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Verso” ufficiale dell’Associazione Culturale “L’Alveare” - Anno I n ° 3 - Maggio/Giugno L’ultimo voto 1 IL RELATIVISMO CULTURALE Uno squilibrio culturale è alla base di vecchi pregiudizi e nuove prevaricazioni. Conservare la matrice e la forza originaria di un’idea è il presupposto perché la storia resti maestra di vita. L’attualità del relativismo culturale alla luce di uno studio filologico sull’Iliade di Omero (…) “Ma tu le mie ti vesti armi temute, e alla battaglia guida i bellicosi Tessali; ché fosco di Teucri e fiero un nugolo vegg’io circondar già le navi, e al lido stringersi in poco spazio i Greci, e su lor tutta Troia versarsi, audace fatta e balda perché vicino bale- nar non vede dell'elmo mio la fronte. Oh fosse meco stato re giu- sto Agamennón!” (…) (…)“Ma, quale in mente la ti pongo, avverti de' miei detti alla somma, e m’obbedisci, se vuoi che gloria me ne torni, e grande dai Greci onore, e che la bella schiava con doni eletti alfin mi sia renduta. Cacciati i Teucri, fa ritorno: e s’anco l'altitonante di Giunon marito ti prometta vittoria, incauta brama di pugnar senza me con quei gagliardi non ti seduca, né voler ch’io colga di ciò vergogna e disonor” (…) Iliade Libro XVI v.64 – 73 e 82 - 92 A distanza di oltre 28 secoli questi versi tratti dall’opera immortale di Omero “Iliade” sono oggetto di dibattito tra i tanti studiosi del poeta greco. La discus- sione nasce a riguardo di un pre- sunto duplice comportamento del valoroso eroe greco Achille. Il “Pelìde eroe” ritiratosi dal campo di battaglia per una controversia con Agamennone, decide di ritorna- re a combattere solo quando i Greci daranno atto del suo indiscutibile valore. Nel frattempo, i Greci sono in effet- tiva difficoltà contro l’esercito troia- no ed Agamennone, resosi conto del suo sbaglio, cerca di rimediare: ad Achille, se ritornerà in guerra, sarà restituita la sua amata; sarà ricoperto di doni ed il suo valore sarà ricono- sciuto da tutti. Ma Achille rifiuta tutto ciò. Fin qui normale. Ma nel seguito dell’opera si troverà Achille lamentarsi perché aspetta con impazienza che il suo popolo gli dia onore. Ed ecco l’ori- gine del dibattito che esula dal con- testo meramente narrativo ed approda a livelli elevati risultando attuale anche e soprattutto al giorno d’oggi. Molti studiosi hanno voluto fon- dare, traendo spunto anche da que- sto aspetto, le loro convinzioni che l’Iliade”possa essere stata scritta da più autori ed anche in periodi storici differenti. In tal modo si potrebbero giustificare le apparen- ti contraddizioni di Achille che avendo rifiutato le istanze di Agamennone in un primo momen- to, si lamenta che il popolo non lo abbia invocato per la battaglia. Se l’autore fosse unico, sarebbe mal costume porre Achille in atte- sa per una seconda supplica! – afferma la teoria analitica (teoria dei diversi autori). Ma in risposta, invece, la teoria unionista (teoria dell’autore unico) afferma che è abbastanza inverosimile come que- sti ipotetici poeti così brillanti nella composizione non siano riusciti a porre la narrazione in maniera logica. Infatti, questi ultimi propongono il problema del con- cetto del buon costume come necessariamente figlio dei tempi e dei luoghi. Un esempio a tal riguardo è l’u- suale insistenza da parte dei Greci nell’offrire qualcosa. Quindi, in tale prospettiva sono giustificabili le lamentele di Achille. Ho voluto riproporre questo passo dell’”Iliade”, poiché ogni volta che si esamina un fenomeno (o un comportamento) di un popolo o di un periodo diverso dal nostro, bisogna tenere presente il principio antropologico del relati- vismo culturale. Tale principio sostiene che qualsiasi fenomeno culturale o comportamentale deve essere esaminato ed interpretato in base al proprio contesto e non in base a quello dello studioso. Visto che nella nostra epoca, gra- zie alla continua e crescente globa- lizzazione in tutti i campi, popoli tanto diversi fra loro vengono in contatto e le scelte dell’uno influenzano pesantemente la vita dell’altro, sarebbe buona norma rendere tali scelte coerenti con il relativismo culturale. A maggior ragione questi aspetti dovrebbero essere presenti nelle politiche internazionali e la pre- senza negli staff dei politici di stu- diosi e/o esperti della particolare realtà socio – culturale sarebbe determinante ad evitare equivoci con conseguenze devastanti. Ma anche i popoli non dovranno mai dimenticarlo per non essere vittime di pregiudizi, che qualcuno fomenta per i propri interessi, con la conseguente apparizione della paura (xenofobia) a guidare l’opi- nione pubblica. E le conseguenze sono sempre orribili: la guerra. Anche in questo caso, ancora una volta Omero ci dona un insegna- mento sulle orribili conseguenze della guerra attraverso i versi dell’”Iliade” erroneamente (imma- turamente) considerata un’opera che ne esalta l’ideale della guerra. (… ) “E seco iva l’ancella tra le brac- cia portando il pargoletto unico figlio dell’eroe troiano, bambin leg- giadro come stella.”(…) (…) “Sorrise Ettorre nel vederlo, e tacque. Ma di gran pianto Andromaca bagnata accostossi al marito, e per la mano strignendo- lo, e per nome in dolce suon chia- mandolo, proruppe: Oh troppo ardito! il tuo valor ti perderà: nes- suna pietà del figlio né di me tu senti, crudel, di me che vedova infelice rimarrommi tra poco, per- ché tutti di conserto gli Achei con- tro te solo si scaglieranno a truci- darti intesi;e a me fia meglio allor, se mi sei tolto, l'andar sotterra. Di te priva, ahi lassa! ch’altro mi resta che perpetuo pianto?” (…) (…) “Or mi resti tu solo, Ettore caro, tu padre mio, tu madre, tu fratello, tu florido marito. Abbi deh! Dunque di me pietade, e qui rimanti meco a questa torre, né voler che sia vedova la consorte, orfano il figlio.”(…) Iliade Libro VI v. 339 – 402, 404 – 417 e 429 - 432 Georgia Gratsia Piero della Francesca. “Incontro tra Salomone e la regina di Saba” Nel film di Gabriele Muccino,“L’ultimo bacio” era lo spartiacque tra una vita spensierata ed ideale e la piena assunzione delle proprie responsabilità. Ad Aquara invece non è ancora venuto il momento dell’ultimo voto. Si lamenta che alcuni giovani con- tinuino a delegare l’ordinaria amministrazione, il minuto mantenimento, a politici di professione o di (in)vocazione. Sembra preferiscano ritrovarsi sulle grandi categorie etiche che attraversano il loro mondo globale, sempre più lontano dal campanile, dove il forum, la piazza fisica, è stata sostituita da quella telematica. In altre parole, essi detesterebbero essere provin- ciali: prova ne è stata la grande partecipazione al dibattito sulla guerra in Iraq e la forte condivisione di una volontà pacifista. Per molti di noi la politica è una forma di impegno civile, come può essere il volontariato, che non coincide con quello ammini- strativo. Il diritto-dovere di esercitare le istanze democratiche si esplicita rispetto al prossimo e non rispetto al pubblico. Tra l’altro, anche l’adescamento clientelare, il voto di scambio, hanno smesso di essere un serbatoio di reclutamento politico, e sopravvivono in forme di contrattazione privata. Oggi l’unica via dei giovani alla politica sembra essere una fidelizzazione adole- scenziale alle ideologie, e/o la scelta di un pigmalio- ne. In altre parole si parte dall’inneggiare al Che nei concerti o nei cortei e si diventa portaborse di un reazionario conservatore. Per chi non voglia scivolare in questa inconsisten- za, più che incoerenza, l’unica arma è la presunzio- ne d’innocenza, per sé. Ma il rischio è di un Aventino culturale, che non giova alla moralizzazione della politica, perché può anche succedere a volte che “il giudice non sia migliore del ladro” come ha scritto Victor Hugo. Se noi, anime belle, continuiamo a definire l’im- pegno politico come una cosa che insozza le mani o fa arretrare l’indice di gradimento, ci sarà sempre chi sarà pronto a risponderci che quello resta uno sporco lavoro e che qualcuno lo deve pur fare. E l’astensionismo è figlio di questa prospettiva. Figlio che i politici di professione farebbero bene a non cullare, tanto perché i vantaggi di una delega in bianco si trasformeranno nel lungo periodo in una delegittimazione pratica, poiché sembra essere tor- nato di moda un felice esercizio di opinione che potrebbe diventare più decisivo di quello di voto. La Redazione Pietro Vannucci detto il Perugino. “La consegna delle chiavi”, Cappella Sistina.

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“Verso” ufficiale dell’Associazione Culturale “L’Alveare” - Anno I n ° 3 - Maggio/Giugno

L’ultimo voto

1

IL RELATIVISMO CULTURALEUno squilibrio culturale è alla base di vecchi pregiudizi e nuove prevaricazioni.

Conservare la matrice e la forza originaria di un’idea è il presupposto perché la storia resti maestra di vita.L’attualità del relativismo culturale alla luce di uno studio filologico sull’Iliade di Omero

(…) “Ma tu le mie ti vesti armitemute, e alla battaglia guida ibellicosi Tessali; ché fosco diTeucri e fiero un nugolo vegg’iocircondar già le navi, e al lidostringersi in poco spazio i Greci, esu lor tutta Troia versarsi, audacefatta e balda perché vicino bale-nar non vede dell'elmo mio lafronte. Oh fosse meco stato re giu-sto Agamennón!” (…) (…)“Ma, quale in mente la tipongo, avverti de' miei detti allasomma, e m’obbedisci, se vuoiche gloria me ne torni, e grandedai Greci onore, e che la bellaschiava con doni eletti alfin misia renduta.Cacciati i Teucri, fa ritorno: es’anco l'altitonante di Giunonmarito ti prometta vittoria,incauta brama di pugnar senzame con quei gagliardi non tiseduca, né voler ch’io colga di ciòvergogna e disonor” (…)

Iliade Libro XVI v.64 – 73 e 82 - 92

Adistanza di oltre 28 secoliquesti versi tratti dall’operaimmortale di Omero “Iliade”

sono oggetto di dibattito tra i tantistudiosi del poeta greco. La discus-sione nasce a riguardo di un pre-sunto duplice comportamento delvaloroso eroe greco Achille.

Il “Pelìde eroe”ritiratosi dal campodi battaglia per una controversiacon Agamennone, decide di ritorna-re a combattere solo quando i Grecidaranno atto del suo indiscutibilevalore.Nel frattempo, i Greci sono in effet-tiva difficoltà contro l’esercito troia-no ed Agamennone,resosi conto delsuo sbaglio, cerca di rimediare: adAchille, se ritornerà in guerra, saràrestituita la sua amata;sarà ricopertodi doni ed il suo valore sarà ricono-sciuto da tutti.

Ma Achille rifiuta tutto ciò. Fin quinormale. Ma nel seguito dell’operasi troverà Achille lamentarsi perchéaspetta con impazienza che il suopopolo gli dia onore. Ed ecco l’ori-gine del dibattito che esula dal con-testo meramente narrativo edapproda a livelli elevati risultandoattuale anche e soprattutto al giornod’oggi.

Molti studiosi hanno voluto fon-dare, traendo spunto anche da que-sto aspetto, le loro convinzioni che“l’Iliade”possa essere stata scrittada più autori ed anche in periodistorici differenti. In tal modo sipotrebbero giustificare le apparen-ti contraddizioni di Achille cheavendo rifiutato le istanze diAgamennone in un primo momen-to, si lamenta che il popolo non loabbia invocato per la battaglia.

Se l’autore fosse unico, sarebbemal costume porre Achille in atte-sa per una seconda supplica! –afferma la teoria analitica (teoriadei diversi autori). Ma in risposta,invece, la teoria unionista (teoriadell’autore unico) afferma che èabbastanza inverosimile come que-sti ipotetici poeti così brillantinella composizione non sianoriusciti a porre la narrazione inmaniera logica. Infatti,questi ultimipropongono il problema del con-

cetto del buon costume comenecessariamente figlio dei tempi edei luoghi.

Un esempio a tal riguardo è l’u-suale insistenza da parte dei Grecinell’offrire qualcosa.Quindi, in taleprospettiva sono giustificabili lelamentele di Achille.

Ho voluto riproporre questopasso dell’”Iliade”, poiché ognivolta che si esamina un fenomeno(o un comportamento) di unpopolo o di un periodo diverso dalnostro, bisogna tenere presente ilprincipio antropologico del relati-vismo culturale. Tale principiosostiene che qualsiasi fenomenoculturale o comportamentale deveessere esaminato ed interpretato inbase al proprio contesto e non inbase a quello dello studioso.

Visto che nella nostra epoca, gra-zie alla continua e crescente globa-lizzazione in tutti i campi, popolitanto diversi fra loro vengono incontatto e le scelte dell’unoinfluenzano pesantemente la vitadell’altro, sarebbe buona normarendere tali scelte coerenti con ilrelativismo culturale.

A maggior ragione questi aspettidovrebbero essere presenti nellepolitiche internazionali e la pre-senza negli staff dei politici di stu-diosi e/o esperti della particolarerealtà socio – culturale sarebbedeterminante ad evitare equivocicon conseguenze devastanti.

Ma anche i popoli non dovrannomai dimenticarlo per non esserevittime di pregiudizi, che qualcunofomenta per i propri interessi, conla conseguente apparizione della

paura (xenofobia) a guidare l’opi-nione pubblica. E le conseguenzesono sempre orribili: la guerra.

Anche in questo caso, ancora unavolta Omero ci dona un insegna-mento sulle orribili conseguenzedella guerra attraverso i versidell’”Iliade” erroneamente (imma-turamente) considerata un’operache ne esalta l’ideale della guerra.

(… ) “E seco iva l’ancella tra le brac-cia portando il pargoletto unicofiglio dell’eroe troiano, bambin leg-giadro come stella.” (…) (…) “Sorrise Ettorre nel vederlo, etacque. Ma di gran piantoAndromaca bagnata accostossi almarito, e per la mano strignendo-lo, e per nome in dolce suon chia-mandolo, proruppe: Oh troppoardito! il tuo valor ti perderà: nes-suna pietà del figlio né di me tusenti, crudel, di me che vedovainfelice rimarrommi tra poco, per-ché tutti di conserto gli Achei con-tro te solo si scaglieranno a truci-darti intesi; e a me fia meglio allor,se mi sei tolto, l'andar sotterra.Di te priva, ahi lassa! ch’altro miresta che perpetuo pianto?” (…) (…) “Or mi resti tu solo, Ettorecaro, tu padre mio, tu madre, tufratello, tu florido marito. Abbideh! Dunque di me pietade, e quirimanti meco a questa torre, névoler che sia vedova la consorte,orfano il figlio.” (…)

Iliade Libro VI v. 339 – 402, 404 –417 e 429 - 432

Georgia Gratsia

Piero della Francesca. “Incontro tra Salomone e la regina di Saba”

Nel film di Gabriele Muccino, “L’ultimo bacio” eralo spartiacque tra una vita spensierata ed ideale e lapiena assunzione delle proprie responsabilità.Ad Aquara invece non è ancora venuto il momentodell’ultimo voto. Si lamenta che alcuni giovani con-tinuino a delegare l’ordinaria amministrazione, ilminuto mantenimento, a politici di professione o di(in)vocazione. Sembra preferiscano ritrovarsi sullegrandi categorie etiche che attraversano il loromondo globale, sempre più lontano dal campanile,dove il forum, la piazza fisica, è stata sostituita daquella telematica.

In altre parole, essi detesterebbero essere provin-ciali: prova ne è stata la grande partecipazione aldibattito sulla guerra in Iraq e la forte condivisionedi una volontà pacifista. Per molti di noi la politicaè una forma di impegno civile, come può essere ilvolontariato, che non coincide con quello ammini-strativo. Il diritto-dovere di esercitare le istanzedemocratiche si esplicita rispetto al prossimo e nonrispetto al pubblico.

Tra l’altro, anche l’adescamento clientelare, il votodi scambio, hanno smesso di essere un serbatoio direclutamento politico, e sopravvivono in forme dicontrattazione privata. Oggi l’unica via dei giovanialla politica sembra essere una fidelizzazione adole-scenziale alle ideologie, e/o la scelta di un pigmalio-ne. In altre parole si parte dall’inneggiare al Che neiconcerti o nei cortei e si diventa portaborse di unreazionario conservatore.

Per chi non voglia scivolare in questa inconsisten-za, più che incoerenza, l’unica arma è la presunzio-ne d’innocenza, per sé.Ma il rischio è di un Aventinoculturale, che non giova alla moralizzazione dellapolitica, perché può anche succedere a volte che “ilgiudice non sia migliore del ladro” come ha scrittoVictor Hugo.

Se noi, anime belle, continuiamo a definire l’im-pegno politico come una cosa che insozza le mani ofa arretrare l’indice di gradimento, ci sarà semprechi sarà pronto a risponderci che quello resta unosporco lavoro e che qualcuno lo deve pur fare.

E l’astensionismo è figlio di questa prospettiva.Figlio che i politici di professione farebbero bene anon cullare, tanto perché i vantaggi di una delega inbianco si trasformeranno nel lungo periodo in unadelegittimazione pratica, poiché sembra essere tor-nato di moda un felice esercizio di opinione chepotrebbe diventare più decisivo di quello di voto.

La Redazione

Pietro Vannucci detto il Perugino. “La consegna delle chiavi”,Cappella Sistina.

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L’ARGONAUTA

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Durante le ore diurne osservando il cielo non sipuò restare che attratti e quindi incuriositi daquel oggetto accecante che ci sovrasta: il Sole.

Sin dagli albori dell’Umanità il Sole ha rappresentato,forse, l’icona mitologica - religiosa più importante nellastoria.Con l’avvento del pensiero scientifico, si è dimo-strato ciò che era risaputo da sempre: il suo ruolo inso-stituibile per il normale ciclo della vita terrestre.Si è passati, dunque, da una fase di carattere religioso– propiziatorio ad un’attuale in cui, da un lato, il Sole èstato retrocesso a non fondamentale oggetto presentenel cielo e dall’altro si è giunti alla consapevolezza chela vita terrestre è legata indissolubilmente agli esitifuturi dell’astro. Non solo interi cicli di vita sulla Terrasono legati alla posizione dell’astro nel corso del cosid-detto anno solare, ma anche le regioni del globo risen-tono fortemente della loro posizione rispetto ai raggisolari.

E’ inevitabile, quindi, come nel corso della storiaumana, il Sole sia stato visto non come un oggettoastrale ma addirittura gli sono state attribuite figure

antropomorfe e l’energia solare, fonte di vita, è stataconsiderata come volontà della divinità di turno diinfondere beneficio.

Il Sole come entità soprannaturale è già presentenel Neolitico: entità che, di volta in volta, doveva esserepropiziata, placata, adulata o invocata. I popolidell’Europa settentrionale tracciarono simboli, costitui-rono sacrari e foggiarono immagini corrispondenti almoto del Sole.A tal proposito Stonehenge rappresentaancora oggi uno di questi luoghi sacri al culto del Sole.Ma non solo. Rappresenta anche una piena consapevo-lezza del moto periodico del Sole, con il vantaggio diavere a disposizione uno valido strumento per analizza-re le varie fasi dell’annata legate all’agricoltura e all’alle-vamento.

Il culto, successivamente, si è manifestato ancheattraverso la presenza di simboli su armature e gioielli esi iniziò, quindi, con oggetti votivi e talismani per poiassociare, il Sole al concetto di vita da contrapporre aquello di morte (la guerra).

La massima fioritura nella venerazione, in quantoreligione ben definita sul piano formale, si perde nellanotte dei tempi, poggiando su divinità rappresentatecon fattezze umane e accompagnate da attributi solari.L’immagine del Sole come essere soprannaturale si èormai trasformata, da semplice simbolo visivo a vera epropria divinità, e viene vissuta come forza dalle molte-plici funzioni.Ma con l’avvento del Cristianesimo il Soleperse quel suo primato, continuando, tuttavia, a soprav-vivere come mito nelle tradizioni popolari.

Costruzioni legate al moto del Sole ve ne sono amigliaia, disseminate per tutto il mondo, a testimonian-za di come la nostra stella sia stata vista da ogni popolocome la fonte di vita per eccellenza. Un esempio è latomba collettiva di Newgrange (Irlanda) scoperta dal-l’archeologo O’Kelly in cui, durante il solstizio d’inver-no,questa è illuminata fino in fondo per ricreare un sug-gestivo effetto luminoso in onore dei defunti; non dameno sono i nostri Nuraghi (piccoli centri abitativi) e i

pozzi sacri, entrambi presenti in Sardegna, e Castel delMonte ad Andria.

Molte feste sono legate al moto del Sole ed in par-ticolare alle caratteristiche posizione che esso raggiun-ge nell’arco dell’anno (solstizio d’estate e di inverno edequinozio di primavera e di autunno). Questi fenome-ni,ben marcati, alle nostre latitudini sono la causa delleforti oscillazioni del clima. Le stagioni sono ben carat-terizzate e, specialmente, col Sole pallido e basso sul-l’orizzonte, l’Uomo antico provava un sentimento digrande timore e malinconia poiché non era sicuro cheil Sole sarebbe tornato a splendere forte e alto sull’o-rizzonte, ridando vita alla Terra e all’Uomo stesso. I ritiche si svolgevano in questo periodo avevano grandeimportanza, poiché con questi si cercava di costringe-re il Sole a ritornare sui suoi passi. Per esempio, alcunefeste, connesse con il solstizio invernale, sono i “satur-nali” dei Romani, i “dies natalis solis invictis” (il nata-le del Sole) della tarda romanità, fino al natale cristianoche fu posto proprio al solstizio invernale nel calenda-rio giuliano dell’epoca.

Sicuramente il fenomeno visto con diffidenza esoprattutto con timore da ogni popolo è stata l’eclissisolare.Tale fenomeno è stato sempre legato al concet-to di lotta,di guerra tra il bene ed il male e,come è suc-cesso per le apparizioni delle comete,presagio di sven-tura.Ma con l’avvento della religione cristiana,e la con-seguente sostituzione del Sole con altri miti, come sim-boli a cui affidare il proprio destino, sono state spazza-te quasi tutte le credenze e le superstizioni legate alSole.

Certamente nessuno tra i lettori ha dubbi sull'esi-stenza di una stretta, anche se non chiara, correlazionetra il nostro Sole ed i fenomeni dell'atmosfera; del restoda sempre si chiamano in causa il Sole o la Luna qualiastri responsabili non solo di un buon raccolto o di unabuona riuscita del vino, ma anche il comportamento diuomini ed animali si dice esser correlato ai loro influssi.

Quanto c’è di vero in queste “credenze popolari”?Quali sono (se ci sono) le basi scientifiche su cui pog-giano queste antiche credenze? Certo verificarle non èun problema semplice,soprattutto per quanto riguardail comportamento umano.Tuttavia un’eclissi totale puòaiutarci a comprendere quali siano i legami fisici traSole - Terra - Luna, quali i fenomeni ad essi associati equali le interazioni con i principali fenomeni atmosfe-rici che accadono attorno a noi.

A mio avviso ritengo sbagliato condannare o nontrasferire ai posteri le credenze popolari o i dogmi, nelnostro caso riguardanti il Sole, quando questi sono ilrisultato dello sforzo dell’Uomo nel cercare una spie-gazione degli eventi che lo circondano, poiché solograzie ad essi, forma arcaica del processo di induzionescientifica, è stato possibile costruire il modello scien-tifico attuale.

Al contrario, è da condannare fermamente, a mioavviso, chi di fronte all’evidenza osservativa si ostina aconservare i “dogmi” non come teorie imperfette, equindi migliorabili,ma come verità perfette e non figliedella ragione umana.

Arturo Stabile

Cose dell’altro SoleTra mitologia, dogmi e scienza: la storia dell’astro che dà la vita.

L’atteggiamento dell’Uomo nei confronti del Sole può essere paragonato a quello del grande Vincent Van Gogh: “Durante i suoi ultimi anni di vita era ossessionato dalcalore, dalla luce e dal colore del Sole. La sua storia narra di un cuore solitario che batte fra le mura di una buia prigione interiore, divorato dalla nostalgia e dall’an-goscia, senza neanche sapere il perché, finché un giorno vede il Sole, e nel Sole riconosce il segreto della vita.”

Raffaello. “Giosuè ferma il Sole e la Luna”.

Massa:1,99x1030 Kg;Raggio: 6,96x105 Km (Terra: 6,38x103 Km);Temperatura: 15x106 °C (centro), 5500 °C (superficie);Età:4,6x109 anni;Distanza Terra – Sole: 149,5x106 Km (distanza media su un anno);Flusso di radiazione: 3,82x1026 W (lampadina: 102 W = 100 W);Periodo di rotazione:25 giorni terrestri;Accelerazione di gravità: 274 m/sec2 (Terra: 9,8 m/sec2; ciò che pesa 1 Kg sulla Terra sul Sole pesa 28 Kg);

La potenza del Sole è disarmante: ogni secondo emet-te nello spazio circostante una quantità di energia suf-ficiente ad accendere circa quattro milioni di miliardidi lampadine da 100 W, equivalente a quella prodottada circa 13 miliardi di centrali elettriche convenzionalida 30 MW.

Un emisfero terrestre illuminato assorbe circa 130 milamiliardi di KW. Tale energia, per quanto enorme, corrisponde ad unapiccolissima frazione di quella totale emessa (meno diun miliardesimo). Considerato che in anno vi sono 8760ore, la Terra riceve 2,24 miliardi di miliardi di KWh. Assumendo un costo medio di 0,15 euro per KWh, unafornitura equivalente di energia elettrica avrebbe uncosto bimestrale di 21 milioni di miliardi di euro!!! E’ facile capire quindi il risparmio in termini economicie di risorse che si potrebbe realizzare sfruttando ancheparzialmente questa enorme quantità di energia, forni-ta dalla Natura a costo zero (alla faccia del petrolio)

Carta d’identità del sole

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ATTUALITA’: AMBIENTE

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La concezione dell'ambiente come patrimoniodi tutti, da rispettare e da salvaguardare peruna migliore qualità della vita, s’impone anche

nella Valle del Calore, da tempo considerata immuneall’inquinamento ambientale.

Alcune considerazioni potrebbero chiarire meglioil problema.Non ho dati precisi a disposizione, però,credo che la popolazione oggi residente nel bacinodel Calore non superi i 45000 abitanti su una super-ficie di circa 700 Kmq, con una densità abitativa di64 abitanti/Kmq, ben lontana dalla densità abitati-va dell'Italia (189 abitanti/Kmq). Insomma nellaValle del Calore siamo pochi, soprattutto nella partemedia e superiore.Ebbene, pochi come siamo e con uno sviluppo indu-striale inesistente, siamo stati capaci di inquinaretutti i nostri corsi d’acqua, dal Calore al Fasanella,agli altri. Il disinquinamento del Calore e dei suoiaffluenti é problema che ha una valenza perlomenouguale a quello del potenziamento dell'ospedale diRoccadaspide, non fosse altro che in entrambi i casisi tratta pur sempre di salute pubblica!

Naturalmente non é soltanto quello citato l'unicoproblema ambientale della Valle del Calore, ce nesono altri parimenti e forse ancora più importantiper la pubblica salute. Ci sono delle linee elettrichead altissima tensione che passano sulle case: nonsarebbe il caso di verificare i campi elettromagneticiconnessi?

Siamo proprio sicuri che le condotte dei nostriacquedotti siano tutte costruite in materiali privi diamianto? C'é molto da “bonificare” nella Valle delCalore; i problemi ambientali vanno ben oltre i sac-chetti di immondizia messi fuori posto, cosa senzadubbio riprovevole, ma coinvolgono il degrado delnostro territorio e mettono in pericolo la nostraincolumità in cambio di nulla.

Non é il prezzo da pagare ad un’industrializza-

zione o a qualche altro intervento che porti occupa-zione, sviluppo perlomeno economico: é solo il fruttodella nostra incuria, della nostra indolenza, dellanostra ignoranza, del nostro considerare il territorioe tutto ciò che é pubblico come di nessuno, come dicosa di cui servirsi a proprio comodo.

E’ tempo che tutti facciamo una revisione culturalemolto profonda nell'affrontare i problemi della nostraValle con il porre al primo posto il problema ambien-tale che, come del resto in tantissime altre realtà, hada tempo oltrepassato la fase, diciamo romantica, incui interessava poche persone.I cosiddetti “ambientalisti”, di solito visti come tipioriginali, un pò stravaganti, fino ad assumere impor-tanza per tutti, perlomeno pari ad altri problemiquali l'occupazione, il miglioramento della viabilità,la disponibilità di adeguate strutture sanitarie e sco-lastiche.Insomma é il caso di cominciarci a chiedere se sia“meglio” la strada a scorrimento veloce di fondovalleo il disinquinamento del Calore e dei suoi affluenti,se sia “meglio” una strada a volte non proprio indi-spensabile o la sostituzione di una condotta idricacostruita in materiale contenente amianto, se sia“meglio” un marciapiede a volte inutile o un depura-tore, e via continuando con simili dilemmi ogni voltache ci sia da spendere pubblico denaro o comunqueintervenire sul territorio.

E' proprio nella maturazione di una cultura, non“ambientalista” come si dice tante volte con abusatoluogo comune, ma del buon senso nell'uso del terri-torio che i giovani possono assumere una valenzastraordinaria, liberi o perlomeno meno sensibilirispetto agli adulti, da condizionamenti politici edambientali, più sensibili per età, condizione, culturaa problematiche pubbliche come quelle ambientali.

Giuseppe Pagnotto

C’era una volta una valleLa priorità del problema ambientale nella Valle del Calore.

Salute pubblica e qualità della vita non dipendono solo dal funzionamento dell’ospedale o da una strada a fortepenetrazione. La bonifica della valle appare oggi come una necessità e non come una velleità romantica.

Con la legge delega del 3 ottobre 2001, n.366 ilGoverno italiano ha adottato una serie di decre-ti legislativi che hanno interessato i seguenti

aspetti:• la regolamentazione delle società di capitali e dellesocietà cooperative;• la regolamentazione degli illeciti penali e ammini-strativi riguardanti le società commerciali;• il trasferimento delle partecipazioni sociali e i pattiparasociali.

Soffermiamo la nostra attenzione sulle principalinovità che interesseranno le spa e le srl.

SOCIETA’ PER AZIONI:

• Il capitale sociale minimo passerà dal livello degliattuali 100.000 � a 120.000 �.• All’atto della sottoscrizione in luogo del versamentodei 3/10 si dovrà versare il 25% della sottoscrizione;• Per quanto riguarda sistemi di amministrazione e di controllo, si potrà scegliere tra tre sistemi:a) sistema classico: prevede un consiglio di ammini-strazione ed un collegio sindacale con funzioni di controllo;b) sistema dualistico: prevede un consiglio di gestio-ne e un comitato di sorveglianza con funzioni dicontrollo;c) sistema monistico: prevede la presenza di un unicoorgano, il CdA, all’interno del quale viene istituito uncomitato di controllo composto da membri che abbia-no requisiti di onorabilità, professionalità ed indipen-denza.

SOCIETA’ A RESPONSABILITA’ LIMITATA:

• Potrà essere costituita a tempo indeterminato, e perl’individuazione della sede basterà indicare solo ilComune, potendo quindi essere omessa l’indicazionedella via;• All’atto della sottoscrizione in luogo del versamentodei 3/10 si dovrà versare il 25% della sottoscrizione;• L’assemblea può essere convocata con qualsiasimezzo, anche sms, fax o e–mail, non essendo piùobbligatoria l’invio della lettera raccomandata;• Potranno emettere titoli di debito la cui sottoscrizio-ne è limitata ai soli investitori qualificati.• Si affievoliscono le differenze tra assemblea ordina-ria e straordinaria, che potranno essere sostituite dal-l’assemblea totalitaria.• Nelle srl con capitale inferiore ai 100.000 � l’attocostitutivo può prevedere la nomina di un collegio sin-dacale o di un revisore contabile.

Per quanto riguarda questo tipo di società il legisla-tore ha voluto che le nuove srl assumano un modellosocietario che si posizioni a metà strada tra lo schemaazionario delle spa e la struttura personale delle sas edelle snc.

Il legislatore ha voluto innanzitutto colmare il vuotonormativo che interessava le srl, infatti, fino ad ora,esse erano regolate da norme di rinvio delle societàper azioni.Attraverso questa riforma gli imprenditorisaranno incentivati ad abbandonare i modelli dellesocietà di persone (snc, sas), in quanto essi potrannogodere sia del beneficio della responsabilità limitata,sia di forme organizzative più flessibili dovute ad unamaggiore autonomia statutaria.

Pasquale Durso

La riforma del dirittosocietario

Ampio spazio all’autonomia statutaria delle nuove srl.

Dal 1° Gennaio del 2004 entra in vigore la riformaorganica della disciplina societaria.

Hercules Seghers. “Paesaggio con scavo”.

ATTUALITA’: ECONOMIA

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SPECIALE ELEZIONI

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Il nuovo sindaco ad Aquara sarà Antonio Marino oFranco Martino.Tutto dipenderà dalle preferenzeche le liste “Pace e progresso” per Marino e “Uniti

e liberi” per Martino riusciranno a guadagnare alleprossime elezioni. I due candidati, espressioni di pro-grammi e formazione politico-professionale diversi,ambiscono alla pol-trona di primo citta-dino con l’intento diinnovare completa-mente il modo diamministrare.

Antonio Marino, dauna parte, si proponecome sindaco mana-ger:“Al giorno d’oggi– afferma – ilComune non è piùun centro burocrati-co ma una vera e pro-pria azienda, conbilanci e risorse pro-prie e come tale deveessere amministratada chi ha già espe-rienza di tipo azien-dale”. Spiega così ilsuo ritorno in prima linea ildirettore della Banca diCredito Cooperativo diAquara, già consigliere dimaggioranza negli anni set-tanta, ricordando di nonaver mai abbandonato lapassione politica, vicinoalla DC prima e ai Popolaripoi.

Dall’altra parte, ambiscealla carica il geometraFranco Martino, politica-mente nato con ForzaItalia e già primo consiglie-re di minoranza nelle ulti-me due AmministrazioniLuciano nonché attualeassessore alle Politichesociali e forestali presso laComunità Montana degliAlburni.“Il nostro punto di forzasono i giovani, capaci diinfondere entusiasmo e

Amministrative di Aquara: una poltrona per dueIl 25 e 26 maggio cittadini alle urne ad Aquara per eleggere il nuovo consiglio comunale.

Intervista ai due candidati a sindaco Antonio Marino e Franco Martino.

presentarsi come nuove leve di un discorso ammini-strativo che mira al rinnovamento”.“Un progetto, questo, - continua Martino - nato negliultimi due anni e sottoposto solo a piccoli processi diaggiustamento nella fase finale”.

Il programma di Antonio Marino risente dell’impo-stazione managerialedella propria lista. Siparte dall’arredourbano puntando sul-l’impiego ottimaledei fondi “per evitare– spiega Marino –uno spreco, comenegli ultimi anni,costato al cantiereforestale miliardi divecchie lire senzabenefici infrastruttu-rali”.

Seguono poi temicome la nettezzaurbana, le varianti alPiano regolatore eduna maggiore apertu-ra del Comune al dia-logo con le cooperati-

ve agro-alimentari presentinella Valle, a partire dallaCantina Sociale Val Calore.

Piena occupazione giovanile,invece, il primo obbiettivo diMartino che lamenta l’assenzadi spazi e opportunità ricreati-ve e lavorative per chi si affac-cia per la prima volta nelmondo del lavoro.“Se sarò elet-to – afferma - intendo usufruiredei finanziamenti statali percostituire società miste per lagestione dei servizi pubblici.

Riusciremo così ad occupare igiovani aquaresi in attività dinatura artigianale e ad impiegar-li nei servizi sociali.Impediremo, così, - concludeMartino - che lascino il nostropaese per cercare lavoroaltrove”.

Elvira Ragosta

Antonio Marino, candidato alla carica di sindaco per la lista “Pace e progresso”.

Per questa elezione amministrativa (25-26

maggio p.v.) il corpo elettorale è composto da

1615 aventi diritto, di cui 169 residenti all’este-

ro. I maschi sono 774, le femmine 841 (i dati,

aggiornati al 28/04/2003, sono forniti dall’uffi-

cio elettorale del Comune di Aquara). Nella pre-

cedente tornata (novembre ’98) gli elettori furo-

no 1619 di cui 777 maschi e 842 femmine.

Ecco, invece, la successione dei sindaci di

Aquara dal 1944 ad oggi: Antonio Andreola

(1944); Nicola Mastrantuono (1946); Antonio

Maffei (1957); Orazio Serrelli (1961); Orazio

Serrelli, Celeste Consolmagno, Vincenzo

Mastrantuono (1966); Vincenzo Mastrantuono,

Mario Inglese (1971); Mario Inglese (1975);

Giovanni Serrelli (1981); Lucido Mastrantuono

(1989); Vincenzo Luciano (1994).

Le elezioni del 6 ottobre 1946 si svolsero in via

Garibaldi. Nicola Mastrantuono, con una lista

di democratici cristiani, indipendenti e reduci,

battè per 671 a 292 voti Antonio Andreola

(uscente), sostenuto da una lista di repubblicani

e socialisti. Gli aventi diritto furono 1743, di cui

833 maschi e 908 femmine. Le schede bianche 7,

le schede nulle 40.

Nelle elezioni del 27 ottobre 1957, anch’esse

tenutesi in via Garibaldi, gli elettori furono

2146. Antonio Maffei fu eletto con 947 voti con-

tro i 734 di Giovanni Giordano ed i circa 80 di

Lucido Andreola.

Le elezioni successive, quelle del 12 novembre

1961, furono le prime a tenersi nell’edificio sco-

lastico dell’allora p.zza Roma. Orazio Serrelli

venne eletto contro Antonio Maffei.

La redazione

Numeri e curiosità elettorali

Franco Marino, candidato alla carica di sindaco per lalista “Uniti e liberi”.

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SPECIALE ELEZIONI

SPAZIO ELETTORALE A PAGAMENTO AUTOGESTITO COMMISIONATODALLA LISTA N° 1 “UNITI E LIBERI”

La lista “Pace e progresso” si sottopone al giudizio popolare sperando di meri-tarne il consenso, per determinare, in un clima di distensione e di rispetto civi-le, le necessarie condizioni di progresso culturale, sociale ed economico, della

comunità aquarese, ponendosi come obiettivi primari il perseguimento dell’interes-se pubblico, la salvaguardia del territorio e il soddisfacimento dei bisogni dei citta-dini.

Questi in sintesi sono gli obiettivi alla base del nostro programma che ci prefig-giamo di realizzare.

Agricoltura e ambiente: realizzazione di un sistema irriguo che, sfruttando l’acquadel fiume Calore, renda fertile la zona di Piano Maiuri; sottrarre all’abbandono eall’improduttività il territorio comunale dei Lauri ed affidarlo in comodato a privatiper il suo utilizzo economico; recupero e miglioramento della pineta di cui ilComune dispone.

Servizi socio-assistenziali: le politiche sociali saranno rivolte agli anziani e alle clas-si deboli; sarà ricercata la collaborazione attiva della CRI delegazione di Aquara e pro-mosso il potenziamento del centro sociale sovracomunale.

Artigianato: è prevista la creazione di un polo artigianale (P.I.P.) in località Piano,nell’area già individuata per l’ubicazione degli insediamenti produttivi dal vigentePiano Regolatore.

Cultura, sport e tempo libero: le politiche culturali saranno affidate ad una com-missione; potenziamento delle attività della biblioteca comunale; sarà stabilito ungemellaggio con un comune europeo e fissato un evento culturale con cadenzaannuale; valorizzazione delle risorse paesaggistiche di Aquara con la creazione di unbelvedere alla Mercantella; realizzazione di un progetto teso a giustificare, storica-mente e culturalmente, il toponimo del paese:“la via dell’acqua”; realizzazione di ini-ziative necessarie a trasformare, negli anni, Aquara in un “paese albergo”; illumina-zione del campo sportivo.

Urbanistica e lavori pubblici: revisioni Piano Regolatore generale per ridare slan-cio all’attività edilizia privata; si perseguirà l’obiettivo di restituire agli Aquaresi lepiazze: piazza V.Veneto e piazza S. Lucido; lavori di costruzione e manutenzione distrade rurali ed interpoderali per agevolare gli interventi in agricoltura.

Politiche sovracomunali: particolare attenzione sarà rivolta al consolidamento edampliamento dell’operatività dell’ospedale di Roccadaspide, alla realizzazione dellastrada fondovalle Calore, al rilancio delle attività della cantina sociale “Val Calore” diCastel San Lorenzo, alla metanizzazione del paese e all’intensificazione dei rapporticon l’ente Parco Nazionale.

Politiche per la frazione di Mainardi: completamento della definitiva sistemazionedella strada di collegamento della frazione con il Comune capoluogo; realizzazionedegli interventi necessari al miglioramento delle altre strade che si diramano dallapredetta strada di collegamento; ampliamento dello spazio attrezzato destinato ad“area pic-nic” da affidare successivamente ai giovani del posto.

Interventi nell’assetto organizzativo dell’ente: rendere più efficienti i servizi che ilComune è chiamato ad offrire; l’istituzione di uno sportello multifunzionale per lerelazioni con i cittadini; promozione della costituzione di una società alla quale affi-dare la gestione dei servizi della nettezza urbana e cimiteriali, oltre al potenziamen-to dell’ufficio tecnico comunale.

Il candidato alla carica di sindaco e i componenti della lista “Pace e progresso”hanno deciso di impegnarsi in prima persona in questa competizione elettorale e diassumere sin d’ora l’impegno dinanzi al corpo elettorale che, in caso di loro elezio-ne, rinunceranno, dal sindaco al singolo consigliere ad ogni indennità di carica.

Gli spazi elettorali autogestiti a pagamento sono concessi nel rispetto delle disposizioni emanate dall’Autorità per la Garanzia nelle Comunicazioni il giorno 08/04/2003 con la delibera n° 79 relativa alla campagna elettorale per le lezioni del 25-26 maggio 2003.

SPAZIO ELETTORALE A PAGAMENTO AUTOGESTITO COMMISIONATODALLA LISTA N° 2 “PACE E PROGRESSO”

L’obiettivo da raggiungere nei primi cento giorni. Dare al paese un Governoforte con idee chiare; rendere il Comune vicino alle aspettative dei cittadi-ni ed avviare un processo di cambiamento della macchina comunale e della

programmazione politica. Inoltre, vi sarà il completamento del percorso sacro“Da Via Libertà alla ex Badia S. Pietro” con una forte iniziativa da realizzarsi inoccasione della festa patronale di S. Lucido ed il completamento della “Cittadellascolastica”.

Criteri utilizzati nella scelta dei candidati della lista. Modalità dell’individua-zione degli assessori e degli incarichi “esterni” e la rappresentanza in sede dellaComunità Montana degli Alburni. La nostra lista è stata costruita in modo natu-rale ed era pronta già da qualche anno, perché forte è in noi il desiderio di dareuna speranza alla gente di Aquara e soprattutto ai giovani di restare nel nostropaese.Abbiamo, oggi, messo a punto un programma ed una squadra amministra-tiva nuova ed unita. Idee, progetti innovativi sono alla base per il futuro diAquara. La giunta, sarà composta dai consiglieri più votati. Questo è il rispettodel voto degli elettori. La rappresentanza alla Comunità Montana sarà espressio-ne della volontà di formare una giunta istituzionale per realizzare la fondovalleCalore.

Note negative e positive dell’Amministrazione uscente. La critica più forte èforse l’aver trascurato una parte fondamentale del nostro territorio.Aree di gran-de potenzialità come l’area del fiume Calore, Madonna del Piano, Mainardi,Pantana, Piano Maiuri. Realtà con potenzialità agricole, artigianali e turistiche dasviluppare. Realizzare le varianti al Piano Regolatore è una questione fondamen-tale. Inoltre è stato fatto poco per le zone rurali. Note positive per le politichesociali. Il nostro comune è capofila per molti progetti; la legge 285/97 e 328/00hanno dato risposte serie e concrete alle fasce più deboli ed alle persone mag-giormente bisognose. Stesso discorso per i tanti lavori realizzati nel centro urba-no ed in particolare per i parcheggi e per la scuola.

Perché il cittadino aquarese dovrebbe votare la lista “Uniti e liberi”? Aquaraha bisogno di un Governo libero da ogni condizionamento esterno; si deve pen-sare allo sviluppo e dalla crescita del nostro territorio, se e solo se saremo noi agovernare, quanto detto sarà possibile. Se da un lato la stima e la professionalitàdei componenti della lista avversaria sono indiscutibili, dall’altro ci divide ilmodo di intendere la politica.“Con il potere economico” si è sempre cercato,“condizionato e determinato” le scelte delle varie Amministrazioni comunalianche esternamente ad Aquara. Essi hanno governato il passato e nessun giova-ne è cresciuto nella loro compagine, poiché il loro obiettivo è di conservare persé e per sempre il potere. Noi siamo completamente l’opposto puntando moltosui giovani.

La lista si ispira ad una formazione politica civica.Le liste nei piccoli paesi nonpossono non essere civiche perché le difficoltà sono superabili solo se si sceglie“il meglio” e, quindi, si riesce a portare avanti progetti ed idee.

La candidatura è il risultato di una naturale evoluzione. L’esperienza politica èiniziata parecchi anni fa ricoprendo incarichi di assessore alla ComunitàMontana degli Alburni,dando risposte serie e concrete al nostro paese,anche dalpunto di vista occupazionale. La scelta di una candidatura deve scaturire da unariflessione e la si deve assumere solo se si hanno le idee chiare e il tempo neces-sario.Tale candidatura non deve essere portata avanti per imposizione di qual-che sostenitore, altrimenti si corre il rischio di penalizzare un’intera comunità, edi questo Aquara non ne ha proprio bisogno.

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SPECIALE IN GUERRA

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Aguerra immediatamente finita si cercheranno distimare le ripercussioni di questo conflitto, cheha interessato le aree medio–orientali, avrà sui

vari settori economici.A mio avviso,oltre alle normali distinzioni tra effetti di

breve e di medio-lungo periodo, sono più importanti ledistinzioni tra effetti sulle nazioniche hanno direttamente partecipatoe quelle che invece non hanno par-tecipato a tale conflitto, o che addi-rittura lo hanno fermamente osteg-giato.

Il settore che più ha risentito ditale situazione di fermento è statoquello turistico. Le persone preferi-scono non frequentare i posti estre-mamente affollati, perché colpiti dauna psicosi per la paura di attentati.Non a caso Federalberghi fa ha dira-mato dati che lasciano presagire unasituazione non estremamente con-fortante per il settore (unica ecce-zione è rappresentata dal boomdegli agriturismi).

Gli ultimi dati parlano di una dimi-nuzione del 27% di turisti stranieri(circa quattro milioni di turisti inmeno); il che porterà nei prossimimesi ad una diminuzione di 17.000unità di assunzioni nel settore.Stesso discorso, in virtù di un effettoa cascata vale, per il settore dei tra-sporti, soprattutto quello aereo.

Un altro settore fortemente pena-lizzato è quello della produzione delthè, in quanto l’Iraq, essendo ilprimo paese al mondo consumatoredi tale prodotto, ne ha ridotto drasti-camente il consumo. A risentirnemaggiormente i principali produtto-ri dell’infuso,Cina e India,costrette ariversare le eccedenze sui mercatioccidentali a prezzi irrisori.

Per quanto riguarda le borse, nonsi sono avute quelle cadute che tuttisi aspettavano, in quanto, a mio avvi-so, i vertici politici e militari alleatisono stati degli abili comunicatorirassicurando così i mercati sia sulladurata che sulle sorti del conflitto.

Il settore invece che nel breve hapiù di tutti beneficiato degli eventibellici è stato quello degli armamen-ti.Grazie alla guerra, infatti, si è potu-ta risollevare la congiuntura estre-mamente negativa che interessavatale settore. Si è così potuto termina-re il processo di smaltimento delmagazzino pieno di armi (all’uranioimpoverito) bandite dalle conven-zioni ONU e iniziato con la guerra inYugoslavia. Si è riavviato il ciclo pro-duttivo che ha così potuto risolleva-re il fatturato delle industrie belliche(tra le principali sostenitrici di Bushalle scorse presidenziali Usa).

Ed infine né ha beneficiato anche il

Le conseguenze economichedella guerra in Iraq

La stima degli effetti di breve medio e lungo periodo del conflitto

Le ripercussioni sui principali settori economici e il business della ricostruzione affidato a società fortemente “compromesse” con la Casa Bianca. E intanto, l’ONU starà a guardare

reparto Ricerca e Sviluppo, che ha sperimentato nuovearmi, prossime all’uso, a quanto sembra, in virtù dellanuova dottrina della “guerra preventiva”.

Nel medio periodo, gli esperti non si sbilanciano.Si ritiene solo che alla fine del 2003 la crescita del Pil(Prodotto interno lordo) in Italia sarà presumibilmente

dimezzata rispetto alle stime iniziali.L’Italia, comunque, non dovrebbe nelmedio periodo risentire eccessiva-mente del conflitto, in quanto non cisono grossi rapporti economici con ilMedio-Oriente, gli effetti potrannoessere soltanto indiretti a causa degliintensi rapporti commerciali con gliStati Uniti.

Cerchiamo ora di analizzare gli effet-ti di lungo periodo del conflitto. Sitratta di vantaggi di cui beneficerannosoprattutto le nazioni che hanno par-tecipato attivamente al conflitto, main speciale modo gli Stati Uniti.Mi rife-risco agli appalti d’oro post-bellici. Ilgoverno americano ha già stipulatodei contratti, che hanno per oggetto laricostruzione, a società che hanno deilegami diretti con esponenti di spiccodell’Amministrazione repubblicana.

I contratti già stipulati sono i seguen-ti: alla Kellog Brown Root è stata affi-data l’opera di bonificazione e ristrut-turazione dei pozzi petroliferi; valoredella commessa 7.600 milioni di dolla-ri; alla Stevendoring Services la gestio-ne del porto strategico di Umm Qasr ;valore della commessa 4,8 milioni didollari; alla Bechtel è stata affidata laricostruzione delle infrstrutture ener-getiche, idriche e fognarie,valore dellacommessa 34,6 milioni di dollari.

Altri ne verranno stipulati nei prossi-mi 18 mesi; se però andiamo ad esami-nare i manager di queste società cisembra di capire che “le cose fatte infamiglia siano le più convenienti”. NelCdA (Consiglio di amministrazione)della Bechtel siede Gorge Shultz eCaspar Weinberger, in passato rispetti-vamente segretario di Stato e segreta-rio alla Difesa del governo Regan.

Un’altra società, la Halliburton, cuinei prossimi mesi verrà affidata l’ope-ra di ristrutturazione dei pozzi dipetrolio incendiati da Saddam, per unvalore di 7.000 milioni di dollari, pre-sentava nel proprio CdA un certo DickCheney che non a caso è oggi diven-tato il vice di Bush alla Casa Bianca.

Ecco perché gli Stati Uniti nonvogliono che l’ONU partecipi alla fasepost–bellica, significherebbe dividerela torta in più parti. Questa è la veraconcezione di democrazia che gliStati Uniti desiderano portare e dif-fondere in Iraq?

Pasquale Durso

Le more impolverate sui rovi dal passag-gio delle colonne militari. I profumi e leombre dei ciliegi e dei peschi orfani dei

sensi degli amanti; solo sui tronchi, quell’an-no di troppa linfa, restavano incisi cuori tra-fitti ed iniziali al fronte. N. ama P.

Ma Piero non è più tornato. Nell’ultimasua lettera aveva scritto ”Ninetta mia, crepa-re di maggio ci vuole tanto troppo coraggio;Ninetta mia, dritto all’inferno avrei preferitoandarci d’inverno”. Ora dorme “sepolto in uncampo di grano, non è la rosa non è il tuli-pano, che ti fan ombra dall’orlo dei fossi, masono mille papaveri rossi”. (F. De Andrè, “Laguerra di Piero”).

Così quegli ultimi fanti avevano coloratola morte. Del resto la speranza non è un vac-cino ma una consapevolezza. I venditori dipatria questo ancora lo ignorano.

E tuttavia era primavera.Negli agguati del Sole ai cuori freddi ed agliocchi chiusi, nel frugare esile della lucertola,nella divina indifferenza, e nel tiepido respi-ro dell’Uomo.

Poi la pace planò. Simile al meriggiare pal-lido e assorto. “Liberati!”, dissero. I bambinicapirono tutto e subito. I vecchi aggiunseroalle altre una ruga di tenerezza. Ma le donnein nero vollero sapere “Da cosa?”. “Dalla for-tuna”, rispose più in là un giocatore di carte,con tre sette ben stretti nell’unica reducemano.

Fioravante Serraino

La primavera dei popoli

André Masson. “La primavera”.

“Presa di una città” 600 a.C. L’arte assira è un’arte prevalentemente di corte. Per primi, in Mesopotamia, gli Assiri rivestirono le pareti esterne deipalazzi reali con lastre di pietra ornateda bassorilievi, anziché usare la decorazione in terracotta smaltata.

“Genio alato” da Nimrud 850 a.C.Questo bassorilievo decorava la facciatadel palazzo di Assurnazirpal per proteggere il re dal male e dai nemici.

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SPECIALE IN GUERRA

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In piena facoltà, Egregio Presidente, Le scrivo lapresente che spero leggerà. La cartolina qui midice terra terra di andare a far la guerra quest’

altro lunedi’.Ma io non sono qui, Egregio Presidente,per ammazzar la gente più o meno come me.Io non ce l’ho con Lei, sia detto per inciso,ma sento che ho deciso e che diserterò.Ho avuto solo guai da quando sono nato.I figli che ho allevato han pianto insieme a me.Mia mamma e mio papà ormai son sotto terrae a loro della guerra non gliene fregherà.Quando ero in prigionia qualcuno mi ha rubato mia moglie e il mio passato,la mia migliore età.Domani mi alzerò e chiuderò la porta sulla stagione morta e mi incamminerò.Vivrò di carità sulle strade di Spagna,di Francia e di Bretagna,e a tutti griderò di non partire più e di non ubbidire per andar a morireper non importa chi.Per cui se servirà del sangue ad ogni costo,andate a dare il vostro, se vi divertirà.E dica ai suoi, se vengono a cercarmi che possono spararmi:io armi non ne ho.

Boris Vian

Il Disertore

Marc Chagall. “Profeta ucciso da un leone”.

Nell’ultimo mese siamo stati spettatori per l’ennesi-ma e non ultima volta di una delle tante tragediedell’Umanità. Ma se allo stesso tempo tale tragedia

ha sempre gli stessi occhi disperati della povera gente, arenderla diversa dalle altre è il fine della stessa. In realtà ilcinismo non ha limiti, quindi, ufficialmente si aiuta unpopolo oppresso: la IIa seconda guerra del golfo (e la sagacontinua…).

Per prima cosa mi preme fugare qualsiasi dubbio che allettore possa (in)sorgere da questemie affermazioni. Innanzitutto lanotizia della sconfitta di un regimedittatoriale deve essere accolta conl’entusiasmo della comunità mondia-le intera. Un regime in cui gli avver-sari politici sono imprigionati a vita,nella migliore delle ipotesi, se nontorturati e trucidati; un regime in cuile elezioni sono assenti, o quandoavvengono sono una farsa; un regimein cui in ogni discorso ufficiale, inogni frase, si fa riferimento al dio diturno; un regime che prima di sfama-re e curare il proprio popolo pensaagli armamenti, deve essere “disarcio-nato” dal proprio cavallo.

Detto questo, che ritengo esserepresente nella coscienza di ogni per-sona razionale e civile, indipendente-mente dalla sua idea politica, espon-go dal mio modestissimo punto divista, e sottolineo il dovuto superlati-vo, le mie perplessità sulla vicendapartendo dai presunti ultimi giorni diguerra.

Trovo assurdo come una nazionepossa dichiarare di aver vinto unaguerra quando lascia sul campoanche un solo soldato indipendente-mente dal colore della sua divisa. Néle onorificenze alla famiglia, né ilricordo delle generazioni future, pos-sono valere una vita umana: unica edirripetibile. Basti ricordare lo sguardoperso nel vuoto di chi ha visto la morteda vicino, perché il concetto di soldatovolontario, tante volte enunciato per giustificare gli orro-ri della guerra,diventi l’ipocrisia più grande.Penso questoperché non esiste migliore narratore della guerra di chi lavive in prima persona. Inoltre,volontario cosa significa? Sisceglie la vita militare o è essa che ti sceglie! Uominicostretti da regimi assurdi o perché non vi è altra possi-bilità per sopravvivere!

Ma bombardare è davvero l’unica soluzione per libera-re un popolo,vera vittima del regime? Di fronte alla mortedi un uomo,alla tragica morte di un bambino, alla fine delsogno di una giovane coppia non è prudente nessunabomba intelligente. Che senso ha liberare un popoloquando una sua parte non ne usufruirà mai più? Chesenso ha paragonare il numero delle vittime causate daun pazzo con quelle causate dai bombardamenti, anchese il numero nel secondo caso è nettamente inferiore alprimo? Come si può essere in pace con la propriacoscienza, affermando “era la soluzione migliore”? E per-ché esiste ancora il cinismo della retorica patriottica cheti incorona come “morto in guerra”, quando in realtà si

Di che guerra sei!L’esito di una guerra e sempre personale e tragicamente irripetibile.

Non esistono guerre giuste se vengono alimentate a monte da un opportunismo politico ed economico. Non esi-stono le bombe intelligenti e le perdite limitate. Esiste solo la via delle idee e del dialogo alla giustizia sociale.

“muore di guerra”? Qualsiasi dittatura non nasce dallasera al mattino, ma sono l’espressione di un processosociale, economico, storico che dura anni. Non rendersiconto di cosa accade è responsabilità di tutta la comuni-tà mondiale ed intervenire unitamente in tempi “nonsospetti” è un dovere. Essere tolleranti verso un criminalee soprattutto se definito “criminale amico” è ancor piùgrave. E la gravità dell’omissione non può essere cancel-lata con un intervento di forza quando gli interessi priva-

ti di alcuni esponenti di spicco diventano predominanti.Sono consapevole, tuttavia, che, malgrado fin ad oggi il

mondo si sia mosso solo per l’interesse proprio, indivi-duale o di un popolo, e che l’uguaglianza dei popoli deveessere un concetto maturato dal basso e non imposto daun’autorità, non bisognerà mai perdere la bussola dellaragione e del dialogo.

Ma avendo persa l’ennesima bussola, l’Uomo si tuffa contutta la sua irrazionalità primordiale in una guerra. E aquesto punto cosa fare? Ed ecco che il popolo, fino quidimenticato, viene eretto a vero scopo della guerra, e cheliberarlo è quasi un dovere nei confronti del Dio.

A chi ci accusa di esserci dissociati dall’azione militare,giudicandoci irresponsabili, voglio rispondere che è pro-prio innanzi a tali situazioni che il confronto di idee diver-se viene esaltato.Poiché proprio grazie a tale confronto sipotrà in futuro sperare di risolvere situazioni analogheattraverso strumenti che non siano certamente la guerra.

Arturo Stabile

“Frammento della stele degli avvoltoi”, 2600 a. C. Trovata in un tempio di Lagash, questastele, il cui nome deriva da alcuni avvoltoi che, in altro frammento, reggono nel beccomembra di guerrieri uccisi, è uno dei più antichi esempi di bassorilievo.

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MEMORIE IN CORSO

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Altro che nata da una costoladell’Uomo; bensì come Adamoimpastata della stessa terra sorgen-

te. L’imprimatur biblico che consegna aduna discendenza patrilineare la genealogiadegli uomini, e ad un assetto patriarcale leforme di possesso e di appartenenza, èstato più volte scavalcato nella storia dadonne come Mariuccia, figlie di sangue diun realismo inquieto.

Mariuccia e le altre, dunque, protagoni-ste di una biografia sentimentale resa pia-cevole, nella lettura, dall’accurata sempli-cità dello stile.

L’autrice non scavalca mai i suoi per-sonaggi, ma si ferma sempre sull’orlodella memoria, che è poi l’uscio familiareda cui scruta una breve epopea familiare,sul modello genealogico di “Cent’anni disolitudine”di Gabriel Garcia Marquez.Masu tutto non regna l’inesorabile fato veri-sta, la natura matrigna o la divina indiffe-renza, tanto che gli “anni maledetti“ dellibro sono un incidente generazionale,storico, più che una condizione universa-le o classista.

L’amore è nella luminosità della storia,nel tepore e nella certezza dei gesti quo-tidiani, in tutte le parole non dette, per-ché “I contadini parlano poco. Quelli delSud ancora meno.Le donne contadine delSud ti raccontano la vita con uno sguar-do”.

La speranza vissuta come sfida e futu-ro, nonostante quel piccolo mondo anti-co che perpetua sempre se stesso. Da quil’America vista come un aldilà di mareoceano da cui nessuno è più ritornato per rac-contarci com’era, mentre “l’altra vita” è probabil-mente quella che loro, i protagonisti, sapevano diconcederci.

E poi c’è il tempo: quello della natura e nondegli uomini, a rendere ciclico, pur nel rinno-varsi della terra e dei volti, l’esito di quelle vite;ma senza sottrarre loro tutta la verità e tutta ladignità. Il romanzo ha anche il pregio di costitui-re un completo documento etnografico. Il censi-mento di consuetudini e tradizioni della civiltàrurale (dalla superstizione, alla preparazione dellenozze, all’elaborazione del lutto e della gioia) rap-presenta un salvataggio della cultura orale, del“cunto”, che è stato uno strumento fondamentaledi pedagogia domestica e di educazione senti-mentale.

Oggi chi, come l’autrice, è sensibile al suo

fascino evocativo riesce a trarne suggestioni e sim-boli di una identità condivisa.

Ringrazio Maria per aver oliato i nostri cassetti,amplificato le voci di un vento che non riposa, conil quale noi attraversiamo la vita, spesse volte senzaascoltarlo.

“Potessi dirti quello che nemmeno riesco ascriverti, esiterei nel farlo” ha cantato qualcuno. E’il feroce paradosso che attraversa tutto il libro; dichi, come noi, possiede le parole ma non sa, nonpuò o non vuole usarle, perché annacquate datroppe inutili immagini e da poco tempo.

L’auspicio è anche quello di poter trarre dallibro un soggetto cinematografico, una sceneggia-tura che incarni il sogno “inconsapevole” diMariuccia.

Fioravante Serraino

Mariuccia che salvò la terraPresentato ad Aquara “Una donna e la terra”, romanzo d’esordio di Maria Capozzoli.

“Una donna e la terra” è storia di radici e di ali, di amore e morte, di passioni e scelte, ammantata dalla luce limpida del racconto che si sgrana come un’antica canzone rivolta alla terra che si ama.

Frontespizio del romanzo “Una donna e la terra”.

Il 23 aprile scorso Luigia Iuliano ha festeg-giato i suoi “primi cento anni”. Dopo la santamessa in suo onore l’intera comunità, entusia-sta per il traguardo raggiunto, ha tagliato latorta insieme alla protagonista. Un auspicio.Quasi un boccone di immortalità. NonnaLuigia ha attraversato un secolo con esemplareserenità e solarità; ma è nell’affetto, nella soli-darietà e nella cura della famiglia, che si è com-pletato questo “momento” di longevità.

Roberto Marino

I miei primi cento anni

Il 21 aprile scorso, in piazza S. lucido, dinan-zi ad una folla traboccante e trepidante, èstata proiettata la prima del film “Lucido di

Aquara”, diretto da Italo Sabetta (“Il Ronzio”anno 0 n° 0 pag. 2).

Le attese suscitate in questa comunità dallalavorazione del film non sono andate deluse. Illungo e sentito applauso finale ha premiato,unendo nei consensi, tanto la parte religiosa emistica del soggetto quanto l’elemento popolaree quotidiano, insieme alla suggestione evocati-va del paesaggio.

E proprio la coralità del film è stata apprez-zata da mons. Spinillo, vescovo diocesano, inter-venuto all’evento. Ulteriori proiezioni al pubbli-co sono previste per l’estate.

Vincenzo Scotillo

LA PRIMA DI “LUCIDO DI AQUARA”

Luigia Iuliano.

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SOCIETA’

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MEMORIRA

D i dove sei?”“di Salerno”A questa semplice si dàsempre una risposta non vera da chi vive inpaesi come il nostro, come se essere nati in

zone come le nostre fosse una cosa da tenere per sé,per vergogna forse, o per timore di essere consideratiinferiori a chi vive in moderne città.

Purtroppo la monotonia provinciale è una realtà (èun dato di fatto) ma è in questa pseudomonotonia chei giovani si danno da fare con idee e progetti che pos-sono in qualche modo sopperire alle carenze dellenostre zone e dei nostri Comuni.

Ci sono da segnalare molte iniziative aggreganti, ludi-che o utile socialmente. Gruppi di giovani sempreproiettati a migliorare alcune cose per vivere un po’meglio insieme agli altri, giovani che inventano,creanoe organizzano manifestazione che interferiscono inmaniere singolare e divertente nel nostro vivere quoti-diano.

Altri giovani poi hanno pensato di trasmettere aglialtri la loro voglia di vita e l’amore per la musica, fon-dando gruppi di vari generi musicali; uno di questi è i“Memorira” nome che dal latino significa “ira implaca-bile”, nome secondo me molto “azzeccato” per lanostra realtà, perché i giovani sfruttano la loro rabbiainteriore in modo costruttivo e ammirevole.

Il gruppo dei Memoria nasce sulla base di una pas-sione e di un sogno comune ed è composto da:Veronica Capozzoli (batteria), Stafania Di Gioia (voce),Stefania Morra (basso), Francesco Mucciolo (chitarra)e Gianluca Sarraino (chitarra). Il gruppo presenta musi-ca e testi interamente composti dalla band;“Giullare”,“Nitida”, “Castelli di rabbia”, “Pelli di cera”,“Thanathos” e “Cacofonia ossessiva” ed altri, sonotesti nei quali esperienze, pensieri e sensazioni di gio-vani adolescenti che emergono al suono di una chitar-ra, che nascono dal vuoto, dal caos, dall’eterna cacofo-nia dei loro animi.

NUOVI BRIGANTI ORGANIZZATI

Altavilla Silentina è un paese dove tutti o quasisono cultori di musica. E’ nota la costante pre-senza di due bande musicali (ne parla anche lo

scrittore Piero Chiara nel suo romanzo “Il Balordo”,ambientato appunto ad Altavilla) ed è avvenimento piùrecente la formazione di due cori vocali.

Mancava, in questo panorama artistico paesano, untassello: l’esistenza, cioè, di musicisti dediti alla risco-perta e al rilancio in chiave locale del canto popolarecampano. I “N.B.O.” (Nuovi Briganti Organizzati), grup-po da poco costituitosi, si propongono di recuperare eproporre canti della tradizione popolare napoletana,riveduti in chiave personalistica dai sei componenti:alla splendida voce di Sofia Saponara si affiancanoFrancesco Bolinesi (chitarra), Marco Cappetta (fisar-monica), Fabio Cupolo (percussioni), Rosario Lucia

“Ed erra l’armonia per questa valle”(G.Leopardi,“il passero solitario”)

Dal rock al folk, i giovani fanno vibrare nuove corde, perché è bello pensare che “dove finiscono le dita debba in qualche modo cominciare una chitarra”.

Si affacciano nel nostro territorio nuovi fermenti musicali come non se ne vedevano dagli anni ’70. Essi svelano la scoperta di una nuova condivisione giovanile. Ecco alcune testimonianze.

(chitarra) e Gianluca Peduto (chitarra).Il nome del complesso, benché richiami organizzazio-

ni dai fini ben più tristi, può essere interpretato siacome riferimento alla storia sociale locale (che ha cono-sciuto direttamente il fenomeno “brigantaggio”ndr) siacome omaggio al noto gruppo cilentano “I Briganti”.

Il repertorio è quello standard di ogni gruppo popo-lare, traendo spunto soprattutto dalla “Nuova

Compagnia di Canto Popolare”, da Peppe Barra e da “IMusicanova” di Eugenio Bennato, oltre che dai citati“Briganti”, di cui si ripropongono “Lu addo cantatore” e“Il Brigante”, vera e propria canzone-manifesto.

Pezzo forte è anche “Il Canto dei sanfedisti”, cherievoca la rivolta antigiacobina dei Lazzari e popolaninapoletani del 1799; questa canzone è un vero e pro-prio inno di fedeltà dei ceti sociali più umili al ReFerdinando IV di Borbone.Altri riferimenti storici si tro-vano ne “Lu cunto di Masaniello”e “In galera li panet-tieri”,oltre alla splendida “Medina”,che contiene i versipiù antichi della canzone popolare napoletana.

Canzoni “brigantesche” notevoli sono la conosciuta“Brigante se more” (che richiama la guerriglia antipie-montese del 1860-61) e “A la muntagna”, meno notama sicuramente non meno bella e profonda. I N.B.O.eseguono, naturalmente, anche pezzi autoctoni, tra cui“Zompa ra ccà e ra ddà”, conosciutissima nel Cilento

Jackson Pollock. “Night dancer”.

Storico e diffusa anche in Calabria.E per non restare troppo ancorati alle origini cam-

pano-cilentano-lucane, una digressione sonora vienecompiuta in terra di Puglia, da cui viene tratta e ripro-posta la stupenda “Tarantella del Gargano”.

Per quest’anno i N.B.O. si ripropongono di far risco-prire il più possibile questo tipo di musica e di inte-grare le loro esibizioni con rappresentazioni teatrali eletture di poesie a tema, il tutto nel segno dellaMeridionalità e della tradizione.

SINNER’S CRIME

In un vecchio scantinato, nei sotterranei della stati-ca invera quiete aquarese nasce dal nulla e dallaforza la musica dei Sinner’s crime.Tre accordi e un

ritmo che vorrebbe trascinare via la loro voglia di esse-re semplicemente “veri”.

Musica come lotta verso la vita, ingiusta flagellatricedi anime, spiriti in volo,“Lost souls”… Le note dei PinkFloyd, dei Guns’n Roses, degli Eagles, e poi la la loromusica, musica di rabbia e dolcezza, malinconia emesta letizia; poesia nella voce di Elena Paolino, sullecorde di Enzo Zazzaro e Andrea Sabetta, nelle mani delbassista Pasquale Venturiello e della tastiera diFrancesca Marino, nella potenza dei ritmi di CosimoSabetta, alla batteria.

Giovani come tanti, che stringono al petto la vogliadi volare…

VELO DI MAYA

Il Velo di Maya, come molte realtà musicali dellaValle del Calore, nasce da una semplice passioneper la musica e da un’unica necessità: inventarsi e

regalarsi una quotidianità tutta propria in un ambientein cui la parola “giovane” viene sfoderata fuori solo in“elette occasioni”.

Ad un anno dalla loro formazione,Vincenzo Luongo(batteria), Luigi Maffeo (tastiere), Raffaele Molinari(chitarra), Domenico Mucciolo (chitarra), AlexanderPerito (voce) e Antonio Stabile (basso), sono gli effetti-vi componenti del gruppo. Il loro genere musicaleaffonda le radici nel Blues, passando per il Soul e Rock'n' Roll sino a giungere alla nascita del rock e delle suedirettrici più significative, senza disdegnare la canzoned’autore italiana e/o popolare.

Lasciamo alla vostra curiosità cercare il significato delnome del gruppo; quello che più ci preme, soprattuttodurante una performance, è di trasmettere semplice-mente emozioni. Sì, proprio così emozioni, pensieriche dai meandri di un testo prendono corpo nellecorde di un basso, si rinvigoriscono con i battiti di untamburo e attraverso il “tosto-tocco-tasto” alternato, sidiffondono nell’aria, si infiammano repentinamentesulle corde di chitarre che un soffio di voce diffonde.

a cura di Antonio Stabile

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SALUTE

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Ogni essere vivente è portato d’i-stinto a cercare il proprio cibo el’Uomo, alla stregua di molti ani-

mali, utilizza come fonte di alimentazio-ne parti o prodotti di altri organismi diorigine vegetale o animale.Naturalmente, nessuno tra questi ali-menti contiene,nella giusta misura, tuttele sostanze o i nutrienti necessari all’or-ganismo.

Ecco, quindi, che alcuni fattori comel’evoluzione biologica e culturale, le tra-dizioni e le condizioni ambientali,hanno comunque contribuito a cambia-re il modo di nutrirsi, tralasciando spes-so, l’aspetto più importante della nutri-zione: la salute.

Infatti una corretta alimentazione rap-presenta uno degli strumenti più validiper prevenire l’avvento di malattie chepossono essere, in alcuni casi, anchemolto dannose. L’organismo soddisfa leproprie necessità mediante l’assunzionedi nutrienti, che si dividono in macro-nutrienti (proteine, carboidrati, grassi)che sono necessari per la produzione dienergia e per l’accrescimento, e micro-nutrienti (vitamine e minerali) che inpiccole quantità sono necessari per iprocessi vitali dell’organismo.

Ai macro e micronutrienti bisognaaggiungere anche l’acqua e le fibre, rite-nute indispensabili per il funzionamen-to biologico dell’organismo. Quindi, sipuò facilmente dedurre che una corret-ta alimentazione si basa sull’assunzioneequilibrata di queste sostanze. Però, tratutti i nutrienti sopraccitati, vorrei porrel’attenzione sulle vitamine, la cui caren-za (avitaminosi), può provocare dellemalattie tutt’altro che sottovalutabili.

Innanzitutto le vitamine si dividono inliposolubili (solubili nei grassi A, D, E eK) ed idrosolubili (solubili in acqua, Ced il complesso B). La mancanza di vita-mina A che si trova, nel burro, uova,latte, carote, spinaci e pomodori provo-ca l’indebolimento della vista notturna,disidratazione della pelle e delle vierespiratorie ed inoltre difficoltà nellacrescita delle ossa e dei denti.

Invece, la mancanza di vitamine delcomplesso B (B1, B2, B6, B12 e PP) pro-voca diverse malattie tra cui, alcunemolto gravi, come la beri – beri, caratte-rizzata da forte perdita di peso, rilassa-mento muscolare, nevriti, confusionementale e compromissione della funzio-ne cardiaca; tali vitamine sono contenu-te principalmente, in alimenti di origineanimale, ecco perché la loro carenza èriscontrata principalmente nei vegeta-

riani. Poi c’è la vitamina C, che si trovanegli agrumi e nei pomodori. Una suacarenza provoca lo scorbuto, malattiacaratterizzata da un’accentuata debolez-za e dalla tendenza all’emorragia (tipicoè il sanguinamento delle gengive).Ancora, la vitamina D è contenuta nel-l’olio di fegato di merluzzo, nelle uova e

nei latticini; inoltre quando si è espostiai raggi del Sole, una sostanza presentenel nostro organismo (ergasterolo) sitrasforma nella suddetta vitamina. Unasua carenza causa il rachitismo, che col-pisce i bambini ed è caratterizzato dalladifficoltà di assimilare il calcio assuntocon il cibo: ne conseguono malforma-

zioni della colonna vertebrale e degliarti. Infine, troviamo le vitamine E e Kche sono contenute rispettivamente neicereali e nei legumi, ed una loro carenzapuò provocare danni ai globuli rossi egrandi emorragie delle mucose.

Inoltre, ritengo importante, inserirenel contesto del mio discorso anche igrassi, che sono considerati una vera epropria bestia nera da tutti coloro cheamano al “linea perfetta”. Bene!!! Cariamici, posso solo dirvi che sbagliate,soprattutto se per fanatismo tendete adeliminarli completamente dalla vostradieta. Per prima cosa bisogna dire che igrassi si dividono in saturi di origine ani-male (burro, lardo, strutto, ecc.) ed insa-turi di origine vegetale (olio di oliva e disemi, non quello di cocco, che rientratra i grassi saturi).

Ora, ai fini di una corretta alimenta-zione, almeno per quanto riguarda ilcolesterolo, è bene ridurre quello degliinsaturi. Però. Ripeto, non bisogna asso-lutamente eliminarli, perché come bensi sa, per i normale processi vitali, con-sumiamo energie sottoforma di calorie,ed è consigliabile bruciare il 30 % di talicalorie, mediante il consumo di grassi.

Ovviamente questo discorso non deveessere inteso come un invito all’abuso digrassi anche perché un loro eccessivoconsumo, unito ad un’alimentazionesovrabbondante e ad una vita sedenta-ria, può portare a diversi problemi,come l’obesità.

Essa compare quando le calorie intro-dotte con la dieta superano di granlunga quelle consumate con l’attivitàgiornaliera; si ha così un accumulo digrassi, i famosi strati adiposi, oppure,peri più romantici,“le maniglie dell’amore”,che se restano maniglie, possono andareanche bene, ma se con il tempo diventa-no dei veri e propri salvagenti, allora …non ci siamo né da un punto di vistaestetico e né dal punto di vista dellasalute, in quanto possono subentrareanche problemi di affaticamento cardia-co, ecc.

Da queste poche nozioni, spero siafacilmente comprensibile come dieteavventate, quotidiani abusi alimentari ocure fai da te possano essere causa didanni anche permanenti, Ed anche sespesso la ragione si lascia sopraffare daipiaceri del palato è sempre consigliabilericordare che “la virtù, ed in questo lasalute, sta nel mezzo”, onde evitare spia-cevoli inconvenienti.

Zairo Ferrante

Nutrirsi: equilibrio, tra istinto,ragione e piacereL’importanza delle vitamine e dei grassi in una dieta corretta.

Da quando si vive anche per mangiare, e non più si mangia solo per vivere, le abitudini alimentari rappresentano una scelta salutista e di qualità di vita.

Frans Hals. “Banchetto degli ufficiali di S. Giorgio”.

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La Scuola Italiana volta pagina. Dopo ottanta anni dallariforma Gentile (1923) il Senato ha approvato defini-tivamente il disegno di legge delega che definisce i

nuovi cicli scolastici.Ora il governo avrà 24 mesi di tempodalla data di entrata in vigore della legge, per attuare lariforma.

Sembra però che la ridefinizione della Scuola italianarischi di restare infossata dalla situazione del Pil e dai para-metri di Maestricht.

I punti cardine di tale riforma riguardano l’insegna-mento delle lingue straniere e dell’informatica, la reintro-duzione dell’insegnante prevalente sul modello tradizio-nale del maestro sin dalle elementari, la razionalizzazionein otto licei dei vari indi-rizzi delle scuole superio-ri e la promozione dellaformazione professiona-le, che servirà ad assolve-re l’obbligo scolastico insostituzione delle scuolesuperiori. Questo perconsentire il passaggiotra scuola superiore e for-mazione professionale.

In sintesi ecco comecambierà la Scuola italia-na secondo la nuovariforma:

I bambini di due anni emezzo (quelli che compi-ranno i tre anni entro il28 febbraio per il 2004 eil 30 aprile per gli annisuccessivi) potrannoiscriversi alla scuola del-l’infanzia, che durerà treanni e avrà l’obbiettivo diconcorrere all’educazio-ne e allo sviluppo affetti-vo, psicomotorio e socia-le dei bambini.

Poi, il primo ciclo d’i-struzione, che dureràotto anni: cinque per leelementari e tre per lasecondaria. Potrannoiscriversi i bambini dicinque anni e mezzo(quelli che compirannosei anni entro il 28 feb-braio per il 2004 e il 30aprile per gli anni succes-sivi ). Finite le elementarisi passerà direttamente alle medie, senza dover sostenerel’esame di stato, previsto invece alla fine del ciclo. Nelleelementari debuttano le lingue straniere (una nei primidue anni e un’altra nel triennio successivo) e l’informatica.

Alla fine del primo ciclo scolastico, i ragazzi dovrannoscegliere se continuare gli studi nella scuola superiore o sescegliere il canale della formazione professionale.

Per chi sceglierà quest’ultima opzione, sono previstiquattro anni di frequenza di studi professionali. A partiredai 15 anni di età si potrà continuare alternando periodi difrequenza a periodi di stage lavorativi.E’previsto anche unquinto anno facoltativo al termine del quale il superamen-to di un esame consentirà di accedere all’Università.

Se si opterà invece per la prosecuzione degli studi, siaccederà al sistema dei nuovi licei, che comprenderannotutti gli indirizzi delle superiori. Si potrà scegliere tra liceoartistico, classico, delle scienze umane, economico, lingui-

stico, musicale, scientifico e tecnologico. Lo studio saràorganizzato in due bienni, più un quinto anno di appro-fondimento e di orientamento per gli studi universitari. Ilciclo sarà chiuso con l’esame di stato, titolo necessarioper accedere all’Università.

Gli studenti potranno cambiare indirizzo all’interno deilicei e anche passare dal sistema dei licei a quello dellaformazione professionale e viceversa.

Tutti gli studenti avranno il diritto-dovere di seguire icorsi di istruzione o di formazione per almeno 12 anni o,in ogni caso, fino al conseguimento di una qualifica entroi 18 anni.

Nel sistema scolastico entra la valutazione biennale deiperiodi didattici. Gli stu-denti saranno valutatiogni due anni ai fini dellaprosecuzione del loropercorso educativo: chinon raggiungerà il livellominimo sarà bocciato.Resta, comunque, la valu-tazione periodica eannuale che però noncomporterà bocciature.Nella valutazione si terràconto anche della con-dotta. La riforma Morattiavrà pure i suoi limiti e isuoi lati negativi e discu-tibili, ma non si può nonammettere l’importanzadell’introduzione, sindalle elementari, dell’in-segnamento della linguastraniera e dell’informati-ca, due insegnamentiassai importanti nellasocietà e nel mondoattuale.

Va anche detto chequesta riforma non piacemolto ad una consistentefetta del personale dellascuola docente e nondocente, per un semplicee fondamentale motivo:tende a contenere gliorganici soprattutto alivello di scuola elemen-tare, e sembra esserestata dettata più daimprovvisazione che dameditata e competente

riflessione e ricerca. Buona parte dei docenti contrari aquesta riforma lamenta il totale non coinvolgimento deglistessi nella redazione dei nuovi cicli scolastici.

Personalmente non sono d’accordo per quanto riguar-da l’iscrizione alle scuole materne dei bambini di dueanni e mezzo e alle elementari per i bambini di cinqueanni e mezzo,considerando anche che si dovranno riapri-re le iscrizioni già chiuse e classi già formate. E, probabil-mente, questo comporterà delle problematiche non soloalle famiglie, ma anche alle scuole che si erano già orga-nizzate. Il problema rimane l’anticipo. I bambini hannouna loro identità e un loro percorso formativo,mentre quisembra che si vogliano creare dei robot. Si dovrebberorispettare i tempi pedagogici e di maturazione.

Ci sono dei processi naturali che non devono essere for-zati, pena il rischio di creare traumi ai bambini.

Mario De Laurentis

Pronti, Partenza, ScuolaI limiti e le novità della riforma dei cicli scolastici.

Ma mancano i fondi e gli insegnanti sono sempre meno motivati. Per non parlare della precoce scelta all’insegnamento superiore e della pericolosa accelerazione pedagogica rispetto allo sviluppo naturale del bambino.

Jean-Honorè Fragonard. “Lo studio”.

Bimestrale dell’Associazione Culturale “L’Alveare”Viale della Vittoria, 41 84020 Aquara (SA)C.F. 91030050651Informazioni spazi pubblicitari: 3288754326E-mail: [email protected]: Arturo StabileDirettore responsabile: Elvira RagostaCoordinamento editoriale: Fioravante SerrainoRedazione: Gianpietro Consolmagno, Pasquale Durso, RobertoMarino, Vincenzo Scotillo Collaboratori: Mario De Laurentis,Zairo Ferrante, Georgia Gratsia, Giuseppe Pagnotto, AntonioStabileIscritto al n° 243 del registro della stampa periodica del tribu-nale di Salerno il 23/01/2003Foto: Global Graphics s.a.s., Via F. Spirito, 96 84020 Aquara (SA)Progetto grafico: Medi@rt - viale Certosa, 15, 20149 MilanoStampa: CTM – C.so Europa, 92 Matinella (SA)

Qualsiasi collaborazione è da ritenersi a titolo gratuito

OSSERVATORIO

EMERGENZA BAMBINI IN IRAQ

Spazio”L’Alveare”

Emergenza bambini in Iraq

L’UNICEF si sta impegnando con tutte le sue forze peraiutare i bambini dell’Iraq colpiti dalla guerra. I suoioperatori presenti sul campo continuano a distribuirecibo, acqua potabile, latte terapeutico e medicine. Daventi anni, infatti, l’UNICEF assicura in Iraq alimenti evaccini e si prende cura dei bambini malnutriti. Ma la guerra rischia di interrompere il flusso degli aiutie causare un disastro umanitario: la mancanza di vive-ri e medicinali rappresenta, forse più del conflitto, unaminaccia terribile per la sopravvivenza dei bambini. E’ quindi di vitale importanza ricostituire rapidamentele scorte di emergenza nei centri operativi dell’UNICEFsparsi sul territorio iracheno.

Per contribuire ad aiutare i bambini dell’Iraq poteteutilizzare il bollettino di conto corrente n° 745000 inte-stato a “UNICEF Comitato italiano presidenza nazio-nale onlus” via V.E. Orlando, 83 00185 Roma, oppuredonare con carta di credito telefonando allo 06478091o al numero verde 800745000. Un’offerta di 20 � equi-vale al costo di 350 dosi di sali reidratanti per i bambi-ni colpiti da dissenteria acuta.

Con 50 � si permette di distribuire biscotti ad alto con-tenuto proteico (HPB) sufficienti a coprire il fabbisognoalimentare di 15 bambini affetti da malnutrizione, perun mese. Con una donazione di 80 _ l’UNICEF può for-nire un kit di emergenza per la disinfezione, la potabi-lizzazione e il trasporto di acqua sufficiente ai bisognigiornalieri di 10 famiglie.

Con 300 � si coprono i costi per l’acquisto di una“scuola in scatola”, un kit portatile (52 Kg) contenenteattrezzature didattiche sufficienti ad una classe di 80bambini e a un insegnante. Una donazione di 1.300 �,infine, l’’UNICEFinvia un kit sanitario di emergenza(contenente antidoloriferici, antibiotici, micronutrienti,ecc.) per fronteggiare le necessità sanitarie di circa10000 bambini.

Una sana giornata in bicicletta…

Si svolgerà l’8 Giugno la “IX pedalata ecologica albur-nina”, organizzata dall’Associazione AS Aquara ’91.L’appuntamento è previsto per le 8,30 del mattino inP.zza V. Veneto ad Aquara. Il percorso seguirà le seguenti tappe: Aquara-Ottati-S. Angelo e ritorno. Nella sosta di S. Angelo sarannosorteggiati dei premi. La quota di iscrizione è di 3 �. Il ricavato sarà devoluto al “Comitato PRO - C.R.I. dele-gazione di Aquara” per l’acquisto di un’ambulanza edefibrillatore semi-automatico. Per maggiori informazioni rivolgersi al coordinatoredell’iniziativa, sig. Giovanni Luisi, tel.: 3381893766.

Roberto Marino

Questo spazio è dedicato ad iniziative di solida-rietà e di volontariato. Preghiamo i lettori divolercene segnalare.

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