soldi per pagare l’assicurazione del-l’automobile, che sono costretti a tenere ferma nel cortile di casa. In questi mesi si è anche tentato di risolvere il problema con le am-ministrazioni locali, che non sono riuscite a dare una risposta posi-tiva alle famiglie: affermano che le famiglie dovrebbero pagare 50euro mensili per l’autobus. Ma secondo chi legge, è possibile che 7-8 comuni, la Comunitàmontana, la Provincia o la Regione Calabria non riescano a trova-re un centinaio di euro mensili ciascuno per pagare un autobus e per-mettere ai ragazzi, frequentanti spesso le ultime classi dell’istituto,di continuare e terminare gli studi? Oppure siamo tornati alla barbarie ed alla divisione in classi tra po-veri e ricchi: i figli di chi ha abbastanza soldi possono studiare, glialtri devono restare poveri ed ignoranti come erano i nostri avi?Indigniamoci davanti a queste ingiustizie e chiediamo ai nostri go-vernanti di risolvere i problemi reali delle persone che hanno per-messo la loro elezione, altrimenti rimandiamo a casa chi non fa ilproprio dovere e non è in grado di dare risposte concrete ai bisognidei cittadini elettori. Gli amministratori sono i nostri dipendenti e li possiamo mandarea casa quando vogliamo!

attivisti Movimento Cinque stelle Savuto

sabato7 dicembre 2013

II

L'abbandono scolastico (forzato) della Valle del Savuto

Banchi irraggiungibiliBanchi irraggiungibili

Scuola mia, scuola mia...

Circa30 studenti

di alcunipaesi della

Valledel Savutopotevano

arrivare gra-tuitamenteall’istituto

Ipssasrdi Sciglianograzie a un

autobus che,di colpo, non

garantiscepiù il primo

tratto...

Se la matematica resta un ostacolo per gli studenti italiani, nono-stante i progressi registrati negli ultimi anni, per gli studenti diTrento, del Friuli Venezia Giulia e del Veneto è la materia prefe-rita, tanto che ottengono un punteggio ben superiore alla mediaOcse, rispettivamente di 524, 523 e 523 punti. Al contrario nelMezzogiorno di registrano risultati in generale al di sotto dellamedia italiana. L’Italia risulta quindi spaccata in due, e i dati Ocsepresentati a Roma evidenziano questo divario regionale. Lo stesso vale per la lettura e le scienze, con gli studenti del Nordche hanno ottenuto punteggi al di sopra della media Ocse e quel-li del Centro, ma ancora più del Sud, che con punteggi al di sot-to della media. Nello specifico, per quanto riguarda la lettura, afronte di una media Ocse di 496 punti, gli studenti del nord ove-st hanno ottenuto 514 punti, quelli del nord est 511, quelli del cen-tro 486 e quelli del sud e delle isole dai 475 punti in giù, a ecce-zione della regione Puglia i cui studenti possono vantare 493 pun-ti. La situazione è praticamente identica per le scienze: la mediaOcse è di 501 punti, gli studenti del nord ovest l’hanno superatacon 521 punti, come quelli del nord est, che hanno addirittura ot-tenuto 524 punti, mentre i ragazzi del centro si sono fermati a 493e quelli del sud e delle isole si sono aggiudicati un punteggio cheva da 468 in giù, ma sempre con la Puglia che esce dal gruppocon 483 punti. Insomma, se fosse per gli studenti del nord, l’Italiasarebbe in tutte le materie al di sopra della media Ocse. Il Centroe il Mezzogiorno trascinano invece il Paese al di sotto di questamedia.

Mezzogiorno bocciatoOcse: bene studenti al Nord, peggio al Sud

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Dopo il buon esito ottenuto dal congresso di Roma del 29 novem-bre scorso, dedicato alla conoscenza del sistema di Emergenza-Urgenza in Italia e su come affrontare le maxiemergenze, anche aVibo Valentia si è presentato, nei giorni scorsi dal 2 al 4 dicembre,il Progetto di rilevanza nazionale “Vibo Emergency medicine”. Inquesto contesto il direttivo della Simeu organizza, con l’alto Patrociniodel ministero dell’Interno e della direzione centrale di Sanità, ilSimposio nazionale Simeu su “La medicina d’urgenza dall’extra al-l’intramoenia, il modello spoke-hub”. Questo appuntamento si è svi-luppato in eventi formativi Ecm organizzati due volte all’anno aVibo Valentia presso la scuola Allievi agenti della polizia di Stato.Ogni edizione così come questa ha visto oltre 900 iscritti, fra medi-ci ed infermieri. Esso costituisce un momento importante di ag-giornamento e qualificazione professionale del personale operantenei dipartimenti di emergenza di tutto il Meridione. Partecipano per-sonalità di assoluto rilievo del panorama dell’emergenza-urgenzanazionale ed europea, quali ad esempio i diversi presidenti nazio-nali della Simeu (da Ubaldo Mengozzi a Federico Miglio, da VitoGiustolisi ad Annamaria Ferrari, da Fernando Schiraldi a GiorgioCarbone) il dg della Protezione civile nazionale, il coordinatoredell’Eusem (Società europea di medicina d’emergenza).

Tuttavia, riferisce il presidente regionale Simeu Enzo Natale: «Siamotutti in cammino, gentili amici, nella direzione della piena ripresadell’attività sanitaria che, vi confermo, marcia spedita verso l’im-pegno professionale e di servizio al paziente, a tutti i suoi livelli dicompetenza e di responsabilità».Aggiunge inoltre il dottore Giorgio Ferrara, segretario regionaleCimo-Asmd, presente fra i relatori, che oltre alle direttive di pron-to intervento nelle urgenze è necessario sottolineare che «i medicisono in attesa di una legge che disciplini la responsabilità profes-sionale dal punto di vista di una riduzione del contenzioso». Il temadella responsabilità professionale dei medici è tuttavia stato ampia-mente trattato in occasione del 30º congresso nazionale Cimo-Asmd

e durante l’audizione della Commissione affari so-ciali della Camera dei deputati dove la Cimo-Asmdha inoltrato le proprie richieste. La medicina di-fensiva, prosegue Ferrara, durante la nostra con-versazione, ogni anno costa non meno di 12-14milioni di euro. L’80 % dei medici, con più diventi anni di carriera ha avuto almeno una ri-chiesta di risarcimento, un avviso di garanzia,e a trascorrere almeno ¼ della vita lavorativasotto processo, mentre il 90 % di procedimen-ti si concludono senza rinvio a giudizio o conun’assoluzione. È dunque molto importantedistinguere gli episodi tra “malasanità” e“malagestione” delle strutture sanitarie so-prattutto se si considera che l’80% deglieventi avversi è di natura organizzativa.Nasce così l’esigenza di obbligare le azien-de sanitarie pubbliche e private ad istituirestrutture dedicate alla prevenzione e ge-stione del rischio e a stipulare una coper-tura assicurativa per responsabilità civilee tutela del personale medico e sanitario.Sembra che un tentativo normativo s’in-travede nella Legge Balduzzi.Sottolinea Ferrara che «si devecombattere l’errore non chi locommette, in modo chechi patisce le conse-guenze dell’er-rore sia giu-stamente ri-sarcito, machi lo commette sia sanziona-bile soltanto in caso di condottainescusabile».Molti i temi discussi in questi gior-ni a Vibo tutti di indubbia impor-tanza che fanno tirare il fiato e spe-rare in una sanità calabrese nonpiù etichettata come malasanità.

sabato7 dicembre 2013

III

a curadi Carmelita Brunetti

Rapporto medico-paziente-azienda

Sanitàtutta di corsaSanitàtutta di corsa

Sistema di Emergenza-Urgenza nelle strutture di Pronto soccorso, le normative

Dopo il buonesito ottenutodal congressodi Roma del29 novembreanche a ViboValentiaè statopresentatoil Progettodi rilevanzanazionale“ViboEmergencymedicine”

Giorgio Ferrara

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È arrivato a Cosenza, e nell’intera provincia, quello che è già statodefinito il “weekend solidale” organizzato da Eco-EmatologiaCosenza onlus, la due giorni di raccolta fondi per l’associazione na-ta nel settembre di quest’anno. A Piazza Kennedy, e in decine di al-tre dell’hinterland bruzio, i volontari di Eco stanno allestendo i ban-chetti con le tradizionali “Stelle di Natale” e, per la prima volta, coni monili in argento con incisi tre dei più importanti simboli di Cosenza.Collane, anelli, bracciali e ferma soldi, ideati e lavorati con la mae-stria di Maison Adamas, diretta dall’esperta orafa cosentina PaolaRighetti.I preziosi richiamano la venerata icona della Madonna del Pilerio,protettrice della città sin dalla peste del XVI secolo, il mito del ReAlarico, recentemente tornato al centro del brand turistico Cosenza,e il Castello Svevo, voluto da Eco anche nel logo, che dal CollePancrazio svetta su tutti i cosentini.

Segni che, in modo diverso ma con eguale forza, richiamano l’ap-partenenza al territorio, l’identificazione e quel senso di vicinanzasolidale che nasce proprio dalla condivisione delle medesime radi-ci. È possibile avere uno dei monili, corredati da pergamena infor-mativa ed esposti per la cittadinanza per l’intera giornata di oggi edi domani, con una donazione di dieci euro, una cifra tutt’altro cheproibitiva, ma grazie alla quale sarà possibile contribuire alla buonariuscita delle tante cause che Ematologia Cosenza onlus ha fatto sue.In primo luogo, la Ricerca, la stella polare della lotta contro i tumo-ri del sangue, e non solo: baluardo della speranza e concreto stru-mento grazie al quale, oggi, l’indice di sopravvivenze alle leucemie,ai mielomi e linfomi del sangue è considerevolmente cresciuto.

Ricerca, lo sanno bene i volontari Eco, significa però anche fare pro-prie le nuove conoscenze, e divulgarne i contenuti attraverso l’or-ganizzazione e promozione di convegni e di incontri per personalemedico e paramedico. Obiettivo fondamentale dell’associazione èanche quello della sensibilizzazione dell’opinione pubblica sul-l’importanza di donare sangue, piastrine e midollo: piccoli gesti d’a-more che non costano nulla, ma che permettono, ogni giorno, di sal-vare vite. E ancora, Eco ha nella propria mission la stretta collabo-razione, e ogni tipo di supporto, con le strutture predisposte alla cu-ra e all’accoglienza del paziente ematologico e delle famiglie, spes-so bisognose di un sostegno di tipo psicologico che precede i trat-tamenti della malattia, e che li accompagna nei tempi di cui biso-gnano. Un’attenzione particolare alla persona, quella offerta dallaOnlus, che significa anche cura del malato a domicilio: un servizioincredibilmente importante, spesso addirittura vitale. Un eserciziodi solidarietà che vuol dire sacrificio per i volontari, ma che resti-tuisce loro l’orgoglio di dare amore incondizionato e l’impagabilecalore che solo un sorriso amico sa regalare.

Doppio significato per il “regalo di Natale”...L’iniziativa dell’Ematologia Cosenza coincide con la vigilia di quelcaotico periodo dell’anno che vede tutti alle prese con la scelta delregalo di natale da fare a parenti e amici: una scelta che spesso è fat-ta nell’insostenibile traffico della vigilia e dell’antivigilia, nelle ul-time ore utili, quelle in cui è più alta la probabilità di fare un regalopoco gradito, o quella di spendere molti euro per oggetti di poco va-lore. Eco, con l’allestimento dei banchetti solidali ha dato così unabuona opportunità anche per pensare a cosa metteremo sotto l’al-bero di natale, dando un’elevata garanzia di successo grazie alla qua-lità e all’eleganza delle creazioni Adamas. Garanzia resa ancora piùforte dell’importanza del gesto: dalla solidarietà che dovrebbe ani-mare ogni giorno ma che a natale, si sa, si carica forse di un signi-ficato più sentito e profondo. Quando alla gioia del cuore si accop-pia il piacere dell’occhio prende vita il regalo perfetto.

sabato7 dicembre 2013

IV

Piacere del cuoregioia dell’occhioPiacere del cuoregioia dell’occhio

Cosenza e provincia si tingono di generosità

di Francesco Fotia

Weekend solidale

Eventoorganizzatoda Eco--EmatologiaCosenzaonlusDue giornidi raccoltafondi perl’associazionenatanel settembredi quest’anno

In alto, la locandinadel “weekend solidale”

Qui sopra, le creazioni di Adamase, più a destra, un braccialecon l’icona della Madonna

del Pilerio

A lato, in sequenza, le pergamenecon il Castello Svevo;

quella con il mito del Re Alarico;e quella con la Madonna del Pilerio

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I tre simboli di appartenenza...scelti da Eco quali rappresentanti della città, il Castello Svevo, l’ef-fige del Re Alarico e l’icona della Madonna del Pilerio, sono rac-contati brevemente nelle pergamene realizzate da Adt Group PressEditori, che ha curato tutta la comunicazione per conto dell’asso-

ciazione. Il primo simbolo, l’antico edificio in-nalzato in origine dai saraceni e più volte

ristrutturato e riadattato, è stato, di voltain volta, modificato dagli interventi diRuggero II, duca dei Normanni,

Federico II di Svevia e Luigi IIId’Angiò, del quale fu residenza. Nel XVI

secolo, il castello è stato adibito anche a pri-gione e armeria. Se in questo caso è la storia a far-

la da padrona, la leggenda è protagonista dell’avventu-ra del Re Alarico, che nel 410 morì a Cosenza, dopo aver

perpetrato il “sacco di Roma”. Si vuole che il re sia stato sepol-to nel letto del Busento insieme al suo tesoro ma, nonostante le di-verse ricerche effettuate, nessuna prova è mai stata trovata. Oltre ilmito e la storia, c’è la fede, e qui si inserisce la sacra icona dellaMadonna del Pilerio, bizantina, presente a Cosenza sin dal XIII se-colo. L’origine del suo culto è rintracciabile però nella seconda metàdel ‘500, quando la città fu colpita dalla peste. Il morbo arrestò ilcammino mortifero dopo che i suoi inconfondibili segni apparverosul volto sacro della Vergine.

sabato7 dicembre 2013

V

Weekend solidale

Contatti

Infoline 346.0211789/ 0984.413606www.ecocosenza.it

A piazzaKennedy ein decine dialtre piazzedell’hinter-land bruzioi volontaridi Eco stannoallestendoi banchetticon le “Stelledi Natale”e i moniliin argentocon incisitre dei piùimportantisimbolidella città

Page 6: Voce ai giovani

«Nella storia del popolo calabrese la grande generosità e la condi-visione gratuita dei bisogni degli altri ha sempre prevalso e conti-nua a prevalere su tutte le crisi e le difficoltà economiche».E’ quanto affermano, in una nota congiunta, il presidente e il diret-tore generale dell’associazione Banco alimentare Calabria Onlus,Franco Falcone e Gianni Romeo, commentando i risultati della XVIIGiornata nazionale della Colletta Alimentare. «Quanto è accaduto in Calabria e, in particolare nella città di Cosenza- prosegue la nota - ha stupito e commosso anche noi che, alla vi-gilia, eravamo scettici e fortemente preoccupati per le avverse con-dizioni del tempo in cui avremmo dovuto effettuare la raccolta. Oggici siamo volentieri dovuti ricredere. Grazie a Dio e contrariamentealle nostre previsioni possiamo dire che in Calabria la CollettaAlimentare ha battuto anche Nettuno! La freschezza e la presenzaattenta e gioiosa di oltre 3500 volontari sparsi in tutta la regione, al-la ricerca essi stessi di un’esperienza di vera umanità, è riuscita acoinvolgere tantissimi uomini e donne, giovani e meno giovani, in-tere famiglie nella possibilità di un semplice dono per chi ha più bi-sogno. Ad essi rivolgiamo un ringraziamento sentito e sincero an-che a nome di tutti i poveri della Calabria. Grazie a questo gestosemplice di solidarietà abbiamo raccolto 150 mila chilogrammi diderrate alimentari e abbiamo fatto esperienza di quanto PapaFrancesco ci aveva invitato a essere, proprio parlando della fame

che colpisce un numero sempre maggiore di persone: “Veicolo disolidarietà e di condivisione con i più bisognosi”». «Tutto ciò - concludono Falcone e Romeo - ci sprona a proseguire,con ancora più vigore, nel nostro impegno quotidiano di recuperodelle eccedenze alimentari per il sostegno delle strutture caritative,e a sollecitare le imprese della filiera agroalimentare che ancora nonsono al nostro fianco, a volersi attivare per una continua collabora-zione con la nostra Rete. Il cibo raccolto verrà ora distribuito allestrutture caritative convenzionate con la Rete Banco alimentare cheassistono ogni giorno migliaia di poveri».

Di seguito i dati delle derrate raccolte.

Riassunto ANNO 2012 ANNO 2013

COSENZA 30.500 28.128COSENZA PROV. 34.000 38.000VIBO 11.048 12.093CATANZARO 32.751 20.500REGGIO CALABRIA 35.000 42.000CROTONE 14.000 10.000Totale 157.299 150.721

sabato7 dicembre 2013

VI

Giornata della colletta alimentare

Nella storia del popolo calabrese la condivisione gratuita dei bisogni degli altri ha sempre prevalso

e continua a prevalere su tutte le crisi e le difficoltà economiche

Calabria generosaCalabria generosaSoddisfazionedel presidentee del direttoregenerale dellaassociazioneBancoalimentareCalabriaonlus, FrancoFalconee GianniRomeo

Una bellissima serata al CineTeatro Odeon di Reggio Calabria. Uno spettacolo di beneficenza organizzato dall’associazione Amici dellaNefrologia che ha visto avvicendarsi sul palco artisti di qualità che hannoentusiasmato e coinvoltocon le loro performancegli ospiti che hanno affol-lato gli spalti e la plateadella location reggina.La manifestazione è statapresentata da AlessandraGiulivo.L’associazione “Amicidella nefrologia” è statafondata dalla signoraMariolina Quartullo Rindone all’inizio degli anni novanta per fornire soste-gno morale e supporto logistico ai nefropatici che afferiscono all’Unità ope-rativa di Nefrologia, Dialisi e Trapianto diretta dal dottor Carmine Zoccali

dell’Azienda ospedaliera di Reggio Calabria. Questa associazione opera intutte le Unità della Nefrologia e periodicamente organizza eventi di fund-ris-ing al fine di migliorare la qualità della vita dei pazienti nefropatici.

L’associazione continuale sue attività di suppor-to e di assistenza ai pa-zienti nefropatici.

Link video di tranchedella serata

https://www.youtube.com/watch?v=tas5OC0oxUI

Migliorare la qualità della vita dei nefropaticiSpettacolo di solidarietà

Teresa Libri

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La palestra dell’Istituto d’istruzione superiore di Castrolibero haospitato domenica 1° dicembre, l’ultima iniziativa del Coni diCosenza.

In occasione della giornata conclusiva di “Sport senza frontiere”,progetto che punta all’integrazione e alla socializzazione attraversola pratica sportiva, voluto e sostenuto dalla delegazione cosentina,che vede protagonista la comunità filippina residente a Cosenza, ildelegato provinciale e consigliere nazionale Pino Abate ha volutodare un segnale di vicinanza alla popolazione filippina duramentecolpita dal passaggio del ciclone Hayden organizzando una raccol-ta fondi che, attraverso l’Unicef, porterà un piccolo aiuto ai bambi-ni e alle famiglie in difficoltà della Repubblica del sud est asiatico.

Prima dell’inizio dei giochi, ai quali hanno preso parte anche ungruppo di studenti, la dirigente dell’Iis Castrolibero Iolanda Malettae il presidente Abate, a nome del circolo aziendale del Comune diCosenza, hanno consegnato un contributo finanziario al Comitatoprovinciale dell’Unicef rappresentato da Maria Giovanna IreneFusca, alla presenza del presidente del Consiglio provincialeOrlandino Greco, del sindaco di Castrolibero Giovanni Greco, delpresidente del Coni Calabria Demetrio Praticò, del vicepresidentevicario del Coni regionale Vincenzo Perri e della signora MerlyCapulong, a capo della comunità filippina bruzia. Un momento dicondivisione di valori umani e sportivi fra due differenti culture, cuihanno fatto seguito la fase di gioco, basket e volley maschili e fem-minili, e il divertimento, con balli e canti che hanno coinvolto le fa-miglie filippine al completo.

sabato7 dicembre 2013

VII

Palestradi vitaPalestradi vita

Un calcio all’egoismo

«Perché Marco Pantani, nonostante tutto e tutti, resta il ciclistaitaliano più amato e rimpianto?». A quasi dieci anni dalla morteun libro denso di passione accende i riflettori sul mito del Pirata.In nome di Marco di Tonina Pantani e Francesco Ceniti, edito daRizzoli, da pochi giorni nelle librerie, dopo l’anteprima naziona-le a Milano, è stato presentato giovedì 5 dicembre alla LibreriaCalliope Mondadori di Siderno, venerdì 6 alla Libreria Ubik diCatanzaro Lido e sabato 7 sarà presentato alla Libreria Ubik diCosenza (sempre alle ore 18). In nome di Marco scava nel profondo della passione dei tifosi eracconta quello che è successo prima che un ragazzo gracile di-ventasse il Pirata e dopo la fine della sua vita intensa e tormenta-ta. Per dare ai suoi fan il ricordo più completo di questa vicenda sialternano due voci: la prima è quella di mamma Tonina. La se-conda è la voce di Francesco Ceniti, giornalista della Gazzettadello Sport e fan di Pantani. Dagli anni luminosi dei successi aquelli bui delle accuse e del dolore.Sembrava impossibile trovare sorprese, e invece è emersa unaclamorosa verità: il test antidoping che escluse Pantani dal Girodel 1999 violava il protocollo in almeno un punto. Da quel 5 giu-gno 1999 a Madonna di Campiglio, nulla è stato più lo stesso nel-la vita di Marco. Eppure i suoi sostenitori gli sono stati semprevicini, fino all’ultimo. Si parla di Rimini, di una morte così mi-steriosa da convincere la famiglia a lottare senza sosta per far ria-prire il caso. Si passa attraverso il tema doping con parole diret-te, si affronta il doloroso capitolo della droga. Infine, si arriva al-le tante iniziative di beneficenza realizzate dalla Fondazione e aibambini della squadra “Marco Pantani”. Completa il racconto unricco apparato di preziose immagini inedite.Alle tre presentazioni in Calabria, saranno presenti gli autori.

Un libro a due vociin nome di Marco

Tonina Pantani e Francesco Ceniti

Coni, sport come integrazione e solidarietà a favore delle Filippine

In occasionedella giornataconclusiva di“Sport senzafrontiere”,progettoche puntaallaintegrazionee alla socia-lizzazioneattraversola praticasportiva,volutoe sostenutodalladelegazionecosentina,che vedeprotagonistala comunitàfilippinaresidentea Cosenza

Page 8: Voce ai giovani

Approda a Cosenza il car pooling, l’uso dell’auto privata per tra-sporti di gruppo. L’abitudine di viaggiare insieme è già abbastanza diffusa quando sitratta di colleghi di lavoro diretti alla stessa meta. Ma il car poolingintende andare oltre questa forma di trasporto comune, rivolgendo-si anche a persone che non si conoscono o che vogliano servirsi delservizio solo per occasioni specifiche.Il progetto è un’altra tappa del più complessivo disegno di città in-telligente in cui l’amministrazione comunale è fortemente impe-gnata ed è stato presentato a Palazzo dei Bruzi dal sindaco MarioOcchiuto con l’assessore alle Innovazioni tecnologiche Geppino DeRose, la dirigente Maria Rosaria Mossuto, il funzionario Leo Acri,insieme agli ingegneri che hanno partecipato alla sezione Social in-novation di Smart City, riservata a giovani imprenditori, con il pro-

getto Smob-Social Mobility Vehicle pooling: Antonio Cosma,Roberto Ceravolo, Gianluca Carrozzino e Carlo Giglio.C’erano anche comandante e vice comandante della polizia muni-cipale, Ugo Dattis e Roberta Iazzolino. L’idea è stata già ampiamente collaudata in altre città: si tratta di tro-vare persone che hanno la stessa meta e fare in modo che utilizzinola stessa auto per trasporti consueti o anche occasionali.

«Il progetto Smob - ha spiegato l’assessore De Rose - ci è sembratopienamente coniugabile con quanto stiamo realizzando in materiadi smart city e, in particolare, di mobilità sostenibile. Il car poolingoffre diversi vantaggi. Il primo è quello di una auspicabile riduzio-ne del traffico urbano e quindi delle emissioni di CO2. Ma ogni cit-tadino che se ne avvarrà avrà anche dei ritorni in termini di rispar-mio, cui si aggiungeranno formule premiali che stiamo valutando».Nel dettaglio è entrato l’ingegner Cosma: «Lo Smob - ha detto - èun progetto di ricerca industriale, un applicativo innovativo che, at-traverso il web, permetterà ad ogni cittadino interessato di iscriver-si e avere a disposizione una piattaforma social sulla quale incon-trare persone con le quali condividere un percorso stradale. Un mo-dello matematico valuterà le richieste e le combinerà in modo daminimizzare il costo del trasporto e, quindi, l’emissione di CO2».

Il progetto è rivolto all’area urbana di Cosenza, Rende, Castrolibero,Montalto e Unical. La fase sperimentale, di sei mesi, inizierà la pros-sima estate. Entro il 2015 si andrà a regime. Il modello prevede an-che formule di utilizzo di mini-bus pubblici o privati.Un plauso al progetto è venuto dal comandante Dattis il quale ha ri-cordato che su Cosenza si riversano giornalmente le auto prove-nienti da oltre trenta centri della provincia e che ha rilevato comesia purtroppo frequente vedere auto di pendolari con solo una o duepersone a bordo. Il Comando collaborerà attivamente nel progettoper individuare formule di premialità che incentivino il ricorso alservizio da parte dell’utenza potenzialmente interessata, che ci siaugura sensibile. Del resto, la piattaforma applicativa è pensata perfornire massima sicurezza, attraverso la formale registrazione degliutenti.«Contiamo molto - ha detto il sindaco Occhiuto in conclusione - suprogetti di questo tipo che vanno in direzione di una mobilità so-stenibile e che ci permettono di dare risposte a tutti i cittadini senzadistinzioni, mettendo a loro disposizione risorse nuove. Il progettoSmob si inserisce nel filone della smart city, del progetto Musa(Mobilità urbana sostenibile e attrattori culturali) e delle altre socialinnovation, tutte iniziative che troveranno una sistemazione logisti-ca comune nei locali della vecchia stazione di piazza Matteotti».La firma del protocollo con i progettisti si è conclusa siglando l’av-vio della fase operativa.

sabato7 dicembre 2013

VIII

Rombo unico

Più siamomeglio stiamoPiù siamomeglio stiamo

L’abitudinedi viaggiareinsieme è giàabbastanzadiffusaMa si intendeandare oltrerivolgendosianchea personeche non siconoscono oche voglianoservirsidel serviziosoloper occasionispecifiche

A Cosenza il car pooling, nuovo servizio intelligente di mobilità sostenibile

per ridurre emissioni inquinanti e risparmiare

È stato avviato e tra qualche settimana arriverà “su strada” il progetto “Lavoria colori” ideato dalla Prefettura di Cosenza e dall’amministrazione comunalecon lo scopo di trasformare ilcantiere - con relativi disagi -di piazza Bilotti in risorsa perla città. Il progetto ha incon-trato il favore dei dirigenti sco-lastici che hanno coinvolto glialunni delle scuole primarie esecondarie di primo grado, iquali sono già al lavoro perrealizzare i dipinti, sviluppatisulla propria idea di città, de-stinati a coprire l’area cittadi-na interessata. Il risultato, la-sciato alle idee, alla fantasia,alle mani degli scolari, saràcertamente dei più allegri.«I ragazzi - spiega EmanuelaGreco, capo Gabinetto della Prefettura - realizzeranno i disegni su cartonciniche poi verranno riprodotti su banner e posizionati sull’intero perimetro del-

l’area. I disegni degli studenti saranno accompagnati dalla indicazione dellascuola e della classe».

Rosaria Succurro, assessore al-la Comunicazione sottolineache l’iniziativa porterà van-taggi per tutti.«Ci sarà un impatto visivo piùgradevole della zona ed è fa-cile prevedere che i lavori deigiovani artisti attireranno mol-te persone, il che sarà senz’al-tro gradito ai commercianti,che stanno vivendo qualche di-sagio. E per l’amministrazio-ne comunale i disegni diven-teranno altrettante bussole percapire esigenze e desideri del-le nuove generazioni».

Nei prossimi giorni il progetto verrà adeguatamente pubblicizzato. L’inaugurazione dovrebbe avvenire nel periodo delle festività natalizie.

Da lavori in corso a lavori a coloriCome un cantiere diventa... la città che vorrei

Page 9: Voce ai giovani

Le eccellenze di un territorio sono un patrimonio da custodire e va-lorizzare. Soprattutto quando si tratta del talento e della creativitàdei giovani che, con la propria arte, contribuiscono a promuoverel’immagine più bella e più pulita della terra di Calabria. Se poi que-st’arte si mette al servizio di un patrimonio unico al mondo, comeil Codex Purpureus Rossanensis, il risultato non può che essere esclu-sivo ed emozionante. Ed è per questo che esprimo il mio apprezza-mento e la mia gratitudine al giovane orafo Domenico Tordo, cheha riprodotto con grande precisione di particolari, le miniature delpreziosissimo manoscritto su lastre d’argento 925.

È quanto esprime, con soddisfazione, l’ordinario militare d’Italiamonsignor Santo Marcianò, già arcivescovo della diocesi Rossano-Cariati, che, a conclusione dell’iter burocratico per il riconoscimentodel Codice Purpureo a patrimonio dell’umanità, ha firmato il nullaosta che, di fatto, autorizza il giovane orafo crosiota alla riprodu-zione del Rossanensis.

Ho avuto modo di apprezzare la grande abilità di Domenico Tordo,quando, in occasione del 25esimo anniversario di ordinazione sa-cerdotale, il clero della Diocesi Rossano-Cariati mi fece dono di unasua opera, una croce d’argento, al centro della quale era impressa laminiatura del Frontespizio dei Canoni, riprodotta con sorprenden-te manifattura e fedeltà rispetto all’originale. Così, incuriosito ed af-fascinato, ho voluto conoscere questo artista calabrese così giova-ne, eppure così tanto abile. Ho visto in lui la luce dell’arte, accom-pagnata da quell’umiltà e semplicità che rende quasi inconsapevo-li del miracolo che Dio ha posto nelle proprie mani. Pertanto, l’hocreduto capace di poter esprimere la bellezza del Codex, affidan-dogli un compito arduo, ma di sicura gratificazione: la riproduzio-ne delle tavole miniate del Rossanensis. Sono orgoglioso che ilComune di Rossano, nell’omaggiarmi di un bassorilievo argenteo,che riproduce fedelmente la veduta geo-panoramica di Rossano, ab-bia incaricato proprio il Maestro Tordo, di confezionare questo re-galo che, insieme ai ricordi ed all’indimenticabile esperienzaPastorale, continuerà a tenermi idealmente e paternamente legatoad un territorio che vive e vivrà per sempre nel mio cuore.

Il maestro Domenico Tordo è l’unico orafo che, in collaborazionecon l’ufficio diocesano per i Beni culturali ecclesiastici, ha avutol’autorizzazione ufficiale alla riproduzione delle miniature del CodexPurpureus Rossanensis. Grazie alla sua grande abilità, infatti, è ingrado di riprodurre le illustrazioni riportate sul manoscritto, in di-verse dimensioni. Le sue eccellenti e ormai riconosciute doti arti-stiche, inoltre, gli hanno permesso, in ultimo, la riproduzione dellaveduta geo-panoramica della Città di Rossano, su lamina d’argen-to 925/1000 (attraverso la tecnica dell’incisione e sbalzo a mano,con l’effetto aggiuntivo della china indelebile), ricavata dalla lastradi rame originale di Giovan Battista (detto Tommaso) PIATTI, da-tata intorno ai primissimi del 1700, e tuttora custodita nella sala delsindaco all’interno del Palazzo di Città.

© Fonte CMP Agency Rossano

sabato7 dicembre 2013

IX

Patrimoni unici al mondo

La Storia che brillaLa Storia che brillaLe opere del giovane orafo Domenico Tordo incantano monsignor Marcianò

L'Ordinariomilitaregli affida lariproduzionedel CodexpurpureusRossanensis

Page 10: Voce ai giovani

“Naufragar m’è dolce... Storie di viaggiatori del passato e del pre-sente in Calabria” convegno di cultura a cura dell’associazione MariaCristina di Savoia di Cosenza, detta la Regina Santa, il prossimogennaio presto sarà beata nella chiesa di Santa Chiara a Napoli. Tantigli ospiti e nel pubblico personaggi politici di spicco delle istituzio-ni politiche di Cosenza e del vicino territorio. Giorgio De Leonardis,storico, ha letto una bellissima prolusione sul viaggio e sulla Calabria,in cui il viaggio, a volte, ci ricorda qualcosa di drammatico con-trapposto al mondo della bellezza, della piacevolezza del conosce-re percorrendo.Tanti storici hanno lasciato una documentazione nel tempo cui at-tingere, fatta di racconti tra disagi e asprezze nella di terra Calabra,ma anche di calma sublime, che Norman Daglas ha espresso nel suoviaggio diario, osservando l’immobilità della terra in cui è bello ri-posare e il cui calore si rovescia nella desolazione. Altri scritti diviaggiatori riportano lo sfasciume di un paese che appare stanco epieno di rimpianti.

Una terra dunque per il viaggiatore, secondo la lettura di De Leonardis,triste e desolata per la società e per la situazione politica. Ma nel-l’antichità anche Catone e Livio nella loro testimonianza fanno del-la Calabria un luogo aspro, mai alleati dei soldati perché ribelli e fe-roci. Testimonianze scritte risalgono al primo secolo a.C. la descri-vono meravigliosa nelle sue ricchezze. Soprattutto, nel Basso eMedio Evo, la Calabria diventa il luogo privilegiato da diverse ti-pologie di viaggiatori, mercanti, studiosi e trafficanti di opere d’ar-te, che descrivevano il nostro territorio come l’Eden in cui si pro-duceva tanta di quella seta che era paragonabile alla produzione delresto d’Italia. Nel 1574 l’ambasciatore Girolamo Nicomanno, in unarelazione al Governo della Serenissima finiva scrivendo della Calabriacome un luogo bellissimo, ma lo stereotipo del calabrese e dellaCalabria selvaggia si protrasse fino all’età moderna, grazie alle ope-re d’ingegno di letterati e umanisti del uogo.Un anonimo del ‘500 descrive, invece, la Calabria inerente a Tropea,dove un medico chirurgo si occupava già allora della rinoplastica eavendone fama in tutta Italia. Il momento di fioritura del teatro inCalabria emerse nel ‘700 di carattere filosofico e illuministico.Dopo il ‘700 il quadro che si da della Calabria è altro, diventa unluogo difficile dove non c’è possibilità dicrescita e di prosperità in cui il Governonon è sollecito verso le necessità della po-polazione. Emerge nell’opera storica daquesto periodo l’enorme arretratezza con-trapposta alla ricchezza dei regnanti del-l’epoca. Eppure la Calabria è piena e lo èancora di tante bellezze come il CastelloSvevo e malie come il fenomeno dellaFata Morgana, rimanendo sempre il pae-se delle grandi dinastie patriarcali e daipaesaggi stupendi, dalla calda umanità edell’accoglienza degli abitanti. L’attrazioneper gli stranieri della località di Paola nelCosentino, perché portante nome di don-na. Una terra che negli scritti fino ai pri-mi decenni del secolo scorso rimane unmito, antica Madre cui aspirano tanti viag-giatori, archeologi nostalgici.

«Provavo un gran dispiacere a dover lasciare la Calabria. Le sue bel-lezze avevano esercitato una specie di magica ascendenza su di mee sentivo che sarebbe stata eterna. Avevo la sensazione che qualsiasicosa avessi visto in futuro non avrebbe suscitato in me sensazionialtrettanto piacevoli ed indelebili. Di questo non ho dubbi. Anzi, ho

la presunzione di affermare che in nessun’altra parte d’Europa lanatura ha tracciato in modo così magnifico le linee che il genio el’opera umana devono seguire o gli sforzi dell’arte migliorare». Cosìil letterato tedesco Richard Keppel Craven scriveva nel 1821 al-l’indomani di un suo lungo viaggio in Calabria.

sabato7 dicembre 2013

X

Terra dolce e aspra

Tantigli ospiti e

nel pubblicopersonaggi

di spicco delleistituzioni

politichedi Cosenza

e del vicinoterritorio

GiorgioDe Leonardis,

storico,ci parla

del viaggionella nostra

terrache ricordaqualcosa di

drammaticocontrapposto

al mondodella bellezza,

dellapiacevolezza

del conoscerepercorrendola

GiorgioDe Leonardis

Storie di viaggiatori del passato e del presente in Calabria

Convegno di cultura a cura dell'associazione Maria Cristina di Savoia di Cosenza

Naufragar m’è dolce...in questo mare?Naufragar m’è dolce...in questo mare?

di Lucia De Cicco

Laino Borgo

Maria Cristinadi Savoia Pentedattilo

Page 11: Voce ai giovani

Negli occhi dei viaggiatori britannici rimane quella di un’imma-nente corruzione, essi invitavano a visitarla alla svelta prima che tut-to fosse perduto. Con il regime fascista molti viaggiatori rinuncia-no a visitare l’Italia e quindi anche la Calabria. In chiusura lo stori-co fa riferimento al viaggio dei profughi che troppo spesso sonoviaggi di sopravvivenza e apertura dello spirito. Le loro storie di-ventano spesso testimonianza di sofferenza, fa riferimento a unadonna, una profuga che chiusa in un sacco di alluminio dorato nelporto di Lampedusa, in elicottero è portata all’ospedale della città.Questa donna scappata dall’Eritrea da un dittatore sanguinario, cheli rendeva schiavi, ha attraversato il deserto del Sudan e a piedi s’im-barca su un gommone, dopo due mesi di stenti. Sulla bagnarola del-la speranza, in cui ha bevuto solo acqua di mare per non morire disete, non seppe da subito la destinazione, ma di certo unica neces-sità era per lei fuggire, dando i risparmi di una vita allo scafista tu-nisino. In un mare grosso di un giovedì notte alle 3:00, finisce inmare nei pressi di quella regione, che porta oltre al dolore il pesodell’indifferenza.

Alla serata organizzata dalla responsabile dell’associazione, AngelaGatto, che ha portato i saluti e introdotto al tema del viaggio, l’as-sistente spirituale monsignore Mario Merenda, Rosaria Succurro,comunicazione teatro e spettacoli, Mario Pititto, storico, MariaAssunta Salineto, lettrice, Giusy Bartoletti, Francesco Zappone,Guido Zappone per gli intermezzi musicali con i grandi cantautoriItaliani. Il senso della serata è stato quello di volere raccontare la ter-ra calabra in mezzo a due mari, per narrare una terra tra le varie sto-rie che l’hanno contraddistinta nel tempo: dal mito alla tradizione,dal nuovo da Ulisse ed Enea tra le sue coste, i Greci lungo il mare,Alarico e il suo Busento. Attraverso lo sguardo di storici, di colo-nizzatori e di fuggiaschi di ieri e di oggi.

«Muore, il sole a rilento adagiandosi, nel cupo mare della notte.Bisbiglio d’acqua e di genti fuggenti, nell’inerpicarsi di corpi sul-la chiatta dei sogni. E gridano alla Luna “Alzati e dai luce al no-stro cammino in germogliare di attese al domani di oggi”. Sguardifugacia fievole lucine all’allontanarsi alla riva, già, lontana ai pen-sieri del saluto di uomini, donne e bambini. Cielo, sole, mare, salee... giorni cocenti, affannati, distanti al dolore, prossimi all’inter-vallo dell’altra riva .Di colpo, fragorose grida frantumano la quie-te, nel tumulto penetrante di corpi sospesi nell’infrangersi dei so-gni in limpide, disumani, acque. Spasimo, sconforto e dolore, su-bentrano afferrando il posto del nuovo mondo, ai profughi, nell’al-tra riva». (Le due Rive Dyrian çi 61).

Abbiamo chiesto allo storico De Leonardis riguardo al viaggio checosa si sente di aggiungere: «Posso aggiungere che al discorso sul-

la piacevolezza del viaggio non possiamonon legare un pensiero ai recenti tragici even-ti di Lampedusa e quindi pensare a quei viag-giatori per i quali naufragar non è dolce. Sonouno storico dell’arte. Non prediligo nessunparticolare tipo di trattato. Analizzo le fontiin maniera critica per trarne un elemento ilpiù verosimile possibile facendo attenzionea che le informazioni siano fedeli e storica-mente fondate, particolarmente quando so-no in contrasto con fonti posteriori più lon-tane dagli eventi raccontati. Il pregiudizio suicalabresi, come dicevo nel corso della con-versazione, è legato a testimonianze fonda-te più spesso su preconcetti che non su ve-rità storiche, avallate più dall’indomita osti-lità della popolazione all’impero romano chenon ad eventi accaduti realmente. Ciò fa per-cepire che tale pregiudizio, nel corso dei se-coli, ha certamente influito negativamentesul pensiero comune che ha trovato però con-ferma ed è stato avallato da una lunga seriedi cattivi governi, protrattisi nel corso dei se-coli. I viaggiatori, con le loro testimonianze,

grazie ad una analisi diretta, hanno potuto verificare, con l’espe-rienza, la differenza tra la realtà ed una presunta verità. Tramite i lo-ro resoconti hanno quasi sempre smentito i giudizi negativi mo-strando, con il buon senso, che la brutalità dell’uomo, così come lagentilezza d’animo, sono simili in ogni latitudine e che la Calabrianon fa eccezione. Ha invece un valore aggiunto. Una bellezza stu-pefacente conferita dalle vestigia di antiche civiltà che hanno con-tinuato a trovare qui un rifugio eccellente per la ricchezza dei luo-ghi e la magnificenza del paesaggio. Tutto il resto, altro non è, senon una sovrastruttura fine a sé stessa».

sabato7 dicembre 2013

XI

Terra dolce e aspra

Il Castello Svevosul centro storico di Cosenza

Tropea

Reggio Calabriain una stampa d’epoca

AngelaGatto

Page 12: Voce ai giovani

Con la presentazione di un ricco dossier presso il ministerodell’Ambiente, il Parco nazionale della Sila ha completato l’iter ne-cessario a diventare “Riserva della Biosfera” per come prevede ilProgramma Mab (Man and the biosphere), sostenuto dallo stessoministero dell’Ambiente, sotto l’egida, assai prestigiosa, dell’Unesco.È il primo passo strategico, una volta ottenuto tale riconoscimento,perché poi si completi la pratica, aperta nel 2012, dell’inserimentodel Parco nazionale della Sila nell’elenco dell’Unesco quale patri-monio dell’umanità.Con il programma Mab, intanto, il Parco nazionale della Sila ha in-cassato il sostegno e l’adesione della Regione Calabria, delle treProvince (Cosenza, Catanzaro, Crotone), dell’Università dellaCalabria e di ben 66 sindaci, con la firma, presso il Centro acco-glienza “Cupone” di Camigliatello Silano, di un regolare atto di par-tenariato.Con tale atto, il Parco nazionale della Sila allarga i suoi confini fi-no a raggiungere una estensione di circa 355 mila ettari di terreno.Ai diciotto comuni storici e tradizionali del Parco, individuati comearea Buffer (color verde) e le aree Core (color rosso), si sono ag-giunti ben 48 comuni esterni confinanti, indicati nella cartina con ilcolore celeste. Fanno parte di questo programma come soggetti dipartenariato, oltre ai soggetti istituzionali sopra indicati, varie asso-ciazioni sindacali, culturali, ambientaliste, agricole, del commercioe dell’industria, degli Ordini professionali, il Corpo Forestale delloStato, l’Accademia italiana di Scienze Forestali, i Gal, il Cnr, finoad arrivare all’Università della Tuscia, nonché, attraverso il Consorziointeruniversitario nazionale Cueim, vari altri atenei italiani.Riuscire ad ottenere da parte dell’Unesco già questo primo ricono-scimento costituirebbe per il territorio del Parco nazionale della Silaun evento storico di dimensione economica, sociale, culturale e tu-ristica di straordinaria importanza pensando al carattere internazio-nale e soprattutto alle opportunità di attrarre finanziamenti attraver-so la programmazione dei Por 2013-2020, diventando di fatto de-stinatari di alcune misure.«Non vogliamo i soldi per noi», dichiara la presidente del Parco na-zionale della Sila, Sonia Ferrari, ad Arcangelo Badolati della Gazzettadel Sud. «Va benissimo che vadano ai comuni nell’ambito però diun più vasto progetto organico di sviluppo e pianificazione. Questotipo di logica l’abbiamo adottata anche con il Pil (Piano per il lavo-ro) varato dalla Regione per favorire l’inserimento nel mondo dellavoro di giovani disoccupati. Per esempio dando incentivi e borsedi studio ai giovani ed alle aziende che consentono loro di fare del-le esperienze. Soltanto lavorando insieme con tutti gli altri soggettiche si occupano della gestione del territorio si possono ottenere, in-fatti, risultati significativi». È opportuno, quindi, entrare nella logica di fare rete tra i vari sog-getti coinvolti ed interessati a tale progetto anche perché per esseremantenuto nel tempo ci sarà da parte dell’Unesco una valutazioneperiodica sullo stato di sviluppo e crescita.Dicevamo che trattasi di una prima tappa avendo sullo sfondo il ri-conoscimento del Parco, da parte dell’Unesco, quale patrimonio del-l’umanità, e questo sarebbe un grosso vantaggio per la stessa Calabriache non ha finora alcun sito Unesco. Anche per questo riconosci-mento fin dal 2012 è stato avviato un lavoro puntiglioso, seguitocon costanza e passione dal direttore del Parco, dott. Michele Laudati,avendo come obiettivo la creazione di un qualificato dossier con stu-di scientifici ad opera dell’Università della Calabria in quanto oc-corre mostrare di avere elementi di unicità dal punto di vista pae-saggistico e morfologico.Un ruolo ed un sostegno che l’Università, a cominciare dal rettore,professor Gino Crisci, è cosciente di svolgere con assiduità ed im-pegno trattandosi, come ha già sostenuto in una dichiarazione pub-blica, di una grande opportunità di crescita e sviluppo per l’interaregione Calabria.Si pensi ai grandi benefici che ne trarrebbero, guardando ai nuoviconfini emergenti dall’area transition esterna, indicata con il coloreceleste, le comunità residenti nei 48 comuni indicati nella nuova car-tina zonata, che potrebbero creare una spinta di stimolo e sostegnoper i 18 comuni storici dell’area verde-rosso nel valorizzare i loro

patrimoni culturali, enogastronomici, per non parlare delle tradizionistoriche e religiose. Si tratta di dare un senso di partecipazione atti-va facendo rete all’intera comunità gravitante nell’area in questio-ne per preparare un futuro di reale crescita e sviluppo sostenibilevissuto in pieno nel modo più responsabile possibile, puntando al-le forme previste dall’Unesco di educazione e di valorizzazione del-le scienze, come della cultura. Con sofferenza va detto, comunque, che tre amministrazioni co-munali rientranti nell’area storica tradizionale (colore verde) delParco hanno scelto di starne fuori dal Progetto MaB, mentre altriaspirano ad entrarvi. E questo è molto bello ed incoraggiante.

Franco Bartucci

sabato7 dicembre 2013

XII

La natura fa rete

I passi da gigantedel Parco della SilaI passi da gigantedel Parco della Sila

ProgrammaMaB, il Parcoincassail sostegnoe l’adesionedella RegioneCalabria,delle treProvince(Cosenza,Catanzaro,Crotone),dell’Unicale di ben66 sindaci,con la firma,pressoil Centroaccoglienza“Cupone” diCamigliatelloSilano, diun atto dipartenariato

Candidato a diventare Riserva della biosfera con il riconoscimento dell'Unesco

Page 13: Voce ai giovani

S’è svolto allo University club, il convegno “Lo stato unico di fi-glio”. S’è trattato di un appuntamento scientifico d’alto livello cheha visto impegnati alcuni dei più importanti studiosi di questo par-ticolare ed attualissimo argomento del Diritto civile. L’iniziativa èstata organizzata dalla sezione calabrese della Società italiana deglistudiosi del Diritto civile (Sisdic), dal dipartimento di Scienze azien-dali e giuridiche dell’ateneo di Arcavacata, dall’Università “MagnaGraecia” di Catanzaro e dall’Università “Mediterranea” di ReggioCalabria, con la collaborazione degli Ordini degli avvocati diCosenza, Castrovillari e Paola, la fondazione “Movimento Bambino”onlus e la fondazione “Ferrero”. Un convegno, dunque, “a più vo-ci” che, oltre ad affrontare alcuni specifici aspetti tecnico-giuridici,non ha tralasciato di trattare le delicate ricadute sociali legate all’e-voluzione legislativa della materia.Il dibattito s’è sviluppato partendo dall’esame dei provvedimenti direvisione delle disposizioni in materia di filiazione che - come haspiegato nell’introduzione di Giovanna Chiappetta (presidente delConsiglio locale della Sisdic) - «hanno rappresentato un vero attodi civiltà poiché attraverso la soppressione dei termini “legittimo”e “naturale” e costituendo lo status unico della filiazione hanno eli-minato alcune gravi discriminazioni. Un percorso - ha detto ancorala Chiappetta - che adegua il dettato normativo ai principi di ugua-glianza e di diritti inviolabili della famiglia sanciti dalla Costituzionee dalla legislazione internazionale, ma che andrà completato dal-l’indispensabile, quanto delicata, fase attuativa».

Al convegno, che è stato concluso da Pietro Perlingieri, professoreemerito dell’Università del Sannio, ha portato i saluti del rettoredell’Università della Calabria, Gino Mirocle Crisci, Roberto

Musmanno che oltre a sottolineare l’importanza della materia trat-tata nell’iniziativa, ha voluto porre l’accento sulla collaborazionetra le Università Calabresi che ha definito “essenziale per lo svi-luppo del sistema universitario regionale”.

I lavori sono poi continuati con la relazione di Cesare MassimoBianca, emerito dell’Università “La Sapienza” di Roma, nonchépresidente della Commissione istituita presso la Presidenza delConsiglio dei ministri che ha redatto nel luglio scorso il decreto le-gislativo di revisione delle disposizioni in materia di filiazione.Importanti contributi sono anche arrivati da Vincent A. De Gaetano,giudice della Corte europea dei Diritti dell’uomo di Strasburgo(“L’incidenza della Corte europea nel diritto di famiglia”), daGiampaolo Frezza dell’Università Lumsa di Palermo (“Il diritto diabitazione”), da Sara Menichetti del Tribunale per i minorenni diRoma (Adozioni in casi particolari e rapporti di parentela); daGustavo Sergio, presidente del Tribunale per i minorenni di Napoli(“La responsabilità genitoriale”); da Rosanna Pane dell’Universitàdel Sannio (“Il diritto a conoscere le origini”), da Maria Rita Parsi,psicoterapeutica e presidente della Fondazione Movimento bambi-no (“L’interesse preminente del bambino”).Il convegno è stato concluso da Pietro Perligieri, emeritodell’Università del Sannio, e tra i più noti giuristi italiani. Perlingierinel corso della sua applaudita relazione ha, dopo aver affrontato itemi specifici del convegno ha allargato la sua riflessione a 360 gra-di considerando pure l’esigenza di un adeguamento di una parte del-la Costituzione «utile - ha chiosato - per riequilibrare i rapporti tra ipoteri dello Stato anche in considerazione della tutela dei diritti deipiù deboli non più adeguatamente garantiti dall’attuale assetto».

sabato7 dicembre 2013

XIII

Tutela dei più deboli

Allo University club appuntamento scientifico d’alto livello che ha visto impegnati alcuni dei più importanti

studiosi di questo particolare e attualissimo argomento del Diritto civile

Lo stato unico di figlioLo stato unico di figlioUn convegno“a più voci”che, oltread affrontarealcunispecificiaspettitecnico--giuridici,non hatralasciatodi trattarele delicatericadutesociali legateall’evoluzionelegislativadella materia

Page 14: Voce ai giovani

Una bella storia di percorsi fatti insieme e sogni realizzati contandosulle poche cose che erano in grado di offrire certezze: l’amicizia ela fiducia in sé stessi. È il racconto del viaggio di AlessandroCatanzaro e Valentino Carbone, insieme, cuore e cervello di U&DBeauty center, l’atelier in cui hanno realizzato il loro ideale di be-nessere ed estetica. Giovani, ma protagonisti di un’avventura di looke bellezza che ha inizio più di venti anni fa.

«Eravamo amici sin da ragazzini, - racconta Alessandro - e da sem-pre, quando si parlava di futuro, si sognava di avere una nostra at-tività di parrucchieri, un qualcosa che avessimo potuto sentire no-stro. È così che abbiamo incominciato ad apprendere le tecniche ei segreti del mestiere, anche attraverso diversi tirocini formativi: iomi sono dedicato ai tagli maschili, Valentino a quelli femminili.Divenuti più grandi, abbiamo avuto l’opportunità di crearci un no-stro spazio, e abbiamo incominciato a tagliare i primi capelli e adaccogliere i primi clienti. In quella nostra prima esperienza erava-mo in quattro. Col tempo - prosegue Alessandro - per diverse ra-gioni le cose hanno preso una piega diversa dal solito. È così che ioe Valentino abbiamo “dato un taglio” alla nostra prima esperienzae ci siamo messi in proprio. I clienti ci conoscevano già e si fidava-no di noi, poi, con il tempo e con il duro lavoro, abbiamo incomin-ciato a capire che stavamo andando nella direzione giusta: chi ve-niva a trovarci, ritornava, soddisfatto del precedente trattamento.Questa è la cosa più bella di questa professione: toccare con manola soddisfazione che hai regalato a chi si è affidato a te. Uno dei truc-chi del mestiere credo sia proprio riuscire a “leggere” ciòche il cliente desidera, facendo diventare il look cuista pensando una realtà. Per riuscirci è decisivolo studio sul campo, che abbiamo fatto ancheall’estero, le tecniche che abbiamo acquisi-to anche grazie all’esperienza e un rapportodi complicità con chi si accomoda, anche perla prima volta, su una delle nostre poltrone. Guardando indietro - ha aggiunto - capisci quan-ti sforzi tu abbia fatto per trovare questa tua indi-pendenza, considerando soprattutto che io eValentino abbiamo raggiunto il nostro obiettivocontando solo sulle nostre forze, e sui valoriche ci hanno impartitole nostre famiglie.Valori fondamenta-li, perché senzaquelli non si va danessuna parte».

Con il trascorreredei mesi, con isuccessi che arrivavano lungo la strada, Alessandro e Valentino de-cidono di ampliare lo spazio che si erano ritagliati, aumentando an-che l’offerta grazie all’incremento dello staff. Oggi, infatti, U&DBeauty center è un locale ampio e spazioso, che può contare su dueparrucchieri a indirizzo uomo, due a indirizzo donna e due estetiste:uno staff affiatato, preparato e pieno di energia, composto, oltre aidue “maestri”, da Antonio, Bruno, Matteo, Francesco e Arianna.Uno staff - racconta Valentino - che si muove all’unisono avendobene in mente la filosofia dell’atelier, fatta di accoglienza, forma-zione e innovazione. Partendo dall’ambiente, con arredi e profu-mazioni ben curati, speriamo, e ne siamo sicuri, di riuscire a offrireun servizio all’insegna del comfort e del relax: un posto che ti fasentire come a casa propria. Crediamo che il rapporto che con il tem-po abbiamo costruito con i nostri clienti - prosegue - sia il segretodei successi che ci rendono tanto orgogliosi. Traguardi bellissimiper i quali non si può non ringraziare proprio le persone che giornodopo giorno ci confermano la loro stima e fiducia. Per omaggiarli,

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XIV

Piccoli grandi sogni che diventano realtà, con i valori della famiglia e dell'amicizia

di Federica Montanelli

Passione e tenacia

Un viaggionella bellezzaUn viaggionella bellezza

Una storiadi percorsi

fatti insiemee sogni

realizzaticontando

sulle pochecose che

eranoin gradodi offrirecertezze:

l’amiciziae la fiduciain sé stessi

Page 15: Voce ai giovani

facendo loro i nostri migliori auguri di buonanno e buon natale, abbiamo preparatouna sorta di “gioco-regalo” per gli amicie i clienti. Si tratta di alcune pergamenecustodite dentro a dei bei pacchettini,sistemati in una bolla sopra la cassa. Ilgioco consiste nel pescare un pacchet-tino e scartarne il contenuto. Ogni per-

gamena all’internocontiene la dicitura

di un nostro servi-zio: shampoo,piega, sopraci-glia, colorazio-ne dei capelli,

anche conprodotti

che noncon-

ten-

gono ammoniaca, tutti trattamenti di cui il cliente usufruirà gratui-tamente. È il nostro regalo di natale. Un dono che chiunque può fa-re a parenti e amici con le speciali gift card cui abbiamo pensatoproprio per le feste natalizie e di fine anno. Solo uno dei tanti modi- conclude - per dire grazie a chi ci permette di continuare a vivereil nostro sogno».

Fratello d’arte... nello staff di U&D Beauty Center, un posto di ri-lievo merita il “piccolo” Matteo, fratello di Valentino, ma già a tem-po pieno al servizio della passione che condividono. Molto più diun posto d’onore all’indispensabile tavolo della formazione perMatteo, che da quando era ancora bambino ha avuto modo di os-servare da vicino come si diventa un professionista della bellezza.Chissà che un domani non molto lontano non si possa aggiungereun altro maestro al duo formato da Valentino e Alessandro.

sabato7 dicembre 2013

XV

Passione e tenacia

È il raccontodel viaggiodi AlessandroCatanzaroe ValentinoCarbonedue ragazziche si sonorimboccatile maniche

Valentino Carbone e Alessandro CatanzaroSotto, lo staff di U&D

Ancora più in basso, acconciature “natalizie”e la squadra a lavoro

All’estrema sinistra, il maestro all’operaAll’estrema destra, Bruno all’opera

Qui accanto, fratello d’arte...

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Vertigo arte, presente nel territorio calabrese da più didieci anni, si fa promotore, sotto le ricorrenze nata-lizie, di un’esposizione dal carattere identitario, ren-dendo omaggio all’etno-antropologia culturale del-la terra di Calabria. La rassegna “U panaru” vedràcoinvolti ventisette artisti di area nazionale legatialle attività di ricerca che Vertigo porta avanti nel-le sue annuali programmazioni. Ventisettenomi che produrranno ventisette inter-venti artistici su un oggetto (il “panaru”,appunto) legato alla civiltà contadinacalabrese.

Una rassegna curata dal critico d’ArteGhislain Mayaud, documentata da un ca-talogo, collocato nelle collane di pubbli-cazioni d’Arte dell’Istituto Vertigo, che rap-presentano una utile occasione di promozio-ne degli autentici contenuti storici ed antro-pologici, oggetto di approfonditi studi di ricer-ca di notevole qualità.

Gli artisti partecipanti sono:Salvatore Anelli, Caterina Arcuri, Angela Barbera,Renata Boero, Dario Carmentano, Lucilla Catania,Bruno Ceccobelli, Giulio De Mitri, Teo De Palma,M. Elena Diaco Mayer, Franco Flaccavento,Giovanni Leto, Oronzo Liuzzi, Ruggero Maggi,Alfredo Maiorino, Albano Morandi, Max Marra,Gianfranco Neri, Antonio Noia, Tarcisio Pingitore,Antonio Pujia Veneziano, Cloti Ricciardi, EmilianoSacco, Giuseppe Salvatori, Leonardo Santoli, GianfrancoSergio, Vincenzo Trapasso, Fiorenzo Zaffina.

Trasportata sotto il braccio del linguaggio, duramenteurtata dalle smisurate scosse nel viaggio, dalla cu-gina Francia la parola “panier” (dal latino panarium)ritorna nelle terre della Calabria come “panaru”.Micro spazio teatrale del dono, simbolo per eccel-lenza della pancia della madre (il primo cesto è sta-ta creato da una donna, ha modellato con cura unagrande pancia di fango con semplice dignità po-

sandola sulla superficie desolata del-l’eterno) e della salvezza di Mosè

dalle acque, “u panaru,” colmodi presenti aspetta la mezzanottesotto l’albero decorato. DaLamezia Terme a Cosenza sfio-rando la nevicata Sila Grande,dopo “Epifanico” (2007),“Lettera a Babbo Natale” (2009),

“Nevica nella Dimora” (2008) e“Stella Cometa” (2011), “U Panaru”

salda un fortunato ciclo natalizio.Come nelle “Scatole in valigia” di

Marcel Duchamp, le plein créatif col-ma l’impaziente visitatore. Le “Paniermystérieux” arriva nello studio dell’arti-sta già imbevuto di speranza. Segnato efarcito dal linguaggio, “u panaru” in vi-mini sarà esposto seguendo le precise in-dicazioni di istallazione dell’autore. Si trat-terà di “mettere in scena” nel consueto ri-gore espositivo i segnali mandati nel o dalcestino per ridonare un senso delle molte-plici e sincroniche esperienze dei 27 artistipresenti.

Ghislain Mayaudcatalogo in galleria

sabato7 dicembre 2013

XVI

Mostra a cura di Ghislain Mayaud che si terrà al centro Vertigo arte di Cosenza dal 7 al 20 dicembre

Etno-antropologia culturale

Omaggioalla CalabriaOmaggioalla Calabria

La rassegna“U panaru”vedràcoinvoltiventisetteartisti di areanazionalelegatialle attivitàdi ricercache Vertigoporta avantinelle sueannualiprogramma-zioniProdurrannoventisetteinterventiartisticisu un oggetto(il “panaru”,appunto)legatoalla civiltàcontadinacalabrese

Page 17: Voce ai giovani

Al Cineteatro comunale arriva, da sabato 7 dicembre, “La grandelirica in diretta via satellite sul grande schermo”, grazie a un’inizia-tiva dello stesso Cineteatro condivisa e supportata dall’assessoratoalla cultura guidato da Sinibaldo Esposito e dall’associazione cul-turale “Luci della città”, con la partecipazione di Adol (Associazioneamici musica lirica). Il programma dell’iniziativa è stato presenta-to al Caffè comunale.Così come ha spiegato il vicesindaco Esposito, quattro saranno leopere che sarà possibile apprezzare fino all’8 aprile 2014. Si partesabato 7 dicembre, alle ore 17.30, con La Traviata di Giuseppe Verdi,prima opera della stagione 2013/2014 del Teatro alla Scala di Milano,che arriva al Comunale in diretta via satellite e in alta definizione,grazie a Microcinema distribuzione in collaborazione con la Rai.

La Traviata è un’opera in tre atti ispirata alla celebre pièce diAlexandre Dumas figlio (La signora delle camelie). Bersaglio del-la censura, il melodramma debutta nel 1853 alla Fenice di Venezia,per consacrarsi poco dopo come uno dei capolavori verdiani. Amatadal pubblico di ogni epoca, La Traviata ha attraversato tutti i lin-guaggi artistici: dalla letteratura al cinema, dalla pittura alla tv. Alladirezione del maestro Daniele Gatti, si affianca la regia e la sceno-grafia di Dmitri Tcherniakov.

Il 4 febbraio 2014, alle ore 19,30 in diretta dal Teatro Regio di Torino,sarà la volta della più famosa “tragedia giapponese”: MadamaButterfly di Giacomo Puccini, che fu dedicata alla regina d’ItaliaElena di Montenegro. La direzione è di Pinchas Steinberg, la regiaaffidata a Damiano Michieletto, la scenografia firmata da PaoloFantin. Nel cast Amarilli Nizza, Massimiliano Pisapia, AlbertoMastromarino.Turandot di Giacomo Puccini è l’opera in tre atti diretta da Key LynnWilson, per la regia di Maurizio Scarparro, in programma, in diffe-rita, alle ore 19.30 di martedì 11 marzo.L’ultimo dei quattro appuntamenti è in programma per l’ 8 aprile,alle 19,30. Dal Metropolitan opera di New York, arriva al cinemaComunale La Bohéme di Giacomo Puccini con il grande ritorno diFranco Zeffirelli che firma regia e scenografia. La direzione è diStefano Ranzani, mentre nel cast vi sono: Anita Hartig, SusannaPhillips e Vittorio Grigolo.

«Abbiamo centrato l’obiettivo - ha detto Esposito - di mantenere nelcentro storico questa sala cinematografica, nonostante la crisi cheinveste tutto il Paese e che ogni giorno ci porta alla conoscenza del-la chiusura di varie sale anche in città come Bologna, Roma o Milano.La nostra mission è quella di vivacizzare il centro e la sala del ci-neteatro Comunale rappresenta per la città e per molti cittadini unpezzo di storia che non poteva non essere salvato dalla chiusura». «Con questa iniziativa la gente potrà assistere a veri e propri capo-lavori pagando un biglietto di soli 10 euro. Ringrazio intanto la fa-miglia Proto per il coraggio dimostrato nel tenere in vita il cinema,gli imprenditori che hanno dato il loro prezioso contributo, nellospecifico Guglielmo spa, Caruso Costruzioni, The Brainwork srl,Myricae srl».Ad affiancare l’assessore alla cultura, vi erano il sovrintendente delTeatro Politeama, Mario Foglietti, il presidente dell’associazione“Luci della città”, Nunzio Laquaniti e il proprietario della cinetea-tro Comunale, Franco Proto.

sabato7 dicembre 2013

XVII

Si partesabato 7dicembrealle ore 17.30con“La Traviata”di GiuseppeVerdi, primaoperadella stagionedel tempiodella musicamilaneseche arrivain direttavia satellitee in altadefinizione

Come essere alla Scala

La città di Pizzo si prepara al Natale e il centro storico si immer-ge nel clima della festa più attesa dell’anno. Fino a domenica 8dicembre, piazza della Repubblica ospiterà il mercatino natalizio,organizzato dalla Proloco, in collaborazione con Arcipesca, e pa-trocinato dall’Amministrazione comunale. Tra le bancarelle chesaranno allestite nel salotto della città sarà possibile fare shoppingnatalizio e degustare gratuitamente molte specialità gastronomi-che locali, tra cui i classici monacej, la tradizionale frittella condentro l’acciuga salata. Spazio anche a piatti tipicamente inver-nali, anche se meno ancorati alla tradizione calabrese, come la po-lenta e il vin brule’. Non resteranno delusi neppure i più golosi,che potranno apprezzare i dolci tipici accompagnati da cioccola-ta calda con panna. Tra una frittella e un dolce ci sarà il tempo perdedicarsi allo shopping, con la possibilità di acquistare addobbinatalizi, presepi, pastori e festoni. Occasione utile anche per com-prare in tutta calma qualche regalo da mettere sotto l’albero, sen-za ridursi all’ultimo momento come spesso accade.«Con l’edizione 2013 del mercatino di Natale - ha affermato l’as-sessore comunale al Turismo, Giacinto Maglia - la Proloco con-ferma la propria capacità di promuovere, in tutti i periodi del-l’anno, iniziative estremamente importanti che contribuiscono al-la promozione di Pizzo. Sono certo che anche questo evento ri-chiamerà molte persone da tutta la provincia vibonese, raffor-zando la capacità attrattiva della città e favorendo i giro d’affaridegli esercizi commerciali».

Stand di festaMercatino nel centro storico di Pizzo

Lirica a Catanzaro, concerti via satellite al Cineteatro comunale

Opereda grandeschermo

Opereda grandeschermo

Page 18: Voce ai giovani

«Posso non essere un credente? Si può essere come si vuole in que-sto mondo? Io non ci credo, lo dico, me ne faccio un vanto. Propriocosì» dice con convinzione e determinazione Severino, un maestrodi chitarra che impartisce lezioni a tanti ed ha fondato una scuola dimusica e canto dove sono due i maestri in voga: lui per la chitarrae la figlia Giovanna per il canto. Giovanna ha una voce squillante,meravigliosa. Basta che apra la bocca per sentire vibrare la sua vo-ce dentro di te. E non vorresti mai allontanarti. Non vorresti mai per-dere i motivi che produce; che fa entrare dentro la tua anima in de-cisa beatitudine e desiderosa sempre più di sentire. Severino è unmaestro soprattutto di chitarra. Uno di quelli che fa cantare tutti per-ché appena sente la loro voce intuisce la tonalità e fa partire una can-zone. Quella che il suo interlocutore accenna. Lui non ha difficoltàalcuna a trovare le posizioni. Le trova subito, quasi istintivamentee fa partire l’altro con la voce fino ad entrare subito in carburazio-ne e procedere fino a quanto si ricorda in mente.

Severino sa di sapere bene la chitarra. Conosce le posizioni ed è co-me se le tonalità ed i ritmi non fossero acquisiti ma fatti uscire daun suo mondo interiore, pronti a produrre motivi che sembra sianonati lì per lì. Ed anche quando svolgono musiche conosciute, Severinosembra li stia provocando dalla sua forza creativa. Li reinventa, lifa procedere in ritmi dove anche la chitarra si vede che è uno stru-mento fisico, fatto di cassa, manico e corde nel mentre quello chesi sente, usandola, è ciò che non nasce appunto dalla chitarra, ma èdentro il suo animo che si serve della chitarra per far sentire la can-zone e lo accompagnamento.

Lo stesso è il procedere della figlia Giovanna. Lei non ha la chitarra,non ha bisogno di strumenti musicali se non per essere accompa-gnata. Giovanna ha la voce, un profondo e pietrificato sentimento,un gusto inimitabile, una magica forma di espressione sonora chele fa produrre melodie e canti che nessun altro linguaggio avrebbepotuto produrre, in modo assai incantevole, e far pervenire alle orec-chie ed al cuore di chi ascolta. Sentendola capisci subito che la vo-ce è legata al sentimento e ad una motivazione e che quello che pro-duce è creazione, mai imitazione. Qualunque canzone lei canti, an-che se è una canzone che hai già sentito e più volte da più diversicantanti, noti che prima la sapevi come fosse canzone normale, macon lei senti che è un’altra cosa. La stessa canzone sentita da altri,assume diversità e intensità diverse nella espressione della sua esi-bizione.

Io con grande piacere frequento, quando posso, le stanze della scuo-la del maestro Severino. E quando non vado è perché il mio lavoromi tiene legato ad altre momentanee esperienze e ad altre motiva-zioni da non perdere. Penso che una scrittura, soprattutto di narra-tiva, richiede un ambientarsi sulla materia e sulle motivazioni chesi vogliono rappresentare. E non bisogna farsi distrarre. Da Severinodiventi tutto preso dalla musica e dal canto. Trovi spesso la presen-za di tante persone che lo frequentano per imparare uno strumentomusicale, per accordare la chitarra, produrre suoni e canti perchéognuno di noi potenzialmente è uno che sta, con la musica, comese stesse vicino a pane e acqua.

La musica è dentro di noi. Non lo sappiamo, forse, con coscienza pre-cisa, ma tutto è musicalità, motivo, suoni e parola, sogno esteticoche con lo strumento musicale diventa come la voce della natura;anzi, è voce di natura. È musica che trovi prodotta nelle acque, nelvento, sotto i ragi del sole, nelle tonalità di colori che la natura ti vavedere e sentire in ogni secondo di vita. I rumori della natura sonola musica della terra, dell’aria, della tua essenzialità di essere vi-vente. Non ci sono rumori a noi estranei. È il nostro sentire che de-ve rapportarsi con essi e capire, sviluppare una propria sensibilità,una sorta di confidenza con il rumore che provoca perfezione tota-le nella naturalezza della sua espressione.

«Dove nasce e perché la musica?» chiedo al maestro Severino. «Perchésiete sempre stato interessato alla chitarra ed avete, con essa, un rap-

porto che è sicuramente superiore o eguale a tanti altri rapporti dicui si ciba la vostra vita?». «È semplice capire» risponde. «Vedete?»dice «la musica non solo non è estranea a noi, ma è una qualche co-sa di grande nella nostra parte migliore della vita. Noi non possia-mo descriverla con le parole. La musica viene oltre le parole; nonsarebbe musica diversamente»; «Essa costituisce un linguaggio chesi caratterizza proprio perché non è uguale ad un altro. È musica eniente altro. Se si potesse descrivere con parole che non fossero mu-sica e canto, non sarebbe altro rispetto al linguaggio normale che,per comune conoscenza ed esperienza, è quanto esprime ognunodegli esseri umani. È un po’come la pittura. Un uomo parla, discu-te, si confronta. Poi dipinge e quello che dipinge è sicuramente undi più. È la sua vera lingua, quello che gli consente di essere se stes-so. È il momento più alto del suo linguaggio. È l’arte, la creazionedella sua sensibilità che attraverso i colori e la tavolozza prendonoquota e forma, sostanza definitiva» dice Giovanna intervenendo eaccostandosi a noi, attratta dal significato del nostro dire e volendodire la sua.

Parliamo, io canto, lui suona, sembriamo presi da una voglia inap-pagabile di continuare a parlarci, a sentirci, a colloquiare con Severino.Nel mentre Giovanna che pur deve badare ad una brava donna, lasignora Grio, moglie di un ottimo medico chirurgo in un ospedaledi città, che viene da lei per prendere lezioni di canto, avverte diri-gendo verso di noi le sue orecchie sensibili e cerca motivi di inter-venire perché trova importante l’argomento. Io dico: «lo Stato ci hainventato la scuola. Per l’educazione dei giovani, la loro prepara-zione professionale. Fornisce conoscenze di libri e di professori, manon fornisce quanto davvero serve per l’educazione che è compor-tamentale ma anche e soprattutto totale situazione emotiva e men-tale della persona umana che non è tale solo se parla, lavora, stira egioca, ma è tale se il suo modo di essere aumenta la tonalità dei suoimovimenti, se vuole sempre più sapere e dire, se migliorano le suecapacità di sentire, vedere, realizzare approcci sempre più consi-stenti con il mondo esterno».

Severino impartisce esperienze di canto a Francesca Angrisani. Poitelefona. Cerca di prendere appuntamento con un suo amico chi-

sabato7 dicembre 2013

XVIII

Il racconto

Note nelle cordeNote nelle cordeCon Severino, maestro di chitarra e compositore di musica folk

Giovannaha una vocesquillante,meravigliosaBasta cheapra la boccaper sentirlavibraredentro di te

di Giuseppe Aprile

Page 19: Voce ai giovani

tarrista perché devono andare a fare delle prove con un gruppo fol-cloristico e lui è senza macchina. Io capisco e gli faccio cenno chelo accompagno io con la mia auto che ho lasciato proprio lì fuori,accanto alla sua porta. Ci prepariamo, usciamo, ci licenziamo daGiovanna che resta a fare le sue lezioni di canto, nel mentre, nel-l’altra stanza l’aspetta un suo compagno; un uomo concui condivide, ora, tanto della loro vita e che noi sa-lutiamo con dovuto rispetto. Appena in macchina,Severino, non ha il tempo per accomodarsi al meglio,che fa «Ho capito, come al solito, che mi accompa-gnate perché mi stimate, vi piace conversare con me,avete capito che mia chitarra può accompagnarvi ol-tre, siete appassionato della chitarra e della musica tut-ta, amate conversare con il sottoscritto che vi ha an-che confidato che avete una interessante voce e che èstato un peccato, per voi, non dedicarvi al canto nellavostra giovinezza. Anche io vi stimo e ammiro la vo-stra passione per la musica».

Ci siamo messi in cammino sull’auto verso il luogo do-ve avrebbero fatto le prove con un gruppo Folck alleperiferia della città. «Non ho voluto credere in nientese non alla mia passione per la musica. Sin da quan-to avevo i pantaloncini corti, ho suonato e cantato. Lamia famiglia ha subito i miei insegnamenti. Ora hoDomenico, il mio figlio grande, che fa di professioneil musicista. Canta, si accompagna al piano, con la chi-tarra, con altri strumenti musicali. Vive di musica edè sempre in giro, per il mondo. Giovanna è una can-tante che ha una voce divina, immensa, raggiunge lenote più alte, usa come nulla fosse e senza sforzo al-cuno anche il famoso do di petto, non è seconda ad al-cuno. Io, alla mia venerabile età, continuo a fare del-la chitarra e dei miei amici in conseguenza, la mia vita, la mia pas-sione. Ed ho anche composto oltre cinquecento canzoni in linguadialettale. Nella lingua della mia terra reggina. Perché a me dell’i-taliano non importa molto. Io parlo la lingua di mia madre e di miopadre; quella della terra che mi ha fatto. Tanto, tra l’altro, avendo lachitarra mia che mi permette di comunicare, che volete che facciadelle parole e del vocabolario? Il mio vocabolario è fatto di note mu-sicali, di tonalità, di motivi, di voci, di musica e parole che tante vol-te io stesso compongo ma non per farmi una ricchezza o una ragio-ne, ma solo perché sento di doverlo fare come voi sentite tutto quel-lo che è la vostra vita e la vostra lingua» dice.

«A proposito, voglio una chiarificazione personale» dico. «Mi spie-gate perché con due figli, uno che suona tanti gli strumenti musica-li e fa una orchestra completa, l’altra cantante sicuramente non se-conda ad alcuno, non si è costituito un unico fatto musicale cheavrebbe sicuramente avuto più successo e più lunga notoria attività

in campo nazionale?». «Vi sbagliate», mi risponde. E continua: «Aparte che non mi impiccio del pensare degli altri, anche se sono imiei figli, nella musica conta la personalità di ognuno ed ognuno faquello che preferisce, che gli detta il cuore. Non sarebbe artista di-versamente. Loro vanno avanti secondo la propria vocazione. Ognuno

ha il suo stile, la sua tecnica, i suoi gusti, le suepredilezioni. Il fatto che sono fratello e sorella nonvuol dire niente. Anche io sono chitarrista e man-dolinista e compositore. Le nostre cose non si fan-no per mestiere. Sono vocazioni naturali ed ognu-no segue la sua vocazione e se la difende, la vive,la realizza. È questo un fatto di arte e non di me-stiere» mi dice convincendomi e zittendomi. Poitira fuori un’altra delle sue massime: «Vedete ilfatto che non sono un credente, -anche il grandePertini non era un credente- non vuol dire che nonabbia la mia religione. La mia religione è la mu-sica. Una mia creazione che nessuno mai potrà di-sconoscere sapendomi suo autore e creatore». Econclude, essendo giunti nella vicinanze del po-sto dove lo aspettavano gli amici del bel gruppofolk con cui avrebbero suonato per tutta la serata.«Vi divertirete a sentire. Capisco che siete inna-morato della musica tradizionale e che rappresentai sentimenti della nostra gente. Io vi capisco e co-me! A parte che ci conosciamo da una vita e sia-mo ottimi amici!».La serata è stata assai bella. Tra l’altro ho cono-sciuto i bravi dirigenti del gruppo, tradizional-mente, maturati nelle tradizioni musicali di MottaSan Giovanni, ricca di tradizioni di tal genere.Rovistando tra le loro carte, ho trovato una fotoche riproduceva l’antico “cavalluccio di canna”

che il fuochista ballava nella serata finale come chiusura delle festadel patrono, al suono di un tarantella prodotto dalla banda musica-le che aveva rallegrato la processione del santo, per le vie del pae-se. Non vedevo quel tipo di costruzione in canna, da oltre quarantaanni. Da sempre, oramai, lo fanno malamente di carta pesta. Nulladel vecchio “cavalluccio” di canna. Chiesi la foto, me l’hanno pro-messa. Mi hanno fatto felice. La serata non poteva essere migliore.Ottimi gli artisti che si sono esibiti. Cantanti, suonatori, ballerini.Tra il meglio delle nostre tradizioni folcloristiche.Tornando, Severino mi dice: «Vedete quanta brava gente c’è che sioccupa di Folk e musica etnica? Questi sono persone e giovani cheoperano per vocazione naturale. Fate bene a ricercare fino a defini-re il gruppo di vertice da aiutarli nelle loro affermazioni artistiche,Fate bene a cercare il meglio, da aggiungere ai vostri già decisiMarinella Rodà, Adele e Pina Lafece, Francesca Angrisani,. Ce nesono altre ed altri. Vi aiuterò a farvi conoscere e decidere per il me-glio. Loro hanno bisogno della vostra attività giornalistica!».

sabato7 dicembre 2013

XIX

Il racconto

Non vorrestimai perderei motiviche produce;che fa entraredentrola tua animain decisabeatitudine

Antonio Severinocol suo strumentoe, qui sopra, con Francesca Angrisani

Marinella Rodà

Page 20: Voce ai giovani

sabato7 dicembre 2013

XX

Il Natale al tempo della crisi

Scontrini “corti”sui prodotti tipici

Codacons, prezzi fermi o in lieve aumento

Più lavoro e meno tasse. Questo è il regalo più ambito che gli ita-liani vorrebbero dal Governo per Natale. Secondo il sondaggioConfesercenti-Swg, 26,9 milioni, ovvero il 56% degli italiani, in-dicano come priorità per il Paese la creazione di occupazione,mentre ci sono 12,9 milioni, il 27% del campione, che vorrebbe-ro una riduzione del fisco per poter utilizzare al meglio le proprierisorse. Ed a reclamare in particolare la detassazione delle tredi-cesime sono gli ultrasessantenni, i pensionati. Il 34% (16,3 milioni) vorrebbe vedere diminuire l’imposizionesui redditi (Irpef), mentre il 19% vorrebbe vedere detassate le tre-dicesime. Quota identica a chi invece vorrebbe che fosse più leg-gera la prossima tassa su servizi e rifiuti, mentre il 14% e il 12%auspicano, rispettivamente, che l’Iva torni al 20% e che si fermi-no gli incrementi delle accise (problema che secondo il sondag-gio sta a cuore soprattutto ai giovani, con evidente riferimento so-prattutto ai carburanti). Secondo i dati del sondaggio, infatti, que-st’anno solo il 54% degli italiani (26 milioni) se-gnala di riuscire a far fronte senza problemialle spese di famiglia fino alla fine del mese.Una percentuale in calo del 5% rispetto al2012 e del 18% sul 2010 (agli inizi dell’a-cuirsi della crisi economica italiana), quan-do ce la faceva il 72%. S’infoltisce il grup-po di coloro che arrivano a fatica fino al-la terza settimana (il 32%, in salitadel 4% sullo scorso anno) ma ci so-no anche 6,7 milioni che confessa-no di farcela solo fino alla seconda(il 14%, +1% rispetto al 2012).

Regalo preferito?Più lavoro e meno tasse

Caro Babbo Natale...

Nel mese decisivo per lo shopping di Natale dagli scaffali spari-sce per furti merce per un valore che supera abbondantemente i600 milioni di euro, che è ben più del doppio di quanto viene ru-bato in media durante l’anno. In Italia i fenomeni di taccheggio,frodi da parte di dipendenti o fornitori, attività della criminalitàorganizzata nel retail ed errori amministrativi, rappresentano l’1,3%delle vendite al dettaglio, per un valore stimabile sui 3 miliardi. I furti nei negozi toccano però il massimo nel mese dello shop-ping natalizio a causa - sottolinea Coldiretti - dell’affollamentoche rende più facile sfuggire ai controlli. Se il black friday dedi-cato agli acquisti negli Usa ha costretto la polizia ad intervenireper sedare risse e incidenti, in Italia è già scattato l’allarme per iltaccheggio. Nella lista dei prodotti che scompaiono più facilmentedagli scaffali ci sono le referenze più facili da nascondere, ma chepossono anche essere indossate sperando di farla franca. Tra lecategorie di prodotti più a rischio ci sono alcolici e alimentari, ab-bigliamento femminile e accessori moda, giocattoli, profumi econfezioni regalo di prodotti di salute e bellezza, dispositivi elet-tronici come smartphone e tablet, prodotti da bagno per uomo,confezioni regalo di dvd e consolle, articoli elettrici e articoli perferramenta/fai-da-te, orologi, gioielli, cioccolate e dolciumi. Tra i prodotti alimentari svettano - precisa Coldiretti - i vini pre-giati, gli spumanti e gli altri alcolici, ma anche formaggi come ilparmigiano reggiano e il grana padano, i salumi, i diversi tipi dipatè confezionati e le specialità regionali più tipiche. Non sem-pre - osserva la Coldiretti - si tratta di furti dettati dal bisogno co-me dimostra l’attenzione ai vestiti di marca o agli accessori di mo-da. Il 16% degli italiani conosce personalmente - continua Coldiretti- qualcuno che per indigenza è stato costretto a rubare nel 2013 etra questi ben due su tre hanno sottratto prodotti alimentari e il22% oggetti per i propri figli, secondo una analisi Coldiretti-Ixè.In realtà ad essere responsabili dei furti - sottolinea la Coldiretti -sono per il 42% i clienti, ma per il 30% i dipendenti, per il 21%errori amministrativi e l’8% i fornitori. Se da un lato si tratta del-la conferma del fatto che non si vuole rinunciare ai simboli delNatale anche nei momenti di difficoltà economica, dall’altro sitratta di una situazione particolarmente pesante per le imprese chehanno già problemi a chiudere i bilanci per effetto della crisi cheha contratto i consumi. Ad aumentare in Italia sono anche i furtidi prodotti agricoli nelle campagne, dalle insalate alla frutta maanche animali dalle pecore alle galline ma anche piante tipichedelle feste in vista del Natale. La Coldiretti chiede un rafforza-mento dell’attività di controllo delle forze dell’ordine sul territo-rio.

Shopping con furtoSuona l’allarme

Coldiretti, soffiati 600 milioni...

Pessimistiche le previsioni delle piccole e microimprese del com-mercio sull'andamento delle vendite durante le prossime festivitànatalizie. Lo afferma uno studio dell'associazione Comitas, cheha sondato le prospettive degli operatori sul giro d'affari legato alNatale 2013. In particolare, le microimprese prevedono che il gi-ro d'affari subirà una flessione di ben 600 milioni di euro rispet-to al 2012. I settori che risentiranno in modo particolare del tagliodegli acquisti, secondo le previsioni delle piccole attività, saran-no l'abbigliamento, le calzature, e il comparto viaggi. Maggioreottimismo è manifestato dalle imprese operanti nel comparto ca-sa, alimentare, elettronica e cultura. «Allo stato attuale, spiega Comitas, le previsioni di chi opera nelsettore del commercio al dettaglio sono negative. Tutti gli indi-catori economici ufficiali disegnano un quadro deprimente, conil potere d'acquisto delle famiglie calato del 6,4% tra il 2012 e iprimi sei mesi del 2013 e la pressione fiscale in costante crescita.Numeri che hanno ripercussioni dirette sulle spese dei cittadini e,quindi, sul comparto del commercio, che sotto le feste risentiràdelle minori possibilità di acquisto da parte degli italiani».

Le aziende piccolela vedono nera

...giusto quelli che non entrano in cassa

Anche i listini al dettaglio sembrano risentire della crisi econo-mica. I prezzi dei prodotti tipici delle festività natalizie, tranne al-cune eccezioni, appaiono quest'anno stabili o in debole crescitarispetto al 2012. Lo afferma il Codacons, che rende noti i prezzimedi di alcuni beni classici delle feste di Natale rilevati sul terri-torio nazionale. Per quanto riguarda il settore alimentare, i listinidi pandori e panettoni, re indiscussi delle tavole italiane durantele feste, risultano stabili o in calo per i principali marchi, e in lie-ve salita quelli non di marca. Costerà invece l'1,8% in più brin-dare al cenone e al pranzo di Natale. L'albero di Natale vero perde ter-reno rispetto a quello sintetico,con effetti diretti sui prezzi: seil classico abete non subiscerincari rispetto al 2012,quello sintetico, grazie an-che ai modelli sempre piùall'avanguardia presenti sulmercato, fa segnare un costomediamente più alto del6,15%. Costerà un po' di più(+2,3%) addobbare l'albero con lepalline ma, in compenso, la classica stel-la di Natale , immancabile nelle case degli ita-liani, mantiene listini in linea con quello dello scorsoanno. "Con il crollo dei consumi registrato nel corso del 2013, sa-rebbe stato impensabile per i commercianti aumentare i prezzi deiprodotti tipici delle feste - spiega il presidente del Codacons CarloRienzi - tuttavia, per il settore alimentare, occorre considerare co-me i listini siano estremamente variabili, e i prezzi del compartosubiscano generalmente forti variazioni a ridosso delle feste".

Page 21: Voce ai giovani

Inizia il conto alla rovescia per l’inaugurazione ufficiale del nuovogrande presepe di Tortora. Per il terzo anno consecutivo, la Pro lo-co di Tortora ha realizzato un presepe da record, lungo 21 metri, sulcorso principale del paese. Quest’anno la Pro loco ha deciso di raffigurare il borgo del centrostorico, ricostruendolo nel dettaglio.I pezzi, realizzati in separata sede, saranno assembrati su corso AldoMoro in occasione dell’inaugurazione, che si terrà domenica 8 di-cembre alle ore 17,30. La manifestazione “Tortora città del presepe”, vedrà il corso prin-cipale protagonista di un grande evento, a cui prenderanno parte at-tività commerciali e associazioni.La via principale diventerà, per una sera, area pedonale e sarà ani-mata da musica, balli, stand e molto altro ancora.Protagonista indiscusso della serata, il presepe realizzato dalla Proloco. «Ogni pezzo - ha spiegato Angelo Montesano, presidente Pro locoTortora - è stato costruito artigianalmente, ricreando con dovizia diparticolari il centro storico del paese. Il nostro intento è quello di va-lorizzare i luoghi e la storia del nostro territorio e incuriosire i visi-tatori ad andare a visitarli personalmente».

sabato7 dicembre 2013

XXI

Inaugurazione del presepe artigianale lungo 21 metri raffigurante il centro storico del paese

Serata magica

Salutiamo la riapertura dell’Archivio storico comunale di Catanzarocon l’entusiasmo che meritano le buone notizie e, questa che ci vie-ne comunicata dall’assessore alla Cultura Sinibaldo Esposito, rap-presenta senz’altro un ottimo annuncio che aspettavamo da tempoe che più volte abbiamo sollecitato con ripetuti nostri interventi,anche sui mezzi di informazione.

Dopo due anni di chiusura, da quel lontano novembre 2011, final-mente l’importante ed insostituibile istituzione archivistica riaprei propri battenti per offrire nuovamente agli studiosi e cultori di sto-ria locale, agli studenti, ai ricercatori ed a tutti gli appassionati, ilprezioso materiale storico-documentale che rappresenta una fonteimprescindibile per qualsiasi approfondimento sulle vicende, suipersonaggi e sulle istituzioni della nostra città.

La riapertura dell’Archivio storico comunale rischiara sensibil-mente il panorama culturale della nostra città che, speriamo, pos-sa ben presto definitivamente illuminarsi con l’avvio, da parte delMinistero dei Beni e delle Attività Culturali, dei lavori di adegua-mento strutturale e funzionale dei locali che dovranno essere de-stinati ad accogliere la nuova sede dell’Archivio di Stato, con an-nesso laboratorio di restauro del libro.

Cultura ritrovataRiapre l’Archivio storico comunale di Catanzaro

Aldo VentriciOsservatorio per il decoro urbano di Catanzaro

Tortoracittà del presepeTortoracittà del presepe

I pezzirealizzati inseparata sedesarannoassemblatiin occasionedell’inaugu-razione chesi terràdomenica 8dicembrealle ore 17,30

Page 22: Voce ai giovani

Il libro, Suor Elena Aiello l’umile serva della tenerezza di Dio disuor Giovanna Toteda, è più che un semplice libro di memoria, cheripercorre la storia della “monaca Santa” com’era conosciuta la bea-ta Elena Aiello dalla città di Cosenza e non solo, la sua fama era ar-rivata fino in America erano tanti coloro, che arrivavano per laSettimana santa e assistevano al miracolo delle stimmate della BeataElena, resa tale nel settembre del 2011, primo evento assoluto di ta-le portata per la Calabria, con la postulazione di don Enzo Gabrieli,direttore dell’ufficio delle comunicazioni sociali della diocesi co-

sentina e del settimanale diocesano Parola di Vitache ha curato la presentazione del testo che è sta-to, invece, editato da Editoriale Progetto 2000 enella doppia presentazione da DemetrioGuzzardi, direttore responsabile.Presentato per la prima volta nella sala conve-gni della chiesa di Loreto in centro città Bruzia,il testo inizia con un accenno della vita non pro-prio felice della nostra Teresa, così era chiama-ta da madre Elena, suor Giovanna che raccontain prima persona nel testo le vicende che l’han-no portata a conoscere la madre e la sua fede-lissima compagna suor Gigia, che qualche tem-po più tardi fu anche sua madrina di Cresima (di-ce nel testo suor Giovanna «tutte noi ragazzeavevamo una predilezione per suor Gigia, checi aiutava nei lavori femminili e pregava con noiquando la madre non poteva per le afflizioni, chepativa durante la passione della Croce»).Il testo inizia solo con un accenno alla vita durache patì la piccola Giovanna prima di arrivare,accompagnata dall’ospedale, alla casa delleMinime, nel centro storico cosentino a un pas-so dal monumento ai Fratelli Bandiera.Perché era finita in ospedale e tutto ciò che hapreceduto la vita di Giovanna è una confidenzache ha fatto al suo editore e che parte dal suo ab-bandono della madre, che in un piccolissimo mo-

mento della sua vita di ragazza ebbe voglia di cercare, ma subito la-sciato come pensiero, poiché Elena divenne la sua vera madre ac-cordandole il permesso di chiamarla tale. Finita in ospedale per mal-trattamenti da parte di una famiglia che l’aveva accolta come figlia,ma tutti sappiamo che più che figlie vere e proprie le bambine di-ventano assistenti familiari dedite ai lavori domestici come i maschia quelli dei campi, malconcia e fragile arriva nella Santa casa aiCasali Cosentini, come dalla gente del luogo, ancora oggi, è cono-sciuto il rione della parte antica e povera del centro storico.Qui, inizia la vita di serenità di Giovanna, con quel piatto di pasta efagioli offertole al suo arrivo. Un pasto vero non come quello chela gente del tempo, nella miseria dei centri più emarginati della città

erano costretti a mangiare: sangue di maiale bollito e senza altrocondimento.

Il ricordo più acceso nel testo per Giovanna è quello della sofferen-za della madre, irrorata nel volto di sangue, lo stesso che sgorgavada quello di Cristo impresso sulla parete della sua stanza. Una stan-za che a volte era, invece, luogo di accoglienza, luogo di consola-zione come per la donna affetta da un male incurabile al viso e cheper ciò aveva avuto dal medico del suo paese il divieto di girare eche la Madre aiutava comperando a prezzo intero le uova, che ellavendeva per nutrire i suoi figli. Non rimandava indietro nessuno labeata Elena, tutti trovavano un rifugio, un luogo in cui avere dignitàper il lavoro, forse per riscattare il torto che a lei fu fatto, quando en-trando in convento e trovata svenuta dalla superiora, dello stesso, fumandata via come non adatta alla vita conventuale. In realtà Elenasoffriva per una ferita che portava sulla spalla destra, una malattiache solo un miracolo la rese ancora alla vita e che il venerdì diven-tava il peso della Croce di Gesù, che alleviava con il poggiarsi suicuscini e ponendo petali di rosa sulla ferita che gli si era aperta sulcuore nel suo amore sconfinato per Cristo.

Nel testo sono riportati alcuni disegni che la stessa suor Giovannaha eseguito e che abbelliscono il libretto, come la venuta di Mariache pone tra le braccia della Beata il Bambinello, oppure uno stra-no sogno, che fece Giovanna, con i colori mariani nelle vesti di unaprocessione di suore, tra mandorlo e pesco con le pietre preziosedella cintura di Elena, simboli con profondo significato biblico espirituale.

Lei pregava come i profeti, si dice nel testo, ma anche come SanFrancesco d’Assisi, i salmi e i Cantici erano il segno di quella spi-ritualità poetica del Silenzio e della contemplazione, carisma car-melitano, che vive nei Santi Teresa di Gesù, Teresa del Volto santoe San Giovanni della Croce. Non mancano nel testo riferimenti so-cio-politici al periodo di fondazione della Casa di accoglienza deifanciulli emarginati, l’ostacolo dell’allora vescovo della città a chel’opera di Elena si compisse pienamente.Tuttavia, è risaputo che tutta la storia della Chiesa è colma di que-sti momenti d’incomprensione tra i religiosi e i diocesani, che peròsempre con l’obbedienza (altro importante elemento per la vita del-le Minime di Elena, ancora oggi e importante per la Monaca Santa)e la fedeltà, al Colonnato su cui Cristo dona il mandato a Pietro, su-pera ogni possibile torre di Babele.Il testo termina con l’omelia della Messa di beatificazione di madreElena del cardinale Angelo Amato.Riportiamo un breve cenno della presentazione dell’editore al testoe che personalmente conobbe fin da ragazzo l’opera della beata e lascuola primaria per l’infanzia ancora oggi una tra le migliori dellacittà, di cui suor Giovanna da tantissimi anni ne è la direttrice, e di-ce: «La piccola Teresa, sperimentò da subito che quella sarebbe sta-ta la sua vera casa e suor Elena la sua vera madre (in) un rapportofiliale che in questa testimonianza traspare da ogni parola».

asabato7 dicembre 2013

XXII

Pillole di fede

di Lucia De Cicco Il testoinizia con

un accennodella vita nonproprio felice

della nostraTeresa, così

era chiamatada madre

Elena, suorGiovanna

che raccontain primapersona

le vicendeche l’hanno

portataa conoscere

la beata«Sarò io la

tua mamma»le dice

L’umile servadella tenerezza di DioL’umile servadella tenerezza di Dio

La copertina del libroSopra, da destra

don Michele Fortino,Demetrio Guzzardi,

madre Eugenia Amodioe Lavinia TrucinoIn piedi, l’autrice

suor Giovanna Toteda

Presentato il libro dedicato alla beata Elena Aiello di suor Giovanna Toteda

Page 23: Voce ai giovani

Con la presentazione del volume Scritti in memoria di AlbinoSaccomanno, tenutasi nella sala dello University Club, sono stati ri-cordati la figura e l’impegno accademico di un apprezzato docentedell’Università della Calabria, titolare della cattedra di istituzioni didiritto pubblico della facoltà di Economia, scomparso prematura-mente il 16 novembre 2005 all’età di 52 anni.All’incontro, dopo i saluti del direttore del dipartimento di scienzeaziendali e giuridiche, Franco Rubino, hanno partecipato i curatoridell’opera: i professori Luca Albino, Carlo Amirante, Enrico Caterini,Augusto Cerri, Silvio Gambino, Renato Rolli, Massimo Siclari ePaolo Stancati.L’iniziativa, curata dal dipartimento di Scienze giuridiche - sezioneGiuridica “C. Mortati” dell’Unical, ha inteso evidenziare, attraver-so la testimonianza diretta di colleghi ed amici del giurista scom-parso, la grande passione del professor Saccomanno per la ricerca,il rigore scientifico con cui ha caratterizzato sua attività e le non co-muni doti di disponibilità e immediatezza sempre dimostrati in ognirapporto. È stata una presentazione a tratti toccante, arricchita da numerosianeddoti che hanno contribuito a delineare con maggiore chiarez-za, anche a chi non ha conosciuto il professor Saccomanno, i trattidistintivi di una personalità intellettualmente molto vivace che ave-va fatto dell’insegnamento all’Unical una vera missione di vita. Il dibattito, naturalmente, non ha mancato di sottolineare i temi piùimportanti della ricerca di Saccomanno, argomenti ben rappresen-tati dagli scritti contenuti nel volume edito da Aracne: la giustiziacostituzionale, l’ autonomia universitaria, l’ordinamento europeo,le costituzioni provvisorie, l’organizzazione parlamentare e lo stu-dio dei sistemi elettorali.

sabato7 dicembre 2013

XXIII

Cattedreche lasciano il segnoCattedreche lasciano il segno

Volume di scritti in memoria del professor Albino Saccomanno

Insegnamento come missione di vita

Presso l’Accademia nazionale dei Lincei a Roma, alla dottores-sa Paola Tucci, ricercatrice di Biochimica presso il dipartimentodi Farmacia e Scienze della Salute e della nutrizione, è stato con-ferito il prestigioso premio “Bioeconomy Rome 2013”. La Tucci è stata insignita del prestigioso premio insieme ad altri5 giovani ricercatori per le sue ricerche innovative nell’ambito deinuovi approcci di medicina traslazionale applicati alle malattieneurodegenerative. I vincitori sono stati selezionati da una giuriainternazionale composta da illustri scienziati provenienti dall’ac-cademia e dall’industria e presieduta dal Premio Nobel per laMedicina Tim Hunt.La cerimonia di premiazione si è svolta a conclusione della terzaedizione del convegno internazionale Bioeconomy, organizzatodal consorzio Cnccs, costituito dal Consiglio nazionale delleRicerche (Cnr), dall’Istituto superiore di sanità (Iss) e da IrbmScience park. L’evento si è svolto in due giornate e ha riunito alcuni tra i mi-gliori scienziati al mondo del settore, i rappresentanti più autore-voli delle Istituzioni pubbliche nazionali ed internazionali, ed im-prenditori di rilievo del campo farmaceutico, per favorire una di-scussione sulla medicina traslazionale e sul rapporto tra econo-mia, politica e ricerca.

“Bioeconomy”, se laMedicina è traslazionale

Premio alla ricercatrice Unical Paola TucciTesto

presentatonella sala

delloUniversity

clubper ricordare

l’impegnodi un

apprezzatodocente

Unicaltitolare

della Cattedradi Istituzioni

di Dirittopubblico

della facoltàdi Economia

scomparsonel 2005

all’etàdi 52 anni

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