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Nella lotta al femminicidio, la Provincia di Cosenza ha concesso quattro locali al Centro intitolato a Roberta Settimanale indipendente di informazione Anno 37 - 29 Giugno 2013 - Numero 26 euro 0,50 di Francesco Fotia CALABRESI ILLUSTRI Paolo Antonio Foscarini, difensore di Galilei Passeggiate all’aria aperta La Sila piace sempre di più Volle dimostrare che la scienza non era incompatibile con la Bibbia L’ALTOPIANO ACCATTIVANTE a cura di Oreste Parise Indagine effettuata dall’ente Parco: prevalgono i turisti di giornata

Voce ai giovani

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Sabato 29 Giugno 2013

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Page 1: Voce ai giovani

Nella lotta al femminicidio, la Provincia di Cosenzaha concesso quattro locali al Centro intitolato a Roberta

Settimanale indipendente di informazioneAnno 37 - 29 Giugno 2013 - Numero 26 euro 0,50

di Francesco Fotia

CALABRESI ILLUSTRI

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Volle dimostrare che la scienzanon era incompatibile con la Bibbia

L’ALTOPIANO ACCATTIVANTE

a cura di Oreste Parise

Indagine effettuata dall’ente Parco:prevalgono i turisti di giornata

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La formale notizia dell’accreditamento definitivo dell’Universitàper stranieri “Dante Alighieri” di Reggio Calabria è un motivo digrande soddisfazione per la Città di Reggio, per i dirigenti dellaSocietà “Dante Alighieri” di Reggio Calabria che l’hanno tenace-mente preparato e per il rettore pro-tempore Salvatore Berlingò cheha lavorato per oltre un decennio con grande impegno e professio-nalità per consentire la positiva conclusione del progetto.Il riconoscimento conclude positivamente il percorso pluridecen-nale di internazionalizzazione della città a cui si sono dedicati conpassione e lungimiranza, Peppino Reale in primis, i dirigenti dellaDante che gli sono succeduti, Giuseppe Liotta e Pino Bova.

«L’Università “Dante Alighieri” è una istituzione culturale fondatadall’omonimo comitato cittadino della Dante di cui la città di ReggioCalabria può andare fiera - ha dichiarato il presidente pro-temporedel Comitato “Dante Alighieri” di Reggio Calabria Pino Bova -. Èunica nel Mezzogiorno d’Italia, è attrattiva per le notevoli profes-sionalità presenti, è aperta alle contaminazioni culturali di tutto ilmondo, prepara adeguatamente i giovani alla ricerca ed al mondodel lavoro.Sento, in un momento così straordinario, di dover rivolgere un gra-to pensiero di riconoscenza a Peppino Reale che ne ha promosso lanascita, a Salvatore Berlingò che ha tessuto i fili di una adeguata or-ganizzazione e di una solida disciplina formativa, ai componenti deldirettivo locale della società “Dante Alighieri” che hanno semprelavorato efficacemente per questo obiettivo, alle Istituzioni comu-nali, provinciali, regionali e della Camera di Commercio che han-

no sostenuto con convinzione il nostro progetto.Sono giunti immediati i formali auguri ed apprezza-menti per il risultato raggiunto dal presidente della so-cietà “Dante Alighieri”, l’mbasciatore Bruno Bottai, dalvice presidente Luca Serianni e dal segretario genera-le della società “Dante Alighieri” Alessandro Masi.Si apre ora una nuova stagione di consolidamento - pro-segue il presidente Bova -; la forte spinta all’espansio-ne che oggi vede presenti sul territorio oltre un migliaiodi studenti stranieri provenienti da tutto il mondo e laiscrizione di centinaia di studenti nei corsi di laureatriennale magistrale in Scienze sociali implicano la ne-cessità di un adeguamento delle strutture e la necessitàdi assicurare ai giovani studenti una adeguata acco-glienza.Ci prepariamo dunque a lavorare per la realizzazionedi un campus internazionale di studio e formazione checi aiuti a meglio diffondere la lingua e la cultura italia-na in tutto il mondo.Pensiamo che a questo straordinario progetto ricco dipotenzialità, sia sotto l’aspetto culturale che economi-co, e al Consorzio che lo sostiene, debbano concorrerenon solo le istituzioni, ma anche le aziende capaci diguardare lontano, le aziende vive che sul territorio sol-lecitano un nuovo dinamismo sociale, uno slancio perla modernizzazione ed una nuova progettualità.Siamo lieti di poter dire che una volta tanto il buon la-voro viene premiato, che i frutti migliori non si raccol-gono mai dal clientelismo, ma dal coraggio delle idee,dalla capacità di percorrere la strada del cambiamentoculturale.È cominciato, dunque, un altro importante impegno percostruire nuove opportunità alle nuove generazioni».

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Un super italianoper gli stranieriUn super italianoper gli stranieri

L’Università “Dante Alighieri” di Reggio Calabria riceve

l’accreditamento definitivo

Unicità nel Mezzogiorno

Il riconosci-

mento

conclude

in modo

positivo

il percorso

pluri-

decennale di

internaziona-

lizzazione

della città

Dall’1 al 4 luglio lo University club ospiterà nell’ateneo dellaUniversità della Calabria la Summer school of Phenomenologyand Phenomenological philosophy, promossa dalla prestigiosa ri-vista The New yearbook for Phenomenology and phenomenolo-gical philosophy, dal Dipartimento di Studi umanistici e della suaScuola dottorale. L’iniziativa ha già fatto registrare l’iscrizione di 40 partecipanti,di cui più della metà provenienti da università europee e ameri-cane, che vivranno appieno il campus di Arcavacata alloggiandonella Residenza Socrates. Il tema oggetto di riflessione è uno dei più centrali nell’indaginefenomenologica: l’essenzialismo. Si cercherà, dunque, dare unarisposta alla domanda sulla natura dell’essenza, considerando di-verse prospettive e implicazioni, dall’ontologia, alla scienza e al-l’etica.I seminari saranno tenuti da figure di primo piano nell’ambito fe-nomenologico: Burt Hopkins (Seattle University e direttore delNew Yearbook), Nicolas De Warren (Katholieke UniversiteitLeuven), Claudio Majolino (Université de Lille 3), Daniele DeSantis (Seattle University), Susi Ferrarello (Loyola UniversityChicago) e Emiliano Trizio (Seattle University). L’ultima giornata prevede una tavola rotonda coordinata dall’or-ganizzatore locale, Fabrizio Palombi (Università della Calabria). La scelta di utilizzare la forma seminariale per le lezioni e quelladi dedicare ampio spazio alla tavola rotonda, caratterizzano que-sta importante iniziativa come il luogo in cui si ritrovano e pos-sono discutere a lungo prestigiose figure del mondo della filoso-fia e della fenomenologia nonché giovani ricercatori calabresi,europei e americani.

L’Unical rispondesulla natura dell’essenza

Scuola internazionale di fenomenologia

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Anche in Calabria cure primarie d’eccellenza. È quanto attestal’Agenzia ministeriale per i Servizi sanitari regionali (Agenas) cheha pubblicato su “Monitor”, l’organo ufficiale di Agenas, uno stu-dio condotto dall’Università di Bologna che ha valutato e messo aconfronto quattro regioni e quattro differenti modelli attuati di strut-ture organizzate H24 della medicina generale. La sperimentazionedi forme avanzate di Medicina di famiglia sta infatti avvenendo intutte le regioni italiane e l’Agenzia ministeriale per i Servizi sanita-ri regionali ne sta valutando l’efficienza l’efficacia e l’economicità.In particolare sono state studiate le “case della salute” della Toscana,i nuclei di cure primarie (Ncp) dell’Emilia Romagna, i presidi ter-ritoriali di assistenza (Pta) del Veneto e l’assistenza territoriale inte-grata (Ati) della Calabria.«I quattro modelli - spiega il professor Andrea Ugolini dell’Universitàdi Bologna - seppur diversi tra loro risultano egualmente efficaci aridurre gli accessi ai pronto soccorso e confrontabili tra loro dal pun-to di vista dell’analisi statistica».

Per quanto riguarda l’esperienza calabrese, è stato preso in esame ilservizio di assistenza territoriale integrata di Lamezia Terme, atti-vato allo Studio Michelangelo in via dei Mille, preso a modello dal-la stessa Regione Calabria. Studio che è stato presentato dal pro-fessor Gianfranco Damiani dell’Università Cattolica di Roma alCongresso nazionale di igiene e sanità pubblica del 2012 risultan-do il più completo nella cheklist dei vari progetti presentati di tuttele regioni. Dall’analisi effettuata dall’Università è infatti emerso cheil carattere di multidisciplinarietà con una forte componente infer-mieristica, la presenza dei servizi sociali unita all’uso della teleme-dicina, consente anche la gestione ottimale delle patologie cronichee principalmente dei pazienti fragili, che vengono gestiti a domici-lio, evitando i ricorrenti ricoveri in ospedale, con netto e significa-tivo miglioramento della qualità di vita.

La Regione Calabria ha già deciso di adottare il modello Ati sul restodel territorio regionale. Del resto già il quotidiano Il sole 24 ore sa-

nità aveva pubblicato il 28 maggio 2013 un articolo sulla medicinainformatizzata nell’Asp di Catanzaro, dove i dati sanitari viaggianosul web. Finalmente anche in Calabria si è avviato un processo vir-tuoso che rivoluzionerà la Medicina di famiglia portandola a com-petere con le regioni evolute d’Italia.

«Come Asp abbiamo sviluppato un progetto sperimentale diAssistenza territoriale integrata - ha spiegato il direttore generaleGerardo Mancuso - con l’obiettivo principale della riorganizzazio-ne dei servizi territoriali per favorire la riduzione degli accessi im-propri al pronto soccorso e i ricoveri impropri. Il progetto si propo-ne inoltre di garantire la continuità assistenziale h24, la promozio-ne della salute attraverso apposite campagne di prevenzione dellepatologie e screening dei tumori maggiormente diffusi, nonché unamigliore qualità dell’assistenza specialistica per l’abbattimento del-le liste d’attesa per i pazienti cronici e fragili».«Il progetto ha avuto avvio nel settembre del 2011 - ha aggiuntoMancuso - coinvolgendo professionalità sanitarie sia mediche chenon mediche, con un forte stimolo alla multidisciplinarietà dell’e-quipe di lavoro e attribuendo un ruolo di rilievo alla componente in-fermieristica, intesa come supporto sostanziale alle attività del me-dico sia per le prestazioni ordinarie che per quelle complesse. Nellospecifico, la sperimentazione ha coinvolto: 6 medici di Medicinagenerale (Mmg) e 2 pediatri di libera scelta (Pls) per un totale di10.000 assistiti, 3 medici del servizio di continuità assistenziale(Mca), 6 infermieri e 6 amministrativi, 1 chirurgo convenzionatoAsp, 1 chirurgo vascolare ospedaliero, 1 cardiologo, 1 radiologo, 1tecnico podologo, 2 fisioterapisti e 4 volontari dei servizi sociali». «La telemedicina ha offerto un valido supporto alle attività di assi-stenza integrata - ha aggiunto il direttore Mancuso - consentendo lapresa in carico dei pazienti e l’integrazione tra tutti gli attori (Mmg,Pls, laboratori analisi, specialisti, pronto soccorso) favorendo la con-divisione delle cartelle cliniche e il monitoraggio dei dati.L’informatizzazione dell’assistenza primaria e la realizzazione diuna rete integrata di collegamento con le strutture aziendali hannouna duplice finalità: amministrativa, per poter conseguire un pun-tuale controllo della spesa, e clinica, per poter realizzare un reale in-nalzamento qualitativo di livelli di assistenza, facilitando l’integra-zione tra i professionisti e le strutture sanitarie. Sono fondamentalimodelli organizzativi innovativi di gestione delle cure primarie e dipresa in carico delle patologie croniche, in quanto il medico di me-dicina generale e il territorio costituiscono un tassello fondamenta-le nella gestione del malato che non può prescindere da una pun-tuale integrazione e scambio di dati con lo specialista ospedaliero.Una maggior decetralizzazione sul territorio dei servizi sanitari ecure di primo livello portano infatti, oltre a un notevole diminuzio-ne del disagio per i pazienti e una rivalutazione in termini clinici del-la figura del medico di base».

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Asp, l’eccellenzapassa anche di quaAsp, l’eccellenzapassa anche di quaL’Agenas attesta che anche in Calabria ci sono cure primarie all’avanguardia e di qualità. Come l’Ati attivata

A guardar bene...

Lo Studio Michelangelodi Lamezia Terme

L’Agenzia

ministeriale

per i servizi

sanitari

regionali

ha pubblicato

uno studio

condotto

dall’Università

di Bologna

che ha

confrontato

in quattro

regioni

quattro

modelli

attuati

di strutture

organizzate

H24 della

medicina

generale

allo Studio Michelangelo di Lamezia Terme

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Martedì 25 giugno 2013: una data che segna un importante traguardoraggiunto a favore della prevenzione della violenza contro le don-ne. E’ arrivata, infatti, in questo giorno di inizio estate l’ufficialità,con tanto di firme alla presenza della stampa e della cittadinanza,della convenzione tra la Provincia di Cosenza e il Centro contro laviolenza sulle donne “Roberta Lanzino”, con la quale viene con-cessa a quest’ultima la possibilità di usufruire di quattro dei localidi proprietà dell’ente guidato da Mario Oliverio. Un’assegnazionearrivata dopo numerosi e accorati appelli nei confronti di tutte le isti-tuzioni, e che, di fatto, pone fine a venticinque anni di precarietà peruna onlus che molto ha fatto per le donne dell’hinterland bruzio. Lafirma è stata preceduta da una conferenza stampa tenuta presso ilSalone degli Stemmi in Piazza XV Marzo, e che ha visto la presenzadi Daniella Ceci, delegata del centro Lanzino, dell’avvocato RossellaBarberio, di Gaetano Pignanelli, dirigente del settore Formazioneprofessionale della Provincia, di Maria Francesca Corigliano, as-sessore alla Cultura e Pari opportunità, dell’assessore alla Formazioneprofessionale Giuseppe Giudiceandrea, diFranco Corbelli, leader del Movimento deiDiritti civili e dello stesso presidente Oliverio.A individuare i locali è stato l’assessoreGiuseppe Giudiceandrea, che ha operato incollaborazione con l’avvocato amministra-tivista Rossella Barberio, consulente del cen-tro.La stessa Barberio ha spiegato a questa te-stata quanto «sia stata forte la volontà dellaProvincia e dell’assessore Giudiceandrea,che conoscevo già personalmente, di dareuna mano al Centro che, negli anni, ha inci-so in modo significativo su questo nostro ter-ritorio. È stato un gesto di profonda sensibi-lità personale ma anche di concreta assun-zione di responsabilità istituzionale rispettoai temi della violenza di genere: dalla primavolta che abbiamo discusso della possibilitàdi sottoscrivere questa convenzione, ci sia-mo trovati, come persone e in rappresentan-za dell’ente e del centro, in perfetta sintonia.Una soddisfazione e una gioia per me e pertutte le donne del Lanzino, felici di potere fi-nalmente operare in condizioni di maggiorestabilità e di poterci quindi dedicare con tut-te le nostre risorse ed energie alle attività delCentro».In apertura di conferenza stampa, è proprio Giudiceandrea a spiega-re le ragioni che hanno spinto la Provincia a mobilitarsi: «In un mo-mento in cui una grossa parte della società sta mancando di rispettoalle donne. Con i locali che ora avrete a disposizione, la vostra as-sociazione è libera dal precariato e pronta a utilizzare i contributi del-la Regione Calabria per implementare le vostre già straordinarie at-tività. Ringrazio personalmente - ha proseguito l’assessore MariaFrancesco Corigliano e Mario Oliverio, sempre attenti alla questio-ne delle pari opportunità e della violenza contro le donne».Daniella Ceci, impegnata accanto all’associazione da anni, ha au-spicato nel suo intervento l’ulteriore crescita del centro che - ha ri-portato - «ha accolto più di 4.000 donne nel corso della sua attività,operando con passione, energia e grande forza di volontà, anchequando la situazione era disperata a causa della pochezza di fondi.Da oggi - ha continuato - il centro non sarà più un presidio, ma puòproporsi come una prospettiva di vita. L’obbiettivo adesso è quellodi fare ancora di più, anche in direzione della formazione profes-sionale della donna, che anche con l’aiuto del lavoro possono libe-rarsi della violenza».

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di Francesco Fotia

Il “Lanzino” ha

finalmente una casa

Il “Lanzino” ha

finalmente una casaLa Provincia di Cosenza ha concesso

quattro locali al Centro intitolato a Roberta

Lotta al femminicidio

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Una liberazione che, per Antonella Veltri, potrà avvenire partendoproprio dall’educazione, degli uomini: «Perché se c’è violenza con-tro le donne è soprattutto un problema della società nel suo com-plesso, - ha affermato con forza - ed è un qualcosa che si risolve sol-tanto con una decisa presa di posizione e assunzione di responsabi-lità da parte di tutti. Il nostro centro ha operato per tanto, troppo,tempo in condizioni difficilissime e nel silenzio assordante delle isti-tuzioni».Una distanza oggi assottigliata, e che nella speranza di Maria FrancescaCorigliano continuerà a diminuire anche grazie alla convocazionedi un tavolo con la Regione. Per l’assessore alle Pari opportunità èdalla scuola che si deve partire per insegnare il valore del rispettodell’altro e della figura della donna.Il valore dell’insegnamento è poi rimarcato anche dal presidenteOliverio, che suggerisce, tra le altre cose, di pensare a specifici pro-grammi di formazione anche per i formatori stessi. Il presidente so-stiene inoltre che «c’è bisogno costante di attenzione verso il temadella violenza sulle donne, per evitare che accadano fatti come quel-li avvenuti nella vicina Corigliano. Urge un investimento attivo nel-le scuole, - ha affermato - la vicinanza al tema da parte delle fami-

glie, creare una rete di anticorpi che impedi-sca questi fenomeni. Occorre combattere conarmi culturali e avere forti punti di riferi-mento cui guardare. Malgrado i tagli che l’en-te ha subito, come amministrazione conti-nueremo ad impegnarci per contrastare il pro-blema attraverso la consapevolezza delle per-sone, per affermare che il rapporto uomo-donna si basa sul rispetto, valore imprescin-dibile per una società civile. Oggi - ha con-cluso Oliverio - abbiamo scritto una paginaimportante di questo nostro impegno; da orain avanti bisogna continuare riempiendo que-sta pagina di contenuti. Perché sconfiggerela violenza contro le donne non è un fattopolitico, ma una urgente questione sociale».

Al termine della conferenza è arrivato il mo-mento tanto atteso dalle donne del centro“Roberta Lanzino”: quello della firma dellaconvenzione che immette nella disponibilitàdell’associazione i quattro locali dellaProvincia, siti all’interno della struttura chegià ospita l’assessorato alla Formazione pro-fessionale, in via Cesare Gabriele, nei pres-si del Palazzo di Giustizia di Cosenza. Ado-

cumenti firmati, l’abbraccio ideale del presidente Oliverio e diDaniella Ceci ha sancito il patto tra un’associazione coraggiosa e datempo indispensabile e un ente che da tempo fa sentire la sua pre-senza costante a supporto della cultura e della difesa dei diritti fon-damentali. Non solo delle donne.

Il centro “Roberta Lanzino”è nato nel 1989, in seguito alla tragica morte della diciannovennecosentina da cui prende il nome: una studentessa di Scienze econo-miche, stuprata e uccisa da un branco ancora oggi rimasto impuni-to. Aseguito di questa caso, che scioccò l’opinione pubblica non so-lo calabrese, ma italiana, è nato il centro contro la violenza sulledonne “Roberta Lanzino” affiancato dall’omonima fondazione. Iservizi offerti in regime di gratuità alle donne che, che nel corso diventicinque anni, vi si sono rivolti sono numerosi: ascolto conteni-tivo e partecipativo, accoglienza e sostegno legale e psicologico,non dimenticando mai di trasmettere alla comunità intera «il sensodi una ferita sociale».

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Lotta al femminicidio

Dall’alto:la stretta di mano tra i due firmatari;l’avvocato Rossella Barberio e l’assessore Giudiceandrea;l’intervento di Antonella Veltri;un momento della conferenzaQui sotto: Mario Oliverio e Daniella Ceci firmano la convenzione

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Da un’indagine conoscitiva effettuata dal Parco nazionale della Silanel 2012 sul turismo all’interno del suo territorio, emergono datimolto interessanti sul Parco e sulla tipologia dei suoi visitatori.L’ente silano ha svolto la ricerca distribuendo questionari per i vi-sitatori in alcuni fra i suoi luoghi d’eccellenza, come i Centri visitadel Cupone e di Monaco, gli ecomusei, la sede dell’ente Parco aLorica, hotel e strutture ricettive all’interno del suo territorio, nel-l’intento di capire il profilo dei visitatori e le motivazioni della va-canza ed allo scopo di intercettare le opinioni dei turisti rispetto al-l’esperienza di viaggio nel Parco.È stato intervistato un campione di circa 380 visitatori, sufficientea garantire una buona significatività statistica. Ciò che emerge dai dati è che la maggioranza dei visitatori è com-posta da escursionisti di giornata, cioè visitatori provenienti dall’a-rea territoriale esterna ai confini del Parco, che ritornano in giorna-ta al luogo di residenza senza pernottare, e secondariamente da tu-risti. Il terzo gruppo di visitatori è composto da residenti in uno deicomuni del Parco. L’età media (40 anni) esprime una prevalenza di pubblico adulto, iltitolo di studio è mediamente elevato, con il gruppo più numerosorappresentato dai diplomati e, a seguire, dai laureati. Il visitatore ti-po del Parco della Sila è in vacanza prevalentemente con la fami-glia, ad indicare che sono soprattutto le famiglie con bambini il seg-mento che risulta maggiormente attratto dalle proposte e dall’offer-ta del Parco, ma si registra anche un’importanze presenza di stu-denti in gita scolastica, gruppi organizzati e turisti appartenenti allaterza età. La maggioranza dei visitatori dichiara di preferire qualeluogo del pernottamento le strutture ricettive; a seguire coloro chedichiarano di possedere un’ abitazione di proprietà nel Parco dellaSila, solo il 9,2% dei turisti è ospite di amici o parenti; una piccolapercentuale valuta di prendere una casa in affitto.L’83,1% dei turisti intercettati tra i visitatori del Parco, rispetto alladomanda relativa alle precedenti visite in altri Parchi Nazionali, siain territorio nazionale che internazionale, afferma di aver già visi-tato altre realtà, ma uno dei dati più interessanti riguarda la consa-pevolezza della maggioranza dei visitatori (96,7%) di trovarsi inun’area protetta e, dunque, della sua importanza in termini di so-stenibilità ambientale. Ma cosa preferisce fare il visitatore del Parco in vacanza in Sila? La

maggior parte del campione analizzato (85,9%) dichiara di svolge-re passeggiate all’aria aperta, a seguire la percentuale di coloro cheprogrammano visite naturalistiche (69,6%), desiderano degustareprodotti tipici locali (46,20%), pianificano visite a musei (36,4%),organizzano visite a centri storici (23,6%), preferiscono svolgere at-tività di trekking (21,50%), pensano di organizzare attività di moun-tain bike (15,8%), valutano di pianificare visite a zone archeologi-che (13%).Percentuali inferiori per coloro che dichiarano di svolgere altri sport(7,9%), affermano di svolgere altre attività (6%), manifestano inte-resse nell’organizzare escursioni con il treno a vapore (5,4%), pre-feriscono svolgere attività di birdwatching (3%). Altri interessi evi-denziati sono relativi alla frequentazione di corsi di formazione, at-tività di equitazione, relax in montagna in isolamento ed a contattocon la natura. In che modo i turisti siano venuti a conoscenza del Parco è un altrotema oggetto di indagine. La maggior parte di questi (il 64,7%) gra-zie al passaparola di amici e conoscenti, percentuali decisamentepiù basse attraverso internet e media - stampa e tv- depliant e bro-chure, mentre solo il 2,4% si è rivolto ad agenzie di viaggio.Per quanto riguarda la valutazione circa le eccellenze del ParcoNazionale della Sila, al primo posto si riscontra la sentieristica, con-siderata dalla maggior parte la risorsa maggiormente eccellente,mentre seguono ricettività, Centri Visita, manutenzione ed attivitàdi educazione ambientale, ristorazione, segnaletica, servizi di sva-go, accessibilità e trasporti, attività sportive e, in ultimo, attività com-merciali.Al di là di considerazioni tecniche, il potenziale comunicazionale,il fascino e la capacità di sedurre da parte del Parco Nazionale del-la Sila e la forza promozionale sembrerebbero comunque aumen-tare nel tempo. La grande maggioranza dei visitatori si ritiene, infatti, molto soddi-sfatta del proprio soggiorno e ben il 97,8 % afferma di voler ritor-nare in vacanza in Sila.In più, rispetto ai sondaggi effettuati negli anni scorsi (2009/2011)emerge che la soddisfazione dei turisti, pur attestandosi nella varia-bile “moltissimo”, passa da una percentuale del 31% al 42.6%.e siè registrata anche un’ importante variazione circa la durata del sog-giorno nel Parco, che da meno di 24 ore si è consolidata in una me-dia di una o due giornate.Il Parco, insomma, piace sempre più.

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L’altopiano accattivante

Indagine

conoscitiva

effettuata

dall’Ente

E si scopre

che il Parco

attira

soprattutto

per le

passeggiate

all’aria

aperta

La Sila piacesempre di piùLa Sila piacesempre di più

Per la maggior parte dei visitatori è costituita da escursionisti di giornata, in minor parte da turisti da fuori

E poi ci sono gli “autoctoni”

Page 7: Voce ai giovani

Nel mezzo della Media Valle del Crati, in Provincia di Cosenza, ada-giata su di una collina a circa 250 metri sul livello del mare, a metàstrada tra la costa tirrenica e quella ionica, sorge una cittadina di cir-ca 8.000 abitanti bagnata dal fiume Esaro, colà ingrossato da alcu-ni affluenti, quali il Grondo, il Rose, l’Occido, il Fullone, tutti a ca-rattere torrentizio.

Roggiano Gravina, questo il nome della cittadina in questione, è ilfulcro di un territorio la cui economia, sino a qualche decennio fa,risultava essere prevalentemente agricola e rafforzata dalle rimessedei numerosi emigranti che erano sparsi per i paesi europei o nelcontinente americano. Da qualche lustro sono presenti nel territoriopiccole industrie del settore tessile, è ben sviluppata l’edilizia, sonoaumentate le persone occupate nel terziario e si nota una ripresa nelsettore agricolo grazie alla nascita di alcune cooperative ed al diffon-dersi della meccanizzazione. Uno sviluppo, che ha introdotto nellamodernità un centro anticamente noto con il nome di “Vergae” (daVer e Gens: gente che abita in un borgo fortificato), d’origine osca,probabilmente la medesima città che Tito Livio definisce «ignobi-le» per essersi schierata contro i romani. Trasformatasi, nel corsodel tempo, in “Vergianum”, “Rubiniamin”, “Terra Rugiani”,“Rugliano”, fu, per lungo tempo, nota come Rogiano (terra dei Rugi).Sino agli inizi del 1600 il paese aveva una cinta muraria costruita,tra il 1280 ed il 1310, dagli Angiomi che si appoggiava a due torriEllissoidali, lungo le mura vi erano quattro porte d’accesso al cen-tro abitato. La porta principale era quella chiamata “arco del carce-re” (un grande arco in mezzo a due torri che è ora riportato nel gon-falone), che con troppa fretta, nel 1964, fu demolita da un’ammini-strazione comunale che non valutò appieno la possibilità di restau-rarla.Oggi è rimasta in piedi solo la “torre dell’orologio”, che è chiamatacosì perché in epoca successiva alla sua costruzione fu sovrappostala parte terminale con un orologio tuttora funzionante. Nonostantemolti interventi, non in linea con l’architettura medioevale del cen-tro storico, Roggiano possiede un borgo antico molto bello.I roggianesi sono riconosciuti per l’ospitalità e per l’antico spiritodi libertà e d’indipendenza di “Vergae” che ha sempre pulsato nelloro sangue. Come già detto,si racconta che si allearonoaddirittura con Pirro contro iRomani, per poi subirne ledure conseguenze nella scon-fitta. Nel Risorgimento aiutòGaribaldi a combattere perl’unificazione politicadell’Italia, mentre in occasio-ne delle due guerre mondialimandò al fronte parecchi suoifigli, molti dei quali non fe-cero più ritorno ai loro affet-ti.A Roggiano dunque non c’èsolo il diversivo dell’estateRoggianese, ma ci si può re-care anche per un itinerariostorico-archeologico e, so-prattutto, letterario; una vo-cazione, quelle inerente al-l’arte delle lettere, che è rintracciabile addirittura nel nome attualedella cittadina, ovvero Roggiano Gravina, denominazione risalen-te al 12 marzo 1864, quando l’allora sindaco Federico Balano (fra-tello di Ferdinando, prete, scrittore, filosofo e deputato al ParlamentoItaliano negli anni in cui era capitale Firenze) volle onorare la me-moria dell’illustre concittadino Gian Vincenzo Gravina, famoso giu-rista e letterato, tra i fondatori dell’Arcadia (dove assunse lo pseu-

donimo di Opico Erimanteo), nella ricorrenza del secondo cente-nario della nascita, aggiungendo il cognome Gravina al nomeRogiano, con una sola “g” (quando e perché Roggiano prese l’altra“g” nessuno riesce a saperlo con precisione, nessuno sa chi sia il re-sponsabile, persona o ente, di questa trasformazione e nessuno sase sia ufficiale anche perché in molte comunicazioni, come quellepostali e ferroviarie, si continua ad usare la vecchia denominazio-ne, che, di sicuro, si usava sino agli anni cinquanta).

Non solo il Gravina, però, dona lustro a questa cittadina, la qualeudì i primi vagiti dell’esistenza di un grande artista, uno dei massi-mi pittori dell’Italia meridionale, un Vate di spessore monumenta-

di Pierfrancesco Greco

sabato

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Luoghi e personaggi

La cittadina di Roggiano Gravina udì i primi vagiti dell’artista, uno dei massimi pittori dell’Italia meridionale

Angelo Mazzia, il Vate di spessoremonumentaleAngelo Mazzia, il Vate di spessoremonumentale

Una

personalità

copiosamente

sfaccettata

“pittura

storica”

del Sud

L’antico

centro

di “Vergae”

è d’origine

osca, forse

la medesima

città che

Tito Livio

definisce

«ignobile»

per essersi

schierata

contro

i romani

La torre dell'orologiodi Roggiano Gravina

A lato, Angelo Maria MazziaAutoritratto, 1889, olio su tela

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le: Angelo Maria Mazzia, nato a Roggiano Gravina, il 7 ottobre1823. Figlio di Francesco Antonio e di Raffaella Palladino, il Mazziacompì i suoi primi studi umanistico-religiosi nel seminario suo pae-se. È chiaro che, accanto ad una formazione di tipo filosofico-let-terario, accomunò una spiccata tendenza verso le arti visive e, inparticolar modo, per la pittura. Sul finire del 1842 lasciò, perciò,Roggiano e partì per Napoli, dove frequentò il Reale istituto di Bellearti, grazie ad una pensione annua concessagli prima dal Decurionatodel suo Comune e, poi, dal 1851 al 1858-’59, dall’amministrazio-ne provinciale di Cosenza. All’Accademia ebbe per maestri CamilloGuerra, Costanzo Angelini, Giuseppe Mancinelli e AnielloD’Aloysio. Dal 1861 ottenne un incarico all’Istituto Reale di BelleArti di Napoli, come collaboratore di Raffaele Postiglione, e dal1872 fu professore di disegno geometrico alla Scuola superiore d’a-gricoltura di Portici.

Una figura di spessore, che brilla nel firmamento della grande artecontinentale per la sua pittura, la medesima che, in massima parte,si formò sugli svolgimenti classicistici del Guerra e del Mancinelli,pervenendo ad una propria riconoscibilità con un linguaggio visio-nario e didascalico, arricchito da un sentimento romantico. Ancorastudente, partecipò a Napoli a varie mostre borboniche, in partico-lare nel 1845, col quadro La Madonna, che secondo alcuni gli fruttòuna medaglia d’argento, e nel 1848, con l’opera L’abate Gioacchino,per la quale ebbe effettivamente il riconoscimento. Nel 1862, fu pre-sente alla prima Mostra annuale della Società promotrice di Bellearti, con l’opera Il sangue del Martire (soggetto desunto dal coeta-neo Domenico Morelli) e a quella del 1866 con il Dante nella bol-gia degli ipocriti. Nel 1872 partecipò a Milano alla mostra di Brera,

con il misterioso e visionarioDante che dalla Luce guardaRoma nelle tenebre, che saràesposto l’anno dopo alla Mostrauniversale di Vienna e poi an-cora alla Mostra nazionale diNapoli del 1877 e alla II Mostracalabrese d’Arte moderna diReggio Calabria del 1922.L’opera, senz’altro fra le più si-gnificative della produzione delMazzia, attirò anche l’attenzio-ne di Luigi Settembrini, il qua-le sul giornale partenopeo IIPiccolo ( 22 luglio 1872) scris-se: «II contrasto tra la luce e letenebre è forte ed è bello. Sulmonte dove Dante poggia i pie-di si vedono alcuni cardi de’quali una punta è illuminata dalsole; quasi a dimostrare che co-me si tocca la terra si trovanodolori sui quali l’arte consola-trice sparge anche luce della bel-lezza».Nel 1877, con un bozzetto del-lo stesso soggetto dantesco, ilMazzia si fece apprezzareall’Esposizione nazionale diNapoli, ospitata nelle saledell’Accademia. Altra opera si-gnificativa dell’artista, in cui ap-

pare evidente l’influenza del Guerra, è la grande tela Omero al se-polcro di Ettore (o di Achille), nel 1852 inviata dall’autore (comesaggio) all’amministrazione provinciale di Cosenza, per poi passa-re all’Ordine degli avvocati della stessa città, nella cui sede tuttoraè custodita. La figura del poeta rimanda a quella del sipario dipintodal Mancinelli per il Teatro San Carlo a Napoli.Esperto nella ritrattistica Mazzia eseguì, tra gli altri, i ritratti di GianVincenzo Gravina, del 1847 (Roggiano, Amministrazione comu-nale), di Torquato Tasso, del 1850 circa (Cosenza, Biblioteca civi-ca) e quello di Costanzo Angelini, del 1852 circa (Napoli, GalleriadelI’Accademia), annoverabile nella galleria di Ritratti di professo-ri dell’Istituto di Belle arti del capoluogo partenopeo (allora Capitaledel Regno delle Due Sicilie) e ivi conservati. Dello stesso valoreespressivo risulta un suo Autoritratto, del 1889, esposto nel 1912 aCatanzaro, in occasione della I Mostra Biennale calabrese, orga-nizzata dal Frangipane. Nel 1871, sul suo magistero pubblicò unopuscolo, poi ristampato nel 1879, col titolo Sull’insegnamento ele-mentare del Disegno. Nel 1847 Federico Balsano gli commissionò

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Luoghi e personaggi

Qui sopra, le opere del Mazzia custodite nella chiesa del Carmine di CerisanoA sinistra, L’Assunta, Napoli, Palazzo Reale

A destra, Dante che dalla Luce guarda roma nelle tenebreSotto, una panoramica di Roggiano Gravina

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il già citato Ritratto di Gian Vincenzo Gravina, oggi conservato nel-la sala comunale. Probabilmente si può datare allo stesso anno ilRitratto di Ferdinando Balsano, oggi in pessime condizioni e di pro-prietà della famiglia Limido.Pittore di eccelsa statura e di grande capacità creativa, Mazzia fu,soprattutto, una personalità artistica poliedrica: dai quadri sacri(L’Assunta e Santa Cristina sorpresa dal padre mentre dispensa aipoveri gli idoli infranti, esposti a Napoli, nella Cappella del PalazzoReale, nel 1859, il primo; a Caserta, nel Palazzo Reale, il secondo),passò a dipinti romantici (tra cui La vergine delle catacombe, Napoli,Pianacoteca di Capodimonnte), a quadri storici (Carlo V e ClementeVII a Bologna, 1864) e ai temi danteschi. Alla già menzionata IMostra d’Arte calabrese del 1912 furono presentate undici sue ope-re, oltre all’Autoritratto: Omero al sepolcro di Ettore, 1843, e boz-zetto dell’opera; San Sebastiano dopo il primo martirio (bozzettodi un grande quadro eseguito e premiato con una medaglia d’oro al-l’esposizione napoletana del 1859); Dante in esilio (bozzetto per ilpensionato artistico, 1856); Dante che dalla Luce guarda Roma nel-le tenebre (bozzetto del grande quadro poi eseguito); Ritratto diVincenzo Lettieri; Ritratto della Signora S., 1876; Ritratto di CostanzoAngelini, 1854; Bozzetto del Purgatorio e una fotografia.

Pregevolissime sono anche altre opere, custodite nella chiesettadell’Annunziata di Morano, nella chiesa di Santa Maria della Stradadi Roggiano e, soprattutto, nella chiesa del Carmine di Cerisano,ove, sulla parete sinistra, le prime tre opere, come per la corrispon-dente parete destra, sono degli oli su lamina di rame dipinti dalMazzia. Il primo di questi quadri, raffigurante la Visita della Madonnaa Santa Elisabetta, reca una firma, quella di Angelo Mazzia, e unadata, 1 giugno 1859. Si riteneva che gli altri cinque dipinti fosserodel Mazzia non perché firmati, ma in quanto recanti evidenti ana-logie stilistiche, e, comunque, facenti parte di un organico progettoiconografico.

«In seguito ad un più attento e minuzioso esame - spiega lo storicocerisanese Luigi Bilotto -, ho potuto constatare che, sebbene pocoleggibili, cinque opere su sei hanno la firma del maestro e solo unane è priva. Penso che il motivo di tale “poca leggibilità” sia da at-tribuire agli strati di sporcizia accumulati sui dipinti, non escluden-do che gli stessi siano stati ritoccati, come tanti altri nelle chiese diCerisano. Ho accertato anche che le opere sono state leggermente“accorciate” evidentemente per esigenze di spazio».La Visitazione fu eseguita sul finire del periodo di studi presso l’ac-cademia napoletana; l’opera presenta essenziali canoni iconografi-ci, desunti dal racconto di Luca. Sul secondo altare destro è custo-dita una Madonna col Bambino, di uguali dimensioni della prece-dente, in una raffigurazione mutuata dalla tradizione bizantina, conla Vergine ritratta di fronte e il Bambino, in posizione eretta, vesti-to e benedicente. Vi si scorge una labile firma del Mazzia, ma nonla data. Sul terzo altare è collocata la Sacra Famiglia, con la Madonnain veste azzurra, insieme al Bambino, a San Giuseppe e a SanGiovannino; un’opera, in cui l’impaginazione, la collocazione deipersonaggi, così come l’atmosfera che avvolge la scena, richiamatratti tipicamente raffaelleschi, riscontrabili nello schema composi-tivo della Sacra Conversazione (Madonna del Pesce) del maestrourbinate, esposta al Prado (Madrid). Sulla corrispondente parete de-stra, si possono ammirare: il Rapimento di Elia (unico quadro sen-za firma, in cui si vede il personaggio biblico mentre viene tratto suun carro di fuoco), il Profeta Elia annuncia la pioggia (ove spiccauna nuvoletta sovrastante un’altura, simboleggiante l’apparizionedella Madonna sul Monte Carmelo), la Consegna dello scapolareda parte della Madonna a San Simone Stock (il Santo inglese fon-datore dell’Ordine carmelitano), in cui il viso della Vergine ci con-sente l’unico accostamento al-l’opera più famosa del Mazziaa carattere religioso, ovveroL’Assunta col coro di angeli mu-sici (Napoli, Cappella delPalazzo Reale), che dovrebbeessere coeva ai dipinti cerisane-si. Secondo la tradizione, in ba-se alla quale molte opere pre-senti nella chiesa cerisanese fu-rono ivi portate dalla chiesa diSanta Chiara di Cosenza, al-l’indomani della sua soppres-sione post-unitaria, «anche que-sti sei dipinti - prosegue Bilotto-, ritenuti erroneamente operedel sec. XVI, sarebbero appar-tenuti a quel monastero. Credo- afferma Bilotto - di aver defi-nitivamente acclarato che talecredenza sia del tutto infondata,non solo perché i temi icono-grafici afferiscono da un lato(quello sinistro) a classici epi-sodi della vita della Madonna,mentre dall’altro agli episodi sa-lienti della tradizione carmeli-tana, quanto perché uno di essiè firmato e datato».In ultima analisi, questi dipinti“cerisanesi” testimoniano, con-clude lo studioso già citato, «co-me il Mazzia fosse richiesto anche dalla committenza religiosa, inquesto caso confraternale. La Congrega del Carmine di Cerisano diquegli anni, all’indomani del terremoto del 1854, profuse sforzi erisorse per abbellire la chiesa del Carmine e dotarla di sei opere digran pregio del pittore roggianese, pressoché sconosciute fino aquando chi scrive cominciò a presentarle in alcune pubblicazioni».È, insomma, grande l’impronta lasciata dal roggianese nella cultu-ra e nell’arte contemporanea.

Alla sua morte, avvenuta a Napoli il 22 gennaio 1891la sua esistenzagià si palesava, al cospetto dei coevi osservatori, con tutti i crismipropri di quella di un Vate; un Vate, che con la sua vita, enucleatasitra pittura e cultura, diede ulteriore lustro alla sua nobile, natia e uni-ca terra di Calabria.

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Luoghi e personaggi

Figura di

spessore nel

firmamento

della grande

arte

continentale

per la sua

pittura, la

medesima

che, in

massima

parte, si

formò sugli

svolgimenti

classicistici

del Guerra e

del Mancinelli

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Come molti personaggi della sua epoca, della vita di Paolo AntonioFoscarini si sa molto poco. Le notizie biografiche sono desunte dal-le tracce presenti nelle sue opere. Nacque a Montalto Uffugo intor-no all’anno 1565, dove morì il 10 giugno del 1616 all’età di circa51 anni per un infarto, come presume Emanuele Boaga. A. Favaro, citato nel Dizionario Biografico degli Italiani curato dal-la Treccani, sostiene che «il suo cognome era Scarini o Scaridini efu alterato dallo stesso in Foscarini per favorire l’equivoco di unasua appartenenza al famoso casato veneto».Egli seguì le orme di suo fratello entrando in convento nell’Ordinedei Carmelitani, presente da molto tempo nella regione tanto chenel 1575 era stata istituita la Provincia della Calabria. Il noviziato lo trascorse in un convento minore in Calabria e in se-guito fu mandato a Napoli nel convento di Carmine Maggiore, do-ve lo aveva preceduto il fratello, per proseguire i suoi studi che ter-minò con successo tanto da diventare professore di teologia primaa Napoli e poi per due anni a Messina.In seguito diventò priore del convento di Tropea. Nel 1607 fu no-minato vicario provinciale dell’Ordine per la provincia calabrese esi dimostrò molto attivo nella sua carica fondando dei nuovi con-venti. Il 6 giugno 1608, fu eletto padre provinciale della Calabria,con voto unanime del capitolo, una carica che gli consentì di intro-dursi nella curia romana. Nel giugno 1609 partecipò a Roma al ca-pitolo generale dell’Ordine ed entrò in contatto con numerose per-sonalità ecclesiastiche della Curia vaticana. Nella sua carica fu molto attivo sforzandosi costantemente di am-pliare la presenza dell’Ordine nella regione e concependo un ambi-zioso progetto culturale. Si dedicò al completamento del conventodi Montalto nel 1609, fondato da suo fratello Polibio ed iniziò unaintensa attività pubblicistica.

I suoi interessi non si limitavano alla teologia, ma spaziava in tuttele discipline scientifiche tanto che concepì l’idea di realizzare unaenciclopedia in sette volumi ciascuno dei quali dedicato a una bran-ca del sapere. Il piano dell’opera, che non riuscì a completare per lasua prematura morte, fu anticipato con un libro di devozioni del1611 con il quale esaltava il valore delle scienze come strumento dicrescita della coscienza civile e religiosa e di esaltazione del gran-dioso progetto della creazione dell’Universo. Nella concezione fo-scariana, il sapere è lo strumento per consentire all’uomo di segui-re l’ideale dantesco di “virtute e canoscenza” nel cammino di av-vicinamento alla fede e all’amore del Creatore.Nel nuovo capitolo provinciale del 28 luglio 1612 fu riconfermatonella carica di Padre provinciale per acclamazione, avendo acquisi-to un grande prestigio nell’ordine carmelitano. Nel maggio dell’anno successivo presentava il suo progetto di en-ciclopedia con un libro, detto brevemente il Syntaxis, che volle de-dicare al nuovo generale dell’Ordine Sebastiano Fantone. Il suo fi-ne era completare la missione del suo ordine con l’elevazione cul-turale degli individui. Il suo era un intento didattico e divulgativoper stimolare la crescita intellettuale e l’elevamento spirituale deifedeli.Nel volume viene presentato l’abbozzo di un’enciclopedia in settevolumi, che doveva racchiudere la summa del sapere, anticipandodi più di un secolo l’Énciclopedie di Diderot et d’Alembert. IlFoscarini non ebbe però il tempo di dare alle stampe la sua opera ei manoscritti che lasciò andarono completamente perduti .

Nel 1615 pubblica un primo volume, il Trattato della divinatione na-turale cosmologica, che fu pubblicato a Napoli dal sua amico tipo-grafo Lazaro Scoriggio, nel quale formula i principi fondamentaliche sarebbero stati successivamente ripresi dagli illuministi nelSettecento. Nel volume egli esalta la capacità della scienza di interpretare i fe-nomeni naturali e prevederli. In particolare in astronomia si accen-na alla sua adesione alla rivoluzione copernicana, anche se non vi èalcun rifiuti della concezione tolemaica, ritenendo che possa esse-re un modello scientifico che consente di poter prevedere gli even-ti naturali. Egli delineava con molta precisione il piano dell’opera

chiamata Institutioni, tanto da lasciare intendere che molte parti era-no già pronte per essere mandate alle stampa, ma egli riteneva didoverle ancora affinare e completare. I sette volumi preannunciatierano: le arti liberali (I e II), la filosofia naturale o fisica (III), la me-tafisica (IV), la teologia scolastica (V), l’etica (VI), la teologia mi-stica e simbolica (VII).

Nello stesso anno il Foscarini pubblicò la sua opera più controversae famosa: la Lettera del R.P.M. Paolo Antonio Foscarini carmeli-tano sopra l’opinione de’Pittagorici e del Copernico della mobi-lità della terra e stabilità del sole e del nuovo Pittagorico sistemadel mondo, stampata dallo stesso Lazaro Scoriggio, che aveva pub-blicato il Syntaxis. Egli voleva dimostrare che la teoria copernicanadella rotazione e rivoluzione della Terra non contraddiceva le SacreScritture, con qualche contorsione dialettica per difendere la teoriatolemaica nel tentativo di non porsi in aperta contrapposizione conil Tribunale dell’Inquisizione. Egli sosteneva che le Sacre Scritturenon possono essere interpretate in senso letterale, ma valutate nelcontesto storico in cui furono scritte. Infatti, era in corso il processo a Galilei e Copernico per le loro teo-rie scientifiche considerate eretiche. I due scienziati rischiavano lacondanna al rogo e la discussione sull’argomento era molto attesa,lasciando col fiato sospeso la comunità scientifica europea.L’intervento di Pietro Paolo Foscarini fu molto apprezzato ed ebbelarga diffusione in tutta Europa, poiché si trattava dell’unica vocecattolica scesa apertamente in difesa dei due scienziati.

Cesare Cantù riporta il nome di Paolo Antonio Foscarini tra i grandieretici dell’Italia, benché egli non avesse mai abiurato o professatoteorie contraria all’ortodossia romana.Il padre Antonio Foscarini carmelitano, da Napoli partendosi perpredicare a Roma, scrisse una lunga e non inelegante lettera al ge-nerale del suo Ordine, cercando conciliare la teorica de’ Pitagoricie di Copernico coi passi scritturali che sembrano repugnarvi: e chesaviamente dice non doversi prender sempre letteralmente. Oltrequesti, enumera le opinioni di coloro che mettono il cielo in alto, la

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Egli voleva

dimostrare

che la teoria

copernicana

della

rotazione

e rivoluzione

della Terra

non contrad-

diceva

le Sacre

Scritture,

con qualche

contorsione

dialettica

per difendere

la teoria

tolemaica

Intervento

molto

apprezzato

che ebbe

larga

diffusione

in Europa

Paolo Antonio Foscarini di Montalto Uffugo, teologo e massimo conoscitore delle discipline scientifiche

Calabresi illustri

Il difensore di Galileo GalileiIl difensore di Galileo Galileia cura di Oreste Parise

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terra al basso, l’inferno nel centro, o che credono, dopo il giudiziofinale, il sole rimarrà stabile all’oriente, la luna all’occidente. [...]Qui non ci sarebbe che da compatire: ma adoprando il metodo stes-so, molti riuscivano ad infirmare l’autorità biblica, e meritavano ladisapprovazione della Chiesa per ciò, non perché ella professassenimicizia originale contro una dottrina che non l’offendeva. Dicasipiuttosto che questa era contrariata dal testimonio dei sensi nel vul-go, e peggio ancora dai pregiudizj negli scienziati, cui rincrescevadisimparare l’imparato, rinnegar la fede in Tolomeo e in Aristotele,e confessare i meriti d’un contemporaneo.Per raggiungere il suo obiettivo, Paolo Antonio Foscarini aveva rac-colto una impressionante mole di dati tratti dalle sacre scritture fa-cendo uso di tutta la sua erudizione per dimostrare che i testi bibli-ci non potevano che parlare con un linguaggio comprensibile allamaggioranza della popolazione e dei fedeli, ed alle cognizioni scien-tifiche dell’epoca. Di per sé non rappresentano una teoria scientifi-ca, poiché il messaggio biblico non tende a costruire alcuna teoria,ma parlare al cuore dei fedeli.

Paolo Antonio Foscarini si era formato a Napoli, dove era viva la tra-dizione di studi legata agli insegnamenti di Bernardino Telesio eGiordano Bruno e tentata vi unire in un unico filone di pensiero co-pernicanesimo e pitagorismo. Il maggiore interprete di questa cor-rente di pensiero era Niccolò Stelliola (1547-1623), che animava unvivace dibattito a sostegno delle nuove scoperte scientifiche. Daquella scuola, tenuta sotto stretta osservazione dall’Inquisizione nac-que la grande scuola dell’illustrissimo napoletano.

Nel 1615 Paolo Antonio Foscarini era a Roma pronto a difendere ilsuo libro e controbattere le obiezioni dei suoi oppositori. Le notizieche provenivano dalla Prima commissione della Sagra congrega-zione, cui era stato affidato l’esame della questione, non erano af-fatto rassicuranti ed egli correva il rischio di essere sottoposto a giu-dizio per eresia, con il corredo di torture e carcere duro che questoavrebbe potuto comportare. Per scongiurare una simile eventualitàegli si rivolse direttamente al potente cardinale Roberto Bellarmino,

con un breve saggio Defensio epistolae super mobilitate Terrae, nelquale sosteneva «di difendere la teoria sulla mobilità della terra, inbase alla quale non risulta nessun danno alla fede cattolica, comeanch’io penso, ma semmai alla teologia». Egli confidava anche sul-la benevolenza del segretario del Sant’Uffizio Giovanni GarziaMillini, che aveva sempre espresso grande apprezzamento nei suoiconfronti, ma neanche il potente cardinale suo amico riuscì a mo-dificare le opinioni del collegio.Foscarini, conscio del pericolo che correva, si recava a Napoli perpubblicare una nuova edizione del suo libro con «l’aggiunta d’altreauthorità, per maggiore chiarezza della sua interpretazione», ma nonne ebbe il tempo.

Il 5 marzo 1616 la congregazione dell’Indice emanò un decreto dicondanna di tutti i libri che divulgavano le teorie copernicane con-

siderate eretiche e contrarie alle SacreScritture, con una condanna assoluta per illibro del Foscarini: «librum... Pauli AntoniiFoscarini Carmelitae omnino prohibendumatque damnandum». Il 12 aprile 1615 intervenne la risposta delCardinale Roberto Bellarmino, cortese nel-la forma, ma molto dura nella sostanza. «Primo, dico che V. P. et il Sig.r Galilei fac-ciano prudentemente a contentarsi di parla-re ex suppositione e non assolutamente, co-me io ho sempre creduto che habbia parlatoil Copernico. Perché il dire, che supposto chela Terra si muova e il Sole sia fermo si sal-vano tutte le apparenze meglio che con por-re gli eccentrici et epicicli, è benissimo det-to, e non ha pericolo nessuno; e questo ba-sta al mathematico: ma volere affermare cherealmente il Sole stia nel centro del mondoe solo si rivolti in sé stesso senza correre dal-

l’oriente all’occidente, e che la Terra stia nel 3° cielo e giri con som-ma velocità intorno al Sole, è cosa molto pericolosa non solo d’ir-ritare i filosofi e theologici scolastici, ma anco di nuocere alla SantaFede con rendere false le Scritture Sante [...]Secondo, dico che, come lei sa, il Concilio prohibisce le scritturecontra il commune consenso de’Santi Padri; e se la P. V. vorrà leg-gere non dico solo li Santi Padri, ma li commentarii moderni soprail Genesi, sopra li Salmi, sopra l’Ecclesiaste, sopra Giosuè, troveràche tutti convengono in esporre ad literam ch’il Sole è nel cielo egira intorno alla Terra con somma velocità, e che la Terra è lonta-nissima dal cielo e sta nel centro del mondo, immobile. Considerihora lei, con la sua prudenza, se la Chiesa possa sopportare che sidia alle Scritture un senso contrario alli Santi Padri et a tutti li espo-sitori greci e latini [...]Terzo, dico che quando ci fusse vera demostratione che il sole stianel centro del mondo e la terra nel terzo cielo, e che il sole non cir-conda la terra, ma la terra circonda il sole allhora bisogneria andarcon molta consideratione in esplicare le Scritture che paiono con-trarie, e più tosto dire che non l’intendiamo che dire che sia falsoquello che si dimostra. Ma io non crederò che ci sia tal dimostra-tione, fin che non mi sia mostrata: né è l’istesso dimostrare che sup-posto ch’il sole stia nel centro e la terra nel cielo, si salvino le ap-parenze, e dimostrare che in verità il sole stia nel centro e la terranel cielo; perché la prima dimostratione credo che ci possa essere,ma della seconda ho grandissimo dubbio, et in caso di dubbio nonsi dee lasciare la Scrittura Santa esposta da’ Santi Padri». A giungo l’editore napoletano Lorenzo Scoriggio venne incarcetoa Napoli con l’accusa di aver pubblicato il volume senza l’impri-matur ecclesiastico. Si difese sostenendo che i due volumi pubbli-cati (il Syntaxis e la Lettera) facevano parte di un unico manoscrit-to, con un unico imprimatur per l’intera opera. Fu condannato soloa una multa di 100 ducati e la diffida a una maggiore attenzione peril futuro.

Paolo Antonio ritornava a Montalto, dove era ancora viva nella me-moria la strage dei valdesi del 1561, mentre a Roma si svolgeva ilprocesso del Tribunale dell’Inquisizione. Il 10 giugno 1616 morivaimprovvisamente, forse colto da un infarto.

Si spegneva così una delle menti più lucide del suo tempo, lascian-do una mole impressionate di manoscritti alla biblioteca del suo or-dine, che furono dimenticati e dispersi perché la condanna dellaInquisizione colpì tutta la sua produzione scientifica e letteraria.La prima edizione del 1615 divenne introvabile e fu riproposta invarie versioni solo nelle edizioni delle opere di Galilei.

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Calabresi illustri

Concepì

l’idea

di realizzare

una

enciclopedia

in sette

volumi

ciascuno

dei quali

dedicato

a una branca

del sapere

Il cardinaleRoberto Bellarmino

cui Foscarini si rivolseper avere sostegno contro

le “attenzioni”della Santa inquisizione

Nella foto grandeil processo a Galileo

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«Un viaggio, uno sbocciare di colori e sensazioni eteree che avvol-gono dolcemente. Lontano dal mondo reale, come un fiore in pie-no inverno, un fiore sboccia, accarezzato dal calore umano che vi-ve sempre, e per sempre, in ognuno di noi».Un grande quadro di danza ha preso forma, lo scorso 24 giugno,presso il cinema Garden di Rende, nel saggio di fine anno della scuo-la “Real ballet” di Bisignano. Quattro i momenti che hanno carat-terizzato la rappresentazione: dal repertorio classico - quello incan-tato di elfi, maghi, bamboline e pierrot - al moderno, al contempo-raneo, persino a un numero di zumba coreografato da un team dimamme intraprendenti. Il saggio, dal titolo “In ballet”, ha aperto conl’esibizione del soprano Sonila Kaceli, accompagnata, al piano, daEmanuela Pesce in “Lascia ch’io pianga”, aria tratta dall’opera“Rinaldo”.Parola chiave dei quadri di danza: emozione, quella vissuta, in pri-mis, dai giovani protagonisti che hanno “offerto” a genitori e parentiil prodotto finale di un anno intenso di studi. Giochi di colore in co-stumi e acconciature, ritmi incalzanti, tecnica, brio e tanta passione:la scuola Real ballet,con sede anche a Taverna di Montalto, al suosettimo anno di vita, non conosce crisi. Merito, senz’altro, dei pa-droni di casa, Alessandra Ferrari e Renis Kaceli che, grazie all’a-more per il proprio mestiere e per i propri allievi, superano ogni osta-colo. La scuola si è avvalsa, negli anni, della collaborazione di pro-fessionisti della danza quali Anbeta Toromani, Alessandro Macario,Mauro Astolfi, Steve Lachance, “prestando” anche alcuni allievivincitori di concorsi nazionali e borse di studio. “Ad hoc” anche iservizi scelti per il saggio finale: dalle foto (Francesco Milito) al vi-deo Director (Annalisa Macchione) al sound recordist (Luigi Vircillo). “Per ora sono inverno” ha chiuso il cerchio d’emozioni. E un mes-saggio importante è stato lanciato per l’occasione: quello di affidarsial calore umano, l’unico vero sentimento per il quale vale la penalottare. Oltre che, s’intende, per i propri sogni.

La scuola e i suoi riconoscimentiNonostante il periodo che il Paese attraversa sia piuttosto comples-so, Alessandra e Renis continuano a credere nelle proprie passioni.Faticano, ma questo, si sa, è il prezzo da pagare quando si ha unagrande responsabilità. La Scuola di danza Real ballet nasce nell’ottobre del 2006. In que-sti anni la Scuola ha saputo farsi strada nel proprio territorio e farsiapprezzare.I suoi fondatori, Alessandra Ferraro e Renis Kaceli, hanno semprepuntato a trasmettere ai propri allievi la loro esperienza infondendooltre la mera tecnica della danza soprattutto anche l’amore per que-st’arte e dando la possibilità di avere esperienza anche con grandiprofessionisti del campo, seguendo diversi stage in sede e fuori se-de con i maestri come: Anbeta Toromani, Alessandro Macario, MarcoPierin, Mauro Astolfi, Steve Lachance, Emanuela Tagliavia e mol-ti altri.Tra i vari riconoscimenti ottenuti:2° posto - Primo Concorso “Città di Cosenza” - Marzo 2010

Categoria Gruppi Seniores Modern1°-2°-3° posto - Categoria Gruppi Classico Moderno -

Contemporaneo - Concorso Nazionale Coreografico di Danza - Cs - Aprile 2010

1°e 2° posto - Categoria Gruppi Seniores Contemporaneo e Modern - III Concorso Internazionale di Danza “Leoncavallodancefestival” Montalto Uffugo (Cs) - Maggio 2010

1° posto - Categoria Gruppi Seniores Contemporaneo e Gruppi Seniores Modern - II Concorso Nazionale “Città di Cosenza” Teatro Morelli - Marzo 2011

Maggio 20122° posto - Categoria Baby Modern - Concorso “Città di Cosenza”1° posto - Concorso AJD Alto Jonio Dance - Villapiana (Cs) nelle

categorie Gruppi seniores contemporaneo con le coreografie “7 fingers...on me” e “Intreccio” e con la categoria solista seniores Contemporaneo con Marco Belsito.

Marco Belsito vince il Concorso Fantamici 2013 e si guadagno ungiorno nella scuola di “Amici di Maria de Filippi”.

La scuola impartisce lezioni di: Danza classica-accademica, Danzadi carattere, Repertorio classico, Pas de deux, Punte, Danza mo-derna, Danza contemporanea, Hip-hop-Break, Balli di gruppo-Danzecaraibiche, Aerobica, Zumba fitness, Ginnastica correttiva, Ginnasticadolce e Pilates e Pilates per ballerini.

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29 giugno 2013XII

di Federica Montanelli

Quando il ballettoè regaleQuando il ballettoè regale

Qui si danza

Il “Real ballet” di Bisignano si è esibito al Teatro Garden di Rende

Parola chiave

dei quadri

di danza:

emozione,

quella

vissuta,

dai giovani

protagonisti

che hanno

“offerto”

a genitori

e parenti

il prodotto

finale

di un anno

intenso

di studi

La locandina

dell’evento

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Un successo: si può sintetizzare così la serata conclusiva della pri-ma edizione del premio letterario “Città di Tiriolo” organizzato dal-la amministrazione comunale del paese in provincia di Catanzaro,con la collaborazione dell’associazione “Teura”, rappresentata daAntonio Montuoro, dell’Accademia dei Bronzi, diretta da VincenzoUrsini, e della Pro loco, presieduta da Caterina Puccio.Dopo i saluti del sindaco Giuseppe Lucente che haillustrato le motivazioni che hanno indotto l’ammi-nistrazione comunale a istituire un premio specifi-co destinato ad opere inedite di storia locale, del-l’assessore alla cultura e pubblica istruzione, AngeloColacino che si è soffermato sulle iniziative già at-tuate e su quelle che l’amministrazione metterà incampo nei prossimi mesi, di Antonio Montuoro cheha posto l’accento sul cosiddetto “modello Tiriolo”,«una sinergia di associazioni e idee - ha sottolinea-to - che, a prescindere dall’appartenenza, intendonoscendere in campo per far sì che Tiriolo diventi pun-to di riferimento per tutta la cultura del territorio edella provincia», la serata è proseguita con l’inter-vento di Amalia Grande che, a nome di tutta la giu-ria (Giuseppe Lucente, Amalia Grande, VincenzoUrsini, Antonio Montuoro, Caterina Puccio,Domenico Colacino) ha illustrato le varie fasi dellaselezione attraverso le quali si è pervenuti alla defi-nizione della classifica di merito. Particolare atten-zione è stata posta anche alla sezione destinata aglistudenti delle scuole cittadine che, sotto le direttivedel referente Giuseppe Cugnetto, hanno partecipa-to con grande entusiasmo all’iniziativa, elaborandotre lavori di gruppo.L’opera di Giuseppe Guzzo, a cui era dedicata unaspecifica sezione del premio, è stata ricordata dal fi-glio Luigi e da Antonio Fazio.Nel corso della manifestazione, Amalia Rocca alpianoforte, e Giuseppe Mazza al clarinetto hanno proposto alcunibrani di Piazzolla, Morricone. Rondò Veneziano, Harold Arlen, KoelDe Wolf e Beatles, mentre Irene Paonessa ha letto le motivazioni diciascun premiato.

Il primo premio (targa del maestro orafo Michele Affidato e pub-blicazione gratuita dell’opera a cura delle Edizioni Ursini) è statoassegnato allo scrittore Marco Angilletti di Cropani Marina, per l’o-pera “Al di là dei fuochi, le emozioni di guerra di nonno Peppe”. «Illavoro di Angilletti - ha sottolineato la giuria - è una sintesi convin-cente di storia e di sentimenti, scaturita quasi dal bisogno dell’uo-

mo di eternare e di eternarsi; diventa rifugio inti-mo e sofferto dove la Storia dei libri, quella con la“S” maiuscola, si intreccia in maniera indissolubi-le con la storia della gente, dei luoghi e del quoti-diano sentire».Ai posti di onore, sono stati classificati, ex-aequo:Antonella Chiaravalloti, Cesare Mulè, VincenzoSchiavello e Vincenzo Villella.Il premio intitolato alla memoria di GiuseppeGuzzo, è stato invece assegnato a GiuseppinaCristofaro di Girifalco per l’opera “Epilessia e cri-minalità: Misdea e Musolino”, mentre i due premispeciali messi in palio dall’associazione “Teura” edall’”Accademia dei Bronzi” sono stati assegnati,rispettivamente a Michela Scalise e MaddalenaBarbieri. La prima è stata premiata per l’opera “IBaccanali a Roma (186 a.C.). Il Senatus Consultumde Bacchanalibus” e la seconda per “’U cumpara-ticu, i ciangiulini tra ‘u faticara e... ‘u spuriara a SanVito sullo Jonio”.Attestati di merito sono invece stati attribuiti aVittorio Bonacci, Fiorella Cannatà, Giulietta Comito/ Alfred Niedermann, Francesca Manoiero, MarcoGioacchino Mellace e Pierluigi Nicoletti.Il premio per la migliore ricerca scolastica, ritiratodalla dirigente Rita Paone, è stato infine assegnatoex-aequo alle classi 1ª e 2ª, sezione A, e 2ª sezioneB, dell’Istituto comprensivo “Vincenzo De Filippis”.È stata, insomma, una serata di vera cultura nel cor-

so della quale, attraverso i vari interventi effettuati dagli autori pre-miati, la microstoria dei nostri paesi è diventata protagonista asso-luta: punto di partenza per conoscere a fondo il nostro passato e por-re le basi per un futuro migliore.

sabato

29 giugno 2013XIII

La microstoriapassa da TirioloLa microstoriapassa da Tiriolo

Le vicende della gente e del quotidiano sentire protagoniste della manifestazione

Prima edizione del “Premio Tiriolo”

Il sindaco consegnail premio ad AngillettiSopra, la giuriaSotto, il pubblico

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La vicenda delle fiere, ancora non previste dal regolamento comu-nale di Catanzaro sulle vendite nelle aree pubbliche, ha suscitato incittà, tra gli operatori ma non solo, accorate discussioni e determi-nato conflitti di ordine microeconomico ed etico-sociale.La Cicas è sempre stata sensibile e vicina ai problemi degli ambu-lanti, degli artigiani e dei commercianti; e lo è particolarmente ades-so, in un momento di grave crisi economica e finanziaria su tutto ilterritorio nazionale. Oggi la sopravvivenza delle imprese, e in particolare, delle piccole,anche a carattere unifamiliare, è prioritaria. Ecco perché il presi-dente della Cicas, Giorgio Ventura, è vicino a tutti i suoi dirigentiche giornalmente si impegnano per la sopravvivenza delle micro-imprese e, oggi, in particolare, al coordinatore Unva (Unione na-zionale venditori ambulanti) Cicas Catanzaro, Giovanni Costa, chein questa difficile battaglia, con soddisfazione di tutte le parti, ha ri-trovato nel rispetto dei ruoli istituzionali, nel dialogo e nella dispo-sizione all’ascolto da parte del sindaco Abramo e dell’assessoreMerante, il giusto percorso del confronto in ordine alla rimodula-zione dei regolamenti per la disciplina del commercio su aree pub-bliche, essendo quelli vigenti ormai obsoleti. La Cicas è, oggi e finalmente, nelle condizioni di dichiarare che lastrada per la risoluzione delle varie questioni legate al micro com-mercio sta procedendo con soddisfazione condivisa dalla ammini-strazione e dalle categorie.

sabato

29 giugno 2013XIV

Ambulantinon per casoAmbulantinon per caso

La Cicas fiduciosa sulla risoluzione delle questioni sul micro commercio a Catanzaro

Questioni di bancarelle

La vicenda

delle fiere,

ancora non

previste dal

regolamento

comunale

sulle vendite

nelle aree

pubbliche

ha suscitato

accorate

discussioni

A Rende “L’onestà andrà di moda”. È l’auspicio del Movimento5 stelle Cosenza che ha organizzato il primo evento pubblico asostegno della legge Lazzati, “Musica e legalità”.Il 29 giugno dalle ore 18 a piazza Matteotti a Commenda di Rende,avrà luogo “l’evento in moVimento” per eccellenza, che vedrà lapartecipazione di otto gruppi musicali, del presidente onorariodella Suprema Corte di Cassazione, il giudice Romano De Graziae di tanti meetup della provincia e non solo.Sul palco si alterneranno i Sabatum quartet, i Marvanza, i MujinaCrew, i Macadam, Antonello Anzani, Comma, Trafficantid’Armonia e gli Invece. Tra un concerto e l’altro ci sarà spazioper gli interventi sul tema della legalità e per dire no alla mafia,ad ogni tipo mafia e di cultura mafiosa perché la mafia nasce eprolifera dove c’è silenzio di omertà e dove la paura soccombealla prepotenza. Ecco perché il M5S scende in piazza, per buca-re il silenzio e per urlare che qualcosa si può e deve fare perchénessuno sia lasciato solo nella paura dinanzi all’arroganza ma-fiosa. Sulla legalità si parte dal presupposto che non ci sono mi-sure buone o cattive se limitano l’infiltrazione mafiosa. Ma l’occasione sarà buona anche per trattare le altre “stelle” tan-to care al MoVimento e le proposte fin’ora portate avanti in re-gione: piano regionale rifiuti, zero privilegi, turismo paesaggisti-co culturale, connettività pubblica gratuita, tematiche di emer-genza ambientale nei territori.

Musica e legalitàpro-Lazzati

A Rende la legge sostenuta dal M5s

L'associazione “Obiettivo Calabria Europa”, in collaborazionecon l'amministrazione provinciale di Cosenza, continua nella suamissione di diffusione e promozione delle politiche comunitariein terra calabra. Proprio in questi giorni, infatti, sono stati som-ministrati i primi questionari dal titolo "Diritti, istituzioni e citta-dinanza europea". L'intento è quello di rendere protagonista la piùampia cerchia possibile della popolazione e, grazie a dieci do-mande, comprendere cosa i calabresi pensano dell'Europa e cosavorrebbero ancora conoscere anche in vista delle prossime ele-zioni europee. Un'ulteriore iniziativa, questa, che si colloca al-l'interno delle celebrazioni che vedono il 2013 quale Anno euro-peo dei cittadini. Sulla scia degli intenti perseguiti dallaCommissione europea, “Obiettivo Calabria Europa” continua asensibilizzare, informare e stimolare il dibattito venti anni dopol'introduzione del concetto di cittadinanza europea.

Come percepiscil’Unione europea?

Avviata ricerca in Calabria

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La presidente di Proiezione Calabria, architetto/pittrice CarmenIgnoto di Cosenza con Francesca Perina di Reggio Calabria ha espo-sto fino al 28 giugno a Palazzo Foti Provincia di Reggio Calabriacon la mostra di pittura “Luce e movimento a Reggio Calabria e din-torni”.

Carmen Ignoto è di Cosenza, ha 43 anni, diplomata al liceo artisti-co e laureata a Reggio Calabria in Architettura e a Firenze in Restauro,all’Opificio delle pietre dure. Architetto edile, per motivi di lavoroviaggia tra Roma, Reggio e Cosenza. Esperto tecnico/artisticoRegione Calabria, ha terminato da pochi giorni progetti artistici nel-la scuola De Amicis-Bolani, coinvolgendo i bambini dell’infanzianel disegno colorato, nella manipolazione con l’argilla con mostrefinali dei lavori. Laureata a Reggio Calabria in architettura, dopo 20anni ritorna con una personale. Era in passato la mascotte di Artistid’Italia, associazione di pittori e poeti. Dice: «Ho voluto questa mo-stra, insieme alla mia amica Francesca Perina, mettendo in eviden-za le caratteristiche della città di Reggio tra mare, barche e piantesecolari ed emergenze architettoniche, con la “luce e il movimen-to” di una città che da sempre è città generosae aperta a tutti, la mia seconda città. Dedico que-sta mostra, di cuore, a tutti i reggini, personegenerose e socievoli; ReggioCalabria è una città che meritail fiorire e l’emergere come tut-te le città di mare. L’arte e il tu-rismo possono aiutare molto enoi artisti vogliamo rendere unomaggio con la mostra, che siaun invito a tutti con una “lu-ce” di speranza per il miglio-ramento». Carmen Ignoto è la presiden-te di “Proiezione Calabria” cheè associazione che nasce conlo scopo di valorizzare laCalabria in tutte le sue formedi cultura, arte, spettacolo,turismo e valorizzare il ter-ritorio tramite l’arte e l’ar-tigianato, con qualsiasi forma che pos-sa portare la Calabria ad una visionenazionale ed europea. È un’asso-ciazione formata da architetti, in-gegneri, conservatori beni cultu-rali; formata da pittori e scultori

laureati in Accademia delle Belle arti e da pittori laureandi; e da ar-tigiani. La presidente si occupa di eventi e spettacoli, organizzaestemporanee di pittura; di bodypainting (pittura sul corpo) nellepiazze e discoteche; presidente di giuria nella gara dei presepi aLappano per due anni; ha esposto in Canada e Germania, in Calabriaa Catanzaro; a Reggio Calabria e a Cosenza negli anni passati.Ha vinto vari premi e partecipato ad eventi come Premio Oscar aMauro Fiore fotografo del film Avatar a Marzi con premiazione alfotografo, sul palco, con il sindaco di Marzi e il governatore dellaCalabria Giuseppe Scopelliti; ha partecipato in “Eccellenze cosen-tine” periodo estivo 2012 a cura dell’assessore Mario Caligiuri, as-sessore alla cultura Provincia di Cosenza; ha partecipato in mostraalla Provincia e nel progetto Arti visive, a cura dell’assessore MariaFrancesca Corigliano.Il 29 dicembre 2012 la presidente dell’associazione ha vinto “PremioHermes” come associazione artistico/culturale in Calabria, eventorealizzato al Museo del Presente a Rende, con premiazione a curadi Sandro Principe.Collabora con il Mibac nei restauri architettonici e in restauri con-servativi, di soffitti e statue, nella regione Lazio; ha organizzato laNotte dei musei e degli artisti con la Soprintendenza nel 2011. Lesue opere dipinte partecipano alle gallerie di Francoforte, molte sueopere si trovano anche in Argentina. Dipinge a olio e a tempera; sioccupa di vetrofusione; è uscita su varie riviste d’arte con varie cri-tiche.

Carmen Ignoto e Francesca Perina parteciperannoa luglio in mostra espositiva a Cosenza centro sto-rico, a cura dell’organizzazione della stessa, nel

chiostro di S. Domenico, con lapartecipazione del sindaco diCosenza Mario Occhiuto.

Francesca Perina è originaria diCatania, ma vive ormai da annia Reggio Calabria, che è statala città ispiratrice dei suoi tra-monti. Inizia molto presto a di-pingere, seguita da vari maestrie continua a sviluppare il suopensiero artistico. Dipinge aolio, ad acquerello, tempera eacrilico; la sua pittura è intri-sa di luci e i colori creano

forme e volumi. Ha parte-cipato a varie collettive aScilla, Paola; ScalettaZanclea; Cannitello;

Messina; Taormina; Modena; nel2011 ha partecipato alla sua perso-nale “Quando il colore diventa poe-sia” Palazzo Foti, Provincia diReggio Calabria.

sabato

29 giugno 2013XV

Reggio, musad’arte pittoricaReggio, musad’arte pittorica

Carmen Ignoto e Francesca Perina hanno esposto “Luce e movimento” della città dello Stretto

Pennelli ispirati

La presidente

di

“Proiezione

Calabria”

rende omag-

gio alla città

con la sua

mosstra

Page 16: Voce ai giovani

Un nuovo straordinario appuntamento arricchisce il cartellone diArmoniedartefestival: il 10 agosto nello splendido scenario del ParcoScolacium a roccelletta di Borgia (Cz), si terrà infatti il concerto delBanco del mutuo soccorso, uno dei nomi tutelari del rock progres-sive italiano, che l’anno scorso ha festeggiato i quarant’anni di ec-celsa attività. Il progetto musicale confluito sotto la denominazionedi Banco del mutuo soccorso resta uno dei più significativi esempidi contaminazione artistica: insieme alla Premiata Forneria Marconi,gli Area e Le Orme con un pubblico di fedelissimi sparso in ognidove, il Banco rappresenta un sinonimo di eccellenza. E il 2013 ve-de il Banco rilanciarsi con nuovi lavori di rilevante importanza ar-tistica ed in particolare il progetto “Imago mundi” - realizzato conFranco Battiato - e corredato da un videoclip in collaborazione conGreenpeace e la rimasterizzazione di “Darwin!”, l’originale datato1972, con nuovo diverso e particolare missaggio. Sia il live (+ ine-dito) che il Remaster di “Darwin!”, insieme alle foto storiche degliAnni ‘70 della band, sono stati appena raccolti in un unico cofanet-to, in versione cd e in versione vinile, per un progetto assolutamen-te nuovo che parla di “Evoluzione” (Darwin!) ed “INvoluzione”(Imago mundi) presentato a Roma il 30 maggio 2013.Il concerto del Banco del mutuo soccorso rappresenta da sempre unevento culturale prezioso che riunisce ogni volta almeno due gene-razioni, riuscendo a restituire intatte le grandi emozioni che solo lavera musica può dare: insieme a quanti hanno vissuto direttamentegli inizi del gruppo, oggi, come già detto, sono sempre più nume-rosi i giovanissimi che scoprono con entusiasmo una storia musi-cale diversa e affascinante, perfettamente in linea con le scelte di al-to profilo sottoscritte da Armoniedartefestival nella volontà del suodirettore artistico Chiara Giordano. Nel frattempo si è ufficialmen-te aperta la prevendita per tutti gli eventi del cartellone 2013 cheavrà il suo debutto il 13 luglio con la rappresentazione di Rousseaue la serva padrona, opera buffa di Giovanni Maria Pergolesi inte-gralmente eseguita , simbolo della querelle opera francese - operaitaliana, snodo fondamentale nella storia della musica e rappresen-tativa di alcuni principi cardine dell’illuminismo e della rivoluzio-ne francese. Una produzione del festival in prima assoluta e che por-ta ulteriore merito ad Armoniedartefestival, visto il momento di ge-nerale di crisi che può essere stemperato anche grazie ad operazio-ni culturali di questo calibro. Insieme agli Armonici ensamble sulpalco Vito Cesaro, Enrica Mari, Marco Utezeri esperti protagonistidel genere buffo.Una particolarità: l’opera lirica sarà preceduta da una pièce teatralescritta appositamente per l’occasione da Dora Liguori che avrà co-me interpreti i popolari attori Vanessa Gravina (Madame Pompadour)ed Edoardo Siravo (Rousseau). Regia agli esterni e coordinamentoa firma del grande attore e regista Giancarlo Zanetti. La serata di persè molto stimolante, vede anche la partecipazione del Centro dan-za Maison d’Art diretto da Francesco Piro, si concluderà con un ul-teriore intervento storico-poetico allo scoccare della mezzanotte del14 luglio, anniversario appunto della rivoluzione francese. Armoniedartefestival è capofila del network tematico Musica&mu-se, uno dei sei grandi eventi che fa parte del cartellone unico “Calabriaterra di festival”, finanziato grazie ai fondi Por e sostenuto dall’as-sessorato alla Cultura della Regione Calabria, soggetto ente attua-tore il Comune di Borgia, partner istituzionale il Mibac, i Comunidi Catanzaro, Stalettì, Montauro e Soverato, patrocinato dalla pro-vincia di Catanzaro e sostenuto, tra gli altri, dalla Camera diCommercio di Catanzaro.Tutte le altre info su www.armoniedarte.com

sabato

29 giugno 2013XVI

Eccellenze musicali

Contaminazioni

d’arte

Contaminazioni

d’arte

Doppia inaugurazione, nella Galleria d’arte provinciale SantaChiara (Salita Liceo, centro storico Cosenza), presente l’assesso-re alla Cultura Maria Francesca Corigliano, per la V edizione delFestival d’arte pop surrealista “The Urban superstar show”, nel-l’ambito della seconda edizione della rassegna Art in progresspromossa nel quadro del Por Fesr Calabria 2007/13 dalla Provinciadi Cosenza, in partenariato con la Soprintendenza per i Beni sto-rici artistici ed etnoantropologici della Calabria e il Comune diMarano Principato, in collaborazione con il Conservatorio "S.Giacomantonio" di Cosenza, il Parco nazionale della Sila el’Agenzia di mobilità transnazionale Euroform Rfs.Due le mostre aperte alla visione fino al 19 luglio. La prima è“City of women” che, partendo dal lavoro di Andrea Pazienza peril film di Fellini La città delle donne, approda ad una nuova im-magine di donna, figlia della cultura pop e underground e fa diCosenza, appunto, la nuova Città delle donne.La seconda mostra, “Suggestivism - The new horizon”, curata daNathan Spoor, racconta attraverso 32 firme della giovanissima ar-te contemporanea i nuovi traguardi della corrente pop surrealista.Ad accompagnare l’evento, in serata, presso il chiostro di SantaChiara, la video performance Canzoni Invisibili, liberamente ispi-rata ai titoli di dieci opere di Italo Calvino e nata dalla collabora-zione di Lagash, bassista dei Marlene Kuntz, e Sinatti, video ar-tist multimediale. Gli eventi sono realizzati con la partnership di Moleskine eLetterature festival internazionale di Roma.Nel Museo dei Brettii e degli Enotri è stata inaugurata “Arte&vi-ta, ovvero una vita vissuta ad arte”, mostra, curata da DoresSacquegna, che segue l’ambizioso intento di ricercare e perse-guire l’arte in ogni sua forma, nella vita comune, negli spazi co-nosciuti e negli episodi della quotidianità.Prendendo spunto dalle seconde avanguardie artistiche, e cer-cando di immettere e coinvolgere codici semiotici e segni diver-si tra loro come la gestualità e il linguaggio, l’esposizione vuolecreare un ponte virtuale tra l’America degli Anni ‘40 e lo spaziocontemporaneo cosentino. Fra un’arte appena passata ed un’artein divenire strettamente connessa alla vita.L’interazione con il pubblico e l’apertura verso altre rappresenta-zioni artistiche e il dialogo costante tra le opere e lo spazio che lecirconda, rendono questa mostra unica nel suo genere. Espongono: Ugo Nespolo, Vito Acconci, Xiao Lu, Living Theatre,Maria Luisa Imperiali, Astolfo Funes, Matteo Basilé, GiovanniAlbanese, performance live di Massimiliano Manieri. L’apertura della mostra sarà accompagnata dalla performance mu-sicale I sogni di Fellini, con letture di Francesca Beggio.A seguire Cage on air - Arte sonora negli spazi urbani, perform-ance di Minia.

A Cosenza c’èun’arte in progress

Inaugurate “City of women” e “Suggestivism”

Il Banco del mutuo soccorso arricchisce il cartellone di Armoniedartefestival

Scenario

per

il concerto

del 10 agosto

sarà il Parco

Scolacium

di Roccelletta

di Borgia

Page 17: Voce ai giovani

Terzo e ultimo atto di “Sister act” per la stagione della Compagniadelle Alghe di Cerisano, di Massimiliano Pellegrino. Anche in que-st’edizione, del 22 giugno, al suo terzo spettacolo, presso il TeatroMorelli di Cosenza e questa volta con un ospite di onore nascostanel pubblico, Lena Biolcati e sua figlia Silvia Di Stefano, che in fi-nale di serata si è esibita in un duetto canoro con uno degli attori delmusical,lasciando un positivo segno di approvazione da parte delpubblico.Il musical, che lascia il testimone a “Bella e la Bestia”, progetto an-cora in fase teorica, i cui attori Simona Ricchio e Andrea Cosentinohanno preso parte al musical, si conclude in un grande registro dipresenze a teatro quasi esaurito. Dalle parole di MassimilianoPellegrino, quest’opera, che è iniziata nel 2009 a scopo raccolta fon-di per l’associazione Aismi, l’elefantino blu della solidarietà, ha al-la base lo scopo di comprare un mezzo, una autombulanza per i di-sabili o per gli anziani che ne faranno richiesta per il trasporto ver-so i servizi di cura per lunghi e brevi percorsi.“Sister act” è ripreso dal film musicale con l’attrice brillante, WhoopiGoldberg, ed è la storia di una donna cantante di night club, che es-sendo testimone di un omicidio, è costretta a scappare rifugiandosiin un convento di suore per non essere assassinata dal proprietariodel night, che si è macchiato del terribile omicidio. Qui porta loscompiglio tra le giovanissime novizie, insegnando loro a cantarein un nuovo modo, più brillante ed esse sono allo scuro della sua ve-ra identità, che conosce solo la madre superiora e che non è per nul-la felice del pericolo cui l’espone il nascondere una testimone chia-ve di un efferato assassinio. Le cose alla fine si risolvono per il me-glio e con l’esibizione, di fantastoria, davanti a Papa Paolo VI, in ungospel sfrenato. Gli attori che sono quasi tutti di Cerisano ci hannoospitato durante lo spettacolo dietro le quinte da cui abbiamo potu-to osservare il pubblico in sala, divertito e i vari cambi di abiti e discena, tra una bibita e qualche patatina mangiata al volo. Tra gli at-tori un piccolissimo bambino di soli 8 anni, Antonio Marino, chesegue la compagnia, fin dal primo musical, per la raccolta fondi, cheè stato il Pinocchio di Collodi. Loredana Nucaro è la regista del mu-sical e da lei ci provengono le importanti indicazioni riguardo al mu-sical e la Compagnia delle Alghe di supporto all’Aismi onlus.«La Compagnia delle alghe si fa carico di sostenere la missiondell’Aismi e ogni spettacolo avrà un budget di beneficienza da de-stinare agli obiettivi della mission». Lei nel musical non è solo laregista, ma anche una delle protagoniste principali: «Sì, vero, sonosuor Patrizia, una suora estrosa e folle, quella che vuole sempre gio-care, amante della musica, si muove sempre volentieri, prendendoa cuore le vicende della protagonista Deloris». A che punto è l’ac-quisto del mezzo per le persone che non deambulano? «Siamo abuon punto entro quest’anno saremo in grado di acquistare il mez-zo e operativi in tutto con le nostre attività di volontariato, a partiredall’assistenza agli anziani, alla persona, che con disabilità, ha dif-ficoltà a muoversi autonomamente».La sede della Compagna delle Alghe, che è a Cerisano, nel Cosentino,ha nel suo direttivo dieci persone, ma che costituiscono un gruppoben consolidato in un forte legame di amicizia, il valore assolutoche li lega e fortifica.

sabato

29 giugno 2013XVII

di Lucia De Cicco

“Sister act” inscenata dalla Compagnia delle Alghe per l’acquisto di un mezzo di trasporto

Spettacolo e beneficenza

Al Teatro

Morelli

di Cosenza

si chiude

l’ultimo atto

prima di

cedere il

passo a “Bella

e la Bestia”

Ospiti

d’eccezione

Lena

Biolcati

e Silvia

Di Stefano

Una sorellaper un’ambulanzaUna sorellaper un’ambulanza

Momenti dello spettacoloSotto, scatti

dal “dietro le quinte”

Page 18: Voce ai giovani

L’importanza del corretto consumo del sale, le dannose modalità diassunzione, le patologie conseguenti al suo abuso: se ne è parlatonel corso del convegno “Il sale... nella vita e della vita” organizza-to presso l’Ordine dei Medici dal Soroptimist international club diCosenza, in collaborazione con l’Ammi (Associazione mogli me-dici) sezione di Cosenza, lo scorso giovedì. Lo spunto è partito dal-la campagna di educazione alimentare “Sale quanto basta” lancia-ta dal Soroptimist international in occasione della settimana inter-nazionale per la riduzione dell’uso del sale, celebrata dall’11 al 17marzo scorsi, condensata in un video che è stato proiettato in aper-tura dei lavori e un opuscolo informativo distribuito al pubblico pre-sente, realizzato dal club di Cosenza. I lavori, aperti dai saluti della presidente dell’Ammi di Cosenza,Tiziana Serra Caruso, e del Soroptimist Anita Frugiuele, hanno vi-sto come prima relazione quella di Giampaolo Barone, medico in-ternista presso la divisione “Cosco” dell’ospedale civile cosentinodell’Annunziata, che ha illustrato le problematiche e i rischi di unuso eccessivo di sale, di cui se ne dovrebbero assumere non più di5 grammi al giorno. Interessante il percorso storico illustrato dal dot-tor Barone, relativo al sale lungo la storia dell’umanità, con una det-tagliata descrizione anche delle risorse locali, delle miniere calabresie delle modalità di estrazione, attraverso immagini e fotografie an-che d’epoca. Barone ha poi presentato una ricerca condotta nel suoreparto e riferita al pane che si vende in città, da cui è emerso il con-tenuto sempre significativo di sodio in ogni pagnotta che si porta intavola.Il nutrizionista Vincenzo Capilupi, specialista in Scienze dell’ali-mentazione a indirizzo dietetico e consigliere nazionale Sias, ha poifornito chiare indicazioni sulla presenza di sale nei cibi, specie quel-li precotti o confezionati, nonché in numerose bevande di uso quo-tidiano, con importanti consigli su come evitare inconsapevoli e dan-nosi eccessi e come sostituire il sodio con aromi, spezie, sapori al-ternativi che esaltano il gusto senza nuocere.

Ma il convegno ha guardato anche al sale sotto un profilo cultura-le, aspetto che è stato trattato dallo scrittore Coriolano Martiranocon un excursus storico lungo i secoli. Due enormi pietre di sale poste alle estremità del tavolo dei relato-ri, a sormontare due composizioni floreali realizzate anche con i co-siddetti “fiori di sale”, che sono una sorta di piccole roselline fre-sche di un bianco candido, sottolineavano il tema della giornata alpubblico, cui è stato anche fatto dono di un sacchettino contenenteuna pietra di sale di miniera, in senso beneaugurale.

sabato

29 giugno 2013XVIII

Quanto basta

...nella vita e della vita. L’uso corretto del minerale per vivere meglio in salute e in morale

Convegno lanciato dal Soroptimist club di Cosenza

Bastaun poco di sale...

Interessanti

il percorso

storico

illustrato

dal dottor

Barone

e il profilo

culturale,

aspetto

trattato

dallo scrittore

Coriolano

Martirano

con un

excursus

lungo i secoli

Il tavolo dei relatori

Al centro, l’intervento

di Coriolano

Martirano

Page 19: Voce ai giovani

Fervono incessanti i preparativi per un’altra grande serata di pugi-lato in programma domenica 30 giugno con inizio alle ore 20,00presso il centro commerciale “Annunziata” di Vibo Valentia. La società Shanti Vibo di Aldo Facciolo in collaborazione conl’Amaranto boxe del presidente Franco Pirrera e con l’immancabi-le e preziosissima opera del promoter e direttore sportivodell’Amaranto boxe Carmelo Regolo, dopo il brillante successo ot-tenuto l’anno scorso a Vibo Valentia, si replica il 30 giugno con unaserata dove sono previsti ben 13 combattimenti. Per l’Amaranto boxe - guidati all’angolo dal Maestro Peppe Fedele,coadiuvato dai tecnici Salvatore Pace e Giancarlo Cannizzaro - sa-liranno sul ring Rocco Calabrò kg 125, Angelo Trimboli 118 kg,Antonino Vazzana 75 kg, Mario Argento 69 kg, Stanislav Bragutsa64 kg, Santi Urso 64 kg, Francesco Arena 60 kg, Simone Fazzello60 kg, Giuseppe Osnato 48 kg. nonché i pupilli locali vibonesi,Lorenzo Sisinni 91 kg. e l’imbattuto Filippo Corello 75 kg. curatinella preparazione dal tecnico Aldo Facciolo. Per la Calabria oltre agli atleti della Shanti Vibo e dell’Amarantoboxe prenderanno parte alla manifestazione l’a.s. Reggio Calabriaboxe, l’Eagles Catanzaro, la pugilistica Cariatese, la Kroton boxeed il Catanzaro boxing club. A giorni saranno resi noti tutti gli accoppiamenti. Una manifestazione alla quale è consigliato di non mancare, poichéoltre alla boxe ci saranno altre spettacolari esibizioni. Un altro grande evento targato Shanti Vibo, Alessandro Aversano,Amaranto boxe e Carmelo Regolo (promoter di eventi pugilistici etanto altro).

sabato

29 giugno 2013XIX

Sport per divertirsi

Sul ring

punta

di diamante

l’imbattuto

Filippo

Corello

Tredici combattimenti nel centro commerciale “Annunziata” targati Shanti e Amaranto boxe

Gli atleti della Shantie dell’AmarantoQui a latoil campioneFilippo Corello

Se il buongiorno si vede dal mattino... si preannuncia veramentecome uno spettacolo mondiale l’European course racing cham-pionship di kitesurf che si svolgerà dal 24 al 28 luglio prossimi aGizzeria. Ben 118 atleti provenienti, appunto, da tutto il mondo.La pattuglia più numerosa è quella italiana, con 19 kiters iscritti.Ma tutti gli altri Paesi sono numericamente ben rappresentati: al-la partenza ci saranno dodici tedeschi, undici polacchi, nove fran-cesi, otto russi ed altrettanti spagnoli; iscritti anche atleti di Brasile(5), Inghilterra (4), Portogallo (4), Austria, Olanda, Bulgaria,Croatia, Nuova Zelanda, Lituania, Norvegia, Svizzera, Danimarca,Finlandia, Slovenia, Irlanda, Uruguay; e, poi, giungeranno inCalabria anche kiters da Stati Uniti, Canada, Colombia e, addi-rittura, dall’altra parte del globo, dall’Australia, a venire sarannoin tre. 93 sono gli uomini, 25 le donne. Un successo annunciato,l’appuntamento di Gizzeria, per il kitesurf (una tavola da surf tra-scinata da un aquilone), una disciplina sportiva giovane, è natanel 1999, che riesce a catturare un sempre maggiore numero diappassionati e praticanti, in Italia così come in Calabria. Un cam-pionato europeo che torna in uno degli spot più ricercati d’Europae, certamente, il più apprezzato dai kiters italiani che qui giungo-no anche nei mesi invernali per allenarsi. L’European course ra-cing championship non sarà soltanto un evento sportivo: le cin-que giornate di gare saranno arricchite da momenti di spettacoloe di altri sport. In scena andranno le esibizioni degli atleti “RedBull”, tornei nazionali di street basket e di beach volley, spetta-coli internazionali di musica e danza, e anche la presenza dell’e-mittente radiofonica nazionale “Radio Deejay”, con alcuni deisuoi più famosi speaker.

Gizzeria, l’ombelicodel kitesurf

Da tutto il mondo per l’European course racing

Botte da boxe

nella notte

di Lamezia

Botte da boxe

nella notte

di Lamezia

Page 20: Voce ai giovani

Facendo proprio e rilanciando il pensiero di Papa Francesco, il ve-scovo della diocesi di Cassano all’Jonio, monsignor NunzioGalantino, ha concluso il convegno sui temi dell’identità della co-munità ecclesiale, del ministero del presbitero nella comunità cri-stiana e della missione del laicato, svoltosi nella chiesa di SanGirolamo a Castrovillari. All’appuntamento, snodatosi in tre giornate, hanno preso parte, perciascuna sessione, circa 500 persone tra sacerdoti, operatori pasto-rali e laici. Giovedì i lavori erano iniziati con la relazione di donEmilio Salvatore, biblista e docente presso la Pontificia Facoltà teo-logica dell’Italia meridionale, chiamato ad occuparsi di ministeria-lità e corresponsabilità quali elementi essenziali per la costruzionedella comunità cristiana. Venerdì, invece, spazio a don AntonioMastantuono, parroco della diocesi di Termoli-Larino, egli pure do-cente presso la Pontificia Facoltà teologica dell’Italia meridionale,autore di una riflessione sull’azione pastorale e sulla figura del sa-cerdote nella società contemporanea. Con lui Michele Illiceto, do-cente di filosofia presso alla Pontificia Facoltà pugliese, sofferma-tosi sulla soggettività del laico nella comunità cristiana, sulla suacollocazione all’interno della ecclesiologia di comunione, sulle sueresponsabilità all’interno del mondo. Sabato, infine, la chiusura, conla suddivisione dei partecipanti in dodici laboratori nell’ambito deiquali laici, operatori pastorali, sacerdoti, religiosi e religiose hannoavuto modo di confrontarsi sulle problematicità e sulle ricchezzedella chiesa locale.

In coda, le conclusioni, affidate a monsignor Galantino.Il presule ha invitato la Chiesa cassanese a «non lasciarsi prenderedallo sconforto dinanzi alle sfide che la cultura contemporanea por-ta alla fede», dicendosi colpito dalle «attese dei laici nei confrontidei laici» e da quelle «dei laici nei confronti dei presbiteri». E conlo sguardo rivolto al futuro, ha sollecitato i preti in particolare a «te-nere in gran conto le belle energie laicali presenti nella nostra Chiesa»,mentre a tutti ha chiesto di «aprire occhi e cuore per riconoscere iministeri e i carismi presenti nelle singole realtà. Non riconoscerle,valorizzarle solo in parte o addirittura ostacolarle è un peccato con-tro lo Spirito di Dio».

sabato

29 giugno 2013XX

Buon tempo per la vigna del Signore

Convegno diocesano sull’identità ecclesiale conclusosi a Castrovillari

Forti le parole del vescovo di Cassano, Nunzio Galantino

La comunità

sappia

coltivare una

«spiritualità

forte, non

bigotta e non

devozionale»

La Chiesa impari ad osareLa Chiesa impari ad osare

Page 21: Voce ai giovani

Osare di più è stato il monito riferito poi all’esperienza spirituale: alriguardo, monsignor Galantino ha spronato a coltivare una «spiri-tualità forte, non bigotta e non devozionale», legata ad esperienze«forti della formazione come la lectio divina, i sacramenti e la di-rezione spirituale».Prima di congedarsi, il pastore della Chiesa cassanese ha parlato diun «orizzonte unico» al quale guardare tutti insieme: «Rendere bel-la la nostra Chiesa diocesana, fatta di voi, pietre vive. Per questo ser-ve abbandonare una visione egocentrica e autoreferenziale e guar-dare di più ai poveri non come destinatari della nostra attenzione ca-ritatevole, ma come soggetti che ci interpellano». Ha quindi esorta-to a «passare da una Chiesa impegnata a cercare ossessivamente idestinatari del messaggio ad una che si sente destinataria di una sto-ria abitata da soggetti che, per scelta o per necessità, spingono ver-so un radicale cambiamento, fatto di semplificazione». Ha inoltrerichiamato il bisogno a «lasciar fare a gente inedita, non omologa-ta, non appiattita». A dare più spazio, più ascolto a queste personeche «con l’aiuto dello Spirito di Dio, contribuiranno sicuramente adisegnare il volto di una Chiesa nella quale si vive con ministeria-lità e correponsabilità».Infine, il vescovo ha annunciato la nascita della nuova parrocchiadi Castrovillari, che sarà intitolata al beato don Pino Puglisi.

I momenti salienti del convegno sono stati trasmessi in diretta strea-ming sul sito diocesano www.diocesicassanoalloionio.it: nell’arcodelle 3 giornate sono stati complessivamente circa 700 gli utenti chehanno seguito i lavori attraverso internet.

sabato

29 giugno 2013XXI

Proprio a

Castrovillari

una nuova

parrocchia

sarà

intitolata

a don Pino

Puglisi

vittima

di mafia

Buon tempo per la vigna del Signore

Don Giuseppe Puglisi, meglio conosciuto come padre Pino Puglisi, è stato un presbitero italiano, uccisodalla mafia il giorno del suo 56º compleanno a motivo del suo costante impegno evangelico e sociale. Il25 maggio 2013, sul prato del Foro Italico di Palermo, davanti a circa centomila fedeli, è stato procla-mato beato. La celebrazione è stata presieduta dall’arcivescovo di Palermo, cardinale Paolo Romeo, men-tre a leggere la lettera apostolica, con cui si compie il rito della beatificazione, è stato il cardinale SalvatoreDe Giorgi, delegato da Papa Francesco. È il primo martire della Chiesa ucciso dalla mafia.

(fonte wikipedia)

Monsignor Galantino e xxx Maurellodurante i lavori del convegnoSotto, don Pino Puglisi

Page 22: Voce ai giovani

Un bel record sono 100 anni e in buona forma per un uomo. Unagrazia che nei Testi sacri troviamo enfatizzata da cifre, che supera-no i 200 anni e che stanno ponendo l’accento sulla fortuna, che unuomo aveva all’epoca di superare i 40 anni, età media di sopravvi-venza, diventando il referente di una comunità, depositario di sag-gezza, di storia e di vita.Cento anni, ancora oggi, fanno riflettere non poco sulla volontà diqualcuno di volere resistere a guerre, a cambiamenti storici, a viag-gi, miserie e nobiltà, fatiche, amori e tradimenti e che su i media so-no irrorati, a volte, di terrorismi e colpi politici e che rattristano laprecarietà della vita, senza tenere conto del merito e dello studio.Eppure c’è chi riesce a superare tutto questo, proprio con la fede,quella stessa, che ha caratterizzato quest’anno della dottrina catto-lica. Una fede in apparenza fatta di piccoli gesti quotidiani, come lamessa la mattina presto, la comunione, annidi militanza nei gruppi cattolici, e che oggiassumono il sapore di futilità, banalità per ipiù. Ma non è facile alzarsi la mattina prestoa 100 anni, prepararsi al meglio per riceve-re un pezzo di pane irrorato di vino; non èfacile se le ossa scricchiolano; se un affettoimportante, come quello di una figlia, staOltreoceano; se ci si porta dietro qualche ci-catrice sulla salute.

Così come non è stato facile festeggiare LuigiNaccarato, il nonno centenario di Mendicino(Cs) che categoricamente non voleva gran-di feste, perché, dalle sue parole, i com-pleanni sono un fatto privato e si festeggia-no in famiglia. Un “no” categorico detto al-la moglie, che si è fatta primo tramite dellabella idea avuta dalla parrocchia, guidata dadon Enzo Gabrieli e dall’amministrazionecomunale, nelle persone del sindaco Piscitelli e dell’assessore Reda:è stato lo stesso don Enzo Gabrieli a convincere il nonno diMendicino e ad assicurarlo che il banchetto festivo sarebbe stato so-lo al margine di una festa più importante, la messa, quella stessa cuiprende parte ogni mattina da quasi 100 anni. Una ricetta questa cheva oltre, i crudisti, vegetariani e sportivi, che non solleva pesi e nonfa chilometri di corsa, che mette solo lo spirito in ascolto e che for-se con la palestra potrebbe avere a che fare. Alzarsi inginocchiarsi,inchinarsi e stendere il braccio per il segno della pace per mezz’o-

ra, sono pur sempre un bell’esercizio mattutino per affrontare al me-glio una dura giornata di lavoro, che nella vita del nostro nonno diMendicino è stato anche lavoro nei campi ed emigrazione.Entriamo nella chiesetta di San Pietro nella parte bassa del centrostorico (denominata ‘mpede dagli abitanti del luogo) cercando unattempatissimo nonnetto, magari sorretto da un bastone e ci trovia-mo, invece, davanti ad uno asciutto, slanciato signore, che all’oc-chio, non dimostra più di 85 anni circondato da parenti, compaesa-ni e familiari, in attesa e con un sorriso stampato sulla faccia, dellasua “messa giornaliera”, che solo per l’occasione il 21 giugno è sta-ta spostata alla sera. Tra video, foto, giornalisti e autorità del luogo,anche militari, inizia alle 18,30, la funzione eucaristica, cui seguiràpiù tardi la benedizione del nonno con la moglie e la consegna diun omaggio in ricordo di questo traguardo non da poco. Primo tramiriadi di semi nel grembo materno e ancora in corsa per la vita, lasola che abbiamo e che il nonno pare tenga sempre presente nellebraccia della sua amatissima mamma terrena e trascendente, che èla Chiesa.Nella memoria di San Luigi Gonzaga, don Enzo Gabrieli, ha riper-corso con momenti di aneddoti divertenti e di vera commozione gliavvenimenti più belli della vita di un uomo, dicendo che non sem-pre Dio si manifesta in personalità eroiche e di Santi la sua provvi-denza, ma anche in tutti i suoi figli, che hanno la capacità di porta-re con saggezza tutte le rughe del tempo, che passa e facendo rife-rimento ai capelli bianchi ha fatto rilevare che non c’è nulla di piùbello che vedere il tempo su di essi e sul volto, segni di vite vissutee di tempo trascorso. Gli anni che passano sono il trascorrere di una

vita, che si arricchisce di esperienza, ha det-to nell’omelia don Enzo Gabrieli, di una vi-ta vissuta con pienezza. Celebrare un nonnosignifica celebrare chi non ha paura che iltempo passi. Non ci si può bagnare nello stes-so fiume, come diceva un filosofo e ciò rap-presenta una ricchezza, che porta a rapportipiù saggi e che contrastano con il mondo,poiché, sono arricchimento spirituale. Allafine della celebrazione la benedizione cui èstata invitata anche la consorte del nostroLuigi, perché lei è stata anche una roccia pa-ziente e stabile nei colpi dell’esistenza e del-le diversità delle personalità. Un augurio spe-ciale a nonno Lugi, che possa fare di questagrazia una ricchezza e si possa suggerire, at-traverso questa pagina, una stesura a quattromani di un testo, che parli di questa fede edegli anni trascorsi a fianco di Cristo comeun documento storico diretto allo spirito dei

bambini, una favola antica che arricchisca i nativi digitali. Nella consegna del riconoscimento, il breve saluto del sindaco del-la città, Piscitelli e la lettura del testo che ha accompagnato la con-segna del riconoscimento: «La comunità di Mendicino si ritrovaunita per festeggiare i cento anni di Luigi Naccarato. Grazie al Signoreper il dono della sua presenza e della sua testimonianza e per il suoamore di Patria ancorato ai valori, che hanno fatto grande l’Italia».

Lucia De Cicco

sabato

29 giugno 2013XXII

Il neo

centenario

ha accettato

la festa

solo dopo la

benedizione

davanti

all’altare

I coniugi Naccarato di Mendicino festeggiano l’importante traguardo raggiunto tra sacrifici e difficoltà

L’accento sui centodi nonno LuigiL’accento sui centodi nonno Luigi

pagine a cura

di Lucia De Cicco

Pillole di fede

Don Enzo, nonno Luigie il sindaco Piscitelli nel

momento della consegnadel riconoscimento

Sopra, la benedizionedei coniugi

Page 23: Voce ai giovani

Isabella De Rose è responsabile della “Unità di strada”della Caritas diocesana di Cosenza, un nuovo mezzo cheè stato attivato dalla Caritas per il controllo e l’aiuto deisenza dimora in collaborazione di una cooperativa so-ciale “Strade di casa”. Argomento che è stato parte di unseminario formativo per operatori in due giornate, il 21e 22 giugno, presso il seminario di Rende. Un percorsoformativo per coordinatori, operatori e volontari che ope-rano nell’area della grave marginalità e dei senza tetti, indialogo con esperienze europee e i cui esperti invitati so-no stati Alexandrè Sebastian (coordinatore rete belga, sultema “Ricerca e intervento sulla condizione dei senza di-mora”) e Marco Iazzolino, segretario generale dellaFiopsd (Federazione italiana organismi persone senzadimora). Organizzato da Caritas diocesana, Federazioneitaliana degli organismi persone senza dimora e coope-rative, Pino Fabiano. Sono stati tanti gli interventi delledue giornate, anche con contributi di alcune associazio-ni del territorio, come la “Kasba”, che da anni affronta-no il tema dei senza dimora, dei rifugiati, e degli immi-grati, che hanno come necessità principale una casa sta-bile.

Oggi il problema dei senza dimora deve evolversi in altredirezioni. Sparisce il termine “senza fissa dimora” e di-venta senza dimora e a sottolineare il fatto di come l’ur-genza di trovare una casa, che dia certezze deve essereil motore principale di ogni operazione caritativa.Sebastian, infatti, ha fatto notare di come la povertà siaoggi un fattore che non riguarda più la prima necessitàe che ha dei profili diversi rispetto al passato con nuoviproblemi sociali, tra cui anche la malattia mentale, e dicome a livello europeo sono stati adottati già dei meto-di che puntano sulla sanità e sulle esigenze di salute men-tale con i percorsi d’inclusione sociale e lavorativa.

Com’è nato il servizio Unità di strada della Caritas dioce-sana?È un servizio nuovissimo, nato nel novembre scorso.Servizio di bassa soglia che si rivolge a un’utenza di stra-da dell’area urbana di Cosenza e Rende.

Com’è strutturato questo servizio?Ci sono due operatori, uomo e donna, che con un vo-lontario si muovono per le strade cittadine cercando i

senza dimora. Obiettivo è conoscere gli invisibili eriuscire in una relazione che possa orientarli versoi servizi del territorio, come quelli socio sanitariocercando di comunicare informazioni il più idoneepossibili.

Quali sono i criteri di accesso?Non esistono, si lavora in strada. Il setting di stra-da è molto flessibile e leggero. La formazionedei volontari deve essere orientativamente ditipo sociale, io per esempio sono un’assistentesociale. Poi si deve avere la conoscenza deiluoghi e del territorio, che aiutano nel-l’orientarsi. Ci sono poi periodicamen-te degli incontri formativi, di riflessio-ne e coordinamento dei volontariCaritas, che sono sempre molto moti-vati. E i seminari formativi che sonospecifici e d’incontro con le realtàdel territorio.

Quanti soci ha la cooperativa?In totale otto soci, ma io so-no l’unica socia della stessache lavora a questo progetto epoi c’è l’organismo Caritas, cheha promosso l’iniziativa.

Risultati e limiti dell’azione...Ancora è presto quantificare nelsociale se ci sono risultati. Ho co-nosciuto più di cento personesenza dimora. Già il fatto di co-noscere l’entità del fenomeno èuna cosa importantissima per larisoluzione del problema. Le pic-cole storie di successo quotidia-no sono importanti, come assi-curare a livello pratico servizi,come l’assistenza medica, dirit-to che è completamente scoper-to quello alla salute per questiutenti.

L.d.C.

sabato

29 giugno 2013XXIII

Isabella De Rose impegnata con la Caritas di Cosenza in prima linea per i senza dimora

Una vitaper l’unità di stradaUna vitaper l’unità di strada

La povertà

oggi

non riguarda

più la prima

necessità:

ha dei profili

diversi

rispetto

al passato

con nuovi

problemi

sociali, tra

cui anche

la malattia

mentale

A livello

europeo sono

già stati

adottati

nuovi metodi

di assistenza

Solidarietà all’opera

IsabellaDe Rose

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