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Vangelo degli Egiziani - Chiesa Gnostica Universale...e come gli scritti che narrano la storia di Gesù sono detti «Vangeli», così l’autore credette opportuno intitolare «Vangelo»

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Vangelo degli Egiziani
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VANGELO DEGLI EGIZIANI

a cura di Luigi Moraldi

È un classico testo gnostico sethiano, pieno di mitologia, davanti al quale viene fatto di domandarsi

se questo gnosticismo non sia una degenerazione del pensiero filosofico in mitologia e magia.

Ma come si è visto nella Introduzione generale, un giudizio del genere è totalmente errato:

si tratta, infatti, di un metodo di espressione che ha una sua logica, una sua struttura, una sua

dottrina;

ha il suo ambiente intellettuale, che a noi abituati al così detto periodo classico della filosofia

greca può certo apparire stravagante;

e tuttavia ebbe il suo ambiente vitale;

se a ragionamenti e sillogismi preferisce l’espressione con miti, non per questo è inferiore al

metodo che correntemente giudichiamo «logico», «razionale».

Pur nell’ambito di uno sfondo comune al gnosticismo, ogni testo ha una sua logica interna

che costringe alla ricerca;

e ogni sforzo in questo campo è ricompensato da risultati proporzionati, mai deludenti.

Il titolo, attribuitogli dal Doresse, nella prima notizia che ne diede, è piuttosto deviante;

sarebbe stato assai meglio prendere il titolo dal colofon, cioè:

Il sacro libro del grande invisibile spirito.

Così com’è, non è il caso di cambiarlo, sia perché ormai accolto da tutti sia perché ha anche una sua

giustificazione.

Sarebbe filologicamente più corretto «Vangelo egiziano» piuttosto che «degli Egiziani» ;

ci si trova subito in una ambiguità - qui probabilmente non voluta dall’autore -

tipicamente gnostica:

appartenente agli Egiziani o riguardante gli Egiziani?

Anzitutto lo scritto non ha nulla a che fare con il «Vangelo degli Egiziani» del quale parlano alcuni

antichi scrittori cristiani;

ci si domanda perché è detto egiziano o degli Egiziani.

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Le probabilità per spiegare tale denominazione non sono molte:

o perché è sorto in Egitto, oppure perché l’autore vide in esso un qualche riferimento

all’Egitto, cioè nel dio Seth dell’antico Egitto identificato con il Seth biblico degli gnostici sethiani.

È vero che il dio Seth dell’antico Egitto era un dio cattivo, terribile, e incarnazione del faraone

lottatore vittorioso;

e a suo modo era buono per i suoi fedeli;

inoltre, nel periodo che ci interessa, e anche prima, in particolare nelle correnti gnostiche, si era

affermata la tendenza che rivalutava quanto precedentemente era stato considerato cattivo (si veda

ad es.nel nostro scritto la rivalutazione di Sodoma e Gomorra:

sarebbe consono a questa linea di pensiero la identificazione del dio Seth con il biblico Seth figlio

di Adamo, sul quale appunto verte il presente scritto.

Ma su questa identificazione non si può comunque insistere, i dati in suo favore essendo esigui o

nulli.

Secondo una tradizione recepita anche da testi gnostici Seth fu il terzo figlio di Adamo;

ma secondo un’altra, Seth è il primo figlio di Adamo:

e il presente scritto si ispira a questa traduzione dalla quale dipende anche nel passo ove parla dei

130 anni;

dice il testo biblico:

«Nel giorno in cui Dio creò Adamo, lo fece a somiglianza di Dio…

Adamo visse 140 anni e poi generò a sua somiglianza un figlio che era come la sua immagine e lo

chiamò Seth…

Seth visse 105 anni, quindi generò Enosh…»

In questo contesto non si può dimenticare l’interessante testo ebraico, di epoca ellenistica:

«Sem e Seth sono onorati dagli uomini (έν άνθρώποις έδοξάσθησαν) ma al di sopra di ogni vivente

c’è la gloria di Adamo»

E per la tradizione ebraica e ebreo-cristiana di poco posteriore si può vedere gli apocrifi

Vita di Adamo ed Eva, l’ Apocalisse di Mosè, il Vangelo di Nicodemo, ecc.

L’espressione «Libro sacro…» non è diventata «Vangelo…», bensì «Vangelo» fu congiunto con

«Egiziani», e «Libro sacro» con lo ( spirito invisibile».

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La figura centrale dello scritto è Seth, figlio di Adamo, apportatore della salvezza, come apportatore

di salvezza è Gesù;

e come gli scritti che narrano la storia di Gesù sono detti «Vangeli», così l’autore credette

opportuno intitolare «Vangelo» il suo scritto, tanto più che mentre (nel nostro scritto) il

Cristo è una figura celeste, Gesù è l’incarnazione di Seth sulla terra.

Anche gli altri «Vangeli» (di Tomaso, di Filippo, della Verità) di Nag Hammadi

possono essere compresi soltanto nella prospettiva della visione cosmica gnostica;

è inoltre verosimile che «Vangelo» faccia parte della «cristianizzazione» dell’opera.

Vangelo degli Egiziani ha, dunque, valide motivazioni, e tuttavia non sminuisce la probabilità in

favore del titolo primitivo Ilsaero libro del grande invisibile spirito.

Il primo studioso che notificò la scoperta di questo scritto, J. Doresse (nel 1948), fu anche il primo

che presentò il testo copto del NHC III (nel 1966) e lo fece seguire dal commento (nel 1968);

la traduzione di H.-M. Schenke fu fatta (1969-70) appunto su questa prima edizione del testo copto

del cod. III.

Ma già dal 1963 A. Bòhlig e P. Labib lavoravano sul testo del cod. IlI, e passarono poi alla

trascrizione di un altro testo contenuto in NHC IV;

al Bòhlig si aggiunse poi (dal 1968) anche F. Wisse specie per il cod. IV.

Finalmente nel 1975 a cura di A. Bòhlig, F. Wisse e la cooperazione

di P. Labib uscì Yeditio princeps dei due testi disposti in pagine parallele con annotazioni

critiche e commento.

Il testo del presente scritto ci è dunque giunto in due versioni copte da due codici diversi.

Nel 1975 apparve la Facsimile Edition del NHC IV, e nel 1976 la Facsimile Edition del NHC III.

In ambedue i codici il Vangelo degli Egiziani occupa il secondo posto:

nel cod. III è preceduto dall’ “ApGv, e così nel cod. IV:

e con YApGv il presente scritto ha analogie come si vedrà.

Il testo del cod. Ili ci è giunto in uno stato molto buono, in una scrittura bella e nitida, ma non è

completo per l’assenza di complessive quattro pagine ;

mentre del testo del cod. IV, data la deplorevole condizione di tutto il codice ci sono giunti soltanto

frammenti più o meno estesi.

Si tratta di due versioni indipendenti da due diversi originali greci;

ambedue, a loro volta, sono copie di più antiche versioni copte.

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La versione del cod. III è più libera e si dimostra molto più generosa nel

mantenere la terminologia greca, mentre quella del cod. IV è più

attenta alla fedeltà verso l’originale, a rendere con termini coptila terminologia greca, fu fatta

su di un testo greco migliore di quello del cod. IlI, e contiene meno errori e incomprensioni.

Per questi motivi la versione qui data segue - sempre che è possibile - il cod. IV;

la grande solerzia del Böhlig e del Wisse nell’identificazione dei frammenti del cod. IV

ha portato alla constatazione che il codice conteneva tutto il testo del cod. IlI (ognuno,

naturalmente, con le sue particolarità), perciò ne hanno dato una prudente ricostruzione ovunque

fu possibile;

ma la corrispondenza dei due testi non è letterale:

come si disse, ognuno ha nettamente dei caratteri propri.

Perciò ho seguito il cod IV soltanto nei tratti ove il suo testo è leggibile o ricostruibile con

ragionevole certezza, in caso contrario ho seguito il cod. III.

La presente versione non dà quindi un «terzo» testo, cioè una confusione dei due codici, ma

quello che scrupolosamente indico nel margine;

nelle note ho posto le varianti dell’altro codice giudicate di qualche importanza.

La parentela tra il VangEg e ApGv è limitata alla prima parte, e

non consta soltanto di parallelismi, ma anche di significative divergenze;

si trae comunque l’impressione che ambedue gli scritti

partano da un complesso comune sviluppato poi in maniera indipendente, e si esclude che

l’uno (cioè il VangEg) dipenda dall’altro.

Nonostante l’impressione che può generare a una prima lettura, lo scritto non è certamente un

agglomerato di strane mitologie, bensì ha una sua linea sufficientemente chiara e unitaria.

Ciò non significa che l’autore l’abbia composto di getto, senza l’ausilio di fonti e tradizioni diverse

accentrate su di un solo tema.

Ogni esame di questo genere comporta sempre elementi soggettivi;

soprattutto trattandosi di opere gnostiche, resta quindi un margine di probabilità contraria.

I tratti che, almeno in apparenza, inducono a pensare a fonti diverse sono i seguenti:

1.

Alla discendenza di Seth sono assegnate tre origini mitologiche diverse:

la prima la collega a Plesithea nel regno della luce

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la seconda, all’origine della discendenza di Seth addita Hormos nel corruttibile mondo inferiore:

ambedue queste origini sono poste in relazione a Sodoma e Gomorra, ma l’autore

confessa qui espressamente di conoscere due diverse tradizioni

la terza origine assegnata alla discendenza di Seth è Edolla

Ma è ugualmente verosimile che l’autore intenda sottolineare l’universalità della discendenza

di Seth.

2.

Più oggettiva appare, invece, la distinzione di fonti dal punto di vista del contenuto cristiano del

testo.

La figura di Seth è dominante rispetto a quella di Gesù, che appare secondaria;

e tuttavia è molto significativa la manifestazione di Seth nelle sembianze di Gesù:

«generato dalla viva parola e indossato dal grande Seth», «il quale venne e crocifisse ciò

che è sotto la legge», «inchiodò le forze dei tredici eòni», il battesimo, la riconciliazione,

«Giacomo il grande», ecc.

sono indici sicuri di una buona conoscenza della dottrina cristiana e in particolare di scritti paolini

Alla stessa conclusione portano tali testi nei quali è menzionato Gesù:

«Gesù, generato dalla viva parola»

«Gesù il vivente»

«Il Gesù della vita»

«Gesù, colui che possiede la vita»

«…poiché ho compreso te, Gesù, che…»

«…poiché ho compreso te» segue un sintagma con IHC «Gesù»

Lungo il testo si legge sei volte «il grande Cristo»;

e soltanto nel colofon «Gesù Cristo, Figlio di Dio, Salvatore» e il sintagma sintagma

Tutti questi dati chiaramente cristiani, in un testo che non è organizzato secondo uno schema

cristiano, porta a credere che l’autore gnostico abbia elaborato in senso cristiano un

preesistente testo gnostico sethiano, giudicandolo un ottimo compimento del primo.

In merito a questa elaborazione si può leggere la sottile preparazione della venuta di Gesù e

ricordare che il Vangelo di Luca fa risalire la genealogia di Gesù a Adamo, padre di Seth

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Se la composizione del nostro trattato si può datare nel II-III secolo, il trattato preesistente è

evidentemente più antico.

Anche qui, come in altri testi di Nag Hammadi, avremmo così un esempio di

«cristianizzazione» di un testo gnostico più antico.

Avendo come tema fondamentale la salvezza, lo scritto inizia con la

presentazione dell’Essere supremo dalla cui evoluzione scaturiscono tutti gli esseri primordiali;

e - come in tutte le presentazioni del genere - gli attributi negativi sono i più adatti per queste

presentazioni

Prima parte:

«Dal vivo silenzio del Padre, scaturiscono anzitutto tre forze:

il Padre, la Madre, il Figlio;

e, allo stesso tempo, Domedon Doxomedon («signore della casa», «signore della gloria») che è

come il massimo eòne che avvolge tutto l’universo della luce.

Dopo la triade primordiale, si costituisce una corrispondente triade di ogdoadi:

l’ogdoade del Padre - la prima - è costituita dal «pensiero» (έννοια), dalla «parola» (λόγος),

dall’«incorruzione» (αφθαρσία), dalla «vita eterna», «(θέλημα) dalla volontà»(νοΰς),,

dalla «mente», (πρόγνοσις), dalla «prescienza» (πρόγνοσις), e dal Padre;

la seconda ogdoade, della Madre - detta pure «vergine maschio Bar-belo» - è costituita da altre

entità mitologiche difficilmente identificabili a motivo del testo lacunoso;

l’ogdoade del Figlio è la terza, costituita da lui e dalle «sette forze della grande luce delle sette

voci»

Dopo l’evoluzione della triade, è ripresentato - ma questa volta in maniera dettagliata - Domedon

Doxomedon per la descrizione del quale, l’autore si è, probabilmente, ispirato alla Merkabah (o

«carro divino») della tradizione mistica giudaica:

trono, sala del trono, luogo della manifestazione della divinità;

trono sul quale è scritto il nome esoterico con lettere dell’alfabeto

greco (ognuna ripetuta 22 volte secondo il numero delle consonanti dell’alfabeto ebraico):

I.

H.

O.

Y.

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E.

A.

ω.

che forse potrebbe essere interpretato «Gesù è l’alfa e l’omega», ma potrebbe essere benissimo

«Jeou («= Jahweh) è l’alfa e l’omega»

Dopo la presentazione del «grande invisibile spirito» nella triplice ogdoade, cioè nella sua suprema

perfezione, il nostro trattato esoterico prosegue - nel suo linguaggio mitologico - descrivendo

l’avvento di altre entità mitologiche con lo scenario di una maestosa e universale liturgia celeste:

lode, domanda, apparizione;

e le entità si susseguono fino all’avvento del «grande Seth» e l’assegnazione a lui della salvezza.

Il primo ad apparire, secondo questa precisa sequenza liturgica, è il «fanciullo tre volte maschio»

(cioè assolutamente perfetto);

seguono il «grande Cristo», Jouel, Esefech (i testi dei due codici sono corrotti, e risulta difficile

stabilire la sequenza), il «grande logos» (o «la divina

parola»), per sua intercessione presso il «grande invisibile spirito», appare una nube luminosa,

Mirothea, che genera Adamo-luce;

l’Essere supremo si manifesta in Adamo per eliminare la sua deficienza;

Adamo - luce chiede un figlio «il quale diventasse padre della stirpe che non vacilla» ;

appaiono così le quattro luci Harmozel, Oroiael, Daueithe, Eleleth, «e il grande incorruttibile

Seth» ;

prima di proseguire il discorso su Seth, l’autore - con la consueta solennità liturgica e avendo

presente la designazione di Seth salvatore e «padre» - introduce l’apparizione delle «compagne»

delle quattro luci, cioè la grazia (χάρις), la percezione (αί’σθησις), la comprensione (σύνεσις),

la prudenza (φρόνησις), e ancora «i misteri» delle luci:

Gamaliel, Gabriel, Sambio, Abrasax, e le loro «compagne», cioè:

la memoria (μνήμη), I’amore (αγάπη), la pace (ειρήνη), la vita eterna;

finalmente, per intercessione della parola (del logos) e delle quattro luci, il Padre accondiscende a

che la sua discendenza sia considerata discendenza del grande Seth;

il fanciullo tre volte maschio e il Cristo creano una chiesa spirituale (πνευματική εκκλησία) il cui

scopo è portare la rivelazione a coloro che ne sono degni

Questa chiesa spirituale, creata dal fanciullo tre volte maschio e dal Cristo rappresenta il

prototipo della stirpe di Seth.

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Si può ancora notare che tutta questa catena di entità mitologiche dipende sempre

dal grande invisibile spirito, e che nell’ordine degli esseri primordiali, celesti, l’ultima entità

mitologica, cioè Seth, sarà l’elemento di unione tra il mondo celeste e quello terreno.

Seconda parte:

La figura centrale è il grande e celeste Seth figlio di Adamo-

luce, la sua discendenza e la sua opera di salvezza per l’umanità;

in larga misura anche qui troviamo lo stile di una liturgia imbastito su domanda, risposta, lode;

colui che si rivolge all’invisibile spirito è sempre Seth che perora la causa della sua discendenza.

Nella prima domanda Seth chiede di avere la sua discendenza;

e questa gli è data dalla grande e gloriosa vergine e madre Plesithea che produce la discendenza di

Seth da Sodoma e Gomorra, e Seth la pone nel quarto eòne, nel terzo luminare

Dopo questa prima mitologica presentazione della discendenza, l’autore - che finora non ha

ancora parlato di questo mondo nel quale si svolgerà l’attività salvifica di Seth -

inserisce un lungo tratto sull’origine del mondo.

Dopo 5.000 anni, la luce Eleleth, che è la più vicina al caos e all’Amen te, giudica

opportuno che sorga uno a dominare sul caos e sull’Amen te;

su di una nube appare la Sofia ilica ( = materiale);

Gamaliel, ministro di Harmozel, comunica l’ordine a Gabriel, ministro di Oroiael, ed appare la nube

( = Sofia) divisa in due monadi;

al grande angelo Sakla e al suo demone Nebruel risale l’origine della terra, dei dodici eòni e dei

dodici angeli;

i nomi dei dodici angeli che presiedono sul caos e sull'Amente;

sono:

Athoth, Harmas, Galila, Jobel, Adonaios, Caino, Abel, Akiressina, Jubel, Harmoupiael, Archir-

Adonin, Belias

e Sakla manifesta la propria arroganza proclamandosi, dio;

fa seguito il tradizionale rimprovero, l’apparizione di un’immagine dall’alto e la formazione della

prima creatura (cioè del primo uomo quaggiù).

L’autore non dimostra molto interesse nella storia primitiva;

il mito di Sofia è appena accennato;

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il mondo ebbe origine per espresso volere dei celesti (ma non da essi);

e la creazione dell’uomo, come l’apparizione

dell’immagine dall’alto non sono integrate nella narrazione.

Un’importanza notevole è data alla metanoia, la penitenza:

dopo l’arroganza blasfema di Saklà, per volere del Padre appare la metà- noia per eliminare

l’inefficienza entrata nel mondo divenuto «simile alla notte» ;

la metànoia è ormai necessaria per il ritorno nel mondo della luce:

Il testo riprende l’origine della discendenza di Seth:

mentre Plesithea origina la discendenza nel mondo celeste (che è sempre il primo), Hormos

l’origina «per mezzo di vergini dal seme corrotto di questo eòne, in un “corpo” (vaso) generato dal

Logos per opera dello spirito santo» ;

così la stirpe di Seth è in questo mondo e in stretta relazione a esso.

Un terzo essere mitologico è ancora all’origine della discendenza di Seth:

Edokla, che con la sua parola genera la verità e la giustizia, inizi della

discendenza della vita eterna e di coloro che hanno la conoscenza della propria origine.

Ma i problemi si manifestano proprio ora, problemi che spiegano e

illustrano le precedenti sezioni - anche quelle sommarie -:

la discendenza eletta di Seth si trova in mezzo a tanti pericoli (diluvio, fuoco, pestilenze,

conflagrazioni, ecc.

suscitati dai tortuosi artifici del diavolo, pericoli e lotte che seguiteranno fino al

termine delPeòne presente e la condanna dei suoi arconti.

Perciò il grande Seth innalza la preghiera al grande spirito:

Seth è mandato in terra a compiere l’opera di salvezza della sua discendenza;

per questa missione terrestre egli indossa, come un abito, il Gesù vivente;

e in testi di estremo interesse è presentata l’attività e la discesa di Seth-Gesù, onde è stabilito

signore di tutte le forze cosmiche;

la sezione termina con l’elenco degli assistenti e depositari della salvezza:

«da ora in poi quelli che sono degni dell’invocazione e delle rinuncie dei cinque sigilli nella fonte

battesimale, conosceranno… saranno conosciuti… per nessun motivo gusteranno la morte»;

Terza parte:

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È la parte innica, ma la sua divisione (in due inni) è quanto mai incerta a motivo della condizione in

cui ci è pervenuto il testo.

Il primo inno è probabilmente rivolto a Gesù (Seth) ed è contrassegnato da sintagmi e glossolalie,

manifestanti la gioia degli eletti

Il secondo è l’attestazione della salvezza, la manifestazione della coscienza che il

dio lontano non è più tale, l’esperienza personale del dio vicino e conosciuto.

«Ora che ti conosco… sono diventato luce… Sono stato formato nel cielo dei ricchi, in quella luce

che è nel mio petto… È perciò in me l’incenso della vita…»

Conclusioni.

La prima conclusione intende spiegare il carattere esoterico dello scritto e dargli un autore.

Fu scritto dallo stesso Seth, il quale lo pose in montagne ove non sorge il sole, e per questo restò per

così lungo tempo ignoto anche agli apostoli e ai profeti.

La seconda conclusione ripete l’autenticità della scrittura da parte di Seth, il quale scrisse il

«libro» in cento trenta anni (secondo una tradizione ebraica, Adamo generò Seth dopo 130 anni),

e lo pose sulla montagna Charaxio affinché fosse poi manifestato all’incorrutibile stirpe del

salvatore, cioè alla fine dei tempi.

Il colofon rappresenta il saluto e l’augurio dell’amanuense:

il libro fu scritto da Dio (ripetuto due volte), fu copiato dall’amabile Eugnostos,

nel mondo Gonghessos, il quale - da perfetto gnostico cristiano - confessa di avere come sue

compagne le luci:

«Gesù Cristo, Figlio di Dio, Salvatore, IX0YC»

Nonostante le non integrità dei due testi, l’incertezza di varie letture e l’oscurità di alcuni passi,

questo VangEg si dimostra sufficientemente unitario, caratteristico nella sua dottrina sethiana e

molto importante per quel processo di «cristianizzazione» ormai palese anche in altri scritti

gnostici.

I temi che ha in comune con altri sono qui presentati o elaborati in maniera propria.

È lungi dall’essere un amalgama di testi disarticolati;

la sua mitologia ha molti elementi esclusivi, ma il suo procedimento tripartito (il mondo

celeste, origine e salvezza della stirpe di Seth quasi in contrapposizione alla stirpe di Abramo!

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le due sezioni inniche) sul quale sovrasta incessantemente il «santo invisibile spirito» e

l’atmosfera di una liturgia cosmica, fanno di questo scritto un testo prezioso, sebbene alcuni tratti

siano particolarmente diffìcili.

Introduzione

Il libro sacro degli Egiziani sul grande Spirito invisibile, sul Padre il cui nome è ineffabile, su colui

che venne dalle altezze, luce della perfezione, luce eterna delle eternità, luce in silenzio, nella

prescienza e nel silenzio del Padre, luce in parola e in verità, luce incorruttibile, luce inaccessibile,

luce scaturita nell’eternità delle eternità, sul Padre ineffabile, senza segno, non annunziabile,

sull’eòne degli eòni, colui che generò se stesso, colui che emanò da se stesso, straniero;

sulla forza non interpretabile del Padre ineffabile.

IL MONDO CELESTE

Da lui provennero tre forze:

il Padre, la Madre, il Figlio.

Provennero da se stesse, dal vivo silenzio del Padre immutabile.

Questi provennero dal silenzio del Padre ineffabile.

E da quel luogo provenne Domedon Doxomedon, l’eòne degli eòni e la luce di ognuna delle loro

forze.

E così quarto provenne il Figlio, quinta la Madre, sesto il Padre.

Egli è senza precursore, senza segno tra tutte le forze e le glorie incorruttibili.

Le tre ogdoadi

Da quel luogo provennero le tre forze, le tre ogdoadi che il Padre produsse, in silenzio, con la sua

prescienza dal suo seno, cioè:

il Padre, la Madre, il Figlio.

La prima ogdoade dalla quale provenne il fanciullo tre volte maschio, è:

il pensiero, la parola, l’incorruzione, la vita eterna, la volontà, la mente, la prima conoscenza, il

Padre bisessuato.

La seconda ogdoade forza, è la madre, il vergine maschio Barbelo che presiede sul cielo la forza

non interpretabile, la Madre ineffabile:

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essa ebbe origine e provenne da se stessa;

essa concordava col Padre del silenzio vivo.

La terza ogdoade forza, è il Figlio del silenzio silenzioso, la corona del silenzio silenzioso, la

conoscenza del Padre, la virtù della Madre;

dal seno egli produce le sette forze della grande luce delle sette voci:

la loro pienezza è la parola.

Queste sono le tre forze, le tre ogdoadi che il Padre promanò dal suo seno, col silenzio e con la sua

prescienza, in quel luogo.

Doxomedon

Nel luogo apparve Domedon Doxomedon1 l’eòne degli eòni, i troni che sono in lui, la gloria e

l’incorruzione.

Il Padre della grande luce che promanò dal silenzio, è il grande Doxomedon nel quale riposa il

fanciullo tre volte maschio.

In esso era posto il trono della sua gloria sul quale era scritto, su legno di bosso, il suo nome non

manifestabile, l’eòne che è la parola del Padre e la luce di ogni cosa, colui che venne dal silenzio,

che pro, mano dal silenzio, che riposa nel silenzio, il cui nome è in un simbolo invisibile.

Venne un mistero nascosto invisibile:

ι ι ι ι ι ι ι ι ι ι ι ι ι ι ι ι ι ι ι ι ι ι

η η η η η η η η η η η η η η η η η η ο ο ο ο ο ο ο ο ο ο ο ο ο ο ο ο ο

ο ο υ υ υ υ υ υ υ υ υ υ υ υ υ υ υ υ υ υ υ υ ε ε ε ε ε ε ε ε ε ε ε ε ε ε ε ε ε ε

ε | α α α α α α α α α α α α α α α α α α α ω ω ω ω ω ω ω ω ω ω ω ω ω

ω ω ω

Lode e domanda

In tal modo le tre forze lodarono il grande invisibile incorruttibile

innominabile virgineo spirito del Padre, e il maschio vergine Barbelo.

Essi chiesero una forza.

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Venne, in una forza, il vivo silenzio silenzioso;

queste sono le glorie e incorruzioni, l’eòne che… degli eòni, colui che sovrasta le miriadi dei

misteri, i tre maschi, le tre discendenze, i maschi e le discendenze maschili, le glorie del Padre, le

glorie del grande Cristo, e la discendenza maschile, le discendenze che riempirono il grande eòne

Doxomedon con le forze di una parola della pienezza della luce.

Allora il fanciullo tre volte maschio del grande Cristo, unto dal grande invisibile Spirito, la cui

forza era detta Ainon, lodò il grande invisibile Spirito e il vergine maschio Jòel, e il silenzio del

silenzioso silenzio, la grandezza… ineffabile… ineffabile… che non ha corrispondente, che non si

può interpretare, il primo che promanò,

colui che non è possibile annunziare… che è meraviglioso… ineffabile… colui che ha tutte le

grandezze della grandezza del silenzio silenzioso di quel luogo.

Il fanciullo tre volte maschio innalzò una lode e chiese una forza dal grande invisibile Spirito

verginale.

In quel luogo apparve poi… che… che vede le glorie… tesori in un misteri invisibili… del silenzio

che è il vergine maschio Jouel.

Poi apparve Esefech, il fanciullo del fanciullo.

E così furono completi, cioè il Padre, la Madre, il Figlio, i cinque sigilli, la forza invitta che è il

grande Cristo di tutti gli incorruttibili.

… santo … la fine, l’incorruttibile… e… essi sono forze e glorie e incorruzioni… promanati…

[mancano cinque righe].

Questi innalzò lodi al non rivelabile mistero nascosto… [mancano sei righe] … e gli eòni… i

troni … e ognuno… circondato da miriadi di forze senza numero, glorie e incorruzioni… ed

essi… del Padre e della Madre e del Figlio e tutta la pienezza di cui parlai prima, e i cinque sigilli e

il mistero dei misteri.

Apparvero… [mancano quattro righe] … che presiedono su… e gli eòni… [mancano otto righe].

Allora, dal silenzio, apparve la prescienza, il silenzio vivo dello Spirito, la parola del Padre, e una

luce.

Essa … i cinque sigilli promananti dal seno del Padre, essa attraversò tutti gli eòni che

menzionai prima, essa stabilì troni di gloria e miriadi di angeli senza numero, che li circondano,

forze e glorie incorruttibili, che cantano, glorificano e lodano tutte all’unisono con una voce

incessante … il Padre, la Madre, e il Figlio e tutte le pienezze delle quali parlai prima:

è il grande Cristo (proveniente) dal silenzio, l’incorruttibile fanciullo Telmael Telma-

chael Eli Eli Machar Machar Seth, la forza che realmente e veramente vive, e il vergine

maschio che è con lui, Jouel, ed Esefech, lo splendente, fanciullo del fanciullo, e corona della sua

gloria… dei cinque sigilli, la pienezza di cui parlai prima.

Di là promanò la grande vivente parola generata da se stessa, il dio vero, la natura non generata,

colui del quale pronuncerò il nome, dicendo:

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… aia… thaothosth… il quale è il figlio del grande Cristo, figlio

dell’ineffabile silenzio promanato dal grande invisibile e incorruttibile Spirito.

Apparve il figlio del silenzio, e il silenzio… [mancano tre righe.] e i tesori della sua gloria.

Poi apparve nel rivelato…e stabilì i quattro eòni:

li stabilì con una parola.

Innalzò lodi al grande invisibile virgineo Spirito, al silenzio del Padre nel silenzio del vivo

silenzioso silenzio, al luogo ove l’uomo riposa… [mancano due righe].

L’Adamo celeste e il logos

Poi da quel luogo apparve la grande nube luminosa, cioè la forza viva, la Madre dei santi

incorruttibili, delle grandi forze…;

essa generò colui del quale pronuncio il nome, dicendo:

tu sei uno tu sei uno… ea ea ea.

Costui, infatti, è Adamas, la luce irradiante dalla luce, l’occhio della luce.

Egli è il primo uomo:

tutte le cose sono per lui, tutte le cose sono sue, senza di lui non c’è nulla;

è il Padre che venne giù, è l’inaccessibile, l’inconoscibile:

egli discese dall’alto per annullare l’inefficienza.

Allora il grande generato da sé, la divina parola, e l’uomo incorruttibile Adamas, si

amalgamarono.

Per mezzo di una parola ebbe origine l’uomo.

Egli lodò il grande invisibile incomprensibile virgineo Spirito, e il vergine maschio Barbelo, e il

fanciullo tre volte maschio, e il vergine maschio Jouel, il fanciullo Esefech, lo splendente, il

fanciullo del fanciullo, la corona della sua gloria, il grande eòne Doxomedon e i

troni che sono in lui e le forze che lo circondano, le glorie e le

incorruzioni, e l’intera loro pienezza, menzionata prima, e la terra eterea ricevitrice di Dio,

dove ricevono l’immagine gli uomini

santi, quelli della luce del Padre del silenzio, la viva sorgente del silenzio, il Padre e l’intera

loro pienezza, sopra menzionata.

Il grande generato da sé, il Logos divino, e l’uomo incorruttibile Adamas,

innalzarono una lode e chiesero una forza e una energia eterna e incorruzione per il generato

da sé, a pienezza dei quattro eòni, affinché per mezzo di loro apparisse la gloria e la forza

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dell’invisibile Padre degli uomini santi della grande luce che verrà nel mondo, che è simile alla

notte.

Allora l’incorruttibile uomo Adamas chiese che da lui venisse un figlio il

quale diventasse padre della stirpe che non vacilla e incorruttibile sicché, per mezzo di essa,

apparisse il silenzio e la voce e, attraverso di essa, l’eòne morto si potesse alzare per venire poi

distrutto.

E così, dall’alto, la forza promanò la grande forza della grande luce, la manifestazione, la quale

generò i quattro grandi luminari:

Harmozel, Oroiael, Daueithe, Eleleth, e il grande incorruttibile Seth, figlio del grande

incorruttibile uomo Adamas.

E così fu completata l’ebdomade perfetta, la quale è in un mistero di misteri nascosti, riceve la

gloria… e diventa undici ogdoadi, per essere completata da quattro ogdoadi.

Il Padre acconsentì, la pienezza dei luminari si unì al suo consenso.

Apparvero le loro compagne per la pienezza dell’ogdoade del divino autogenerato:

la grazia, per il primo luminare, Harmozel;

la percezione, per il secondo luminare, Oroiael;

la comprensione, per il terzo luminare, Daueithe;

la prudenza, per il quarto luminare, Eleleth.

Questa è la prima ogdoade del divino autogenerato.

Il Padre occonsentì, la pienezza tutta dei luminari si unì al suo consenso.

Vennero i ministri:

il primo è il grande Gamaliel, per il grande luminare Harmozel;

il grande Gabriel, per il secondo grande luminare Oroiael;

il grande Sambio, per il terzo grande luminare Daueithe;

il grande Abrasax, per il quarto grande luminare Eleleth.

Con il beneplacito del Padre, vennero le compagne di costoro:

la memoria, per il primo grande, Gamaliel;

l’amore, per il secondo grande, Gabriel;

la pace, per il terzo grande, Sambio;

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la vita eterna, per il quarto grande, Abrasax.

Così furono completate le cinque ogdoadi, un totale di quaranta, quale forza inspiegabile.

Domanda del Logos

Allora il grande Logos autogenerato, e l’intera pienezza dei quattro luminari innalzarono un inno al

grande, invisibile, incorruttibile, innominabile vergineo Spirito, al vergine maschio, e al grande

eòne Doxomedon e ai troni che sono in essi e alle forze che li circondano, alle glorie alle potenze

alle forze, al fanciullo tre volte maschio, al vergine maschio Jouel, a Esefech, lo splendente, il

fanciullo del fanciullo, la corona della sua gloria, all’intera pienezza e a tutte le

glorie che si trovano nelle pienezze inaccessibili, e agli eòni innominabili, affinché potessero

nominare il Padre (come) quarto con la stirpe non vacillante e incorruttibile del Padre, del grande

Seth.

Allora tutti furono scossi e un fremito colse gli incorruttibili.

Quando il fanciullo tre volte maschio venne dall’alto in basso tra i non generati, tra gli autogenerati,

e tra i generati dove è ciò che è generato, allora apparve il grande, colui che possiede tutte

le grandezze del grande Cristo.

Egli stabilì troni gloriosi, miriadi senza numero, nei quattro eòni attorno a essi, miriadi di forze

senza numero, glorie e incorruzioni.

Egli venne così.

La Chiesa incorruttibile e spirituale si moltiplicò nei quattro luminari del grande e vivente

autogenerato la parola viva, il dio di verità, lodando, cantando e glorificando con una sola voce,

con una sola immagine, con una voce che non tace mai, il Padre, la Madre, il Figlio, e l’intera loro

pienezza, come dissi sopra.

Ai cinque sigilli che presiedono alle miriadi, a coloro che sovrastano gli eòni, e ai capi che portano

la gloria, fu comandato di dare la rivelazione a coloro che ne sono degni.

Amen.

Seth, la sua stirpe, il mondo inferiore, la salvezza:

Domanda di Seth

Allora il grande Seth, figlio dell’uomo incorruttibile, Ada-mas, lodò il grande invisibile

incorruttibile innominabile virgineo Spirito, e il vergine maschio, e il fanciullo tre volte maschio,

e il vergine maschio Jouel, ed Esefech, lo splendente, e III, la corona della sua gloria, il fanciullo

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del fanciullo e il grande eòne Doxomedon, e la pienezza di cui parlai sopra, e presentò domanda per

il suo seme.

Allora, da quel luogo, venne la grande forza della grande luce

Plesithea, madre degli angeli, madre delle luci, madre gloriosa, la vergine con quattro seni,

portando il frutto da Gomorra, che è la fonte, e da Sodoma, frutto della fonte di Gomorra, che è in

lei.

Essa venne per opera del grande Seth.

Allora il grande Seth si rallegrò del dono che gli era stato fatto dal fanciullo incorruttibile.

Egli prese il suo seme da colei che ha quattro seni, dalla vergine, e lo pose con lui nel quarto eòne,

nel terzo grande luminare Daueithe.

Il mondo e i suoi arconti

Dopo cinquemila anni la grande luce Eleleth, disse:

«Uno regni sul caos e sull’Amente!»

E apparve una nube il cui nome è Sofia ilica… Essa guardò sulle parti del caos e la sua faccia

assomigliava… nella sua forma… sangue.

E il grande angelo Gamaliel parlò al grande Gabriel, ministro delgrande luminare Oroiael, disse:

«Venga un angelo per regnare sul caos e suirAmente!»

Allora la piacevole nube venne in due monadi ognuna delle quali aveva la luce… il trono che essa

aveva posto al di sopra della nube.

Allora il grande angelo Sakla vide il grande demone che è con lui, Nebrouel;

ed essi divennero insieme uno spirito generatore della terra.

Generarono angeli ministranti.

Sakla disse al grande demone Nebrouel:

«Vengano all’esistenza I dodici eòni in… eòne, mondi…».

Per volere dell’autogenerato, il grande angelo Sakla, disse:

«Ci sarà… del numero di sette…».

E disse ai grandi angeli:

«Andate, e ognuno di voi regni sul suo mondo!»

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Ognuno di questi dodici angeli se ne andò.

Il primo angelo è Athoth, quello che le grandi generazioni umane chiamano… Il secondo è Harmas,

l’occhio del fuoco.

Il terzo è Galila.

Il quarto è Jobel.

Il quinto è Adonaios, detto Sabaoth.

Il sesto è Caino, che le grandi generazioni umane chiamano il sole.

Il settimo è Abel.

L’ottavo è Akiressina.

Il nono è Jubel.

Il decimo è Harmoupiael.

L’undicesimo è Archir-Ado-nin.

Il dodicesimo è Belias.

Sono questi che presiedono sull’Amente e sul caos.

Dopo la fondazione del mondo, Sakla disse ai suoi angeli:

«Io, io sono un dio geloso;

al di fuori di me non c’è nulla!» - Tanta era la fiducia nella sua natura.

L’uomo e Sofia

Venne allora una voce dall’alto, dicendo:

- Esiste l’uomo e il figlio dell’uomo !

- A motivo della discesa dell’immagine dall’alto, dell’immagine che guardò giù dall’alto ed è

simile alla sua voce, la prima creatura fu formata per mezzo dello sguardo dell’immagine

dall’alto.

Per questo motivo apparve la metànoia;

ricevette il suo compimento e la sua forza per volere del Padre, per il beneplacito da

lui dimostrato verso la grande incorruttibile immutabile stirpe dei grandi e potenti uomini del

grande Seth, affinché questi la potesse seminare negli eòni che erano stati prodotti, di modo che, per

mezzo di essa fosse eliminata l’inefficienza.

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Essa (la metànoia), dall’alto, venne giù nel mondo che è simile alla notte;

quando venne, pregò per (la penitenza) di ambedue i semi

dell’arconte di questo mondo, per le potenze da lui prodotte contaminanti (il seme) del dio

generatore di 60 demoni, il quale sarà distrutto, per il seme di Adamo, e per il grande Seth, simile al

sole.

Il seme di Seth

Allora venne il grande angelo Hormos per preparare il seme del grande Seth - per mezzo delle

vergini del seme corrotto di questo eòne -, in un vaso sacro generato dal Logos per opera dello

Spirito santo.

Allora venne il grande Seth e portò il suo seme, il

quale fu seminato negli eòni che erano stati prodotti:

il loro numero corrisponde alla cifra di Sodoma.

Alcuni dicono che Sodoma è il luogo del pascolo del grande Seth, cioè Gomorra;

ma altri dicono che il grande Seth prese da Gomorra la sua pianta e la piantò nel secondo luogo, al

quale diede il nome Sodoma.

Questa è la stirpe proveniente da Edokla:

questa, infatti, per mezzo della parola, generò la verità e la giustizia, l’inizio del

seme della vita eterna che è con quanti persevereranno a motivo della conoscenza della loro

emanazione.

Questa è la grande stirpe incorruttibile venuta al mondo attraverso tre mondi.

Il male e l’intercessione di Seth

II diluvio verrà come tipo della consumazione dell’eòne.

Sarà mandato nel mondo a causa di questa stirpe.

Verrà sulla terra una conflagrazione;

ma dai profeti e dai custodi della vita della stirpe sarà fatta grazia a coloro che appartengono alla

stirpe.

A motivo di questa stirpe avranno luogo tentazioni e illusioni di falsi profeti.

Allora il grande Seth vide l’attività del diavolo, i suoi tortuosi artifici e le trame che egli addurrà

sulla stirpe incorruttibile e stabile, (vide) le persecuzioni contro le sue forze e contro i suoi angeli, e

l’errore che compirà contro se stesso.

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Allora il grande Seth innalzò un inno al grande incorruttibile

invisibile innominabile vergineo Spirito del Padre, al vergine maschio Barbelo, al fanciullo tre

volte maschio Telmael Telmael Heli Heli Machar Machar Seth, la forza che realmente veramente

vive, al vergine maschio Jouel, a Esefech, lo splendente, alla corona della sua gloria, al grande eòne

Doxomedon, ai troni che sono in lui, ai grandi che li circondano, alle glorie, alle incorruzioni, e

all’intera pienezza di cui ho parlato prima.

Egli chiese custodi per il suo seme.

Allora dai grandi eòni vennero quattrocento angeli eterei

accompagnati dal grande Aerosiel e dal grande Selmechel per custodire la stirpe

grande e incorruttibile, il suo frutto, e i grandi uomini del grande Seth, dal tempo e dal momento

della verità e della giustizia, fino alla consumazione dell’eòne e dei suoi arconti, quelli che i

grandi giudici hanno condannato a morte.

Allor fu mandato il grande Seth, dai quattro grandi luminari, per volere del generato da sé e

dall’intera loro pienezza, qual dono e

benevolenza dello Spirito grande e invisibile, dei cinque sigilli e dell’intera pienezza.

La missione salvifica di Seth

Egli attraversò le tre parusie menzionate in precedenza, cioè il diluvio, la conflagrazione, la

condanna degli arconti, delle forze e delle potenze, per salvare (la stirpe) di colei {= la stirpe) che

aveva deviato, per mezzo della riconciliazione del mondo e (per mezzo) del battesimo di un

corpo generato dal Logos, (corpo) che il grande Seth si era preparato,

misteriosamente, tramite la vergine, affinché i santi potessero venire rigenerati dallo Spirito

santo con i simboli invisibili e segreti;

per opera della riconciliazione del mondo, per opera della rinuncia al mondo e al dio dei tredici

eòni, e per opera delle chiamate dei santi e degli ineffabili nel seno incorruttibile e nella grande luce

del Padre preesistente, (che) con la sua prescienza stabilì il santo battesimo — che sovrasta i cieli

— per mezzo del santo e incorruttibile generato dal Logos, cioè (per mezzo di) Gesù, il vivente, del

quale si rivestì il grande Seth;

ed è per mezzo suo che egli inchiodò le forze dei tredici eòni e rese immobili coloro che sono

portati avanti e indietro.

Egli li armò con l’arma della conoscenza della verità, con una forza incorruttibile e invincibile.

Assistenti e depositari della salvezza

Essi manifestarono il mio grande assistente, Jesseus Nazareus Iessedekeus — l’acqua viva —, e i

grandi capi Giacomo, il grande, Theopemptos, Isauel, [e colui che presiede alla grazia, IV, 75, 1-2]

e quelli che presiedono alle fonti della verità, Mi-

cheus, Michar, e Mnesinous, e colui che presiede al battesimo di vita, Sesengenbar

pharanges, il purificatore;

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coloro che presiedono alle porte dell’acqua [viva,] Micheus e Michar;

e coloro che presiedono alla salita, Seidao ed Elainos;

e i ricevitori della grande stirpe, gli uomini incorruttibili e potenti del grande Seth, ministri dei

quattro luminari:

il grande Gamaliel, il grande Gabriel, il grande Sambio, e il grande Abrasax;

e coloro che presiedono al sorgere del sole, Olses, Upneus ed Eurumaious;

e coloro che presiedono all’ingresso verso il riposo della vita eterna:

Phritanis, Mixanther e Michanor;

e coloro che custodiscono le anime dell’eletto:

Akramas e Strempsouchos;

e la grande forza, Telmachael Telmachael Heli Heli Machar Machar Seth;

e il grande invisibile incorruttibile innominabile, il vergine Spirito e il silenzio;

il grande luminare Armozel, il luogo ove si trova il vivente autogenerato, il Dio

della verità e colui che è con lui, l’uomo incorruttibile Adamas;

Oroiael, il luogo nel quale si trova il grande Seth e il Gesù della vita il quale venne e crocifisse ciò

che è sotto la legge;

il terzo, Daueithe, è il luogo nel quale riposano i figli del grande Seth;

il quarto, Eleleth, è il luogo ove riposano le anime dei figli;

il quinto, Joel, presiede al nome di colui al quale sarà dato battezzare col battesimo santo che

sovrasta il cielo, l’incorruttibile.

Ma da ora in poi, attraverso l’uomo incorruttibile Poimael, quelli che sono degni dell’invocazione,

delle rinuncie e dei cinque sigilli nella fonte battesimale, conosceranno i loro ricevitori, essendo

stati istruiti su di essi, e saranno da essi conosciuti.

Costoro per nessun motivo gusteranno la morte.

GLI INNI:

le ieus êô ou êô oua!

In verità in verità,

J o Jesseus Mazareus Jessedekeus, o acqua viva,

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o fanciullo del fanciullo, o nome glorioso;

in verità in verità, αἰωυ ὁ ὤυ

iiii cêêê eeee

0 uuuu oôoó aaaa;

in verità in verità,

ei aaaa ôóóo

o colui che esiste

e vede gli eôni!

In verità in verità,

aee êêê iiii uuuuuu ôôôôôôôo,

colui che ê eternamente eterno;

j in verità in verità,

iêa aio nel cuore,

colui che ê u ἀεί εις άεί,

εἶ ο εἶ, εἶ ὅς ει!

Il tuo grande nome è sopra di me, o autogenerato perfetto, che non sei fuori di me!

Io ti vedo, o tu che sei invisibile a ognuno!

Chi mai, infatti, potrà comprenderti in un’altra lingua?

Ora che ti conosco, ho amalgamato me stesso con l’immutabile.

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Mi sono armato con un’arma luminosa:

sono diventato luce.

Poiché in quel luogo c’era la Madre, a motivo della splendida bellezza della grazia.

Perciò stesi le mie braccia, che erano incrociate.

Sono stato formato nel cielo dei ricchi, in quella luce che è nel mio petto, che dà forma ai molti

generati nella luce esente da biasimo.

In verità proclamerò la tua gloria, poiché ho compreso te sou iès ide aeiò aeie ois & cdwv aiobv.

O Dio del silenzio!

Ti onoro interamente.

Tu sei il mio luogo di riposo, o figlio ès ès o e, colui che è senza forma tra i senza forma, colui che

innalza l’uomo nel quale mi purificherai nella tua vita, in conformità del tuo nome imperituro.

È perciò in me l’incenso della vita.

A esempio di tutti gli arconti, l’ho mescolato con acqua, per poter vivere con te nella pace dei santi.

Con te che esisti per sempre, in verità in verità, esisti per sempre.

CONCLUSIONI:

Questo è il libro scritto dal grande Seth, e posto su alte montagne sulle quali non sorge il sole, né è

possibile che sorga.

E dai giorni dei profeti, degli apostoli e dei predicatori, il nome (di questo libro) non è più sorto in

cuor loro, né è possibile (che sorga).

Le loro orecchie non l’hanno udito.

Il grande Seth mise per iscritto questo libro in cento e trent’anni.

Lo pose sulla montagna chiamata Charaxio, affinché alla fine dei tempi e delle ère - per volere

del divino autogenerato e dell’intera pienezza, qual dono dell’irreperibile e impensabile amore

paterno - esso venga, e si manifesti la stirpe incorruttibile e santa del grande salvatore, (cioè) coloro

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che dimorano con essi nell’amore, il grande, invisibile, eterno Spirito, il suo figlio unigenito, la luce

eterna, la sua grande incorruttibile compagna, l’incorruttibile Sofia, e Barbelo e tutta la pienezza in

eterno.

Amen.

Il vangelo degli Egiziani.

Il libro sacro, segreto, scritto da Dio.

Grazia, comprensione, percezione, prudenza siano con colui che l’ha scritto, l’amabile Eugnostos -

(questo è il mio nome) secondo lo Spirito, Gonghessos è il mio nome secondo la carne -;

le luci mie colleghe (sono) Gesù Cristo, Figlio di Dio, Salvatore, I X Θ Y C.

Scritto da Dio è il libro sacro del grande invisibile Spirito.

Amen.