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Stefano Tanzillo, giovane tenore cosentino da poco membro della Fondazione “Luciano Pavarotti”. Voce da non perdere Settimanale indipendente di informazione Anno 37 - 13 Luglio 2013 - Numero 28 euro 0,50 di Francesco Fotia CORTI DALLE LUNGHE EMOZIONI L’Attesa è finita per l’ultima produzione di Barbieri Garibaldi: ieri speranza oggi necessità Scritto e diretto da una coppia completamente made in Calabria LUOGHI E PERSONAGGI di Pileria Pellegrino di Pierfrancesco Greco La fiducia di un popolo infranta dopo la Spediazione dei Mille

Voce ai giovani

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Sabato 13 luglio 2013

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Page 1: Voce ai giovani

Stefano Tanzillo, giovane tenore cosentino da poco membrodella Fondazione “Luciano Pavarotti”. Voce da non perdere

Settimanale indipendente di informazioneAnno 37 - 13 Luglio 2013 - Numero 28 euro 0,50

di Francesco Fotia

CORTI DALLE LUNGHE EMOZIONI

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Scritto e diretto da una coppiacompletamente made in Calabria

LUOGHI E PERSONAGGI

di Pileria Pellegrino di Pierfrancesco Greco

La fiducia di un popolo infrantadopo la Spediazione dei Mille

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Si è concluso con buoni risultati il Workshop “Giovani leader... Oggi!Il presente prima ancora che il futuro”, organizzato dalla DelegazioneArea V (Gioventù) del Comitato provinciale di Catanzaro della Crocerossa. Un percorso formativo/informativo che ha visto la parteci-pazione di diversi gruppi di giovani della provincia catanzarese, daLamezia a Botricello, passando per Badolato, Catanzaro, Zagarisee San Pietro Apostolo. Attraverso i gruppi di lavoro, l’analisi di ca-si concreti e una serie di attività ludico-pratiche, l’attenzione è sta-ta posta sul ruolo che ciascun giovane puòricoprire all’interno di un Comitato diCroce rossa, tenendo sempre ben presen-te il riferimento normativo dato dal

Regolamento dei volontaridella Croce rossa italiana; ilWorkshop ha, inoltre, offer-to la possibilità di compren-dere come la pianificazionee la progettazione possanomigliorare qualitativamentele azioni su base territoriale.I giovani leader di Croce ros-sa si sono soffermati, altresì,sull’analisi del Progetto as-sociativo dei giovani e sullapresentazione del nuovoStatuto, con riferimento alleinnovazioni che si stannocompiendo in ambito asso-ciativo.La formazione dei giovanipartecipanti è stata curata daiformatori Emiliano Gatto,Alessandro Trovato eManuel Ciambrone, quest’ultimo delegato provincialeArea V del Comitato provinciale di Catanzaro, nonchéideatore ed organizzatore dell’evento. Lo stessoCiambrone si è detto soddisfatto per l’ottima riuscitadel workshop e il raggiungimento degli obiettivi pre-fissati. «Mi auguro - ha aggiunto il giovane delegato -che i volontari che hanno preso parte all’iniziativa pos-sa aver fatto propria la consapevolezza di quanto siaimportante e determinante il loro apporto per la vita deisingoli comitati, diffondendo l’importanza di tali valo-ri anche a tutti coloro che quotidianamente animano leattività di Croce rossa».

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II

Giovani leader, mettiamociuna Croce rossaGiovani leader, mettiamociuna Croce rossa

Workshop organizzato dalla Delegazione Area V (Gioventù) del Comitato provinciale di Catanzaro

Grandi risultati

Una pedana per accedere alla spiaggia ed altri servizi come unacabina-spogliatoio, un gazebo e docce, saranno realizzati dalComune sull’arenile di viale Gramsci a Crotone per cittadini di-versamente abili. Lo ha deliberato la giunta comunale, impegnandoproprie risorse, «per fornire - è scritto in una nota - un servizioutile a cittadini che hanno diritto di poter avere una estate alla pa-ri dei normodotati. Il nuovo impianto va a sostituire la vecchiastruttura ritenuta non idonea a garantire l’accesso al mare in si-curezza da parte di soggetti diversamente abili».«Si tratta di un intervento importante che abbiamo voluto realiz-zare nonostante contingenze economiche certamente non favo-revoli - dichiara l’assessore alle Politiche sociali Filippo Esposito- proprio perché convinti che una istituzione debba contribuire almiglioramento delle condizioni di chi è meno fortunato».Nel progetto sono previsti la realizzazione di una pedana in pvccon profili in acciaio, un gazebo in acciaio con copertura con fun-zioni di protezione diurna, una cabina spogliatoio in pvc e im-pianto doccia. La struttura sarà affidata in gestione alla coopera-tiva sociale Shalom proprio per garantirne la massima fruizioneda parte di soggetti diversamente abili.

Spiagge alla pariPedane per disabili a Crotone

Manuel Ciambronedelegato provinciale

Area VSopra, Giovani volontari

al workshop

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Una speranza di libertà, un’aspirazione verso un mondo migliore,una vocazione al perseguimento dei valori sui quali trovano fonda-mento le società eguali, giuste, prospere; sentimenti, questi, nobili,da sempre alberganti nell’animo profondo di una terra, quella cala-bra, trovatasi, sovente, a fare da proscenio alla Storia con la “S”maiuscola, quella Storia che cambia le vite e le prospettive dei Popoli,delle Nazioni, dei Continenti. Così fu nel 1860, quando le nostrevallate, carezzate dal sole e baciate dal mare, costituirono idealmentee, soprattutto, fattualmente un fondamentale segmento di quel per-corso che da Marsala condusse Garibaldi sul Volturno, verso la li-berazione di una terra e di un popolo che tanta fiducia aveva ripo-sto nel cambiamento; una terra ed un popolo che, dopo essere statiliberati dalle Camicie rosse, videro crollare le loro speranze con l’ar-rivo dei soldati regolari di un esercito proveniente dal Piemonte, daun Regno allora piccolo e nemmeno troppo progredito i cui verticipolitici e militari, al contrario del valorialmente, umanamente e mi-litarmente eccelso (ma politicamente ingenuo) Garibaldi, videro su-bito nel sud un territorio di conquista, da colonizzare, tradendo gliideali che avevano portato l’armata garibaldina verso Napoli; un tra-dimento, che si sarebbe palesato, in tutta la sua ignominia, agli oc-chi dell’opinione pubblica italiana ed internazionale, due anni do-po la Spedizione dei Mille, sull’Aspromonte. Un tradimento cheavrebbe lasciato ferite profonde, non solo nelle gambe del Generale,ma nel tessuto connettivo sociale, culturale, economico delMezzogiorno e della nostra Nazione. Nel suo complesso.In ogni caso, come appena evidenziato, questo sarebbe avvenutopiù tardi; nel 1860, invece, le speranze di quanti anelavano ad uncambiamento radicale rispetto alla grigia realtà del Regno delle dueSicilie splendevano nell’orizzonte delle personalità più progreditee delle classi popolari merdionali.

Una speranza albeggiante anche in Calabria, ove i summenzionatisentimenti libertari, anni prima inondati dal sangue dei Bandiera edi Pisacane, trassero nuova linfa dalle notizie dell’avvenuto sbarcogaribaldino sui lidi siculi; una speranza che in quel periodo appari-va una luce nel buoi. In effetti, in quel 1860, «la Calabria - ha evi-denziato Francesca Canino in un suo scritto - mostrava ancora le fe-rite lasciate dalle Idi di marzo di Cosenza del 1844 e dai fratelliBandiera, così come era ancora vivo il ricordo della spedizione del1857 capeggiata da Carlo Pisacane e dal calabrese Giovanni Nicotera.Presentava soprattutto una grave arretratezza».Una situazione socio-economica infima, che aveva favorito la dif-fusione, in seno a vasti settori della società calabrese, delle idee dilibertà e cambiamento proprie dell’universo massonico, da semprepresente nel nostro ambito regionale, e in quel momento incarnatedal Generale Garibaldi e dalla sua determinazione ad addivenire ilprima possibile all’Unità nazionale, anche a costo di “allearsi” conla monarchia sabauda, che non aveva certo fama di lungimiranza eapertura culturale. Non è un caso, dunque, se nell’iconografia ri-sorgimentale, oggi, spiccano a grandi lettere molti calabresi del li-bero pensiero (ideatori dell’insurrezione antiborbonica) che segui-rono Garibaldi nella marcia vittoriosa per la liberazione del Regnodelle due Sicilie: tra i più importanti protagonisti delle gesta gari-baldine troviamo, tra gli altri, Benedetto Musolino, di Pizzo, pa-triota, politico e massone, che Garibaldi arruolò col grado di colon-nello; Francesco Sprovieri, di Acri, giurista e politico, che fu al co-mando della terza Compagnia delle giubbe garibaldine; GiovanniNicotera, di Sambiase, che già faceva parte della “Giovine Italia”di Mazzini; Francesco Stocco, di Decollatura - anche lui molto vi-cino agli ambienti mazziniani - che organizzò il Corpo volontariodei Cacciatori della Sila, raggiungendo il grado di maggior genera-le; nonché tanti altri patrioti, come Raffaele Mauro, di San DemetrioCorone, Luigi Minnicelli, di Rossano, Stanislao Lamenza, diSaracena, che non sono mai assurti, purtroppo, all’attenzione deglistorici. In effetti, non da tutti è menzionata la partecipazione di ca-

labresi alla spedizione dei Mille di Garibaldi, annoverabile dician-nove nostri corregionali, provenienti dalle varie province. Seguitida tutti questi grandi uomini e da tantissimi altri volontari in cami-cia rossa, i “Mille” di Garibaldi quindi risalirono a tappe il territo-rio calabrese, superando ogni ostacolo, nella marcia verso Napoliper incontrare il re Vittorio Emanuele II.

Prima di toccare il suolo della nostra regione, il Generale, come ov-vio, dovette superare numerose difficoltà, di natura militare e poli-tica sul suolo siciliano. Il 20 luglio 1860 le truppe borboniche ven-nero sconfitte nella battaglia di Milazzo, a cui partecipò lo stessoGaribaldi, giunto da Palermo. I garibaldini guidati da Medici giun-sero a Messina il 27 luglio, quando già una parte delle truppe bor-boniche aveva lasciato la città. Il giorno seguente, giunse Garibaldi.Con la città in mano ai Mille, il generale Tommaso Clary, coman-dante dei borbonici, e Medici sottoscrissero una convenzione, cheprevedeva l’abbandono di Messina da parte delle milizie borboni-che, a patto che non venisse arrecato alcun danno alla città e che illoro imbarco verso Napoli non fosse molestato. Garibaldi aveva ot-tenuto così campo libero, e i soldati borbonici si reimbarcarono ver-so il continente. A presidiare la Real Cittadella, affacciata sul porto,rimase solo una piccola guarnigione che non tenterà alcun’azionebellica, ma che si arrenderà solo mesi più tardi. Il 28 luglio capito-larono anche le fortezze di Siracusa e Augusta. Così veniva com-pletata la conquista dell’isola, che diveniva avamposto della rivo-luzione, di quel sentimento riassunto da Mario Rapisardi sul mo-numento dei Mille a Palermo: «Splenda nella memoria dei secoli -l’epopea del 27 maggio 1860 - preparata da cuori siciliani - scrittacol miglior sangue d’Italia - dalla spada prodigiosa - di Garibaldi. -Riecheggi nella coscienza dei popoli - il tuo ruggito, o Palermo -sfida magnanima - a tutte le perfide signorie -auspicio di liberazione a tutti gli oppressi delmondo».

Con la neutralizzazione di Messina, Garibaldi iniziò i preparativi perIl passo successivo: portare la fiamma della rivoluzione i Calabria,ovvero sul continente. Operazione tutt’altro che facile per Garibaldi,

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III

Luoghi e personaggi

Quellache cambiavite eprospettivedei Popoli,delle Nazioni,deiContinentiCosì funel 1860quando lenostre vallatecarezzatedal solee baciatedal mare,costituironoidealmente e,soprattutto,fattualmenteunfondamentalesegmentodi quelpercorso cheda MarsalacondusseGaribaldisul Volturno

di Pierfrancesco Greco

La Calabria di Garibaldi:speranza di ieri, necessità di oggiLa Calabria di Garibaldi:speranza di ieri, necessità di oggi

La regione si è trovata, sovente, a fare da proscenio alla Storia con la "S" maiuscola

GiuseppeGaribaldi

continua alla pagina seguente

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il quale, oltre a fronteggiare una flotta borbonica ancora pienamen-te efficiente, dovette districarsi tra le contraddittorie direttive poli-tiche provenienti da Torino, operazione, quest’ultima, ancor più ar-dua della prima. Se da una parte Cavour spingeva per procedere su-bito ai plebisciti in Sicilia, desistendo dalla continuazione dell’im-presa, preoccupato dalle ricadute che la spinta rivoluzionaria deiMille avrebbe potuto avere, una volta giunta sul continente, sugliequilibri, interni ed internazionali, connessi al futuro assetto politi-co della penisola italiana, d’altra parte, Vittorio Emanuele II si mo-strava più deciso nella prosecuzione del progetto unitario, incorag-giando il Generale nel proseguire; ovviamente, Garibaldi non ebbedifficoltà nell’assecondare il sovrano torinese e predispose subito ilpiano dello sbarco in Calabria, che, militarmente, si presentava dif-ficile a causa del pattugliamento dello stretto da parte delle moltenavi della marina borbonica. Inoltre Garibaldi, che aveva più di ven-timila uomini armati e motivati, non aveva a sua disposizione la flot-ta necessaria per una tale operazione. Costituivano la flotta garibal-dina piccole navi e grandi barconi.

Le navi che erano servite per lo sbarco in Sicilia erano ormai inuti-lizzabili, poche le unità borboniche che si erano consegnate, fra es-se la pirofregata a ruote “Veloce” ribattezzata “Tuckery” che fu riar-mata con nuovi cannoni giunti da Genova. Questa la situazione del-le forze in campo alla vigilia dell’offensiva decisiva verso il conti-nente, in vista della quale Garibaldi ordinò vari sbarchi sulle costecalabre.

Il primo sbarco avvenne l’8 agosto a Cannitello, a nord di ReggioCalabria. Il colonnello Missori, al cui comando erano circa 400 uo-mini, si imbarcò a Messina. Ma, a causa delle condizioni del mare,solo 150 volontari riuscirono a sbarcare. A questi primi garibaldinisi unirono altri cento patriotti calabresi al comando di AgostinoPlutino e Casimiro De Lieto. Il compito di Missori era quello di con-quistare la fortezza di Altafiumara che con i suoi cannoni vigilavasullo stretto. Ma l’operazione non riuscì perché i volontari divisi indue gruppi si imbatterono in pattuglie borboniche e si fece fuoco.Fallita la sorpresa il piano predisposto non era più realizzabile. Venutia sapere che un battaglione di soldati dai forti vicini stava arrivan-do per il cambio della guardia, i garibaldini dovettero rifugiarsisull’Aspromonte. La notte fra il 13 e il 14 agosto il “Tuckery” cercòdi impadronirsi del “Monarca”,una potente nave da guerra bor-bonica, ancorata nel porto diCastellammare per essere ricon-vertita in nave a vapore con pro-pulsione ad elica. Tentativo falli-to perché l’equipaggio delMonarca messo sull’allarme mi-se in fuga la fregata garibaldina.Altri sbarchi avvennero nei gior-ni successivi a Bianco e aBovalino, mentre Missori, neltentativo di danneggiare la mac-china del telegrafo visuale, aBagnara si scontrava con 4 com-pagne borboniche e, dopo aversubito gravi perdite, era costretto a battere in ritirata.

L’ultimo e più importante sbarco fu quello che portò il Generale (ac-compagnato da un cospicuo contingente dell’Esercito meridionale)sul continente e a riunirsi alle forze precedentemente sbarcate. Inquesta fase, Garibaldi dimostrò, ancora una volta il suo straordina-rio acume tattico; infatti, mentre le forze borboniche attendevano losbarco garibaldino a Reggio, Garibaldi prescelse un tragitto alquantopiù lungo, sorprendendo le forze nemiche. La notte tra il 18 e il 19agosto 1860 Giuseppe Garibaldi e le sue Camicie rosse, a bordo deidue piroscafi “Torino” e “Franklin”, eludendo la sorveglianza bor-bonica sullo stretto di Messina salparono da Giardini Naxos per sbar-care sulle coste calabre dello Ionio, a Melito di Porto Salvo, dovepotevano contare sull’appoggio di Bruno Rossi, Sindaco del paesi-no di San Lorenzo, e dei suoi concittadini, i quali, in quel contesto,ebbero, poi, un ruolo determinante, rendendo più agevole il successodelle operazioni e la successiva penetrazione garibaldina verso ilcuore del Regno borbonico. Garibaldi con 1.200 uomini era sul“Franklin”, mentre Bixio con altri 3.000 uomini era sul “Torino”. Le fregate borboniche “Aquila” e “Fulminante” incrociarono i duepiroscafi. Ma avendo Garibaldi fatto issare la bandiera americanale fregate napoletane non fecero fuoco. Il “Torino”, che si era are-nato sulla spiaggia di Rumbòlo nella frazione Annà di Melito, ven-ne avvistato solo dopo che aveva già sbarcato uomini e materiali. Il“Torino” arenato venne bombardato ma ormai era vuoto. Ad acco-

gliere Garibaldi a Mélito di Porto Salvo, fu il giudice Marco Centola,che era stato diversi anni in Lucania (a Pescopagano) e che da po-chi mesi amministrava la giustizia nel comune calabrese. Missori ei suoi dopo aver scavalcato gli Appennini arrivarono a San Lorenzo,dove furono accolti favorevolmente dalla popolazione e dal sinda-co Bruno Rossi, il quale dichiarò la fine del Regno delle Due Siciliee l’instaurazione della dittatura del Generale Garibaldi.

Nel frattempo, a Reggio, il generale borbonico Gallotti spedì dei mes-saggi al generale Briganti informandolo dell’avvenuto sbarco; la ri-sposta fu di inviare tutte le forze disponibili contro Garibaldi.Contemporaneamente il maresciallo Vial, comandante in capo del-le truppe regie in Calabria, ordinava al Briganti di muoversi versoReggio e al suo pari grado Melendez di sostenerlo; mentre in cittàera di presidio il 14º reggimento, con al comando il colonnelloAntonio Dusmet e si poteva inoltre contare sulla favorevole posi-zione del Castello, ben fortificato ed armato. Il 20 mattina, il Gallottiordinò, quindi, al Dusmet di muovere verso il torrente Sant’Agataper attendervi l’arrivo di Garibaldi, ma, dopo alcune ore, le forzedel Dusmet furono spostate al Calopinace; questo in quanto si erasaputo che le colonne garibaldine avevano preso la via dei monti;successivamente gli uomini del Dusmet venivano nuovamente spo-stati in piazza Duomo, lasciando una sola compagnia di presidiopresso il Sant’Agata e il Gallotti chiedeva intanto al generale Fergoladi inviare dalla fortezza di Messina, ancora in mano ai napoletani,quanti più rinforzi fosse possibile. Anche se il parere dei militari distanza a Messina fu positivo, questi non poterono intervenire in quan-to sprovvisti di imbarcazioni. Il Dusmet, che aveva ricevuto dalGallotti il divieto di attestarsi nel Castello (posizione preferibile ri-spetto alla piazza del Duomo, poco difendibile militarmente per inumerosi accessi che presentava), disponeva, quindi, le proprie for-ze nel miglior modo possibile e andava a dormire nel portone di pa-lazzo Ramirez, sito nei pressi del Duomo ed in seguito (non vedendogiungere alcun rinforzo) si recò di persona presso il telegrafo elet-trico per segnalare al Re Francesco II la situazione in cui si trova-va.

Nel frattempo, Garibaldi, che ormai disponeva di circa ventimila vo-lontari, dopo aver sostato a Pellaro, si muoveva, al far della notte,verso Reggio. Dal torrente Marroco, posto prima del Sant’Agata, si

spostò verso la strada diRavagnese, e presso Ravagnesesostò. Due ore prima del sorge-re del sole, mosse, quindi, versola città. Il 20, avvertito dello sbar-co a Melito, Missori e suoi si po-sero in marcia per ricongiunger-si al Generale. Il ricongiungi-mento avvenne all’ingresso del-la città di Reggio. Entrate in città,le forze garibaldine furono divi-se in due colonne, una direttaverso il carcere centrale di SanFrancesco e l’altra diretta versola contrada del Crocefisso. Ilgruppo inviato al penitenziario

fu il primo a giungere a destinazione. Dopo essersi consultati con iliberali locali, i garibaldini riuscirono a chiudere i soldati borboni-ci che si trovavano nella struttura all’interno della stessa e poi simossero lungo la via dell’Orto Agrario. Quasi nello stesso mo-mento, i garibaldini che avevano preso la strada del Crocefisso

arrivarono in piazza San Filippo; no-tati dalle guardie borboniche si

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IV

Luoghi e personaggi

Versola liberazionedi una terra edi un popolola cui fiducianel cambia-mento eradestinata adinfrangersiall’indomanidellaSpedizionedei Mille,con l’arrivodelle truppee deigovernantipiemontesi

Soveria Mannelli,obelisco celebrativo

dell’impresa dei Mille

Sopra, la guarnigioneborbonica di Reggio

in attesa di essereimbarcata dopo

la caduta della cittàNella pagina accanto

un momentodella battaglia

di Piazza Duomo,

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ebbe uno scambio di colpi d’arma da fuoco e i borbonici ripiegaro-no verso piazza del Duomo avvertendo dell’attacco in corso le trup-pe lì disposte. I garibaldini delle due colonne giunsero anch’essi, datutti i lati, in piazza Duomo e iniziarono a fare fuoco sulle truppe re-gie disposte davanti palazzo Tommasini, che rispondevano al fuo-co aiutate dall’artiglieria, che fece numerose vittime tra i garibaldi-ni; in questi frangenti Nino Bixio fu ferito due volte al braccio e lasua cavalcatura venne uccisa a baionettate.Il Dusmet, alzatosi alle prima grida e slanciatosi in avanti dal por-tone di palazzo Ramirez, veniva colpito al ventre; altro colpo fu in-ferto al di lui figlio, sottufficiale nello stesso reggimento. I due, tra-sportati insieme presso la casa di un parente, si spensero qualchegiorno più tardi. Intanto, per i borbonici, circondati da tutti i lati (gra-zie anche alle indicazioni che i garibaldini ricevono dalle guide lo-cali), la situazione si faceva insostenibile e furono, quindi, costrettia ritirarsi nel Castello.

L’esito vittorioso dello scontro, che sarebbe rimasto negli annali co-me “la battaglia di Piazza Duomo”, diede a Garibaldi la possibilitàdi procedere celermente alla liberazione della città dai residui di-staccamenti borbonici. Alle prime luci dell’alba, i reggini aprironoi loro usci e fornirono assistenza ai fe-riti, mentre i garibaldini si spargevanoper la città e Garibaldi iniziava a daredisposizioni. Mentre il generale nizzar-do stava sorbendo una tazza di caffè nel-la piazza, fu sfiorato da un colpo di fu-cile sparato da una delle case vicine: ilproiettile causò il ferimento di uno deisuoi ufficiali, mentre non si riuscì ad in-dividuare il cecchino.Intanto, il Briganti, a cui il Vial avevaordinato di dare supporto al generaleGallotti, il 21 mattina, continuò la mar-cia verso Reggio, dopo aver rifiutato ilsupporto della mezza batteria di arti-glieria del capitano Vincenzo Reggio.Giunto alle sei di mattina al pontedell’Annunziata, si fermò e distaccò duecompagnie per attaccare dalla parte delmare e altre quattro le inviò all’internodel rione Santa Lucia; i garibaldini, chesi erano già attestati su entrambe le di-rettrici, accolsero con un nutrito fuocole truppe regie. Le truppe inviate dal lato della costa si ritirarono,mentre le forze stanziate a Santa Lucia, dopo un combattimento didue ore, che causò anche il ferimento del comandante borbonico,furono sconfitte. Durante questi avvenimenti, il Briganti decise di

ritirarsi verso Villa San Giovanni. Reggio era ormai libera.Curioso e strategicamente incomprensibile fu, in questo fran-

gente, il comportamento della Marina napoletana, le cui na-vi presenti a Reggio e incaricate della sorveglianza dellostretto invece di supportare nella difesa della città le forzedi terra ricevettero l’ordine, dal comandante della squadraVincenzo Salazar, di uscire al largo per “ragioni umanita-rie”, senza perciò intervenire in alcun modo nella battaglia.Alle ore 16, il generale Gallotti, vista la ritirata del Brigantie l’allontanamento dalla rada delle navi borboniche, firmòla resa del Castello, con l’onore delle armi, che comportòla consegna dello stesso con le sue artiglierie, gli animalida tiro e i materiali e le mu-nizioni ivi presenti ai gari-

baldini, mentre i sol-dati borbonici, i

loro famigliari e gli impiegati che desiderarono seguirli, furono li-beri di andarsene e attendere l’imbarco per Napoli presso l’ospeda-le militare; parimenti i prigionieri presenti furono liberati.

Dopo la vittoria, Antonino Plutino fu nominato governatore della pro-vincia con “poteri illimitati” e Garibaldi scrisse a Sirtori il seguen-te messaggio: «Caro Sirtori, fate passare subito coi vapori quantagente potete, imbarcateli ove volete, e sbarchino al sud di Villa S.Giovanni». Nella stessa notte della battaglia il Cosenz riusciva asbarcare insieme a 1268 uomini a Favazzina, dopo essere riuscito asuperare indenne il tiro del forte di Scilla, grazie alla flottiglia di bar-che, circa un centinaio, messa insieme da Castiglia che doveva par-zialmente venir catturata dai legni borbonici accorsi. Superata la re-sistenza di circa 200 soldati regi che erano accorsi i garibaldini sispostarono verso Solano dove si batterono contro un distaccamen-to della colonna Ruiz e dove cadde il De Flotte. Quindi, sul piano-ro di Campo Piale, a monte di Villa San Giovanni, due Brigate del-l’esercito borbonico, comandate dai generali Nicola Melendez eFileno Briganti, cercarono di fermare l’avanzata dei garibaldini.

Le truppe del Cosenz, seguendo gli ordini di Garibaldi, riuscirono aporsi alle spalle delle forze delMelendez e del Briganti (mentrequelle del Ruiz riuscirono a mettersiin salvo) costringendole ad arrender-si a discrezione il 23 agosto. In par-ticolare, al primo scontro, sotto l’im-peto delle camice rosse, il IReggimento si sbandò. Il generaleMendez, rimasto solo con il suo re-parto inferiore numericamente ri-spetto agli assalitori, accettò la batta-glia ma, per il sopraggiungere dellacolonna di Cosenz nel timore del-l’accerchiamento, diede l’ordine del-la ritirata. I borboni accettarono laproposta di una tregua e si ritiraronoverso Tropea.Il 24 si arresero i forti di Altafiumarae di Torre Cavallo, portando alla per-dita di controllo da parte dei borbo-nici dello stretto di Messina. Il 25, ilgenerale Briganti, dopo aver trattatocon Garibaldi il disimpegno definiti-

vo delle truppe borboniche, fu trucidato nella piazza di Mileto dasoldati sbandati appartenenti ad uno dei suoi reparto. Dopo tali even-ti, il Garibaldi, entrato nel Castello di Scilla, dalla rocca vi sventolòil tricolore.

In Calabria i borbonici non seppero offrire una dignitosa resistenza:interi reparti dell’esercito borbonico si disperdevano o passavano alnemico; il 30 agosto, a Soveria Mannelli, un intero corpo dell’eser-cito borbonico di 12 mila uomini, comandato dal generale GiuseppeGhio, si arrese senza combattere ad una colonna di garibaldini gui-data da Francesco Stocco, in seguito, sembra, all’azione diplomati-ca svolta da Ferdinando Bianchi ed Eugenio Tano e sotto la minac-cia dell’imminente arrivo dei volontari guidati dal maggiore PasqualeMileti. In ogni caso, i motivi alla base della resa delle truppe bor-boniche non sono del tutto noti; le conseguenze furono tuttavia de-terminanti per l’occupazione del Sud. In proposito, lo storico Raffaelede Cesare (1845-1918), ha osservato: «Si sbandò Ghio con dieci-mila uomini a Soveria Mannelli; e così la strada sino a Salerno, spaz-zata degli ultimi avanzi di difesa, restò libera allo incedere del glo-rioso manipolo, il quale non si trovò tra i piedi che soltanto dei grup-pi di soldati paurosi o inermi, che salutavano, quasi con terrore,Garibaldi e i suoi al loro apparire. Lo sbandamento di Soveria ful’episodio decisivo di quella campagna, per il quale si affermò iltrionfo della rivoluzione sul continente, e che ispirò a Garibaldi ilcelebre telegramma, da lui dettato a Donato Morelli, la mattina del31 agosto, nella casa rustica di Acrifoglio, -presso Scigliano, duranteuna sosta della sua marcia verso Rogliano - : “Dite al mondo cheieri coi miei prodi calabresi feci abbassare le armi a diecimila sol-dati, comandati dal generale Ghio. Il trofeo della resa fu dodici can-noni da campo, diecimila fucili, trecento cavalli, un numero pocominore di muli e immenso materiale da guerra. Trasmettete a Napoli,e dovunque, la lieta novella”» (Raffaele de Cesare, La fine di unRegno, Cap. XVII, Città di Castello: S. Lapi, 1909).

continua...

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V

Luoghi e personaggi

Page 6: Voce ai giovani

Il 10 marzo del 1613 viene pubblicato a Napoli il Breve trattato del-le cause che possono far abbondare li regni d’oro e d’argento do-ve non sono miniere con applicazione al Regno di Napoli. Il quat-trocentesimo anniversario è passato inosservato, nella totale indif-ferenza nello stesso modo in cui fu accolto al momento della suacomparsa.Questa importante data è stata segnalata da Franco Alimena che in-tendeva scrivere un articolo per ricordare l’evento, celebrato a Napolie in altri parti d’Italia, ma del tutto dimenticato a Cosenza, che è lapatria dell’autore, Antonio Serra. In verità il luogo esatto della suanascita non è noto, ma le ipotesi più credibili sono Cosenza, Casole,Dipignano o addirittura Saracena. Un grave lutto familiare gli haimpedito di realizzare il suo desiderio, ma certamente è suo il me-rito di aver solleticato l’attenzione su questo importante evento.Il Breve trattato era un libro rivoluzionario per quell’epoca, moltoavanzato dei suoi contemporanei nell’analisi della materia econo-mica, ma ci vollero ben 137 anni prima che qualcuno lo prendessein considerazione e gli attribuisse i meriti dovuti. Nel 1750, infatti, viene pubblicato a Napoli il trattato Della mone-ta di Ferdinando Galiani, l’illustre economista napoletano suben-trato ad Antonio Genovesi nella prima cattedra di economia istitui-ta in Europa da Bartolomeo Intieri presso l’Università di Napoli, nelquale si parla di un importante libro scoperto dall’autore.

«...il Dottor Antonio Serra Cosentino, nel 1613, presso LazzaroScorriggio pubblicò un Breve trattato delle cause, che possono farabbondare li regni d’oro, e d’argento dove non sono miniere; col-l’applicazione al Regno di Napoli, diviso in tre parti.Chiunque leggerà questo trattato resterà sicuramente sorpreso e am-mirato in vedere quanto in un secolo di totale ignoranza della scien-za economica, avesse il suo autore chiara e giuste le idee della ma-teria, di cui scrisse, e quanto sanamente giudicasse delle cause de’nostri mali, e de’ solj rimedj efficaci».

Dopo la pubblicazione del trattato di Galiani, il nome di AntonioSerra diviene molto noto nel mondo accademico. Nella scuola an-glosassone, la più prestigiosa in campo economico, ancora oggi èmenzionato, in maniera più o meno estesa, in tutti i testi di storiadelle dottrine economiche come uno dei più importanti mercantili-sti. A titolo di esempio, si possono ricordare Eric Roll, JosephSchumpeter, John Kenneth Galbraith, e la Storia economica diCambridge, che dedicano ampie pagine al nostro personaggio.

Il Trattato che Benedetto Croce definì «lampada di vita», «still today, the book is a Holy Grail of economics, gripping theimagination of economic bibliophiles for its extraordinary contentsas well as for its mythical rarity»1,afferma Sophus A. Reinert in una recente traduzione inglese.

Il libro di Serra fu pubblicato da Lazzaro Scorriggio, uno dei più co-raggiosi, intrepidi e lungimirante editori della sua epoca. Contro l’o-scurantismo dominante, aveva avuto l’ardire di sfidare tanto il po-tere regio, quanto il potere ecclesiastico schierandosi sempre dallaparte della scienza e della libertà di pensiero. Bisogna ricordare chetanto il governo vicereale spagnolo di Napoli, quanto il Tribunaledell’Inquisizione usavano metodi brutali per reprimere qualsiasi vo-ce di dissenso.Lazzaro Scorriggio, nel breve volgere di qualche anno aveva pub-blicato i libri molto importanti e delicati che gli avrebbero potutocreare seri problemi di incolumità anche fisica, poiché camere ditortura, forche e roghi lavoravano a pieno regime. Il volume delSerra nel 1613, il resoconto della missione in Cina di Matteo Riccie la lettera di Fornarini in difesa del sistema copernicano erano trepotenziali bombe ad orologeria.

Nel 1615 pubblica per la prima volta in Italia l’opera di Matteo Ricci,Entrata nella China de’padri della Compagnia di Gesù cavata daNiccolò Trigauci dai Commentarj del P. Matteo Ricci, e volgariz-zata da Antonio Sozzini da Sarzana. Dove si contengono i costumi,le leggi, & ordini di quel regno ed i principij difficilissimi della na-

scente chiesa, descritti con ogni accuratezza e con molta fede.L’opera, conosciuta come I Commentari, fu tradotta in latino daNicolas Trigault, un altro gesuita che faceva parte della missione, eper tre secoli è rimasta la principale fonte di conoscenza della Cinain Occidente. È il racconto della missione gesuita in quel lontanopaese, un po’ diario e un po’ autobiografia, dove sono riportate «lecose più notabili», di cui «la magior parte o passorno per le mie ma-ni o seppi molto esattamente», come afferma Matteo Ricci. Il suoracconto, a differenza delle relazioni annue interne alla Compagniadi Gesù, «si fa principalmente per i nostri europei», i quali hanno adisposizione sempre più libri sulle cose della Cina, ma «a nessunosarà discaro saperle piuttosto da noi, che già trenta anni viviamo inquesto regno... che da altri che mai vennero alla Cina».Il gusto per l’esotismo e la ‘chinoiserie’ non era ben visto dalla ge-rarchia ecclesiastica per il timore che potesse ingenerare un incon-trollabile entusiasmo nei confronti di mondi pagani portatori di usie costumi contrari all’etica e alla morale cattolica. L’edizione diLazzaro Scorriggio divenne subito molto rara e circolava in manie-ra semiclandestina benché non fosse stata inserita nell’Indice dei li-bri proibiti.L’altra sfida del coraggioso editore fu la pubblicazione nello stessoanno 1615 della Lettera del R.P.M. Paolo Antonio FoscariniCarmelitano sopra l’opinione de’pittagorici, e del Copernico del-la mobilità della terra, e stabilità del sole, e del nuovo pittagoricosistema del mondo e il De divinatione artificiosa, che dovevano for-mare un unico volume con De oraculis, che Foscarini, padre pro-vinciale della Calabria dell’Ordine dei Carmelitani, diceva già pron-ti per la pubblicazione.Egli aveva esibito l’imprimatur firmato dal vicario generale napo-letano Pietro Antonio Ghiberti e dal canonico Giovanni Longo, teo-logo della curia partenopea, che provocò una disputa giudiziaria insede del Tribunale dell’Inquisizione, che che coinvolse anche l’e-ditore, Lazzaro Scorriggio. Egli fu posto agli arresti e sottoposto agiudizio con l’accusa di aver pubblicato dei libri senza la necessa-ria autorizzazione della Curia. Il 5 marzo 1616 laCongregazione dell’Indice decreta la proibizione del-l’opera includendola nell’Index LibrorumProhibitorum (Indice dei libri proibiti). Allo stam-patore veniva contestato di avere utilizzato l’im-primatur rilasciato per il libro De divinationeper pubblicare anche la Lettera di contenu-to eretico, poiché il su contenuto era in con-traddizione con il testo letterale dellaBibbia. Lazzaro Scorriggio, convintodella giustezza delle tesi sostenuteda Padre Antonio Foscarini, pub-blicò anche la difesa del sistemacopernicano sedici anni primache fosse pubblicato ilDialogo di Galilei.I due imprimatur eranoidentici, e questo si-gnificava che laLettera non era sta-

ta au-to-

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VI

Calabresi illustri

Stampato daLazzaro

Scorriggioil 10 luglio

1613In esso

si tratta«delle causeche possono

farabbondare

li regni d’oroe d’argento

dovenon sono

miniere...»

Il padre dell’economia modernaIl padre dell’economia modernaUn anniversario dimenticato, quello dei quattrocento anni della pubblicazione dell Trattato di Antonio Serra

a cura di Oreste Parise

1 - «Ancora oggi,il libro è un SantoGraal dell'economia,che colpiscel'immaginario deibibliofili economistiper il suo contenutostraordinarioe per la mitica rarità».Sophus A. Reinert,Antonio Serra, AShort Treatise on theWealth and Povertyof Nations (1613),traslated by JonathanHunt, Anthem Press,London 2011, p. 2.

Page 7: Voce ai giovani

rizzata, ma si era artificiosamente utilizzato l’imprimatur rilasciatoper il Trattato della divinatione naturale, sempre edito da Scorriggio.Il tipografo si difese spiegando che Foscarini gli aveva consegnatoun solo manoscritto, contenente le due opere, per cui egli aveva cre-duto che l’autorizzazione valesse per entrambe. Alla fine il tribuna-le si convinse della buona fede di Scorriggio e lo liberò, condan-nandolo soltanto a una multa, e a mantenere un rigorososilenzio sull’accaduto.

Il volume di Serra, pubblicato qualche anno prima, non erameno pionieristico e rivoluzionario. Il libro riportava ladedica a Pedro Fernández de Castro y Andrade, conte deLemos, terzo Duca di Ossuna, viceré di Napoli e l’autoredichiarava di averlo scritto nelle carceri della Vicaria, do-ve dimorava da oltre un anno. Era evidente il tentativo dirivolgersi all’eminente personaggio per cercare una solu-zione alla sua triste condizione, proponendosi, in qualitàdi uomo “dotto”, come consigliere economico in grado diporre rimedio ai mali del Regno. Si trattava di un tentati-vo coraggioso, perché a dispetto della sua condizione didetenuto, vi era una condanna esplicita del sistema di go-verno vicereale e della sua politica economica.

All’alba della moderna economia, infatti, Serra scrisse unapenetrante analisi delle cause della ricchezza e povertà del-le nazioni. Benché il suo contributo alla storia della eco-nomia politica deve considerarsi fondamentale, e il modoin cui venivano formulate le indagini teoriche erano straordinaria-mente moderne, inizialmente ebbe molte difficoltà a farle accetta-re, perché stravolgevano le pratiche e le teoriche dominanti negliambienti accademici e politici. In tutta Europa, gli studiosi avevano iniziato ad interessarsi dellastruttura dell’economia sin dall’inizio del sedicesimo secolo. Piùspecificamente, le teorie economiche cominciavano aindividuare il carattere rivoluzionario del processo in-dustriale, e che era necessario un processo di specia-lizzazione con l’importazione di materie prime da tra-sformare in prodotti finiti destinati ai mercati esteri.

Nella sua Storia del Regno del Sud, Benedetto Crocescrive: «... Antonio Serra, calabrese di Cosenza, nel 1613,mandò fuori dalle carceri della Vicaria, dove stava rin-chiuso, un saggio di economia con applicazione spe-ciale al Regno di Napoli, e del quale non si sa altro senon che era colà già da un anno, accusato di falsa mo-neta, per esserglisi trovato in casa un pezzo di oro o dilega e che, quattro anni dopo, avendo ottenuto di par-

lare con il viceré duca di Ossuna per comunicarglicose utili allo Stato, fu udito, presenti i consiglieri,

ma, giudicandosi che avesse detto “ciarle echiacchiere senz’altro concludere”, fu ri-

mandato in carcere. Morì nel carcere?Quali erano state le vicende della

sua vita? Un suo amico, in certidistici di fronte al suo libro,

lo dice “adusato da lungotempo a patire sfortuna e povertà”,

e ora “giacente atterrito e stret-to da duri ferri il piede”.

Forse quel pezzettinod’oro o di lega (come

congettural’Amabile)

egli lo ser-bava

per

ragioni di studio; e l’accusa, o piuttosto il sospetto che ci era statogettato in carcere, certamente non fu mai comprovata, e sembra chenon avesse fondamento. Forse sull’uomo di pensiero e di studi s’in-seriva in lui un ingenuo, un fantastico, un progettista. Fors’anche,la miseria lo trasse a errori e colpe, crudelmente espiate. Confessoche molte volte mi accade di perdermi con l’immaginazione in quel-

la figura, preso dall’impero di penetrare il suo mistero,preso da deserta pietà verso quell’uomo vituperato e di-sonorato, e quasi da un umano rimorso per le tremendeingiustizie alle quali la società, ignara e sconsiderata, silascia andare, travolgendo e calpestando i germi dellavita, virtù d’intelligenza e di cuore».

Nel brano del Croce sono sintetizzate tutte le poche no-tizie che abbiamo sulla sua vita. Oltre al suo libro, in-fatti, rimangono solo due altri documenti. Il primo è unatto per notaio Bartolo Giordana di Napoli datato 23 di-cembre 1591, riportato parzialmente da VincenzoNapolillo, nel quale si può desumere la sua origine e po-che notizie sulla sua famiglia.

Il secondo documento in cui appare Antonio Serra è ilGiornale del governo del Signor Duca di Ossuna nelRegno di Napoli compilato da Francesco Zazzera, ri-chiamato nel brano precedente di Benedetto Croce. Nellacronaca di Zazzera si legge che mercoledì 6 settembre1617 «un dottore Antonio Serra, carcerato in Vicaria da

molto tempo, mi ha fatto chiamare da S.E. per volere fare grandeutile alla corte, onde venuto in palazzo, presente la Camera, con leciarle, non ave altro concluso che chiacchiere, e se n’è ritornato incarcere». E vi dimorava ormai da oltre cinque anni. Antonio Serraaveva chiesto di essere ricevuto alla Corte vicereale poiché da qual-che mese a Napoli era arrivato un nuovo viceré e il Serra sperava di

potersi appellarsi alla sua sensibilità per ottenere la so-spirata libertà. Neanche questo tentativo ebbe però suc-cesso poiché fu giudicato “cerretano” e ignorante e la-sciato marcire in carcere.Da queste poche notizie possiamo dedurre che nel 1591era già laureato con una buona esperienza, per cui do-veva avere almeno 25-30 anni: la sua nascita può esse-re fatta risalire, quindi, intorno al 1560-65. Quando scris-se il suo libro ventidue anni dopo, avrebbe avuto circa45-50 anni. La sua morte, in una condizione di estremamiseria e dimenticato da tutti, è posteriore al 1617, aduna età certamente superiore ai cinquant’anni. NelDizionario di politica curato da Norberto Bobbio si pre-sume che sia nato nel decennio 1550-60 e morto nel1620-25.

Fu quindi un contemporaneo di Tommaso Campanella,nato a Stilo nel 1568 e morto a Parigi nel 1639. Questofa ritenere che i due si conoscessero, anche perché con-divisero per molti anni la stessa sorte rinchiusi nel me-desimo carcere della Regno. Altrettanto verosimile èche egli conobbe Bernardino Telesio, nato il 1509 e mor-to nel 1588 quando Antonio Serra era già adulto, pro-babilmente studente universitario. Al momento della

morte di Telesio, Tommaso Campanella era nel convento dei do-menicani di Altomonte, oggi sede del Museo Civico, la cui piazzagli è dedicata, e aveva chiesto il permesso di poter vegliare la sal-ma, ma non gli fu consentito dai suoi superiori. Ma si potrebbe sup-porre che Antonio Serra avesse preso parte alle cerimonie funebridel grande filosofo cosentino.Sono passati quattro secoli e il suo libro risulta paradossalmente an-cora attuale, poiché anche oggi viviamo una interminabile crisi pro-vocata dal sistema finanziario. All’epoca di Serra il problema piùurgente era la circolazione monetaria legata alla disponibilità deimetalli preziosi. La Spagna aveva sprecato la grande occasione del-la enorme disponibilità auree delle sue colonie americane utilizza-te per una tronfia politica di espansione senza preoccuparsi dellostato dell’economia interna.

La moderna Europa ha sprecato a sua volta la grande opportunitàdella creazione di moneta unica concentrando la sua attenzione e isuoi sforzi nella politica finanziaria e rinunciando al suo primato in-dustriale. Come sosteneva Serra quattro secoli fa, se uno stato nondispone di miniere di oro e di argento deve fare affidamento sul-l’industriosità dei suoi abitanti. Il suo insegnamento è un monito aritornare al primato dell’economia reale sulle sofisticazioni finan-ziarie che hanno prodotto un grave disastro nell’economia mondia-le.

sabato13 luglio 2013

VII

Calabresi illustri

Antonio SerraSotto, il frontespiziodel Trattatopubblicato nel 1613

Il palazzo della Vicariaa Napoli

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Il cosentino Stefano Tanzillo è giovanissimo; ha solo ventitre anni,ma è già una delle belle speranze della Lirica del Belpaese: un te-nore che ha già varcato i confini regionali. Il suo è un talento natu-rale, modellato poi con gli studi presso il conservatorio “S.Giacomantonio”, e alimentato costantemente dallo studio, dalla vo-glia di mettersi in gioco e dall’umiltà: caratteristiche indispensabiliper affermarsi nel campo culturale. Specie sul terreno della Lirica.Ma l’impegno paga; perché nonostante le poche primavere, Stefanoha già toccato con mano l’emozione di esibirsi su palcoscenici im-portanti, e ha già avuto modo di condividere questi stessi palcosce-nici con artisti di fama nazionale, con giovani promesse come lui econ i veri e propri “mostri sacri” della musica internazionale.

Eppure, la sua scalata al successo l’ha incominciata poco tempo fa e,come spesso accade, quasi per caso. Lo scorso autunno, infatti, iltenore partecipa alle audizioni della Fondazione Luciano Pavarotti,che scopre e lancia verso il professionismo i giovani e più promet-tenti lirici in Italia: l’importante prova va sicuramente per il meglio,visto che da marzo in poi Tanzillo entra a fare parte della fondazio-ne che porta il nome dell’indimenticabile cantante modenese. Acon-ferma del talento di Stefano, arriva il Premio New generation cheStefano conquista a maggio: la location è il prestigioso TeatroComunale di Bologna e il riconoscimento fa parte degli Operaawards, che insieme al cosentino ha premiato nomi importanti co-me il baritono Bruno Praticò, il tenore Gregory Kunde e la sopranoDaniella Dessi, in una serata, presentata da Alfonso Signorini, cheha avuto come ospiti d’onore Giovanni Allevi e Nicoletta Mantovani.

Appena il tempo di smaltire l’emozione e archiviare l’indimentica-bile serata che, qualche settimana dopo, l’artista è all’Arena di Verona,in occasione dell’apertura della stagione lirica; è in questa occasio-ne che ha l’onore di stare accanto ad Andrea Bocelli, a Plàcido

sabato13 luglio 2013

VIII

Una voce da non perdere

Ha soloventitre annima è già una

delle bellesperanze

della liricadel Belpaese:

ha giàvarcato

i confiniregionali

Il talento chesogna la ScalaIl talento chesogna la Scala

Stefano Tanzillo, il giovane tenore cosentino è da poco membro della Fondazione Luciano Pavarotti

ssssssssssssssss

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di Francesco Fotia

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Domingo e José Carreras. Momenti indimenticabili, punti d’appro-do, e di lancio allo stesso tempo, di una carriera incominciata quan-do Stefano aveva diciassette anni, e come tanti tra i suoi coetanei sidilettava ad ascoltare e cantare le canzoni di Baglioni, di RenatoZero e di Massimo Ranieri.

«La svolta - racconta il tenore - è arrivata quando uno dei miei futu-ri colleghi mi disse che in me vedeva le caratteristiche tipiche, l’im-postazione, del tenore. Ho deciso così di tentare la strada del

Conservatorio, dove sono seguito dal maes-tro Francesco Anile, un punto di riferimen-to per me». Da quel momento, per oltre unlustro Stefano lavora sodo, apprende le tec-niche del mestiere, affina le doti che si por-ta dietro dalla nascita: mette anima e corpoal servizio di un’arte che richiede grande di-sciplina e spirito di sacrificio.Fino a quel fatidico momento, quello che tipuò cambiare la vita: nel suo caso, le audi-zioni per la Fondazione Pavarotti, che oggilo coccola come nuovo talento, e lo pro-muove: «È una grande emozione - racconta- stare sullo stesso palco con certe stelle, ri-cevere un premio dalle mani di NicolettaMantovani, cantare un’aria del Rigoletto inun teatro dalla grande tradizione. Il segretoper “sopravvivere” in certe situazioni - con-tinua - è mantenere l’autocontrollo, non la-sciarsi travolgere dall’emotività del mo-mento».

Un atteggiamento da vero professionista peruno spirito laborioso, che nonostante il feli-ce momento gli consente di affermare:«Credo che della vita si capisce poco fino ache non si ha la fortuna di conoscere questepersone, all’apparenza “irraggiungibili”, mache svelano poi un’umanità disarmante.Sicuramente è il caso del maestro GiovanniAllevi, un “ragazzo” che ha superato i qua-ranta e che vive il successo come un uomosemplice e modesto».

Questo stesso carattere posato e riflessivoemerge anche quando Tanzillo ci svela la suaopinione sui talent, che ormai rappresenta-no il principale veicolo per raggiungere ilsuccesso: «Credo che per avere un’ora disuccesso la tv possa anche andare bene. È lostrumento che ti fa arrivare alle stelle in po-chissimo tempo. Allo stesso tempo però latv fa si che si possa cadere facilmente daquelle stesse stelle, proprio perché il successoche ti regala trae origine da una certa super-ficialità. Aun cantante lirico - afferma in con-clusione - non consiglierei mai di entrare inun talent, perché egli ha alle spalle un talepreparazione, una tale mole di studio, da nonpotere lasciare spazio alla superficialità.Apprezzo, comunque, artisti come Morenoo tanti altri che si sono affermati in televi-sione, e ammetto che la situazione del Paesespesso costringe chi vive con la musica o ladanza ad andare oltre certe logiche di prin-cipio. Nondimeno però costato, con tanta tri-stezza, che in tutto il mondo ci invidiano laLirica ma noi, come comunità, non faccia-mo abbastanza per difenderla dalle crisi e va-lorizzarla. Credo che sia un peccato enorme,perché la lirica fa parte della tradizione ita-liana e dovremmo esserne tutti orgogliosi».

Certo non sarà semplice per Tanzillo “emer-gere” nel novero delle stelle della musica ita-liana; la strada intrapresa è però quella giu-sta e poco importa al piccolo grande tenorese il cammino da fare gli richiederà, ancora,tanti sforzi e sacrifici: il coraggio di rincor-rere il proprio sogno e il toccarne con manopezzetti sempre più grandi sono la fonte di

energia più potente. Lui, Stefano, merita fiducia e opportunità, an-che solo per premiare l’enorme mole di studio che la carriera cheha scelto gli impone. E siamo convinti, e glielo auguriamo, che ar-riverà il giorno in cui la sua voce echeggerà ancora, ma da assolu-to protagonista, sui palchi dei giganti.

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XIX

Una voce da non perdere

Lo scorsoautunnoil tenorepartecipaalle audizionidellaFondazione,che scopree lanciaverso il pro-fessionismoi giovanie piùpromettentiliriciin Italia:l’importanteprova vasicuramenteper il meglio

1 - Stefano Tanzillo2 - Tanzillo al Comunale di Bologna3 - Con Andrei Bocelli all’Arena di Verona4 - Stefano tra Alfonso Signorini e Nicoletta Mantovani5 - Nel corso dell’esibizione a Verona intervistato da Antonella Clerici

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Catanzaro mette a segno un altro bel colpo: la decima edizione delMagna Graecia Film festival, la manifestazione ideata da GianvitoCasadonte e dedicata alle opere prime, si svolgerà sul lungomare diCatanzaro, in piazza Brindisi, dal 27 luglio al 3 agosto. L’intesa trail Comune di Catanzaro e il management dell’evento è stata sanci-ta a conclusione di un incontro promosso dal vicesindaco e asses-sore alla cultura Sinibaldo Esposito. Affiancato dall’assessore al tu-rismo, Rita Cavallaro, e da Eugenio Riccio, delegato per le proble-matiche del quartiere Lido, il vicesindaco ha discusso con l’ideato-re del festival, accompagnato dal direttore della manifestazioneMario Sanginiti, dell’organizzazione dell’evento che si preannun-cia come il punto di forza dell’estate catanzarese. Durante l’incon-tro Casadonte ha illustrato il programma di massima dell’edizione2013 dedicata ai giovani autori, i cui particolari saranno resi noti nelcorso di una conferenza stampa che si terrà nei prossimi giorni. Attesiospiti stellari, attori e registi tra i piu’ importanti del panorama ci-nematografico italiano.Sul bouquet degli ospiti, già definito, il direttore artistico GianvitoCasadonte ha voluto mantenere il più rigoroso top secret. «Si tratta- ha commentato l’assessore Esposito - di un notevole evento cul-turale che, per la prima volta dalla sua nascita, trova in Catanzaro lasua location. Turisti e residenti avranno modo di assistere a una ma-nifestazione che, per la sua pregevolezza, ha raggiunto calibri na-zionali e internazionali».Afavorire l’intesa tra l’amministrazione comunale e il managementdella manifestazione seguita dalle principali reti televisive naziona-li, anche l’assessore al bilancio e al patrimonio Filippo Mancuso eil capogruppo di “Catanzaro da vivere” Marco Polimeni, che han-no seguito l’iter che ha portato all’accordo, condividendo l’iniziati-va portata avanti dall’assessore alla cultura Esposito. Era il 26 ago-sto dell’anno 2004 quando il Mgff prendeva forma e concretezzagrazie all’idea del giovane Gianvito Casadonte. La kermesse ha re-gistrato, anno dopo anno, successi strepitosi grazie ai quali è oggiaccreditato come uno dei più importanti festival cinematografici na-zionali.

sabato13 luglio 2013

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Calibri internazionali

La decima edizione del “Magna Graecia Film festival” si svolgerà dal 27 luglio al 3 agosto

Estatecon le stelleEstatecon le stelle

«Si tratta -commental’assessoreEsposito - diun notevoleeventoculturale cheper la primavolta dallasua nascitatrovain Catanzarola sualocation»

È in pieno fermento l’attività degli organizzatori per Ndf13, il “fe-stival dell’arte pirotecnica” che si svolgerà per ben 5 giorni. Apar-tire dal 24 luglio e sino al 28 luglio il cielo si colorerà di mille lu-ci, fuochi e spettacoli culturali: spettacolari performance piro-musicali si rifletteranno sul mare creando un’atmosfera di veraemozione. Ndf13, Festival dell’arte pirotecnica, si conferma co-me la più grande attrattiva dell’estate calabrese. Forte delle 150mila presenze dello scorso anno, Ndf13 promette nuove espe-rienze. Ndf13 nasce da un’idea dell’associazione “Creativamente”ed e’sostenuta dall’amministrazione comunale. L’edizione 2013- spiegano i promotori - si arricchira’ di un notevole tono artisti-co. Ogni sera l’artista pirotecnico regalerà una splendida coreo-grafia a tema, seguendo un filone capace di raccontare un emo-zione e quindi rendere narrativa ogni esibizione. Un vero e pro-prio viaggio musicale dalla classica al moderno. E poi i fuochi,che si presentano come veri e propri spettacoli. Un impianto cen-trale, permette di assaporare il sync fuochi-musica da ogni puntodel lungomare, location dell’evento. La sapienza artigianale delfuoco made in Italy si fonde con le più moderne tecnologie. Ilcontrollo remotato dei fuochi garantisce poi la messa in sicurez-za sia per gli addetti ai lavori che per i fruitori. Gli spettacolarifuochi, posizionati su zattere galleggianti con certificazione eu-ropea, posti a 400 metri dalle area di fruizione, regalano una vi-sione di scoppio d’insieme che supera i 200 metri d’ampiezza.

Fuochi e musicaFino al 28 luglio il festival pirotecnico di Belvedere

Presso l’Università per Stranieri “Dante Alighieri” di ReggioCalabria si terranno letture dantesche su Canti scelti dell’Inferno.Coordinatore dell’iniziativa è il professor Vincenzo Crupi, diret-tore del Ce.s.a.s.s. (Centro Studi e Assistenza Studenti Stranieri).I Canti della Divina commedia saranno letti e commentati, dalleore 18.00, secondo il seguente calendario:Giovedì 18 luglio - X Canto - Prof. Antonino Monorchio (Università per Stranieri “Dante Alighieri” Reggio Calabria)Giovedì 25 luglio - XV Canto - Prof.ssa Elvira Ghirlanda (Università degli Studi di Messina)Lunedì 5 agosto - VI Canto - Prof. Vincenzo Crupi(Università per Stranieri “Dante Alighieri” Reggio Calabria)Giovedì 8 agosto - XXI Canto - Prof. Matteo Durante(Università degli Studi di Messina)Mercoledì 14 agosto - XXVI Canto - Prof.ssa Rosaria Bottari (Università degli Studi di Messina)Giovedì 22 agosto - XXXIII Canto - Prof. Angela Ambrosoli (Società “Dante Alighieri” di Reggio Calabria)

Il “Paradiso” a ReggioLetture dantesche all’Università per stranieri

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In occasione del periodo estivo, il Maca (Museo arte contempora-nea Acri) esporrà una serie di 67 opere grafiche, di proprietà del mu-seo e frutto della donazione Patrito, realizzate da alcuni tra i più im-portanti artisti del Novecento. Una collezione che si presenta comeun “mazzo di fiori”, dove dapprima sono i colori a colpire lo sguar-do dello spettatore. Splendidi esempi sono le serigrafie di MicheleCascella, Giovanni Cappelli e Vincenzo Balsamo. L’insieme flo-reale si irrobustisce per mezzo di una litografia a bassa tiratura (tren-ta copie) di un Bagno misterioso di Giorgio De Chirico. Proseguendo,si incontrano le opere dei neocubisti e neofauves Aligi Sassu, RemoBrindisi e Alberto Sughi e di alcuni dei più importanti rappresenta-ti del Fronte nuovo delle arti: Renato Guttuso, presente con due po-tenti nature morte, Bruno Cassinari, Ennio Morlotti e GiuseppeSantomaso - gli ultimi due confluiti successivamente nel Gruppodegli Otto, breve ma fondamentale esperienza informale del pano-rama artistico italiano degli Anni ‘50. Rimanendo in ambito infor-male, non possono passare inosservate i viscerali lavori di EmilioScanavino.La collezione tocca, infine, i lidi della Pop art italiana, con le operedi Ugo Nespolo e Mario Schifano. Quest’ultimo è ben rappresen-tato da quattro grafiche di grande formato: tre degli ‘80 che traboc-cano colore e vitalità e un Paesaggio anemico che testimonia l’ade-sione dell’autore alle correnti artistiche internazionali e, soprattut-to, americane.

Artisti in mostra: Luca Alinari, Remo Brindisi, Xavier Bueno,Giovanni Cappelli, Michele Cascella, Bruno Cassinari, GiuseppeCesetti, Giorgio De Chirico, Raffaele De Rosa, Athos Faccincani,Salvatore Fiume, Franco Gentilini, Renato Guttuso, Carlo Mattioli,Francesco Messina, Giuseppe Migneco, Ennio Morlotti, Anton ZoranMusic, Ugo Nespolo, Giuseppe Santomaso, Aligi Sassu, EmilioScanavino, Mario Schifano, Remo Squillantini, Alberto Sughi, OrfeoTamburi, Mario Tozzi.

Da De Chirico a SchifanoLa collezione di opere grafiche del Maca

Orario:dal martedì alla domenica, 9-13 e 16-20; lunedì chiuso

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XI

Da De Chirico a Schifano

Collezioneche si presentacomeun “mazzodi fiori”, dovedapprimasono i coloria colpire losguardo dellospettatoreSplendidiesempi sonole serigrafiedi MicheleCascella,GiovanniCappellie VincenzoBalsamo

Bouquet al MacaBouquet al Maca

ARoma nel cinquecentesco palazzo Sora il Sindacato libero scrit-tori italiani ha presentato la recente opera dello scrittore cosenti-no Coriolano Martirano dal titolo Il luogo della anime - edizioniPellegrini -.In apertura dei lavori svoltisi nell’Aula magna alla presenza di unpubblico numeroso e qualificato, presidente della massima auto-rità culturale della narrativa italiana, Francesco Mercadante, haposto l’accento sul valore letterario e storico dell’opera di Martiranoche è stata poi illustrata in tutti i particolari dai professori GiovanniAntenucci, Antonio Coppola e Giuseppe Sicari.Dalla dettagliata analisi è emerso il valore letterario in perfetta ar-monia con quello storico che pone Il luogo delle anime tra le ope-re più interessanti della corrente narrativa.Alla luce di una accurata ricerca di archivio Martirano ipotizza lapresenza di Dante nel cuore della Sila dove trova rifugio nella ab-bazia di Cerenzia dopo la condanna all’esilio inflittagli a Firenze.È nella quiete della selva, che Dante chiama oscura, che il divinopoeta intuisce e inizia a comporre la Commedia, facendo tesorodell’archivio dell’abbazia ricca di una documentazione sino adallora sconosciuta. Il Poeta coglie da questa antica documenta-zione sino ad allora sconosciuta buon a parte della opera che re-sterà immortale. In particolare coglie da questa documentazioneuna storia che è assai lontana da quella ufficiale. Da questa rivi-sitazione e dall’ambiente che circonda l’abbazia - una selva oscu-ra solcata da un fiume, una botola che si inabissa a forma di co-no rovesciato ed un luogo dove le anime attendono di salire incielo o di sprofondare tra le fiamme o d’attendere la purificazio-ne - Dante illuminato dal pensiero di Gioacchino da Fiore svela-togli da Luca Campano intuisce che nel mondo è sempre di sce-na una Commedia, quella che poi Boccaccio appellerà Divina. Afar sì che la ipotesi di Dante in Sila diventi una realtà storica è an-che la presenza nella Divina commedia di ben 28 vocaboli di pu-ro dialetto locale. A rendere la ipotesi ancora più credibile è il re-gistro delle presenze nell’Abbazia dove il nome che Dante si at-tribuisce quando è fuori da Firenze compare non una ma tre vol-te. Dalla dettagliata analisi delle tre relazioni svolte nella qualificatasede del Sindacato degli scrittori, emerge che l’opera di CoriolanoMartirano, lo scrittore aristocratico di Cosenza, come lo chiamala critica letteraria, è un romanzo dove la realtà documentata sidissolve nell’arte creativa in dolce equilibrio tra il vero il verosi-mile.

Il luogo delle animeDante nel cuore della Sila

Le strade della letteratura

Fino al 1° settembre le opere grafiche del museo realizzate da alcuni dei più importanti artisti del Novecento

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C’è una lunga storia di gavetta alle spalle di Pamela Aloe, giovaneinsegnante, coreografa e direttrice di “Avvio alla danza”, nota scuo-la che sorge nei pressi del Parco Robinson, a Roges di Rende. Unistituto completo, che si rivolge a ragazze e ragazzi di tutte le età,proponendo un’offerta differenziata e altamente qualitativa; unascuola già protagonista di numerosi spettacoli di fine anno e di fe-ste di patrocini, del “Aspettando il Settembre rendese” nel 2009 e,recentemente, della selezione nazionale di Italia’s got talent, allequali hanno preso parte alcune ballerine della scuola. Un istituto chesi fonda sull’abilità e sull’esperienza della stessa Pamela, ormai daotto anni impegnata in questo affascinante e competitivo mondo,che richiede sempre più forti dosi di impegno, entusiasmo, preci-sione e, naturalmente, tanto amore. Caratteristiche che l’insegnan-te ha sempre messo nel suo lavoro, che vede come un continuo mi-gliorarsi per se stessa e per i suoi allievi: otto anni di danza a Cosenza,due anni a Bari, presso la scuola “Balletto oggi”, di Mariella Rana,dove ha concluso il percorso di studi. Ancora due anni a Napoli, perspecializzarsi in modern jazz, e tuttora frequentatrice dei seminaridi Movimento danza, la scuola diretta da Gabriella Stazio nella cittàpartenopea. Il risultato della passione e dello studio di questa energica e poliva-lente artista lo abbiamo apprezzato nel corso della bella serata chequalche giorno fa ha chiuso l’anno accademico di Avvio alla dan-za, presso il Teatro dell’Acquario. In questa occasione di festa, tut-ti gli allievi si sono esibiti, ciascuno nella specialità studiata: danzamoderna, classica e modern jazz, facendo onore all’impegno pro-fuso, nel corso di lunghi mesi di intenso lavoro, dalla propria inse-gnante. Sorprendente, emozionante, è stato il musical “Biancaneve”,momento centrale dello spet tacolo presentato dal tenore StefanoTanzillo, che ha avuto per protagonisti tutti i ballerini della scuoladagli otto anni in su; un’esibizione resa ancora più affascinante dal-le belle scenografie e dai costumi dei piccoli interpreti: si sono co-sì avvicendati sul palco la regina malvagia, il cacciatore che graziaBiancaneve, i laboriosi sette nani (per l’occasione, ci sono anche lenane), il bel principe azzurro e la dolce protagonista.

Ma la serata targata Avvio alla danza ha vissuto anche di altri pia-cevoli momenti: eleganti, come si addice alle professioniste di que-sta nobile arte, e come le ballerine di classico che hanno danzatosulle note dell’intramontabile Don Chisciotte, strappando gli ap-plausi a scena aperta del pubblico e dei genitori presenti in sala.Assolutamente riuscite anche le coinvolgenti e più “leggere” esibi-zioni dei vari allievi del modern jazz, che hanno ballato su di-verse musiche di recente successo: come quelle delle canzoni del-l’ormai famosissimo Buddha Bar. Una menzione di merito, inol-tre, è giusto dedicarla agli allievi dei balli di gruppo e caraibico,meno giovani, che hanno generosamente scelto di esibirsi arric-chendo la serata con il proprio sforzo e il coraggio di mettersi ingioco.

Una serata dunque assai godibile che ha lasciato intravedere qua elà possibili astri del ballo, e che ha sicuramente messo in luce il me-rito della giovane insegnante, coreografa e direttrice di Avvio alladanza, che ha potuto quindi affermare con orgoglio: «Sono moltosoddisfatta dello spettacolo di fine anno; è stata una bella serata inun posto importante: la degna conclusione di un anno molto im-portante per la nostra scuola. Ora abbiamo solo un piccolo momentodi riposo estivo, di spazio utile a riorganizzare le idee per la parten-za dei corsi a settembre. Come sempre, aspettiamo l’arrivo di allie-vi di tutte età: assieme ai corsi di Moderno e Classico, Avvio alladanza insegna il Modern jazz, balli caraibici e di gruppo, e il liscio.Noi - ha proseguito - abbiamo un occhio di riguardo particolare peri più piccoli. Per gli allievi di età compresa tra i cinque e i sette an-ni teniamo infatti i corsi di propedeutica; questo perché in questa fa-se della sua vita il bambino sviluppa un autocontrollo e un’educa-zione del proprio corpo che gli saranno poi fondamentali. Inoltre -racconta ancora la direttrice - teniamo anche corsi di Educazione alritmo e al movimento, per i piccolissimi da tre a cinque anni: un mo-mento fortemente ludico, all’interno del quale esplorare il propriocorpo e allenare le proprie capacità di coordinazione attraverso l’aiu-to della musica».Una preparazione completa che passa dall’amore e dalla professio-nalità di una professionista giovane, ma già completa.

Il particolare...Tra i più affezionati e instancabili allievi di Pamela c’è anche il com-pagno... Francesco Minardi, anche lui protagonista dello spettaco-lo di fine anno nella sezione balli caraibici. Difficile dire se l’allie-vo potrà mai superare “la maestra”; per adesso, però, si vocifera diuna partecipazione di Francesco alla prossima selezione di “Amici”...

solo voci di corridoio?Oppure Pamela si ritroverà

in casa un pericoloso ri-vale? Molto presto lo sco-priremo.

sabato13 luglio 2013

XII

di Federica Montanelli

Bilanci ed emozioni finali

Musical e danza chiudono al Teatro dell'Acquario

La scuola“Avvio alladanza”per ragazzie ragazzedi tutte le etàfa una festaconclusivapressoil teatrocosentino

Un anno di passiUn anno di passi

Pamela Aloe e Francesco MinardiSopra, un momento

del musical “Biancaneve”

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Comincia a delinearsi il quadro dei premiati che animerà la nonaedizione della “Grotta dei desideri”, il suggestivo evento di arte, mo-da e cultura organizzato ad Amantea dall’associazione Cp Produzionicon il prezioso supporto dello studio di comunicazione Emmedia edella Agc agency. La manifestazione, proseguendo il cammino in-trapreso nel 2010 con Rabarama e confermato nel 2011 con CesareBerlingeri, consegna quest’anno il premio “Job&Fashion” a CinziaPellin, continuando a dedicareun’attenzione particolare all’artecontemporanea e nello specificoalle sue espressioni migliori. Lapittrice riceverà il riconoscimen-to nel corso della serata di galadel 4 agosto con inizio alle ore 21.

Originaria della provincia diRoma, Cinzia Pellin ha frequen-tato l’Accademia di Belle arti del-la capitale, diplomandosi con ilmassimo dei voti in Scenografia.A caratterizzare sin dagli esordil’espressione dell’artista è stata lafiducia nella pura manualità deldipingere, finalizzata tanto all’in-dagine del vero quanto alla suasottile manipolazione. La sua pit-tura ha liberato in pochi anni unvero caleidoscopio d’immaginiricche di fascino e seduzione che,come tante schegge, si avvicina-no e si allontanano nel gioco sen-za fine dell’esistenza. La pitturadi Cinzia Pellin sfugge sensibil-mente alle categorie con cui si èsoliti definire le espressioni visi-ve contemporanee. La possibilitàad esempio di ricondurla ai lin-guaggi dell’iperrealismo, con cuipresenta superficiali elementi ditangenza, viene vanificata da si-gnificative eccezioni rispetto allaresa mimetica del particolare,nonché da quanto l’artista proietta sulla tela del proprio sentire ri-guardo al soggetto. Il suo particolare approccio al ritrarre, inoltre,appare strumentale alla definizione di uno stile, che intende affer-

marsi come unico ed immediatamente riconoscibile. A siglarlo, èl’accendersi di rossi infuocati sulle bianche superfici dei volti, in-quadrati dalla pittrice secondo primi piani di tipo cinematografico

e resi incompatibili con qualsiasipossibile ambiente, quando nonisolati dallo stesso corpo cui ap-partengono.

Le opere di Cinzia Pellin (www.cinziapellin.com), così come quel-le dei più importanti esponentidell’arte contemporanea, sonoesposte in diversi Paesi d’Europa,sotto l’egida della Vecchiato Artgalleries di Padova (www.vec-chiatoarte.com) che conferma an-cora una volta la propria maestrianell’individuare e soprattutto va-lorizzare artisti pronti a diveniredelle vere icone dell’arte mon-diale.Cinzia Pellin parteciperà anchealla serata di anteprima della“Grotta dei desideri” che si terràil 1° agosto alle ore 21 nella piaz-zetta Calavecchia ad Amantea.«La presenza di Cinzia Pellin -spiega Ernesto Pastore, il diretto-re artistico della “Grotta dei desi-deri” - c’inorgoglisce e premia illavoro fatto nel corso di questi an-ni. Non ci siamo mai fermati al-l’aspetto esteriore della moda, maabbiamo cercato di identificarequesto importante comparto del-l’economia in senso lato con ilmade in Italy, ampliandone i con-fini e facendo comprendere algrande pubblico i risvolti artisti-ci ad esso legati. Così facendo

Amantea, piccola realtà turistica del Tirreno cosentino, è divenutauno dei centri di moda più conosciuti a livello nazionale ed inter-nazionale. Proseguiremo su questa strada, nella consapevolezza chearte e moda, divertimento e cultura, possono camminare insieme».

sabato13 luglio 2013

XIII

Rosso fuocoad Amantea

Premio “Job&Fashion” per Cinzia Pellin: la grande arte contemporanea entra nella “Grotta dei desideri”

Agosto d’arte

Si accendesulle bianchesuperficidei volti,inquadratidalla pittricesecondoprimi pianidi tipo cine-matograficoe resiincompatibilicon qualsiasipossibileambiente,quando nonisolati dallostesso corpocuiappartengono

Rosso Cardinale

La magnifica - Loren

La verità nascosta

Nadia GambilongoSopra, accanto ad alcunedelle sue opere

Page 14: Voce ai giovani

Si terrà sabato 13 luglio, nel suggestivo scenario del Santuario del-la Madonna Greca di Capo Rizzuto, in provincia di Crotone, la XVIedizione del premio alle vite e alle carriere “Meeting del mare” or-ganizzata dall’associazione “Centro spettacolo” diretta da GinoFoglia. La manifestazione che si svolgerà nell’area marina protettadi Isola di Capo Rizzuto in provincia di Crotone e sarà condotta daMassimo Proietto ed Elisabetta Gregoraci, proverà a coniugare an-che in questa edizione giornalismo, comunicazione, cultura, inno-vazione, musica e spettacolo. Proietto e Gregoraci assicurano disvolgere nel miglior modo possibile il ruolo di padroni di casa inuna serata organizzata in sinergia con la Misericordia di Isola CapoRizzuto che celebra quest’anno i 25 anni di cammino. Partners isti-tuzionali dell’evento sono la Regione Calabria, la Provincia diCrotone ed il comune ospitante di Isola Capo Rizzuto. Ad esibirsiospiti d’eccezione, quali, Ilaria Porceddu, reduce dal secondo postoal Festival di Sanremo, il comico Gennaro Calabrese ed il cantanteAttilio Fontana accompagnati dalla Diffusion jazz band. Nel corsodella manifestazione, saranno assegnati i prestigiosi riconoscimen-ti a personalità di spicco del mondo del giornalismo, della comuni-cazione, della televisione, della medicina, della ricerca, dell’impe-gno sociale e della musica.

Per la categoria “Un mare di... Musica” il riconoscimento andrà aNino D’Angelo per i suoi prestigiosi traguardi musicali;il premio “Un mare di... Giornalismo” sarà ritirato dal giornalista del-la Rai Carlo Verna per il notevole impegno e dedizione dimostratinella sua professione; Giuseppe Pasquale Marra, fondatore e presi-dente del gruppo Adnkronos. Si tratta di un “premio speciale” dalsapore particolare per tutti i calabresi nel mondo.“Un mare di... Comunicazione” invece verrà assegnato ad AlessandroCasarin, direttore della Tgr della Rai, che ha fatto della qualità deicontenuti il suo marchio di fabbrica, per la cura e la professionalitàposte quotidianamente nel raccontare tutte le realtà regionali del no-stro paese con importanti approfondimenti regionali e nazionali. “Un mare di... Televisione” è il premio assegnato al conduttore diRaiuno Franco Di Mare, scrittore e giornalista, per i suoi racconti eil suo impegno civile;

il premio “Un mare di... Medicina, Ricerca e Tecnologia” sarà confe-rito dal Gruppo Marrelli, al rettore dell’Università di Catanzaro AldoQuattrone per la preziosa attività di ricerca svolta in ambito scien-tifico, per gli enormi risultati conseguiti nel settore della medicina. Il premio “Un mare di... Successi” riconoscimento FondazioneNeuromed andrà ad una icona delle musica italiana per le sue cele-bri e bellissime canzoni, Patty Pravo.Il premio “Un mare di... Impegno” verrà ritirato dal giornalistaRiccardo Bonacina direttore della rivista Vita, riferimento nel no-stro paese per la comunicazione sociale.Infine, anche quest’anno la Banca popolare del Mezzogiorno asse-gnerà il riconoscimento per “Un mare di? Traguardi”. Il premio saràconsegnato dal presidente dell’istituto bancario, Francesco Lucifero,è sarà ritirato dall’imprenditore Gianni Abramo per i 105 anni di at-tività.Un riconoscimento speciale per “Un Mare di Legalità” andrà in ri-cordo del giudice Antonino Scopelliti che ha dedicato la sua vitabattendosi per l’affermazione dei valori della giustizia.

È online sul sito web www.arpacal.it e identificata dal logo dell’i-niziativa “Sos Pronto intervento per il mare”, la mappa interattivasull’andamento delle segnalazioni che giungono al Numero verde800.33.19.29 istituito dall’Agenzia regionale per la protezione del-l’ambiente della Calabria (Arpacal) nell’ambito dell’accordo sigla-to l’1 luglio 2013 con Regione Calabria e direzione marittima re-gionale.La mappa - che illustra quante segnalazioni giungono dalle princi-pali stazioni balneari calabresi - è uno dei prodotti di comunicazio-ne ambientale che l’Arpacal ha messo a disposizione per forniremaggiori informazioni al pubblico sull’indice di partecipazione deicittadini all’iniziativa, dando riscontro sul numero delle segnalazioniche giungono da ciascuna stazione balneare calabrese al Numeroverde 800.33.19.29, operativo dal lunedì alla domenica, festivi com-presi, dalle ore 8:00 alle 18:00.È il caso di precisare che la mappa interattiva non illustra l’anda-mento delle segnalazioni, ossia il percorso che va dalla verifica daparte dei Dipartimenti provinciali Arpacal e dalle Capitanerie di por-to competenti sino all’eventuale campionamento ed alle relative ana-lisi; ciò al fine di distinguere nettamente l’indice di partecipazionedei cittadini all’iniziativa, visibile appunto attraverso la mappa, daciò che è la valutazione scientifica delle singole emergenze segna-late, che spesso hanno tempi di risposta standardizzati dalla nor-mativa di settore e, rispetto alle aspettative dell’utente, un po’ dila-tati.

Per dare contezza, invece, dell’andamento delle segnalazioni, ognisettimana sarà possibile scaricare un bollettino in formato pdf cheindicherà tutte le segnalazioni ricevute e le risposte alle stesse. Nellostesso spazio web, infine, è possibile visionare le fotografie che gli

sabato13 luglio 2013

XIV

L’onda dello spettacolo...

Eventocondottoda MassimoProiettoed ElisabettaGregoraci cheproverannoa coniugaregiornalismo,cultura,innovazionee musica

Il mare premia...Il mare premia...Meeting del mare. A Isola Capo Rizzuto la XVI edizione del premio alle vite e alle carriere

L’Arpacal attiva la mappa web delle segnalazioni

...e lancia l’Sos...e lancia l’Sos

Page 15: Voce ai giovani

utenti avranno inviato alla casella [email protected] e che ilgruppo di lavoro Numero verde, dopo le opportune verifiche, pub-blicherà indicandone il luogo e la data di riferimento unitamente alcodice identificativo della segnalazione.

Il programma televisivo è scritto da Massimo Proietto e GianlucaAnsanelli con la regia di Franco Bianca. La scenografia è di MarioCarlo Garrambone. Tra le novità dell’edizione 2013 vi è stata la se-rata “Aspettando il meeting” che si tenuta venerdì 12 luglio, sem-pre a Capo Rizzuto. Alla conferenza stampa di presentazione del-l’evento, tenutasi nella sala Giunta della Provincia di Crotone, han-no partecipato il presidente dell’ente Stano Zurlo, il sindaco di Isoladi Capo Rizzuto Gianluca Bruno, il vice presidente nazionale delleMisericordie d’Italia Leonardo Sacco, il vice direttore generale del-la Banca popolare del Mezzogiorno Antonio Rosignoli e gli asses-sori provinciali Alessandro Carbone, Antonio Leotta, GiovanniLentini. Nel corso del suo interevento il presidente della ProvinciaZurlo ha parlato dell’importanza dell’evento che «ogni anno -ha di-chiarato- rappresenta per il nostro territorio la manifestazione diapertura della stagione estiva e che richiama migliaia di persone. Èun momento importante -ha concluso Zurlo- che è occasione e ve-trina di primo piano per il crotonese, considerato il ritorno mediati-co nazionale ed internazionale del Premio».

sabato13 luglio 2013

XV

...e dell’allarme

Randagismo: tutto ciò che c’è da sapere

Tutto quello che è importante conoscere su come le istituzione si muovono sul randagi-smo, per contenere questo fenomeno e su come vengono sviluppate quelle iniziative ci-viche d’adozione tanto importanti per le persone quanto fondamentali per i cuccioli o“trovatelli” come momenti sperimentati in città hanno testimoniato ampiamente.Nella Sala Conferenze del Protoconvento Francescano dii Castrovillari, martedì 16 lu-glio, dalle ore 17, si terrà un workshop dal titolo “La tutela e il benessere degli animalidi affezione”.«L’iniziativa, organizzata dal Comune, prevede - spiegano il sindaco, Domenico Lo Polito,e l’assessore allo Sviluppo ambientale, Angelo Loiacono - la partecipazione dei sindacidel territorio, dell’Azienda sanitaria provinciale attraverso i Servizi veterinari del posto,dei membri della “Commissione ambiente e sanità” del Consiglio comunale, delle asso-ciazioni “Amici della Terra”, “Oasi”, “Pensieri liberi” Pollino, dell’Agesci, delle sezio-ni locali dell’Enpa e della Fia, nonché del gruppo “Passione animali”, della delegazionelocale di “Guardie ambientali d’Italia” oltre dela sezione castrovillarese di "Legambiente”».«Un altro momento nel solco della partecipazione e condivisione di un percorso - ag-giungono gli amministratori- che vogliamo legare con quel principio del “filo rosso” chesta caratterizzando le diverse azioni su cui siamo impegnati».Il programma, nello specifico, prevede, dalle ore 18, il saluto del sindaco Lo Polito e l’a-pertura dei lavori con un contributo dell’assessore Loiacono che modererà gli interven-ti. Subito dopo, gli interventi di Gianluca Grandinetti, dirigente veterinario, componen-te della task force per le attività veterinarie del Dipartimento Tutela della salute e Politichesanitarie della Regione Calabria che affronterà “la razionalizzazione degli interventi inmateria di randagismo e l’istituzione di una rete di canili sanitari nel territorio regiona-le”, e di Carla Rocchi presidente nazionale Enpa (ente nazionale protezione animali -Onlus-) che riferirà “sull’importante collaborazione tra Comuni, Asp e associazioni perl’applicazione della normativa animalista, trattando il modello Castrovillari quale possi-bile prototipo per la realtà calabrese”.Seguiranno le comunicazioni: del responsabile del Settore Urbanistica e Assetto del ter-ritorio del Comune, Roberta Mari , la quale tratterà “la gestione pubblica del canile diCastrovillari”; del dipendente del Servizio Igiene ambientale dello stesso ente, FrancescoBianchimani che approfondirà “il nuovo regolamento comunale per la tutela degli ani-mali”; mentre il dirigente dei servizi veterinari aria “A” di Castrovillari, Ennio Golia,dell’Asp di Cosenza, spiegherà “la situazione del randagismo canino nell’Asp di Cosenzae nell’area di Castrovillari”; Giorgia Rozza, responsabile adozioni progetto Enpa: “Tuttia casa”, poi, richiamerà il progetto “Tutti a casa: i cani di Castrovillari”. Invece, TullioTommaso, direttore sanitario del canile del capoluogo del Pollino e dei servizi veterina-ri dell’Asp di Cosenza parlerà del “canile sanitario di Castrovillari tra prospettive di svi-luppo, alla luce della nuova organizzazione regionale”.L’intera materia sarà oggetto di interlocuzioni e testimonianze oltre che di domande, lequali saranno sviluppate nel “question time” (precisamente nella fase dei lavori - comeprevisto -, durante la quale vengono illustrate alcune questioni già presentate e riguar-danti anche argomenti particolari, su cui viene data risposta dagli organismi preposti),prima delle conclusioni ed il punto di sintesi sulla full immersion.

Per iscriversi al workshop è importante compilare e inviare la scheda di registrazione en-tro il 15 luglio che si trova sull’indirizzo [email protected] o telefo-nare alla segreteria organizzativa: 0981.25310 - fax 0982.25245 - del Servizio d’igieneambientale, riferimento nell’organizzazione del workshop.

Tutela e benesseredegli animali d’affezione

Page 16: Voce ai giovani

L’Attesa è il titolo dell’ultimo film per la regia di Marco Caputo escritto da Davide Imbrogno, prodotto da Barbieri, che sarà presen-tato in anteprima lunedì prossimo, 15 luglio alle ore 20.00, pressoil cinema “Garden” di Rende, con ingresso gratuito. Il corto con Paolo Mauro, Giovanni Turco, Dario Brunori, JoshWilliam Gaspero, Totonno Chiappetta, Maryla Colandrea-Scotto, èstato girato tra New York ed Altomonte, e narra la storia di un pub-blicitario italo-americano in crisi esistenziale, pronto a scappare viae rifugiarsi in Calabria per ritrovare se stesso. L’Attesa come sinonimo di aspettativa, di ri-uscita di qualcosa. È laproiezione di un progetto, di una speranza, una proiezione che puòessere accusata come pesante, come vincolante, che grava sull’uo-

mo inchiodandolo nel modo in cui gli altrilo vedono, togliendogli quindi libertà. MaL’Attesa può però essere un tipo di aspetta-tiva più profonda e più leggera, quasi attesadel sole che sorga ancora una volta, discre-ta, umile, ma fedele e fiduciosa.

Può essere l’attesa del conosciuto, qualcosasu cui fare affidamento: eppure essa non ècertezza, né pretesa di certezza. È quella mi-nima fede nella conoscenza di come va ilmondo, di come vanno le persone, lungi dal-l’essere pretenziosa, che è però forte e solochi è sovrano nella scelta dovrebbe percepi-re come onore.L’Attesa dunque un’opera che vuole essereuna riflessione sull’esistenza e sulle sue sfu-mature. Una riflessione su diversi aspetti del-l’animo umano, il personaggio interpretatoda Paolo Mauro, sembra essere catapultatoin una sorta di linea d’ombra, in una convi-

venza con un malessere che spesso cerca di non affrontare, cercan-do di allontanare se stesso dagli altri. L’idea di base del corto non è solo quella di raccontare una storia efare cinema, ma è anche quella di promozione del territorio, un con-nubio tra comunicazione e cinema. Marco Caputo e Davide Imbrogno sono due giovani di grande ta-lento impegnati da anni nel fare cinema in Calabria senza avere adisposizione grandi troupe e grossi budget. Una sfida resa possibi-le grazie al loro ineccepibile estro, alla creatività ed originalità cheli contraddistingue, ma anche grazie a quanti credono nei loro pro-getti e li finanziano, come nel caso della famiglia Barbieri diAltomonte. Tra gli artisti internazionali che hanno mostrato grandestima verso questi due giovani cosentini è Hugo Race, musicista au-straliano, ex membro del gruppo di Nick Cave, che ha concesso idiritti per l’utilizzo di un suo brano. A seguire happy hour offerto dalla famiglia Barbieri.

sabato13 luglio 2013

XVI

di Pileria Pellegrino

L’Attesa è finitaL’Attesa è finita

L'ultimo film per la regia di Marco Caputo e scritto da Davide Imbrogno, prodotto da Barbieri

Corti dalle lunghe emozioni

Saràpresentatoin anteprimalunedì15 luglioalle ore 20pressoil cinema“Garden”di Rendecon ingressogratuito

Miss Klichè Italia, il concorso di bellezza che colorerà questa esta-te portando il suo spettacolo in numerose piazze italiane, acqui-sisce un nuovo partner: la trasmissione televisiva “In punta di pen-na”.“In punta di penna” è un programma di carattere culturale, in on-da su MetroTv, ex Metrosat, al canale 292 del digitale terrestre.Ideato e realizzato da Carlo Minervini, giornalista, inoltre, dellaGazzetta del Sud, In punta di penna si propone di offrire una nuo-va dimensione della bellezza, affrontando temi culturali di ampiorespiro attraverso la rievocazione di contesti letterari.La ragazza che vincerà la corona di Miss Klichè Italia, tra gli al-tri premi previsti, quindi, avrà la possibilità di figurare come in-terprete di scene e ricostruzioni storico - letterarie utili alla rea-lizzazione della nuova stagione di In punta di penna.«La partecipazione di Miss Klichè nei contesti di produzione vi-deo della trasmissione in onda su MetroTv e su Telemia, si spo-sa perfettamente in un’atmosfera positiva di valorizzazione com-pleta della bellezza e del talento» afferma soddisfatto PieroSciammarella, patron di Miss Klichè Italia.«In punta di penna, aggiunge Carlo Minervini, è una trasmissio-ne che intende portare la letteratura e la bellezza in tv. La primastagione è stata caratterizzata da una grande varietà di ospiti, tut-ti validi esponenti del mondo artistico e culturale, come, ad esem-pio, Marco Santagata, il massimo studioso a livello mondiale diDante Alighieri, Pino Aprile, scrittore di pregio sui temi delMeridione, o, anche, l’attore Ettore Bassi, l’attrice AlessandraMancarella e la cantautrice Mariella Nava. Anche alla luce di ciòIn punta di penna sembra essere l’ambiente ideale per una ragaz-za che voglia provare l’emozione di muovere i primi passi davantia una telecamera».Così mentre va a delinearsi un calendario sempre più ricco di da-te cresce il numero delle partecipanti, l’impegno dei direttori ar-tistici e il lavoro degli organizzatori della Big agency nella stes-sa misura in cui aumenta l’entusiasmo e l’attesa per serate che sa-ranno veri e propri eventi di bellezza.Il calendario è in continuo ampliamento, intanto, Miss KlichèItalia si svolgerà: il 27 luglio a San Fili - Cs (The Secret Garden), il 4 agosto a Marano Marchesato - Cs (Bar del Carmine), il 6 agosto a San Lucido - Cs (lido Miami Beach),il 12 agosto a Cerva - Cz (Anfiteatro Comunale),il 25 agosto a Paola - Cs (Lido Beach Story).

La bellezzache colora l’estate

Tutto pronto per Miss Klichè Italia

Page 17: Voce ai giovani

Sono giovani ma determinati. Spesso titolari di piccole aziende mache pensano in grande! Molti lo fanno per vocazione, altri per tra-dizione familiare, altri ancora per necessità. Ma anche quando man-ca il talento, con il lavoro e con il sudore, possono veder non solonascere, ma anche crescere la propria azienda. Sono tutto questo igiovani imprenditori italiani, ragazzi e ragazze che vogliono reagi-re alla crisi, alla disoccupazione, alla sfiducia puntando su se stes-si. Fancesco Pagliaro classe ‘72 ha sposato in pieno questa fìloso-fia dando vita alla Idro service. Con l’esperienza maturata in oltrevent’anni nel campo dell’idraulica, Francesco ha voluto investirenell’innovazione e nella formazione personale frequentando corsiprofessionali e collaborando con le migliori aziende locali e nazio-nali del settore.

L’imprenditorialità si può insegnare oppure è semplicemente il ri-flesso di attitudini individuali innate?Credo sia un mix tra le attitudini individuali innate e quello che siapprende lungo il corso della propria vita. Ricordo benissimo la pri-ma volta che ho capito di voler fare l’idraulico, ancora ragazzino fi-nita la scuola nei mesi estivi, accompagnai un vicino di casa, giàidraulico, per dare una mano in piccole riparazioni o semplici so-pralluoghi; i mesi diventarono anni e iniziò così la mia gavetta. Dopoqualche tempo da apprendista, in maniera naturale, mi sono ritro-vato ad avere i miei clienti e ad essere contattato da altri. Certo era-no gli Anni ‘90, si viveva meglio e l’economia era molto più sanarispetto ad oggi, ero assunto e ciò che guadagnavo mi spronava afare sempre meglio. Chi vuole fare impresa oggi deve avere nel pro-prio Dna il senso del rischio, la capacità di essere leader, di saper fa-re squadra con i propri collaboratori, di saper ascoltare il pensierodegli altri, soprattutto del cliente. Ma, insieme a queste doti innate,deve esserci un percorso di formazione che dura tutta la vita.Oggi un imprenditore, se vuole restare competitivo, ha l’obbligo ela necessità di formarsi, di confrontarsi con altri colleghi, di impa-rare a collaborare, a fare rete. È per questo che mi rivolgo ad altriesperti del settore, ingegneri, termoidraulici, per approfondire ed af-frontare nuovi progetti per soddisfare anche le richieste dei clientipiù esigenti. Non si può pensare di fare impresa senza guardare quo-

tidianamente quanto accade fuori dalle proprie mura, senza pensa-re a come evolvono le esigenze delle persone sia in termini di pro-dotto che di servizi.

Dare futuro all’impresa, con quali iniziative e proposte?Penso sia fondamentale per ogni imprenditore non smettere di ascol-tare le richieste del mercato e riuscire ad individuare le migliori so-luzioni, oggi anche economicamente vantaggiose, per migliorare laqualità della vita e puntare su risparmi concreti. Rappresento unapiccola azienda e ciò mi permette di seguire personalmente ognicommessa assunta sia in fase progettuale che esecutiva, dal sem-plice intervento di manutenzione all’installazione di sistemi evolu-ti, mi confronto sempre con il cliente sulla soluzione impiantisticaottimale ed è stato fisiologico guardare con curiosità alle nuove tec-niche ed alle energie alternative rinnovabili, non nego sempre piùspesso richieste dagli stessi clienti ormai informati e predisposti al-l’utilizzo di nuovi strumenti ecologici. Tra le innovazioni più signi-ficative e richieste mi preme evidenziare l’ impianto solare termicoche abbatte i consumi energetici grazie allo sfruttamento dell’ener-gia solare per la produzione dell’energia termica. Gli impianti sod-disfano il fabbisogno di acqua calda sanitaria non solo nei mesi esti-vi, ma anche nei mesi invernali. Tutto ciò, ancora per il momento,supportato da interessanti agevolazioni fiscali. Nel corso degli annipoi abbiamo assistito all’avvento di impianti fotovoltaici per la pro-duzione di energia elettrica quasi esclusivamente ad uso di grandiaziende, oggi anche in risposta alle difficoltà economiche investiresul fotovoltaico conviene soprattutto alle piccole utenze, senza sot-tovalutare che la nostra posizione geografica non solo ci garantisceun irraggiamento migliore e più costante rispetto al nord del Paese,ma in termini economici una costante stabilità nel tempo.

sabato13 luglio 2013

XVII

L’impresaè non mollareL’impresaè non mollare

Tra i rischi della crisi e le idee per andare avanti!

Determinazione ed entusiasmo

FrancescoPagliaro

di Francesco Fotia

Sono giovanimadeterminatiSpesso titolaridi piccoleaziende mache pensanoin grandeMolti lofanno pervocazione,altri pertradizionefamiliare,altri pernecessità

La più potentedelle energie

Page 18: Voce ai giovani

Sono stati accolti a Palazzo Campanella dal segretario-questore delConsiglio regionale, Giovanni Nucera, i dieci giovani - sei ragazzie quattro ragazze - che hanno scelto di vivere una settimana di va-canza ‘alternativà, aderendo al bando nazionale ‘Campogiovani2013’, voluto dal ministero della Gioventù. ‘Campogiovani’, com’ènoto, è un progetto destinato a giovani e giovanissimi residenti inItalia, di età compresa tra i 14 ed i 22 anni compiuti, che frequenta-no istituti scolastici superiori o siano iscritti ai primi anni del ciclouniversitario, che intendono vivere da protagonisti le attività dellaPubblica amministrazione, particolarmente in difesa dell’ambiente,in aiuto alla popolazione, al servizio dell’Italia. Un primo approc-cio per vivere direttamente la pubblica amministrazione, amplian-do la conoscenza e l’esperienza sul campo, fare amicizia, scoprirele proprie attitudini e testare la propria voglia di impegno civile. «Conoscere e vivere il senso civico - ha detto Giovanni Nucera ri-volto ai giovani nell’aula consiliare ‘Fortugno’ - significa rafforza-re nel proprio intimo il senso di appartenenza ad una comunità».

Il segretario-questore del Consiglio regionale, nel prosieguo del suointervento, ha esposto le procedure di formazione delle leggi, «i cuicontenuti ricadono sulla vita quotidiana delle persone. E’più chemai necessario - ha continuato Nucera - che le istituzioni non sianoviste, soprattutto dalle giovani generazioni, come ‘entità estranee’rispetto alla vita di ognuno, ma siano messe nelle condizioni di di-svelare in questo momento di crisi particolare, la loro forza collet-tiva in grado di interpretare quanto più possibile gli interessi gene-rali, e come unico strumento in grado di elaborare strategie e pro-spettive che servano a far ripartire la Calabria ed il Paese».Nucera, inoltre, ha ricordato ai giovani ospiti la figura di Zaleuco,che per primo fissò nella Locri antica l’inviolabilità della dignitàumana chiedendo l’abolizione della schiavitù, impressa nelle fa-mose Tavole che riportano i primi codici scritti del mondo occi-dentale. Nucera, infine, ha preannunciato una proposta di legge «concui istituire la ‘leva civicà, cioè la promozione di un impegno gra-tuito da parte dei giovani cui fare ricorso nei momenti particolari dicui la comunità ha più bisogno».Il gruppo del ‘Campogiovani’, che sono ospiti dei Vigili del Fuoco,era accompagnato dal vigile tutor Pasquale Branca e dai vigili vo-lontari Marica Amilari e Rocco Sgrò.

sabato13 luglio 2013

XVIII

Campogiovani 2013

Accolti a Palazzo Campanella i dieci ragazzi che hanno scelto di vivere una settimana “alternativa”

Consiglio che...porta vacanza Consiglio che...porta vacanza

Un progettodestinatoa chi intendevivere daprotagonistale attivitàdella Pubblicaamministra-zione

In inglese li chiamano soft skill, ovvero conoscenze leggere, maforse sarebbe il caso di definirle “trasversali” o qualcosa del ge-nere. Dalle parti di Ingegneria gestionale le chiamano tecnicheper le relazioni interpersonali, un corso introdotto alcuni anni fache consente agli aspiranti ingegneri di cimentarsi in un campoapparentemente lontanissimo dalle discipline matematiche. Macosì non è e lo sanno bene i neolaureati che si imbattono, quoti-dianamente, in problemi di relazioni, conflitti, negoziazioni...E allora vale la pena di investirci, ma giocando al rilancio, comeun gruppo giovane e innovatore sa fare: per il secondo anno, nonchiacchiere ma fatti! Ovvero, i temi del corso diventano lo spun-to per diverse situation comedy, in cui si ricostruiscono gli am-bienti di lavoro e le loro problematicità. Ma un corso innovatoreaggiunge un po’ di pepe, anzi, pepper: il tutto, rigorosamente, inlingua inglese.E i nostri ingegneri gestionali, dapprima un po’ intimiditi, hannodato il meglio di sé in una bella pagina di Università scritta tra icolori dell’Aula Caldora che, per il secondo anno consecutivo, èdiventata una specie di teatro sperimentale di respiro aziendale.Soddisfatti la docente del corso, Eleonora Bilotta e Luigi Filice,presidente del corso di laurea, che non ha fatto mancare la suapresenza alla rappresentazione.L’appuntamento all’anno prossimo per quella che ormai è diven-tata una bella tradizione, dal sapore anglosassone, tra i cubidell’Unical.

Sit com da gestionali...Succede dalle parti di Ingegneria all’Unical

Tappa calabra quest’anno a Santa Maria del Cedro, per la 51esi-ma edizione del Cantagiro, la storica manifestazione canora cheha avuto origine nel 1962 con Ezio Radaelli che in giro per l’Italiaha proiettato negli anni decine e decine di artisti. AdrianoCelentano, Peppino Di Capri, Rita Pavone, Gianni Morandi,Claudio Villa, Massimo Ranieri, Caterina Caselli, Lucio Battisti,Little Tony, I Pooh, Gianni Nazzaro, Amedeo Minghi, WilmaGoich, Edoardo Vianello, Domenico Modugno e tanti altri sonostati i protagonisti che hanno reso famoso il Cantagiro, ormai en-trato nella storia della musica e del costume italiano, un bagaglioculturale che non va perso, ma soprattutto ricordato perché anco-ra vivo nel ricordo di tanti italiani. La sosta in Calabria, fortemente voluta e ottenuta dal dirigentescolastico Mariagrazia Cianciulli del liceo “Campanella” diBelvedere e curata dal percussionista Carmine Raimondi, con ilpatrocinio del Comune, si svolgerà il 6 e il 7 agosto nella Piazzadelle Palme della ridente cittadina di Santa Maria del Cedro, chesi affaccia sulla costa dell’alto tirreno della provincia cosentina eavrà la partecipazione anche di ospiti illustri come Jimmy Fontana,che si esibirà durante la prima serata insieme ai concorrenti par-tecipanti, certamente numerosi da cui ne saranno selezionati cin-que a serata per la sfida finale.

Arriva il CantagiroA Santa Maria del Cedro

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Ha preso il via la fase conclusiva del Progetto Clac, promosso dalCentro linguistico d’ateneo dell’Università della Calabria in colla-borazione con la Regione Calabria - dipartimento 11 - AssessoratoIstruzione, Alta formazione e Ricerca. Il primo gruppo di venti cor-sisti, tra cui studenti universitari, dottorandi, borsisti, assegnisti diricerca e insegnanti di scuola primaria e secondaria, che hanno fre-quentato le passate edizioni del progetto, è partito alla volta del RegnoUnito per svolgere una settimana di full immersion in una delle piùprestigiose scuole di Lingua inglese, la Pilgrims di Canterbury. Laselezione dei partecipanti è avvenuta grazie ad un sistema ideato efortemente voluto dalla professoressa Carmen Argondizzo, respon-sabile scientifico del Progetto e neo presidente Aiclu, in base al qua-le sono stati premiati gli allievi di ciascun corso che hanno ottenu-to il punteggio più ele-vato negli esami di cer-tificazione internazio-nale. Ad integrazionedel lavoro svolto in au-la, ben 64 corsisti Clactrascorreranno un perio-do di studio all’esteroche concorrerà ad ac-crescere le loro compe-tenze linguistiche, la lo-ro consapevolezza cul-turale, curiosità e creati-vità, in un’ottica fedeleallo spirito del Progetto.Le altre “eccellenze” delprogetto Clac che beneficeranno di questo periodo di studio all’e-stero, partiranno il 17 luglio ed il 26 luglio. Quello che li aspetta nelRegno Unito, dal punto di vista formativo, sarà un’esperienza uni-ca. I corsisti frequenteranno un corso denominato “Choises” cheprevede una articolata attività seminariale con delle mini-conferen-za nelle quali ciascuno studente sarà libero di scegliere il propriopercorso d’apprendimento in base alle proprie esigenze e soprattut-to in base alle proprie attitudini e interessi. I corsisti, una volta sud-divisi in piccoli gruppo di 4/5 persone, saranno seguiti da un trainernon solo durante i seminari, ma anche nei momenti di pausa e nellunch time. Non sarà dunque un corso tradizionale, ma un’espe-rienza unica offerta dal Progetto Clac a tutti coloro che hanno datoil massimo dedicandosi con impegno e passione nello studiodell’Inglese. I corsisti, inoltre, vivranno questa nuova avventura im-mersi nell’atmosfera suggestiva della medievale città di Canterbury,nel cuore della Contea del Kent, circondati da stupendi monumen-ti Patrimonio mondiale dell’Umanità. La giusta conclusione per unProgetto che in quattro anni ha avuto continue conferme e attesta-zioni di stima, con un numero di richieste di partecipazione in con-tinuo aumento.

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XIX

Clac, si parteClac, si parteProgetto promosso dal Centro linguistico d'ateneo dell'Unical in collaborazione con la Regione Calabria

Ragazzi in corsa

64 corsististudierannonel RegnoUnito peraccrescerecompetenzelinguistiche

coscienzaculturalecuriositàe creatività

Nel quadro del Programma “Pitagora Mundus”, il presidentedell’Istituto calabrese di politiche internazionali (Iscapi), SalvatoreLa Porta, il vice sindaco del Comune di Scigliano (Cosenza),Michele Damiano, le autorità locali ed il dirigente scolasticodell’Istituto omnicomprensivo di Bianchi-Scigliano, FernandaPetrisano, hanno avuto il piacere di dare il benvenuto in visita uf-ficiale, alla signora Ann-Dora Gbormie, assistente ministro per laPianificazione, Ricerca e Sviluppo, ministero della Pubblica istru-zione, che rappresenta la Repubblica di Liberia. Il “Pitagora Mundus” è un programma internazionale di scambiodi studenti, ideato dall’Iscapi, che coinvolge diversi Comuni dellaRegione Calabria, nel quadro delle politiche di sviluppo e coope-razione con i Paesi del bacino del Mediterraneo, fortemente volu-to dal presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, e rea-lizzato in collaborazione con l’assessore alla Cultura, MarioCaligiuri, e l’ufficio scolastico regionale. Il contenuto accademico è progettato per gli adolescenti di età com-presa tra 14 e 18 anni, che saranno assunti nei loro paesi d’originesulla base del merito accademico. In particolare, la cooperazione con la Repubblica della Liberia, saràattuata presso il Comune di Scigliano, dove 20 studenti liberianisaranno iscritti presso l’Istituto omnicomprensivo di Bianchi-Scigliano, che ha come settore di studio l’agricoltura e lo svilupporurale. Attraverso il programma “Pitagora Mundus”, gli studenti liberia-ni saranno esposti ad altre forme di vita, una nuova lingua e cultu-ra. Saranno ambasciatori per il loro paese, condividendo le infor-mazioni sulla loro cultura e sulle tradizioni, contribuendo così al-la diffusione della loro realtà ed alla promozione della loro storia,ottenendo l’avvicinamento tra le nazioni. Durante l’incontro ufficiale, Ann-Dora Gbormie, ha visitato le in-frastrutture dell’Istituto, l’azienda vitivinicola, le aule di informa-tica ed i laboratori di chimica, nonché i dormitori dove sarannoospitati i 20 studenti liberiani una volta arrivati a Scigliano, per l’i-nizio dell’anno scolastico, il prossimo settembre. Con la speranza di un grande livello di impegno, è stato concor-dato dai partner coinvolti, il calendario della progettazione, al finedi procedere alla cooperazione e attuazione del Programma “PitagoraMundus”.

Tutto il Pitagora Mundusè paese

Scambio studenti, la Liberia è in Calabria

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269 Tentazioni ideologiche frantumano la linearità dell’esse-re. Inquietudini di una vita che si rinnega sempre più drasticamen-te. Stravince il boato del nulla che si riversa sul colle delle pulsa-zioni dentro la memoria altrui. L’uomo in tempesta permanente evo-ca spettri di antiche tragedie e guarda spaventato l’evolversi del tem-po oramai nemico. Per dove?

270 Non è detto che il lavoro, compiendosi sotto la spinta delbisogno e della coscienza del valore, sia sempre amato e trovi l’uo-mo impreparato a rendersi conto di cosa sia. Mille testimonianze,su mille presenze, non confermano sempre un valore. Possono an-ticipare una burrascosa valenza.

271 È prepotente. Ci tiene e gode nell’esserlo. Ha ridotto lamoglie ed i figli al suo volere. Questi, più sono comandati e più lovenerano perché lo ritengono importante. La sua autorità apparisce,ai loro occhi, grandezza.

272 «Non posso lamentarmi di mio marito. Non mi fa man-care niente in casa. Porta mangiare a non finire, mi compra i vesti-ti più costosi, ai figli fornisce ogni tipo di giocattolo, ci dà soldi quan-to vogliamo» dice Maria. E intanto continua a fare la schiava. Unaschiava ben pagata e ben vestita, ma contenta evidentemente. Hamai conosciuto altro?

273 È una ragazza che passa le sue giornate senza far niente.Non aiuta la madre nei massacranti lavori di casa, non studia, fumasigarette dalla mattina alla sera, di nascosto da suo padre. Mangiacome un maiale. Mangiando fuori degli orari di pasto, impiega tem-po libero. Non accetta consigli, non crede nella discussione comeconfronto con le idee e le esperienze degli altri. Invece di preoccu-parsi di maturare e di crescere, si chiude in una sorta di orgoglio per-sonale credendosi appartenente ad una famiglia di antichi signoridel paese e non s’accorge che passano gli anni e vale sempre di me-no, passa il tempo e si abbrutisce. Troverà un momento per accor-gersi di quanto si va riducendo ad un solo ammasso di carne e os-sa?

274 Carmela vorrebbe diventare giornalista esperta in criticaletteraria. Per ora è massacrata da lavoro scolastico e famigliare.Forse spera nel futuro quando le condizioni di famiglia la rende-ranno più libera e, rispetto al lavoro di scuola, diverrà pensionata.Allora avrà il tempo necessario per specializzarsi. Giura che ce lafarà. All’apparenza, non c’è da credere molto. Non è questione divolontà e di possibilità; sa bene che è una questione di vocazioneche quando c’è, non si fa fermare da alcun ostacolo.

275 La giustizia di questo paese è simile alla tela di un ragno.Il calabrone può passare, il moscerino s’impiglia. Non vi pare?Peppino Dicembre dice che questo avviene non quasi, ma sempre.E sostiene che volutamente chi ha fatto le leggi, in questo paese leha fatte per interesse di qualcuno; non certo della difesa del bene co-mune e la tranquillità degli uomini.

276 Lo sciocco ha mille certezze, il saggio nemmeno una. Lacertezza spesso è figlia della superficialità.Maria teme sopratutto la solitudine.

277La Politica doveva essere una quasi scienza del costruire una societàa misura di uomini e donne. È diventata bivacco dei disonesti e mer-cato dell’intrallazzo.

278 Non emergi in una professione o in un mestiere? Mettitia fare politica. C’è terra per le tue radici. Ti nasceranno averi comela gramigna.

279 Insegue sogni spinto dall’impulso per affetto filiale. Lasua famiglia è il suo tormento. Il resto del mondo, il terreno dellesue lotte sociali. È questo uno degli esemplari migliori di questa so-cietà; se non proprio il migliore.

280 Franco e Bonaventura non prendono molto dal loro pa-dre. Essi conducono una vita tranquilla, fuori dalle intemperie deivecchi tempi, quando un terribile alluvione aveva sconquassato levisceri della montagna, reso inabitabile il caseggiato del loro anti-co paese e giornate di interminabile pioggia sembravano volersiportare tutto verso la valle scoscesa e profonda un abisso. La gene-razione del loro padre era stata tormentata da fame e miseria, peg-giorata dal più terrificante alluvione della storia del paese, quandotutti gli abitanti, contadini e artigiani, forestali e massaie, pastori eagricoltori proprietari, lasciarono la montagna e le case in dissestoe scivolose verso il basso, per riparare nei paesi di marina dando vi-ta ad una storia di sradicamento dalla propria natura e di avventura,oramai da nullatenenti; nella montagna di acqua, vento e pioggia, efulmini aveva dovuto lasciare ogni cosa e tentare l’avventura di unmondo diverso da disabituati. Erano questi gli abitanti di Africo.Seguirono, per essi, decenni di lotte per conquistare ogni cosa e ri-farsi una vita. Nobile e sacrificata gente!

281 Era divorato dalla grande passione per la letteratura me-ridionale. Aveva deciso di darsi da fare per ovviare all’ingiustiziache si era consumata nella sua nazione per la trascuratezza della cul-

«Non possolamentarmidi miomaritoNon mi famancareniente incasa. Portada mangiaremi comprai vestiti e aifigli fornisceogni tipodi giocattolo»E intantocontinuaa farela schiava...

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XX

Narrativa

di Giuseppe Aprile

Maria teme la solitudineMaria teme la solitudine

Caratteri, aforismi, minitesti

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tura nazionale rispetto a scrittori locali che meritavano una citazio-ne ed una critica per passare nella storia della cultura nazionale alpari dei migliori scrittori nati in Toscana, in Lombardia, in Sicilia,in Piemonte, nel Veneto, nel Lazio. Si buttò a pesce su questo temaed alla fine gli venne data una certa ragione nel lottare per fare emer-gere poeti e scrittori della sua terra di Calabria. Ebbe grandi meritinell’additare scrittori come Mario La Cava, Francesco Perri, FortunatoSeminara, Saverio Montalto e tanti altri ancora , nonché molti poe-ti, all’attenzione della critica letteraria nazionale. Dei pittori e degliscultori, e dei musicisti, non se ne occupò mai. Limitò la sfera delsuo interesse solo alle lettere. Ebbe il merito di far sapere che inCalabria non c’erano stati solo Corrado Alvaro e TommasoCampanella.

282 La sapienza contadina è di valore inestimabile. CuginoPasquale, diceva: «A me la scuola non ha dato nulla. Tutto quelloche so e che faccio l’ho imparato, a mie spese, dalla vita di ogni gior-no». Porta sempre con sé della carta di vecchi quaderni per tentarequalche scrittura e fare, come lui dice, racconti e poesie. È dispia-ciuto che non sia in grado di scrivere quello che vorrebbe, in buo-no italiano. «Zappavo dalla mattina alla sera, stavo in campagna,con le pecore e con gli strumenti di lavoro» dice. Altro che scuola!

283 Pietro, il figlio di cugino Pasquale, continua l’arte del pa-dre. Pastore, contadino, zappatore, padre di famiglia. E lo fa per ono-rare il padre a cui è legato da un affetto decisamente senza eguali eperché la vita lo decisamente abituato al mondo della terra, lontanodai rumori della vita moderna. Fa tutto e non ha mai bisogno di nien-te. Non si lamenta mai di nulla. È questa la vita saggia della gentedi terra. Per i suoi figli non prevede far cambiare strada futura. Moltifigli immersi nella vita “moderna” di oggi, non seguono per nulla igenitori e la loro indole. Se ne fregano addirittura. Hanno una vitatutta loro e per nulla legata a tradizioni e ad insegnamenti di fami-glia. Non è escluso che non abbino tutti i torti.

284 Carmela insegna e sa che la scuola è solo un momentodella vita. Fa con scrupolo il suo mestiere di insegnante e dice chenon vuole fare la fine dei professori dei suoi tempi, di quando era

studentessa, sia pure solerte e tra le prime. I professori avevano pas-sato la vita insegnando ai ragazzi e operando in famiglia. Nessunoaveva sfruttato la vicinanza con i libri per progredire. Imparavanola lezione del giorno che impartivano bene agli alunni. Si dimo-stravano bravi, preparati, diligenti. Ma alla fine si godevano una vec-chiaia che li riportava alla condizione di chi non aveva mai avuto lafortuna di avere a che fare con i libri e la scuola vera. Da pensiona-ti oramai non era rimasto loro che prendere atto che gli studi li ave-vano preparati per la scuola. Quanto tempo era stato usato relativa-mente! Lei, ora, pensa alla vita. Sa che la critica letteraria apre lenuove e immense vie del sapere. Fa con molta convinzione. Ancora,però, non si capisce se resta una brava professoressa o ha la voca-zione come critica letteraria. Quando è chiamata per qualche con-ferenza su temi di letteratura, si capisce bene che è ancora e troppoprofessoressa. Sembra trasferisca in quella sede, termini, toni, si-stemi comportamentali propri di come quando insegna nelle aulescolastiche, di fronte al propri allievi.

285 l’orto di Micantoni raramente cade la neve. L’inverno ri-gido è solo sulle alte montagne che si vedono in lontananza versolo Zomaro e Tre Pizzi. La vetta dell’Aspromonte, invece, è inneva-ta per tutto l’inverno, ma non si vede dall’orto di Micantoni.L’Aspromonte è un monte mitico.

286 Pietro di cugino Pasquale non ha mai avuto la manìa digirare il mondo. Gli bastano le sue capre, il suo orto, le montagnesu cui pascola le pecore, fa il latte, la ricotta, il formaggio. Le suemandrie producono molto latte. Con esso e quanto ricava dal lavo-ro agricolo, gli basta per vivere. La sua è’una vita sana, campagnola,saggia, accanto agli alberi, agli animali suoi, sul boscoso monteScaparrone e tra le montagne di Avrì, dove soleva girare latitante, ilbrigante Mugolino che compariva venendo dalla sua S.Stefanod’Aspromonte.

287 Conversando con gente semplice e genuina, s’impara lasemplicità e si diventa educati.

288 Non ho mai studiato. Ho sempre letto. La lettura soltantom’ha lasciato la mente libera e il cuore rafforzato. Quel che so èquanto ho dimenticato dopo avere letto i libri.

289 Scrissi i miei primi articoli di giornale in tenera età, ma-rinavo la scuola (l’Istituto magistrale “G. Mazzini” di Locri) per dueragioni. Per giocare al pallone, in uno spiazzo accanto allo stadiocomunale della locale squadra di calcio che allora militava in quar-ta serie, con i miei compagni che non volevano studiare e veniva-no a scuola per fare contenti i genitori e per recarmi a cercare noti-zie di cronaca, per come volavano i giornali, alla Corte di Assise diLocri e fare la cronaca giudiziaria per Il Tempo di Roma, avendocapito la mia indole di futuro giornalista. È da allora che una gran-de passione per la scrittura s’è impadronita di me e mi ha seguito fi-no ai nostri giorni e non finirà mai, nonostante il mio impegno prin-cipale di dirigente sindacale da cui ho tratto quasi tutti gli argomentidelle mie scritture. Non posso dimenticare mai Gianni Bagett Bozzoquando una sera, a cena da un ristorante reggino di ritorno con lamia auto da Roccella Jonica dove ci eravamo incontrati con i co-mune amico, senatore Sisinio Zito, a me che cercavo di fargli capi-re che per la narrativa avrei lasciato anche il sindacato, mi ha dettouna saggia verità. «Continua le tue battaglie sindacali e per i lavo-ratori. È una nobile cosa e scrivi proprio per questo. È questa lascuola della tua vita. Non commettere l’errore di rinunciare. Finirestiper non scrivere niente». Per tutto il resto della mia vita, ho portatoil ricordo di questo saggio consiglio nella mia mente. Non ho mailasciato il sindacato, non ho mai lasciato la scrittura, ho evitato diperdere tempo con la politica praticata in prima persona perchè sa-pevo che facendo il deputato al parlamento, avrei sprecato il miotempo utilizzabile al meglio con l’arte della narrativa. Ho semprepensato che vale mille volte più scrivere un romanzo, riuscire comescrittore che una vita da deputato o anche da uomo di governo!

290 L’uomo moralmente sano, ama la propria condizione; lapropria indole.

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XXI

Narrativa

Lo scioccoha millecertezze,il saggio

nemmenouna

La certezzaspesso

è figlia dellasuperficialità

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Gaetano De Luca della parrocchia di San Luca Evangelista, frazio-ne di Vadue di Carolei, nel Cosentino, responsabile dell’Azione cat-tolica parrocchiale e con incarico diocesano di amministratoredell’Azione cattolica. Ci ha introdotto ad una iniziativa che si è svol-ta nei giorni scorsi nel Parco storico di Vadue di Carolei, dove sor-ge l’antico Palazzo Civitella e la suggestiva chiesa della Madonnadel Carmine, con un bellissimo ninfeo del secolo XVIII.Il convegno/dibattito sulla crisi del lavoro giovanile dal titolo “Giovanie lavoro: risorse e opportunità”, è stato moderato dall’animatore di

comunità uscente del Progetto Policoro, AdamRuffolo, con i saluti e contributi del par-

roco di Vadue, don Franco Iaconetti,e il sindaco Franco Greco. Sono in-tervenuti il presidente dell’Azionecattolica diocesana di Cosenza,Nicola Gaudio; Federico Bria se-gretario generale della BccMediocrati; con l’ntroduzione diKatia Lombardo, docente dell’isti-tuto “A. Monaco” di Cosenza; con-tributi e testimonianze di Paolo

Sessa, presidente della coopera-tiva agricola “Le Georgiche”

di Marano principato e LuciaMoretti, presidente di“Goodwill”, la Città delleidee, cui è seguita una se-rata d’intrattenimento mu-sicale con il gruppo GliEta band. Evento patroci-nato dall’amministrazio-ne comunale di Carolei,e organizzato in colla-borazione con ilProgetto Policoro, ilMeeting dei giovani, el’Azione cattolica dio-cesana di Cosenza-Bisignano.Un’iniziativa inseritanella “Estate caro-leana 2013”, che havoluto abbinare, ol-tre alla festa e allostare insieme, un

qualcosa di concreto: per cui si è puntata l’attenzione sui giovani,dando segni di speranza. Le cose che in concreto sono emerse so-no: una presa di posizione più vera che provenga dal basso senzaaspettarsi interventi calati, ma interloquendo con i responsabili del-la politica locale; una maggiore attenzione a ciò che il territorio pre-dispone, le cosiddette vocazioni, anche se provenienti da chi è nu-do di esperienza, in queste direzioni; una maggiore creatività e in-novazione delle produzioni già esistenti, con una maggiore pro-pensione a reinventarsi affrontando il rischio. Una maggiore richiestadi finanziamenti per progetti imprenditoriali, che guardino al terri-torio, che siano delle buone idee e che assicurino un garante mora-le, che segua il giovane imprenditore nel fare impresa e immetten-dolo nel meccanismo della rete di relazioni sociali e d economiche.

Uno di questi progetti finanziati fino a 15mila euro dalla Bcc e vo-luto dalla curia ed è “il Seminatore”.

In concreto, Gaetano De Luca, che cosa state pensando di fare conquesta iniziativa?Promuovere tutte quelle iniziative che, con la collaborazione delProgetto Policoro, la Curia nelle direttive Cei offre a favore dei gio-vani che vogliono fare impresa. In tutto questo contesto sociale do-ve la disperazione delle persone che perdono il lavoro è notizia delgiorno, noi vogliamo dare un taglio di speranza che sia cristiano.

Tanti partecipanti, dell’Azione cattolica, del mondo dell’imprendito-ria, della scuola e del mondo bancario...Sì, la presenza di Federico Bria, segretario generale della Bcc, sispiega poiché la curia collabora con la banca in alcuni finanziamentidiretti a chi vuole fare impresa. L’Azione cattolica è da sempre ac-canto ai giovani con segnali di speranza e positività. Essa, vivendonel territorio è a contatto con le parrocchie e con lo sguardo al fu-turo delle nuove generazioni. L’Azione cattolica non può non pren-dersi carico responsabilmente dei giovani. A livello dell’ammini-strazione comunale, in particolare, si è attivato oltre il Sindaco Grecoanche l’Assessorato alla Pubblica Istruzione e i servizi sociali delComune. Il progetto Policoro, i rappresentati di due realtà impren-ditoriali, che ce l’hanno fatta e poi la scuola cosa può dare e cosa ineffetti dona ai giovani in termini concreti.

Circolo parrocchiale “Culturale sportivo San Luca Evangelista”. Di checosa vi occupate?Di tante manifestazioni culturali e sportive. Nel direttivo siamo insei e poi ci sono tutti i ragazzi che fanno le attività sportive e i tor-nei promossi dal Csi. In parrocchia sono attivate scuole di arti mar-ziali e scuole di danza. Abbiamo pensato anche ad una scuola di ri-chiamo e cucito. E sono tante le attività che cercano di coinvolgereil territorio e i giovani a 360°.

sabato13 luglio 2013

XXII

di Lucia De Cicco

“Seminando”buone idee imprenditoriali“Seminando”buone idee imprenditoriali

Pillole di fede

A Vadue di Carolei convegno/dibattito dal titolo "Giovani e lavoro: risorse e opportunità"

Ne parliamo con Gaetano De Luca della parrocchia di San Luca Evangelista

Promuoveretutte quelleiniziative,

che la Curianelle direttive

Cei offrea favore

dei giovaniche voglionofare impresa

In tuttoquesto

contestosociale dove

ladisperazionedelle personeche perdono

il lavoroè notizia

del giornosi vuole dareun taglio di

speranza chesia cristiano

GaetanoDe Luca

Nella foto sopraun momentodell’incontro

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Gabriella Dragani, in arte Be Equal, è una delle foniche di RadioCiroma, emittente radiofonica cosentina, che si trova nel centro sto-rico in Piazza Parrasio, e per una rubrica “Pazze per la radio” in col-laborazione di altre donne del mondo del sociale. Inizialmente pro-gettista del progetto, con Gisella Florio e Umberto Nigro, che havinto il bando per Fondazione per il Sud e che si chiamava “Pazziper la radio”, in seguito alla fine del progetto, l’idea che è molto pia-ciuta si è evoluta portandola avanti nel tempo e con la messa in gio-co di lei stessa come fonico. Accettando la sfida Gabriella dona unamano, come lei stessa dice a che la trasmissione da un’ora che du-rava ora si protragga per due ore il sabato mattina dalle 11,30 alle13,30 sulla frequenza 105.700. Perché di questa idea sociale della comunicazione?Perché ci siamo messe in gioco, proprio, poi, di sabato mattina, to-gliendo spazio alle famiglie. Interessante il discorso che è quellodella comunicazione sociale e non ci fissiamo sugli aspetti dell’at-tualità, ma soprattutto, sulla questione del territorio e di come pos-siamo migliorarlo, con il grado di vita, e nella prossimità. Una co-municazione di tipo sociale, che vogliamo affermare tutte noi chepartecipiamo al programma e che ci fa credere che se una farfallabatte le ali di certo dall’altra parte del mondo ci sarà una modifica.Una visione iniziale, che si è ampliata nella fase successiva, utiliz-zando tanti discorsi di presentazione di libri e passando dalle sem-plici news all’associazionismo, perché ci siamo rese conto che il ter-ritorio ha tanto da offrire e che il buono difficilmente risalta nei me-dia ufficiali. Quando cade, un albero fa rumore ma se cresce un bo-sco no, è una banalità, ma è anche vero però.Che cosa pensate di promuovere del territorio attraverso lo strumentodella radio sociale?Nel territorio si muove tanto, belle idee che si svilupperanno in for-ma di volontariato in futuro e proprio in un momento in cui non cisono fondi di nessun tipo. I comuni non finanziano i progetti, nonassegnano sedi e non si sostiene il welfare. E allora il volontariatodiventa l’unico mezzo, che mette di propria tasca i contributi ne-cessari e si deve dire che molte spese non sono neppure ammortiz-zabili, come quelle che riguardano gli spostamenti, per non consi-derare il tempo che si spende. Eppure ci sono tante realtà che nonsono conosciute e che lavorano in silenzio e altre che lentamente so-no cresciute facendo la storia della Città Bruzia, mi viene in mentela Ganmarco De Maria. Che cosa di positivo vede in queste attività, che si svolgono, mi sem-bra di capire tutte in forma di volontariato?Io faccio parte di due gruppi in questo momento come studente ecome docente. Scrittura creativa, e progettazione sociale e qui duepersone, che frequentano i due gruppi differenti, nella vita fannoparte di una precisa associazione. Come si nota il mondo del vo-lontariato consiste e crede fortemente nelle reti e nell’arricchimen-to che da esse deriva.Descriva la sua esperienza come docente...Mi occupo di progettazione sociale, perché ci siamo resi conto chetante associazioni nel territorio Cosentino, esterne proprio all’areaurbana, e che hanno delle menti ottime al loro interno, non hanno

mai preso in mano un progetto, sviluppato e partecipato a un ban-do. Pur avendo le capacità, non sono convogliate e organizzate perrispondere a bandi idonei, privati o pubblici, che destinano fondisulle idee progettuali. In ottobre partirà il secondo corso di questotipo e per gli assistenti sociali sono previsti anche diciotto creditiformativi per il loro corso di studi. Credo nell’apprendimento per-manete, le cose cambiano e il confronto è necessario. Programmi futuri?L’idea, se riesco a trovare fondi, è quella di partire per Bruxelles eseguire un seminario formativo sulla progettazione europea che èquella che maggiormente m’interessa, adesso aspettiamo un pocodi bandi, che abbiamo inviato all’Ue e speriamo che ci arrivino ri-sposte. Che cosa pensi del nostro essere rimasti indietro nella lingua più usa-ta che è l’inglese?Penso che conoscere le lingue è indispensabile, soprattutto l’ingle-se. Leggevo tuttavia, di come il nostro modo di esprimerci a gestistia diventando un linguaggio universale, sempre di più da imitareed è vero, perché alcuni gesti, molto italiani, sono ormai diventaticosmopoliti, come il segno di volere pranzare. Penso, però che, cisi debba vivere in un posto per imparare bene la lingua del luogo,perché sei forzato a parlare e quindi ti adatti prima.

sabato13 luglio 2013

XXIII

di Lucia De Cicco

Gabriella Dragani, in arte Be Equal, è una delle foniche di Radio Ciroma, emittente radiofonica cosentina

Frequenze rosa

Tra radioe progettazione europeaTra radioe progettazione europea

“Pazzeper la radio”una rubrica

in collabora-zione con

altre donnedel mondodel sociale

Nel fine settimana del 13-14 luglio circa 4.000 delegati prove-nienti dalle provincie di Cosenza e Catanzaro assisteranno aFrancavilla Angitola (Vv) all’ultima della serie di assemblee esti-ve indette dai testimoni di Geova dal tema: “La Parola di Dio èverità”. A questo scopo i Testimoni hanno distribuito uno specia-le invito alla cittadinanza illustrando alcuni punti salienti del con-gresso. Per consultare il programma completo e vedere un videosulle nostre assemblee, si può visitare il nostro sito ufficialewww.jw.org. Il tema del congresso si basa sulle parole di Gesù ri-portate nel vangelo di Giovanni 17:17, in cui lo stesso Figlio diDio affermò, parlando della Bibbia, che la ‘Parola di Dio è ve-rità’. Uno dei momenti clou del programma sarà il discorso inti-tolato “Che cos’è la verità?”, che verrà pronunciato domenica al-le ore 11:10 e che spiegherà perché possiamo avere fiducia nellaBibbia.Inoltre sarà inscenata, domenica alle ore 13:40, una rappresenta-zione dal vivo ispirata a episodi biblici che trasmetterà un mes-saggio di forte attualità: “Prepariamo il cuore per le prove che ciattendono”. I testimoni di Geova invitano tutti ad assistere all’as-semblea. Le sessioni del programma avranno inizio alle 9:20 delmattino e termineranno sabato alle 16:50 e domenica alle 15:35.L’ingresso è libero.

Dalla Bibbia la VeritàTestimoni di Geova a Vibo

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