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Verso la Pasqua con Giuseppe Bollini Eremo San Salvatore - Erba n. 9 VEGLIATE e PREGATE

Verso la Pasqua con Giuseppe Bollini VEGLIATE e PREGATEazionecattolicamilano.it/.../2017/04/Notte-degli-ulivi-Bollini-DEF.pdf · VEGLIATE e PREGATE. 3 Questa sera ci lasciamo introdurre

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Verso la Pasquacon Giuseppe Bollini

Eremo San Salvatore - Erba

n. 9

VEGLIA

TE e

PREGA

TE

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Questa sera ci lasciamo introdurre al tri-duo Pasquale da un testimone sconosciuto ai più. Scopriamo ora la sua vicenda a grandi linee e ci fermeremo poi durante il cammino per alcune sottolineature.

Giuseppe Bollini nacque a Legnano il 12 marzo del 1922. Il tenore della sua famiglia era dignitoso e l’ambiente domestico simile a quello di moltissime altre famiglie del tempo e non si distingueva per particolari posizioni politi-che o attività religiose. Giuseppe dopo aver frequentato le scuole elementari seguì le scuole professio-nali interne alla Franco Tosi; azienda mec-canica produttrice di turbine a vapore dove lavorava il padre. A 14 anni entra proprio alla Franco Tosi come apprendista. L’ambiente operaio infatti diventò inevi-tabilmente una delle grandi scuole di vita di Bollini; qui infatti si trovò fianco a fianco con uomini e giovani con ideali molto distanti dai suoi.

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Altra grande scuola di vita di Giuseppe fu l’oratorio parrocchiale di San Magno dove partecipava alle attività parrocchiali e faceva il catechista. Il prete che più contò nella sua formazione e che lo seguì nella sua crescita fu un giovane don Carlo Bianchi. Accanto a tutto questo Bollini dedicò molto tempo anche all’Azione Cattolica nella sua parte giovanile, la Giac (Gioventù Italiana di Azione Cattolica). Era inoltre un ragazzo che amava molto la vita all’aria aperta, la montagna, lo sport. Bollini fu partecipe della lotta antifascista e resistenziale che si svolgeva nella fabbri-ca legnanese in cui lavorava ed ingegnere nell’ambiente legnanese e dell’Alto Milanese. Dopo l’8 settembre ’43 clandestina-mente aiuta l’organizzazione logistica di alcune bande partigiane in montagna. Per un incredibile equivoco viene licenziato dalla Franco Tosi. Per evitare l’arruolamento nella Repubblica di Salò si consulta con don Carlo Riva, poi opta per la montagna e si unisce con altri partigiani cattolici in Val Grande. La reazione nazifascista obbliga la banda partigiana ad un ripiegamento in Svizzera. Infine al rientro in patria Bollini viene catturato dai tedeschi e ucciso a soli 23 anni dalla milizia fascista.

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Perché abbiamo scelto la testimo-nianza di questo giovane? È un giovane che si è formato in Azione Cattolica: viene dal territorio della nostra diocesi ed ha una vita assolutamente feriale, non certo sotto i riflettori. Nel sacrificio della sua vita vive in pienezza il vangelo vincendo il male con il bene, come Gesù. Per com-piere certi gesti non ci si improvvisa ma ci si forma e si partecipa della Grazie che il Padre ci dona.

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Canto iniziale: Luce di veritàLuce di verità, fiamma di carità,vincolo di unità, Spirito Santo Amore.Dona la libertà, dona la santità,fa’ dell’umanità il tuo canto di lode.

Ci poni come luce sopra un monte;in noi l’umanità vedrà il tuo voltoTi testimonieremo fra le genti:in noi l’umanità vedrà il tuo volto. RIT

Cammini accanto a noi lungo la strada,si realizzi in noi la tua missione.Attingeremo forza dal tuo cuore,si realizzi in noi la tua missione. [Rit.]Come sigillo post sul tuo cuore,ci custodisci, Dio, nel tuo amore.Hai dato la tua vita per salvarci,ci custodisci, Dio, nel tuo amore. [Rit.]

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RICORDO DEL BATTESIMOIl cammino del cristiano ha origine e ritrova quotidianamente la sua partenza nel segno del battesimo: dall’acqua e dallo Spirito noi rinasciamo a vita nuova.

(Aspersione mentre si canta. Poi ci si incammina)

Canto: Il Signore è la mia forzaIl Signore è la mia forza e io spero in lui, il Signor è il salvator in lui confido non ho timor, in lui confido non ho timor

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Prima taPPa

MORIRE SENZA ALCUN ODIO NEL CUORE

Canto: In manus tua pater

In manus tuas Pater commendo Spiritus meum. In manus tuas Pater commendo Spiritus meum.

Lettura del Vangelo secondo Matteo (Mt 5,43-48)

Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiu-sti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fan-no così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così an-che i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste.

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Giuseppe aveva solo 23 anni quando fu ucciso dalla milizia fascista. Un’età molto simile a quella di ciascuno di noi. È impressionante pensare alla “similitu-dine” con Cristo nella vicenda delle ultime ore della sua vita. Tradito e venduto. Nel sacramento della Riconciliazione, nel silen-zio della comunione e dell’adorazione eucaristica, nel colloquio con il sacerdote, si dispone a vivere la volontà di Dio Padre che chiede l’offerta della vita. Perdona chi lo uccide con parole di grande serenità. Chiede che non ci siano vendette perché è “altro” lo stile cristiano per la giustizia. Dichiara che nella sua morte vi è un sogno giovanile per un mondo giusto e pacifi-cato. Bollini non è un grande, un potente del momento che muove strategie di future politiche. È uno dei tanti, granello di sale che da sapore facendo della propria vita un dono, pugno di lievito evangelico che fermenta la storia secondo i disegni di Dio. Ed è proprio la profonda fede in Dio che gli ha permesso e gli ha dato la forza di vivere un momento così difficile della sua vita in totale ispirazione a Cristo. Queste sono le ultime parole di Bollini rivolte al capitano della milizia fascista un momento prima di essere ucciso:

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«Signor Capitano, io vi saluto e vi ringra-zio. Io non ho rancore per nessuno. Per-ché ho sempre avuto questo ideale: di vedere la nostra povera patria liberata da tanti odi e da tanta guerra e vera-mente grande e libera. Anzi questo è il mio ultimo desiderio che nessuno mai venga ad essere ucciso per vendicare la mia morte. Che anzi se qualcuno di voi cadesse in mano del mio capo “il Mon-co” di Miazzina, dica pure che questo è il mio espresso desiderio».

La sua tomba non fu mai senza fiori e senza lacrime nonostante il pericolo di es-sere sorpresi dai fascisti. Una vita dentro la quotidianità, vissuta nella fede fino all’ulti-mo respiro.

Salmo 62 (cori alterni – ragazzi e ragazze)

Solo in Dio riposa l’anima mia:da lui la mia salvezza.Lui solo è mia roccia e mia salvezza,mia difesa: mai potrò vacillare.

Fino a quando vi scaglierete contro un uomo,per abbatterlo tutti insiemecome un muro cadente,come un recinto che crolla?

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Tramano solo di precipitarlo dall’alto,godono della menzogna.Con la bocca benedicono,nel loro intimo maledicono.

Solo in Dio riposa l’anima mia:da lui la mia speranza.Lui solo è mia roccia e mia salvezza,mia difesa: non potrò vacillare.

In Dio è la mia salvezza e la mia gloria;il mio riparo sicuro, il mio rifugio è in Dio.Confida in lui, o popolo, in ogni tempo;davanti a lui aprite il vostro cuore: nostro rifugio è Dio. Gloria.

Canto: Come fuoco vivoCome fuoco vivo si accende in noiun’immensa felicitàche mai più nessuno ci toglieràperché Tu sei ritornato.Chi potrà tacere, da ora in poi,che sei Tu in cammino con noi.Che la morte è vinta per sempre,che ci hai ridonato la vita.

Spezzi il pane davanti a noimentre il sole è al tramonto:ora gli occhi ti vedono,sei Tu! Resta con noi. [Rit.]

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E per sempre ti mostreraiin quel gesto d’amore:mani che ancora spezzanopane d’eternità. [Rit.]

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Seconda taPPa

UN GIOVANE… COME NOI

Canto: Laudate omnes gentes

Laudate omnes gentes, Laudate dominum.Laudate omnes gentes, laudate domino.

Lettura del vangelo secondo Giovanni (Gv 1,35-39)

Il giorno dopo Giovanni stava ancora là con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due di-scepoli, sentendolo parlare così, seguiro-no Gesù. Gesù allora si voltò e, osservan-do che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa Maestro –, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli di-morava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio.

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Giuseppe Bollini era un ragazzo qualun-que, simile ad ognuno di noi. Amava dare il tempo per gli altri e per questo partecipava attivamente alla vita oratoriale e faceva il catechista con passione dando impor-tanza all’educazione dei più piccoli. Senza però trascurare i suoi doveri di lavoratore. Ha condiviso impegni e mentalità rigo-rosa dell’Azione Cattolica del tempo che ha avuto un ruolo fondamentale nella sua formazione: si puntava ad un’educazione esigente che sottolineava le virtù e i doveri spettanti ai vari “momenti della vita”. Era un’educazione che insisteva su norme pre-cise e ferree, sulla forza di volontà, sul sacri-ficio, sulla regolare devozione, sulla purezza e sulla capacità di fare apostolato. Tutto questo però non deve far pensare ad un giovane triste od eccessivamente serio; Giu-seppe amava molto la vita all’aria aperta ed in generale amava la montagna. La montagna non era solo bella in sé, come panorama da ammirare, ma possedeva anche un significato profondo. Temprava il fisico ed avvicinava al cielo. L’ascesa alla cima infatti può essere assimilata all’ascesa spirituale così come la purezza dell’aria evocava la purezza dell’anima e l’escursio-nismo cementava lo spirito di gruppo.

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Ciò che colpisce di questo ragazzo è la passione che metteva in ogni cosa che faceva e il vivere concretamente nella sua vita gli insegnamenti cattolici all’interno della sua vita “normale”, feriale, così come potrebbe fare ciascuno di noi. Il cammino in Azione Cattolica risulta essenziale: non ci si improvvisa testimoni perché è un cammino di formazione ed “imitazione”, avendo libe-ramente scelto di accogliere la proposta del “vieni e seguimi”. E questa non è per la soluzione dei perso-nali problemi, ma “vocazione” all’agire per il Regno.

INTERCESSIONI

– Tu ci inviti ad appassionarci alle perso-ne, alle cose e alla vita: perdonaci per quando ci impigriamo e ci intristiamo. Kyrie Eleison

– Tu ci chiami a vivere straordinariamente bene l’ordinario: perdonaci per quando aspettiamo grandi eventi nella nostra vita e non sappiamo godere delle pic-cole cose di tutti i giorni. Kyrie Eleison

– Tu ci poni accanto dei testimoni ricchi di amore verso di te: perdonaci se i nostri

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occhi e il nostro cuore sono occupati in altre faccende e non se ne accorgono. Kyrie Eleison

Canto: Accendi la vitaCome il vento infrange il mare a rivacosì il tempo agita il mio cuorecerca il senso della sua esistenzacerca il volto mite del Signore.

Ed ho cercato per ogni viasu ogni vetta i miei piedihan camminatoe nel dolore mi son piegatonella fatica il tuo nome io negaima poi …

Ancora ho preparato le mie cosepronto per un viaggio che verràaffidando al sonno della nottesogni di un incontro che saràfinché una voce mi ha destatofinché il mio nome nel vento ha risuonatoè come un fuoco che incendia il cuoreun fuoco che caldo si libererà.

Rit. ACCENDI LA VITA CHE DIO TI DÀ BRUCIA D’AMORE NON PERDERTI MAI. ACCENDI LA VITA PERCHÉ ORA SAI

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CHE IL NOSTRO VIAGGIO PORTA AL SIGNOR. ACCENDI LA VITA CHE DIO TI DÀ BRUCIA D’AMORE NON PERDERTI MAI. ACCENDI LA VITA PERCHÉ ORA SAI CHE IL NOSTRO VIAGGIO PORTA AL SIGNOR.

Come il sole dona il suo caloretu o Signore doni veritàluce di una fiamma senza finealba di una nuova umanità.

Ed ho ascoltato le tue parolemi son nutrito di nuovo del tuo amoreho aperto gli occhi alla mia gentecon te vicino la vita esploderà. [Rit.]

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terza taPPa

UN ATTENTO MEDIATORE,SEGNO DI UNA CHIESA LIBERA E TENACE

Canto: Dona la pace

Dona la pace Signore a chi confida in te dona la pace Signore, dona la pace.

Lettura del Vangelo secondo Matteo(Mt 10,16-20)

Ecco: io vi mando come pecore in mez-zo a lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe. Guardatevi dagli uomini, perché vi con-segneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condot-ti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. Ma, quando vi consegneran-no, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Pa-dre vostro che parla in voi.

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Giuseppe nella sua giovane vita ha dimostrato come essere cattolici significhi anche andare contro corrente e essere derisi od esclusi per questo. Ma essere cattolici significa anche non abbattersi e cercare un dialogo, cercare di capire, cercare di comprendere gli ideali dell’altro continuando a credere nei pro-pri. Essere cattolici significa anche cercare di unirsi sulle similitudini piuttosto che dare maggiore importanza alle differenze. Ai tempi di Giuseppe infatti era molto netta la distinzione cattolici – comunisti. Questa dimensione è stata da vissuta dap-prima all’interno della Franco Tosi dove lavorava come operaio e successiva-mente nell’ambiente partigiano nel quale ha combattuto (veniva infatti deriso per la sua fede religiosa e soprannominato il “clericale” da compagni partigiani comu-nisti e socialisti). All’interno della fabbrica infatti Bollini ha partecipato accanto agli operai comuni-sti nella lotta antifascista e resistenziale dimostrando come anche essendo molto diversi si potesse cooperare per un ideale comune. È riuscito a vivere questo spirito di com-prensione anche una volta catturato dalla

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milizia fascista nei confronti di questi soldati tanto da lasciare un ricordo esemplare nelle loro vite.

Canto: Dona la pace Dona la pace Signore a chi confida in te dona la pace Signore, dona la pace.

È necessario anche ricordare che la chiesa del tempo non si disinteressò del clima politico. Al contrario c’erano diversi preti che facevano da tramite tra le orga-nizzazioni partigiane e i giovani dell’Azione Cattolica che volessero partecipare attiva-mente alla lotta nazi – fascista. Nel momento in cui le organizzazioni parti-giane assunsero una connotazione prevalen-temente comunista i rapporti con i cattolici si interruppero in quanto questi ultimi non con-dividevano l’evoluzione politica verificatasi. Successivamente poi però i rapporti sono stati riallacciati uniti dall’idea comune di libertà e contrarietà assoluta agli ideali nazifascisti. La scelta dei giovani dell’Azione Catto-lica però non fu unitaria e condivisa da tutti, ma piuttosto individuale.

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La ricerca del consiglio del prete o la discussione con gli amici più intimi poteva valere per le scelte non immediate come nel caso di Giuseppe Bollini. Però molto spesso la decisione doveva essere repen-tina e presa quindi “su due piedi”. Le circostanze quindi contribuivano a rivalutare la coscienza personale e la libertà di scelta sulla base di una maturità personale. La necessità di decidere da soli e di rischiare in prima persona sollecitava un cambiamento radicale: quei giovani non sarebbero più tornati a essere tranquilli ese-cutori di disposizioni altrui; provenissero da autorità politiche od ecclesiastiche. La scelta quindi è risultata individuale, ma importante è stata anche la formazione cattolica, la maturità di una fede cristiana che l’ha guidata. La Chiesa era quindi sì presente, ma con i suoi ideali lasciando totalmente libere le persone di scegliere.

Canto: Dona la pace Dona la pace Signore a chi confida in te dona la pace Signore, dona la pace.

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PREGHIERA INSIEMESignore Gesù,non è facile coltivare una cultura del dialogo in una società in cui spesso ci si aggredisce e ci si sfida in ogni campo.Signore Gesù,non è facile coltivare una capacità di ascolto dell’altro specialmente se noi pensiamo di essere superiori e al posto di includere, escludiamo chi è diverso da noi.Signore Gesù,non è facile costruire insieme! Così, facilmente cadiamo nella tentazione di camminare da soli.Accompagnaci con il tuo Spirito perché possiamo riconoscere l’altro come “terra santa” e toglierci i sandali davanti a lui. Metti nel nostro cuore il desiderio di cer-care ciò che ci unisce per costruire ponti più che ciò che ci divide per costruire muri. Amen

Canto: Canto dell’amoreSe dovrai attraversare il desertonon temere io sarò con tese dovrai camminare nel fuocola sua fiamma non ti brucerà

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seguirai la mia luce nella nottesentirai la mia forza nel camminoio sono il tuo Dio, il Signore.

Sono io che ti ho fatto e plasmatoti ho chiamato per nomeio da sempre ti ho conosciutoe ti ho dato il mio amoreperché tu sei prezioso ai miei occhivali più del più grande dei tesoriio sarò con te dovunque andrai.

Non pensare alle cose di iericose nuove fioriscono giàaprirò nel deserto sentieridarò acqua nell’ariditàperché tu sei prezioso ai miei occhivali più del più grande dei tesoriio sarò con te dovunque andraiperché tu sei prezioso ai miei occhivali più del più grande dei tesoriio sarò con te dovunque andrai.

Io ti sarò accanto sarò con teper tutto il tuo viaggio sarò con teio ti sarò accanto sarò con teper tutto il tuo viaggio sarò con te.

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Quarta taPPa

VENDUTO E TRADITO

Canto: Nada te turbe

Nada te turbe, nada te espante:quien a Dios tiene nada le falta.Nada te turbe, nada te espante:solo Dios basta.

Lettura del Vangelo secondo Luca(Lc 22,1-6)

Si avvicinava la festa degli Azzimi, chia-mata Pasqua, e i capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano in che modo toglierlo di mezzo, ma temevano il popolo. Allora Satana entrò in Giuda, detto Iscariota, che era uno dei Dodici. Ed egli andò a trattare con i capi dei sacerdoti e i capi delle guardie sul modo di consegnarlo a loro. Essi si rallegrarono e concordarono di dargli del denaro. Egli fu d’accordo e cercava l’occasione propizia per con-segnarlo a loro, di nascosto dalla folla.

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Settembre 1944: Giuseppe con gli altri partigiani della Valformazza e della val Anti-gorio decisero l’esodo verso la Svizzera per sfuggire alla reazione tedesca e fascista nei territori dell’Ossola. Il 22 ottobre erano pas-sati 2000 partigiani e 25000 civili dal Passo San Giacomo. Dopo aver passato la fron-tiera fu avviato ad un campo profughi situato nel Cantone di San Gallo anche se rimase poche settimane in terra elvetica poiché nel gennaio del 1945 decise di rien-trare in Itali con alcuni suoi compagni. Da una parte la consapevolezza che la guerra stava entrando nella sua fase finale e dall’altra la notizia della malattia della mamma lo spinsero a rientrare. Ottennero quindi il permesso di lasciare il campo di internamento e di portarsi al confine ita-liano. Si trattava poi di affidarsi a qualche guida del luogo che conoscesse i sentieri più appartati e praticabili in mezzo alla neve. La scelta della guida si rivelò infe-lice perché sui monti di Domodossola essa li condusse direttamente nelle mani di una pattuglia tedesca rivelandosi così uno dei tanti doppiogiochisti di quel tempo. Ecco cosa riporta una lapide posta sul luogo della fucilazione di Giuseppe Bollini nel pae-sino di Treffiume:

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QUI AI CONFINI SACRI D’ITALIAL’8 FEBBRAIO 1945

VITTIMA DELL’INFAMIA FASCISTAIMMOLAVA LA SUA MAGNIFICA GIOVINEZZA

IL PARTIGIANO GIUSEPPE BOLLINIAL PURO MARTIRE DELL’IDEACHE NELLA FEDE IN CRISTOE NELL’AMORE ALLA PATRIA

ALIMENTÒ LA GRANDE FIAMMACHE LO TRASSE A TUTTO DONAR

E NULLA CHIEDEREPERCHÉ GRANDE E LIBERA

FOSSE LIBERA L’ITALIAIL POPOLO DI TRAFFIUME DEDICA

PREGHIERA DI INTERCESSIONE

(Ad ogni preghiera lasciamo un piccolo tempo di silenzio per ricordare qualche vol-to conosciuto o per allargare il cuore su tut-to il mondo).

– Ti preghiamo Signore Gesù per tutti colo-ro che sono stati venduti o trattati come merce di scambio.

– Ti preghiamo per tutti coloro che vivono ancora oggi vittime della tratta e della schiavitù.

– Ti preghiamo per tutte le donne che sono vittima di maltrattamenti e violenze.

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– Ti preghiamo per coloro che noi abbiamo tradito.

– Ti preghiamo per coloro che tradiscono la vita vendendo morte soprattutto ai giovani.

OraziOne:

Insegnaci Signore a mettere al centro la persona. Non lasciare che ci siano inte-ressi più grandi dell’uomo, non lasciare che arriviamo a mettere sul piatto della bilancia il valore della vita e la sua capa-cità di essere produttiva. E non lasciare neppure che rimaniamo indifferenti dinanzi ai molti soprusi che rendono gli uomini meno umani. Per Cristo nostro Signore. Amen

Canto: Eccomi qui

Eccomi qui, di nuovo a te Signore,eccomi qui: accetta la mia vita;non dire no a chi si affida a temi accoglieraiper sempre nel tuo amore.

Quando hai scelto di vivere quaggiù,quando hai voluto che fossimo figli tuoi,

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ti sei donato ad una come noie hai camminato sulle strade dell’uomo.[Rit.]Prima che il Padre ti richiamasse a sé,prima del buio che il tuo grido spezzerà,tu hai promesso di non lasciarci più,di accompagnarci sulle strade del mondo.[Rit.]

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QUINTA TAPPA

LETTURA DELLA PASSIONE SECONDO GIOVANNI

È il tempo del silenzio e della lettura per-sonale della Passione per poter entrare maggiormente nel clima di quella notte in cui Gesù si è consegnato totalmente nelle nostre mani. Ci lasciamo accompagnare dai capitoli 18 e 19 della passione secondo Giovanni.

Capitolo 181Dopo aver detto queste cose, Gesù uscì con i suoi discepoli al di là del torrente Cedron, dove c’era un giardino, nel quale entrò con i suoi discepoli. 2Anche Giuda, il traditore, conosceva quel luogo, perché Gesù spesso si era trovato là con i suoi discepoli. 3Giuda dunque vi andò, dopo aver preso un gruppo di sol-dati e alcune guardie fornite dai capi dei sacerdoti e dai farisei, con lanterne, fiac-cole e armi. 4Gesù allora, sapendo tutto quello che doveva accadergli, si fece innanzi e disse loro: «Chi cercate?». 5Gli

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risposero: «Gesù, il Nazareno». Disse loro Gesù: «Sono io!». Vi era con loro anche Giuda, il traditore. 6Appena disse loro «Sono io», indietreggiarono e caddero a terra. 7Domandò loro di nuovo: «Chi cer-cate?». Risposero: «Gesù, il Nazareno». 8Gesù replicò: «Vi ho detto: sono io. Se dunque cercate me, lasciate che que-sti se ne vadano», 9perché si compisse la parola che egli aveva detto: «Non ho perduto nessuno di quelli che mi hai dato». 10Allora Simon Pietro, che aveva una spada, la trasse fuori, colpì il servo del sommo sacerdote e gli tagliò l’orecchio destro. Quel servo si chiamava Malco. 11Gesù allora disse a Pietro: «Rimetti la spada nel fodero: il calice che il Padre mi ha dato, non dovrò berlo?».12Allora i soldati, con il comandante e le guardie dei Giudei, catturarono Gesù, lo legarono 13e lo condussero prima da Anna: egli infatti era suocero di Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno. 14Caifa era quello che aveva consigliato ai Giudei: «È conveniente che un solo uomo muoia per il popolo».15Intanto Simon Pietro seguiva Gesù insieme a un altro discepolo. Questo discepolo era conosciuto dal sommo

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sacerdote ed entrò con Gesù nel cortile del sommo sacerdote. 16Pietro invece si fermò fuori, vicino alla porta. Allora quell’altro discepolo, noto al sommo sacerdote, tornò fuori, parlò alla porti-naia e fece entrare Pietro. 17E la giovane portinaia disse a Pietro: «Non sei anche tu uno dei discepoli di quest’uomo?». Egli rispose: «Non lo sono». 18Intanto i servi e le guardie avevano acceso un fuoco, perché faceva freddo, e si scaldavano; anche Pietro stava con loro e si scal-dava.19Il sommo sacerdote, dunque, interrogò Gesù riguardo ai suoi discepoli e al suo insegnamento. 20Gesù gli rispose: «Io ho parlato al mondo apertamente; ho sempre insegnato nella sinagoga e nel tempio, dove tutti i Giudei si riuniscono, e non ho mai detto nulla di nascosto. 21Per-ché interroghi me? Interroga quelli che hanno udito ciò che ho detto loro; ecco, essi sanno che cosa ho detto». 22Appena detto questo, una delle guardie presenti diede uno schiaffo a Gesù, dicendo: «Così rispondi al sommo sacerdote?». 23Gli rispose Gesù: «Se ho parlato male, dimostrami dov’è il male. Ma se ho par-lato bene, perché mi percuoti?». 24Allora

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Anna lo mandò, con le mani legate, a Caifa, il sommo sacerdote.25Intanto Simon Pietro stava lì a scaldarsi. Gli dissero: «Non sei anche tu uno dei suoi discepoli?». Egli lo negò e disse: «Non lo sono». 26Ma uno dei servi del sommo sacer-dote, parente di quello a cui Pietro aveva tagliato l’orecchio, disse: «Non ti ho forse visto con lui nel giardino?». 27Pietro negò di nuovo, e subito un gallo cantò.28Condussero poi Gesù dalla casa di Caifa nel pretorio. Era l’alba ed essi non vollero entrare nel pretorio, per non contaminarsi e poter mangiare la Pasqua. 29Pilato dunque uscì verso di loro e domandò: «Che accusa portate contro quest’uomo?». 30Gli risposero: «Se costui non fosse un malfattore, non te l’avremmo consegnato». 31Allora Pilato disse loro: «Prendetelo voi e giudicatelo secondo la vostra Legge!». Gli risposero i Giudei: «A noi non è consentito mettere a morte nessuno». 32Così si compivano le parole che Gesù aveva detto, indi-cando di quale morte doveva morire.33Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: «Sei tu il re dei Giudei?». 34Gesù rispose: «Dici que-sto da te, oppure altri ti hanno parlato

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di me?». 35Pilato disse: «Sono forse io Giu-deo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?». 36Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». 37Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce». 38Gli dice Pilato: «Che cos’è la verità?». E, detto questo, uscì di nuovo verso i Giu-dei e disse loro: «Io non trovo in lui colpa alcuna. 39Vi è tra voi l’usanza che, in occa-sione della Pasqua, io rimetta uno in libertà per voi: volete dunque che io rimetta in libertà per voi il re dei Giudei?». 40Allora essi gridarono di nuovo: «Non costui, ma Barabba!». Barabba era un brigante.

Capitolo 191Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare. 2E i soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul

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capo e gli misero addosso un mantello di porpora. 3Poi gli si avvicinavano e dicevano: «Salve, re dei Giudei!». E gli davano schiaffi. 4Pilato uscì fuori di nuovo e disse loro: «Ecco, io ve lo conduco fuori, perché sappiate che non trovo in lui colpa alcuna». 5Allora Gesù uscì, portando la corona di spine e il mantello di porpora. E Pilato disse loro: «Ecco l’uomo!». 6Come lo videro, i capi dei sacerdoti e le guardie gridarono: «Crocifiggilo! Crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Pren-detelo voi e crocifiggetelo; io in lui non trovo colpa». 7Gli risposero i Giudei: «Noi abbiamo una Legge e secondo la Legge deve morire, perché si è fatto Figlio di Dio».8All’udire queste parole, Pilato ebbe ancor più paura. 9Entrò di nuovo nel pre-torio e disse a Gesù: «Di dove sei tu?». Ma Gesù non gli diede risposta. 10Gli disse allora Pilato: «Non mi parli? Non sai che ho il potere di metterti in libertà e il potere di metterti in croce?». 11Gli rispose Gesù: «Tu non avresti alcun potere su di me, se ciò non ti fosse stato dato dall’alto. Per questo chi mi ha consegnato a te ha un peccato più grande».

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12Da quel momento Pilato cercava di metterlo in libertà. Ma i Giudei grida-rono: «Se liberi costui, non sei amico di Cesare! Chiunque si fa re si mette con-tro Cesare». 13Udite queste parole, Pilato fece condurre fuori Gesù e sedette in tribunale, nel luogo chiamato Litòstroto, in ebraico Gabbatà. 14Era la Parasceve della Pasqua, verso mezzogiorno. Pilato disse ai Giudei: «Ecco il vostro re!». 15Ma quelli gridarono: «Via! Via! Crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Metterò in croce il vostro re?». Risposero i capi dei sacerdoti: «Non abbiamo altro re che Cesare». 16Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso.Essi presero Gesù 17ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo detto del Cranio, in ebraico Gòlgota, 18dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall’altra, e Gesù in mezzo. 19Pilato compose anche l’iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: «Gesù il Nazareno, il re dei Giudei». 20Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove Gesù fu crocifisso era vicino alla città; era scritta in ebraico, in latino e in greco. 21I capi dei sacerdoti dei Giu-dei dissero allora a Pilato: «Non scrivere: “Il re dei Giudei”, ma: “Costui ha detto:

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Io sono il re dei Giudei”». 22Rispose Pilato: «Quel che ho scritto, ho scritto».23I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti, ne fecero quattro parti – una per ciascun soldato – e la tunica. Ma quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo. 24Perciò dissero tra loro: «Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca». Così si compiva la Scrittura, che dice:Si sono divisi tra loro le mie vestie sulla mia tunica hanno gettato la sorte.E i soldati fecero così.25Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màg-dala. 26Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». 27Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.28Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». 29Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero per-ciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono

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alla bocca. 30Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito.31Era il giorno della Parasceve e i Giu-dei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. 32Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati cro-cifissi insieme con lui. 33Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, 34ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. 35Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. 36Que-sto infatti avvenne perché si compisse la Scrittura: Non gli sarà spezzato alcun osso. 37E un altro passo della Scrittura dice ancora: Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto.38Dopo questi fatti Giuseppe di Arima-tea, che era discepolo di Gesù, ma di nascosto, per timore dei Giudei, chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù. Pilato lo concesse. Allora egli andò e

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prese il corpo di Gesù. 39Vi andò anche Nicodèmo – quello che in precedenza era andato da lui di notte – e portò circa trenta chili di una mistura di mirra e di àloe. 40Essi presero allora il corpo di Gesù e lo avvolsero con teli, insieme ad aromi, come usano fare i Giudei per preparare la sepoltura. 41Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora posto. 42Là dunque, poiché era il giorno della Para-sceve dei Giudei e dato che il sepolcro era vicino, posero Gesù.

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SeSta taPPa

ADORAZIONE

(Durante il canto si effettua l’esposizione dell’Eucaristia: è il Signore Gesù che viene a visitare la nostra vita. «Guardate a lui e sarete raggianti», Sal 34).

Canto: Benedirò il Signore

BENEDIRÒ IL SIGNORE IN OGNI TEMPOSULLE MIE LABBRA SEMPRE LA SUA LODE;GUARDATE A LUI E SARETE RAGGIANTI,NON SARANNO CONFUSI I VOSTRI VOLTI (2v.)

Mi metto alla presenza di Gesù. Sono qui solo per Lui, sono qui per fargli compagnia. Sono qui per adorarlo (al modo di chi mette la mano alla bocca in segno di stupore!).

1. Provo ad esprimere dinnanzi a Gesù ciò che ho nel cuore (sono tante le cose che risuonano questa sera dentro di me. Ripercorro quanto ho meditato in questi giorni: motivi di gioia e ringraziamento, paura, fatiche...)

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2. Provo a raccogliere la mia storia (quante persone, quanti incontri, quante situazioni in cui il Signore ha cercato di dirmi che mi vuole bene; è il tempo del cuore, porto quindi dinanzi al Signore Gesù le persone care, coloro che mi hanno aiutato a conoscere Gesù e coloro che ancora lo stanno facendo; porto qui anche coloro che faccio fatica ad amare, coloro che sono causa di dispiaceri nella mia vita – per essere “fratello universale”; porto qui anche qualche situazione del mondo che mi sta profondamente a cuore)

3. Raccolgo anche tutti i miei desideri (porto qui ciò che di profondo c’è nel mio cuore, ciò che desidero vivere vera-mente nella vita; chiedo al Signore di aiutarmi a conoscere ciò che Lui desi-dera per me: «Signore, tu che cosa desi-deri per me, quali sono i tuoi desideri su di me?». Lascio che risuoni nel mio cuore il mio nome – come Maria e i discepoli, anche io sono chiamato per nome!)

4. È il momento di lasciar risuonare un testo che in questo cammino mi ha accom-pagnato, che mi ha raggiunto nel pro-fondo del cuore (lo confido al Signore Gesù)

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5. Sono pronto finalmente per concen-trarmi su di Lui (forse posso esprimere il mio amore per Lui, posso dire a Lui che gli voglio bene, posso svelare a Lui cosa mi piace e cosa mi attira, magari par-tendo da un’immagine che il Vangelo consegna a noi su Gesù)

6. Ora è il tempo della contemplazione (quando due si vogliono bene si sta in silenzio, basta la presenza dell’altro e il nostro cuore è consolato profonda-mente).

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CONCLUSIONE

Chiediamo al Signore che ci faccia comprendere la legge dell’amore. Che buona cosa è avere questa legge! Quanto ci fa bene amarci gli uni gli altri al di là di tutto! Sì, al di là di tutto! A ciascuno di noi è diretta l’esortazione paolina: «Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene» (Rm 12,21). E ancora: «Non stanchiamoci di fare il bene» (Gal 6,9). Tutti abbiamo simpatie ed antipa-tie, e forse proprio in questo momento siamo arrabbiati con qualcuno. Diciamo almeno al Signore: “Signore, sono arrab-biato con questo, con quella. Ti prego per lui e per lei”. Pregare per la persona con cui siamo irritati è un bel passo verso l’amore, ed è un atto di evangelizza-zione. Facciamolo oggi! Non lasciamoci rubare l’ideale dell’amore fraterno!

(Evangelii Gaudium, 101)

L’esempio estremo di Giuseppe Bollini ci sproni a vivere la nostra ferialità nella forma dell’amore che si fa dono affinché abbiamo l’ardire di preparare la vita a farsi dono fino all’ultimo respiro.

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Padre nostro

Benedizione

Canto: Resta accanto a me

Ora vado sulla mia stradacon l’amore tuo che mi guidao Signore ovunque io vadaresta accanto a me.Io ti prego, stammi vicinoogni passo del mio camminoogni notte, ogni mattinoresta accanto a me.Il tuo sguardo purosia luce per mee la tua parola sia voce per me.Che io trovi il senso del mio andaresolo in Te,nel tuo fedele amare il mio perché. [Rit.]

Fa’ che chi mi guardanon veda che Te.Fa’ che Chi mi ascoltanon senta che Tee chi pensa a me, fa’ che nel cuorepensi a Tee trovi quell’amoreche hai dato a me. [Rit.]

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APPENDICE…

CRESCIUTI NELL’AZIONE CATTOLICA

Riportiamo qui i riferimenti di alcuni gio-vani che come Giuseppe Bollini hanno vis-suto come partigiani e si sono formati nell’A-zione Cattolica.

a. Giusti tra le nazioni

Diversi sono gli aderenti all’ac che han-no ricevuto la definizione ufficiale di “giusti tra le nazioni”:

– Odoardo Focherini – Carpi (beatificato nel 2013).

– Vittorio Tredici – Iglesias, commissario prefettizio e podestà di Cagliari … ma nel 1943 al momento del rastrellamento degli ebrei aprì le porte del suo apparta-mento di Roma.

– Gino Bartali – tra il settembre 1943 e il giugno 1944 effettuò circa 30 viaggi lungo il percorso Firenze-Assisi-Firenze per salvare gli ebrei. Il suo compito era

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quello di passare nel duomo di Firenze e recuperare nascoste nella cassetta delle elemosine le foto di ebrei che biso-gnava dotare di documenti falsi. Infi-late le foto nella canna della bicicletta pedalava alla volta di Assisi presso il convento delle clarisse che ha ospitato tantissimi ebrei.

b. Vittime e deportati del conflitto mondiale

– Gino Pistoni nato a Ivrea nel 1942: l’Azio-ne Cattolica era per lui l’elemento che dava unità alla sua vita. Scelse di fermar-si a soccorrere un giovanissimo nemico che era stato ferito e una scheggia di un mortaio gli recise l’arteria femorale. Prima di morire dissanguato riuscì a scri-vere con il proprio sangue sul sacchetto del pane: «Offro la mia vita x A.C. e Ita-lia. W Cristo Re».

– Giusepe Lazzati – deportato. A Deblin. «Apparve subito a me il valore dell’edu-cazione cristiana ricevuta lungo il corso dei miei anni giovanili, dalla famiglia, nel-la scuola e nell’università cattolica e il si-gnificato della fede quale ineguagliabi-le salvaguardia degli stessi valori umani, dell’uomo insomma».

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– Giovanni Ostinelli, presidente della Fuci di Como. Compì uno sforzo per tenere salda la fede propria e dei compagni di sventura, anche attraverso la recita co-mune del rosario o la lettura del Vangelo – Pasqua 1944.

– Carlo Bianchi (campo di Fossoli) – presi-dente della Fuci – fucilato presso Carpi.

– Don Antonio Seghezzi assistente dioce-sano della Giac di Bergamo – muore a Dachau nel 1945.

– Andrea Trebeschi, compagno di studi di G.B. Montini e presidente della gioventù cattolica bresciana – muore a Gusen nei pressi di Mathausen nel 1945.

– Francesco Daveri, dirigente della Giac di Piacenza, arrestato e deportato.

Di tutti questi uomini si potrebbero trac-ciare profili di intesa spiritualità, a partire dai loro scritti e sulle testimonianze di coloro che li hanno incontrati in carcere o nei campi.

BIBLIOGRAFIA

– GiorGio Vecchio, Vita e morte di un parti-giano cristiano, In dialogo, Milano 2015.

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ciclostilato in proprio – marzo 2017

APPUNTAMENTI ESTIVI PER I GIOVANI

1. DAI DIVANI AI BALCANI (4-13 agosto): in viag-gio verso BucarestRifletteremo e ci confronteremo su alcuni temi: i migranti e la rotta balcanica, il Danubio e l'ecologia umana, l'ecumenismo.Saranno presenti con noi alcuni giovani rumeni.Viaggio in bus e ritorno in aereoLuogo di partenza: ZagabriaDestinatari: giovani 20-30 anni

2. AGGRATIS – CAMPO DI VOLONTARIATO (26 agosto – 2 settembre)

Sull'esempio e in collaborazione con l'ACS (Azione Cattolica Studenti). Si tratta di una settimana in cui ci si cimenterà in lavori di ri-strutturazione di alcuni ambienti, di imbianca-tura e giardinaggio ma anche spazi relazio-nali con alcune realtà del territorio. Il ricavato sarà devoluto per un progetto di solidarietà nel territorio.Luogo: Cairate (VA)Destinatari: dai 14 ai 30 anni

Per ulteriori informazioni consultare il sito:www.azionecattolicamilano.it/estate