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Maria Filomena Cinus “Valutare e progettare COMPETENZE in un mare di Indicazioni, Raccomandazioni e Linee Guida: CONSIGLI PER I NAVIGANTI” Progettare e valutare competenze: Perché? Motivazioni della pratica progettuale e valutativa. Come? Tecniche progettuali e procedure valutative. Quando? Modalità organizzative. Con chi? Strategie decisionali. Per chi? Destinatari. Programmi e Indicazioni nazionali a confronto e altri riferimenti normativi. Progettare situazioni di apprendimento: dalle Unità Didattiche alle Unità di Apprendimento. Valutare e certificare competenze: valutazione autentica, valutazione formativa, compiti significativi, prove esperte, rubriche di valutazione, modelli certificativi.

“Valutare e progettare COMPETENZE in un mare di Indicazioni, … · 87/2010 riordino istituti professionali; DPR n. 88/2010 riordino istituti tecnici; DPR n. 89 riordino Licei;

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Maria Filomena Cinus

“Valutare e progettare COMPETENZE in un mare di Indicazioni,

Raccomandazioni e Linee Guida: CONSIGLI PER I NAVIGANTI”

Progettare e valutare competenze: Perché? Motivazioni della pratica progettuale e valutativa.Come? Tecniche progettuali e procedure valutative.Quando? Modalità organizzative.Con chi? Strategie decisionali. Per chi? Destinatari.

Programmi e Indicazioni nazionali a confronto e altri riferimenti normativi.

Progettare situazioni di apprendimento: dalle Unità Didattiche alle Unità di Apprendimento.

Valutare e certificare competenze: valutazione autentica, valutazione formativa, compiti significativi, prove esperte, rubriche di valutazione, modelli certificativi.

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PROGRAMMA DELL’INCONTRO

(previsto dal Bando provinciale/regionale)1° ora: lezione frontale dell’espertoIntroduzione alla progettazione/valutazione per competenze con riferimento a:

Competenze chiave europee, Indicazioni nazionali per il primo ciclo e per i licei, Regolamento per l’obbligo scolastico, Linee guida per gli istituti tecnici e professionali.

Come sviluppare competenze con la didattica laboratoriale e collaborativa.

Come costruire compiti significativi per osservare il sapere agito e unità di apprendimento orientate alle competenze.

Costruire rubriche per valutare competenze

2°-3° ora: esercitazione con schema operativo per gruppi di lavoro di 5/6 docenti dello stesso ordine di scuola

Realizzazione di unità di apprendimento orientate alle competenze

4° ora: feedback plenariaAnalisi e discussione intorno ai punti di forza e di debolezza delle UDA elaborate

nei gruppi.

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Partire dalle competenze e arrivare alle competenze: perché? Riflessione individuale e condivisione in plenaria:

motivazioni e definizioni molteplici, perché non è un concetto univoco ma polisemantico (caratteristica

dei concetti appartenenti alle scienze umane e sociali). Interesse per le competenze da parte del mondo

della formazione, dell’economia e dell’impresa, della politica, nazionale e internazionale: cambiamenti nella società del LAVORO (tecnologico, non più solo esecutivo; caratterizzato da fattori immateriali quali le relazioni, la comunicazione, le capacità metodologiche e strategiche, la responsabilità individuale, la condivisione dei valori aziendali; globalizzato, multiculturale e con alta mobilità interna; sviluppato da saperi formali ma anche non formali e informali; complesso e incerto).

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Oltre l’Iperuranio delle competenzeNon esistono “le competenze in sé”, ma ci sono soltanto le persone competenti. (definizione OCDE – organizzazione di cooperazione e di sviluppo economico- e modello antropologico-sociale - vd. Le Boterf- , oltre la visione della competenza sia come somma di parti, che come performance; tra

visione funzionalistica/economica e antropocentrica/pedagogica)

La competenza non risiede nelle risorse (conoscenze, abilità, capacità) ma nella messa in opera consapevole (sapere agito consapevole) di queste risorse e consiste nella mobilitazione efficace della persona di fronte a situazioni complesse o problematiche.

Maria Filomena Cinus

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La forza della competenzaLa sua forza è data dall’integrazione delle conoscenze e delle abilità con le risorse e le capacità personali.

Saper mobilitare conoscenze e abilità attraverso l’impiego di capacità personali consente di generalizzare il modello d’azione a contesti differenti, oltre che a poter reperire conoscenze e abilità nuove, alimentando in un circolo virtuoso la competenza stessa.

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Dall’insegnamento all’apprendimento Modello lineare tradizionale:

il sistema formativo fornisce conoscenze abilità per accedere al mondo professionale e alla vita adulta INSEGNAMENTO (UD)

Modello trasformativo attuale:

il continuo cambiamento mette fuori gioco le conoscenze scolastiche e le stesse abilità prima che i giovani accedano al mondo lavorativo APPRENDIMENTO (UDA)

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Didattica per competenze

Orientare la didattica

allo sviluppo delle competenze significa

investire nella persona (empowerment),

promuoverne l’*autonomia,

ossia per dirla con la Montessori,

aiutarla a fare da sé.

* autonomia=autogoverno=assunzione di responsabilità del proprio comportamento

“Il cielo sopra di me, la legge morale dentro di me”Maria Filomena Cinus

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Nuovi equilibri tra insegnante e alunnoIl docente non deve “fare di più”, ma paradossalmente deve cedere consistenti quote di “potere didattico”, responsabilizzando l’alunno e spingendolo all’autonomia. Non insegnerà a non sbagliare, ma, popperianamente, spingerà ad imparare a non commettere due volte lo stesso errore.

Sfere di possibile delega:PROGETTAZIONE (spostamento dal prodotto al processo, definizione

condivisa del compito di apprendimento, pensiero esplorativo)

AZIONE DIDATTICA (dalla funzione mnemonica-esecutiva a quella ermeneutica -interpretativa)

VALUTAZIONE (dalla valutazione sommativa alla valutazione formativa, dalla misurazione di performance alla messa a giorno di percorsi mentali, dal giudicare al dare valore)

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Dal manager dell’organizzazione didattica al leader educativo

Approcci metodologici efficaci per una didattica delle competenze:

Lavorare per situazioni-problemaLavorare per progettiClasse capovolta (flipped classroom)…

“Si insegna prima ciò che si è, che ciò che si sa”

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Le competenze del leader educativo:tra bilanci di competenze, patto formativo per lo sviluppo professionale e portfolio delle competenze del docente (D.M. 850/15)COMPETENZA

1. CULTURALE E DISCIPLINARE

2. PSICO-PEDAGOGICA

3. METODOLOGICO-DIDATTICA

4. ORGANIZZATIVA

5. RELAZIONALE

6. RIFLESSIVADa valutare anche con osservazione in classe del Dirigente scolastico

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Parametri del Comitato di Valutazione per la conferma in ruolo (D.M. 850/15)

Il docente possiede un _________________ (sufficiente, più che sufficiente, buono, ottimo) livello di padronanza degli standard professionali con riferimento ai seguenti criteri:

1. corretto possesso ed esercizio delle competenze culturali, disciplinari, didattiche e metodologiche, con riferimento ai nuclei fondanti dei saperi, ai traguardi di competenza e agli obiettivi di apprendimento previsti dagli ordinamenti vigenti.

2. corretto possesso ed esercizio delle competenze relazionali, organizzative e gestionali.

3. osservanza dei doveri connessi con lo status di dipendente pubblico e inerenti la funzione docente.

4. partecipazione alle attività formative e raggiungimento degli obiettivi dalle stesse previsti

(Livello: adeguato, medio, eccellente / inadeguato)

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COMPETENZE CHIAVE (VIDEO):

bagaglio di abilità, conoscenze e attitudini che ogni cittadino europeo dovrebbe possedere per realizzarsi e inserirsi nella

società e nel mondo del lavoro.

Tali competenze sono otto e sono state definite dal Parlamento europeo e dal Consiglio dell'Unione europea nel dicembre 2006:

comunicazione nella madrelingua; comunicazione nelle lingue straniere; competenza matematica e competenze di base in scienza e

tecnologia; competenza digitale; imparare ad imparare; competenze sociali e civiche; spirito di iniziativa e imprenditorialità consapevolezza ed espressione culturale

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Competenza e autonomia/responsabilitàDalle Raccomandazioni europee del 2008 (per la definizione del Quadro Europeo delle Qualifiche, EQF)

CONOSCENZA: non è un contenuto, ma un’informazione PERMANENTE; solo i contenuti SIGNIFICATIVI diventano conoscenze ovvero patrimonio assimilato in modo permanente dalla persona.

ABILITA’: è una CONOSCENZA APPLICATA, un’esperienza, la conoscenza di una procedura, un “sapere come” (know-how)

COMPETENZA : è un SAPERE AGITO che si mobilita per risolvere problemi e gestire situazioni. “Comprovata capacità di utilizzare conoscenze, abilità e capacità personali, sociali e/o metodologiche, in situazioni di studio o di lavoro e nello sviluppo personale e professionale. Le competenze sono descritte in termini di

responsabilità e autonomia.”Maria Filomena Cinus

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Origini normative azione progettuale/valutativa in Italia

D.P.R 31 maggio 1974, in specie n. 416, organi collegiali (Decreti delegati oggi confluiti nel T.U. D.Lgs. 297/94):

“Il Collegio dei Docenti cura la programmazione dell’azione didattica al fine di adeguare i programmi di insegnamento alle specifiche esigenze ambientali e di favorire il coordinamento interdisciplinare.”

Legge n° 517 del 4/8/77 (Norme sulla valutazione degli alunni e modifiche ordinamento scolastico), art.7 (Scuola media) :

“Al fine di agevolare l’attuazione del diritto allo studio la programmazione educativa può comprendere attività scolastiche di integrazione anche a carattere interdisciplinare , organizzate per gruppi di alunni della stessa classe o di classi diverse, ed iniziative di sostegno, anche allo scopo di realizzare interventi individualizzati in relazione alle esigenze dei singoli alunni. I Consigli di Classe verificano l’andamento complessivo dell’attività didattica nelle classi di loro competenza e propongono gli opportuni adeguamenti del programma di lavoro.”Vedi anche

D.M. 9 febbraio 1979 ( Programmi per la Scuola Media) DPR 12/2/1985 n°104 (Programmi per la Scuola Elementare) DM 3/6/1991 (Orientamenti per la Scuola dell’Infanzia)

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Panorama di riferimento normativo italiano

Regolamento Autonomia Scolastica (Attuazione Legge Bassanini, L.59/97), DPR 275/1999

Regolamento per l’obbligo scolastico (DM n. 139 del 2007): 4 assi culturali in cui si specificano conoscenze, abilità e competenze chiave di cittadinanza; Certificazione competenze istruzione secondaria superiore (DM n. 9/ 2010);

DPR 122/2009 (valutazione apprendimenti e certificazione competenze)

Indicazioni nazionali per il primo ciclo (2007, 2010, 2012) e per i licei (2010)

Linee guida per gli istituti tecnici e professionali (DPR n. 87/2010 riordino istituti professionali; DPR n. 88/2010 riordino istituti tecnici; DPR n. 89 riordino Licei; Direttive ministeriali n. 57 /2010 biennio tecnici, 65/2010 biennio professionali, n. 4/2012 per secondo biennio e quinto anno tecnici e n. 5/2012 per i professionali del 16.01.12)

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Indicazioni nazionali: rappresentano la

declinazione disciplinare del PECuP (profilo educativo culturale e professionale dello studente a conclusione del percorso di studi - primo ciclo o secondo ciclo-); non dettano alcun modello didattico-pedagogico

Primo ciclo: scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado

Licei: artistico, classico, linguistico, musicale e coreutico, scientifico, delle scienze umane

PECuP anche per Istituti tecnici e per Istituti Professionali

Profilo e Indicazioni/Linee Guida costituiscono l’INTELAIATURA su cui le istituzioni scolastiche contestualizzano territorialmente il proprio PTOF, i docenti *liberamente costruiscono i percorsi didattici e gli studenti personalmente sviluppano le competenze proprie di quel ciclo/indirizzo di istruzione Maria Filomena Cinus

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Libertà di insegnamento

Capacità di scegliere e adottare stategie metodologie adeguate alle classi e ai singoli studenti al fine di garantire il diritto al successo formativo di ogni singolo individuo, arricchendo e selezionando quanto previsto nelle indicazioni o nelle linee guida. La validità di tale scelta è testimoniata dal successo educativo delle/i proprie/i alunne/i.

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Caratteristice generali delle Indicazioni nazionaliPer ogni disciplina (competenze disciplinari): Traguardi di sviluppo delle competenze (prescrittivi) al

termine di ogni grado scolastico OSA per nuclei disciplinari al termine della terza (per

alcune discipline) e della quinta per la scuola primaria; al termine della terza per la secondaria; per ciascun biennio e al quinto anno (nei licei)

Le competenze trasversali (metacognitive:imparare ad apprendere; relazionali: saper lavorare in gruppo; attitudinali: autonomia e creatività) sono sviluppate SOLO se i processi formativi sono di qualità.

Le competenze di cittadinanza e quelle digitali si intendono sviluppate nel lavoro sul campo di tutte le discipline (infatti non sono evidenziate nelle certificazioni delle competenze).

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Competenze di cittadinanza

Imparare ad imparare Progettare Comunicare Collaborare e partecipare Agire in modo autonomo e responsabile Risolvere i problemi Individuare collegamenti e relazioni Acquisire ed interpretare l’informazione

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Linee guida Istituti tecnici e professionaliImportanza del superamento della gerarchia tra

pensiero e azione, del pregiudizio tra la separazione di corpo e mente con superiorità di quest’ultima; non forza-lavoro ma gestione dell’innovazione, della precarietà, della fluidità

Collegamento con il territorio e le sue esigenze

Tecnici: settore economico, settore tecnologico

Professionali: settore servizi, settore industria e artigianato

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Linee guida istruzione tecnica e professionale

Articolate per ciascun percorso opzionale in schede disciplinari in cui sono individuati i risultati dell’apprendimento, declinati in conoscenze, abilità e competenze. Si evidenziano le discipline cardine (lingua e letteratura italiana, lingua

e cultura straniera, matematica, storia, scienze) e i nuclei comuni, soprattutto nel biennio, che garantiscano il raggiungimento a tutti di un bagaglio comune per l’esercizio attivo della cittadinanza, oltre che per favorire l’eventuale passaggio da un percorso all’altro ai fini della lotta alla dispersione scolastica e per il raggiungimento del successo formativo.

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Modelli di progettazione Dalla programmazione lineare-trasmissione della conoscenza-scansione di contenuti-obiettivi predefiniti; tassonomie-valutazione dei risultati Alla progettazione circolare-costruzione della conoscenza-osservazione-obiettivi formativi-valutazione formativa

Unità didattiche lineari, programmazioni di Istituto

 e di classe

Mappe concettuali, sfondo integratore,

Post­programmazione, UDA, PSP/PPAE

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Schema progettuale di base

In qualsiasi tecnica o modello di progettazione,si rilevano le seguenti 3 fasi:

Individuazione degli obiettivi

Definizione della mediazione didattica

Delineazione dei criteri e degli strumenti di verifica e di valutazione

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Maria Filomena Cinus 

Progettare e valutare per competenze, Progettare e valutare per competenze, significa costruire significa costruire

percorsi formativi personalizzatipercorsi formativi personalizzati

Dalle Dalle capacitàcapacità  (l’essere potenziale di ogni persona)(l’essere potenziale di ogni persona) Alle Alle competenze competenze (l’essere attuale di ciascuno)(l’essere attuale di ciascuno)

  attraverso una DIDATTICA attraverso una DIDATTICA LABORATORIALE E COLLABORATIVALABORATORIALE E COLLABORATIVA

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CAPACITA’ E COMPETENZE

SONO:• DINAMICHE• UNITARIE • INTEGRATE

     PRINCIPIO EDUCATIVO DELL’INTEGRALITA’

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VERSO LA COMPETENZAcaratteristiche della 

competenza:• TRASVERSALITA’• META ­ 

DIMENSIONE• OPERATIVITA’

GLI ALTRI

IL PROBLEMA           LA   PERSONA

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IL PERCORSO FORMATIVO PERSONALIZZATO 

NELLA SCUOLA

CAPACITA’ COMPETENZE

OSA (CONOSCENZE + ABILITA’)­TSC

ATTRAVERSO STRATEGIE DIDATTICHE:

ESEMPIO, ESERCIZIO, INSEGNAMENTO­APPRENDIMENTO

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GLI OBIETTIVI FORMATIVIOGPF (FINALITA’) +  TSC  PECUPOSA (CONOSCENZE E ABILITA’)

PROFESSIONALITA’   CONTESTO          OF

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PECuPESPLICITA Ciò CHE OGNI ALUNNO DEVE SAPERE (conoscenze) e FARE (abilità operative)

per  ESSERE    UNA PERSONA EQUILIBRATA E AUTONOMA 

PER LA SUA ETA’ E SECONDO LE SUE CARATTERISTICHE PERSONALI

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I 2 LIVELLI DEGLI OBIETTIVI

               LIVELLO FORMALE OGOSATSC

LIVELLO REALE OF

PASSAGGIO LIBERO E RESPONSABILE

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I 2 PERCORSI DI IDENTIFICAZIONE DEGLI OF

• BOTTOM­UPdal basso verso l’alto

• TOP DOWNdall’alto verso il basso

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SEGMENTO PROGETTUALE• OBIETTIVI FORMATIVI• ATTIVITA’• MODALITA’ORGANIZZATIVE• TEMPI• METODI• MODALITA’ DI VERIFICA E VALUTAZIONE• MODALITA’ DI CERTIFICAZIONE

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Il PPAE/PSP  =    UdA1 UdA9

UdA10  UdA2 UdA3UdA11 UdA4

UdA13UdA5 UdA6 UdA8

UdA7 UdA12

l’insieme delle UdA

Documentazione per la Valutazione

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OSA

CONOSCENZE ABILITA’

OGPFPECuP

VALUTAZIONE IN INGRESSO

INPUTDI PARTENZAOF

UdA

COMPETENZE

PPAE/PSP

Certificazionecompetenze

Mappa dei percorsi formativi personalizzati

Valutazione formativa 

TSC

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Valutazione autentica, Wiggins (1993)

Indica una valutazione che intende verificare non solo ciò che uno studente sa, ma ciò che “sa fare con ciò che sa”

in una prestazione reale e adeguata dell’apprendimento,

spingendo il soggetto anche a comprendere perché lo fa e cosa potrebbe fare con ciò che sa e che sa fare.

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Valutazione formativa

Valutazione utile/funzionale

al processo formativo,

in quanto dà informazioni al soggetto che apprende sulla qualità dei propri processi di apprendimento.

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A proposito di valutazione formativa…

Compiti significativi o autentici:

situazioni valutative in cui emerge il sapere

agito nella sua dimensione metacognitiva.

Rubrìche / matrici valutative: strumenti di valutazione delle competenze (costruzione di protocolli di osservazione e di tabelle sinottiche dei livelli raggiunti e raggiungibili)

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Valutazione delle competenzeIl processo valutativo si basa sia sulla valutazione formativa delle competenze maturate nelle Unità di Apprendimento che compongono il curricolo, sia sulla valutazione finale dei risultati della prova esperta somministrata nell’imminenza dei momenti certificativi. La prova esperta è un compito-problema rilevante, il più possibile olistico (ovvero in grado di connettere i vari ambiti del sapere) e “pluri-competente”, in quanto articolato su più dimensioni dell’intelligenza, in grado di sottoporre a valutazione la padronanza degli studenti.

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In sintesi…… non significa abbandonare le forme tradizionali o oggettive

di valutazione, ma integrarle con altre fonti informative, con prove complesse, in cui l’allievo generalizza, trasferisce, utilizza la conoscenza acquisita in contesti reali e concreti, ricorrendo ad indicatori che descrivano la qualità della prestazione.

Per rispondere a questo modo di valutare si ricorre a strumenti diversi, da usare in modo integrato, che consentano di raccogliere le necessarie informazioni: saggi, matrici/rubrìche, osservazione diretta, intervista, colloquio insegnante/allievo, griglie di autovalutazione degli allievi o resoconti delle loro esperienze di apprendimento.

Maria Filomena Cinus

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Definizione della prova esperta E’ un compito aperto e problematico, che richiede allo studente

l’attivazione della capacità di stabilire collegamenti, di ricavare da fonti diverse e da più codici informazioni anche implicite, di affrontare l’analisi di un caso o di risolvere una situazione problematica e infine di giustificare le scelte praticate e il percorso svolto. Riguarda più competenze, ma è generalmente articolata intorno a un tema conduttore, con un titolo specifico.

Diversamente da una prova finale di UdA, può coinvolgere conoscenze e abilità sviluppate in diverse UdA anche in anni diversi.

Propone materiali di tipo diverso con testi sia continui che discontinui. Coniuga diverse tipologie di verifica: domande a risposta chiusa e aperta, stesura di testi sia continui che discontinui, studio di casi e soluzione di problemi (un riferimento possono essere gli OCSE-PISA). Può contemplare una parte di gruppo e una parte individuale.

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Struttura della prova espertaSi compone di tre parti:

1. Le consegne per il lavoro degli studenti (con distinzione fra la parte di gruppo e quella individuale e indicazione dei tempi).

2. Il dossier dei documenti che contengono le informazioni necessarie per svolgere la prova.

3. Il dossier per gli insegnanti, che contiene: Le indicazioni per la somministrazione della prova Le competenze di riferimento della prova Gli strumenti che gli studenti possono utilizzare oltre ai

documenti (vocabolari e altro) I contenuti attesi nelle parti di prova aperte Il correttore per le domande chiuse Le griglie di valutazione con descrittori, livelli e punteggi per

ogni parte della prova La conversione da punteggi a livelli di competenza

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Valutazione prove esperte e certificazione La letteratura sulle competenze mette chiaramente in evidenza

che non basta una prestazione o una singola mancanza di prestazione per inferire la presenza o l’assenza di una competenza.

La valutazione, distinta dalla verifica, deve basarsi su più indicatori di competenza. Non sarebbe perciò corretto compilare la certificazione in base ad un’unica prova esperta. Si tratta invece di decidere quale peso relativo assegnare ai risultati di una o due prove esperte rispetto ad altre prove di verifica sulle competenze somministrate nel corso dell’anno, a conclusione di singole UDA disciplinari o interdisciplinari.

Dovrebbe essere il C.D. a definire un criterio del tipo: 50% del peso ai risultati ottenuti durante l’anno, 50% alla prova finale; oppure 40% e 60% o 60% e 40%. I criteri possono essere diversi, ma è opportuno che siano condivisi almeno all’interno di una singola istituzione scolastica.

Maria Filomena Cinus

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Certificare competenze Certificazione all’uscita della scuola

primaria e della scuola secondaria di primo e di secondo grado

Sperimentazione ad Arzachena/Palau della certificazione anche per la scuola dell’infanzia, in continuità verticale con la produzione di un documento unico (la carta di identità dello studente)

Certificazione assolvimento obbligo scolastico (DM n. 9/2010):16 competenze articolate su 4 assi culturali al termine del biennio del secondo ciclo

Maria Filomna Cinus

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Perché certificare le competenze?

Il DPR 122/2009, richiama all’art. 1 che “la scuola certifica i livelli di apprendimento raggiunti da ciascun alunno al fine di sostenere i processi di apprendimento, di favorire l’orientamento per la prosecuzione degli studi, di consentire gli eventuali passaggi tra i diversi percorsi e sistemi formativi e l’inserimento nel mondo del lavoro”

Maria Filomena Cinus

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Ancora a proposito di certificazione delle competenze… fornire elementi di oggettività alla valutazione delle

competenze; evitare che la certificazione delle competenze si traduca in

una semplice traslazione della valutazione disciplinare espressa in relazione alle conoscenze;

costituire una documentazione attestante e motivante il giudizio espresso in sede di consiglio di classe, anche allo scopo di evitare eventuali contestazioni da parte delle famiglie;

superare la schizofrenia tra il linguaggio specialistico utilizzato e il destinatario finale del documento certificativo (sperimentazione dell’uso della prima persona singolare anzi che la terza persona singolare).

Maria Filomna Cinus

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Maria Filomena Cinus Maria Filomena Cinus

In conclusione… nulla di nuovo sotto il In conclusione… nulla di nuovo sotto il sole: gli assunti della didattica per sole: gli assunti della didattica per competenze si ritrovano sin dagli albori competenze si ritrovano sin dagli albori del pensiero…              del pensiero…              

BUON LAVORO A TUTTI!

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