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Ecco la nuova struttura con spazi più adeguati e una sala radiologica interna: ce ne parla il direttore Antonio Cherubini Con il direttore dell’Accettazione Geriatrica d’Ur- genza Punto di Primo Intervento dell’Inrca Antonio Cherubini conosciamo meglio questo servizio base dell’emergenza sanitaria che ha, nella sede Inrca dell’ospedale Geriatrico della Montagnola di Anco- na, l’unico Pronto Soccorso italiano dedicato agli anziani. “E’ doveroso puntualizzare – afferma subito il dott. Cherubini nella nostra intervista – che il Pronto Soccorso dell’Inrca è nato per la cura delle emer- genze di pazienti in età avanzata, intorno agli 80 anni. Ma che naturalmente funziona in maniera non esclusiva: la nostra forza è comunque la specializ- zazione geriatrica”. Che cosa significa nella pratica? “Ho la fortuna di dirigere un’equipe affiatata di professionisti preparati e competenti, che da anni lavora insieme per offrire la più adeguata risposta alle acuzie dei pazienti anziani. Nella terza e quarta età infatti ogni risposta deve essere completa e specifica, perché con l’avanzare dell’età mutano le condizioni di salute e con esse le cure più idonee… Così, nell’anziano i sintomi spesso non sono uguali a quelli dell’adulto. Ci sono patologie complesse e sintomatologie atipiche, non sempre facili da capire Bilancio di un anno pag. 2 e diagnosticare”. Ci può fare qualche esempio? “Un infarto può rivelarsi attraverso uno stato con- fusionale dell’individuo; una polmonite attraverso un’improvvisa sopravvenuta incapacità di cammi- nare… etc etc. Bisogna conoscere le condizioni e la frequente coesistenza di più cause di un evento, cioè la multifattorialità con cui si manifestano pro- blemi di salute che deve avere risposte altrettanto complesse e articolate”. E adesso all’Inrca la struttura del Pronto Soc- corso è anche tutta nuova… “Il progetto ha origini lontane: grazie all’accelera- zione dei lavori di quest’anno appena concluso è stato possibile trasferire la struttura. Ora abbiamo più spazio a disposizione, una sala di Radiologia attigua al Pronto Soccorso così da non dover sposta- re più i pazienti, un ambiente apposito dove isolare i casi sospetti di malattie infettive e contagiose in attesa del completamento delle indagini diagno- stiche. Insomma un Pronto Soccorso più idoneo e completo, funzionale per una città capoluogo e so- prattutto per questo istituto che sta crescendo nella sua specializzazione”. Verso dove vanno specializzazione e ricerca? “Il nostro obiettivo è identificare e gestire le carat- teristiche tipiche del grande anziano. Ad esempio il delirium; le cadute, le lesioni da decubito. Inoltre obiettivo dell’Inrca è promuovere progetti di ricerca che consentano di individuare le modalità ottimali di gestione delle problematiche geriatriche”. Un 2014 positivo Per l’INRCA il 2014 è stato positivo. Sia nell’area della ricerca che dell’assisten- za sono stati ottenuti risultati importanti in coerenza con il ruolo che l’INRCA vuole avere nello sviluppo di politiche nuove e avanzate di risposta ai bisogni della popolazione anziana. L’azione INRCA si è tradotta in una forte capacità di attrarre finanziamenti per la ricerca, testimoniata anche dal supporto che gli operatori hanno dato ad iniziative regionali per la formazione e nella pre- disposizione e gestione di progetti di ricerca europei. E’ stato anche un anno in cui si è lavorato di più sulla comunicazione: l’iniziativa “Porte Aperte” ci ha dato grande soddisfazione. Quanto ai progetti futuri, il nuovo complesso ospe- daliero per l’area metropolitana ha massimo significato strategico: gli daremo grande attenzione in un 2015 che assieme alle solite difficoltà ci fornirà, ne sono sicuro, altrettante se non maggiori opportunità. Giuseppe Zuccatelli, Direttore generale L’augurio speciale di don Vinicio Un augurio molto speciale: possa l’Inrca in questo nuovo 2015 procedere nella sua missione di cura per gli anziani e di ricerca scientifica per migliorare la qualità della vita di tutti connettendosi alle attività di Italia Longeva di cui fa parte. Tenendo fermo l’obiettivo della longevità attiva l’Inrca ha messo in cantiere la crescita strutturale, come per il nuovo ospedale e la riqualificazione delle specializzazioni soprattut- to attraverso l’emergere delle sue eccellenze, nella compe- tenza, nella formazione e nella ricerca scientifica, a livello nazionale ed internazionale. don Vinicio Albanesi, Presidente Inrca UP-TECH pag. 3 Porte Aperte pag. 4 n.3 DICEMBRE 2014

UP-TECH pag. 3 Porte Aperte pag. 4 - Inrca HO32014.pdf · L’augurio speciale di don Vinicio Un augurio molto speciale: possa l’Inrca in questo nuovo 2015 procedere nella sua missione

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    Ecco la nuova struttura con spazi più adeguati e una sala radiologica interna: ce ne parla il direttore Antonio Cherubini

    Con il direttore dell’Accettazione Geriatrica d’Ur-genza Punto di Primo Intervento dell’Inrca Antonio Cherubini conosciamo meglio questo servizio base dell’emergenza sanitaria che ha, nella sede Inrca dell’ospedale Geriatrico della Montagnola di Anco-na, l’unico Pronto Soccorso italiano dedicato agli anziani.“E’ doveroso puntualizzare – afferma subito il dott. Cherubini nella nostra intervista – che il Pronto Soccorso dell’Inrca è nato per la cura delle emer-genze di pazienti in età avanzata, intorno agli 80 anni. Ma che naturalmente funziona in maniera non esclusiva: la nostra forza è comunque la specializ-zazione geriatrica”.Che cosa significa nella pratica?“Ho la fortuna di dirigere un’equipe affiatata di professionisti preparati e competenti, che da anni lavora insieme per offrire la più adeguata risposta alle acuzie dei pazienti anziani. Nella terza e quarta età infatti ogni risposta deve essere completa e specifica, perché con l’avanzare dell’età mutano le condizioni di salute e con esse le cure più idonee… Così, nell’anziano i sintomi spesso non sono uguali a quelli dell’adulto. Ci sono patologie complesse e sintomatologie atipiche, non sempre facili da capire

    Bilancio di un anno pag. 2

    e diagnosticare”.Ci può fare qualche esempio?“Un infarto può rivelarsi attraverso uno stato con-fusionale dell’individuo; una polmonite attraverso un’improvvisa sopravvenuta incapacità di cammi-nare… etc etc. Bisogna conoscere le condizioni e la frequente coesistenza di più cause di un evento, cioè la multifattorialità con cui si manifestano pro-blemi di salute che deve avere risposte altrettanto complesse e articolate”.E adesso all’Inrca la struttura del Pronto Soc-corso è anche tutta nuova…“Il progetto ha origini lontane: grazie all’accelera-zione dei lavori di quest’anno appena concluso è stato possibile trasferire la struttura. Ora abbiamo più spazio a disposizione, una sala di Radiologia attigua al Pronto Soccorso così da non dover sposta-re più i pazienti, un ambiente apposito dove isolare i casi sospetti di malattie infettive e contagiose in attesa del completamento delle indagini diagno-stiche. Insomma un Pronto Soccorso più idoneo e completo, funzionale per una città capoluogo e so-prattutto per questo istituto che sta crescendo nella sua specializzazione”.Verso dove vanno specializzazione e ricerca?“Il nostro obiettivo è identificare e gestire le carat-teristiche tipiche del grande anziano. Ad esempio il delirium; le cadute, le lesioni da decubito. Inoltre obiettivo dell’Inrca è promuovere progetti di ricerca che consentano di individuare le modalità ottimali di gestione delle problematiche geriatriche”.

    Un 2014 positivoPer l’INRCA il 2014 è stato positivo. Sia nell’area della ricerca che dell’assisten-za sono stati ottenuti risultati importanti in coerenza con il ruolo che l’INRCA vuole avere nello sviluppo di politiche nuove e avanzate di risposta ai bisogni della popolazione anziana. L’azione INRCA si è tradotta in una forte capacità di attrarre finanziamenti per la ricerca, testimoniata anche dal supporto che gli operatori hanno dato ad iniziative regionali per la formazione e nella pre-disposizione e gestione di progetti di ricerca europei. E’ stato anche un anno in cui si è lavorato di più sulla comunicazione: l’iniziativa “Porte Aperte” ci ha dato grande soddisfazione. Quanto ai progetti futuri, il nuovo complesso ospe-daliero per l’area metropolitana ha massimo significato strategico: gli daremo grande attenzione in un 2015 che assieme alle solite difficoltà ci fornirà, ne sono sicuro, altrettante se non maggiori opportunità.

    Giuseppe Zuccatelli, Direttore generale

    L’augurio speciale di don VinicioUn augurio molto speciale: possa l’Inrca in questo nuovo 2015 procedere nella sua missione di cura per gli anziani e di ricerca scientifica per migliorare la qualità della vita di tutti connettendosi alle attività di Italia Longeva di cui fa parte. Tenendo fermo l’obiettivo della longevità attiva l’Inrca ha messo in cantiere la crescita strutturale, come per il nuovo ospedale e la riqualificazione delle specializzazioni soprattut-to attraverso l’emergere delle sue eccellenze, nella compe-tenza, nella formazione e nella ricerca scientifica, a livello nazionale ed internazionale.

    don Vinicio Albanesi, Presidente Inrca

    UP-TECH pag. 3 Porte Aperte pag. 4

    n.3 DICEMBRE 2014

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    Il 18 dicembre si è tenuto presso l’auditorium di Ancona il consueto appuntamento prenatalizio, con la partecipazione di tanti colleghi, tra cui i vari direttori delle UO e dei diparti-menti dell’istituto, ed anche - in vide-oconferenza – di coloro che lavorano nei presidi esterni.Sicuramente positivo il consuntivo dei risultati raggiunti nel 2014 ormai arrivato al termine.Laura Cassetta, brillante presentatrice per l’occasione, ne ha ricordati alcuni, a partire dal trasferimento dell’Ac-cettazione geriatrica di urgenza, lo scorso 11 dicembre, fino all’apertura del CUP regionale avvenuta il primo aprile. Sono quindi stati menzionati i progetti vincitori del concorso “Albero delle idee”, come la prima edizione di Porte aperte all’INRCA, del 20 settembre, e l’innovativo INRCA Talk. Molti i segnali positivi, comprese le 40 assunzioni a tempo indeterminato che ringiovaniscono il patrimonio umano e professionale.“In numerosi contesti l’INRCA è sinonimo di qualità e lavorarci è un valore aggiunto” ha affermato la Di-rettrice Scientifica Fabrizia Lattanzio. “Nell’area scientifica cercheremo di affrontare ulteriori sfide: vi sono molte cose che possiamo realizzare insieme, per far crescere l’organizzazione e per crescere noi stessi. In particolare la

    ricerca biomedica è ripartita con forza, il percorso sarà davvero interessante e con sempre maggiore entusiasmo la guideremo nel futuro”.Sono stati 14 i progetti di ricerca sostenuti quest’anno, di rilevanza sia nazionale che internazionale, a testi-moniare che la partecipazione a tutta l’attività scientifica è diversificata al meglio tra i vari presidi.Parole di sincera fiducia anche da parte del direttore generale Giuseppe Zuccatelli: “L’istituto è una realtà di grande complessità e con un poten-ziale considerevole, che è riuscita e riuscirà a dare una risposta innovativa e di eccellenza ai bisogni dei cittadini”.Sono poi intervenuti alcuni colleghi (Elena Grandi, Emanuela Ceresani, Maurizio Cardelli e Serenella David) che hanno parlato delle proprie testi-monianze sul campo: comuni a tutte le esperienze una grande passione, com-petenza e spirito di iniziativa, uniti ad una decisa simpatia umana.Insomma all’ INRCA non si lavora certo a rilento, ma con grande tensio-ne al risultato, senza mai perdere di vista la dimensione profondamente umana della nostra importante atti-vità. Alla fine non si sono tralasciati gli auguri e i brindisi, in un’atmosfera di calore familiare.Il 2015 inizia sotto i migliori auspici.

    Bilanci…in clima natalizio all’INRCA

    Fare ricerca con l’Inrca, un privilegioSento di dover ringraziare tutto il personale dell’Inrca per un altro impe-gnativo, importante e positivo anno di lavoro e di risultati. Le voci di soddisfa-zione e di apprezzamento che arrivano da istituzioni, enti, pubblici e privati, da tutti coloro che vogliono collaborare con l’Inrca a livello nazionale e inter-nazionale, che vogliono condividere con l’Inrca l’opportunità di avviare pro-getti scientifici di ricerca, porta grande valore a questo istituto e al suo buon nome, costituendo un valore aggiunto inestimabile, ciò per cui lavoriamo tutti insieme. Questo però non significa affatto che possiamo fermarci o stare a guardare: anzi dobbiamo ancora ogni anno alzare l’asticella per raggiungere obiettivi e risultati che ormai sono sempre di più e sempre più spesso alla nostra portata.

    Dott.ssa Fabrizia LattanzioDirettore scientifico Inrca

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    L’Alzheimer si combatte. A partire dalla rete di informazioni a disposizione delle strutture sul territorio, dalla disponibi-lità e sostegno dei familiari e del mondo assistenziale, dall’impegno congiunto delle istituzioni e degli operatori della sanità. Purchè si continui a dare fiducia alla ri-cerca, alla sperimentazione ed ascolto alle esigenze che derivano dalle famiglie e dai pazienti stessi. Questo il senso del proget-to UPTECH di Inrca e Regione Marche.“L’innovatività della sperimentazione – ha sottolineato la direttrice scientifica dell’Inrca Fabrizia Lattanzio - è stata nel coinvolgimento attivo della famiglie e dei caregiver senza dei quali UpTech non si sarebbe realizzato. Il percorso di imple-mentazione della ricerca è stato occasione per la crescita del know how di tutti gli operatori coinvolti”.Piero Ciccarelli, dirigente del Servizio Sanità ha sottolineato che la sperimenta-zione di questo livello, fatta dall’Inrca con il territorio e sul territorio, è prima, vera, utile risposta alla lotta all’Alzeheimer”. Il progetto è stato realizzato dalla Regione Marche in collaborazione e con il con-tributo dell’INRCA Ancona attraverso il finanziamento del Fondo Nazionale non Autosufficienza 2010. La percentuale di malati è in continua crescita e ciò richiede un deciso ripensamento delle dinamiche di welfare imponendo la presenza di un sistema di interventi in grado di realiz-zare servizi appropriati e sostenibili e di rispondere alla domanda di protezione e cura sociale. Up tech è stato studiato con il principale obiettivo di favorire benes-sere caregiver familiari di persone affette da malattia di Alzheimer e promuovere la permanenza a domicilio delle persone

    affette attraverso l’utilizzo di tecnologie di assistenza personalizzata contenendo il ri-corso all’ospedalizzazione. Claudio Maffei, direttore sanitario INRCA, ha sottolineato che Il progetto UpTech ha già dato, se pur solo in fase di speri-mentazione, risultati concreti. I miei – ha affermato – non sono complimenti for-mali a chi vi ha lavorato, ma il riconosci-mento di un ottimo lavoro e impegno che valorizza il ruolo dell’INRCA identifican-do in un solo progetto le finalità di ricerca e cura e qualificando l’intero sistema socio sanitario marchigiano”.Emilia Grazia De Biasi, presidente della dodicesima Commissione permanente Igiene e Sanità del Senato della Repubbli-ca, si è complimentata con tutti gli opera-tori per i sorprendenti risultati raggiunti. “Le cure primarie sono uno dei pilastri della moderna sanità che richiede a tutti nuovi entusiasmi, competenze e nuove responsabilità. La ricerca è il motore per lo sviluppo sociale ed economico del paese e il suo scopo in ambito sanitario è quello di passare dalla semplice tutela alla promozione della salute e di migliorare la qualità delle cure” .

    Combattere l’Alzheimer aiutando la famiglia

    PROGETTO Up Tech: dall’Inrca e Regione Marche l’innovativa ricerca pilotain Italia per la cura dei pazienti, l’ascolto e l’assistenza sanitaria eseguita su un campione di 292 famiglie.

    Alcuni numeri del progettoIl progetto ha coinvolto oltre cento operatori INRCA, degli Ambiti Terri-toriali Sociali e dell’ASUR Marche. Nell’ambito dell’intervento degli assistenti sociali case manager, 292 famiglie sono state prese in carico dal progetto per un anno. Gli opera-tori hanno realizzato più di 700 visite domiciliari e il doppio di follow-up telefonici. Gli infermieri dei servizi delle cure domiciliari dei distretti sanitari hanno effettuato oltre 1.200 visite aggiuntive per valutare le con-dizioni socio-sanitarie delle famiglie e formarle nella gestione della patologia a domicilio. È stato creato un sistema di tecnologia domotica poi installato in 102 abitazioni e 20 famiglie coin-volte successivamente per la fase di validazione del prototipo. Oltre il 64,3% delle famiglie coinvolte si è dichiarato soddisfatto del progetto e nel 12,9% dei casi il sistema tecno-logico domotico adottato ha evitato il verificarsi di gravi incidenti domestici. Nei 18 mesi di sperimentazione, sono state create ex-novo le guide ai servizi per l’Alzheimer da distribuire a tutte le famiglie interessate nei territori di Pesaro, Macerata e Fermo.

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    E’ sul doppio significato del concetto di “apertura”, inteso sia come orientamento quotidiano all’utente, sia di una ricerca fortemente proiettata all’Europa, che si è svolta lo scorso settembre la prima edizio-ne di “Porte aperte all’INRCA: Ricerca e Assistenza a Km 0”. Aperte alla cittadinanza le tre sedi presen-ti nella città dorica: quella ospedaliera, di via della Montagnola, quella amministra-tiva, nella splendida cornice di Villa Gus-so, e quella scientifica in via Birarelli. Per far conoscere l’INRCA nella sua interezza, rendendo visibili anche quelle attività di nicchia che ne costituiscono l’eccellenza. Un’occasione per avvicinare, in modo in-formale, la popolazione alla realtà dell’I-stituto, per aprire nuovi spazi di incontro e dialogo con i cittadini, per sensibilizzare i più giovani ad un sano stile di vita. Per-ché l’INRCA, in quanto Istituto di Ricerca e Cura a Carattere Scientifico, non solo fornisce un servizio sanitario alle fami-glie, in particolare agli anziani, ma contri-buisce anche a migliorare la qualità della vita di quelli che saranno gli anziani del futuro. E’ proprio in questa direzione che si muo-ve da anni la nostra ricerca. Grazie ad un’equipe di studiosi di livello internazio-nale e a progettualità fortemente innova-tive, si è potuto contare su finanziamenti europei importanti, che hanno permesso di esplorare frontiere innovative nel cam-po della medicina, legate in particolare alla gestione delle problematiche dell’in-vecchiamento. Un fenomeno questo, che incide sempre più a fondo nella vita quo-tidiana delle famiglie, in merito al quale è necessaria una più ampia riflessione sulle dinamiche socio-economiche che interes-sano il mondo contemporaneo. Ma ripensare in termini di qualità della vita la sfera della terza età, significa cono-scere a fondo i fattori che caratterizzano quotidianamente la vita familiare. “Porte aperte all’INRCA” è stato anche questo; operatori e ricercatori in ascolto,

    orientati ad un confronto e una condi-visione quotidiana con l’utenza. Pronti a guidare il cittadino verso una nuova fron-tiera dell’assistenza, quella della preven-zione, che va oltre il contatto legato alla singola necessità assistenziale. Come? In-formando, nei modi più originali e creati-vi. Per questo, durante le giornate di Porte Aperte si sono tenuti seminari divulgativi, mini-corsi tematici, filmati riguardanti l’attività INRCA nei diversi campi: clini-co, biomedico e sociale. Centinaia inoltre i depliant distribuiti; sulle indicazioni per una corretta alimentazione, sul diabete, sugli stili di vita da tenere per una lon-gevità attiva. Temi questi di cui l’Istituto è punto di riferimento internazionale sia nella gestione che nella ricerca. Un patri-monio al servizio della città di Ancona, che trova la sua ragion d’essere proprio all’interno della Regione Marche, tra le regioni più longeve d’Italia e del mondo.

    Porte aperte all’INRCA

    Si è tenuta lo scorso 20 settembre la prima edizione di “Porte Aperte all’INRCA: Ricerca e Assistenza a Km 0”. Un momento di incontro con la cittadinanza per toccare con mano temi come ricerca e prevenzione.

    Il saluto della Direzione SanitariaUn breve bilancio in occasione dell’anno che chiude. Il 2014 è stato un anno in cui l’INRCA nella sua parte più coinvolta nel-la assistenza (che come Direttore Sanita-rio è quella su cui più direttamente lavoro) continua a perseguire l’obiettivo di fornire al sistema sanitario regionale, e non solo, indicazioni e modelli su come adattare le risposte assistenziali agli specifici bisogni della popolazione anziana.L’INRCA è ormai l’unico Ente a gestire ospedali a prevalente vocazione geriatrica in Italia. Questa situazione costituisce una grande responsabilità ma anche una for-midabile potenzialità. Se è vero che tutti gli ospedali trattano prevalentemente an-ziani, l’INRCA nelle sue sedi eroga un’as-sistenza quasi esclusivamente rivolta agli anziani e questo consente di considerare le strutture INRCA veri e propri laboratori di innovazione organizzativa.A solo titolo di esempio nelle sedi marchi-giane dell’INRCA si sperimentano percor-si di palliazione geriatrica, iniziative di formazione dei familiari alla gestione del-le problematiche croniche nei pazienti an-ziani complessi e strumenti di prevenzione dei rischi specifici degli anziani ospedaliz-zati, come le cadute e il trattamento po-lifarmacologico. In occasione delle molte iniziative culturali e scientifiche si tocca con mano l’interesse di molti operatori del servizio sanitario regionale a condividere quanto l’INRCA mette a punto nelle pro-prie Unità Operative per problemi sem-pre più diffusi in tutte le realtà sanitarie. Problematiche quali la disfagia, l’inconti-nenza e le conseguenze della immobilizza-zione, così comuni in una popolazione an-ziana ospedalizzata, trovano all’INRCA percorsi sempre più integrati di risposta multi-disciplinare e multi-professionale. Certo rimane molto da fare, ma la dire-zione è quella giusta: la persona anziana come il bambino deve trovare nel contesto sanitario una risposta che tenga conto non solo dei suoi problemi clinici, ma anche dei suoi bisogni più complessivi compresi quelli dei suoi familiari.Il 2015 sarà l’occasione per provare ad in-terpretare sempre meglio questo ruolo di innovazione nei modelli organizzativi che è uno dei mandati più forti per l’INRCA assieme a quello di integrare la dimen-sione di ricerca con quella tradizionale dell’assistenza. Il lavoro non mancherà.

    Claudio M. Maffei, direttore sanitario