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1 Il cicloturismo un’opportunità sostenibile per il territorio Il cicloturismo: scelta che sottintende uno stile di vita Opportunità economica per il territorio Infrastrutture di base (ciclovie, segnaletica) Iintermodalità bici+treno: Le potenzialità del treno come facilitatore del cicloturismo Necessità del collegamento dei percorsi ciclabili con le reti nazionali ed europee Punti di forza e punti di debolezza in Italia L’azione della Fiab. Giuseppe Merlin: Il cicloturismo, un’opportunità sostenibile per il territorio Il cicloturismo scelta che sottintende uno stile di vita Giuseppe Merlin: Il cicloturismo, un’opportunità sostenibile per il territorio

un’opportunità sostenibile per il territorio · 2015-09-11 · solito, ama la natura e la rispetta, non è competitivo e non pedala per arrivare prima, ma attraversa il territorio

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Il cicloturismoun’opportunità sostenibile per il territorio

• Il cicloturismo: scelta che sottintende uno stile di vita

• Opportunità economica per il territorio

• Infrastrutture di base (ciclovie, segnaletica)

• Iintermodalità bici+treno: Le potenzialità del treno come facilitatore del cicloturismo

• Necessità del collegamento dei percorsi ciclabili con le reti nazionali ed europee

• Punti di forza e punti di debolezza in Italia

• L’azione della Fiab.

Giuseppe Merlin: Il cicloturismo, un’opportunità sostenibile per il territorio

Il cicloturismoscelta che sottintende uno stile di vita

Giuseppe Merlin: Il cicloturismo, un’opportunità sostenibile per il territorio

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Il cicloturista è un viaggiatore che ha bisogno di strutture di accoglienza ben distribuite nel territorio e attrezzate per accogliere le bici

Giuseppe Merlin: Il cicloturismo, un’opportunità sostenibile per il territorio

Il cicloturismoopportunità economica per il territorio

Giuseppe Merlin: Il cicloturismo, un’opportunità sostenibile per il territorio

• Ciclovia del Danubio (solo Austria)200 ml.ni di euro all’anno

• Ciclovie del Trentino80 ml.ni di euro all’anno

Il cicloturismoopportunità economica per il territorio

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Per favorire il cicloturismo, servono, innanzitutto, strutture di base come le ciclovie e la segnaletica ben congegnata

Giuseppe Merlin: Il cicloturismo, un’opportunità sostenibile per il territorio

Infrastrutture di base(ciclovie, segnaletica)

I’intermodalità bici+treno

L’intermodalitàbici+treno èstrategica per lo sviluppo del cicloturismo in Italia, ma non èconsiderata abbastanza

Giuseppe Merlin: Il cicloturismo, un’opportunità sostenibile per il territorio

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Giuseppe Merlin: Il cicloturismo, un’opportunità sostenibile per il territorio

La rete ciclabile europea

Eurovelo è la rete ciclabile europea, composta da 14percorsi che attraversano il continente

La rete ciclabile nazionale

BicItalia è la rete ciclabile nazionale ideata dalla Fiab

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Punti di forza e di debolezza italiani

Debolezza

• Mancanza di coordinamento

• Politica dei prezzi

• Servizi non all’altezza• Scarsa intermodalità

• ……..

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Forza

• Arte

• Cultura

• Natura

• Cibo

• ………

Gite giornaliere

Manifestazioni (Bicitalia day, Bicistaffetta, Cicloraduni)

Ciclovacanze

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Le azioni della Fiab

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Le azioni della Fiab

Le riviste

Le pubblicazioni

Giuseppe Merlin: Il cicloturismo, un’opportunità sostenibile per il territorio Giuseppe Merlin: Il cicloturismo, un’opportunità sostenibile per il territorio

Grazie per l’attenzione!

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Il cicloturismo: un’opportunità sostenibile per il territorio

• Il cicloturismo: scelta che sottintende uno stile d i vita Coloro che usano la bicicletta non sono tutti uguali. A distinguerli non è solo il tipo di mezzo usato, né l’abbigliamento è, piuttosto, un modo diverso di considerare la bicicletta. Il cicloturista si contraddistingue per uno stile di vita particolare. Il cicloturista, di solito, ama la natura e la rispetta, non è competitivo e non pedala per arrivare prima, ma attraversa il territorio cercando di capirlo e, quasi, di assorbirlo. Il cicloturista è un viaggiatore, ama darsi una meta. Il cicloturista non cerca le difficoltà ma le affronta con serenità. Il cicloturista è un curioso visitatore delle città d’arte. Il cicloturista, infine, è anche un buongustaio e ama i cibi dei territori che attraversa. La bicicletta, per lui, è il modo migliore per godere il territorio, senza sporcarlo. Per questi motivi, il cicloturista rappresenta una risorsa economica per il territorio attraversato.

• Opportunità economica per il territorio Quali territori sceglie, il cicloturista? Quelli più vicini alla natura, quelli che offrono attrattive artistico-culturali e, naturalmente, quelli meglio attrezzati ad accoglierlo. Il cicloturista, infatti, si muove con le sue sole forze e quando queste si esauriscono, deve fermarsi. In questo modo, il cicloturismo rimette in moto territori non esattamente vocati al turismo, ma ubicati nei pressi delle grandi ciclovie. Lì, ha bisogno di trovare strutture ricettive che gli consentano di mettere al sicuro la sua bicicletta e che gli forniscano servizi di accoglienza dignitosi. Il cicloturista ha esigenze diverse dal turista ciclista. Non cerca i massaggi o la sauna, per dire, ma è contento se ha la possibilità di lavarsi i vestiti. Infatti, dovendo portarsi tutto il necessario nelle borse della bicicletta, tende ad alleggerire il bagaglio. Il ciloturista ama spostarsi tutti i giorni, perché è un viaggiatore, ma può anche fermarsi di più se i dintorni gli offrono attrattive particolarmente appetibili. Ma quanti sono i cicloturisti? Per l’Italia non abbiamo cifre ufficiali. Possiamo stimare, però, che si tratti di alcune decine di migliaia, che triplicano se aggiungiamo ai cicloturisti veri e propri i cosiddetti turisti ciclisti, cioè i cicloamatori che fanno base in una località e poi visitano i dintorni con percorsi a petalo. In Germania, per fare un confronto, sono alcuni milioni. Quasi il quaranta per cento dei turisti tedeschi fa una vacanza in bicicletta ogni anno. Si tratta, quindi, di volumi d’affari di tutto rispetto. Faccio due esempi solo per avere di che ragionare. Il tratto austriaco della cilovia del Danubio rende, ogni anno, circa 200 milioni di euro di indotto. In Italia, conosciamo solo il dato delle 4 più importanti ciclovie della provincia di Trento: 80 milioni di euro, nel 2009.

• Infrastrutture di base (ciclovie, segnaletica) E’ facile capire quale sviluppo potrebbe avere il cicloturismo in Italia se il nostro paese adottasse una politica seria sulle infrastrutture e sulla comunicazione.

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Le infrastrutture, appunto. In Italia troviamo situazioni eccellenti in piccole zone significative (Trentino Alto Adige, area del Mincio, il ferrarese…), piccoli capolavori locali disseminati nell’intera penisola ma slegati da ogni contesto nazionale e poi il deserto. Qualcosa si sta muovendo. Grazie anche all’impegno della nostra associazione, in Veneto, in Lombardia, in Piemonte, in Emilia, in Toscana e in Puglia si stanno individuando ciclovie di lungo percorso e, soprattutto, collegate con le grandi reti europee e nazionali. Fondamentale, prima ancora della costruzione delle ciclabili, è la posa di una buona segnaletica, forse il punto più debole della situazione italiana e che nel resto d’Europa è un concetto acquisito da tempo. Una buona segnaletica potrebbe collegare utilmente tra loro gli spezzoni di cilabili, sfruttando stradine secondarie, strade arginali ed ex ferrovie recuperate, creando la continuità di percorso indispensabile per il cicloturista.

• Iintermodalità bici+treno: Le potenzialità del treno come facilitatore del cicloturismo

Fondam entale, inoltre, è lo sviluppo dell’intermodalità treno+bici. Il cicloturista ama partire da casa in bicicletta, ma questo gli impedirebbe di raggiungere luoghi lontani alcune centinaia di chilometri dalla sua residenza. La possibilità di caricare le biciclette sul treno apre orizzonti molto interessanti. Inoltre, anche durante il percorso cicloturistico la presenza del treno può essere utile o per alleviare la fatica di persone che vanno in crisi muscolare o di chi subisse un danno meccanico non facilmente riparabile. Nel resto d’Europa l’intermodalità è molto spinta, anche sui mezzi urbani. In Italia, invece, la situazione è drammatica e scoraggiante. Basti vedere la disperazione dei tanti turisti lasciati a piedi in Valdadige o in Val Sugana.

• Necessità del collegamento dei percorsi ciclabili con le reti nazionali ed europee

Ho accennato prima alla questione delle reti ciclabili. Non si ha cicloturismo se i percorsi locali non sono collegati in rete, dando la possibilità al cicloturista di muoversi in sicurezza su distanze di tutto rispetto. Insomma è sempre necessario avere come riferimento la rete europea, Eurovelo, 14 itinerari transnazionali di grande pregio e di lunga percorrenza. In Italia transitano 3 itinerari Eurovelo: la Ciclovia Mediterranea (EV 8), dallo stretto di Gibilterra ad Atene e a Cipro, di cui la ciclovia del Po, con la recente guida edita da Ediciclo, è parte integrantela Ciclovia Romea-Francigena (EV5) da Londra a Brindisi passando per Roma; la Ciclovia del Sole (EV 7) da Capo Nord a Malta. La Fiab fa parte del Coordinamento Italiano di Eurovelo. C’è poi la rete ciclabile italiana BicItalia, nata da un’idea della Fiab e rimasta per anni sulla carta. Essa si innesta sui grandi percorsi di Eurovelo di cui è la naturale espansione. Oggi BicItalia è anche un sito, che sta per essere potenziato, e stanno anche vedendo la luce tratti significativi della rete Bicitalia garzie alle collaborazioni tra la Fiab e alcune Regioni italiane e tra la Fiab e il Circuito delle Città d’arte della Pianura Padana. Alla rete Bicitalia saranno agganciati i circuiti locali di particolare pregio ambientale e tecnico.

• Punti di forza e punti di debolezza in Italia Parlare di cicloturismo significa parlare anche dei problemi del turismo in generale. L’Italia, nonostante sia universalmente considerata una delle mete più desiderate al mondo per Arte, Cultura, Natura, Cibo e tanto altro, ha perso, negli ultimi anni, quote

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significative di mercato. Tra le cause principali, denunciate sempre più spesso dagli osservatori più attenti, mancanza di coordinamento nazionale (non c’è nemmeno un sito), una politica sbagliata dei prezzi, che insegue il guadagno facile, trascurando fasce di clienti meno abbienti, servizi spesso non all’altezza e, per quanto riguarda il cicloturismo, scarsa intermodalità. Insomma, non siamo concorrenziali. Anche se questa sembra un’affermazione azzardata, ci vorrebbe un po’ più di centralismo. Il decentramento delle competenze turistiche ha portato ad avere delle eccellenze locali ma un arretramento complessivo nazionale.

• L’azione della Fiab. Finisco parlando di noi, della Fiab. Qual è il ruolo della Federazione riguardo al cicloturismo? Un ruolo duplice: uno proprio e uno di supplenza. La Fiab è nata come associazione di ciclisti urbani e di cicloturisti, è naturale, quindi, che svolga azioni di promozione della ciclabilità urbana e di quella turistica. Meno naturale è che dopo decenni lo Stato Italiano non abbia ancora deciso di dotarsi di una rete ciclabile nazionale come quelle che hanno adottato quasi tutti gli Stati Europei, compresi molti dell’ex blocco sovietico. Così la Fiab ha inventato BicItalia e sta faticosamente cercando di realizzarla, adattandosi alla realtà italiana e andando a trattare direttamente con le Regioni e con gli altri Enti Locali. Il nostro Gruppo Tecnico raccoglie sempre più richieste di collaborazione e si vedono i primi importanti frutti, con importanti opere di tabellazione e di messa in sicurezza di tratti notevoli di percorsi cicloturistici. In particolare, la Fiab organizza gite giornaliere e ciclovacanze per i propri associati, in collaborazione con i Tour Operators del settore. Organizza anche manifestazioni cicloturistiche particolari, dirette alla sensibilizzazione delle Amministrazioni locali, come la Bicistaffetta, il Cicloraduno e il Bicitalia day. Ha poi una discreta attività editoriale. La punta di diamante è sicuramente la rivista nazionale BC, che parla ampiamente di cicloturismo, cosa che fanno anche le varie testate locali, come la veronese Ruotalibera. La Fiab, poi, ha prodotto il belòlo e interessante libro sulle ferrovie recuperate come ciclabili “Dalle rotaie alle bici” e ha collaborato a produrre guide cicloturistiche e mappe. Infine, da alcuni anni abbiamo lanciato il portale Albergabici, che accoglie le strutture di accoglienza adatte ai ciclisti e, dallo scorso anno, abbiamo anche prodotto un catalogo cartaceo di Albergabici attestati. Per il cicloturismo ci facciamo in quattro… Giuseppe Merlin Direttore Fiab