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Università degli Studi di Napoli Federico II Facoltà di Architettura anno accademico 1997-98 tesi di Laurea allegato B ipotesi progettuali relatore: prof. arch. A. Rossetti candidato: Massimiliano De Cesaris - matr. 25\23660

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Università degli Studi di Napoli Federico II

Facoltà di Architettura anno accademico 1997-98

tesi di Laurea

allegato B ipotesi progettuali

relatore: prof. arch. A. Rossetti candidato: Massimiliano De Cesaris - matr. 25\23660

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1 allegato B - le ipotesi progettuali

INTRODUZIONE ALL'ALLEGATO B

Avvertendo l’esigenza di voler affrontare il tema “luce” sotto molteplici aspetti, lo studio è stato struttura in un percorso che può essere schematizzato in tre fasi:

• La prima fase, prettamente teorica, ha costituito la "parte principale" di questo studio, affrontando il tema dell’illuminazione in relazione agli effetti che questa può provocare nella percezione di un manufatto. In altre parole, si è cercato di scandagliare le “potenzialità” proprie dell’illuminazione e, conseguentemente, di individuare le tecniche che si hanno a disposizione in un progetto illuminotecnico. Lo studio si è focalizzato, inizialmente, sull’analisi di quei manufatti (opere pittoriche, architettoniche, artistiche, luoghi urbani) in cui un determinato uso della luce artificiale, o di una determinata scelta nel modo di relazionarsi alla luce naturale, potesse offrire spunti per una “classificazione”, per così dire, delle potenzialità e degli effetti della luce nel campo della percezione. Le riflessioni esposte nella trattazione sono scaturite non solo dallo studio di tali manufatti, ma anche dalla correlazione a riferimenti di altro tipo: da quelli a carattere strettamente tecnologico, fino a quelli di carattere letterario, filosofico, psicologico; quindi ai vari ambiti in cui, comunque, la luce sia stata strumento e\o oggetto di trattazione. Tali riflessioni sono poi state organizzate e raccolte nel volume “L’illuminazione come interpretazione”, accompagnato da una serie di tavole, cui si rimanda nello svolgersi della trattazione1. [Tavv. 1-7]

• La seconda fase propone due ipotesi di progetti illuminotecnici: - uno per la piazza San Gaetano a Napoli - l’altro per la piazza Flavio Gioia a Positano.

Le riflessioni elaborate nella prima fase, precedentemente illustrata, hanno costituito il riferimento teorico su cui si strutturano le due ipotesi progettuali. Inoltre, però, sono state necessariamente considerate, in fase progettuale, problematiche inerenti aspetti di tipo tecnico quali: rispetto dei livelli di illuminamento richiesti; sicurezza e agibilità dei luoghi; eliminazione dei fattori abbaglianti; manutenzione e accessibilità agli impianti stessi; in poche parole, funzionalità degli impianti. Per entrambe le ipotesi progettuali, sono state elaborate le simulazioni degli effetti visivi, mediante rappresentazione computerizzata del modello tridimensionale delle due piazze. Di seguito poche parole di introduzione alle scelte progettuali proposte:

1 (Le stesse tavole in formato A4 allegate al volume, sono state montate e organizzate anche su tavole formato 70x100, con immagini ingrandite e stralci tratti dal volume, per la discussione in seduta di Laurea).

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1) per la piazza San Gaetano, cuore del centro antico di Napoli, il “filo conduttore” è l’allusione alla stratificazione del luogo: stratificazione architettonica in ordine a tipologie, epoche, stili, destinazioni d’uso. Ma, soprattutto, stratificazione della città “visibile”, ossia quella oggi vissuta, e della città sotterranea, ossia quella greco-romana. La zona, infatti, è quella del Foro della Neapolis romana e dell’Agorà, centro politico e commerciale della città greca. L’area in questione, sottoposta di alcuni metri rispetto alle attuali quote stradali, è oggi visitabile ed oggetto di continue e nuove scoperte archeologiche. Il progetto prevede sorgenti luminose disposte in modo che fasci di luce dal basso verso l’alto manifestino la presenza della città sotterranea sotto la città “visibile”. Le due uniche colonne superstiti del tempio dei Dioscuri, poste sul prospetto dell’attuale chiesa di San Paolo Maggiore, sono illuminate dal basso e a raso mediante una battuta di fibre ottiche incassate nel piano di calpestio; la facciata di San Paolo Maggiore, di stile neo rinascimentale, è invece volutamente lasciata in penombra. Al contrario, la facciata di San Lorenzo vede messi in risalto i suoi spessori, fregi e plasticità propri delle opere barocche, mediante uso di proiettori agli ioduri metallici posti ad asse incrociato rispetto alla facciata: tagli d’ombra, chiaroscuri, profondità. I finestroni centrali delle facciate (sia di San Lorenzo che di San Paolo), il campanile, l’oratorio di San Lorenzo, l’ingresso alla Napoli Sotterranea e la scala laterale di San Paolo sono tutti illuminati dall’interno con luce a tonalità calda. L’articolazione dello scalone centrale di San Paolo Maggiore è segnata nel suo gioco di ombre e di contrasti dall’uso di proiettori asimmetrici agli ioduri metallici disposti sulla facciata dell’edificio antistante. I porticati su Via dei Tribunali sono illuminati dall’interno e, nello specifico, dal basso le volte a crociera, mentre proiettori disposti sul lato interno proiettano l’ombra dei pilastri sulla via realizzando il negativo, nel rapporto luce-ombra, di ciò che produce la luce solare di giorno, così come argomentato teoricamente nell’artificio del contrario. Tutto ciò prevedendo l’eliminazione quasi totale, nella piazza e nell’ambito circostante, dell’attuale sistema di illuminazione, costituito da lampade a sospensione al sodio a.p. e nella previsione, anche, di una futura definitiva pedonalizzazione dell’intera area. [Tavv. I-VI].

2) per la Piazza Flavio Gioia a Positano, invece, il progetto di illuminazione si è mosso da presupposti diversi, già per il solo fatto di essersi sviluppato parallelamente al progetto architettonico e artistico di riqualificazione e sistemazione della piazza. Nel progetto illuminotecnico si è teso ad una illuminazione quanto meno intensa possibile, una illuminazione a raso del piano della piazza, con lievi accenti su particolari soluzioni del progetto architettonico e artistico. Il “filo conduttore” del progetto illuminotecnico è descritto nella tavola IX. [Tavv. VII-IX]

• La terza fase di questo studio, infine, scende nel dettaglio del disegno di corpi illuminanti, volendo rispondere a requisiti di due ordini diversi:

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1) un primo ordine è relativo ai requisiti richiesti dal disegno di un corpo illuminante (un lampione per la Piazza Flavio Gioia in Positano2) pensato per quel luogo particolare, da realizzarsi in esemplare unico: un lampione in bronzo, da disporre all’estremità di una quinta muta nella piazza, costituito da uno schermo riflettente parabolico, su cui intervenire con una apposizione artistica. La sorgente luminosa è realizzata mediante un fascio di fibre ottiche (soluzione utile a garantire l’indispensabile livello di sicurezza, richiesta dal fatto che l’acqua che scorre sulla lancia e la luce artificiale si attraversano vicendevolmente). Del lampione è stato realizzato un modello di studio in scala 1:5. [Tavv. X-XIV]

2) un secondo ordine è relativo, invece, al disegno di corpi illuminanti da realizzarsi secondo processi industriali; quindi secondo una strategia progettuale che rispondesse anche a requisiti di: - riproducibilità e semplificazione dei processi di realizzazione;

- immediatezza di assemblaggio da parte dell’utente finale; - imballaggio e trasporto; - efficienza e sicurezza, oltre che, naturalmente, a requisiti di tipo formale ed estetico.

[Tavv. XV–XVIII].

2 Il disegno del lampione (poi trasformatosi in “lampione–fontana”) nasce dalla collaborazione con l’artista Mimmo Paladino al quale è stata affidata la direzione artistica dell’intervento sulla Piazza.

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4 allegato B - le ipotesi progettuali

ELENCO DELLE TAVOLE (Relativo alle tavole formato A0 con cui è stata presentata la tesi in sede di laurea)

• “Gli effetti della luce”

Tavola 1 Il ritmo Tavola 2 L’esattezza. Il vago Tavola 3a, 3b, 3c L’ombra Tavola 4 Il chiaroscuro Tavola 5 L’abbagliamento. Il contrasto Tavola 6a, 6b, 6c Il colore Tavola 7 L’inquinamento luminoso. (Queste sono le tavole cui si fa riferimento nella parte teorica e di cui è presente una copia ridotta, in formato A4, allegata al volume l’illuminazione come interpretazione)

• Ipotesi di progetto: Piazza San Gaetano Tavola I, II studio tipologico delle quinte, dei colori, dei materiali. Tavola III indicazioni di progetto illuminotecnico, schema tecnico e simulazione

computerizzata notturna (a sinistra lo stato attuale, a destra l’ipotesi di progetto). Tavola IV particolari ambito San Paolo Maggiore (a sinistra illuminazione solare, a destra

illuminazione artificiale). Tavola V particolari ambito San Lorenzo Maggiore (“). Tavola VI particolari ambito porticati su Via dei Tribunali (“).

• Ipotesi di progetto: Piazza Flavio Gioia Tavola VII stato attuale e pianta di progetto di sistemazione e riqualificazione della piazza. Tavola VIII assonometria di progetto. Tavola IX assonometria e schema intervento illuminotecnico.

• I corpi illuminanti: lampione per la Piazza Flavio Gioia. Tavola X schizzi di studio. Tavola XI schema tecnico, scala 1:10 e modello di studio. Tavola XII particolari tecnici, scala 1:5 e modello di studio. Tavola XIII simulazioni computerizzate (sx illuminazione solare - dx illuminaz. artificiale). Tavola XIV simulazioni computerizzate (a sinistra illuminazione solare, a destra

illuminazione artificiale).

• I corpi illuminanti: lampade per interni. Tavola XV “tipo 2” Tavola XVI “tipo 4”

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5 allegato B - le ipotesi progettuali

Piazza San Gaetano - Napoli il progetto illuminotecnico

Ciò che ha ispirato il progetto, costituendone il “filo conduttore”, è stata la stratificazione del luogo: stratificazione architettonica in ordine a tipologie, epoche, stili, destinazioni d’uso. Ma, soprattutto, la stratificazione della città “visibile”, ossia quella oggi vissuta, e della città sotterranea, ossia quella greco-romana. La zona, infatti, è quella del Foro della Neapolis romana e dell’Agorà, centro politico e commerciale della città greca. Tutto intorno alla zona archeologica, una fitta rete di percorsi, tracciati, cisterne e cunicoli scavati nel tufo costituiva le rete idrica di servizio alla città “visibile”. L’intento è stato, dunque, quello di manifestare e palesare, mediante il progetto illuminotecnico, la presenza della città sotterranea: sorgenti luminose disposte al di sotto del piano di calpestio; fasci di luce dal basso verso l’alto; accenti sugli ingressi alla città sotterranea, così come sulle preesistenze archeologiche; evidenziazione dei differenti stili legati alle diverse epoche; valorizzazione delle emergenze architettoniche. • Su San Paolo Maggiore, le due uniche colonne superstiti del tempio dei

Dioscuri, poste sul prospetto dell’attuale chiesa, sono illuminate dal basso e a raso mediante una battuta di fibre ottiche incassate nel piano di calpestio intorno alla base delle colonne stesse; la facciata, di stile neo rinascimentale, è invece volutamente lasciata in penombra. L’ingresso

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alla Napoli Sotterranea situato a sinistra della chiesa e la scala laterale di San Paolo sono illuminati dall’interno con luce a tonalità calda. L’articolazione dello scalone centrale di San Paolo Maggiore è segnata nel suo gioco di ombre e di contrasti dall’uso di proiettori asimmetrici agli ioduri metallici disposti sulla facciata dell’edificio antistante.

• Al contrario di quella di San Paolo, la facciata di San Lorenzo vede messi in risalto i suoi spessori, fregi e plasticità propri delle opere barocche, mediante uso di proiettori agli ioduri metallici posti ad asse incrociato rispetto alla facciata: tagli d’ombra, chiaroscuri, profondità. I finestroni centrali delle facciate (sia di San Lorenzo che di San Paolo), il campanile e l’oratorio di San Lorenzo sono tutti illuminati dall’interno con luce a tonalità calda

• I porticati su Via dei Tribunali sono illuminati dall’interno e, nello specifico, dal basso le volte a crociera, mentre proiettori disposti in alto, sul lato interno, proiettano l’ombra dei pilastri sulla strada realizzando il negativo, nel rapporto luce-ombra, di ciò che produce la luce solare di giorno. (cfr. La teoria, “l’artificio del contrario” ). Tutto ciò prevedendo l’eliminazione quasi totale, nella piazza e nell’ambito circostante, dell’attuale sistema di illuminazione, costituito da lampade a sospensione al sodio a.p. I livelli di illuminamento sono stati calcolati tenendo conto, anche, di una futura definitiva pedonalizzazione dell’intera area.

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7 allegato B - le ipotesi progettuali

RELAZIONE TECNICA

ILLUMINAZIONE ATTUALE • Lampade a sospensione al sodio a bassa pressione sono disposte lungo tutto il decumano, sul sagrato di S. Lorenzo, sui lati di S. Paolo e all’interno dei porticati lungo Via dei Tribunali. Sono distanziate tra loro di circa 25 - 30 metri (nei porticati sono disposti nelle volte dispari) e si trovano ad un’altezza di circa 9 metri dal piano di calpestio. Luce diffusa di tonalità gialla, monocromatica. • Perimetralmente alla statua di San Gaetano sono disposti quattro lampioni. Montano lampade di tipo fluorescente, ad altezza dal suolo di circa 3 metri. Sul basamento, ai piedi della statua, vi è una fila di sfere luminose fluorescenti. Luce diffusa di tonalità bianca. • Tre più tre proiettori, con schermatura a lamelle, sono disposti in colonna sulla facciata dell’edificio antistante San Paolo Maggiore ad un’altezza da terra di circa 12 metri. Montano lampade ad alogenuri metallici ed il flusso luminoso è diretto sulla facciata di S. Paolo. Luce bianca. • Due proiettori sono collocati sulla facciata dell’edificio antistante San Lorenzo ad un’altezza di circa 12 metri dal suolo, ad alogenuri metallici. Il flusso luminoso è diretto sulla facciata di S. Lorenzo. • Altri due proiettori ad alogenuri metallici sono disposti sulla facciata dell’edificio antistante San Lorenzo, ad un’altezza di circa 12 metri da terra. Il flusso luminoso è diretto sul campanile. • Una lampada al sodio a bassa pressione è collocata internamente al campanile (solo

nell’ultimo livello) e due proiettori con lampade alogene sono poggiati sul cornicione

dell’ultimo livello diretti sulla sommità del campanile.

ILLUMINAZIONE DI PROGETTO

San Paolo Maggiore Le due colonne prospicienti la facciata vengono illuminate dal basso mediante una

battuta di fibre ottiche, incassate in apposito vano circolare praticato nella

pavimentazione, alla base delle colonne stesse.

• CARATTERISTICHE TECNICHE DELLE FIBRE OTTICHE: sono in numero di 10 per

colonna con φ 4mm. e lunghezza 6 metri. Tipo : “Thorn HAR B3/D4” (Catalogo Thorn): Conduttore : fibra di vetro Schott tipo B3 Attenuazione media : 200 db\km Diametro utile : 4mm. Raggio di curvatura minimo : 4mm.

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Guaina : in Megalon autoestinguente non propagante fumi nocivi (conforme alla norme VDE2070, BS 6724, NF 32323). Resistenza alla prova filo incandescente : 960 °C Resistenza al calore del collettore : 200 °C Dimensioni : due fibre spessore 2mm. e lungh. 6m. più tre fibre spess. 4mm. e lungh. 6m.

• CARATTERISTICHE TECNICHE DEL GENERATORE: Tipo : “Thorn BL” per esterni (Catalogo Thorn): Alimentazione : 230V. 50 hz. Grado di protezione : IP 44 Isolamento elettrico : classe I Lampada : ioduri metallici 150 W, attacco G12 (HQI-T) (Temp. Col. : 4.000K) Dimensioni : 454 x 118 x 148 mm. Peso : 6.2 kg. La parete voltata, interna allo scalone principale, è illuminata dal basso mediante due

proiettori, con proiettori tipo “Gartenspot” modificati (catalogo OSRAM) con lampade

tipo “Concentra PAR 38 EC” da 120 w ad incandescenza. La volta è illuminata

internamente con una lampada ai vapori di sodio a.p. da 70 W.

Lo scalone principale è illuminato mediante 2 proiettori asimmetrici collocati sulla

facciata dell’edificio antistante tipo: Pqj A (catalogo OSRAM) con lampada a vapori di

alogenuri HQI-TS, attacco RX7s, da 70w.

Il vano della scala laterale è illuminato internamente mediante lampada al sodio b.p.

La facciata della chiesa (escluse le colonne, lo scalone principale, quello laterale ed il

finestrone centrale) resta in penombra.

San Lorenzo

La facciata è illuminata diagonalmente (in modo da sottolinearne spessori, fregi,

bassorilievi) da tre proiettori disposti in fila verticale sulla facciata dell’edificio

antistante. I proiettori sono del tipo “Vialux 400” (cat. Osram), asimmetrici, con

lampade tipo “NAV-T” al sodio a.p. da 250w.

Nel basolato del sagrato, alla base dei pilastrini in piperno, è praticato un incavo

circolare, chiuso da una lastra circolare di opalina inclinata a 45°, all’interno del quale

sono disposte 4 lampade alogene tipo “Decostar-Titan” a bassa tensione (12V.). Il

flusso luminoso risulta essere diffuso orizzontalmente sul basolato in prossimità dei

pilastrini. Il campanile è illuminato internamente da una lampada al sodio b.p. da 50w.

disposta ad ogni livello. Esternamente è illuminato da 4 proiettori simmetrici (2 per la

facciata est e 2 per quella ovest) disposti sulla facciata dell’edificio antistante del tipo:

Strahler 400” (Cat. Osram) con lampade ad alogenuri metallici tipo: HQI-T da 250w.

L’ingresso al chiostro è illuminato internamente con lampada al sodio b.p.

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9 allegato B - le ipotesi progettuali

Statua di San Gaetano

È illuminata frontalmente, dal basso, da tre proiettori, disposti sul basamento della

statua, tipo “Thorn mini Dauphin” (Cat. Thorn) con lampade alogene bispina da 50w.

12V., attacco GY6,35 (M32).

Porticati

Le volte sono illuminate dal basso con 4 proiettori per volta tipo “Gartenspot”

modificati (catalogo OSRAM) con lampade tipo “Concentra PAR 38 EC” da 120 w ad

incandescenza.

I pilastri sono illuminati dall’interno dei porticati, dall’alto verso il basso, in modo da

proiettare la loro ombra sulla sede stradale, mediante proiettori tipo Pqj A (catalogo

OSRAM) con lampada ai vapori di sodio tipo NAV-TS, attacco E 40, da 70w.

Il basolato della piazza è illuminato orizzontalmente a raso mediante apparecchi ad

incasso, disposti nel basolato stesso, di piccolissime dimensioni del tipo: “Cairn B4” e

“Cairn AP” (Cat. Thorn). Le esistenti lampade al sodio b.p. disposte lungo il decumano

vengono progressivamente eliminate man mano che ci si avvicina al centro della

Piazza.

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10 allegato B - le ipotesi progettuali

PIAZZA FLAVIO GIOIA (Positano)

Per la Piazza Flavio Gioia a Positano, il progetto di illuminazione si è mosso da

presupposti particolari, già per il fatto di essersi sviluppato parallelamente e

contemporaneamente al progetto architettonico e artistico di sistemazione e

riqualificazione della piazza. Dunque non l’illuminazione “a posteriori” di un

costruito, di un dato di fatto esistente, di un assunto inamovibile sul quale non

intervenire, seppur al quale relazionarsi e rapportarsi (come nel caso della Piazza San

Gaetano a Napoli), bensì un progetto che ha seguito le direttrici del progetto

architettonico di riqualificazione della piazza, e che al tempo stesso ha fornito, a sua

volta, stimoli nel percorso delle scelte architettoniche e artistiche per l’intervento a

farsi.

Nel progetto illuminotecnico si è teso ad una illuminazione quanto meno intensa ed

invasiva possibile, pur garantendo i livelli minimi di illuminamento richiesti. Una

scelta, questa, suggerita dalla conformazione del paesaggio e dal contesto urbano:

Osservazioni preliminari per lo studio dell'illuminazione (Luglio '97) « - Nei vicoli il sole genera zone di luce e d'ombra:

nei vicoli la luce diurna è tagliata da spigoli, sporgenze, rientranze, svolte; è tagliata in

fette definite, immediate, nette. E' l'architettura a doversi relazionare a ciò che è dato in

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11 allegato B - le ipotesi progettuali

modo non modificabile, a priori: il sole. E ben sanno ciò quei visi consunti nelle terre

arse dal sole della stagione, quando cercano l'ombra di un albero o di un casolare per

osservare e riposare. Quasi l'ombra fosse una stanza, "luogo della mente", da cui

osservare il fuori attraverso una finestra virtuale costituita dal limite stesso del fascio

d'ombra.

Forse i turisti del mare non hanno brama d'ombra, ma certo il gioco dei tagli di luce fra

le strette stradine ha potere, seppur non consciamente avvertito, sul loro camminare.

Senza orologio, istintivamente, le ombre fanno sentire l'ora (mattino presto, mezzodì,

pomeriggio).

- Nella piazza il gioco è più sottile, meno immediato: passato il "varco" dato

dall'ombra tagliata dal campanile sull'oratorio, sceso l'ultimo gradino della scala

urbana, si apre una piazza di luce. E le ombre sembra siano più timide, meno invadenti:

giusto una fettina data dal muro sul fronte scala, alcuni filetti tra le paraste e i pilastri

della facciata della chiesa e la proiezione delle due colonne ai lati della scala che porta

al mare... poca ombra in piazza, ma che comunque evidenzia, silenziosamente, sagome

e spessori e materiali. (Solo la mattina presto la chiesa versa sulla piazza un'ampia

ombra)

Di notte il sole non c'è... E la luce?

La luce c'è, ma manca il suo negativo; attualmente c'è una luce che nega profili,

sagome, che da un lato omogeneizza tutto e dall'altro abbaglia la chiesa, la cupola,

stordendo lo sguardo. Perché quest'usanza ora di abbagliare violentemente, ora di

omogeneizzare ed eliminare le ombre? Spettacoli senza ombra!…

Non so bene dove portare questo discorso: distinzione tra naturale e artificiale?

Illuminare un luogo di notte è artificio. Ma è artificio anche il gioco architettonico dei

volumi, delle ombre che rivelano i raggi del sole...e certamente omogeneizzare, negare

sagome, spessori, matericità è offensivo. Dunque?

Proviamo a portare avanti il rapporto positivo - negativo:

- SOLE \ luce naturale \ costruito che si relaziona al già dato (il sole) \ ombre in

movimento \ densità e colore di luce in continua variazione \ GIORNO.

- FONTI LUMINOSE \ luce artificiale \ illuminazione che si relaziona al già dato (il

costruito) \ ombre fisse (ombre però!) \ densità di luce costante \ NOTTE.

Positivo e negativo, ma con franchezza

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12 allegato B - le ipotesi progettuali

E allora, forse, fonti luminose puntuali e nascoste, fasci di luce non violenti, ma

definiti; un piano (la superficie della piazza in battuto con i suoi mosaici) diffusamente

illuminato a raso dal basso, quasi orizzontalmente; elementi verticali (chiesa e

campanile) non abbagliati, ma presenti con le loro moli silenziose, quasi in penombra e

poi sagome, spessori, profondità da sentire.

E anche la finestra virtuale, quella che di giorno è "fatta d'ombra attraverso cui guardare

paesaggi bagnati di luce" trova il suo negativo in una finestra ora fatta di luce (corpo

illuminante di bronzo a sinistra e le 5 colonne di luce a destra) oltre la quale, unica luce

quella della luna, ammirare il mare, presente anche di notte, con i suoi lontani

brillantii».

Dunque illuminazione a raso del piano della piazza, realizzata mediante un ampio uso

di fibre ottiche (sono previsti 3 generatori) poste a circa 50 cm. dal piano di calpestio,

con flusso luminoso diretto orizzontalmente; accenti puntuali sono diretti su particolari

soluzioni del progetto architettonico e artistico (il ponte, il “trono del Re”, le due

“stanze” del tempo e della meditazione, i mosaici d’oro e le tessiture nella

pavimentazione…); la facciata della Chiesa Madre è lasciata in penombra, ma le sue

finestre sono illuminate dall’interno con luce di tonalità calda, così come l’interno del

campanile; le cinque colonne poste al lato della scala urbana, (allusione e richiamo alle

colonne della sottostante villa romana) sono illuminate dal basso da una battuta di fibre

ottiche, incassate nel piano di calpestio. Un unico corpo illuminante, il lampione-

fontana, mostra la sua presenza in modo palese.

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13 allegato B - le ipotesi progettuali

PROGETTO DI UN LAMPIONE IN BRONZO A FIBRE OTTICHE

Il progetto ha poi affrontato il tema del disegno di un corpo illuminante, da

posizionarsi all’estremità di una delle quinte della piazza. Un corpo illuminante

realizzato in bronzo, di altezza totale di circa 3 metri, costituito da un palo a sezione

troncoconica rovescia, sul quale è posato uno schermo curvo in bronzo delle

dimensioni di 40 x 200 cm.

Lo schermo è attraversato da una lancia lungo la quale scorre dell’acqua che,

raccogliendosi in una vasca in bronzo posta nella pavimentazione, torna in circolo

mediante un’elettropompa.

Un braccio a sezione circolare, che attraversa lo schermo, regge il proiettore nel quale

sono alloggiati 3 fasci di fibre ottiche, direzionate verso lo schermo, il quale funge così

da riflettore. L’uso delle fibre ottiche per il lampione è stata la soluzione utile a

garantire l’indispensabile livello di sicurezza, richiesta dal fatto che l’acqua che scorre

sulla lancia e la luce artificiale si attraversano vicendevolmente. Lo schermo stesso

sarà, poi, oggetto di intervento artistico.

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14 allegato B - le ipotesi progettuali

SPECIFICHE TECNICHE La Piazza

A – B – C Generatori fibre ottiche. 1) Battuta di 10 fibre ottiche (spessore Φ8) incassate nell’alzata dell’ultimo gradino

della scala urbana; il flusso luminoso è diretto a raso sul mosaico d’oro nella pavimentazione. (Generatore A)

2) Fibra ottica unica (spessore Φ12) incassata nell’alzata del gradone fronte chiesa; il flusso luminoso è diretto a raso sul mosaico d’oro, basamento del cavallo. (Gen. B).

3,5) Fibra ottica unica (spessore Φ12) incassata nella seduta; il flusso luminoso è diretto a raso sulla pavimentazione. (Gen. B).

4) Battuta di fibre ottiche: per ognuna delle cinque colonne ve ne sono due (spessore Φ12) poste alla base delle colonne ed incassate nella pavimentazione e due (spessore Φ8) poste sul muretto. Il flusso luminoso è radente le colonne e va a sfumare verso l’alto. (Gen. C).

6,7) Fibra ottica unica (spessore Φ12) incassata nella seduta; il flusso luminoso è diretto a raso sulla pavimentazione. (Gen. A).

8) Quattro proiettori, uno per lato, posti sull’ultimo livello del campanile a illuminare, moto flebilmente la scala urbana, la piazza, la “stanza” con la palma, la passerella.

9) Quattro proiettori posti nella pavimentazione sottostante la passerella: il flusso luminoso è radente, da una parte, al campanile e , dall’altra, al muro di contenimento lungo il quale corre la passerella; la “lama” di luce passa attraverso lo stacco esistente tra la passerella e le strutture preesistenti.

10) Proiettore posto sulla roccia antistante la piazza: il flusso luminoso incidente sulla piazza ha l’intensità minima necessaria per la visione e l’orientamento.

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15 allegato B - le ipotesi progettuali

11) Proiettori per l’illuminamento delle polifore della chiesa (la facciata resta in semi ombra)

12) Corpo illuminante in bronzo a luce riflessa. Vengono utilizzate tre fibre ottiche di spessore Φ12 e due fibre di spessore Φ8. (Gen. B).

Il Lampione

1) Palo di sostegno : troncocono rovesciato, internamente cavo. Da realizzarsi mediante fusione e colaggio in stampo in un unico pezzo, o in più parti collegate con innesto a vite o a baionetta.

Materiale : bronzo Dimensioni : spessore : 10mm. ; diametro esterno, al piede, : 60mm. ; diametro esterno, in testa, : 100mm. ; altezza totale : 3.700 mm. ; altezza fuori terra : 3.220mm. Peso : 0.0081mc. x 8.500 kg.\mc. = 68.85 kg.

2) Alloggio palo : tubolare a sezione costante su cui è saldato un disco,

perpendicolarmente all’asse longitudinale, per la distribuzione del carico verticale. L’elemento viene quagliato nella sottopavimentazione al momento del getto del massetto di calcestruzzo.

Materiale : acciaio Dimensioni tubolare : spess. : 20mm. ; diam. Esterno : 100mm. ; diam. Interno : 60mm. (con la sola tolleranza necessaria ad accogliere il palo di sostegno). Dimensioni disco : spess. : 20mm. ; diametro : 400mm.

3) Schermo riflettente : lastra realizzata mediante fusione e colaggio in stampo.

Inferiormente poggia sulla mensola solidale al palo di sostegno e superiormente è fissato all’”asta-proiettore” mediante boccole e viti. Nella parte centrale della lastra è incollato un mosaico in tarsie di ceramica e vetro di colori chiari e ad elevato coefficiente di riflessione.

Materiale : bronzo - ceramica - vetro Dimensioni schermo bronzo : spess. : 20mm. ; largh. : 400mm. ; h. : 2.000mm. ; raggio di curvatura : 8.000mm. Dimensioni mosaico : spessore : 5-10mm. ; largh. : 300mm. ; h. : 1.400mm. Peso : 0.016mc. x 8.500 kg\mc + 0.0042mc. x 2.500kg\mc = 144 kg.

4) Lancia : asta a sezione circolare costante, realizzata mediante assemblaggio di tre

parti : 1 = superiore, piena ; 2 = centrale, cava ; 3 = inferiore, piena. Le 3 parti sono collegate tra loro mediante innesti a perni filettati. Alla parte centrale, cava, è allacciata la tubatura dell’acqua : l’acqua corre internamente alla lancia per circa 400 mm., per poi fuoriuscire dalle fessure praticate alla base della parte 2, scorrere sulla superficie esterna della parte 3, per cadere infine nella vasca e tornare in circolo. La punta della lancia, con innesto a vite, è in ottone.

Materiale : bronzo - ottone

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16 allegato B - le ipotesi progettuali

Dimensioni : diametro lancia : 15mm. ; h1 : 830mm. ; h2 : 550mm. (esclusi i perni filettati) ; h3 : 1.550 ; h punta ottone : 170mm. Lunghezza totale lancia assemblata : 3.050mm. Peso : 0.0005mc. x 8.500 kg\mc + 0.5 kg (punta) = 5 kg.

5) Vasca : realizzata per fusione e colaggio in stampo in monoblocco è incassata nel massetto di calcestruzzo e nel massetto di sottopavimentazione ; al colmo ha un foro con tubo per il deflusso e ricircolo dell’acqua.

Materiale : bronzo Dimensioni : spess. : 20mm. ; diam. Int. : 440mm. ; diam. Est. : 300mm. ; raggio di concavità :

300mm. ; h. concavità : 150mm.

6) Mensola : elemento realizzato per fusione e colaggio in stampo. E’ costituito da tre parti : una camicia resa solidale al palo di sostegno mediante bullonatura ; un elemento curvo e, saldato alla estremità inferiore di quest’ultimo, un tubolare pieno a sezione costante che presenta un intaglio a tutta lunghezza in cui si incastra la base dello schermo riflettente.

Materiale : bronzo.

7) Canotto per aggancio al muro : tubolare in acciaio a sezione costante, con 4

zanche perpendicolari all’asse longitudinale del tubolare e inclinate a 45° rispetto alla normale al tubo ; è quagliato nella muratura. Nel detto tubolare va infilata e fissata, mediante bullonatura, l’asta-proiettore.

Materiale : acciaio Dimensioni : spess. :10mm. ; diam. Est. : 64mm. ; diam. Int. : 44mm. ; lungh. : 400mm. ; lungh. zanche : 200mm.

8) Asta-proiettore : tubolare in bronzo a sezione costante con funzione di supporto per

il proiettore e di sostegno (unitamente alla mensola inferiore) per lo schermo riflettente, oltre che di stabilizzazione del palo di sostegno. E’ fissato : al canotto quagliato nella muratura, mediante bullonatura ; al palo di sostegno, mediante bullone passante ; alla lancia, mediante boccole con viti ; alla schermo riflettente, mediante boccole con viti. Al suo interno corrono la tubatura dell’acqua e il fascio di fibre ottiche.

Materiale : bronzo. Dimensioni : spess. : 5mm. ; diam. Est. : 40mm. ; diam. Int. : 30mm. ; lungh. : 1.250mm.

circa ; raggio di curvatura : variabile. Peso : 0.0027mc. x 8.500kg\mc. = 23 kg.

9) Elettropompa : è allacciata alla rete idrica comunale, alloggiata posteriormente alla

muratura, in zona scoperta ; mette in circolo l’acqua nel percorso : rete idrica - asta-proiettore - lancia - vasca - pompa - ...

10) Generatore fibre ottiche : è allacciato al quadro generale dell’impianto di

illuminazione della piazza, alloggiato nel vano coperto posteriore alla muratura.

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17 allegato B - le ipotesi progettuali

Tipo : “Thorn BL” per esterni Alimentazione : 230V. 50 Hz. Grado di protezione : IP 44 Isolamento elettrico : classe I Lampada : ioduri metallici 150 W, attacco G12 (HQI-T) (Temp. Col. : 4.000K)

Dimensioni : 454 x 118 x 148 mm. Peso : 6.2 kg.

11) Fibre ottiche : sono in numero di 5 :

- tre più grandi giungono al proiettore e il loro terminale è interno a tubi flessibili che ne permettano l’orientamento e l’angolo di incidenza ; presentano ottiche diverse per l’apertura del fascio luminoso : più ampio quello direzionato nella parte alta dello schermo, più stretto quelle direzionate verso la parte bassa. - due più piccole escono dall’asta-proiettore in coincidenza con l’innesto della lancia e a questa sono fissate con fascette ; il loro cono ottico è molto stretto e diretto sulla parte alta della lancia.

Tipo : “Thorn HAR B3/D4” :

Conduttore : fibra di vetro Schott tipo B3 Attenuazione media : 200 db\km Diametro utile : 4mm. Raggio di curvatura minimo : 4mm. Guaina : in Megalon autoestinguente non propagante fumi nocivi (conforme alla

norme VDE2070, BS 6724, NF 32323). Resistenza alla prova filo incandescente : 960 °C Resistenza al calore del collettore : 200 °C

Dimensioni : due fibre spessore 2mm. e lungh. 6m. più tre fibre spess. 4mm. e lungh. 6m.

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18 allegato B - le ipotesi progettuali

PROGETTI DI LAMPADE DA INTERNO

“ Tipo 2” e "Tipo 4"

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19 allegato B - le ipotesi progettuali

Lampada a sospensione “ Tipo 2”

Materiali: rame crudo, ottone crudo.

Caratteristiche: la sorgente luminosa è nascosta allo sguardo; la diffusione del flusso

luminoso avviene per riflessione verso l’alto. Lo schermo riflettente è parzialmente

ricoperto, sul lato di incidenza della sorgente luminosa, con smalto sintetico bianco

lucido. Tutti gli elementi, con esclusione dei tiranti in ottone, sono trattati (dopo

pulitura mediante acido e lucidatura) con smalto acrilico trasparente lucido e\o opaco,

che ne impedisce l’ossidazione. L’assemblaggio finale avviene mediante innesti

meccanici e viti di fermo, senza saldature. I quattro bracci possono essere: assi a

sezione circolare di ottone crudo (lungh. = 120cm.) con tiranti in ottone o assi in noce

scuro (lungh. = 100cm.) con tiranti in nylon con F = 1mm.

Lampada: alogena a tensione di rete (220 V.) con potenze di 150 ÷ 250 w., attacco a

vite; portalampada in ottone con attacco tipo E14. E’ consigliato l’uso di un regolatore

di potenza.

Dimensioni di imballo:25 x 30 x 45 cm.

Lampada a sospensione “ Tipo 4”

Materiali: rame crudo e cotto, ottone crudo, nylon. F = 1mm.

Caratteristiche: la parte interna del cestello è parzialmente ricoperta con smalto

sintetico bianco lucido.

Tutti gli elementi – comprese le superfici trattate con smalto bianco - sono trattati (dopo

pulitura mediante acido e lucidatura) con smalto acrilico trasparente lucido e\o opaco

che ne impedisce l’ossidazione.

L’assemblaggio avviene mediante innesti meccanici e viti di fermo, senza saldature.

Lampada: ad incandescenza a tensione di rete (220 V) con potenze di 100 ÷ 150w.,

attacco a vite; (è possibile utilizzare anche una lampada al neon di tipo compatto)

portalampada in ottone con attacco tipo E27.

Dimensioni di imballo:100 x 24 x 30cm.

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20 allegato B - le ipotesi progettuali

STRALCI DALLE TAVOLE GRAFICHE DI TEORIA E DI PROGET TO

ALLEGATE ALLE RELAZIONI

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21 allegato B - le ipotesi progettuali

STRALCI DALLE TAVOLE GRAFICHE DI TEORIA E DI PROGET TO

ALLEGATE ALLE RELAZIONI

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22 allegato B - le ipotesi progettuali

STRALCI DALLE TAVOLE GRAFICHE DI TEORIA E DI PROGET TO

ALLEGATE ALLE RELAZIONI